Omnibus - anno II - n.23 - 4 giugno 1938

:·~ ~~~~ ~•-•r~•~~·· -~ ••• ~:\:/s:://~,~:·r:;~:(:=::i~·~;.:~ :~~- /~-· ~~; '~~. e Tutto-., confonnò Tommasi. « Sarebbe capace? •· < Tutto », egli ripetè sbarrando gli occhi. \ <~.' . ";. \,~. -:.~: « Andiamo al cinema insieme, una sera •• disse Teresa. t e: Non si può. Se lo immagina quello che direbbero? , disse saviamente il Tommasi. < Andiamo fuori in campagna, un giorno. Prendiamo una macchina, e scendiamo in aperta campagna. Si trova una ca<t.aisolata. Si colgono ciliege da un albero, e si mangiano. Facciamo un po' di cucina sul focolare. Si mette a piovere. La. pioggia cola dietro i vetri. Circonda tutto e isola ogni cosa. Si sta a guardare dietro i vetri >, seguitava Teresa, come se raccontas$C una fantasia. li battito del motore, e poi lo scroscio della. pioggia, avevano lo stesso senso del ritmo della macchina del cinema, che scandisce ogni movimento dei pcr<;0naggi. « Che cosa dice? » chiese il Tomrnasi. Egli la seguiva faticosamente in queste sue fantasie. Vedeva anche lui la strada percorsa dalla macchina, una !itrada polverosa con le poche case rl:'stiche disabitate qua e là per i campi. yedeva gli orti solitari, grevi di frutti, e a un tratto da quella solitudine spuntava un uomo che stava di guardia, con i fili di paglia del suo giaciglio nei capelli e sul vestito. Per quanto egli cercasse, non riusciva a figurarsi una scena come quella che descriveva Teresa. Egli sentiva che Teresa fantasticava, e che in questo fantasticare egli non era che un mezzo qualunque, uno strumento su cui ella sperimentava le sue emozioni. Ebbe per un momento l'idea che ella non intendesse parlare a lui, ma a un personaggio che dveva nella memoria e nel cuore : sentiva la presenza di questo personaggio, con la certezza e l'immediatezza dei giovani di fronte a una. donna. Ella si compiaceva della sua confu~ione, e di vedere spuntare su quel viso, negli occhi e nel sorriso, il segno di quel sospetto, d'essere egli niente altro che un pretesto alle sue parole. . _'°il t. . : ""MMTIZC':'::- ziR'.inS ~-"'-- -- - 0 ,,,le ombre di qulle immagini 1111laparete dl•ennta trupannte,.," « Perché dice queste cose a mc? » egli chiese. « Lei mi stima poco, lo so, e allora ... ». Il Tommasi capiva d'istinto quale era il disegno di quella donna, e che cosa la muovesse a parlare in quel modo. Intuiva_ oscuramente che, mentre ella aveva m mente un altro (CONTllftJAZ. DAL NUMERO PRECEDENTE) In quei giorni, il giovane Tommo.si I 01 pensò che una innamorata che veniva dagli studi fu accolto co- ~ sospira e che si sposerà. Ma me praticante dall'avvocato Leoni. J~ intanto sospira, perché è la Tommasi era un giovine chiuso e si- ~ primavera. Pensava che gli lcnzioso; era piccolo di statura; non uomini sono scuri e scabri. In guardava nessuno in viso. In un'ora quel tempo aveva sedici anni. Poi si in cui Leoni era fuor di casa, Teresa stabilirono in città appena sposati, ma entrò nella stanza dove si trovava il i suoi pensieri rimasero immobili come Tommasi. Questi salutò senza levare prima. Ella pensava soltanto: « Ora gli occhi dalle sue carte, ma scrutanesce Leoni •; e All'imbrunire torna dola di tralice; ne vedeva le .'r3-mbe 4oni »; « Leoni scherza COI) le donne magre da ragazza, e il piede sottile die vengono dai paesi -, ; « Gli uomini nella scarpa un po' larga. sono inqaieti :t. li suo pensiero rima- « Perché lei non guarda mai in facncva fisso alla parola uomini con lo eia la gente? :t gli chiese ella brmc.:'l.- sgoment~ che aveva provato da ra- mente. gazza quando le dissero che aveva tro- e Io?» fece il Tommasi stupito. vato marito. Quella sera Teresa disse: « Bisogna abituarsi a guardare in vi- « Io non voglio mangiare di questa so-., disse ella sedendosi pre5so la ficrema -.. ncstra, dietro la stuoia di cannucce. « Perché? • chiese Leoni stupito. « Certo. Mi ci abituerò. Ma non è « Non voglio:.. Per la prima volta per cattiveria». qualcosa si sollevava dentro di lei, ed « E neppure per vergogna? • di<t.<;C ella cominciava a caJ)irc di non volere ella che si sentiva parlare al modo quo.lche cosa. .. dei bambini, in una specie di improv- « Viene dal nostro paese •· visazionc di cui non capiva le parole « Non mi piace », di-;se Teresa. se non dopo di averle pronunciate. « Ti ~ci dimenticata. ~on vuoi più « E di che cosa dovrei vergog--nar- ~aperne •· mi? • chiese il giovane. « Di che cosa mi sono dimenticata? » Ella sapeva, o credeva di sapere perchiese Teresa. e Di che cosa mi posso ché egli non guardava in vi<;<>la gendimcnticarc? •· te, e aspettava di dirglielo. Col sole Ella fissò gli occhi sulla tavola. Se ci che entrava come un pulviscolo, tra le fo!t,ero stati dei figli. ;wrcbbcro man- cannucce della stuoia vibrava con un giato loro, e avrebbero trovato un s.,- lieve ronzio un poco di vento fresco. porc innocente in quel cibo né dolce Il Tommasi si fece coraggio e di'-<t.e: né aspro. La stanza era solitaria e vuo- « Non guardo in viso? Forse è qucta intorno a loro. Non significa\'a nul- "tione di vergogna•· la, che Teresa non mangiasse di quel- e !;: vero che quando lei va in città la crema, ma Leoni pensò che per la. a <t.tudiare, per pagare meno cara la prima volta non riusciva a spiegarsi pemione dice di essere innamorato delun atto di lei, e che ella volcs,;c signifi- la figlia della padrona? Perché lo fa? > care ben altro con le .mc parole e il suo chiese Teresa. diniego. Egli guardava la testa curva Tomma,;i divenne rosso, abba.,;sò ~li di Teresa. con la riga diligente e luci- occhi e borbottò: « :\lon è vero». da tra i capelli, cd ebbe l'imprc--'-ione < Io lo so. Lo sanno tutti. ~on è beldi es~re colpevole verso di lei. L:l stan- lo ricorrere a quec;ti mezzi >. za chiusa, i mobili che rivelavano una e t?. mio padre che vuole così •• disvita agiata ma di-;tac ·ata da tutto, e w Tomma...'li. « lo non lo faccio ,·oquclla donna che per la prima volta lcntic,;, non mi piace ». manifestava un pensiero in opposizio- e Suo padre rovina un rai;azzo per ne con quelli di lui, gli da\'ano uno a_varizia», incalzò Teresa con ostina- .g. omcnto indefinibile. Si ricordò della z1onc. sala lunga e ba-;"a. con quell'odore di « ~la io•• disi.c Tomma<t.i lcvandc• ,mila, do,·e era il cinematografo: ·il gli occhi su di lei, « io penso spcs<t.odi •mono corrente che se ne spr·igionava ribellarmi. Ma poi ho paura di mio ad avvicinar'-i, le voci che rimbomba- padre. ~ così; ho proprio paura. vano nella stretta cahina aperta in cui Qu;rndo sono lontano, mi propongo di :.i trovava l'operatore, \'OCi che pareva- venire a dirglielo. e di farla finita. MA no di litigio; e poi, a entrare nella sa- poi, quando mi tr0vo davanti a lui1 rila. le ombre di qudle immagini sulla ,;pondo di sì, ,;cmprc di <;Ì. Questo è il parete divtnuta trasparente, la facili- m::i.lc. Non è colpa mia. Io -;ono ubtà con cui cvad<:vano da una dimcn- bidicntc. ~1i potr<·bbc comandare di ,ione all'altra, le loro voci gutturali e dargli la vita, e lo farei ». La guardò golose, trepide e piene di una gioia in- con gli occhi improvvisamente aperti contcnibile 1 i loro pa,;,.j un poco bar- ·e sinceri, cd ella fu presa da compascollantt in quel mondo ~pcttrale in cui -;ione. ,;ono i sogni degli alberi, dl'i fiori, dei « Non è che io finga perché sono un bicchieri urtati nei brindii.i, dei vetri simulatore», proseguì il giovane. « In ter,i. dei vi<t.itersi, tutto d'una materi;t tutta la mia vita non ho mai finto vochc ricordava la gomma e l'alluminio, lontariamcntc. Soffro molto a fingei! vetro e In bnchelitc, tutto, anche gli re, e vorrei diventare presto indipcnalh<'rf. dente. Così non avrò pili questo obe Vogliamo andare al cinema? -, di,;- bligo .•• •· ,e Leoni. come -;e promcttcs-;c una fc- « Suo padre non è po,·cro. E: avaro, licità facile t pronta. ecco, e per il denaro farebbe qualunMcntrc ella si vestiva nella ~tanza quc cosa •· accanto 1 gli pareva che la luce fo<t.-;c « Non è ricco. Ifa molti pemieri. La divenuta più limpida, cd egli vedeva bottega non gli va bene. Come deve ora tutto con altri occhi, quasi faccs,;e fare? Con tanti figli! •· parte di quelle <t.eencirreali che tr:1 po- « Aniiché costrin~erc un figlio a finco ndla ,;ala lunga ,i '-arcbbc.·ro aperte gerc, io pr<'frrirci farne un manovale. ai loro O<'c-hi,in una ,pcric di "ogno 1 più da uomini »1 di(<t.CTeresa. Ora. l:tcu~trc. che cominciava a mettere in<t.icmcle idee, era assoluta e categorica. E spie- ideale, forse un altro uomo, si servisse tata come i giovani che cominciano di lui come uno sfogo, pur reputanad avere un mondo loro. Come tutti dolo un piccolo essere senza importanquclli che scoprono la dimensione di za. Egli incontrava per la prima volta una. vita superiore, diventava acre e nella sua vita la civetteria della donsenza pietà. na che ha bisogno di sentire il mondo e e giusto», mormorò il Tommasi. innamorato di lei, attento a lei, di- « Ma che ci devo fare, io?•· sposto a sacrificarle qualche cosa, ine Voi credete che fingere non la<t.ti saziabile e naturalmente perversa•. Su ~essuna traccia. La lascia, invece. Ci un solo punto si ingannava i Teresa s1 abitua, e si diventa vili per tutta la non aveva in mente nessun altro uovita. Non è vero?». mo vero, ma un indi,·iduo della sua e Si può smettere in tempo, e allo- fantasia, che si stacca,·a dalla tela trara ... • disse il Tommasi. sparente della sala del cinema, e la in- « Bisogna Jevarc;i subito da questi pa- quietava con la sua presenza. Ma a lui sticci. Altrimenti non si sarà più ca- non sfuggivano gli sguardi diffidenti paci di agire apertamente ». di lei, e come in ogni sguardo ella lo « Che co--a devo fare? • chiese il trf.~~~~i 1~;1c~;;r~ 1~1.~~~~oll~t~o;e~·taTomma<t.istringendosi nelle spalle. e Rifiutarsi », di<t.sella risolutamente. volo su cui egli era curvo davanti alli Tommasi abba,sò la testa. e lo le carte aperte. e cominciò a dondola5~nto che posso essere un uomo corag- re la gamba che penzolava fuori. In g1oso e leale. ~a bisogna fuggire di questo movimento egli sentiva il peso qua appena si può, ecco tutto. Non di lei e il vigore, come di una macchisono paec;i dove ci si abitua ad essere na che non si riesce a capire c;c non uomini. Lo si sarebbe: la. razza è buo- quando è in moto. na. ~1a la povertà la guasta. Si fa cli: S~~~~~rÒ.t:~{ 1~ /::,~~~ò ~~ .~urne•, kr:~~~r: ii~~~~a~t;~~~lop~a~op~i~~ « Perché? » chie,;c il Tomma<t.i. Non no. Non c'è tt.ltro modo•· Egli aveva era possibile. Come non si rcnde,;t un'aria molto diligente e ai.scnnata. conto che ella r'\on poteva uscire? ~1a Stava davanti alle carte aperte sul ta- ba<t.tÒche pronunzia-;se quelle parole volo senza toccarle, con le braccia di- e la sera divenne enormc 1 e la città stese e le mani pos.'l.tCai lati, come <t.C piatt~ si fece de!'sa e avventurosa. « Ci fosse a mema. E intanto si chiedeva ... andro », ella .d1s:.e; ma non pensava che cosa volesse colei con le sue im- affatto che v! sarebbe andata. Guarprov\"i"-Cdomando. Già la sua pre:.cn- dando quel _giovane, pcma_va che non za in quella stanza era non del tutto avrebbe m~1 toccat<? con l.1 sua mano normale. ~1a apriva enomlcmcnte la quelle mani; quel ~1ovane che la guardiincnsionc di quella stanza, di quel- dava con un trcmit? della bocca, ella J'or:-i, e rendeva avventurosa la gior- n?n _lo avrcb~ ~a1 n~ppurc. sfi.orato. n:lta e tutto. Ella bastava da sola a .e~in ~herz1. :-.:on s1 fanno d1 quecreare un avvenimento. Infatti si era <t.hse erzt ». . piantata là dentro come un pcrsonag~ « lo non schef"l.Oaffa~to », disse Tcgio inatteso da cui dipendc<t.SCla \'i- :esa. « lo c!~c":-,ts,lera c1 andrò. Lungo cenda di un dramma. Lo sentiva an- 11.fiume. Ce la luna •· Forse pcn~ava che Teresa. Il ronzio del vento fresco d1 andare davvc~o lungo la prod_a_vcr: tra le cannucce della tenda segnava ~e del fiume, d1. n~tte. lmmagmo d, col suo ritmo il trascorrere dell'ora, _11 mcontr~re quel g,o, ane, ncll_a campamodo stesso che i movimenti delle fi- gna s~1lZ.'\sos~tto. come -;e mcontra'Jgurc del cinema sono scanditi dallo ,e_un ombra •. Non q1!esta ~rcsenz~ che scatto ininterrotto della macchina. a_,cva davanti_, con gh occhi u~ po rose Lei mi ha fatto ma.le a ricord:-irmi "' e la _peluria nera eh~ ne_ m,?-deva quella finzione, e non è colpa mia. E J; trmpie. Lo Mupo~c e I_ansia_d1quelnon so come lo sia venuto a sapere, I ~omo ~ostr~tto dai suoi stessi s~ua~- lei •• disse il Tommasi. d1 freddi a rimanere con le braccia d,- « Oh. lo dice suo padre. Lo dice a ste,e sul tavolo, lung:o le ca:te ap~rtc 1 tutti. Per lui è la prova di una gran- e che a u~1tratto chmde.~•a I pugni, la dc furberia:., disse Tcrc~a. tenevano m u~o stato cs1!ar~to. « Noi siamo tutt'altra gente, noia!- « Deve <t.0ffnrc >, ella s1 d,,,c la _setri giovani •, disse il giovane. ra n~cntrc an?ava a letto, e sc11~1v:\ « Oh, -;ì, tutt'altra. Proprio tutt'al- L~o!'i c~c usc_1vaper andare dagli atra. Loro non ci possono capire », dis- m1c1 coi quah p~ssava _le sere_ fino a se Teresa. mc1:~'lnottc. Ella unmagmava 11Tom~ e Ma farò vedere io che l>Onocapa- masi che la, aspettava lungo il ~urne? cc di un sentimento vero. Che non so- la. voce dcll_acqua. nella _notte! 1 "alti no capace di fingere, che ho corags-io dei r.mocch, ncgh stagni, e 1l soffio e che posso agire da uomo da vero uo- della monta~na lungo la valle. Ella .amo•· Tommasi parlava fervidamente ve,·a una ripugnanza verso quel gioe levando gli occhi su Teresa che lo vane, e /'elio stesso tempo voleva turo'-scrvava con un'aria di protezione, bario. Non poteva_ tollerare nulla ch_e mishrava quanto fosse grande quel- la lc,$?SS~al proprio pae<t.e.,"?n soffr1l'avvenimento, di parlarle a quel mo- ,·a p1u ! aspc~to d~gh uom1111e delle do, e di sentirla parlare tra le quattro COSé. e s1 sent_1vad1,:entarc a_ngc-lo,m. ~ mura di quella stazna. Ella notava b un an~elo pieno d1. crudeli pcm1er1. teHa basi.a di lui, e gli occhi chr lo ~rnmag1~ava tutto lieve, _tras_p-arcntc, guardavano di sotto in su. Lo guar- 1~1matcnale._Era una tJ>CC1ed1 malatdava come si ~uarda un c..inc fedele t1a che la divorava. Non voleva mannon provava nessun sentimento ver<.~ giare nulla di quello che le era sempre di lui, ma sentiva che egli era domi- piaciuto; non le piaceva neppure la. nato dalla <t.uapresenza. ,,ua immagine quando si guardava nele Per una donna che ama sul seno, lo ,pecchio. Si sentiva di\"('ntarr un'allci \arcbbe capace di qualunque cosa? tra; precic;amentc un personaggio del Di qualunque '-acrificio? • chie,;e la cinema. donna. 2 - (continua' CORRADO ALVARO Si rende noto che in que,ti giorni furono arrestate diverse pcr<t.Oncper vendita di circa 500 mila cachets di Kalmint: con bustine completamente falsificate col nome di Brio~hi, identiche in tutto alle nostre e contenenti una mi~ela di nc,,una efficacia, con ~rJvissimo danno ,1llavecchi;.i.reputazione del nostro prodotto e alla <.alute del consumatore. Chiunque compranào Kalminc in qualunque posto trovai.~ il prodotto inefficace o a\'es<.e dnbbi ~ulla genuinità del rimedio. è pregato di mandarci la bu-.tina e po-;,ihilmcntc il cachcL e sarà da noi indrnninatO di qui.llunquc spec;a. Ring-r;tziamo fin d'ora. AchilleBrloschie C.•Milano _,r.,· ~, 3>, '»,.,-\ "'' F I ._,,, ; '',,i\ ,. ~--::-_;_ ~ ... , ~ • __ "& ~J ~ ""' / \ ~ i~~· /, • ft;~l Il~ li ~~-. "',( J; ~. tTJ- 11,~~. L.v• I , ,, I / ,, y / / LAGATTAIN AMORE - C,,,,,,,.,f, mM,tof,; /,, ,t•II• {''" ,,·· u,,,,, .,.,.,,,,,. ,,,,j,,,,,.,,,, Jl)ll<J Jl1Urt11 Ji (t1"1/'Al4' fllt"lllf n/A ,,,,1,,-1.- ,. u,/,,, ,,.;,,, r ,,M,,,,,Ju1111t". L,, 1.•il11 ,,.,,,•,,,,,nrr """ I,,, ,a,JNi, ,,; /'"" J,,111,,, Ji t,111l0 '" '""'" ,.,, lofi,•. H,1,.f,Jn.-,,,.,,,,,,,,.,,,,,.fi,l,,,,;,,,1i 1'11f ,,,,,, ,,,,,,, '"' pa' ,,,·""""" ,,.,.J,1,,.. .,,,;, ~itr>"t'r•11, i 1•mlri ,.,,,.,,Hl,/llfli •r li toutr ,11.,/111p/ .•r J,. 1•1/,r. C,·111, 1111 u,:r,•/,, mrl<', r, ,,. /11 Jdr, -,; ,1,,,,,.,-J J,,,. ,,,,tliulr ,1rr111til<". - $i,t,·rf11 """ ,,. ,,',., t,u11,1r,· ,,,,-,,, , i1J>,nr /,. t•lliH,r pr,f,11,,,,1,, ,.,, ,•; il •S11/'flJ1Ì--,,/ /,11/r FA/l(lrilf• ,1,,. .,; f,,,; ;,, ""'vr, {11rl111111f,1. 0111/ ~f,-.(,,#1<' ,t111tl11," ,,/ p,1r ,/i lfU, ,.,,,, .,,,. ,J,., f'r..,/0111 li., !"!SET• MOnALE C.,mt le-bcllr Jonnt .iinchcle ,::.11tc uuno solo dc-1•S.1ponc-.11t~uc• V I SET Il k.,_e(•olo ili IINl l•fl IO ~il aettloanalecbe i11ti'rc11ala tou.lltà ~bl~e~~~d1'e'}:le~f ::1~::t::1~:ri: tutto n mondo,_rifltua nei .uoi aipetti pin curioil e i1g11ifi.cau,1. I I ~·(11(·ol(J ili IINI 1•t1 IO t il 1ettlrnaule che dl•erte nello 1tt.110 tempo che informa. 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Libro squisit.tmcntc tecnico, ma che .usurgc .1d alt.t si. gnihcnione politic.a e ununa. in qu.tnto è un.1solenne testimoni.an. z.i dellr solide virtù costrutti\"c dcli.anostr.1 stirpe. Il rotredo illustr.ati\·Oè tot.tlmente inedito. * AUXAND[R mm-HOL[Nll f LOSTEDN'ARDO I TRADUZ. DI ERVINO POCAR. Volume Jcll.1 (ol\nion~ hMtdu- ~.1"di P't::"inc2- 80 . L. 12 Lt fine dC"ll.gau. err.a mondi.tic, il crollo dC"ll'impcroabsburgico, lo sfacdo dcli.i fronte balcanica, il disordin.Ho ritorno degli av.tnzi di quello chC' et.a stato uno dei più potenti rscrciti del mondo, le sale e i sottetr.tnei del Konak di Bclgndo, i ponti e le ri\"edel D.anubio: ecco lo sccn.uio entro il qua:- le si i1!corniciaquesta. siori.- d'.tmorc. E l'amore violento per una donn.1, in contrasto con l'.unorc .app.tssionato per una b..indicr.a. l A.MOHOAOORI - MILANO I

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