~uno riconobbe il giovine mendicante stracciato che gridava con la folla: e Morte al traditore Pu Vi >. Durante' sette anni di vita libera a Tìcn-Tsin, Pu Vi apprese le usanze occidentali: scoprì la cucina americana, la letteratura inglc!iic e la civiltà del mondo bianco. Il suo fedele tutore Cheng Ksi.u1 Hsu riu~cì a far paS-'!arc di contrabb.mdo un quarto di miliotw di dollari in moneta e gioielli, in modo che il e figlio del cielo » potesse vivere con sua moglie, che lo aveva seguito in e,;ilio. Pu Yi condusse una vita facile e quasi irreale, dedicandosi i.li tennis, al polo, all'equitazione; dipin<e fiori e scrisse versi. che comparvt..·ronei giornali cine'>i. Sembrava un ~iovanc mondano, rd era diventato co• sì moderno e intraprendente che si mi~e in I cl azione con una compagnia d'a~sicurazioni per promuovere ;tffari tra l'Asia e l'America, e presto fu eletto pre~identc all'unanimità. Quando la crisi americana raggiunse anche Ticn1\in, la nuova compagnia d'assicurazìo. ni dovette sospendere la sua attività, e Pu Vi perdette ogni co,;a, salvo la sua collezione di pellicce imperiali cinc~i, che non volle cedere a nessun prezzo. Comprò una piccola ca~a sporca e fradicia, fece causa contro la Galleria d'Arte della repubblica cinese per far• 11 si rc'>tituirc i ritratti ~ci suoi antenati. che valevano due milioni di dollari, immaginò grandi piani fanta~tici per vivere, cd ebbe perfino l'idea li divcnt.lrc un cant~rntc d'opera. Ma ne~suno ç•immaginava che ncll., piccola c;isa di Tien-Tsin avvcni5scro, intanto, segreti negoziati. In quel tempo, Ciang Kai Scek a• veva preso il comando della rivoluzione. Il giovane imperatore esiliato rappresentava il solo pericolo che minac~ ciasse l'unità della repubblica. Così, il generale mandò emissari a Pu Yi. Cl fece dire che il passato doveva essere dimenticato, e che·· la repubblica era pronta a pagargli quattro milioni d; dollari annui di appannaggio, a condizione che egli rinunciasse ad ogni pretesa politica. Due volte Pu Vi ricevette i delegati di Nanchino, e due volte li licenziò con quc~te parole: « Dite al maresciallo Ciang Kai Scck che se la repubblica ha pjù d(·naro del necesiario, dovrebbe darlo alle vittime del• l'inondazione». Anche i giapponesi iniziarono nego• ziati segreti con l'imperatore. A Tokio, si preparava l'invasione della Manciu• ria, e si pc·nsò di mettrre il legittin\O imperatore della Cina a capo del nuovo Stato. Prìncipi, ministri, diplomatici, furono mandati alla piccola casa dì Ticn-Tsin. Sui giornali cominciarono a circolare strane voci. Finché un giorno Pu Vi dichiarò improvvisamente: « Sotto nessuna condizione salirò un trono che mi sia stato cretto da baionette straniere». Era così ostinato e così pieno di orgoglio che niente poteva rimuoverlo. Un giorno alla casa dell'imperatore fu inviata una ghirlanda di fiori. A tempo la polizia se~ grcta giapponese riuscì a intercettare iÌ dono e si scoprì che, nell'interno della ghirlanda, era nascosta una bomba. Si congetturò che l'attentato fossq stato accuratamente prcpa'\°ato dagll stessi giappone~i p('r convincere Pu VI ad accettare la protezione giapponese. Nulla sì sa di certo. ?via il ministro giapponese dc~li lntCrni avvertì l'imperatore che avrcbhc a.::.::untola r("- spon'lal?ilità della sua persona, solo se avcs~e preso dimora hcl territorio che era sotto il govcroo giapponese. Pu Vi si arrese e un incrociatore giapponese lo portò scgrctanwntc a Dairen. La protezione dclJa polizia s<'grcta giapponese non impedì, però, che altri attentati fo"-SCro fatti contro la sua vit.t. Aci llarbin, sul principio del 1934, quar.lnta russi e cinc,;i furono arrc-5tati per aver complottato di far "-Jltarc il ponte del fiume Sungari sul quale doveva pa,sare il treno dell'impcra.torc-. li 4 ,;ctt<'mhrc dcJlo stesso anno, scoppiò un inC(.'ndio nel suo fippartarnc-nto privato di (-hingking nwntre egli dormiv:1. Il 27 no• vemhrt.'. cinque cinC'si lo aspettavano prr a,;<a<.,;inarloquando si recò a visitare le tombe dc-i suoi antenati a Mukden. Ver,o la fine di dicembre, un gruppo di co,piratori cc,cò di infettarlo di tifo. L'ultimo attentato risale a un anno fa; un patriota cinese tentò d~ pugn_a: l.\rC l'imperatore. La corte dc, mcd1c1 lo diede per ~pacciato. Fu guarito da uno !itrcgone cinese che l'imperatrice avrva fatto chi;im:11·<c' ontro il parere dei comiglicri giapponesi. L.t maggio~ parte dcR"li_;lltcnt,\li non furono rn:u re<.i pubblici. Quando giunse a Daircn, l'impcr .ltorc tentò di liberarsi dalla 'lOggez1oncgiapponcse. Jvla i giappo1H·s~ lo .rin: chimC'ro nel ricovero per altcnatJ eh Port Arthur, e pubblicarono sui iriornali che Pu Vi era '!tato improvvisa• mcnte cbho da una grave malattia nervosa cd era impossihilc prrvcdcrc quando sarebbe guarito. ~u ~'i. rir'!la~ no\·C ~iorni e nove• notti png10111cro. Pa,,;av:1 la notte in segreti colloqui coi • suoi antC'na1i, e. durante il !!iorno. nc- ~oziava rol luogotenente ~c.ncr;ile Doiharn, capo di Stato M;i~g-iore dell'c• scrcito del Kwang-tung, che aveva concepito tutta l'impre,;:, drlla Manciuri.t. I termini sui quali ~i fondò l'accordo furono molto reali'>tici; se, infatti, Pu Yi rifiutava di accettar<" la corona da m:rni 'itranin(' pote-va a5- ~umrre il governo dello Stato come capo esecutivo, 'iull'c~empio della co~tituzionc amc-ric,rna. Cli '-piriti orgo~lio- ,;j dei suoi antt..'ll.lti non s.i~an:bbcro offesi per l'attività di un ~cmplicc- ,;j~nor Pu Yi, anchr <;C sotto la p1ntc,,ionc- ~iapponc'iC. E. infatti. 'iCCondo il proclama che finalmente Pu Yi emise dall'asilo per alienati, gli spiriti dei suoi antenati desiderarono l'accordo. Sopra un treno armato, l'imperatore tornò all'antica capitale dello Chang Chun. La Manciuria fu dichiarata indipendente: un nuovo Stato venivi.\ creato. Come residenza Pu Yi scelse il fabbricato della commissione d'imposta del sale, una semplice cao;a di un piano, con un modesto giardino fiorito. Di là diresse gli :1ffari del paese. Fece co~truire scuole e strade, org:minò un esercito, una polizia e perfino una minuscola notta. Il primo ministro era il suo antico ciambellano di corte, il fedele Cheng 1-Isiao Jfsu. Tuttavia il vero potere rimase, dur:une i primi tempi, nelie mani di un consiglio composto di consiglieri giap1>0nesi. E ogni provvedimento che il capo esecutivo firmava, doveva cso;ereapprovato dall'amba~iatorc giapponese. Questa funzione di governatore segreto fu, prima. coperta da Taka~hi Hishikari: p1i1 tardi costui fu sostituito dal generale Jiro Minami, un soldato che non tollerava contraddizi.:,- ni. Poco dopo i giapponesi costrinsero Pu Yi a c.lmbi..lre il governo, e il capo" e"-Ccutivodovette separarsi dal suo primo ciamlx!llano e stabilire un'amministrazione tutti.\ di giapponesi. Da allora Pu Vi si trovò completamente Isolato. Non ho mai visto uno spettacolo più amaro di quello offerto da Pu Vi, nel mar-w del 1934, il ~iorno della sua incoronazione. Un altare di tre gradini er~l stato cretto fuori della città " cinque miglia dal p.llazzo. Alle otto di mattina, sotto un ciclo gcbto, l'imperatore lo salì. La capitale era deserta: un esercito di 50.000 soldati armati sb.lrrava le strade: ogni tre mancesi v'era un giapponese che faceva buona gu.lrdia nelle vicinanze. Durante tre giorni l'imperatore non aveva mangiato né aveva patlato .ld alcuno. Ora stava diritto e impassibile, nel suo vestito di seta gialla, facendo offerte agli dèi e mormorando preghiere. Pu Vi è oggi certo che il suo ritorno a Pechino avverrà molto prc5tO, cd è determinato a combattere i rivoluzionari che lo dimisero dal trono venticinque anni fa. In quel tempo, l'imperatore espulso era soltanto un bambino; oggi, colui che vorrebbe ritornare, è un vecchio di trentadue .lnni. J.P.HUDON Le stelle Un'aspra polemica si accese, qualche set• timana fa, a Hollywood in seguito alla pubblicazione, ad iniz.iativa di un gruppo di esercenti di cinema, di un trafiletto in un giornale commerciale locale, in cui si af• fermava che aie.une delle più note e brillanti su~lle del firmamento cinematografico !Ono diven1a1e < una peste per la cassa >. < Fra questi attori>, continuava l'articoleuo, < la cui abilità drammatica è fuori discussione, ma da cui la casu non ricava un bel niente, si possono annoverare Mae Weu, Edward Arnold, Greta Garbo, Joan Crawford, Katharine Hcpburn e mohi :iltri. Greta Ca, bo, per esempio, ha uno straordinario potere di attrazione in Euro• pa, ma non lo ha affatto negli Stati Uni1i. M:arlcnc Dictrich, poi, è una vera peste per la cassa dei cinema americani :,. • Il corrispondente del Daily T tle11aph da Hollywood spiegò le ragioni della polemica. Secondo lui, tutti i maggiori e: studi> sopportano un onere eccessivo per certe stelle, alle quali è stato dato il signific:1.ti\·o nomignolo di e: spavento della cassa > o e spaventa cassa >, le quali ricevono salari enormi, ma non attraggono più il pubblico. Nella speran:ta di poter ricuperare al. meno una parie dei milioni che pagano alle suddette s1ellc, gli e studi> le utilizzarono in film costosissimi. E cosl il danno aumentò. Miucr Harry Brandt, che è a capo dcli' Associa~one dei proprietari di teatri, di• chi3rÒ: e Noi non siamo contro il sistema delle stelle, ma riteniamo che esse non debbano dominare la produzione >. Parecchi giornalisti, subito dopo la pubblicazione del trafiletto, si recarono dalle attrici per cercare di farle parlare. Ma esse, unanimemente, rifiutarono di !are la minima dichiarazione. Esempio sorprendente di discrezione soprattutto da parte di chi riunisce in sé la triplice qualità di donna, di americana e di diva. La question'e è che le stelle hanno un valore per i produttori, un altro per gli esercenti di t.calro e un altro per il pubblico. A lungo andare, chi comanda è il pubblico; e, In fondo, itli « studi > non si prcoccupand d'altro che di capire il pubblico. Ma spcsro non vi riescono o ritar• L'IllPERATUOE DEL KANOIUXOO, YOEH BOA, SECONDA MOGLIE DI PO YI dano a capire. La polemica, cui abbiamo accennato, denota uno i.fasamento di questo genere fra la stima, che i produttori !anno delle stelle, e la stima che ne fa il pubblico. Ma 1 produttori non se la devono prendere con le stelle, bcnsl con se steui. Può scmbra 1 re, a p·~ma vis1a, che inter• preti sicuri del gusto del pubblico debbano essere i proprietari e gli esercenti dei teatri. Eui hanno sotto gli occhi un indice che non può ingannare: la cassa. Ebbene, per quanto ciò possa sembrare strano, le gradua1orie delle stelle sulla baJe dei risultati della cassa non coincidono affatto con le graduatorie che fa il ,,ubblico quando viene im•itato a esprimere la sua opinione e a dire quali attori ami e quali ami di più. Evidentemente si paga in un modo, e si ama in un altro. Si aggiunga, infine, che i gusti del pub- ~ico americano sono diversi da quelli del pubblico inglese, e ancora più divcni da quelli dei vari pubblici europei. Insomma, a voler classificare le stelle, c'è da fare non una, ma C<'nto gt:1dua1orie. E, infaui, sono siate fatte. La stima dei produttori La più semplice di tuue le graduatorie è quella in base agli stipendi. Secondo recenti riv<"lat.ioni americane, le stelle e meglio pa• gate > nel 1937 sono state le scguen1i: 1) Cary Coopcr {che ha guadagnato in luho l'anno una somma pari, all'incirca, a lire italiane 6 milioni 66o mila). 2) Ronald Colman (come sopra, lire italiane 6 milioni e 525 mila). 3) Claudctte Colbcrt (come scpra, lire italiane 6 milioni 300 mila). 4) Mae West (come sopra, tirc italiane 5 milioni 8 1 4 mila). 5 Madeleine Carroll {come sopra, lire italiane 5 milioni 175 mila). 6) Warncr 8.axtcr {come sopra, lire ita!ia. ne 5 milioni 1 12 mila). 7) Marlenc Dietrich (come sopra, lire italiane 4 milioni 842 mila). 8) Ruth Chattcrton (come sopra, lire ita• liane 4 milioni 491 mila). 9) Charles Boycr (come sopra, lire italiane 4 milioni 482 mila). Si deve tener presente che in questa classifica non sono considerati akuni divi famosi che nel 193i, per una ragione o per un'altra, non hanno lavorato. Essi sono: Charlie Chaplin; Norma Shearer, in luno per la morte del marito lrvin Thalberg; Crace Mdorc; Laurei e Hardy, che han• no avuto dei dissensi in ordine alla loro collaborazione; Eddie .Cantar e Charles L.:i.ughton. Il giudizio della cassa Gli esercenti di teatri e di sale cinematografiche, alla loro \•olta, classificano le stelle in base a un cri1erio del lutto diverso, anti, in un certo senso, opposro: e cioè secondo quello che esse rendono, e non già secondo quello che costano. Ma le nelle rendono diversamente in America o in Europa. Stt:ondo gli eM"rccnli degli Stati Unili d'America, le dicci maggiori stelle del fir. mamento cinematografico vengono in quest'ordine: 1) Shirlcy Tempie; -à) Clark Gablc; 3) Robert Taylor; 4) Bing Crosby; 5,) William Powell; 6) Jane Withers; 7) Frcd Astaire e Cinger Rogcn; 8) Sonja Henic; 9) Ca.ry Cooper; 10) Myrna Loy. Invece, per gli estrcenti inglesi, la classifica è la seguente: 1) Shirlcy Tempie; 2) Clark Gablc; 3) Gracie Fields; 4) Gary Cooper; 5) Georgc Formby; 6) William Powcll; 7) Jcanctte MacDonald; 8) Robcrt Taylor; 9) Asta ire e Rogers; 1o) Laurei e Hardy. Come si vede, Shirley Tempie è la stella che assicura i ma~giori incassi così in Ame. rica come in Inghilterra. Invece, in una classifica in base agli incassi fatti in tutto il mando, essa veniva al decimo pos10. Cary Coopcr, quarto in Inghilterra e nono in America, era ìl primo nella graduatoria per tutto il mondo. Greta Garbo non era compresa fra i pri• mi di('ci né in America, né in Inghilterra; invece, nella suddetta graduatoria, in base agli incassi fatti in tutto il mondo, era, tempo fa, sesta e pai è passala al S<'Condo posto, in seguito al succt"uo dei due ultimi suoi film Ma,ghen·ta Cautier e Maria Walt-wska (secondo il settimanale VarittJ). e. da tener presente che spesso la differenza fra queste graduatorie può dipendere non .solo da differenze di sus10, ma anche dal fat10 che i film di un dato attore si:tno stati doppiati tutti e quelli dì un altro solo in parte. Il giudizio del pubblico IL VOTO DI BENES f1 :-.'CALZATO da richieste e rivendicazioni U delle v.aric s1irpi del suo composito pac• se, da minacce di potcnz..c vicine e no~ amiche, da consigli pressanli di potenze amiche e non vicine, il presidente Edoardo Bencs vive a Praga da mc,i in ansie. Nelle ultime settimane si è rase.n1ata la catastrofe, cd egli ha attraversato i gì<Jrni più angoS<:ios.i della sua vita. La sua ansia cominciò preci• samcnte in quel fatale giorno in cui le divisioni 1edeschc si misero in marcia verso Vienna. Con pensiero gentile il Comando te.- desco dispose che le sue truppe si tenessero a una diuanz.a non minore di quindici chilometri dalla frontiera cèca. Ma si fossero tenute anche a cento e anche mille chilometri, il loro passo e il ferreo rotolare dei carri arma1i e delle artiglierie avrebbero pur sempre risonato, come risonarono, fin nel cuore della nobile e antica città di Praga, fin nel cuore del presidente Bcnes. Nessuno ricordò, in quei giorni, che Benes, fra sii innumerevoli libri, opuscoli, memo: riali, con cui bombardò prima i governi delle potenu alleate, durante la grande guerra, e poi la conferenu della ~ace, ne scrisse uno intitolato Dltruistl fAulncht:. Un ironico desiino volle che proprio il giorno in cui quel suo antico vofo si compi, Bcnes e il suo popolo perdessero la pace. E, forse, più che la pace. UN PAESE DI "MINORANZE" li\\ \ QUEL GIORNO, il problema dei Ll!) tedeschi dei Sudctì è diventato il più acuto dei problemi europei. La denominazione e: tedeschi dei Sudeti > ha una ragione politica, più che geografica. t ben vero che la zona dei rnon1j Sudcti è quasi interamente popolata da tedeschi; ma da quando il partito nazista in Cecoslovacchia fu sciolto e, conseguentemente, i seguaci di Henlcin assunsero la denomina- ,jonc di Sudete11deutu:ht Pa,tei, sotto questo nome sono compresi non soltanto i tedeschi dei Sudc1i, ma tutti i Jcdeschi della Boemia, della Moravia e della Slesia. Sono, in tulio, tre milioni e mezzo e formano la parte più progrcdi1a e più at• tiva di tutta la popolazione della Cccoslo- \ acchia. Ciò significa che la loro non è semplicemente una questione di e minoran• i.a >. 1 polacchi in Cecoslovacchia sono una minoranu. Cli ungheresi sono una minorama. Ma tre milioni e mezzo di tedeschi in un pat'se come la Cecoslovacchia !Ono qualche cosa di più di una mjnoranza. Altrimenti, anche i cèchi sono una. minoranza. A quanto pare - e facciamo questa ri• serva perché le statistiche, nei paesi dove la lotta di nazionalità è ardente, sono sempre documen1ì opinabili - a quanto pare, dunque, la popoluionc della Cecoslovacchia si distribuisce fra le varie stirpi cose segue: Cèchi 7.500.000 (secondo statistiche austriache del 1919, erano solo 6.000.000); Tedeschi 3.500.000; Slovacchi 2.000 ooo ; Ungheresi 700.000 (secondo sta1istichc ungheresi del 1910, erano 820.000); Polacchi So.ooo i Ucraini 5~o.ooo; Ebrei 1 15.000. In tutto, quindici milioni di uomini, di cui la met.à desiderano - più o meno energicamente - di 11011 1sut cittadini cecoslovacchi. Uno Stato cosi costituito non può es.sere molto solido. I cè.chi, per il solo fatto di essere ul)~. Il'}ÌJ)0(1f!.U troppo forte, cra,nn stati uno dei maggiori malanni della vecchia monarchia degli Absburgo. E la giovane repubblica riprodusse in se stessa il malanno principale della monarchia: di cuere un amalga.ma di stirpi eterogenee e discordi, .anzi un amalgama. dì minoranze troppo nu• merosc e irreducibili. E se tuui i desideri, i voli, le richieste, le rivendicazioni di Mas.aryk. e di Bcncs alla conferenza delta pace fossero sia1i accolti, oggi la Cecoslovacchia sarebbe ancora meno !Olida di quel che è, ancora più traballante e pericolante. OOMENAOQUELA OEOOSLOVAOCHIA fN FONDO la Cecoslovacchia è figlia dcl- }1 la propaganda. Nel novembre del 19,4 - pochissimi mesi dopo lo scoppio della grande guerra - un pugno di patriotti cèchi emigrati, Masaryk., Benes, Ourich, Fishcr, Hupka, ccc. si cost;··,irono in Comité d'ac1ion tchtque à l'ltra .. zu e iniiiaronc, quella fervida opera di propaganda a favorc della loro nnio• ne, che doveva poi dare tanto frutto. E'5i riu,cirono a far credere in Europa e in Am'"rica che la loro nazione fosse tenuta nella più dura schia\•itù, che fouc umiliata e oppressa da parte dell'amministrazione amtro-ungarica, che fone vittima di < inau. dite violenze > da parte della popolaiione 1edesca. Grazie a questa propaganda abile Il pubblico esprime il suo giudizio an- e 1cnace, quando si giunge all'armistizio, dando al cinema, e cioè pagando, o non tutte le potenze alleate e l'associala e - andando\'i. Di solito, si va al cinema pe1·- quel che più conta - l'opinione pubblica ché fattore tale piace; ma vi si può an. nei rispettivi paesi erano interamente guachc and:1.rc per altre ragioni: per esempio, dagnatc alla causa cèca. In una parola, tutpuché piace il frlm, benché noo piaccia to era pronto perché la «grande> Cecoslol'auorc, o perché piace il tale e non il vacchia sorgesse. talaltro dei vari allori che agiscono in uno Il 18 ottobre 1918, prima ancora che stesso film. Queste e altre ragioni possono l'esercito austriaco capitolasse, si riunirospiegarc perc.hé il pubblico, interpellato di no a Praga i capi dei partiti cèchi, si coproposi10, e cioè invitato a esprimere un stituirono in consiglio nazionale e proclagiudizio per mezzo di ,e/e,uidum, stabilisca marono l'indipendenza della Cecoslovacchia. graduatorie del tullo diverse da quelle sta- ~u~:1i c:~~::: 0 c~;t~~:r;~i~is: s7 t~:~;~;: bilitc secondo i risultati di cauctta. Nel gennaio di quest'anno, la Ntws Review .,. ~no~nii;~ :v;;:er~~o;;:~~~~~: 0,p= i:~:ryt orgas,Jinò un referendum fra il pubblico presidente della repubblica e Kramar prcinglesc proponendo il quesito seguente: sidcnte del consiglio. « Quali !Ono le dicci stelle che vi sono E subito il nuovo governo si mjse all'opepiaciuie di più nel 1937? >. ra. E cioè si mise a domandare tutto quello Presero parte al referendum migliaia di che era possibile domandare. La neonata votan1i e, in base ai risultati del voto, fu repubblica aveva un appetito formidabile. stabilita per le stelle la seguente gradua- Le ri\Cn<licaiìoni - già accampate e sostctoria: 1) Creta Garbo; 2) Ronald Col man ; nutc dagli emigrati durante la guerra - 3) Willìam Powcll; 4) Paul Muni; 5) Spen- si precisarono e si ampli:irono. I rapprcsencer Tracy; 6) Charles Boycr; 7) Annabel- 1anti cèchi conoscevano minutamente tutte la ; 8) Myrna Loy; 9) Anna Neaglc; le ques1ioni concernenti ogni palmo del ter. 1 o) Clark Gablc. reno che rivendicavano. I rappreM!ntanti del• Gary Cooper era stato messo fuori con- le grandi potenze non le conoscevano afcorso perché primo nella graduatoria M!• fatto. Tutti i criteri, tutte le ragioni fu. condo il pubblico di tutlo il mondo e per- ~::i:v~~:~f /; 0s;;'f nc;c~:I e~~r~~tolad~l,1~~~~ ché riceve il salario più alto. ram.a, fu invocato il principio di nazionalit da rilevare la tendenza piuttosto con• tà. Do\'e erano minoranza, furono invocate sen•atrice del pul,blico inglese. Esso mette ragioni strategiche. Dove neppure queste al primo po1to la trentunenne Grela Garbo, soccorrevano, si ricorse alle e: ra!;ioni ~10 . anteponendola a stelle più giovani e di richt' >. tipo più moderno. Mette al secondo posto Queste ultime, forse, furono le pi\, sir:\• Ronald Colman, che ha quarantasei anni. vaganti di tutte; e proprio ad esse si ap• A. G. pigliò Clcmenccau nella lettera solenne " altc:r:iosa con cui respinse le ragioni della derelitta dclegaz.ione a\.Striaca. li principio fu in1eso nel senso che un certo territorio, per il solo fatto che in un certo periodo storico appartenne alla Corona di Boemia o fu popolato da cèchi, spett.asse ali~ C~- coslovacchia. Ma quale tratto del terntono europeo non è appartenuto a più popoli successivamente? E quale dei popoli che lo possedette in passato avrà su di cuo e diriui storici >? Quello che lo ebbe nel secolo XV o quello che lo ebbe nel secolo Xl? . . . . E, del resto, lo stesso tcrr1tor10, in cui oggi vivono i cèchi, non fu, un tempo, occupato da stirpi germaniche - per esc~- pio i Marcomanni - e non fu da esse difeso mtro l'impero romano? Ma c'è di più. Se si arnmcttcsse per valido il criterio dei diritti storici per il regolamento dei confini fra le nazioni, quale confine rimarrebbe fermo, oggi, in .Europa, e quale. popol.o non avrebbe titoli per rivendicare 1J territorio di aliri popoli? Si prescinda pure dal caso nostro, che ci troveremmo in una condizione veramente privilegiata, in quanto, gruie ai e: diritti storici> ereditati dai romani, po1remmo rivendicare mc:ao mondo_; ma l'Inghilterra, per esempio, potrebbe nvendicare gran parte della Francia, la Spa• gna gran pa, .e dell'halia, e, se si stabilisse a chi spetti l'ered.itl dì Carlo Magno, si deciderebbe Una buona volta se la Fran• eia debba assorbire la Germania o la Germania la Francia; tranquillamente, senza spargimento dì sangue. Cosl, le grandi contese. s1oriche fra le nazioni si tramuterebbe· ro in cause civili per eredità. Comunque, la delegazione cèca alla conferenza della pace, in nome ora ddl'uno, ora dell'altro principio, pretese territori popolati da tedeschi, territori popolati da magiari, territori popolati da polacchi e d~ ruteni; pretese una serie di rettili.che d1 confine che arrotondassero le « provincics1orichc > ai danni dei vicini ; giunse a domandare che la Cccosloucchia fosse unita territorialmente alla Jugoslavia, per meno di un corridoio lungo 20 chilometri, con una popolazione di 700 mila anime, di cui solo il 25 per cento di slavi. E osò pcrsin~ chiedere che la Lusuia, territorio in cui vivono gli avanzi dei serbi dell'Elba (Wtn• dt11) frammisti a una maggioranza tcde¾'a, venisse anm·ua alla Cecoslovacchia (perd1t: dal 1373 aveva fatto parte dei territori della Corona di Boemia fino alla pace di Praga, del 1635, con cui fu concessa aJr .lettore di Sassonia) o fosse eretta in repubblica autonoma. Si sarebbe costituito, cosl, uno Stato sedicente slavo, in cui, su una popolazione di 450 mila anime gli slavi sarebbero stati 160 mila circa e i tedeschi tutto il resto. E anche in questo caso i te• deschi avrebbero costituito una < mino• UNA PROFEZIA AUSTRIAOA (iJ HE COSA rcccro e come si difesero ~ gli austriaci? Come poterono; e non trovarono ascolto. Prima di tutto cercarono di costituire anch'essi il e fatto compiuto>. Sulla fine del 1918, i territori della Boemia settentrionale, della Moravia e della Slesia, abitati da popolaiionc tedesca, proclamarono la crcaz.ione delle µrovincic della Boemia ted~sca e del paese dei Sudeti, come pani dcli' Austria tedesca ; il Bochmerwaldgau si unì all'Alta Austria; la Moravi" meridionale, il distretto di Ncubistritz, le parti tedesche del distretto di Ncuha\ft e l'enclave lglauSlc.cken si unirono alla Bassa Auuria. La dclega:tione austriaca alla conferenza della pace protestò vivamente e insistentemente contro « la Aagranlc ingiustizia > che, in base al 1: prcte!O argomento delle frontiere storiche >, si intendeva commettere ai danni del popolo austria('o. Il go\•erno di Vienna, per il tramite di quello svizzero, propose un plebiscito nelle zone contese. Poi chiese una decisione arbitrale. Poi si raucgnò alla mutilazione e propose un regime cantonale per la Cecoslovacchia: predispose anche un particolareggiato progetto, e, in via subordinata, chiese che i principi in esso r:sposti fossero presi in considerazione per il riconoscimento dell'autonomia nazionale di ciascuna minoranza. Ncuuna di queste proposte fu presa in considerazione. Tutte le richieste cèche furono ac;colte, ad eccezione di quelle rela1ivc al corridoio e alla Lusazia. Clemcnceau, il 2 scnembre 1919, comunicò alla deh•gazionc austriaca il testo definitivo del trattato e, nella lettera di accompagnamento, assìcurò che le potenze avevano 1tabilito le fron• ticrc e con l'equità atta a dare all'Europà centrale una pace durevole>. In una delle 1ante note di protesta della delegazione austriaca si leggeva una frase che, alla luce degli a\'venimenti recenti, assume valore di profezia. Si dice\•a, in quella nota, che l'eccessività delle rivendica7ioni cèchc avrebbe av\•iato il popolo cèco e: verso una politica avventurosa e cataSt rofica >. RICClARDETTO I~ ANNOIJ• •-.22-~SMA0:01938-~VI -~, MNIBUS SE'l"fIMANALEDIATTUALITA j I _POLITIOA E LETTERA~ i -;CE lL SABATO IN U-16 PA-;;;;- ; = ===~= i ABBOIIAMEIITI \ I talla I Impero: 11nnoL. 42, 1eme1tr1 L. 22 I E.Itero: anno L. 70, temenrt1 L, 30 ' OONt NIJMERO ONi I.IRA ldanosotiltl, dlugnl e fo1ogufle, ucht H non pnbhllct.ti, non 11 rt1tltol1cono. Roma • Piaua della Pilotta, 3 Telefono N. 66.470 JmmlnlstraOone: Milano • Piaua Carlo Erba, 6 TelefonoN, 24,808 PubbUdtl:
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