Omnibus - anno II - n.22 - 28 maggio 1938

,I<\ CITTÀ all'ingresso si presen- ' ~ tava con la sua larga strada 11 f! dritta che arrivava ai piedi del- .,, le colline imminenti per risalire poi tanto chiara da parere a perpendicolo. Lungo questa strada polverosa e non selciata, qualche carrozza con la tendina bianca oscillante di sopra dava un'impressione di lusso e di ozio. Gente di costumi diveni, di varie fogge, con muli cd asini, faceva il suo ingresso. Quella strada, a chi l'ha veduta anche una volta, rimane in mente, con le due file di case costruite da pochi anni, e già colore <li avorio vecchio al sole. Su quasi tutti i muri è la traccia dei buchi delle impalcature, e il sole che vi batte di sbieco vi suscita un'ombra a rombo, la sola che regni sulla città distesa e aperta. Le robinie che la fiancheggiano sono giovani e nane; qualche ficodindia sorge da un muricciolo irto di vetri rotti; qualche vaso di pepe e di basilico su un balcone, presso la finestra dipinta di turchino e di rosso, dà un'idea di cose private e tranquille. Qua e là. su qualche finestra, una stuoia di cannucce rappresenta a vivi colori il Vesuvio, o un uomo presso una marina, con la pipa in bocca, o un'altra finestra con una balaustra bianca e un vaso fiorito di rosso. C'è un certo stupore nel sole, come se si sentisse avanzare il calore del giorno con la medesima impressione di pànico di quando si sente avvicinare un temporale. Tra poco la chiazza di ombra bucherellata delle robinie sarebbe caduta a perpendicolo, l'ombra dei buchi delle impalcature si sarebbe rifugiata in fondo. Un odore fresco si insinuava nell'aria, l'odore delle graniti:! di limone che si servono nei caffè, con un panino, per colazione mattutina. Sulla strada, a mano a mano che si aprivano i negozi, e le cavalcature si fermavano davanti agli usci, si spandeva l'odore delle merci, dello stoccafisso, del legno fresco, delle droghe, della pasta, dell'olio, del vino. E l'odore del mare che rinforzava come un acido tutti gli altri odori. Poi cambiava l'ora; l'odore del caffè si mescolava a quello della 'ipazzatura. Con gli ultimi arrì, i ragli e i nit.riti delle bestie, scomparivano quelli che erano venuti a rifornirsi di roba; la strada era occupata da quell'altra popolazione, quella che portava nella città i suoi dolori, malati, accusati, e i loro paff'nti col \·estito delle feste. La gente dd luogo spuntava più tardi. Es.sa appariva in quell'ora affrettata uscendo dagli androni profondi, dalle porte a vetri sulla strada, mentre al borbottìo delle pentole si mescolava, simile al battito della pioggia sulla lamiera, il ticchcttìo d'una macchina da scrivere. Un gruppo di donne venute da fuori, sedute su un muricciolo a mangiucchiare il loro pane, osservavano vag:imente intimorite 9ucste cose. Era bello come un fiera. Gli uomini, generalmente vestiti di scuro, uscivano quasi contemporaneamente dalle porte, e nel sole, sulla strada abbagliante, facevano macchia. Davano l'idea di certj • 't\,;·· 1· 1 :f,: " ...qundo li TI.derodiuro la pta d•I pulaiorlo, .. " grossi insetti che l'estate, quando c'è abbondanza, traversano le aie. e Quanti medici, quanti avvocati >, pensa.- vano le donne. Questi uomini, appena sulla porta, si fermavano un istantc1 drizzavano la testa, spingevano il petto in fuori. A capo alto, col cappello indietro sulla fronte, una mano appesa per un dito ad un taschino, o al giro della manica del corpetto, o appesa a un bastone agganciato alla spalla, componovano la loro andatura in un atteggiamento raccolto e compreso di se stcs~. Le falde dei cappelli tirate su nelle più diverse fogge, di lato, di dietro, davanti, gli occhi fissi in alto e lievemente socchiusi, o spa• lancati fuor di misura, la bocca chiusa, ma amabilmente stirata da una parte, la fronte alta, guardavano a tutto e a nulla, al riverbero, al cielo celeste sbiadito, all'immagine loro che li accompagnava raccorciata nell'ombra, sulla polvere della strada che odorava di antico. Jl loro occhio si posava sulle cose come si posa indifferente la superficie d'uno specchio. Erano di'itratti, o parevano, al punto che le nostre donne temevano di vederli urtare l'uno contro l'altro. Riccioli ribelli sfue:givano di sotto ai capricciosi e meditabondi copricapo; essi dovevano sentire nel pasro tutto il loro peso e la loro anatomia. Quando s'incontravano fra loro, andando ognuno,..con la testa dritta, stentavano a riconoscersi, e non si sa- !utavano che troppo tardi, girandosi di tre quarti, allungando un braccio, agitando le dita. e Oh. professore •• e oh avvocato>, « oh, dottore>, e oh, C.."Wavalicre >; per riprendere con uno scatto leonino della te'lta la strada, fissando in fondo il monte, l':1lonc pill intenso sull'orizzonte che indica\"a la prc- -.cnza del m:nc di sopra ai tetti bassi. Agl'infcriori rispondevano sollevando più alto il capo; ai troppo umili, con un gesto di degnazione; ai ricchi che si affacciavano insonnoliti ,;;ul balcone a guardare vendicativi il tempo che faceva, togliendosi il cappello con un gesto solenne e grave. Le donne del gruppo osservavano queste cose, cd erano stupite di capire tutto. Quella era la gente che adopera carta, penna e calamaio, Esse dovevano andare da uno di costoro, e speravano -che anch'egli avesse un aspetto cosi scrio e imponente. . L'avvocato Leoni levò il viso dal tavolo, e disse guardando le quattro donne che s'erano schierate lungo la parete di fronte : e Sedete e non mi sporcate il divano :t. Le quattro donne sedettero sull'orlo del divano, molto fragile, molto bello con la sua stoffa a fiori. e Sporcare? Che ~porcare?• brontolò l'Antonia. « Siamo sporche, forse? >. « E che cosa mi avete portato? :t chiese Leoni senza lcv:i.rcgli occhi dalle sue carte. e A ottobre, ricordàtevcnc, voglio sentire il vino nuovo >. e A ottobre? Allora i ragazzi stanno dent10 fino a ottobre?» gorgheggiò l'Antonia. Le si gonfi3va qualcosa nella gola, :il modo degli uccelli che cantano, cd era curioso, veder vibrare la sua voce nella gola nuda. e Non volete che stiano dentro fino a ottobre? E allora non dovevano fare quello che hanno fatto>. e E che hanno fatto? :t strillarono tutte le donne insieme. e ~fa sì, ma sì; un avvocato dovrà pur sapere la verità. e vero o no che hanno aggredito una donna nel bosco e se la son presa, e... >. e Già•• disse la Gioacchina; e ma loro sono ragazzi, e ci hanno le pecore. Stanno sempre soli, sempre soli>. Leoni battè il pugno sul tavolo: « lo quando sono solo non vado acchiappando donne :t. e Voi, voi:., disse l'Antonia. e Voi sapete leggere e scrivere. Ma quelli sono poveri pastori, hanno trovata una donna sola, avevano bevuto un bicchicr di vino ... :t. « Peggio, molto peggio. t un aggravante >, esclamò Leoni. e Aggravante?• chiese riflessiva la Landra. e Che aggra\·antc? Anche se uno è povero? :t. e La donna, come si chiama, la Nun• ziata, è una povera stupida. Il delitto diventa pi\1 grave, sempre più grave. f?. meglio che non ne parliate>. e La Nunziata ~ stupida! La Nunziat:l tutti sanno che se l'è fatt:l con tutti. In queste cose capisce. La Nunziata vive sempre coi somari e coi ca• valli. Lo sa, lo saJ lo sa di che si tratta•· e Silenzio voi •, disse il Leoni. Ma la guardò un poco pensando : e :\'on è stupida quanto sembra. Ottimo bandolo: vita bestiale, educazione bestiale, vita con le be,;,tie. Provocazione •· e E poi, perché si fa vedere nel bosco? Perché si ferma? Si sa che nel bosco ci sono anche gli uomini, che stanno soli e vivono con le capre e i porci. Si 'ia, ,;,j sa, si sa.>, inveiva la Landra. « Ignorante, presuntuosa; siete tutte ignor:mti >, c,;,clamò Leoni battendo il pugno sul tavolo. « Ma voi non direte queste cose ai giudici•• disse solenne la Gioacchin.,. « Io? lo ho da sapere i fatti come 5tanno. Sono o non sono un avvocato? Questa è la vostra ignoranz..1.,di non farmi sapere come stanno davvero le cose. E non siamo dello stesso paese? Soltanto vi dico che ne inventate tutti i giorni una nuova. Vi rubate le donne, la roba, non lasciate ben avere nessuno, siete il castigo di tutti. Tutt..t questa città, su che cosa credete che viva? Sui guai e le liti che combinate voialtri. E. un bel paese, non c'è che dire. Siete delle sgualdrine, oh ! >. Le quattro donne sedute sul divano con le mani in grembo, si guardarono e si misero a ridere cercando di non aprire la bocca. ~1a poi si misero le mani davanti al viso, e ridevano nascondendo i denti bianchi con la piccola mano scura e virile. e Io lo so che voi andate dietro le fratte ad aspettare gli uomini >, proseguì Leoni arrivato al colmo dell'esasperazione, non si sapeva bene come e perché. « Che profittate del momento in cui passano per farvi sentire. E prima li avete guardati aprendo gli occhi che tenete sempre b2,;si davanti a tutti, gatte morte. E gli date foco, e un pover'uomo si stordisce, e allora lo arrestano, lo condann!no, oh, perbgcco, oh, perbacco! Perché voialtre sapete dare gli appuntamenti quando volete; vi basta aprire gli occhi perché ci si legga dentro, e l'ora e il luogo>. Le quattro donne lo guardavano attente, incantate. Andava proprio bene. Se Leoni sapeva maltrattare così la Nunziata, e il suo avvocato, andava bene. e Eppure>, dis.sc arguta l'Antonia, e siete stato soltanto ragazzo da noi, e sapete tutte queste cose; chi ve l'ha insegnate? Come le avete vedute? >. e Mi bastava starvi a guardare •• dis• se Leoni. « Ah ah aah ! >. e L'avvocato Leoni si arrabbia bene >, dissero le donne ai loro figlioli quando li videro dietro la grata del parlatorio. « Ci ha trattate male, molto male. t giovane, sa il fatto suo. Pazienza, pazienza. Ancora giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre; poi c'è la causa. l n paese non c'è niente di nuovo. Vogliono dare la Manoela da sposare allo Zigrino, così si mette a posto, perché quello ha la bottega. Ci saranno cinquant'anni di differcnw. Lui la lascia stare, e lei dopo potrà sposare Rositano .. Taturalmente quando Zigrino sarà morto. Lui è d'accordo. Rositano sarà ammesso tutte le sere a parlare con Manoela, e Zigrino li sorveglierà. Zigrino sta bene e non morirà tanto presto. Niente altro di nuovo. Sta diventando medico il figlio del signor Genio; tutti i malati aspettano che egli venga in vacanza, per farsi vedere le malattie. C. giovane. Fra tre mesi, ah, fra tre mesi c'indovinerà le malattie>. . Era una specie di crema quella che avevano portato le quattro donne :ill'avvocato Leoni, una delle ghiottonerie della stagione, d'un colore dorato e che conteneva tanti sapori insieme; era dolciastra, ma anche un poco acida, e si sentivano i pa.scoli primaverili, un vago odore di mandra, e l'afa imminente. Nella città era un piatto molto rìcercato, come tanti altri. Tutti quegli uomini erano rimasti legati senza volerlo ai cibi dei loro luoghi, come accade alle persone trasmigrate da poco. Non potevano neppur dire se si trattasse di cose squisite; quello che vi ritrovavano erano i ricordi, odori, sapori noti, di sempre, e col malessere di chi tenta nel dormiveglia di guidare un sogno. In genere erano contenti di aver lasciato i loro borghi, quella vita, quella strettura, ma appena apparisse una memoria di quelli, vi si comunicavano in silenzio. Non era il sapore di un tempo, certo. Ma si ostina\'ano a ri ovario, ed era tutto qui, come l'uomo che, avendo mangiato le giuggiolr· da ragazzo, se le procura un giorno i; non vi trova che una polpa legnoo;.ae dolciastra e un nocciolo troppo grande. Ne parlavano, anche, e solo dopo molto tempo si confessavano di aver gustato questo o que,;,t'altro. ~vla quando ne erano in possesM>non fiatavano. Chiusi con le mogli e i figlioli, mangiavano in silenzio, come se compissero uno di quei doveri familiari che non vogliono testimoni. Questo era un istante, un momento della vita. La città a• perta e bassa ave\·a un cinema, un giardinetto dove si ballava l'estate, e nei mesi ealdì la vita dei villeggianti. In questa stagione i giovani tornavano dagli Mudi. Non 'ii vedevano più le famiglie dei condannati e degli accu,;,ati; solo appariva di quando in quando un malato dai borghi dell'interno, accompagnato da tutta la famiglia vestita di scuro sulla strada maestra. I film che avc\·ano maggior ,ucce~,;;oerano quelli della \"ita facile, ,pcnsicrata, libera e ardita, la vit.l delle città. :\l'ella sala bassa e lunga che odorava di stalla si apriva un'altra dimensione, vi\"eva un altro mondo, e pare\ a che si fosse aperto un quartiere mistcrio'io in qualche luogo della città piatta. Là tutto era facile, sema drammi. I pcr--onaggi diventavano KCntevera su cui circ-olavano delle malignità. Erano presenti dappertutto, non s1:i sa come, formavano un mondo idc.alc, una vicenda quotidiana che amplificava cnonnemente la città aperta e distesa, la rendeva avvC'nturosa. Con un poco di pazienza si ~arebbero scoperti quei personaggi in qualche luogo, ci si sarebbe imbattuti in essi a un angolo della strada. Quei pn~on:1ggi erano gli stessi abitanti della città. Leoni non si accorgeva, per esempio, che uno di questi era sua moglie Teresa. Ella lo era divenuto d'improvviso, senza accorgcr;;;ene. Prima i 'iuoi pensieri erano stati molto scmpliciJ perché era dello stesso paese del marito. Prima pensava soltanto a quello che vedeva, e tutto si presentava alla sua fantasia in un modo immobile. Immobilc ella stava sulla soglia della sua porta, seduta sul terrazzino, con le mani in grembo. Ella aveva pensato soltanto: « Ora sono d ·,ma e non posso più andare coi ragazzi •· In quel ternpo faceva le cose dc.-lle raganc, e parlava con una voce a<;sennata. Non sapeva bene come pcn~ieri e parole le fossero dettati da uno spirito nuovo. Pensava asscn• natamcntc, ma immobilmente. Per poco tutti i suoi pensieri non erano altro se non quello che vedeva. In quel tempo er.t bianca bianca, e non ~i era ancora abituata ai seni gonfi e ai fianchi che '>i dilatavano ,;otto la cintura troppo stretta. Pensava: e :\(i guard;-,- no •· Poi pensava: « Leoni mi g-ua1 da•· Pemava che le piacevano i fiori. 1 - (conthwa) CORRADO ALVARO ff Q MA 15 LUGLIO• 14 AGOSTO GENOVA-NAPOLI-PALERMO-TRIPOLI (LIBIA) - BERUTTI - CAIFA - PORTO SAIO - RODI - COSTANZA - VARNA - ISTAMBUL - ATENE - RAGUSA - VENEZIA - BRIONI - NAPOLI - GENOVA Preu:o minimo. . . . . . . . . L. 1800 ff Q MA 6SETTEMBRE • 23SETTEMBRE GENOVA - NAPOLI - ATENE· RODI· BERUTTI - CAIFA - PORTO SAIO - TRIPOLI (LIBIA) - NAPOLI - GENOVA Prezzo minimo . . . . . . . . . L. 1200 "ITALI A" SOCIETÀ DI NAVIGAZIONE INFORMAZIONI E PROGRAMMI PRESSO GLI UFFICI SOCIALI E LE AGENZIE 01 VIAGGI IN mm LEEDICODL'IETACL!INAT!S4IM0 I BISETTIMANALE UMORISTICO: ESCEIL MARTEDÌ E IL VENERDÌ

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==