bioi tubercolosi di Roma, sul modello di quelle già esistenti a Losanna. Circa settanta bambini stanno tutto il giorno nudi al sole, tranne quando l'inverno è troppo rigido, e studiano e mangiano nel gia'tdino. t stato un compenso dolcissimo per il mio lavoro veder tanti poveri malati trasformarsi in bimbi sani. Pochi anni or sono, il governo riconobbe pubblicamente i miei servizi. La duchessa d'Aosta mi consegnò una medaglia d'oro, e la mia opera fu intitolata « Colonia elioterapica Croce Rossa principessa Janc di San Faustino ». I vuoti anni che avevo temuto non vennero mai, anzj i miei anni sono tanto pieni da correr via troppo in fretta. Ogni anno devo trovare il modo di metter insieme denaro, e questo mi interessa più di ogni altra cosa. Arrivo ora alla fine delle mie memorie. Sono contenta di averle scrit~e, mi hanno reso per un attimo tanti amici scompn.rsi. Nel mio piccolo appartamento di via Maria Adelaide non sono mai sola. C'è sempre, con mc, qualche pc~na giovane, che mi parln. del futuro, cd io amo, ora, vivere qui anche se un tempo non credevo di poterlo fare. Un tempo pensavo con disperaz.ione alla possibilità di lasciare il palazzo Barbcrini. Ma nel 1930 persi la maggior parte della mia sosta:ua, e non LA DOOHE88A D'AOSTA, LA PRINCIPESS! DI SAN FAUSTINO E IL SENATORE OBEllONE8I EBOONO DALLA OOLONU ELIOTEBAPIOA • mi fu più possibile sostenere la spesa del palazzo. Ne fui desolata. Avevo passato I:\ più di trent'anni della mia vita, ed i migliori. Il mormorio della fontana nel cortile era per me il mormorio della casa, e se mi affacciavo alla finestra mi pareva sempre di vedere Carlo attraversare il giardino, alle• gro e giovane com'era quando per la prima volta mi aveva condotta nella sua ca!ia, Edoardo Agnelli venne in mio aiuto, e prese per me un appartamentino di cinque stanze, piene di sole, tutto quello che una vecchia signora può desiderare. Venni a stabilirmi qui con Rosa, Giocondo cd il pappagallo. Il momento di lasciare il palazzo fu ancora più crudele di quel che avessi immaginato: bisognò tirare fuori e vuotare ceste e bauli che da anni non erano stati aperti, e mi parve di vederne uscir fuori l'esistenza dell'in• tera famiglia : i pizzi e i ventagli della mamma di Carlo, le livree che i domestici avevano indossato alle nozze di lei, gli abitini di una sorella di Carlo. Poi c'era il Van Dyck, il ritratto di un vecchio uomo che era sempre stato appeso nel salotto. Fu imballato e spedito a Torino da Virginia, e mi rincrebbe lasciarlo, come un amico vivo. Finalmente tutto fu portato via, ed io camminai attraverso le stanze vuote, dove erano rimaste solo le figure degli affreschi. rcoHTllfOA.Z. DAI lfOllERI PRECEDENTI) LL' INDOMANI mi trovavo sul balcone del ministero de- ~li Esteri, e guardavo la vasta folla che gremiva il piazzale del Quirinale. Cadeva una pioggia leggera, la gente aveva visi apatici cd indifferenti. Improvvisamentc le trombe squillarono, e una lunga fila di giovani in camicia nera comparve nella piazza. In testa a tutti una figura solitaria procedeva a testa alta. La folla attese in silenzio quando, staccatosi dalla sua schiera, egli entrò lentamente nel palau.o reale. Pochi minuti più tardi comparve al balcone, alla destra del re. La vast.1 piazza risuonò del grido : « Viva il re, viva Mussolini ! •· In meno di una· settimana Mussolini divenne l'uomo più ricercato di Roma. Egli accettava le circostanze con semplicità e dignità, senza orgoglio né diffidenza. Era sempre a ~uo agio dappertutto, senza ostentazione e senza pose. Il Grand H0tel era affollato di dame dclb società e qua,;i tutte rinunciavano nl loro sonno del mattino per cavalcare a Villa Borghese nc-lb speranza di incontrarlo, durante la sua cavalcata mattutina. Ottenni di ~scr ricevuta privatamente da Mu,;solini, a cui volc\'O chiedere di visitare la mia colonia estiva. Andai a pala1.zo Chigi ; ero nervosissima e nel salire lo scalone le gambe mi si piegav,ano. Finalmente giun,;i in un'anticamera, dove entravano cd uscivano, in gran fretta, personaggi. Rimasi lì, cd aspettai finché capitò Volpi : « Oh, principc~a, aspettate di esser ricevuta? Venite con mc! •· Pochi secondi dopo, mi trovavo in prescnz..1del Duce, e credo di non aver mai fatto, in vita mia, così cattiva figura. Nell'angolo estremo di una stanz..1interminabile, sedeva il Duce, e scriveva. Volpi spiegò scherzcvolmente: « Questa è la principessa di San Faustino, che desidera interess..1rvi alle sue opere benefiche! •· Dopodiché, non capii più nulla: sotto lo sguardo del Duce appena potevo reggermi in piedi; tentai di parlare, ma inutilmente. Egli mi rivolse la parola in tono incoraggiante, ma non c'era nulla da fa. re : la mia bocc..'l era chiusa. Allora ~{ussolini, pensando evidentemente di avere a che fare con una scema, prese una sua fotografia, la finnò rapidamente, e mc la diede, per sbarazzaf:)i di me al più presto. Senza dire una parola uscii dalla ~tanza. Lo rividi più tardi ad Ostia. Era uno di quei giorni di gennaio in cui il ciclo cd il mare sono pallidi, e le montagne, dietro i grandi pini neri, sembrano ritagliate nc11a carta. li suono delle onde sulla ,;abbia1 l'abbaiare di un cane, le voci dei bimbi, il mio passo sulla str.1da, erano gli unici rumori in quella quiete. Improvvisamente vidi un uomo, tutto vestito di cuoio: era M"ussolini. Mi si avvicinò, mi strinse la mano : « Sto guardando Castel Fusano •• disse, « qui bisogna fare un parco>. Tempo fa fui invitata a palazzo Venezia al pranro in onore del generale Gocring e deJla moglie. JI palazzo con i suoi quadri meravigliosi, e gli antichi velluti e le stupende tappezzerie, ricordava agli invitati i giorni in cui il conte Sachen, ambasciatore austriaco, dava qui i suoi lussu06i ricevimenti. Quando, dopo il pranzo. la sfarzosa processione di o,;piti tenninò di sfilare nel salone, Mussolini parlò a turno con ciascuno di noi. A mc parlò con affettuosa simpatia dei miei figli, sapendo che nulla m'avrebbe interessato di più ; poi aggiunse : e f. ben vero il detto francese : 11 Parla ad una donna dell'uomo che ama, a una madre dei figli e a un uomo di se stesso" ::.. La sera seguente, il inini.stro degli Esteri, Galeazzo Ciano, diede un altro pranzo per festeggiare i Gocring, ma questa volta al Circolo degli Scacchi. Il tono era allegro, niente affatto cerimonioso, e le cam..oni sostituirono i discorsi. La donna più interessante era la contessa Edda Ciano. Dovunque si riconoscerebbe nella contessa Ciano la figliola del Duce; essa ha i suoi occhi, la "ua magnetica personalità, e qualche co~a della sua ferrea volontà. Quando la conobbi, molti anni fa. Edda era selvaggia e poco socievole : ora invece tutta la vita mondana di Roma dipende da lt"i. Finora ho scritto poco di mio figlio, ma, dalla sua nascita, avvenuta trentacinque anni fa, fino ad oggi, i miei migliori ricordi mi vengono da lui. Ricordo Ranicri a cinque anni, quando imparava da suo padre. a cavalcare il suo primo pony, e lo scatto cli gelosia che prov.1i quando lo vidi ~cambiar con suo padre uno s~uardo-da-uomoa-uomo, perché dalla finestra dov'ero affacciata gli avevo raccomandato d'esser prudente. Poi, improvvisamente era cresciuto; mi burlava, mi sgridava proprio come Carlo usava fare còn mc. Abitavamo insieme il palazzo Barbcrini, cd incomìncia,·o a pensare che quelli fossero davvero i migliori anni della mia vita, quando ~coppiò un fulmine a ciel sereno. Ranieri mi dichiarò che voleva sposare una ragazza americana: Kathcrine Linn Sagc, figlia del senatore Henry ~•fanning S..tge, di Albany. Ero desolata. Non potevo adattarmi all'idea che mio figlio appartenesse ad un'altra donna. Non c'era niente da dire contro Katherinc, tranne che le mancava una delle principali qualità capaci di rendere accettabile un'americana in Europa: la ricchezza. Invpcai ogni argomento, per supplicare Ranieri di aspettare. La storia si ripeteva esattamente : zie e cugini si alleavano contro la nuova venuta, proprio come si erano alleati contro di me. E anch'io ero diventata un'italiana, e senza difficoltà mi sarei a mia volta nascosta dietro quelle famose tende di broccato, se avessi così potuto indurre Ranieri a rompere il suo fidariz..'lmento. Ma Ranieri aveva ereditato il carattere dì sua m~d~e e di suo padre: non cambiava opm1one. Le sue nozze furono le più tristi che abbia mai visto. La signora Sagc era troppo malata per intervenire; la sposa era triste, la chiesa fredda e tetra, la colazione nuziale perfida ; Kathcrine era preoccupata per sua madre, e si mostrò verso di mc di una gentilezza sostenuta perché sapeva della mia feroce opposizione. Ranieri era nervoso, la famiglia impacciata, cd il cardinale mangiava i pic;eJlinicon il coltello. Fu un ~llievo gencràlc quando i:;:lisposi partirono per l'America. Katherine pensava che gli uomini debbono lavorare, e così Ranieri tornò dall'America come rappresentante di una grande società industriale. Doveva viaggiare ,lttravcT"i0 tutta l'Europa, e non era cosa facile per lui, allenato .1 tutt'altra vita, ma c;eppe cavarsela bene. Riconosco che, ,;e Katherinc non fosse stata mia nuora, avremmo potuto essere amiche fin dal princioio. Era intelligente, colta, di idee ardite: ma il suo mondo non era il mio, cd io capivo che Katherinc deplorava la mia poca attitudine ai ragionamenti profondi. Ora posso sorridere della mia gelosia di un tempo: mi sono molto affezionata a Katherinc. Dieci anni dopo il matrimonio di Virginia, persi mia madre, e per la prima volta nella mia vita mi trovai ,;ola, senza più ,·ero interesse per la vita. l miei figli non avevn.no pili bisogno di mc, e la notte restavo svegli:\ chiedendomi, con una specie di terrore. come avrei potuto riempire i vuoti anni che mi stavano davanti. Guardàvo con pena le donne della mia età che si consolavano della loro 'iOlitudine b:dlando fra le braccia di argentini squattrinati. Non fu facile dimenticare la gioventù e trovare qualcosa che potesse interessarmi. t:n giorno andai dal prc~idcntc della Croce Rossa e gli offrii i miei ~crvizi. Egli mi di,;se che ,;e avessi raccolto 50.000 lire, avremmo potuto impiantare un asilo antitubercolare, che allcora mancava a Roma. Cominciai con l'indire una vendita di beneficenza a palazzo Barberini, e' raccohi 12.000 lire, poi ne misi insieme circa 6o.ooo e le portai alla Croce Rossa. Mi diedero una ca~a e un giardino, dove iniziai la prima ~uola per bamOra mi sono a.ffezionata a queste stanze della CruJadi via Maria Adelaide. Le risa dei sette figli di Virginia ha.nno risuonato qui: qui ho dato molti ricevimenti, non così sontuosi come quelli di palazzo Barbcrini, ma altret• tanto riu<sciti. Si dice che ognuno possa scrivere un libro, la storia della propria vita. Le nostre vite '>0no così complesse, piene di avvenimenti inattesi, che non abbiamo bisogno di inventare, se vogliamo scrivere un romanzo. In ogni caso, mi ~ono stati necessari settantacinque anni, per completare il romanzo dc.Ila mia vita, e sarà anche la mia sola esperienza letteraria. 8 - (fi,i,) JANE DI SAN FAUSTINO UN GIORNO la regina delle isole Sandwich fece una visita alla regina Vittoria d'Inghilterra, e duranlc la conversazione disse: e Anch'io ho sangue inglese nellt: e Ma come?> chiese la regina Vittoria. e I miei avi mangiarono il capi1ano Cook >. CU INGLESI avevano posto l'assedio a Cadice nel 1 702. li generale degli assalito• ri volle incoraggiare le truppe con un'arringa, che r u corta e singolare, ma efficace: e Inglesi>, dìue, < che mangiate tutti i giorni del buon bue e delle buone minestre, ricordatevi che sarebbe il colmo dell'ingiuria se vi 1:uciaste battert: da qucstt: canaglie di spagnoli che non vivono che di arance e di limoni! >. UN NEGRO si rallegrava per essere stato liberato. e Non sono più uno schiavo>, diceva, e sono un domestico >. L'ATTORE Wihon Barrt:t chiese ad alcuni imbianchini che gli stavano ripulendo la casa, se volevano avere dei posti per vederlo nella commt'dia Le luci di Londra. Cli operai accettarono e un sabato sera andarono tutti a teatro. Alcuni giorni dopo, quando gli imbianchini terminarono di tingere i muri, mandarono il loro conto all'attore, il quale fu abbastanza sorpreso dì trovarvi la seguente nota: e Sabato sera. Quattro ore di straordinario al Princcu Theatcr, otto scellini >. UN RE chiedeva a un ministro se egli fa. ccssc l'amore. < No, Sire>, rispose il ministro, < lo compro già fatto>. I UN DISGRAZIATO condannato a morte chiese sulla forca qualcosa da bere. Cli presentarono un bicchiere di birra, ch'egli rifiutò dicendo; e La birra fa venire i calcoli>. 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R.1pprcscn1uionc viucinim.1 Ji un gundc ~rioJo itorico, .iff'umui(lnt'Ji .,,lorc pun11ncntc ddlc pi~, .1ltc iJc:.1litl um.1nc: qut,to 10no lt lcttcn e gli opu~oli ,lei M.aulni, le une t gli .altri Ji ur.1ttuc otrcm.amcntc .1flinc. Tutto il prin10 Yo!umc Ji qunu \ott'•.1 ~ J«lic,uo .11lllc ttcrc, d,c, r.1ccoht in~icmt td illu.tf.lU, f.1nno rcnttr.uc i111mc,liu.1mcnte ncll'intimiti dtllo ipirito nm,ini.ino. L rr~f.i1ioned, i Luigi S.:.lutordfi, è: in tutto de,tn• d'uno dei pi~ ,;.,;J; ingegni, dei pi~ forti storiciche l'lhliJ conti oggi. L'opcu »r~ di Juc volun,i COSTO DI UNA DISPENSA LIRE DUE RIZZOLI E C. EDITORI - MILANO PIAZZA CARLO ERBA & la ~ocìclà Anoninu1 Mobili Vacchelli CAUllAUA CIIIEIH:HE 11. PHOGll.AMMA l'antica Cun di fiduci11. che forntec-e i mobili.per le ca,;e felici. t1.11nuncitl1a pub-""' blicazione del Catalogo di saggio 1938 Prenotatevi! Condizio11i /at•orcuolùs1me. N. 32 l52 A VACCHELLI Casella post<1le: 1380 .Uilarro, 3 li Rumo, 106 C<1n-om'
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