Omnibus - anno II - n.21 - 21 maggio 1938

\ ,,_ OMNIBIIS IL SOFM DELLE musE [?)]fltij(S(!}1~&1i INGORAGGIAMENTI R'i NA CASA editrice italiana ha pubig hlicato ultimamente le regole di un concorw per un romanzo che, 11umcrow di pagine, sullo sfondo accenni .,i grandi avvenimenti contcmporanc-i • modo pudìco e timido per invitare ancora i no,;;tri romanzieri, autori '-IX.~sodi scar"i volumi, descrittori sempre di piccola gente e piccoli fatti. a prendere una ,trada diversa da quella che, henc o male, hanno corso fino ::id ora. Un editore può certamente, ai fini della sua azienda indu'ltrialc, chiedere agli ~crittori quc-sto o quc- ,;,t'ahro genere di libri; ma il nuovo concor~ di « romanzo del· nostro tèmpo », proprio per quel contentarsi di grandi eventi in ~econdo piano, ci sembra un tentativo di:>perato. L'::dlcttamcnto del denaro e della pronta pubblicazione vi<'1'lca contra:,tare le inclinazioni letterarie che fino ad oggi for- ~c hanno avuto effetti non vergognosi per lf' lettere dçl nostro paese. Le conq:gucm:c di certi suggerimenti e ammoniml·nti non sono prevedibili. A un nutore di romanzi e di racconti. natur:dmentc portato all'osservazione delle cose come stanno, a uno di quegli autori, cioè, di cui l'Italia pareva abbondasse qualche anno fa, non ,i può andare a dire : « Guarda che le co,e che tu dcscri\·i non rono vere; il mondo non è così : è più bello, o è più brutto ... ». Se gli ,i terrà questo discor- ~o, lo scrittore finirà col turbar5i, col tentare di modificare l'impressione che rgli h:i. delle cose che lo circondano, e che infine per b sua arte è l'unic., valevole. Si aggiunga poi l'esempio sconfortante dC'i colleghi che fino a ieri Seguivano la stessa strada e che improv- \'isamente, ao;cohando i pii'1 disparati suggerimenti, si mettono a modificare le loro impressioni, commozioni, idee ; convinti che, in fondo, in un romanzo si può far commettere a Tizio quegli atti che mai ieri gli si sarebbero la- ,;ciati fare, o concludere gli amori fra Caia e Mevio in un modo ohe prima avrebbe ripugnato. 2 l'esempio più sconfo1 t..-intc per uno scrittore; c~ì la vita dd romanziere diventa contra,;tata e inccrt<l. La,·orarc sarebbe facile: a chi scriverà un romanzo dove, alla meglio, siano descritti avvenimenti cui l'animo non basta saranno dati premi e lodi : occorre decidersi e il pericolo d'una tale decisione è continuo. O~i, a oc:;c:crvarcle opere dei nostri ~crittori contemporanei ci si avvede facilmente che quelli che resi.stono a raccontare con vrrità i piccoli avveniment • cho commo,~ro la loro mente si rc- ;;1ringono ,cmprc più nei limiti d'una determinata generazione. [ giovani ~embrnno seguire altre strade; come non volendosi imbarcare in spedizioni pericolose; come indiri7..z;mdosi là dove le interfcren..:c pcricolo..::e sembrano minori. Da potC'r accadere facilmente c-he la letteratura narrativa, che si propone di rappresentare avvenimenti e, di dipingere caratteri, quella letteratura che, anni fa, per certi casuali accenni favorevoli, ebbe l'atteni:ione stupita di tutti, e dopo l'attenzione le acclamazioni, gli incoraggiamenti, gli ammonimenti, finisc:i. col languire JX'r rapprc.~cntarc domani nella no~tra storia letteraria soltanto un episodio. Può darsi anche il contrario: perché a tut• to può riu-;circ una sicura vocazion<' che si presenti. Eppure è intanto evidente il diverso indirizzo che va prendendo la nostra letteratura. Saranno fanta..::ie. saranno fa\'olc, o allegorie, o poemetti in prosa ; ne usciranno operette che tutti lodertmo 1 se pregevoli, e nuove per lo stile; ma qui non facevamo un ragionamento di e~tetica; solt:i.nto sul costume letterario: forse ambi\'amo accennare ad alcune circostanze utili per una cronaca letteraria. Oggi a leggere i litJri degli scrittori italiani più giovani, che sembrano svelare per la prima volta le loro inclinazioni, ~i trova una comune tendenza alle fovole, ai racconti fantastici, come per un'improvvi~a sfiducia nel vero, o come una intima timidezza davanti alla piccola e povera realtà delle cose. l..0 'IC.rittore pare cercare personaggi e (.j •• tuazioni impossibili -;fuggendo da r~p· presentazioni reali di cui egli non m <r...i'K°'f)Ossonoessere i termini. Si è rim- ....p..r.ovcrato troppo ai romanzieri la loro imemibilità: si sono banditi troppi concor~i per rornan:;,i del nostro tempo1 troppi conc-oNi si son visti csaur:- 't. in piccoli compromessi; tanto che g1i scrittori fini~ono col trovarsi restii e incerti nel r::iccontarc. Cade una considerazione: è vçro che gli italiani non ~no portati al romanzo; ma è pur vero che ciò non avviene per difetto di intellii;cnza, e soltanto perché gli svi- ~ainenti ~ono facili~t.imi nella nostra società letteraria, ARRIGO BENEDETTI i r~ ' . ,. ''8EKBRA CHE ANTICAMENTE OLI UOMINI FOSSERO TUTTI OOSÌ1 LA PELLE t VENUTA MOLTI SEOOLI DOPO" (d!•,d!B&rt.oll) 'l .lMES :VI. CAIN vìcnc dal gìorna• tJ. lisrno. Nato ad Annapolis, Maryland, nel 1882, di famiglia borghe- ,c.-. cominciò a lavorare nel 1917, prima con l'Amcrican. poi col Su,11 quotidiani di Baltimora. Andava ai processi, alla morgue, alle sedi di polizia e scriveva di cronaca nera. Questo sembrava fos'.e la sua vocazione. Ma vole\'a anche far carriera. E lasciò presto le anali,i <li delitti per gli articoli di politica. Si distime, e nel t 923 fu chiamato a in(.egnare giornalismo nell'università di Annapolis. Non vi rimase però che un anno solo; poiché, ricevuta l'offcna di un ricco contratto da parte del World dì New York, abbandonò la cattedra e corse a scrivere editoriali per il grande quotidiano. Scrisse editoriali per sette anni di fila; poi il World, nel 1931, venne venduto e Caio si accorse di non voler più servire l'opinione pubblica. Aveva intanto cominciato a scrivere brevi saggi politico-morali sull'American 1\fercury, la ri,·ista fondata nd 1923 dal famoso Mcncken che tutti ormai, negli Stati Uniti, considerano come un br;llantc pseudo-filosofo reazionario. Reazionario di fondo anche lui, ma non brillante e non pseudo-filosofo, solo uomo deluso che non crede nei propri simili, Ca.in raccoglieva quei saggi e li pubblicava in volume sotto il titolo Our government. Questo fu il suo primo libro che chiuse un periodo della sua attività e ne aprì un altro tanto più felice e umano. I saggi, infatti, trattavano di politi• ca e moralità politica come può trattarne un giornalista, ma erano qualcosa di più che giornalismo; ~critti in forma di dialogo rivelavano, battuta per battuta, l'animo nero dei personaggi di bassi politicanti che tiravano i fili del ragionamento. Cain si accorse di essere bravo nel dialogo, e si mise in testa di fare il commediogrnfo, si provò a buttar gil1 due o tre lavori, m,\ non rima~ soddisfatto dei risultati. M:i.ledicendo la tecnica teatrale che lo costringeva a non dire cose che avrebbe voluto dire, e a dirne altre che non avrebbe voluto dire, pigliò su carta e penna con nuova decisione e scrisse la cosa più semplice del mondo, ma eh~ per 1.Ji era una scoperta estrema: .scrisse una novella. Questa novella si chiamò The baby in the icebox, venne pubblicata nell' American Mercury, e, per la sua freschezza ch'era terribilmente furba e pareva ingenua, destò un interesse clamoroso. Incoraggiato, Caio pensò che forse poteva anche provarsi a scrivere un romanzo, e scrisse T hc postman always rings lwice, vale a dire: Il postino suona sempre due volte. Chi non ne ha ,sentito parlare? Un giovanotto, uno dei tanti uomini della strada, appena tro\·ato da occuparsi come inserviente in una osteria di campagna, s'innamora della giovane moglie del padrone greco, Presto, i due ,i trovano a non saper più sopportare la situazione; non riescono a separarc;i: d':i.ltra parte la ragazza non vuole perdere il benessere di cui gode nella casa del marito. Gli amanti decidono di sopprimere il ,;reco, combinando il delitto in modo che sembri una dic:grazia, Provano una prima volta e falliscono. Provano una seconda volta e riescono. Il « postino • suona due volte. Ma col successo della seconda volta si chiude un conto e se ne apre un altro. J due, che hanno raggiunto il loro scopo grazie a un finto incidente automobilistico, vengono arrestati e proces~ati. Se la. cavano : però, tra-;corsi alcuni anni, càpita loro un incidente automobilistico vero e proprio nel quale la donna trova la morte. E l'uomo, arrestato sotto l'accusa di aver provocato l'incidente, viene processato e condannato; s..-ilirà sulla ,;edia elettrica. 11 « postino > suona sempre due volte. _Tutto questo in meno di centocinquanta pagine. Il secondo romanzo di James Ca.in, Serenade, che la cMa editrice Knopf {New York) ha pubblicato in questi ultimi mesi, è altrettanto chiaro, limpido, non molto più lungo, eppure infinitamente più complicato di eventi. Vi si tratta di un grande cantante d'opera che ha perduto la voce e si trova a Città del ~1eso;icosenza soldi né possibilità di averne. Per caso cono~cc una splendida ragai:za indiana. La cono• ,ce in un caffè e spende i suoi ultimi due pesos per comprarle un biglietto di lotteria. Poi la perde di vista. Jvb passa qualche settimana, e improvvi• samcntc viene cercato da lei, che, con quel biglietto, vinte alcune migliai:1 di pesos alla lotteria, ha comprato una automobile, e vuole andar a metter su una casa di tolleranza in Acapulco. Juana cerca il cantante per aiutarlo nella sua miseria, e per farsi aiutare nel proprio progetto d'affari, E lui va con Juana perché Juana è una splendida ragazza .. Vanno dunque, ma a me• tà strada sono sorpresi da un diluvio di pioggia messicana. L'automobile è scoperta : debbono ripararsi a tutti i costi; arrivano dinanzi a una chiesa di campagna, ne forzano la porta con l'automobile stessa, e vi si installano. Si accendono un fuoco in sagrestia, ,i asciugano i panni, si fanno da mangiare, si preparano a donnire. Juana è spaventata, parla di sacrilegio, ma lui, in un'improvvisa esultanza di maschio, prova voglia di cantare e canta, va all'aperto, tra i lampi, e canta, e si accorge di aver ritrovato, più calda e possente che mai, la sua voce di grande cantante d'opera. Già un'altra volta egli aveva cantato dinani:i a Juana, ma Juana, allora, lo aveva giudicato «prete>. Ora Juana riconosce che canta con una voce di toro, lo giudica « grande toro>, lo segue negli Stati Uniti, dove vivrà con lui, tornato al teatro. Ulteriori avvenimenti, e soprattutto la compa~a di un ambiguo direttore d'orchestra, rivelano che non a caso il cantante aveva perso la voce, e non a caso l'h.1 ritrovata. Ragioni che Caio esprime con la premura di madre selvaggia che Juana mette nei rapporti amorosi ; con la sua gelosia ben determinata verso l'uomo di Sodoma ; col terrore che assale il cantante all'idea di restare senza Juana. Ma gli avvenimenti portano, nel modo pili tragico, proprio a que,to: perché una sera, durante una festa, Juana uccide il losco ~ignore1 e un'altra scrn, riuscita a scappare dagli Stati lTniti al Guatemala e dal Guatemala al Mec:-;ico trova la morte in un incidente con la polizia. Lo straordinarie del Caio è di saper rendere fresche e leggere cose di questo genere. Egli affronta e risolve problemi molto se3bro-;i senza la..::ciare che il lettore si accorga del problema e veda il problema prima. di cs~ere arrivato in fondo al libro. Caio non dà che facce e fatti da vedere, e non permette di vedere o intravedere altro. I fatti interiori dà impliciti negli esteriori: perciò il nome crudo, il senso crudo del fatto stc~- so, di qualunque specie "e\so !>Ìa, non ~alta mai fuori; e il fatto, delitto o altro1 appare sempre innocenti..::,;imo. fre! sco e leggero nell:i sua innocenza. I:: come ~e Caio ignorasse che ~li uomini posseggon~ e già da molto, molto tempo, dei nomi per tutto quello che \Cli~ tono e fanno. Come. in special modo, se ignorasse che si può chiamare un uomo, per una certa azione, ladro, a,- sassino per un'altra, e via di seguito. li suo tono, nello scrivere, è qua,i di stupore verso gli eventi di cui scrive. «Oh,guarda ! » ha l'aria di dire: «Oh, guarda ! lui 'fece questo! Oh. guarda ! lei fece questo!». Ma tale stupore,con la frc'ìChezw che ne ri..::ulta,è, ripeto, ternbilmcnte furbo, nient'affatto ingenuo. Egli non ha interesse per le cose veramente ingenue e semplici. Ha interess(" per le cose complicate, csa~peratc1 magari artificiose. Ma vuole renderle semplici, e così le libera nei loro clementi. Perché poi si intenda la comple,sità della questione imistc ,;u un elemento, un particolare, sino a farne una specie di simbolo, come in Serenade fa della voce. Procedimento cinematografico, si può osservare. E certo richiede una fantasia molto calcolatrice. più da organizzatore che, diciamo, da poeta. Nel suo insieme un lavoro di Cain appare, infatti, come un lavoro di grande decorai:ione. Ma i singoli punti, momenti che lo compongono non sono privi di verità poetica. ELIO VITTORINI ROMANZI ~1ANLIO MORA: Il figlio attuo (Guan. da, Modena, 1 938. L. 1 5). Romanro provinciale dove la vi1a comune delle piccole città, dei borghi campagnoli, delle famiglie benestanti e paesa• ne viene descritta pianamente senza che la fantasia vi giochi. Questi romanzi, anche se non mancano di avvenimenti, sono come un mesto e grigio paesaggio. In più c'è nel Figlio atteso l'ambizione del romanro del e nostro 1empo>. li romanzo del e nos1ro tempo > turba i sogni dì editori, di giornalisti, di .scrittori perfino. Al punto che tutti i concorsi leuerari finiscono con es• serne disturbati. Si vuole il dramma, la lirica, il racconto di questi anni; e poiché sembra che gli autori italiani ne siano schi• vi, vi si spingono i giovani con ogni mez• zo. Un giovane au1ore che voglia stampare il suo libro non ha ormai che a porre sullo sfondo dei suoi libri i gundi avvenimen1i storici dell'Italia con1cmporanea. Cosl in romanzi d'amore e di tono volgarmente aineno si vedono coriei, marce eroiche. Sono come oleografie che vorrebbero ravviva• re un grigio e generico paesaggio. La cosa continua da anni ; e sempre per via d'un malinteso zelo politico. Nei riguardi dei conconi le cose vanno poi nella maniera più misera: si rileva che solo dei dilettanti si sono presentati in giudiz.io, che le loro opere sono insufficienti, tanto che non re• Siano aperte che due strade: o confessa• re candidamen1e che è anda1a male, o alJungare a uno qualsiasi dei concorrenti, se non al più sfacciato, le migliaia di lire in palio quasi di nascoSlo.Cosl finiscono i concorsi per un romanro del « nouro tempo >. La ragione è d'ahra parie evidente. Gli avvenimenti s1orici, anche i più grandi, non entrano nella lc11ua1ura che lentamente quando quegli avvenimen1i sono arrivati ad essere un acquisto della coscien• -u. Quando invece sono soltanto un modo di commozione, i frulli non possono es• sere che di minore momento. SISTO f/_. \TOR~O al 186o forniva argomen- ~ to alle chiacchiere dei circoli diploA matici torinesi I:\ vita privata del primo segretario della legazione dì Sua Maestà britannica, il quale, contrariamente a quello che si sarebbe atteso da un suddito della morigeratissima tra le regine, non faceva nessun mistero della sua unione illegittima. Così Lione! Sackville-\Vest "'non si recava mai in società come gli altri membri della legazione, non faceva mai visite; in una villa al di là del Po aveva la sua famiglia, composta di una ballerina spagnola_. Pepita Oliva, e di un figlio il cui nome era certo piu«osto insolito per un rampollo d'un diplomatico inglese di famiglia patrizia: Maximiliano Leon José Manuel Enrique Bernardino, abbreviato per convenienza ii\ Max. Era piuttosto inesplicabile come Sua Maestà britannica chiudesse un occhio su questa irregolarità; ma, a parte ciò, considerar.- do la riputazione di pazzi che gl'inglesi godevano allora tra noi, la convivenza di un lord con una ballerina non poteva sorprendere. Pazzo e, naturalmente, ricchissimo: prendeva ville per la•sua donna a Como, ad Arona, a Genova. Ed era taciturno come un pesce. Per quel che riguarda l'Italia, il capitolo successivo avrebbe potuto svolgersi a Roma, in tempi a noi vicini, quando una milionaria inglese comprò per diecimila sterline un vasto terreno da cui si godeva la vista della Città Eterna, per edificarvi una sontuosa villa; senonché lady Sackville, la moglie d'un altro Lione! Saekville-\Vest, a"e,.•aappena iniziato sulla sua Rolls-Royce il viaggio che doveva condurla a Roma, quando, per uno dei suoi tanti capricci, cambiò idea, e l'appartamento che l'attendeva in un palazzo romano non la vide mai. Lady Sackville era figlia della ballerina Pepita, e aveva posseduto abbastanza fascino gitano da provocare nei confronti del cugìno una ripetizione della romanzesca passione di suo padre. Sembra una favola, ed è invece un'autentica storia, questa della famiglia Sackville-\Vest, dei due taciturni Lionelli, e delle loro clamorose mogli nelle cui vene scorreva plebeo sangue andaluso; e la storia l'ha narrara, forse attenuando qua e là gl'incredibilmente sgargianti colori della realtà, Vita Sackville-West, moglie di Harold Nicolson, la ben nota autrice di Tlu Edwardia,u (1930) e di Ali fxmio" spent (1931), che fornì a Virginia ,voolf argomento per la deliziosa fantasia di Or/a,ido, ma che nella sua storia di famiglia ha di che disgradare la fantasia del più acceso romanziere: poiché Vita Sackville-,Vest è la figlia di Lady Sackville, la nipote di Pepita Oliva. Pepita s'intitola appunto il volume, che è forse il più gran successo della letteratura narrativa inglese pel 1937. D'inventato non c'è nulla in questo straordinario racconto; ché per la parte relativa alla madre, la Sackville-West attinge alla propria memoria, per la parte relativa alla nonna possiede la copiosissima documentazione che nel 1896 fu preparata dai Sackville allorché uno dei figli ille~ittimi di Pepita intentb un avventato processo di rivendicazione del titolo. Fu necessario in quella contingenza raccogliere testimonianze intorno a Pepita e ai suoi parenti in Spagna, e dal vaglio di queste testimonianze lu storia emerge intricata e colorata come una zar:.:uda. Mai non avrebbero supposto gli aridi avvocati che da quell'incartamento di deposizioni di contadini, servi, bottegai, lavandaie, ballerini e attori spagnoli sarebbe venuto fuori, con una sapiente scelta, uno dei libri più vivi dei nostri tempi, il cui tema centrale, come nell'epopea omerica, è la fatale bellezza d'una donna. • Era un volto divino•, dichiarò nella sua deposizione un bracciante che aveva visto Pepita nelle vigne: ella non gli aveva parlato, né lui a lei, eppure egli non aveva potuto dimenticarla pel resto della vita. L'n altro giovane dichiarò: • li suo insieme toglieva il sonno•. Di quest'insieme non possiamo farci che una pallida idea dal ritratto nella maniera del Wintcrhalter riprodotto all'inizio del libro: la testa si leva come un fiore sui merletti della scollatura, e la chioma corvina - la famosa lunghissima chioma che con la sua sortijilla, o ciambellina, faceva prigionieri i cuori - risalta contro un ermellino candidissimo. Possiamo indovinare in che consistesse il fascino; in quel non so che d'imperioso che dominava alla radice della fronte, Si aggiunga poi, ad animar la figura, l'impressione di chi la conobbe: Pepita guardava in modo m11y gracioso, camminava in modo muy airoso, parlava in tono alegrt'. A chi la vide ballare a Malaga, parve leggera come se volasse; e in Germania intere folle andarono in visibilio per lei, e naturalmente la corteggiarono prìncipi. Quanto a razza, era un'andalusa autentica, con una madre gitana, Catalina, che a suo tempo aveva saltato attraverso a cerchi di carta, nel circo; quanto a danza, a giudizio dei maestri madrileni, ern men che mediocre, sicché è da credere che più che la sua arte nel ballare ti olt, fosse il suo adorabile piedino a commuovere nobili e plebei. Lione! Sackv,lle-\Vest, venticinquenne, l'incontrò a Parigi nel 1852, e ne divenne l'amante disputandola al p'fincipe Yusupof. Disgraziatamente per lei, Pepita, prima di suscitare si altolocate passioni, aveva trovato un • buon partito• in Spagna nella persona del ballerino Juan Antonio Gabriel de la Oliva, e l'aveva sposato al principio del 1851. Quest'ingombrante perSonaggio le impedì di legittimare la sua unione con Lione), onde sorsero infiniti guai. La vecchia zingara Catalina, naturalmente, sarebbe andata per le spicce: tentò di persuadere il figlio Diego, un soldato di ventura, a toglier di mezzo il marito della sorella; tentò anche, personalmente, di riconciliarsi con Juan Antonio, per qualche :,;uo sinistro proposito. Ma Juan Antonio non fu eliminato, e Pepita dovette contentarsi del titolo abusivo e strampalato di contessa ,vest, e se fece registrare come legittimi i figli avuti da Lione! dopo i primi due, lo fece altrettanto abusivamente, col tacito consenso di Lione! che nulla sapeva rifiutarle; anzi, egli avrebbe perfino acconsentito a legarsi con lei in una forma di matrimonio, se il console inglese di Malagn non l'avesse rinchiuso in una stanza per tre giorni, come forsennato. Pepita fu cattiva ballerina, ma seppe mostrarsi ottima madre di famiglia, e visse in Spagna e 1n Francia nell'opulenza, riversò una pioggia d'oro sui parenti. Gli effetti di questa pioggia d'oro sui parenti spagnoli. soprattutto sulla vecchia rigattiera Catalina, sono narrati dalla Sackville-West in pagane d'un delizioso sapore farsesco: la visita di Pepita al paesello di Albolote, dove la madre era divenuta proprietaria di una villa e di terreni, forma un interludio squisitamente spagnolo in questo dramma internazionale. Pepita non ebbe tempo di diventare una pingue matrona; mori quarantenne, di parto, e la immagine di lei che si fissa nella nostra mente è quasi puerile: le piacevano quadretti di fanciulle in atto di scherzare con gattini o d'inforcare 'occhiali sul muso dj cuccioli; danzava ti ole pei suoi bimbi; era caritatevole, e i poveri si recarono in massa al suo funerale, mentre non ci andò nessuna famiglia rispettabile, poiché Pepita non era che una mantenuta. Come tutto ciò è Secondo Impero! Cosi nel 1872 Lione! Sackville-,Vest, ministro plenipoten;,~iario di Sua Maestà britannica a Buenos Aires, si sentì sulle spalle una famiglia di cinque bastardi. Essendo ricco, trovò subito chi potè occuparsene. Una buona signora li portò in Inghilterra, dove avevano zii che si chiamavano lord de la \Varr e lord Sackville e zie dagli illustri nomì di eontesu di Derby e duchessa di Bedford. Lady Derby s'interessb della più bella delle ragazze, che combinava nel suo nome quello della morigerata regina e quello della nonna faccendiera e plebea: Victoria Catalina. Ottenutd il consenso delta regina, e quello del presidente degli Stati Uniti, mandò Victoria a \Vashington a far le veci di ambasciatrice accanto al padre che era suto trasferito là. Victoria aveva capelli neri, occhi azzurri e una bocca meravigliosa; e cominciò a far strage di cuori. La lista dei suoi pretendenti, lunghissima, include un capo pellerossa, un principe siamese, alcuni milionari americani e pressoché tutti i segretari delle ambasciate. Un curioso incidente pose una brusca fine al soggiorno americano. Lione! Sach.ìile.West era riuscito, nonostante l'alta posizione, a tenersi Pepita per amante, e poi una bastarda per compagna uAìciale; era un diplomatico di quelli che non apron mai bocca, rispettatissimo. Una sola volta si sbottonò, e gli costò la carriera. Durante le elezioni presidenziali del 1888, cadde in un tranello e scrisse una lettera privata che, pubblicata abusivamente, fece credere che l'Inghilterra s'ìmmischiasse di politica inter6a americana. Ma era nato sotto buona stella: nello stesso momento in cui era richiamato da ,vashington, moriva suo fratello lord Sackville, e il titolo e il maniero di Knole divenivano suoi. Cosi Victoria s'insediò castellana di una delle più magnifiche co1mtry-lro11us inglesi, e tale rimase alla morte del padre, avendo conquistato con la sua bellezza l'erede del titolo, il cugino Lioncl Sackville-\Vest, timido e riservato. Capricciosa, autoritaria, la figlia di Pepita con gli anni si rivelò una reincarnazione della nonna. La storia delle sue stravaganze e delle sue sordide economie, delle sue speculazioni finanziarie, dei suoi processi, dei tesori artistici che le furono lasciati in eredità da un ammiratore, e che essa disperse per soddisfare il suo gusto personale, che era tanto infame da rasentare la genialità; la storia di questa donna ibrida come un mobile surrealista, mezzo aristocratica e mez7.o gitana, forma la parte più notevole del libro, tutto vivo, della Sackville-V,:est. Nella prima parte, che tratta di Pepita, è l'autrice di Ali passion spn:t che parla; nella seconda, su Victoria, patia piuttosto la moglie di Harold Nicolson, che sembra aver appreso dal brillante ritrattista di Some people l'arte arguta della rappreseOtazione buffa e insieme affettuosa. Il ritratto di Victoria lady Saekville, nipote di Catalina la rigattiera gitana, dà pienamente ragione a quello che" Kìpling lascib detto di lei: • La più meravigliosa persona che ho mai incontrato; fuori di tutta la mia esperienza; un tipo di cui non conosco l'eguale•· MARIO PRAZ

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