Omnibus - anno II - n.21 - 21 maggio 1938

j PESCI viaggiatori hanno le loro strade segnate fra gli scogli, le correnti e le coste di tutti i mari. A tempo giusto appaiono .,Il.i superficie, depongono le uova, e poi scompaiono per lunghi periodi inabi,sandosi alle pii't forti profondità. Si aggirano pc11lunghi mesi nel buio e nel silenzio, sr,nza scopo, a caccia fra banchi argentei di pesce minuto e fra le insidie delle rctì clic arano il fondo. Quello che importa nella loro vita è soltanto il viaggio d'amore verso i luoghi della loro nascita, dove non abitano, ma dove depongono i frutti dei loro primaverili amori. Così il pesce spada, il XiphiaJ gladius, e spccie di pesce osseo marino del sottordine 1\r;.ntottcri, divisione Scombriformes, famiglia Xipliidat •, un gl'Os.so animale di forme eleganti, snello nel corpo e di mutevole colore, nei mesi che corrono fra maggio e agosto fa balenare la sua lunga ombra nera a qualche palmo sotto la cresta delle onde. La spada che porta sul naso. di durissima materia cornea, è aguzza come la punta di un. pugnale. Viene dal!' Atlantico, attraversa Gibilterra, e cerca acque calde e profonde per procurare le migliori condizioni di vita alla prole. Poiché, come testimoniano i piccoli pesci spada che durante l'inverno si pescano soltanto nel Mediterraneo, qui essi nascono, per intraprendere, non appena le pinne si wno irrobu~titc, il lungo viaggio atlantico verso le coste settentrionali dcli' America. Da esse ripar~ tono poi, a circa un anno di età, in viaggio d'amore, a branchi o a coppie, per raggiungere i mal'Ì di origine. I piccoli avranno bisogno di coste alte e frastagliate. Entrati nel )..{cditcrraneo, seguono per un breve tratto le coste africane fino ad Algeri e a Tunisi, poi puntano verso il nord e verso l'J talia. Con mare e tempo tranquillo, nei mesi di maggiç, e di giugno, !>Ì trattengono nelle acque calabresi, e quindi ripartono verso il sud, per attraversare lo stretto, tenendosi rigorosamente a sinistra, accostati aila nva calabra. Arrivano nell'Egeo, in Dalmaz.ia e magari nel .Mar Nero; di qui riprendono la stessa via per il ritorno, nei mesi di luglio e agosto, e fanno il cammino in senso inverso. Anche que• sta volta nuot:rno a sinistra, radendo le coste di Sicilia e spingendosi fin davanti a Milazzo prima di nascondersi di nuovo. Questa del passo, è la stagione della pesca. Trascorse queste settimane, soltanto a grandi profondità si potrebbero catturare; mentre, d'altra parte, la legge è inter\"enuta a proteggere i piccoli pesci spada che a sciami, nei mesi invemali, corrono fra gli scogli fra Scilla e Palmi. La pesca si fa con sistemi antichi e mai più rinnovati, di giorno e di notte, da uomini esperti di mare e dall'occhio perfetto: marinai vestiti come borghe• .>i,di piccola statura quasi tutti, ma con la parlantina sciolta di chi è u~ a molti porti e a luoghi stranieri. Hanno bisogno per il loro mestiere di pazicn7.a e di fortuna. t una dura fatica. quella del pescatore, e una vita stentata, ché un giorno si torna col carico e due senza, 'mentre la stagione corre e il tempo s'abbrevia. I ~ci spada partono, ma di in~crno gli uomini e lr loro famiglie devono mangiare ugualmente. Non c'è da scialac:quare, anche se una sola preda rappresenta a volte un guadagno <li qualche migliaio di lire. Infatti, si sono vi ..ti pesci spada pe.,anti due quintali e lunghi molto pili di due metri. ~.fa non sempre càpitano le pC5Catecc• cczionali: alcuni ~forni, si sta in mare dalle cinque della mattina alle cinque della sera, ~cnza che la vedetta .,egnali un solo pesce. Per questa pesca la costa è divisa if! varie e po'-te > o ancoraggi. Fra Paln~1 e Scilla, ad e..cmpio, _ce n'è una ventina, e ad ognuna corrisponde una torre di vedetta. Al principio di ogni stagione c'è l'e~trazione a sorte di es,;;cfra i vari equipaggi che formano .la flottiglia •- da JX''Ca. Ad ogni capobarca ne viene a.,,.,cgnata una, e comincia così il giro dei turni, ché il giorno dopo, la bare~ della piima « posta > pa.,,;era fra gh «erranti>, quella della seconda all..t prima e co,;ì via. mentre il primo « cr- --1"-ante ~ occuperà l'ultima « po,;;ta>. e Erranti > ,;;onodetti gli cquipag~i che nel ,ortc~gio non <;0110 u<;citi padroni di una « posta > e che non hanno l'aiuto delle \edcttc a terra. Queste, in nu• ml'ro uguale alle «poste>, hanno il compito di segnalare la presenza del pc,c(" :\Ile harche che, ancorate a circa :ioo mr-tri dal battente, a,;;pcttano. per muoversi, un grido o un cenno dell'uomo a terra. Que~ti è <;empn· un g:iovanr di buona vista, accompagnato da duci o tre raga7,2i che .con lui apprendon'> il me,ticrc : riconosce il pas,.,a~~io dc·Ipesce spada da un brivido dt'I mar,', d;1 una scia bianca che non è queJl~1 dell'onda che rompe, da un'omhra veloce rilevata dal sole. Lui e i suoi compagni ad un chilometro di distam.a avvistano la rotta del pesce e segnalano la direzione da prendere alla barca con grida e con lo sventolare della bandiera bianca che serve allo scopo. Per simili segnalazioni c'è un vero codice: bandiera diritta ed alta sulla testa, dice di puntare in fuori; agitata in basso, di venire a terra. Mossa con la mano destra segna la rotta nord-ovest, con la mano sinistra quella sud-ovest. Ad ogni agitarsi di bandiera c'è un grido lungo corrillpondente, grido che dalla barca si attende con ansia. In aria c'è il .,oJe, e il mare è soltanto increspato dalla poca brezza del largo, mentre il fondo traspare e si scoprono, sulla riva, baie e promontori, fino a ~1cssina, a Punta Faro e a Capo \"aticano. Que\tO è il tempo ideale per il pesce spada, che non viene a galla se non quando vede il sole. Ed è ncce,.sario che s.alga alla superficie, per poterlo pescare con il nostro sistema. unico in tutto il mondo. La bar~ ca è una lancetta snella, di forma cd armamento speciale nei quattro remi, completamente verniciata di nero noi• ché, sembra, tal colore è meno visibile ai pesci dal mare. L'equipaggio è composto di sei persone: quattro vogatori, un lanciatore e capobaréa, e una vedetta che stringe le ginocchia a quattro metri di altezza sul faliere, l'unico alberetto dell'ontre. Il suo compito, una volta che anch'egli, oltre alla vedetta di terra, possa vedere il pesce, è di guidare la barca dietro alle evoluzioni del pesce. Poi, a distan• Z.'\ ancora minore, sarà lo stesso lan• datore ad avere a sua volta l'incarico di guida, e dirigerà J'o,itre con i cenni della lancia che impugna. Ora c~li siede sulle lance appoggiate ai maschitti, i sostegni della poppa. La barca è ancorata già da parecchie ore e si attende sempre l'urlo della vedetta. Passano molte ore in tal modo, prima che le fiocine e il lanciatore entrino in funzione. Costui ogni poco s'alza a guardare il mare, le torri di vedetta e le altre barche immobili sul mara a specchio. La vita, qua fuori, ~embra sospesa e i rumori della riva ci giungono come da un altro mondo. Poi, ad un tratto, comincia la lotta. 11 segnalatore sul monte intravede un brivido che fug~c sul mare, e ci urla la rotta da seguire: e Va susu.' ». A nord ci dirigiamo, con tutta la forza dei quattro remi, mentre l'acqua spume~~ia e il lanciatore è in piedi, il ginocchio destro appoggiato all'asta di ri,;;erva fra i masd1ilti e il petto gonfio o l'occhio vigile, nella posizione di lancio. Sul faline il r..:gazzo di vedetta si tende per cercare la bestia marina. l remi, di cui quelli di prua (poiché in queste barche si avanza con la poppa) seivono da timoni, imprimono all'ontre una velocità da veliero; la rotta che l'uomo ci indica da terra è quella giusta. Bisogna tagliare la strada al oc· scc -;pacla e poi. giunti a conveniente distanza, po~giare fino a mctter,;i quasi paralleli e remare a ~ran forn p.•r giun~crc a una dist:rnza tale da pcrmr-ttere un lancio <;jcuro della fiocina. A dice-i metri di di,;;tanza è gìà po,,;;ibilc lanciarla, anche se il pc.,ce è 'iOt• t'acqu:1 di qualche palmo. Le fiocinc ~no fo1matc di due parti : l'a\ta di lr~no di elce, lunga rirca quattro metri e del diametro cli cinque ccntimf'lri, e il fcno di punta. Questo, a terra, è conservato in un sacchrtto di tela r ben lubrificato contro la rug~ine. f: una lun~3. punta aguua d'acciaio intorno ;t!Ja quale ~ono disposte, a crociC'ra, quattro alette, pure metalliche e snodate, che ~i aprono nella carne dell'animale colpito, impedendo al ferro di ,;civolare fuori dalla ferita. Una sa~ola è stretta al ferro; si '.volgerà tutta n<"lla fuga pana del pcscr ferito. , la sua luce. Ogni « posta », di notte, \"Cdequattro palamita re chiamate e prima », e fuori di uno ,, « fuori di due» e « fuori di tre», gettar le reti per la prima cala. Dalla poppa della palamitara, si parte una gomena che trascina la rete. Ad ogni capo di essa st.i un galleggiante con una campana che l!uona ad o~ni piccolo mo\'imcnto per avvisare dei movimenti della rete sotto la spinta della corrente. Le barche e le· reti sono a distanza di duecento metri l'un:\ d:\ll'altra, perpendicolari alla riva, cd attendono il pesce nella sua marcia da nord verso sud, sempre a mano sinistra. Bisogna vigilare che la corrente, forte specialmente di montante, non spinga le reti una sull'altra, cd aspettare. Si tiene la rete in mare per due ore, e poi si ritira. Il pesce spada, nel suo viag~io, dà con il naso nelle maglie e vi si impiglia, avviluppandosi sempre pit\ nei suoi tentativi di liberarsene. Compiuta la prima cala, le barche sono. libere e le « poste > sono abbandonate. I pescatori hanno libertà di movimenti. Nel buio si odono grida e fischi annunzianti altre barche e reti: tre cale per notte e tre lunghe attese, a meno che la corrente non sia molto forte, ché allora la rete sta in mare non mai pili di un'ora. Il ritorno, a mattina, è freddo e brumoso. Le isole e la Sicilia non si vedono più, quando il mare rabbrividisce. Sulla prua delle barche sta una sfera di legno, simile a un globo di re, inta• gliato a stelle. A terra, i pescatori sono persone coiPESCA DEL PESCE SPADA BULLE COSTE CALABRESI Naturalmente, il lancio è il momento più emozionante della pesca. Dopo la lunga attesa, l'equipaggio si ridc- ~ta all'urlo della vedetta: la barca snella può correre a una considerevole velocità, e i rematori non risparmiano le grida e gli sforzi; una volta raggiunto il pesce, il lanciatore con un <.:Olpopreciso scaglia la sua arma e ferisce. L'animale toccato fa uno scarto brusco che determina l'apertura delle aiettc, mentre il ferro della lancia si stacca dal legno che rimane però tr<}t• tenuto alla sagola da un nodo. Ma la cosa non è sempre così semplice come appare a narrarla. Il pesce spada, sen1.a alcun sospetto dei suoi cacciatori. non segue affatto una rotta diritta, ma gira nel mare a suo piacere, appare e scompare, sempre a buona velocità. La barca lo deve seguire e. deve cere.ire sempre la strada più breve per avvicinarlo. Qui appare la abilità della vedetta e, quindi, del lanciatore: per fortuna, gli ontri sono costruiti in modo da pcm1ettere rapidissime e facili inversioni di rotta, mentre i due remi prodieri vogano sempre all'avanti e quelli di poppa, con gli scalmi fuori bordo, sciano o si fcnnano a seconda delle necessità o del capriccio della preda. Poi il lanciatore si irrigidisce con la fiocina tesa e, ad un tratto, vibra il colpo. Un sorgere di spuma rivela ,:hc il colpo non è anelato a vuoto i la sagola comincia a svolger.,i dal rotolo. Non resta che far~i trascinare dalla gran forz.1del pesce che vediamo dibattersi ar• gcntco davanti alla prua e che fug-i;c con il ferro in corpo a tutta velocità. Bisogna che si lltanchi e muoia cli esaurimento, abba~tanza gravemente ferito da non rivolger'>i contro l'ontrc con la aguzza spada capace di sfondarne i fianchi. Alla fine, nell'ultimo tentativo di librrarsi, il pesce cala a picco, e lag~ ({iù muore. La ~agola resta immobile e tc~a ver'ìO il fondo. Circa un quarto d'ora è pa.,.,ato dal momento del lancio: una. mrn'ora e pii:, dal momrnto dell'avvi~tamrnto.tII grido di: « San :\iarco benedetto! >, che il lanciatore urla prima di frrirc, ci ha portato fortuna. Il pe<;rcspada è a bordo, con la ferita ro,;,~c_ggiantrllUlvc11tre,sotto una grande pinna nrra ed alata. Sarà più di cinquanta chili. Ha dei grandi occhi color blu, come bottoni, ai lati della testa. Nelle altre e poste » si fa lo stesso, con varia fortuna cd abilità: i lanciatori vanno fieri della loro bravura. Sulla costa sono celebri i nomi di Pavia, di 1vfclicchioe di Morello, uomini dall'occhio pronto e usi a non fallire il tiro. Cosl per tutti i giorni nei mesi buoni. La sera, si torna a terra con il pesce a bordo. A seconda della giornata, saranno uno, due, tre o nessuno. Le donne si caricano il peso sulla testa e il pesce è onnai proprio finito, staccato dal suo elemento, e deposto alla cooperativa, dove attendonv i compratori che lo spediranno ai mercati di consumo. I pescatori di Bagnara, infatti, si sono riuniti in una cooperativa per fi.,s.'\rCi prezzi della loro ricchezza ; ne è presidente il capobarca Pavia Francesco, uno dei pili abili lanciatori della costa. Sotto i suoi occhi il pec;ce\'ien pesato, e quindi deposto, per il taglio, sul pavimento di mattonelle. Gli si fanno intorno tre vecchie scalze con un coltello in mano e comincia la s,.'1.nguinosaoperazione. i\on credevamo mai che da un pesce d'argento potesse uc;cire tanto sangue e così rosso : le tre vecchie se ne tingono fino al gomito e seguitano a tagliare tutte contente, prima la e scorzetta », la parte ottima della nuca che vien dc,;tinata al lanciatore. Inten•irne un ometto con un affilatissimo coltello da macellaio a far le parti secon• do le consuetudini cd a pesarle. [ commercianti venuti in automobile ri• partono ognuno con j>oehi chili di pesce che venderanno ad ottimo prezzo nelle città. Intanto, la barca gloriosa è tratta a riva e gli arnesi di ricchczz.'1.del pescatore sono riposti con ogni cura; e in pescheria, dal colore del pesce spada pescato si~arguisce il tempo che farà domani : c;e la pelle è nera, soffierà il maestrale; se rossa, scirocco; bianca, significa pioggia. ~la nella notte, sarà ancora possibile prendere il mare e qualche altro pesce spada. Questa \·olta barche e ~istemi di pesca sono differenti; invece degli ontri si u~ano scafi più grmsi, ad otto remi, che si tr.iscinano dietro quasi cinquanta metri di grossa rete. li: neces,ario che ci ~ia buio completo, per• chf altrimenti il pc<;cevede la rete e rie'>CCa non impiglian,i~i. Nelle notti di luna, perciò, si vara dopo mezzanotte, quando i monti hanno già nascosto dialissime. Guardano il mare e i velieri bianchi che passano, raccontano di quando servivano nel C.R.E.M. a Po. la e alla Spezia, o di quando, in una notte, si persero in mare quindici uomini di Bagnara, [ vecchi, naturalmente, parlano dei loro tempi, quando il pesce spada era più numeroso e in un giorno si lanciava perfino dieci volte. Adesso, la rovina viene ·dalle lamfJart, le barche che f>C'(ano attirando il pesce con una forte luce a prua. Prendono solo pesce minuto e ne prendono molto : il guaio è che il pesce spada non trova pili da nutrirsi se l'uomo gli ruba i suoi simili minori, e non pil1 si ferma nel mare di Calabria. Se tornassero i bei tempi, la ricchezza starebbe su queste coste. Ma il pe\cc spada è misterioso: un giorno è qui e un altro là. Gli uomini non devono far altro che attenderlo alla «posta», anc<;>ratsiul mare liscio, a spiare ogni movimento nell'acqua trasparente, sulla barca nera, o a lavorare di remi duran• te la notte senza luna. E le donne devono aspettare ,;;ullariva con i loro coltelli mentre anche i contadini della montagna sospendono i loro lavori quando si accorgono che in mare c'è un ontre che in5egue. f:. un gioco che eccita. Per fortuna, il pesce è quasi 'ìOrdo e non si accorge delle urla che emettono i vogatori eccitati che l'inseguono. Lui corre dietro alla compagna, alla ricerca di un buon posto per le uova. Una volta colpita la femmina, il maschio non si allontana. e la cerca nei para~gì cadendo a sua volta sotto l'ar• pione crudele. Oppure insegue un branco di piccoli pesci per fame il suo ci• bo, fra l'onda calda della superficie e la fredda immobilità di cristallo del fondo verde. I suoi occhi azzurri vedono i calamari bianchi e morbidi, i tonni pesanti che fuggono, i pescicani con cui bìwgna lottare. Poi, quando il freddo sta per tornare, e le uova sono tutte deposte, ril.'.omincia il ciclo con un nuovo viagg-io. Vrf'!>o Trrranova, s'incontrano i banchi di sarde; ci sono, nelle coste d'America, rade deserte dove il mare batte a gran furia, laghi sottomarini dove si può svernare protetti dalle correnti. Il pesce spada non teme le distanze e si mette ancora in viaggio. MARCO CESARINI TRIENSEGNAM 1 - UNA OATASTROFE iJ. LLE TRE precise, Leopoldo, studente !t liceale, abbandonò il ,avolo da Javoro e i libri di scuola. Tra un quarto d'ora partiva l'autobus diretto .i.I campo dove avrebbe avuto luogo la par• tita di cale.io; aveva appena il tempo di correre alla stazione, se non voleva perdere la corsa ; si sa, gli autobus non aspct• tano nessuno. e ~fa i compili per domani, quando li farai? , gli fece noia.re sua madre. e Ci sarà tutto il tempo stasera ». La zia Alwine, avara emerita, osservò che sprecare il proprio denaro co~l leggermente era una. vergogna. I giovani debbono andare a piedi. Verso sera, Leopoldo non era ancora rientrato. Poco dopo, invece del ragaz.%0, giunse la notizia che l'autobus, partito regolarmente alle tre e quindici, era precipitato in un burrone, dove tutti i paucggeri, scn1:a eccezione, avevano trovato la morte. La madre, riavutasi a stento dal grave deliquio che, all'annuniio della ferale no• tizia, l'aveva faua stramauarc sen:r.a sensi al suolo, non si dava pace cd accusav.t. il suo inscn~ato amor materno; perché mai e poi mai avrebbe dovuto accondiscendere che il figliuolo facesse i compiti soltanto la sera. Quest'era la punizione per il suo nefando delitto. Il genitore malediceva il gioco del calcio e la mania dello sport. La zia Alwinc brontolava: e Poteva andarsene a piedi come gli altri ragazzi! ». S\10 marito scuott\'3. il capo poco persuaso: e No, no, quf'sto non c'entra. Bisc► gnava invece tener conto che oggi ricor-rc il tcrzo anniversario della morte del povero nonno. Ecco la verità ». La nonna da parte materna pensava: e Qualche giorno fa l'ho ammonito perché mentiva: " Chi mente pecca e chi pecca viene punito". M'ha riso in faccia». La cuoca se la prendeva con la cameriera: « Hai visto? Però questa mattina quando ti ho raccontato che uscendo per far le compere avevo incontrato due monache cd un ebreo rosso di pelo, mi hai canzonala>. La cameriera corse giù in portineria per commentare il triste fatto. « Eh », ,usicurava la ragazza, « dovevano partire fino dal primo del mese per la campagna. M siccome la sarta non aveva consegnato in tempo alla padrona i nuovi modelli, hanno rimandato la partenza. Se valeva la pcn.1 per quei due stracci ... ». La portiera, dal canto suo, sentenziava: e La domenica i figli hanno da rimanere con i loro genitori.,. Ma i ricchi non sanno cosa voglia dire il culto della famiglia! >. Al che il portiere rispondeva che la radio di ieri aveva annunci:!.lo per la giornata domenicale una serie di acquazzoni cd uragani. Se le previsioni fossero state esatte, la partita di calcio iart.bbe stata rimandata. Invece da tempo non si era vista giornata più radiosa. « Inutile, non c'è da prestar fede a quegli imbecilli che si piccano di far pronostici sul tempo ,. Emma, una delle due commesse della pasticceria accan10, faceva a se stessa un sa.e• co di rimproveri. Se non avesse detto di no a quel poveretto, egli, invece di recarsi alla partita di calcio, ora sarebbe accanto a lei. Di sera tardi, quasi a notte, Leopoldo rincasò felice come una pasqua. Macchi partita di calcio! Era stata solo una buona scusa; in realtà egli se l'era spassata con Rosa, l'altra commessa della pasticceria ac. canto. Avevano fatto una magnifica scampagnata, un vero godimento. La madre abbracciò il rampollo fuori di K: dalla gioia. li padre gli aucstò un paio di ceffoni. La nonna da parte materna rivolse gli occhi al ciclo: « Dio ti ringrnio ch'ea;li abbia mentilo anche questa volta >, disse. 2 - IL GRADINO 11 piccolo aveva detto una grossa bugia; l'istitutrice se n'era accorta e con ogni mezzo tentava di ottenerne la confessione. « Dimmi dunque, hai mentito? ». «No>. « Rifletti bene: sci propio s.icuro di non aver men1i1ò"?>. «No•· .. « Va bene, lo vedremo fra poco! ». « E come farai a vederlo? •· L'istitutrice che aveva metodi molto an• tiquati disse: e Noi, adesso, andiamo a ca• sa. Se hai detto una bugia, non appena poserai il piede sul teno gradino della prima rampa di ~cale, questo cederà sotlo il tuo peso e sprofonderai giù giù nelle viscere della terra •· !fans dh·cnnc pallido pallido e non aprl bocca per tut10 il tragitto. « Non sarebbe stato forse meglio confessare?> pensava il bimbo. Ma d'altronde come fare? )Egli era un uomo, aveva un carattere ... Arrivarono così ai pjcdi dci\a scala. « Per l"ultima volt.:,, dimmi: hai mentito?>. Il bimbo scosse la testina in stgno di diniego, ma il cuore gli batteva forte nel petto. Giunto al trrzo gradino, esitante si fermò un istante. Lentamente, con precauzione infinita posò la punta del picaino sul fa1idico gradino, provò a premere, prima delicatamente, poi più encrgicamr ntc, vi posò del tutto il piede cd infine, vincendo con un ultimo sforzo la sua pusillanimità, anche l'altro. Non avvenne nulla. Il piccolo bugiardn, additane.lo allora il gradino intatto, cKlamò soddisfatto: e Non funziona! >. 3 - SIA FATTALA SUAVOLONTÀ Nel \"agone ristorante, mentre veniva servito il pranzo, un signore molto denaro~ incominciò a strepitare, perché secondo lui il vino non era sufficientcmcnlc ghiacciato, e chiedeva insistcntcmentc del ghiaccio che il cameriere, dispiaciuto, non poteva fornirgli per la semplice ragione che di ghiaccio, nel vagone ristorante, non cc n'era. e Non a,ctc ghiaccio! Ma che razza di scrvi1io è questo! Farò rapporto! >. « Eppure il vino ... >. f' Voglio del ghiaccio, capito?! E se non avete dc~ ghiaccio, tenetevi pure anche il vostro vmo >. Avvenuto lo scontro, i cada,·cri fur'>no tolti dai rottami e trasportati nella camera mortuaria. Il signore dcnaroso ebbe 11, tutto per sé, un bel blocco di ghiaccio lungo due metri, largo mczw cd alto un paio di centimetri. ALFRED POLGAR

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