c;}avi per i sermoni, csc;i si saranno del tutto imbroglia.ti nelle loro discussioni, allora sarà venuto per lui il momento di intervenire. < Ho detto, inoltre, allo zar che il suo esercito si era battuto coraggimamcntc iUI campo di battaglia, nonostante un comando che raramente si era rivelato all'altezza del compito. Lo zar mc lo concesse senza difficoltà. Il suo esercito aveva egualmente combattuto durante vari mesi e senza tregua la rivoluzione assolvendo per lui le ingrate mansioni della polizia, La Guardia era rimasta immobile al suo posto. Era, dunque, conveniente assegnare alle truppe di linea una ricompensa esemplare, conferire ad esse i medesimi diritti alle carièhc e all'avanzamento riservati al1a Guardia. Sarebbe, così, M"omparsa una situazione che feriva profondamente tutti gli ufficiali di seconda classe. Lo zar si è impegnato, con parola d'onore, a trasmettere all'e~rcito un ordine in questo senso, di modo che l'esercito, anche se non è vittorioso, potrà almeno ritornare alle sue case, a pace conclusa, onorato <' ~ddisfatto >. Non si può dire che, pur col suo temperamento, facile ag~i scatti ed alle esplosioni improvvise, Guglielmo II non fosse capace, a volte, di dispensar~ consigli di chiaroveggente prudenza e di tempestiva duttilità. Lo si vide bene all'indomani dell'annessicne austriaca della ~omia ed Erzegovina. In una nota sègrcta annotava: e L'impresa di Achrenthal mi pare sempre più come una stravaganza di giovincello. Non ne ha detto nulla a noi cd ha fatto a lsvolski ed a Tittoni allusioni così velate, che l'uno e l'altro hanno avuto l'impressione di essere stati completamente tratti in inganno. Non ha neppur tenuto il minimo conto del sultano, che, pure, era il principale intercs- ~ato alla• faccenda. In tal modo, ha fatto così pesare sul suo sovrano il sospetto di una intesa con quell'emerito dispregiatore della pace e dei trattati che è Ferdinando. Ejitli ha portato i ~rbi ad una vera temperatura di ebollizione, ha irritato vivamente il Montenegro, eccitato i cretesi alla rivolta, rovesciato in pieno la 'nostra politica turca, così penosamente edificata nel giro di venti anni, corrucciato jitli inglesi pur aiutandoli a prendere il nostro posto a lc:tamhul. Non basta. Aehrcnthal ha gravemente !Contentato i greci con le ,,1c amabilità per i bulgari e ha fatto a pezzi il trattato di Berlino, introducendo una irrimediabile confusione nel concerto delle potenze. Gli un~hcrcsi mno ruri osi perché la Bo<:nia si sarebbe dovuta annettere ad essi. E i croati, dal tanto loro, sono jn rivolta perché egli voleva che la saldatura c:i facesse con e<:.c:iB. isogna riconoscerlo. Ci trbviamo di fronte ad un record europeo, che nC'-Sun diplomatico aveva mai raggiunto finora. Ad ogni modo, non è davvero il gesto di un uomo di Stato che scorga lun~i nell'avvenire. In mezzo a questo fune<;to disordine noi dobbiamo cercare di recuperare la serenità dei nostri rapporti con l'Inghilterra. E questo è pos- -.ibilc nella questione degli Stretti, qualor,1 si ripresenti sul tappeto, a condizione di aderire al suo punto di vista e di domandarne egualmente l'apertura non soltanto per la Ru ..sia, ma per tutte le potenze. La Rumcnia, dal canto suo, non può che nutrire il medesimo dcc;idcrio come Stato rivierasco. Ma bic;ogna cominciare col discutere questa questione in conveNazioni private con la Turchia e bisogna pure che ~farschall pO'-'-a c;ondarc il terreno. f:. chiaro che l'lnrhdtcrra e la Germania sono le due Ir MAG'.t'fohh.xv1 O ■ NIBIIS ·:•:-::•:•····•·.•,• ~-· DOOUllENTI DELLA TERZA &EPUBBLIOA. (1912)1 SPLENDORE DELLE SINISTRE sole grandi potenze che non sono state precedentemente informate di tutto questo scombu~solamemo. Esse hanno dungue le mani libere e dovrebbero concertarsi a vicenda tanto più che entrambe mirano al bene ddla Turchia >. Non si può negare che Guglielmo H possedeva, talvolta, un intuito, che gli permetteva di scorgere a distanza l'entità delle mosse diplomatiche altrui e le ripercussioni degli eventi politici. Che, poi, egli possedesse in eguale misura la capacità di fronteggiare gli elementi e di assumere in pieno la rOiponsabilità dei propri atti, è un':dtra cosa. Lo si vide nel luglio d<tl 1914. Quale si delineava, in quei giorni, agli occhi dello zar t; dei ~uoi ministri la c:ituazione diplomatica? I febbrili nego• ziati che per tutta una settimana c;iera• no svolti attra\'Cr.:,o l'Europa avevano chiaramente mo,trato che i due imperi continentali si rifiutavano a qualsiasi conciliazione. Ma dove era veramente il principale centro dcli.\ resistenza? 1\ Vienna o a Berlino? La stcsc;a incertezza al riguardo non faceva altro che sovreccitare l'opinione pubblica rus- .sa. Il bombardamento di lk·lgrado nella notte fra il 28 e il 29 luglio, suscitava un'ondata di collera in tutto il popolo russo. Da Pictrogrado a ~osca, da Kiev a K:uan, tutte le pac;sioni dello slavismo ortodoc:so si illuminavano come alla luce della folgore. In questo impetuoso sollcvar~i della coscienza nazionale. forse l'imperatore Nicola cr:\ l'unica persona rimasta calma. Egli non riusciva a comprendere che la GCn11ania potesc:c permettere ali' Austria di condurre fino in fondo l'avventura serba, perchf non riu,.civa a pcNuadcrsi che, per i begli occhi degli Absburgo, Guglielmo 11 c:i acconcia<;c;c a correre l'alca di una guerra generale. )J'clle recenti conversazioni avute con Poincaré. presidrntc della repubblica francese, '.'Jicola aveva dichiarato con tutta convinzione: e Non posso credere che Guglielmo voglia la guerra. Se voi lo conosceste come lo conosco io, ,;;aprcstc quanto ciarlatanismo c'è nei ,uoi attet,r~iamcnti ! E poi, a meno che non abbia perduto complcrnmcnte b ragione. non oserà mai att:i.ccare una coalizione della Ru'-"ia e della Francia, a cui sa bene che l'Inghilterra si unirà immediatamcnte ». ln queste condizioni di spirito si capisce come Nicola ,;;i r:ic:,;;cgna'-c:ac malincuore, il 29 luglio. ad ordinare la mobilitazione di 13 corpi dc-stinati. eventualmente, a combattere l' Au~tria. e come, il 30 a ,;;era. ordina~-.e la mobilita;,ionc generale che ru proclamata il 31 all'alba. Quando questo secondo ukase fu cono,ciuto a Berlino, Guglielmo telegrafò allo zar: « 1n seguito al tuo app<:llo alb mia amicizia, io ho cominciato ad a~ire come mediatore fr:i. te e l'Au,;;tria-C'ngheria. Proprio durante il mio intervento, tu hai mobilitato le truppe contro la mia alleata. La mia mediazione, pertanto, è qua5i illusoria. Tuttavia io ho continuato ad agire. Ed ora ricevo nuove sicure, che mi infor• mano di seri preparativi di guerra alle mie frontiere orientali. Rc~ponsabilc della sicurezz.a del mio impero, mi sento costretto ad adottare mi ..urc preliminari di difesa. Nei miei ~forzi per 1:alvare la pace del mondo mi c:ono ,;pinto fino agli ultimi limiti poc:'-ibili. La rc'-ponc:abilità della cat:1,;trofr. che minaccia il mondo civile, non ric:1drà, dunque, '-U di mc. La pace dell'Europa può ~ucora e"'-<'re c:,1h-ata d:1 te. ,e la Rus~ia interrompe i preparativi militari che minacciano la Germania e l'Austria Ungheria>. JI telegramma ,i incrociava per ,·ia ron un tl'lcgrnmma di ~icola: « Ti rin- ~razio cordialmente per la tua mcdia1ionc che mi fa ~pcrarc una solu;,ionc pacifica della crisi. Per ra~ioni tecniche, mi è impos~ibile di ~o~pendere I<' misure militari che l:\ mobilitazione austriaca mi ha obbligato di adottare. Noi siamo b<.'n lontani dal desiderare la gucrrn. Finché dureranno i negoziati con l' Amtria a propo~ito della questione s(•rba, lr mie truppe non compiranno alcun ge-.to provocatore. Te ne do la mia parola solenne. Pieno cli fede nella divina misericordia, spero che il c:uccesso ddl.1 tua mediazione a Vienna manterrà incolume la prosperità delle no-stre patrie e intatta la pace europea». Alla mezzanotte del 31 lu~lio l'ambasciatore Pourtalès comegnava a Sazonov 1'11/timatum: « Le mic:urc adottate dalb Ru.,._ia ci hanno co~tretto ,t proclamare lo "tato di pericolo di guerra che !-Mà 'ieguito da una mobilitazione generale, 1.e nel giro di dodici ore la Rusc:ia non interrompe i c:uoi preparativi milirnri >. Nuovo telegramma di ì'\'icola a Gu- ~lielmo: e Comprendo che tu debba mobilit.1re. ma io de,;;ickro di ricc,·crc da te l'as,;icurazionc che ti ho dato; la rmicurnzionc, cioè, che queste misure non significano la guerr.t e che noi continueremo a negoziare per la salvezza della pace universale cara ai nostri cuori. La no<:.tra lunga amicizia deve riuscire, con l'aiuto di Dio, a scongiurare l'effusione del sangue. Pieno di an~ictà, ma anche di confidenz.a, attendo la tua ri,posta >. Quest'ultimo app<'llo perveniva a Guglielmo alle ore 14 del primo d'agosto. La dilazione fissata dall'ultimatum spi• rava alle ore I g. Non avendo riccvut:i alcuna i~truzione, allo scoccare delle 19 Pourtalè" rimetteva la dichiarazione di guerra. Ed ceco che il carattere inc- ~uale, discontinuo, prccipitoc:o, quasi si direbbe parossistico, di Gul!lielmo I I ci si rivela in pieno. Non appena è accaduto l'irreparabile, egli prccipit:t in uno '-tato di vero e proprio <;.marrimcnto. E quando vede I' Inghiltcrra affiancarc:i alla alleanza fr,1nco-n1'-c:;1 1 cade letteralmente in col• lasso. Rivendica dinanzi a se stC'-SOla purezza dtllc sue intenzioni, si scaglia C('lntro la perfidia e la m:dvagità degli ,wvcr~ari, cerca dovunque giu,tificazioni, ~cu<;.ec.i1cmtame .ittenuanti. e Avrei mai potuto io credere che la Russia avrebbe marci:tto al soccorso dei ~erbi? Potevo io credere che Nicola avrebbe pre~ la difo~a di quc~ti b:tnditi col pericolo di scatenare una guerra generale? Per quanto riguarda l' Inghilterra, Guglielmo la carica di ingiurie e di malcdi;,ioni: e Da lei viene tulto il male. ~udi essa e ,;;udi c~c;a~ola grava tutt,1 la r('spon,;;abilitd della catastrofe >. E ancora: e La mia funzione è finita. La lq~:gercna e la debolezza stanno per precipitare il mondo nella pii'1 terribile delle guerre, una guerra il cui scopo è l'annientamento della Germania. Non ho più alcun dubbio al ri~uardo. L'Inghilterra. la Ruc:sia e la Francia "i sono concrnate imieme, prendendo come pretesto il conflitto austro-serbo, per condurr<' contro di noi fìno in fondo una !.!_uerra di stenninio. Ecco che la bc,ti.llità e l'insipienza della nonra alkat:t ,lll'ltriaca ~nviranno di corda per c,.trangolarci. JI ramo~o accerchi.1mcnto della Germania è rcaliz...:zato.Operazione ~randioc:a che non può r\on essere ammirata anche da colui di cui determina la caduta. Edoardo \'Il, morto, è ancora ph'.1forte di mr che wn vivo. t ben l'ora di c;ma~cherare senza pietà tutti quC',ti formidahili intrighi ch·ll'In- ~hiltc-rra. Occorre ,trapparlc dal volto pubblicamente questa ma ..chcra di pacifi~mo cristiano. La sua ipocrisia fari- ,;;aica deve essere es1>0,;ta al ludibrio. I nostri consoli in Turchia e di tutto l'Oriente debbono '-Catcnarc una imurrczionc selvaggia dcli' Islam contro questo odioso popolo di bottegai falsi e depravati. Se noi dobbiamo c~scrc scuo• iati. l'Inghilterra deve almeno perdere l'India>. Ci sono, infine, le rivelazioni di Paléologue. L'ex•ambas("iatorc francec:c a Pictrogrado racconta come un giorno. conver,ando con lo zar Nicola sulle origini e le responsabilità della guerra, lo zar g~i parlò ancora di telegrammi personali che aveva scambiato con il Kaiser nella settimana precedente alla rottura. Raccontava lo z..ar: « ~[ai, ncp• pure per un istante, Gu~liclmo è stato con me ,incero. Ed ha finito con l'essere lui stesso catturato nella rete che aveva ordito. Così, vi c:areMe mai potuto spiegare il telegramma da lui mandatomi $t'i ore dopo avermi fatto comeg~iare la StUl dichiarazione di guerra? S1 tratta veramente di un episodio inesplicabile e incomprensibile. Non so se ve l'ho mai completamente raccontato. Era l'una e mezzo del mattino del 2 agosto. Avevo ricevuto poco prima. dal ,·ostro collega ambasciatore d'lnghil• te~ra, un telegramma di re Giorgio, che mi supplicava di fare tutto il po--.sibilc per salvare la pace. Io avevo redatto con Buchanan la rispoc;ta che voi conoscete e che '-Ì chiudeva con un appello ;l( concorso armato drll'Inghilterra perché la guerra ci era imposta dalla Germania. Partito appena Buchanan, io mi recavo nella camera dell'imperatrice, che era già a letto, per mostrarle il telegramma di re Giorgio e bere una tazza di tè prima di andare anch'io a riposare. Sono rimasto pres-.o di lei fino alle due del mattino. Poi, sentendomi stanchic: ..imo, volli prendere un bagno e stavo per entrare nell'acqua quando il mio domestico batte alla porta inc:istcndo per consegnarmi un telegramma: "Un telegramma urgenti,;;simo, un telegramma di S. M. l'imperatore Guglielmo". Leggo ~ue~to te)<'gramma, lo rileggo, mc lo ripeto ad alta voce, non ci capi,;;co nulla. "Come!" dico a mc stesso. "Guglielmo pretende che dipenda ancora da mc che la guerra sia evitata? E, mi ,;;congiura di non permettere che le mie truppe oltrepassino la frontiera? Ma che c:ono diventato matto? :\fa che forse il mini,tro della Conr. il mio vecchio Frederickz, non mi ha portato, sci ore fo, la dichiarazione di guerra rime,.sa dall'ambasciatore di Germania a Sazonov? ". Torno nella camera dell'imperatrice, la dec:to. le leggo il telegramma di Guglielmo. Lo volle essa stessa leggere per crcckrci. E, immediatamente, mi dice: "Tu non risponderai, non è vero?". 1t No di certo 11 • Questo telegramma inverosimile, stravagante, non aveva altro ~copo che quello di dic:orientarmi, cli disa1111.1.rmi 1 di trascinarmi a non so qual pa\SO ridicolo e disonorevole. Il risultato, nrituralmentc è stato il contr:irio. La,ciando la ca:.Oera dell'imperatrice, ho sentito nettamente che fra Guglielmo e mc tutto era finito e per sempre. Ho dormito profondamente. Quando mi sono risvegliato, ;11la mia ora abitua.le, mi sono .~~tito calmi'-simo .. La mia rcspon- ~ab1lna, al cospetto d1 Dio e al coc:pctto del mio popolo, continuava ad essere enorme. Ma sapevo almeno ']uanto mi restava da fare>. Mai come leggendo questi documenti si av, erte la profonda verità della fmita;:ione: « quam parua sapientia regitu.r m✓.ndus >. GIULIO VBNTURI OHUIBERLA!N IL SURREALISTA ® UALCJIE volta mi si accusa di eHcrc un realista in politica; qualche a.hra mi si potrebbe definire un surrealìua > Così motteggih Neville Chambt-rlain al banchetto all'Accademia Rrale, qualche sN1imana fa. All'Accademia Reale si 1ic-ne un'esposizione d'anc bri1annica: ritralti solenni del re, della regina, delle principesse e di ahri membri della famiglia reale; ri• natii di nobili fordJ o di altri personaggi molto df"cora1ivi; due scene della guerra di Spagna; qualche 1en1ath-o surrealista, piut1os10timido. Il Prtmiu Cham})erlain, rhe, sebbene inohralo negli anni, è pur sempre giovane di spirito, parlando in C05pt'll0 di quadri di svariale scuole e 1cnden:-:e- non tutti documenti felicissimi della moderna arte bri1annica - e in presenza degli autori di essi, crcdet1c opponuno di associarsi ai più giovani, al gruppo diciamo così di a\anguardia: e si au1odefinl un surrealista. t.:na di quelle as§OCia7jonipuramente verbali o oratorie, dalle quali, in fondo, lutte e due le parli traggono qualche \•antai,;-gio:per un rnomento, il Premiu prese in prc;,ti10 dai più gio\ ani artisti bri1annici un poco della loro gioventù e sul surrealismo bri1annico ~i ri\erberò un p0eo della au101i1à e del prcs1igio del Premiu. Probabilmente, la boutadt di Chambcr1::iinnon avrà seguito. Nessuno gli rarà il torto di ddinirlo sul serio un surrealis1a E, quan10 al ri:ruppo surrealista, f"S~oo, rmai, si è messo dalla parie df'ffopposizione. La decisione non è s1a1a facilr. Il 'l'.ruppo si è riunito più volte, so110 la presidenia del suo capo, Roland Pc-nrose,appunto per stabilire quale doveuc essere il suo atteg• giamento in fa110di poli1ica. E, dopo molte discus.sioni,si è buttalo a sinistra, rilen('ndo che « il suo ~opo auualc sia di costruire un nuovo ordine sociale sulla b:uf' dell'analisi psicologica >. E non ,i creda che ques10 a11eggiamen10 del surrealismo britannico s.ia des1ina10 a ri.mancre allo .slato di una opinione platonica_. platonicamen1c professata. Il gruppo ha. il coraggio delle $ue convinzioni, e il pruno '""'1éÌO alcuni dei .suoi membri più no1i, il capo Roland Penrose, Julian Tre. ::';:;. 1;r;c~a~~~1h~r!:Om;:r~ea:1{ :;::e;;~ cialisl.i. in lfyde Pafk. lnohre, non soddi- >fallo ancora di questa diretta e person:i,le par1ccipa1ione, il gruppo surrealis1a britannico ha manda10 a sfilare nel corteo alcune delle ~uc più alte e \qUisite creazioni artis1iche, di quelle che, per o,Yie ragioni, non possono trovar posto all'esposizione all'Accademia Reale. Venivano, prima di 1ut10, qua1t10 fan1occi d1 legno, che raffiguravano Chamberlain in cilindro e abi10 a coda da mattina, con l'ombrello e un fascio. di carte fra le mani: le 1e.s1edei pupazzi erano opera dell'artista S. E. \fcWilliam. Ciascun fan1occio portava, appesa al collo, una tabella sulla quale a grandi carat1eri era seriIlo: « Chamlx:rlain deve andarsene>; iscrizione di cui non è chi non veda la somma surrealis1ic.aor1ginalit3.. In~l.1re, grai:.ie a una trovala ancora più originale dell'ar1ista, di tanto in 1an10 i qua.uro fantocci apri\ano le braccia e ripetevano ~n \'OCC di pappagallo: e Sì, sì, cc ne dobbiamo andare. r es, Jts, we musi 10 >.• Dic1ro I fan1occi, , eni\'a un carro surrealistico, che portava un ahoparlan1e ; e l'altoparlante era sormontato da uno Khcletro ~on una maschera per i gas, in una ~abbia dorata. L'n cancllo spiegava: « A Nevilh...Chambcrlain dagli Stati 101alitari >. V"ni,•a, infìnc, una gigan1e~ca 1csta di ca- \•~llo, _conun collare dipinto in rosa, riempilo d1 palloni e di ~ubi di tromba: opera cosi surrcali.s1ica, as.sicura Nnca Reuiew che neppure il suo disegnatore, Julian Tre~ \'clyan, ha po1u10 spiegare che cosa si• gnificasse. Comunque, non è il particolare che conta, in queste belle occasioni, in cui rarlf' scende in piazza e si allea alla poli1ica. Il significato di ques10 par1icolare o di quclJ'ahro può essere riuscito piuttosto oscuro, ma quale sia il pensiero sociale e poli1ico del gruppo surrealis1a bri1annico è emerso chiaro dalla bella e solenne dimoscrai:ione pubblica. Ognuno, a qucs10 mondo, si spiega come può, e il gruppo, coi fan1ocd di legno, Mn lo sche)('1ro in gabbia e con la lesta d1 1...i.valloha fauo chiaramente in1endere al pubbli(..o britannico che esso è fermamente risoluto a coslruire, come già si è dello, « un nuovo ordine sociale sulla base dell'analisi ,psicologica >. Quando gli ar1is1i si occupano di poli• tica, dicono ìdiozit' come quesia. Il gruppo surrealis1a non rap\>resenta neanche una parte minima dell'opinione pubblica britan. nica. ~fa segue la corrente. . La corttnte, se non incorriamo in trrore, in quuto momento non è favoN";vole a Chanibcrlain. Si sono fatte tre elezioni sup· pletive e il ~overno le ha pc-rdu1e tutte e tre. La politica es1cra di Chamberlain non è popolare. Ancora oggi, il popolo inglese non si rende abbastanza chiaramenle conio del pericolo mortale che ha attraversai~ e .che 1u11ora ai1ra\ crsa. E, ingius10 e 1sttnco, ancora applaude a colui chr lo ha condotto a questa disp('rata siruazione, e a Chamberlain, che sia (acrndo un'opera abile e pai:.iente per trarre io ,,ti. vo l'impero, grida che se ne vada: e CJ,nmberfain must go>. f:, la voce della r onoscenza popolare. La gravi1à drlla situaz.ione conc:istl"vain questo: che, per la prima volta nella na storia, l'impero ingkre si trova\ a dalb parie del più debole. L'Europa si divise varie volle in due coaliz.ioni, nel corso dtgli uhimi secoli: è spesso il Regno Uni10 si schierò con b parte più debole ; ma, per il solo rauo del suo inter\'cnto, la situazione si rovesciò, e la parte che era più debole, diventò la più foric. Quesla volta era act"adu10 il fa110 nuovo e gravissimo che per quan10 la Gran Brciagna si fo~sc gettata con tulto il suo peso da una parte, questa era e rimaneva la. più debole. La men1e lucida e realistica di ChamlX'rlain capì 1u1ta la gravità del pericolo. Capl in tempo che la continu,1zione della poli1ica di E<len avrebbe cos1re110 le tre potenze del triangolo a stringer<i anco1a più saldamente insieme. Perché, in che consisteva mai la politira del ministro Eden, di cui ancora ogq;i un:i parte drll'opinione pubblica inglc,e si mo• stra ent11~ia~ta? Per 1imore di non euere abbast.tnza obi, 1 tivi prendiamo in preui10 da un O•\U\,1 torc neu1r.ale, e 1utt'ahro che simpalizz.anl• per i parsi 101alitari, l'americano Wah1·1 Lippmann, una drfinizione e una diagnn, di quella fase della politica britannica La politica di Edl"n (così Lippmann, d rifiutart' di negoziare e di rifiutare di com battr-rc, di bombardare le dittalure coi, acrimonioic minacce c di ritirarsi quando esse pr('ndevano l'offcnsh·a con le armi a!l.t mano, .stava conducendo l'Inghilterra, e di, fatti la condusse, da un disa.stro ad ,rn ahro sempre maggiore. Quella poli1ica non riu.K"Ì .,, frenare la militarinazion" dr-11., Gr-rmania, non impedì fa conquista dr! l'E1iopia; non impedì l'inva~ione della C1 na ~.fa riuscì a con\·ertire l'Italia nel u, mico pii, pericolow per l'Jn~hilterra e- p,, I.i. Frarn·ia su tuno il 1.asio fron1e eh.I \ a dalla Spagn2. ai paesi arabi ; riuscì ·• fare dcll'ltalia una minaccia eosl gra\-C pr-1 la Gran Bretagna, che J'inAuenza inglc\• "" fu completamcnlc paralii:ia1a, così i1, Europa, come in E.nremo Oriente. \ poco a poco, la Cran Brnagna .si tro, ,, di fron1e a lrt· an1agoniui, che agh·ano d conceno. lmpotenle ad affron1arli tulli , ire insiemt·, Londra fu inabile a tra1ta11 con l'uno o con l'al1ro di eni. Cosi, d.1 quando la combinarione Berlino-Toldo vcn ne in vita, la polcnza inr.;:le~ fu vir1u.d mente 3nnicnta1a t' la Gran Brelagna f,. cos1rc11aad .tbb:11\donarr~ran parte dei suo, idrali e una parte anche ma~J!:ioredei su,., m1ert"ssi. Chambcrlain capì che biso~nna o com bat1ere o 1ra11are. Capi che la Gran Br1 1l'l.l(na, non a\endo altro allca10 chr I.• Francia, non a\ riebbe potulo affrontare nel lo s1csso tempo la Germania nd mare d, I .;\'ord e in Europa, l'halia nel Mi·di1err.1 neo e in Africa, il Giappone in Estrem" Oril•n1c. Capì che il suo paese era vin10 i1, partenia E ~l"lsc l'ahra a\terna1iva. Trat1 con l'Italia e riuscì ad eliminare una ini micizia, che n<"nc-ra necenaria. Si dichia,,, e si dichiara 1ut1ora dispos10 a 1ra11ar, con la Germania e anzi ha fatto propn .. in que11ì ultimi ~-iornidelle < aperturt- > i" qucSto senso, come si dice in gergo dipln ma1ico. offrendo i suoi buoni uffici a Bt, lino e a Praga. E si è penino dello e-iii $C l'America continuerà a far prediche , a non \'Olcrsi imp{"gnarc, cercherà di 111n trni d'accordo anche col Giapponr-. Qui sta non è soltan10 una poli1ica realisli<.1 ma anche la poli1ica del buon senso. Cl· non la approva, acce11a irnplici1am, .1, l'altro corno del dilemma: la guerra ).fa i surrealisti e i vociatori ~:alisti d1 H>de Park non sono di quesi'av\·iso. F.,,. urlano che Chambcrlain se ne de\·c ;m dare: « Chambufoi11 must 10 >. ).{a quan do, recentemente, si sono apt'rli gli arruo lamcn1i per quarantamila uomini, non s1 sono 1ro\ati che tre o quauromila ci11adini . di buona volonti: fra i quali, na1uralmen1c. non erano i surrealisti. né i vocia1ori sociali\li di H>'dc Parie I surrealisti non \ anno alla guerra. E questa è l'opinionr pubblica che è con 1ro Chambt'rlain. T~,rna alla mente un di-1 10 di Nie1zsche: l'opinione•pubblica non i che pohroneria. Gli errori della poli1ica inglese nel vc-n1ennio dalla guerra ad oggi condussero il mondo al caos attuale Quando i frutti di "l'.li('rrori maturarono e la 1cmpes1asi ad. dc-nsò, quando non ci fu più margine p<"1 uheriori errori, l'Inghilterra errò ancor.i. mettendo iuuo l'impero in Pericolo mort.1!, Oggi, per la prima voha dopo tanti anm di isterismi e di errori, è alla tc5ta del ~o• verno inglese uno slatista degno di I.ti no rnc, un realisia chiaroveggcn1e, che cerr., di ripa1·are quel che è s1ato dis1rutto. , la piaz,a è conlro di lui e gli urla di andarst'ne. L'osscrva1orc:uraniero resta slupt"• fa.110di questo strano speuacolo di follì.1 collenivl'I e si chiede se veramente il po polo incilt~e stia ~r perdere quelle vir11, di buon senso e: di fr<'ddo realismo, eh, furono ianta parie del suo cau11ere i11 paiS•HO; si chiede se debba proprio c1, dere che una parte del popolo inglese e.i., risolu1a a fare la rovina della sua pau 1.1 l'cH1Huali1à che Shl'lke~pcarc 1cmeva: Tl1is England nuJu did, nor ,uuer sho{I Lit at lht proud foot o/ a conqueror, Btit u-hen it firJt did help to :c.01md 1tulf Now th,-u her p,incts ore come hom, [ogam Comt 1hr thru corners o/ the u·orld n· [orm, .-hd wr shall shock thtm. Nought shrtll fmakr ,.is nu 11 Fn1,la11d it.re{f dt> rnt but lrtu. (e Mai qu(·s1a.ln~hilterra potè, né può ~iacert" a.i pirdi or\logliosi di un conquisi 1 tore a meno che essa stessa non lo ai11 ia~se a ferire ~e stessa. - Ora che i suo principi sono tornati, - si levino pure iu armi i ire an~oli del mondo, - e noi li ~fìdiamo: nientf' potrà vrnirc a capo dì nu, purchi fln1hilu,ra ,esri fede!,, a J, Jlf'Ho >). RICCIAROgTTO ~----==::::.:::-_-_ 'iìftiiiiii SETTIMANALEDI ATTUALITÀ POLITIOAE LETTERARIA ESCE Il. SABATO lN 12-16 PAGINE ABBONAMENTI Ita&~~~t~r:~ •t~~k; !:~::fr!''l~'f~ 001ft N'OMERO OlU LIRA 1lh1101crinl, diugnl , fotogra6e, anche te uou p11bblic1tl non 11 N1ttit11!1~uo, Dlrei.lou: Rom•t,feTo!':~~l~•e.~ijgtta, 3 A.mm.Lnbtrutor11: Mila11T;1;io~'!•N~itao]rb1, 6 hbblldtà: Per mlllimetrodi alt,ua, b&!!1e1111 c.ilo1111a1 L. 3, RiYolgeui 1ll'Ag,nlia 0, Bretobt )Ulano, Via S1hin~ 101 Ttlefoco 20.9!\7 Parigi166, Rue do n11bo11rgSalat-Uonori
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