Omnibus - anno II - n.20 - 14 maggio 1938

CELLIJLOIDE IL "FAOTOTUM" lf A POLEMICA di celluloide fra & Stalin e Trotc;ki ha il suo corso nonna le; agli :nticoli di Trotski o dei trotskisti, gli staliniani rispondono in genere dopo una quindicina di giorni, che è il tempo normale per prendere visione dell'attacco e preparare l'articolo di risposta. Ai film dei trotskisti o prc<;unti tali, gli stalini::uii rispondono in genere dopo un anno, _che è il tempo normale per prendere vhione del film incriminato e preparare il film di rispo<;ta. L'anno scorso di questi tempi cominciò a fare il suo giro un chilometrico documentario della rivoluzione rusc;a, Dallo {ar a Lenin, relativo :i.gli avvenimenti che vanno dal 1912 al 192<2. Ne era autore Max Ea~tman, un erudito della documentazione cinematografica, dotato di un vero genio archeologico per dissotterrare e riportare alla luce del sole pezzi rari e dimenticati, e ricucirli insieme con coscienza e drammaticità. Obiettiva fu giudicata da tutti i critici la sua improba fatica di tredici anni. Ma fu proprio questa obiettività che dette sui nervi agli staliniani. La verità finisce sempre per nuocere alla leggenda; tutto il genio archeologico di Eastman e il suo fiuto giornalistico non erano valsi a fargli l:i-COvarpeiù di cinque metri di pellicola impressionata dalle fattezze dell'ultimo zar sovietico, il -georgiano Stalin. Cinque metri di pellicola per un uomo che si vanta di essere stato il braccio de,;tro di Lenin nell'ora deci-,iva sono in realtà pochini. « Ma è colpa mia?» cercò di scusarsi Eastman. « E: colpa, caso mai, della storia ». Peggio che andM di notte. Di fronte ai chilometri di pcllicob. con Lenin e Trot~ki l'uno accanto all'altro e in primo piano, i cinque metri di Stalin costituivano una terribile ironia specialmente se paragonati alle deificazioni posteriori dell'uomo. Non rimaneva che accu.\iarc l'Eastman di trotski~mo, il che fu fatto immediatamente. E nello stesso tempo si dette mano alla risposta. A distanz.a di un anno circa la risposta è venuta e s'intitola Le,:i1l in ottobre, cd è la prima cronaca romanzata degli avvenimenti rivoluzionari russi, con la figura di Lenin imper'ionata da un altro. Quest'altro è Boris V. Schukin, un veterano del teatro Vachtangod, dotato di una fondamentale ras- .\iOmiglianzacol perwnaggio, che il trucco ha aumentato. Il giovanissimo regista Michele Romm ha rischiato la pelle, accettando di portare sullo schermo una figura che milioni di russi ricordano troppo bene, e soprattutto accettando di polemizzare con Trotski. Se la risr:,sta non avc\se soddisfatto il padro1e, le cose avrebbero potuto mettersi molto male per lui. Evidentemente il padrone è stato 'ioddisfatto, perché Romm è diventato di colpo uno dei capì della nuova i11tellitliet1{ia sovietica. Egli è andato, in verità, coi piedi di piombo. Intanto un problema si pone\':l. prima di tutti gli altri. Quantunque siano ancora molti-.simi i russi che hanno visto Lenin in carne cd ossa, la stragrande maggioranza lo ha vi-.to solo nelle fotografie falle durante le terribili giornate dell'ottobre 'q. t. soprattutto a quelle fotografie che è rima- ~to appeso il ricordo di Lenin nella fantasia del popolo. ;\la quelle fotografie furono prese in circostanze sfavorevoli, molto spesso al lampo di magnec;:joche metteva ~ul suo viso quelle cupe zone di ombra e quegli incavi nelle guance che sono così caratteristici nell'iconografia corrente del famoso rivoluzionario. In realtà Lenin era scn- ,;ibilmcnte divcr~ dalle sue fotografie. Le guance erano molto meno inc..-wate, le gote molto meno prominenti e non ave\·a, come appare dalle fotografie, b. barbetta n('ra, ma di un ros,;o 'ìbiadito. Il problema era dunque, per Romm, se rismcitarc Lenin com'egli era in realtà, o come appariva in fotografia. Non appcnn annunciato il film, il giovanotto fu ossessionato per più di un mese da migliaia cli lettere e tutte contenevano con~igli, avvertimenti, spesso minacce. Era la prima volta che si osava porre la mano su una leggenda CO'ìÌ . gcl<;>.!eòa il pubblico temeva che la ma- , ,.r/ ni~olazionc fo'i.'ìe troppo grossolana. Du,antc tutto il periodo prC'paratorio Rçmm ricevette la visita di centinaia di cittadini, e ognuno di essi voleva dire. la sua e raccontare il solito « episodio ignorato». Cc ne fu uno, abbastanza giovane, venuto appoua da una remota collettività della Siberia meridionale, con una collezione di fotografie di Lenin, raccolta pazientemente in dicci anni. Alla fine Romm 'ji decise per il Lenin della fotografia, La maggioranza del popolo lo ricordava così cd era alla maggioranza del popolo che il film era dedicato. Era drdicato, in verità, anche ai trotski'ìti. ).fa il problema di rispondere a co.~toro era molto più facile. Nel film di Ea,tman, il e vecchio bol'ìcevico » Leone Trotski si dava un gran da fare e l'obiettivo «:opriva il povero Stalin solo una volta, in un gruppo di fondo, illuminato male per giunta. :Vfcnzogne. Perché chiunque vede il Lenin i11ottobre ha modo di convincersi che, sin dal tempo del governo provvisorio di Kerenski, Stalin era il µre-diletto di Lenin, che Lenin aveva infinitamente pili fiducia in S:alin che nei e pc~-.imisti idioti, come Trotski, o nei « traditori » come Kamcncv e Zinoviev. Con il giovane foltocigliato Stalin a lato, ~i vede Lenin, che fuma la sua pipa famosa, e rivolgendosi n.i colleghi: « Stalin ha ragione», dice, « bisogna impadronirsi del potere». Durante tutto il film non si vede altro che Stalin: Stalin che studia delle carte, Stalin che sventa le mene dei controrivoluzionari, Stalin che salva la vita a Lenin, Stalin il factotum della rivoluzione. Trotski non appare mai, quantunque un tipo, mcs~o in una luce abbastanza odiosa nel gruppo dei controrivoluzionari, gli rassomigli molto. L'attore che ha la parte di Stalin non è nominato nella distribuzione. Anch'egli somi~dia molto al peNonaggio raffigurato. Ma è terribilmente impacciato, perché anche lui rischiava la pelle. « Cosa ne dite di questa ri~poua? » è stato chiesto a uno dei capi del grup• po trotskista di New York, dove il film già ~i proirtta. « Credete che si possa smentire un documento con un romanzo?> ha risposto il fuoruscito. « Solo a un uomo come Stalin poteva venire in mente un1ide.1 così infantile e così di~ncsta, e cioè che la favola po~c;adistruggere la storia». 11HEY MAE!" Dopo il grosso scandalo dell'Adam.o ed Eua, lo ,cherzo bml~co che Mae ,vest ha rappresentato alla radio, e dw le ha procurato immensi dispiaceri da parte della stampa e delle associazioni relig:iosce laiche di tutta I' America, la spettacolosa attrice ha fotto la settimana sco,-.:a un'« apparizione pcr- ~onale », come dicono .~li americani, su un grande palcoscenico di New York. Sin dal suo arrivo nella metropoli, era chiaro che l'ondata di sdegno and:wa scemando e che i westiani stavano per riprendere il ~opravvento. Dietro i cancelli della stazione di Pennsylvania. infatti, folti drappelli di ra~azzi della Western Union l'Associazione Westiana, facevano buona guardia 1 e dai loro atteggiamenti si capiva bcniot:simoche non avrebbero tollerato ne~suna dimo~trazione ostile alla loro dama. C'era 1 inoltre1 rinforzata per la occasione, la solita schiera di fotografi, giornalisti e cacciatori di autografi e, sotto la pensilina, la numcro~a _guardia del corpo della diva, solo di un paio di unità inferiore a quella del presidrnte Roo(evclt. Fuori del cancello, attendeva la folla anonima tenuta a bada dai ragaui dell'A'iSOCiazioneWc-,;tiana. Quando Mae ,vc'jt <;CC'iCdal treno, la buona nuova ~i spar~ ~ubito intorno e l'eccitazione si propagò dalla piazza della stazione fino all'Ottava e anche nella Settima Strada, dove immediatamente una dimo~trazione fl, organizzata in onore della diva. Ci furono anche alcuni fischi, mn soffocati OMNIBUS OINOEB ROOERS IN ALLENUIENTO PER UN FILM: D'AVVENTURE dalla stragrande maggioranza degli « fley A!ae! ». Mi,'ì \\'est, che a questo ingresso nella metl"Opoli .annetteva evidentemente un'imoort:rnza elettorale, dopo il brutto raffare dell'Adamo ed Eva, era in una forma perfetta. lndossava un tailleur di flanella verde, con la giacchetta sbottonata che lasciava vedere una camicetta di seta blu largamente scollata. e la sottana, strettissima ai fi::inchi,che le arrivava un dito appcnn sotto il ginocchio. Una diecina cli volpi, cucite l'una appresso all'altra, le si attorcigliavano serpcntinamcnte intorno al corpo. 1[algrado fosse in tenuta da viaggio, l'attrice, sempre a scopo elettorale, s'era mes(a addosso chilogrammi dei suoi famosi g:ioiclli, la cui luce, sotto il lampo di magnesio dei fot0grafi, zampillava da ogni parte del suo corpo, dai fermagli dei capelli al. le fibbie delle scarpe. Le ci~lìa erano non solo curvate, ma ondulate con doppia curva. Quando essa, ancheggiando nella maniera più westiana possibile, attraversò la pensilina, grida di ammirazione si levarono dalla fol- ;d d,:~li .:1doratori prc!.Cnti. Oltrc:pa~- rnto il cancello, si fermò un momento e sorrise ai suoi rag-azzi, in uniforme blu ·elettrico col cappello rosso, e, giun.• ta vicino a uno di essi, fra i più robuHi e i più estasiati, ~li afferrò una guancia fra due dita e gliela storse per vezzo mentre altissimi scrosciavano gli applausi del pubblico. Poi, con un'ultima occhiata assassina alla folla e una suprema virata delle anche, salì nella automobile. Aveva vinto la sua reritrée elettorale. GRETAGARBOINVEOOHIA Dalle notizie che arrivano da Brentwood dove Greta Garbo sta trascorrendo le sue vacanze si rileva : a) che essa ha pochissima intenzione di tornare in America dato che ha rifornito il suo guardaroba sportivo di tutti gli indumenti per gli sport invernali tipi• ci dc-I suo paese; b) che essa diventa sempre più indolente. Essa non ha ancora messo piede nella camera da pranzo e si fa servire la colazione e il pranzo a letto o nell'amaca sospesa sotto il porticato; e) che essa invecchia perché le ore che non trascorre a letto o sdraiata sull'amaca, le passa in cucina a preparare o a guardare dei manicaretti o in adorazione davanti alla ghiacciaia elettrica ultimo modello che essa si è fatta venire apposta dall' America. Gira tutte le chiavette, apre tutti gli sportelli e sorride estasiata, oome a un vago sogno di irrag_giungibile felicità: davanti a lei sono la maionese, i filetti di bue, i merluz7.Ì al fresco. e Brutto segno!» commenta il reporter che pubblìca queste all:1rmanti notizie. A.O. CAROLE LOMBABD NEL SUO 11RANOH0 11 IN OALIFOllNU (Puamoo.n\) ( NVOYI .FIL1'1 ) ilf !!-i IFI l4l 1: 1 tl~j 1 ii 1 .tt1\ E L'ALTRA AMERICA che ci ap• pare in quest'opera. Non quella ammanierata, dolciastra, preziosa, dei film di La Cava e dei suoi già numerosi imitatori : ma l'America buia, l'America feroce e mistcrioc;a di cui i romanzi di Faulkner e di Cain ci han• no dato cupe rappresentazioni. .E: strano come, attraverso il cinema, r.uamcnte ci t!iungano le testimonianze di questa America segreta, eppur reale. Qualche film di gangsters poteva far sospettare la sotterranea presenw di certi attriti, di certe incrinature profonde che denotavano il malessere e le insane agitazioni di una società che ha le p:.ssioni senza cn.ndorr dei giovani precocemente invecchiati cd esausti. Si aveva la rivelazione di un mondo di uomini vili e ossesc;ionati che1 non trovando sbocco al proprio spirito a~.1;:ressivo, si esaltavano in atti isolati e dc• littuosi, oppure si maceravano ìn odi solitari e repressi. Jn questo senso Vendetta, pur conservando lo schema e la struttura dei film polizie'ichi, è qualcosa di pili di un'opera documentaria: è un atto d'accusa circostanziata e violenta che mi·tte in luce i Ct,stumi di un'intera società. Poche volte s'era visto sullo schermo raffigurare con tanta dura e in~i stcnte perspicacia l'irrimediabile solitudine e impotenza di personaggi 5.~- gnati dal destino . .E: n::irrata la storia d'un giovane professore di sten~1atia, accusato di aver ucciso una sua allieva, non si sa per quali motivi. Soltanto due o tre testimonianze a'S,;aiincerte pes..1.nosull'ill)putato. Per il resto la accusa .si fonda su ipotesi e indizi privi di consistenza. Ma l'imputato è un cittadino del nord e contro dì lui s'accendono gli odi e i ri~cntimcnti di una popolazione che sembra non abbia dimenticate le antiche rivalità e le lotte civili che divisero l'America, nel secolo scorso, in due parti avverse. Sentimenti di rivalsa, furori fin allora repressi trovano ora il modo di manifcstarsi 1 e spingono la folla contro il giovane che, solo e privo di valida difesa, non ha i mezzi per scampare :1ll'accwa. Prima ancora che incominci il processo, si pÙò dire che egli è già giudicato. La folla vuole un colpevole, e raffigura nel suo «nemico» l'unico colpevole. Ogni artificio è usato per sospingere la giuria verso la srnten1.a di condanna. E la giuria non osa pronunciarsi contro la volontà della moltitudine. Quando più tardi si pale\a la po5,;ibilità di una revisione della cau'-a, è la folla stc-.~"c\ hcs'oppone. Prima ancora che l'i\trutto• ria sia riaperta il giovane viene linciato da :1lcuni for~cnnati. Le cronache americane sono piene di que'ìti avvenimenti che dànno luogo di solito a processi clamorosi, dove hanno modo di sfogarsi mi,;tcrio!-i antagonismi, equivoci interessi di gruppi e classi sociali. Le pret-sioni che \'Cngono fattf' per influire sull'andamento dei processi restano pçr lo più ignote cd è per quèsto che certi verdetti ~tupiscono, a considerar la fragilità dell'accu~a e la dubbieu.a delle prove. Senonché il ~iudizio spesso non si fonda sugli atti del procc,;so, ma sul falso volere di un pub• blico artificiosamente suggestionato. Quel che più s'appre?.za in V n1detta, è l'aver rappre~entato lo svolgimento di un proce(SO penale, lasciando irrisolta la questione della colpcvoler.la dell'imputato. S'egli ha davvero ucciso o no, lo spettatore non deve sapere, come per esempio non si saprà mai se Hauptmann abbia davvero rapito e ucci5o il figlio d-i Lindbcrgh. Quel che conta è che le leggi non hanno misericordia per chi è indifc~: più che istituiti" a regolare e proteggere gli atti del• l'uomo, scmbrnno un mezzo di dominio nelle mani di chi ha il potere di rappresentarle. Messa in moto la macchi• na giudiziaria, ne~~uno è più capace di fermarla: s'ha da trovare una vittima, e su di es~n debbono sfogarsi. come in un rito propiziatorio, gli impulsi di una società aggrc,;,~ivae fanatica. La punizione ciei colpevole non è una difesa contro il male, ma una e vendetta ,. premeditata. Come si poteva immaginare, il nostro pubblico non hn compreso quel che di nuovo e dì autentico si nasconde in quest'opera. Vcndttta non è un film «giallo», non ha protagonisti galanti, la primattrice viene trucidata proprio all'inizio del film, e, per di più1 si arriva in fondo senza saper nemmeno chi ha commesso il delitto. Tanto basta per sortir dallo spettacolo sorpresi e annoiati. Abituato a conoscere soltanto una America spirito~a e salottiera, il nostro pubblico non suppone quell'altra più reale e minacciosa. E opere come que. sta hanno soltanto l'effetto di risveglia. re menti troppo pigre, che preferiscono r<'starc nei loro sogni scintillanti e festosi. MARIO PANNUNZIO

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