~rP UTTO SAREBBE andato bene a ~ Milletarl, ove finalmente la strada principale, la piazza, la chiesa madre, il palazzo dell'Intendenza, rimeuo a nuovo dalla calce e dalla vernice ve,de, i quadri del piuo,e Carnevale e i piccoli cavalli bardati, av,cbbcro sentito passare su di sé l'occhio del Sov.intendente, di cui si annunciava prossima la visite.. Anche la questione, suscitata da un affr.esco di Carnevale, nella sala ~rande dell'Intendenza, col suo piccolo cane che somigliava stranamente al Cancelliere, era stata finalmente- risolta con un colpo di pennello. Tutto, insomma, sarebbe andato benissimo a Milletarì, e la gioia di una visita tanto attesa e finalmente ottenuta avrebbe ornato di sé i visi principali della città, se il giovane Triglino non avesse decìso, e detto a voce alta nei crocchi degli amici, che questa .volta avrebbe di sicuro baciato il Sovrintendente. In un primo tempo, non si diede molta importanza a questa dichiarnzione, che tornava ogni sera su quasi tutte le ,clazioni degl'info,matori segreti: • Abbiamo udito il giovani,; T,iglino dichiarare che bacerà il Sovrintendente ... Oggi, davanti au•icone della i\ladonna, il signor Triglino Riccardo di Rosario ha giurato che bacerà il Sovrintendente ... Da una co,wersazione in un caffè, abbiamo appreso che il signor T,iglino è deciso a baciafe il Sovrintendente .. , Il sottoscritto, con le sue proprie orecchie, ha sentito il nominato Triglino Riccardo dichiarare serio.me11tt" che bacerà il nostro Sovrintendente•. Ma presto nacque il sospeuo che tulio questo potesse prendere una piega molto seria e rovinare una giornata memorabile. Altre informazioni, sul conto del signor Triglino, fecero sapere che si trat1aq1 di un giovane universitario, ammiratore devoto del Sovrintendente, di complessione sanguigna, violento e incapace di frenarsi quando il suo \'r'so da rosso-vinaccia, com'era di solito, diventava pallido. Ra~ gazzo, abitando \'icino a un passaggio a livello, dopo ave, chiamato i suoi al balcone, si sdraiava per lun~o sulla scarpata ferroviaria e si faceva passare sopra l'intero treno coi passeggeri allibiti ai finestrini. Una perquisizione nella casa patema sequestrò un voluminoso manoscritto, un'opera non ancora terminata e che, sotto 11 nome e co~nomc Tri~lino Riccardo, portava il seguente titolo: Stu* dio sul lato dfoino del S0t:rinte11detttl!. Il caso non era serio, ma gra\"e. Quali provvedimenti adottare contro un simile dissennato? Arrestarlo? Sarebbe stato uno scandalo. Allontanarlo da i\lillctarì? Egli sarebbe tornato nel colmo della festa. e Ucciderlo?, disse, sorridendo spa\"entato del proprio scherzo, il Cancelliere. Costui mi resuscita!• rispose \°Intendente, spaventato anche lui. Si decise di tentare le vie della ragione: convincerlo usando un'aria affettuosa, severa e scherzosa nello stesso tempo. li giovane Triglino, fuori di sé per tanto ono,c, fu ricevuto dall'Intendente. • i\la figliuolo mio , gli gridò costui, mentre 11 gio,ane attraversava la vasta sala, • ma che, scherziamo? Alla vostra età, si baciano le donne!•. Triglmo sedette impacciato davanti al ravolo. Non capi\•a bene le parole che aveva udito. L'Intendente si accorse che 1I viso del giovane, pur non essendo ancora pallido, non era più rosso-vinaccia. ,, Figliuolo mio , ripetè l'Intendente, quando io ero gio\"ane come voi, non desideravo altro che baciare le donne, e non baciavo d1fat1i che le donne •. I DUE SOLITARI Triglino non riusciva a capire. • Figliuolo mio, il Sovrintendente, noi lo ammiriamo, lo amiamo, lo \·eneriamo, ma non possiamo, figliuolo mio, non possiamo baciarlo!,. Triglino saltò dalla sedia: • Spie maledette!•· • Sedetevi e calmatevi! Voi siete un uomo ragionevole. Siete anche un bravo scrittore. Mi piace quello che avete scritto sul lato divino del nostro So\'rintc:ndente. Vi esprimete con eleganza. Pubblicheremo il libro a spese dell'Intendenza. Sarà un bel libro!•. •Grazie!• disse Triglino. •Grazie!•· E afferrata um, mano dell'lnrendente, la baciò due e tre .,.oJte. e Ma voi•, gridò l'altro, alzandosi dalla sedia, • ma ,·oi a\·cte il bmtto vizio di baciare per un nonnulla le persone!•. • Vostra Siqnoria si irrita!• mormorò, masticando amaro, Triglino. • Vostra Signoria si irrita perché io, come un fi~dio deYoto, le ho baciato le mani! •. 11 ;\fa che bisogno c'è di baciare le mani? Codesti sono usi da barbari! lo apprezzo i \"Ostri sentimenti. i\la voi ·, e qui l'Intendente abbassò la voce, \·oi che siete un bravo scrittore, perché non usate la parola per esprimervi? La parola, san10 cielo, la parola!•. • Vostr-a Si(,l:noria mi ha mo,tificato! • mormorò, pallido come un mor10, Triglino. • Santo fodiuolo, non prendetela per codesto verso! lo vi voilio un $.trnn bene. IJaciatemi pure le mani; baciamoci, se \'O· letc, come fratelli, perché fra noi, uomini modesti, tutto è lecito! i\la non baciate, snnto cielo, il Sovrintendente! Questo io vi dico: non baciate il Sovrintendente!•. • i\ la perché?• fece Triglino. con un accento di collcr:i che rivela,·a come egli avesse covato per lun~o tempo quella decisione da cui ora volevano staccarlo. « Perché? • Perchè baciare il Sovrintendente è indisciplina! :vii capite, corpo del diavolo? f:: mdiscipltna! lo mc ne infi,chio che voi diventiate pallido come una stearica! Voi potete anche uccidermi! ;\la io vi griderò lo stesso che sie1e un pazzo disgraziato se \"i siete messo in testa un simile pensiero!·. • Cavaliere, lasciamo stare ~li insulti!• disse, con voce calma, 'I'riglino. • Vostra Signoria mi comandi pure. lo conosco il mio do\·ere • Fi'?lio di Dio, così si parla!,. • ì\11 dica lealmente qual è il suo comando!•· L'Intendente abbassò la voce e, con la dolcezza di una moglie innamorata, che raccomandi la fedeltà al marito, mom1orò nell'orecchio del giO\ane: • lo non '"i comando, io solo vi prego di non baciare il So\ rintendente! •. Sono 11suo sen·o! • disse Triglino, con un tono secco, ma di significato dubbio; e, preso il cappello, uscì. L'esito del colloquio non pan·e rassicurante. Il Cancelliere, uomo sospettoso, temeva che nella fen·ida nawra del g10vnnot10 si nascondesse un cavallo dalla bocca schiumosa per il quale nulla \·ale,·ano • le redm1 d1 una promessa . E poi quella fra'!e, buttala sul tavolo come un pezzo da cinque lire, • sono il suo sen•o , era una promessa? An·\·a 112io\"anc dello espressamente: lo non bacerò il SoHintcndente > Una fotografia d1 Triglino, esposta m quei giorni nella ntrina di un fotografo, fece trasalire il Cancelliere, tal: mente erano tumide e spo,genti quelle ·Jabbra da cui era impossibile sperare che • non sarebbe scoccato il bacio maledetto! ... La cosa, intanto, era divenuta di ragion pubblica. Una signorma, che non era mai riuscita a suscitare un po' di simpatia, o :i.Imeno di desiderio, in Triglino, rimasta, una notte, sola con lui, nel piccolo 4al,:;,;••'l contiguo al salone in cui si svolgeva un ballo, gli guardò fissamente la bocca e mo,morò: • Sai bacia.e w? Il giovane stava per rispondere alla maniera dei giovani. ma preso da un sospetto pe, lo strano sorriso con cui la ragazza attendeva la risposta, si alzò masticando una parolaccia. Il maestro Burleri, che cerca,·a un titolo per la sua ultima operetta, si cavò d'impaccio con In parola che tro\·ò nel• l'aria: Il b,uio. E non fu raro il caso che mohi ragazzi e ragazze, parlando a coppie, nei sedili dei giardini, di questo bacio di Triglino, trovatesi, non si sa come. le mani nelle mani, si baciassero. Sicché, all'annunzio che il SoHintendente sarebbe arrivato l'indomani, il Cancelliere si recò in ca'!a di Triglino, e, dopo cinque ore di colloquio, gh strappò la promessa di partire la sera stessa per •ma città vicina e di non tornare prima dell'altra mezzanotte. Ad ogni buon conto, i commissari addetti all'ordine pubblico ebbero tutti una copia di quella recente fotografia di Tri~lino, le cui labbra spor- ~enti non promettevano nulla di buono. Le promesse dei giovani, se le mangia il diu\'olo! Il commissario Colleroni, mentre di\"ideva la sua attenzione fra il puntino nero che si avvicinava dal fondo della strada sgombra, e nel quale il cuore, palpi1ando, riconoscc,·a il Sovrintendente, e i visi che si ammucchiavano dietro i cordoni, , idc e riconobbe il giovane Riccardo Triglino. Soffocando un grido, pc, non mettere in allarme i presenti, lo raggiunse e gli afferrò i polsi. • Figlio di un cane!• gli disse a bassa voce. Cosl si mantc:ngono le promesse? . • Voi non sapete! mormorò Il giovane. Infa111 Collcroni non sapeva quale notte avesse passalo Triglino. Che SOJ;?ni ! Alzava una spazzola dal canterano, e trova\"a un foglio nel quale Sta\"a scritto 11 giuramento ch·cgli a\eva fatto al Cancelliere! Subno dopo, \Cdc\a. il So\·rintenden1e passare con la mano al fianco. L'alto uomo cm 1rn1ato. :\la 1\ sangue di Triglmo ribolliva del bacio che avrebbe \"O• Iulo posarsi su quella mano nervosa. Era di una grazia irresisubile, per Triglino, d fano che il S0Hint1.:ndente fosse irritato 1.: non guardasse nesi;uno in viso. Il fatto poi che tut11 s'inchinassero da\anti a lui rende\•a ti So\·rmtendentc troppo adorabile perché si potesse rinunciare a toccarili la mano con le labbra. Più il SoHintendcnte ~•abbuia\'a, più gh altri s'mchmanmo, e più Triglino apri\/a la bocca a quattro parole che uscivano rotte dal sonno, spingendosi innanzi bolle J, sah\"a: • lo bacerò il Sovrintendente! ,. Al ma1tmo, rompendo la promessa. era ripartito... \'in d1 qui! gl'int1mò, a bassa \·oce, il commissario Colle,oni. \'ia di qui, fij,(ho del demonio!•. "No! risponde\·a 'l"riglino. • Resto qui!•. Non mi fate scandali, sciai;i:urato! Sono un padre d1 fam1ltlia ! Gu:i.daino il pane per selle persone! . S'accorse che I polsi di Tri'?lmo scivolavano fuori della sua presa. 1\rrcsrnrlo, non vole\'a. Chiamare altre p:uardie, non \"Oleva nemmeno. • Vi scongiuro!• continuò. e Andate '"ia di qui!•. • Non posso!,. • Ma che pensale di fare?•· • Lo so io!•. • Mi rovinate, canaglia! :\li rovinate!•. • Ma perché vi rovino? Io voglio buttarmi ai suoi piedi e baciargli le ginocchia! Che male c'è?•. • Ai piedi?• fece Collcroni. « Giuratemi che farete così!"· In fondo, l'atto di un uomo che si butta\"a ai piedi del Sovrintendente non gli parve • passibìlc: di arresto,. « Giuratemi che non andrete più su delle ginocchia!•. • Lo giuro!• fece Triglino e, libc,ati del tutto i polsi dalla stretta del commissario, e dato uno spintone a una guardia, sì parò dinanzi al Sovrintendente con le braccia alzate. Questi ebbe l'impressione che un forsennato gli sbarrasse la str-ad,1 e guardò, uno dopo l'altro, tutti i chepì che potè; ma il passct1ino che fece indietro non lo sottrasse all'abbraccio di Triglino, il quale, in un primo istante, vole\·a davvero in(Z:inocchiarsi, ma poi, attirato da quel \"iso severo come quello dì un dio, e da un'oscura forza che gli portava la bocca verso il punto principale da cui emanava il fascino del Sov.intendentc, strinse le braccia intorno al collo di costui c. dicendo parole rispc11osc, gli baciò una i;;:uancia. • ;\li ha tolto il pane! gridò Colleroni. E non aveva torto. Due giorni dopo, un telegramma trasferiva Colleroni in un paesetto sperduto fra i monti. l.Jn chiarimento al telegramma spiegava che e il Colleroni sì sarebbe recato senza la famiglia nelln nuova residenza e non avrebbe sperato di ri"edere nessuno dei suoi prima che fossero passati quattro anni~- Lo stipendio perdeva una cifra. Colleroni mandò una diecina di suppliche al Sovrintendente, nelle quali si riconosCC\"a lo stile di Triglino, finalmente pentito del gesto inutile e pieno di pietà per la vittima. lo sono il suo tappeto , diceva una lettera di Colleroni. • Vostra Signoria può cammmarmi sopra come vuole, ma in questo tappeto c'è un cuore. I lo figli, Eccellenza, e l'ultimo, a quattro anni, non ha ancora appreso a parlare, per dèbolezza ... •. • Sono la sua sputacchiera,, diceva un'altra, • non valgo un centesimo, ma i figli ... •. e Non credo in Dio•, dicc,·a una tena, • perché il mio Dio è Vostra Signoria! Vostra Signoria è miracolosa! Quando è am\'ata a ;'\blletarì, Luigi il paralitico s'è alzato dal letto. Egli cammma! ;\la io, per causa della sua giusta collera, ho arnto le gambe 1agliate, Il perdono, Eccellenza... Parto domani 11,, diccrn una quarta. • Aspetto m ginocchio una sua parola! •. Da \Il\ giorno, sono nella nuova residenza •, dice\a una qumta. • C'è qui una Yeduta senza parapetto. Sempre mi ci reco. O 1I perdono di Vostra Signoria, o che il vento mi butti giù dalla montagna e mi tolga di mezzo!•· Nei tramonti d'in\"crno, sul terrazzo pri- \O di parapetto, mentre le nuvole, spuntando di dietro a1 monti, venivano dal \"Cnto subito afferrate e sbattute in fondo alla \"alle, la parola. che aveva agit:1to pc, alcuni mesi :\lillctarì, risuonava, come una noce in un sacco, entro il cCTvello vuoto di Colleroni. Per un bacio!• pensava egli.• Per un bacio!•. E vedeva quella canaglia di Triglino nel momento m cui saha\·a al collo del Sovrintendente.• Senza un bacio! pcnsa\'a poi; e sentiva, sulla ~uancia destra, con una esattezza da spìngere alla pazzia, quello che gli man~a\'a per essere un uomo tranquillo: sopra, la punta fredda di un piccolo naso; sollo due piccole labbra tiepide che, a quattro anni di età, non a\'evano ancora acquistato la forza d1 parlare. VITALIANO DRANCATI DAL 28 MARZO 1938 LA ALA LITTOR S. A. HA RIPRISTINATO I SEGUENTI SERVIZI AEREI, SOSPESI DURANTE L"INVERNO: ROMAMARSIGllAPARIGI TRISETTI MANALE ROMAB-HGRADOBUCAR[ST TRISETTIMANALE GfNOVA-AlGHrnO -CAGUARI -TUNISI TRISETTIMANALE DOMANDATE INFORMAZIONI ALLE AGENZIE DI VIAGGI E ALLA DIREZIONE DELLA SOCIETA: ROMA- AEROPORTDOH llTTORIO r ( I I ( I l 1
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