Omnibus - anno II - n.19 - 7 maggio 1938

L l I ~ <)~(.) pa~,,ti dicci .umi d,l qu,rndo ~ per la prima volt,l Joan Cra,, ford pre\C pane col rango di " ~tC'lla> in un film. 4: Oicd .ullli di Crawford > è la formul.\ pubblitiuria c-,cogitata per fc..,tcggi.1rc e recbmia ..irc i fc~t<'ggìamcnti di quòto annh nsario fatidi• co. La leggenda della Cra" ford, più di quahiasi ,ìltra, più di qucll.1 Mcss..1 ddla G.11bo, è \t.\ta e continua a cs~rc alim('ntat,l dalla sentimentalità e dalla solidarietà patetica di quello sterminato C'iCrcito che fonna l'a1tigi,uMto frmminilc di tuno il mondo: le d.milo• gr;1fr, le tclcfo.-li<)tCl,t:'manicurC', le '<:\ftine, le commcsM.·. e CjUC'ilO proletariato femminile che ha fa1to della Cra,, ford la propria b.rndicra e dei suoi mclodl\lmmi la propria bibbia. Tutte le cenerentole dei mag:J.zzinih.111no ador.Ho un,\ donna thc ha sempre mostrato un istinto sicuro nella lotta per b. vita. Scnt.:t un eccc:-,ivo talento, con una lx:lkaa problematica. senza amici influenti, .dmcno .11principio, essa è di\·cntata uno clri pcr-.onaggi pili importanti di un'industria importanti ... '.)ima. E se i suoi film non parlano di què,ta lott.1, es:,i la rispecchiano continuamente, sono i film di una ragana modcrn:1 che cono..,cc la vita e gli uomini, che ~a quel che vuole e quel che gli uomini vogliono da lei, e perciò finiste-,emprc per \ inccrc. Ed ceco perché nei suoi film il proletariato frmminile si riconosce, rirono'ice i suoi sogni, i !>uoiprogetti. le sue aspirazioni. Joan Crawford è nat,\ una trentina d'anni f.1, a Sant'Antonio nel Texas, da un'Anna .Johnson, sposata allora a un Tom Le Sucur, e in -l>Cguitoad altri due uomini, il primo dei quali, I lenry Ca"-!-in,Jo.in credette suo p:i.dre fino all'età di !>Cianni. Il vero padre e55a l'ha cono!-ciuto solo quattro anni fa. :\la a lui c.,..,adeve il suo nome che è Lucilb Le Sueur. All'età di nove anni la famiglia .si tr,,5forì a Kansa,; City e la bambina fu mes,a nel collegio di Sant'Agnese 1 tenuto da alcune suore. ~fa un giorno il padrigno, dopo una lite ~pa\ento<:.a, l,t!>CiòI., ca,a e non 5j fece pi\1 vivo. La madre impiantò una lavanderia e Lucilla per poter rimanere nel con\·ento dovrttc :1dat1arsi a fare b. ~n·ctta, e i suoi rapporti d'amicizia con le ahrc bambine sì tra<:.fonnarono in rapporti di subordinazione-. Essa si alza\'a alle ~i per preparare le lunghe tavole della colazione, e la sua giornata era occupa tutta dai piatti da pulire, dai letti da rifare e dalle tavole da preparare. Dopo la scst:i. elementare b. ragazza fu messa a 5Crvirc- in un'altra M:uola privata, e poi in una tena, dove un p•-~<;imo\ ino e una scar~a istruzione erano il compenso di un lavoro massacrante. Ci \'Orrebbt· il cuore e la fantasia di Dickens per dt.--.crìvere quegli anni, fra i prù tri'iti della \·ita della Crawford. La direttrice era una donna spavcnto~a. Suo marito in"-egnava anche lui i erJ. un tipo chiu"o e, in considerazione del temperamento della moglie, silenzioso. Gli allievi erano una settantina. Che co~a fos.,c l.ì direttrice, se una sadica o !)Cmplicemente una mai.Ha cli nervi 1 .foan Crawford non "-aprcbbc dire. Crrto è chi:: ogni qual \'Oh., e,sa de\·c fingere il terrore sullo ~hcrmo. \'isualizza col pcmiero il volto della streg,1.. Un.1 \'Olta, per un pie-colo vaso rotto, Lucilla fu prrcipitata per le scale dall.1 megera. e rim;.t:-.eper un paio d'or(• ste-l>aper terra, priva di semi. Quando la domenica andava ~1 ca~1, a trovare wa madre. diceva di trovani bene do\'C st,n·a. Come Lire altrimc-nti? Anna 5'er.i rne,;;,;;ad amoreggiare con un uomo, un certo I lough, che do\'cva divent..src poi il suo terzo marito, e quest'uomo non am,wa Lucilla. da lui ritenuta cap;.1rbia e ~tupida. ~ ... ~ E stupida o meglio istupidit~\ d.11 rct,'-imedella scuola doveva <''>'ere. lntc·lletruahnente era una rachitica. ;\[a fi- ,icamt'nte ,._j era !>\·ilupp,1ta. A tredici anni ,•ra g:ià matura in tutto il corpo. E questo mut,nnento non p..si.--.òinos- ,en·ato. C"nJ ,era dw Lucilla era ..,,-c,a in camici;\, a picdì nudi per non far rumore, al pianterreno dov'era la hibliot<·ca, per prendnc un ro1n;.1n✓O, a un c<'rto momento t·bbc I.i ,erh;1zionc preci\J. fhc (Jualcun altro ,i trov,t!i~e nell,l ~tanza. lmma~inando che fo,',(' l;.i dirC'ttrice c~,;,a fece un !!alto indietro, ter-rorinata. :\IJ una voce ma~<"hikdis- ~: « ~on ,pav(·ntarti >, e Lucilla rico• noblx- che na la \'OCC d1•I figlio drll.1 p.idrrnu '. e Tu mi pi.1:·i e fob<' l,1 marnnu è troppo '-1'\ c·ra con te· •· L.1- ~rimc di ~ratitudiw· ,ce~,·ro ,111volto di I.udita. E".t lo rmgr.uiò per l.t !.11.1 ~impJtiJ 1· frte 1.wr .tnd.1N·ne, m_a lu la pre~b _di.rim,,nne e la ,·oc•· t{h tr<·· ma\a. D1<·n minuti dopo Luulla com4 hatt(·\ a ,tn·nuamcntf' pl'r lib,·r.1r,i dall'abbra<"CÌOd,·I _gin\.1notto e quando riu!-d d. fug~in· la \"OH' di lui l.1 in- ,cguì pn k ,<.ili· e fi fa,ò "·dc-re io, ,gualclrinrlla ! • At:itat,1 d~1un taun,·o tdron·. ('",t non chiu,<· oahio d\J1.1nu· tutt,1 l,1 nott," e ,1( mattino. <1u,111do,llll"0ra l.1 e ,1,.1 f•ra imrn<·r--., ,wl ,011110, ... ,.,ppo ,·1,1. Dopo ,l\ tr vag-.1to una _1:!ionMt.tirHt•r..i_,.tll,i fine-, i,,pintJ d.tll.t f.unt·, frn: rnorno ,wll,1 -.ruola .. \\(•\'a l.1 frhhrc (' fu O ■ NIBUS J JOAN ORAWFOBD MENTRE POSA PER ON RITRATTO ' 19SO . JOAN ORA WPORD A KIA.141 1937 • JOAN ORAWPORD NEL FILK "LA RAGAZZA DI TRIESTE" mes5..'\rnbito a letto. Essa odiava l'olio di ricino e la direttrice lo sapeva i essa sape\',t anche eh<· non di olio di ricino ma di ripmo la ra.g:azn aveva bisogno. :\tfa ~!iene fece bcrt· due bicchieri colmi. Per fortuna di Lucilla di lì ,t poco il ra~ano più ricco dc-Ila scuola s'innamorò di le-i e-da allora la dircttrirr. per paura di prrdere un cliente C'O'-Ì prc,io,o. ces"ù di batte-re la sc-rvetta. Dopo alcuni me,i e,s."l trovò un J>O,to di cornme,,;,a in un mag.11.1.inoA. llt· irnpi<·t;:..1tt· ..,j facevano d('~li ,comi e <"o,ì Lucilla potè <:omper.1r,i dr-Kli .1hiti Erano orrihili. Il gmto drlb Crawford è '-lato "'t'mprr di,cutihile, ma a.llor;1era orn·ndo. S'irnpia..,tricciò il vi-.o. .,_j comprò drll<' ..,<,.trl>rCon dei t~<·< hi .1lti"i• mi. un ctpp,•llo incn•dìbilt· e, ro,ì conciata, -.j rn:ùt•ttc> una donn;i con un ~r.111dc,·tn·,,nin· dinarui. La nuova libf•rt.-\ le d!"tt<' ,dia tnt.i. l..1 pQwra. hamhin.1 di\.(·ntc, immtdi,1t.11nl"nt1·un.1 rag,1u., ,1gg1t·..,.,i,·J,:-1•lvag-g:ia ~ ,,•n✓J ,trupoli. n., qul'~to mnmtlll0 fino al ,uo ingn-,-.l) nre;li '!t,1hilinwnti di (;111\"l·Cr ity, la \tl.l t· uuJ vit..i. rli..,pn~1ta. Pc·r uno ..,trano clt-,tmo t· l pia,,.,., q11. ,j -.e,npn· .i. \!1·11t1d·w nnn lt· pi..1<·<·\',I, c·ppure erano quelli ai quali piaceva che le dav,1no da vivere. Essa incontrò in quell'epoca Ray Sterling, un grande r.,gauo biondo che fu. pre!>Oda vivis- "-ima simpatia per lei. Facciamo parlare un po' lui: « Quando Billic (la chiamav.1 co..,ì)c-ntra\',l in un locale-, tutti la notav.:mo. Allora era piutto,to gras-,a e .t\'C'\'a il viso cop<"rto di lentii?gini. I ,uoi \.'<'Stit:erano <:.p,t\'Cnto,i. ~l.1 c'era qu;tlco"-a di <•lettri("o intomo .ili.i <,ua pC'r.ona. lo l'am~l\"Omolto, ma ,11nare Billic c·r., un'impre,;a a,~ai dura pnché hi,o~n.wa difrnckrc- Lt ,u.1 rt"put.n·ionc o~ni minuto. E.,,,, di\'rntav.1 l.,(·mpre più ,<·lvac~i.1 <' 10 ,ap<·vo il perché. Ciò dw ~li .1ltri ra~.tni wdc-v:i.no in lei t·ra I.i ragandt.l pa'i,.1tC'rnpo. ;\L1 io tapivo dw l.1 vitalitil di Billi,·. hrn dirc·tt.t. l';n,n·hhe potuta pnrtan· lont;mo. « F.-.,adi(C'\·a di \'Ol('rmi hcn<·, ma \'O• ~/~o:~·:. 1 ;;/ n!\1t•~~;.c~:, 1 ~;.:u1;i :;:~ 11 ::~t~~-~ t,l. E",l .md,1\·,1 ,, ,ed(·re ndl.1 prìm.1 fil.t " quando lui g-u,1rd,1\·a,wlla "-U<I di1C'✓ior1t. Billi(· ,n~puav.t a,m.1tir.1nH·nte c<mw "' fo"1· io prc·d., all.1 p.i-.- ,inw piu \ i\·;1. fo ,offri\'O d,1 morire. C'1·1,1 1in ,11tr,, r .1c,1✓10, rirc l1i,~imo, col qu.1h· 1• i p1'!",g1 tti, di fu!!g-iu•. ;\fa poi la cosa non le piacque- e fui io che dovetti andare all'appuntamento e tro- \'are una scu"a rol poverrtto che '-lava aspt•ttando d:i. due ore sotto la neve. Ilillic odiava le altire ragazze perché si scnth·a di'-prenata da esse. Non avevano tut1i i torti. Dovunque <;i reca<;- ,c-. Billir ,i comport,wa come una donna d.1 marciapiede. Non erl pcr disposizione, ma "oltanto per .spavaldl'ria e com" una -.fida \C'r,o quclk che, in fondo, e<;sainvidiiiva ». Que'-ta era Joan Cra\\ ford a quattordici anni, una raganl'll.t ig-nor,\nte, senza reput,aionc, \l•nza pudore, dw spende\'a tulH' le-rncrg:ic- a lullarr pc-r ore e ore di seguito. in qucg-li anni rhe ,·ickro i tri(lllfÌ dl'i campioni r d(•llc rrginc-m· d(•lla dan,a, nc·llc "'~\le·da hallo popoLtri, dO\·e matur.wano i de- <;tmiddlr gr.mdi e 1>iaolc-Crawford. Il chmlt·Jlon rr,l l.l sua ,pt·cialit.ì. Es,.l <.·on~,•rv,taru·or,l in un.1 nrd<'n1,1 n•nti,,·tt«· ropJK' vint(' rwllt· g-,m' d, h.1ll0. t·, di qu1·,u-. quattoidiri le h,, vinte· in g;m• di charleston. Con un p.1io di qut te ropp1• <' du<' doll.1ri in t,1,c.t c,,.i ,h.11TÙ in una c;tld.t ~iornata ddl'nt,111· dd 1<r12 ,l Chir,11::0.1hcva quindi< 1 ,rn11i,i ,uoi \·t•,titi n.rno ,c-mpre orribili, le lentiggini sempre fitte sul viso1 la zazzera più ros5a che mai. Ma sapeva ballare bene e fu assunta in un balletto che si esibiva in un locale di tcrz'ordinc. Dopo un paio di settimane il balletto si trasferì a New York. E fu lì che-, una <;era, un uomo piccoletto e tranquillo, con i capelli bianchi e-un '-Orri\Oincredulo sulle lahhr;1, fra le rag:i.zze del balletto ne notò ur.a piutto1,to grassottella, una rag,1zza cruda. terribilmente giov~rnr, terrihilrncntt: e ~1iddlc West». L"uomo era Harry Rapf, uno dei padreterni ddb e :\ktro > e la ra.~aua era colei che st,wa per diventare Joan Crawford. ~folta ,tr,1da dovrva ancora fare Lucilla I .e Sucur, molti bocconi amari dove\·a ;111corainghiottire. ~la il più era fat10. Quando pa-.._ù~1ttr,t\'C-r-oi ma- ~iri canc·dli di Cuh·er City, e~,;;aera :rnrora n,tita in maniera o:-ribile, a\i'• va ~rnc:orala ✓.1ncr,\ ro~,a,tra in di~or• dine 1· infinite ltntig~ini \lii \'i,o. ~la ,otto quçi , C-<\titi t' qul•lll' lcnti~e;ini, un uomo d1c p., ..,.ava p<.'rC""'l\eruen intrnditon· aw,·.i \Copc-rto « una viulit,\ di prim'ordinr, e \llla ~truttura o!-,c.t•prrfetta ». Il più N,t fatto . A.D. T ( l\.l!Ol'I FIL.li ) S .. L«D J)))211.2 ~®ffi® Il N Solo per tr, i personaggi principali 1J. ,ono tutti cantanti. Il dramma che si S\'ole;e sullo schermo è infatti un dr:unma canoro: c'è un marito tenore-, una moglie soprano, un amante baritono. Gli altri personaggi sono parenti prossimi o ammiratori dei cantanti, profe~sori d'orchestra e comparse che accompagnano i cantanti, un direttore del Teatro dell'Opera che stende contratti coi cantanti, e infine il pubblico della Basilica Ulpia e dell'Opera che applaude entusiasta, ogni volta che i cantanti terminano i loro gorgheggi. fra tanti cantanti e tanta musica il regista Gallone non s'è perso d'animo. Abituato ormai a dirigere perfino gli elefanti nei film storici, gli è .st:J.tofacile guid:irc tenori e baritoni. È chiaro che, a quc,to rcgi-l>ta,quegli attori che non abbiano almeno un metro e trenta di circonferenza toracica non interessano. Siano consoli romani o generali cartaginesi, tenori o baritoni, non importa: soltanto sotto '!j>Ogliemonumentali, in corpi massicci e bovini, possono albergare le grandi passioni, degne di figurare in un film musicale. Così, quando in Solo per te conven~ gono sulla scena il tenore Vanni e il baritono Dorè, sembra che lo schermo non si:1 capace di contenerli entrambi, data l'ampièzza delle loro membra. Vederli ri\'ali nella vicenda fa sospettare, d'altra parte, che !t un certo punto i colossi debbano scontrar.si, e quasi si pregusta l'immane lotta. Purtroppo però non succede nulla e il disinganno non è lieve. I cantanti sono gente tranquilla: le lotte più dure le combattono contro le correnti d'aria. E così, nonostante che il bMitono Dorè si manifesti uno sporco individuo che insidia con la sua mole gigantesca la felicità coniugale del tenore Vanni, non sarà quest'ultimo a difendere il focolare domestico. Verrà una misteriosa donna, che il baritono chiama con voce flautata e la mia signora >, a uccidere Dorè. E subito dopo1 ella finirà pietosamente sotto un'automobile. Siccome il tenebroso affare in cui si trovano impegnati i protagonisti serve soltanto a far cantare assai spesso Beniamino Gigli e la signora Cebotari. non si capisce perché gli autori si siano tanto affaticati a immaginare vicende C05Ì tempestose. Un film come questo potrebbe cominciare dalla fine1 e l'insuccesso sarebbe il medesimo. I nostri autori di film sono probabil, mente st"guaci del filosofo tedesco Han:, Vaihinger: la concezione che li domina è infatti quella del come se. Gli scrittori inventano scenari come se ci fosse davvero un regista capace di concretarli in immagini. I registi accettano l'incarico di dirigere un film come se il soggetto fosse il migliore dei soggetti possibili. Gli attori, per conto loro. si accingono a recitare come se sapessero cosa vuol dire recitare. Insomma è un'allegra finzione, a reggere le sorti. del nostro cinema. Soltanto una smodata fantasia può creare l'illusione d'una realtà che invece non esiste. I nostri produ\tori non sono industriali, ma poeti: o, per meglio dire, la loro industria è qualche cosa di poetico, di puro cd astratto come la poe• sia pura. Ogni volta che si mettono all'opera, i produttori vanno ciechi come il vento, soddisfatti di elargire il loro denaro in gratuite imprese, dove non troveranno né gloria né conforto. Come potrebb'cssere altrimenti? Il cinema non colpisce !iOltanto l'immaginazione delle giovinette che vog:liono diventare att• ici. Le prrsone più serie, gli uomini più anziani e diffidrnti si lasciano prendere ad un tratto dalla frcnbia del <:inl'ma: e si gettano nel precipizio con I., !ite-s-.afoga incon~idcrata dei fìgli di f.1miglia che si rovinano dietro le gambe di una divetta. Entrare in un tc;1tro di 1>0sa,firmare un contratto col celebre tenor,&, con l'attrice fotografata dai giornali a rotocalco, riempie l'anima di molti commendatori di una dolce inquietudine. Fondare una Società Cinematografica è il primo passo per iniziare \llla vita turbino~., cti av\'enturc finanzinric. li prudente commerciante che \'è fatto una fortuna con il merc,tto delle visciole è persuaso di raddoppiare il conto in b.inra con il mcrtato della pdlicola. E 11\\ece. alla resa dei conti, s'avvedrà del suo errore: chi ha guadagnato in quei me:,i agit;\ti è soltanto il cclcbn: trnore e l'attrice fotografata dai giorn,tli '-ettiman.tli. Il cinrma italiancè f.1tto e ..,oloper loro>. ~on riguarda il pubblico, non i critici, non l'.trte e non l'indll\lria. lJ n,, \"Olta riguardava Ekl :'\fcrlim e Angelo ~lu,co: om;:i ~li all(•,gri cantanti Tito Schipa, Bcniammo Gigli, Angelo :\l.murita. MARIO PANNUNZIO

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==