L'INNAMORATO j N U:--;'A CALDA mattinata di prima- zt vera un bel ragazzo, a~sistentc idraulico, usct baldanzoso dal suo negozio portando sulle spalle un grosso vaso di porcellana bianca; voi m1 capite, uno di quei grossi vasi che si mettono nei ~a~ binetti d1 toeletta. Il ragazzo zufolava allegramente: • Il mio amore è come un corbezzolo Alzò gli occ.hi al ciclo, guardò il sole che brillava e pensò con trasporto alla serata che l'attendeva e al delizioso incontro con la sua ragazza, Pame Lancaster. Dove avrebbe potuto condurfa? Attra,crso i campi? No. Avrebbero incontrato troppa gente; desiderava soltanto sedersi in un angolo tranquillo e guardare per ore ed ore il bel viso dell'amata. Forse ella gh a,,rebbe concesso d1 tenerle la mano! A questo solo pensiero il ragazzo tremò. 1 suoi compagni abbracciavano la loro ragazza, la baciavano, anche rischiando di ricevere qualche schiaffo, ma egli non apparteneva a quel genere di ragazii, n~ Pattie Lancaster ern quel tipo di fanciulla. 11 ragazzo si aggiustò con uno scossone l'oggetto pesante che.. portava sulle spalle e contmuò a camminare sul marciapiede. Dove sarebbero andati a passeggiare? La giornata sembra\a svolgersi come un sogno dinanzi a lui t:d egli non aveva ·ancora deciso dove a,rebbe passato la serata. Trovato! C'era Via Bosco: non era tanto frequentata, c'era un cancelletto che s'apri\'a su un piccolo quadrato di terreno con qualche vecchio albero. Ricorda\'3 d'esservi stato parecchi anni prima in cerca di funghi, quando esisteva ancora l'antico boschetto ... Ora n;nanevano solo due o tre piante con qualche pallida foglia. Forse quel posticino avrebbe interessato Pawe. Sorrise. • L'amo!• pensò. l\la non avrebbe osato, chissà ancora per quanto 1cmpo, confessarlo alla fanciulla. E lei? Avrebbe mai ricambiato il suo amore? Giunse in prossimità del fiume, di quel tetro fiume che scorrc\'a rapido e minaccioso sotto il vecchio ponte m muratura. • In una giornata simile•• pensò, • dovrei camminare in una campagna ridente con la mia Pattie!•. LOS ANGELES • Il don.or Carlo A, Wlckl111d• 1u mogll• Aou C.rtl&ll<' 11 l'lni1ibll1" di 111p1ul,ote cn l'aiuto di ooa m&aehioa1!1ttrottat!ca chil11ain nca M1atol1di ,uro • rorm1ta da do.1dt~cbi di crl1tallo, Ee1i d\00110di a•er 1e11iit.ol'animi di Slr Annro Cono Doyle chi1m1re 11 1lgnora At1111, L'oggetto pesante che porta\·a sulle spalla sdrucciolava lentumente in giù, ed ep-li si fermò e lo d~posc per un istante i.ul parapetto del ponte, per passarlo dalla tr N POCHE parole l'atteggiamcn10 odierj no del gran pubblico verso la scienza (e qÙando si dice Scienza tout cou,t, con l'S grande, s'intende la scienza sperimentale, positiva) si può definire cosl: « ammirazione per le sue conquiste e realizzazioni..; fiducia sconfinata e illimitata per quelle chr: essa ancora potrà fare (se domani uno scienziato annunciassr: di a\·t:r tro\·ato il mr:zzo di farci arri\·are alla Luna, non se ne meraviglierebbe soverchia• mente nessuno); n>a quan10 a credere che dalla Scienza venga un qualunque incremento al perfezionamento morale dell'uomo, a quc:"sto ormai ncuuno abbocca più. Non bisognerebbe prr:mer mollo perché di\·eutasse persuasione gener:t.le quello che è ora convincimento di parecchi: che la Scienu, ~ testimonia indubitabilmente della g,ondeua dell'uomo, nlln contribuisce affatto nonché al suo perfet.ionamento nemmeno alla sua felicità; e che noa solo di per ~e stelsa non ha \'alore morale, ma, tutto sonnuato, è strumento di demorali7• zaz.ione piuttosto che di moralizzazione dell'uomo. Tra i tanti miti di cui il dopo• guerra ha visto la fine, ìl mito della Scicnu come moli.i. del progresso morale e rcliq:io50, come fonte di una morale e religione vcramentc moderne, è il più sbricio• la10 e polverizzato di tutli. L:t. Mo,ale e la Rdigior1e della Scienta sono onnai cad.1.vcri nd cimitNO della Sto1ia. E pure ancor,\ nel primo decennio dc! secolo XX quel mi10 era ben vi\'o e vitale, se nlln n<-ilc ililn intellettuali, in \ a.,;tissimc zone della pubblica opinione. Per i foddi della Reli;ione dr/fa Srienta la Morale do\·e,·a mcuersi alla scuola della Scienza !:' S<'guirne <locilmentc gl'inscgnamcnli. M.:i al principio della prodigìo~a car. 1 it·•.1 ddla Scienza t'ra proprio il contr.irio che era aco.du10: la Scienza era n:lla come Sci1·nza proprio perché l'uomo avc\'a proiettato nella Natur,l le sue esperienze morali 1 e un:t te$i a parer mio 1.x-n dimostrat,, e che 1t·ndt' oggi a prc,·alcrc quella srcllndo la quale il concetto di legge naturale come di un ordine immutabile dei fenomeni drlla Natur~ nasce quando, nel sesto secolo a\anti Crbto, i pcmatori greci della Ionia (sopi.1ttutto :\nassim:;indro ed Eraclito) proictt.1.no ndl::i .\'atura le espcrien1.e 111or.1li t· HÌuridichr Jclla ci, ihà che cr~ la loro. Quei pensatori vi\'c,ano in ciuà giunte a un dcv:uiuimo gi ado di sviluppo spiri• tualc, nelle quali chi comJnda,a non era l',1rhi1rio e la for1.a di uno o di pochi, ma l,1 lrg1e, ugu.111' per 1ut1i i cittadini. Nasci: di qui tutta una serie dì <'Sl)('rit'.nze ~iuridiche e morali che, inconsci:unt·nte proiettate nella Xatura, cn·ano I.i. vi.sionr dd mondo come cosmo, come o,dint', cioè come una ci11à in grande, l(ovcr11.11,1non dal capriccio o dalla foru, 111.1da una kggc equa e inflessibile. Comr l'equilibrio sociale 5i m;lntiene col giu\to comp1·1l~Oreciproco degli cc-c.-~i e dei difrtti dt'i sini.;oli, con il 1icondurre cnlro i suoi limiti ognuno che cerchi di u~cirne per pi rvaric:ur, cusl il mutuo compi;n~ani <lc~li ccCf"Ui e drì difetti df"ll'equilibrio n,Hmllr .1ppar\'e a quei wnerabili padri drl pen- ~ic:ro occident.tle come un feno1m,:no natu• rak- e insicm1..·morJlc, giuridico. L.:i. lrggr fisira, la lrg,:• natural,, fu concepi1a per l.1 p, ima volta come unl lt-gge morale e fit11idica che rcl(ola dal di dentro come una Gìu~ti;,..ia·immanente la "ita della :,;a. 1ura. In una parola; la /iJica come tait', come eonosccnz.a delle lcggi del Mondo, co• mc concezione del Mondo quale Cosmo rct• to da l6tli, nocque dalla .Morale. Ma una volta proiettala la legge umana nella Natura, il concetto di Legge acqui• s1ò una precisione che prima non aveva. Poiché !"uomo è co,ì fatto che ciò che gli è esterno gli è sempre più chiaro ed evidente di ciò che gli è interno. Perciò, una volta creato come proiezione dell'1rn1ano nella Natura, i! concetto di Legge naturale riverberò la sua chiarezza cd evidenza sul mondo umano, e le stesse leggi umane sem. brarono non a\·erc ccrtczz.'\ e verità che in quanto emanazione cd effetto delle leggi di Natura. La Morale aveva generato d.1 sé la Fisica. La Fisica, una volta creata, si subordina e sottomette il suo creatore, b. Morale, e pretende dcuargli leggi. E l'uomo appare a se Stesso un puro fenomeno della Natura retto da leggi alle quali deve ob• bcdire. Questo capovolgimento di posizioni appare già chiaro con i primi Sofisti (quinto secolo a. C.). Lo spazio ci manca per fare la stori:t della drammatica \·iccnda dei rapporti\ di Scienza Morah- dur:1nte l',\ntichità e il i\1cdio Evo. Giungiamo con un salto al tt'mpo moderno. Di IIUO\O riappare il concetto di una morale scif'ntifira, di una morale che auìnga le sue lc~gi dalla Scienza posili,a della ~a.tura. In Oescartes il concc1to è formulato <'On ogni desiderabile chiare-zia. Per Descartl'5 la \er,1 morale non può sorgere che sulla base della medicina. A mano a mano che le visuali ohremondanc impalli• cfiscono, che la Scienza pos.itiva appare dominatrice del mondo dello spirito, come il ,ero e solo meno di cui l'uomo dispone pl'r arri'"are al posses50 della \'trità, il concetto di una morale scie11t1/ica si fa ~cmprc più chiaro e preciso. E giunge a piena chiareua e trionfo ncll'ulti11\o ten.o dcll'01toc-en10 t l'età d'oro della Rf'lìgitrne e drlla .Mo- ,alr della Sric::,i{a. La Scienu positi\.t, Id S~cnza s}X.'riml'ntak, non solo appare l'uni. ca \'ia pn giungere alla conquista drlla Vt•ii1à, ma. anche la più sicura. m.1c~1ra del Bene. Essa S\'ela infatti che al fondo delle CO\C "'è un principio di ProgrcsS() e di E\·olu1ione eh<', nd r<'gno dcll'lutelle110, spinge l'(;omo \trso un sempre rnag~ior dominio dclii· fa<'ohà r;nionali sull<' facoltà dcll'imma.'l'.ina.7ione r dt>lla frdc, c, nel regno dell\nionr. spinge f!:liuomini vcr,o una sempre pili in1dlii;;cntc- pratica dl'll'intcrcs\e pcr~onalc, in forza dell.i. quale c,si si andranno sempre più aff1,11cllando e intendendo f,a. loro. La mo,alt ddla Srin1;:a culmina in una parola: Solidarittà, intesa, sl, c-oml' imperati\·o Nico, m.1, ed è qui la co,a capuak, come un ,mperatu;o morale pc1chi' in pari tempo è un fatto M:icntifiC"o,come un dovHe prrché è un.1 rtaltà, come una norma ddl' atione pachi: è una lrgg, dell'rJutt, come un fint del volere paché t una for;;,a delle cou. La mo,ale dello Sotfdarie1à, si affrrm.".:i, è una mu• ralf' ~-N,1.111en1e sciouifica pcrC'hé è fondata non ,u un comando d.1IJ'.1ho, um.ino o di• \ino che ~1.t, né su un o5curo sentimento, ma \ui fatti os~•·1\ahili e \peri111en1abili ra- -z1onalmcnte coiat.ttati. Il bt'ne dic rssa sug- 'l'.f•riçce t un bent- uienti/ifo pc:"rché si confonde in ultima anali,i con il bt·J\l' iutf'~o 111/arur dd singolo. L"altrnumo ~i riduce ,1 un rxoiw10 intclligcn1e. F,1c1·ndo ~emprc pili e mc~lio il ~uo intanu indic;1to~li d.111.1 ragiont l'uomo fai.i il brnt di turt1 e per fa via dell'egoismo arriverà alla cietà uni\'enalc degli uomini. Arri\'Ò invece alla ... Società dellt Natior1i, che è appunto il frutto di una tale mentalità. Non per nulla il suo gran padrino spirituale Uon Bourgeois era il massimo teorico e apostolo della mo,ale scientifico, della Morale della Solidarietà, ch'è la morale della Religione della Scitn{a. Co!'è che ha ma ..dato in poh-crc tale costruzione in cui per 1an10 tem1>o molti credettero trovare la 50lu2ionc del problema stesso della \'ita? Le cause della ro\·ina di tale mito (tanto più mito quanto più si gabella\ a per scien{a) sono molteplici. Innanzi tutto il fauo visibile, tangibile, a tutti evidente, di una evidenza accecante, che di per se stc~sa la Scicn2a è perfettamente indifferente a creare come a uccidere, a costruire come a distruggere, e che le è del tutto uguale porsi a scn.iLio del. l'odio come dell'amore, delle passioni chtdividono gli uomini come di quelle che li affratcJ\ano, e che anzi distruggere e uccidere le riesce infinitamente piÌ( facile e sicuro che non creart' e costruire. t il grande insegnamento della Guerra, e l'umanità non lo ha dimenticato più. t\ sua , oha, questo fatto esige spie~azion('. Kci tempi d'oro della Rrligio11, della S€it'11{a, qucsia. si considerava artefice e maestr.:i di Solida1ie1d umana. Come mai ha potuto così facilmente far getto delle sue pretensioni a essere maestra di \'ita dell'umanità? Gli è che la Scienza prima ancora della Guerra 3\ cva comµle1amente perduto ogni fiducia io se stessa. Il progre5Sirn sviluppo della Scìr112.1 nel campo dei (cnomeni organici a\e\a mostrato a luce meridiana che il mondo dei \"i\cn1i è tu11'ahro che il regno della Solid.irietd Se c'è una legge della Natur:1 vi- ,irntc, è la guerra, l'assassinio, il c:rnnibalismo, il m::ingi:tre o encr man~ia1i; e se c'è un lu~50, è quello della più atroce cd effNala crudeltà L't•quilibrio dì cui l.1 :--:atura vi\ente fa mo~lra è un cquilibrio fragile <' imperfcuo che gronda di lacrime e di "-llll(U(', e ~i attu,t attr.l\crso una comprnsazionc di mau.acri e di roffcrrll7c, La Solid,11irtà, si sropri\•a, non è un /ateo, ma un u11tm10110, e non un sentimento della Natura, ma soht1nto dcll'l'omo, fiore di pietl e di amore che ~punta per un mir.1colo dcli,, Vita $u uu campo di mass,1cro. L.i i\(or.1lc nasce com(' tale non in qu.1nto l'uomo continu.1 la Xatura, ma in qu,mto rompe con CS\3 e inaugura, un nuo,·o corso di cos<.'. L.l Scit-nz.t può dare lrc.ei, non no,mt, lc'(~i ddl'CJsere, 11011dell'Agi,e. i\l.i può poi d.11r leggi dt'l!'Es'i<'re? J..a i.l1a prt"tes.1 di scoprii e le kgg1 dcli' fa\cte è \Cramen1e giustificata? \"eno gli ultimi decenni dd ~e-colo .scono in tutto il mondo O("C-idrnt,llf' si ;l((Ì~le a una ,eemcme rip1c,a ddla tilowfia idealistica, sopr,lltutto della filo,ofi.1.di K.int. E si torna a scoprire quello clw Kant .1.\·c,a. l":ià \('Oprno; (hc <ioè l.l ~Òt"llU non è affJtto rivcb1rice delle k'tij:i della ;,.;atura ronrepitl' come csi• ,tcnti in (é c p1·r sé:; ma che qut"llr- preti w k~~i non sono rhc org,u\inazioni e connc~,ioni dei dati s1·mibili opct.1lf" dalJ"in1clle1to um.mo, ""ll7a del q1 1J\c C"C non \Ono. La S<irn,a non scopre ndla :-,;,ll\11.i ,e non quello c-hc l'intdlctto um,rno prim,1 \ 1 h.l depo,10 r poi si è ~cord.tto di a\"Cf\i dt"po~tQ. :\"rlla 1\;atura l't:omo non scopre l.1 \:atura, 11011scopre che s<· s1e~,o. Nasce allora nell'interno della Scienza spalla sinistra a quella dc~tra. Ma nelstessa, a opera degli stessi scicntiati, un mo- l'attimo in cui SI era arrestato, una suvimcnto di re\isione di quel che valgono hna apprensione gli si dipinse in viso. i procedimenti della Scienza, da cui prima Una fanciulla scendeva vuso dì lui, fasi sperava di 01tcncrc la \'cri1à oggeniva. E e.endo dondolare il cestino delle pro\viarrivano alla conclusione che la Scienza po- ste. Indossava un vestito azzurro. con si1iva non è che un metodo pcr manipolare calze dello stesso colore e scarpetle dal i fenomeni m modo da di,porll nel modo rncco basso. Sì, era Pattie! più conveniente e utile all'intelletto e al- Camminava diritta nella sua direzione, l'azione umana, e che attendersene la rive- ma non J'a\'e\'a ancora scorto. Che fare? :::•~;Se;;,{~~t:I:::.:~:.a 1:";:~;:neè ,:;~:;~:" ~,'.!J~~~::~;~1S:1f !~~ ~}, ~:~~~;: ('O~~l'~:a\~7c~et;~ec::::,a7!. 5~?~: ~o c~:es;: ponte di pietra e il fiume che scorreva. Natura c,a cllnCcpita come serhatoio di leggi Arrossi di \ergogna ... Pattie Lancaster e realmente, oggettivamente esistenti, la i.pc- quell'ignob1le oggetto! ~o. mai! Diede ran-za di poier tro'"arc fra esse la legge eh.: una vigorosa spinta al ,·aso di porcellana obOedita e seguita produceue frlicità, po- bianca, quel vaso bianco che ancora dieci tc\:t sembrare ancora giu~tifica1a. Ma ora minuli prima faceva parte innocente del ~ il concetto stesso di legge che sfuin:,: suo la,·oro, e lo gettò nelle acque tumulquell'ordint' e regolarità che appari\'a ef. tuosc del fiume. Si udi un gran t0nfo. retto di leggi immutabili operanti ab aeurno La ra~au.a guardò mcuriosua nella dind seno dell:t. Natura fmi.sce or., per appa- rezione d1 quel rumore. Il ra~azzo, che rirc null'altro che un effetto pur,unente sta- le piaceva e con cui sarebbe uscita la sera tistico dell'incontro d'infiniti fenomeni pro. stessa, andaYa ,crso di lei. Ah. chissà ducentisi a caso. L:l Natura apparr il re• pt'rché la mamma l'a,e,a obhhgaia a 1>0rgno dc! caso e del c.ws, dl'I diSllrdin(' e t:irsi dietro qucll'1gnobilc cestino! Che della con1ingrll7a, che produce ,ui nostri stupida idea era !.tata la sua di mettt'rsi semi i;;ro.uolani l'illusione dell'ordine e del- quelle scurp<: da bimba! Avrebbe Yoluto i~ai!:gj~ ;i::r~~n:te~~a ur:t;:/:tt~u~i d~t sprofondare sotto terra. i\fo lui, t•ra così sponl' ndl'apparcnz..'I illusoria di un OJdinl' bello m quel suo \'Ci.lito azzurro da laarmonioso. La Scienu, si condudl.', non può \Oro! C"n pcni.iero leg~cro e ,'aJ{O le atdarc \Crità perché nelle oosc "Messe ,crità tra,crsò la mente- ... Forse un f!iorno avrcb• non c'è. Ed erano gli stessi scien;,iati che be la\'8!0 i;:li ab111 d1 suo marito! enuueia\'ano questa conclusione! " DuonJ,{iorno, 1-cslic ', disse con \"OCC Jn parì 1empo, il tramonto del Cri\tianc• 1imida la ragazza. timo toglic\'a alla Rtligione della Scirn~a • lluon~iorno ~. quel po' d'anima che a,e,·a. In fondo, con Le!.he si tolse l,{Offam('nte il bcrrc1to, tutte le sue bra\·atc .mticristian(' c anticlc- come se con quello volesse stacc:1rsi la ricali, eu.1 non era che un Cristianesimo tcsia: e rimasero immobili a guardarsi. imba~tardito. Dal Cristianesimo le \'Cni'"a la , • A, udito poco fa un 1onfo? ella nost:1lgia dell'afTiatellamcnto di tulti gli chiese. e i\1i era parso ... temevo foi.se cauomini, il sogno dell'uni,c-rsali1à umana duto un cane nel fiume ... ,,. ncll'amo1e e nel s.crvizio reciproci. E~sa c,r. e :--:o, non hO inteso nulla•, egli ri!:>pm,c de,a di tro\·arc nella '.'\'a1ura concepita come corlci.em1.:nte. ,erbatoio di lcg.~i il rondamento oggcni,·o Continuarono a J:u:trdarsi, ripetendosi ~: ;:~~;; 1:u~a%g/:o~n;or: 0 ~0 :i 0~~~~s~;i~ che don,·ano andare. Il rn~azzo continuastiano, che la sua Natura J>rO\vidente e intelligente era un res.iduo del Cristianesimo abbandonato. Col tramontare nf'I n1ore i.tesso cle~lì scien2ia1i del gran sogno cristiano, il \"Olto della l\'"atura ~i scopre ali.i. Scienza in tutta la feroce sinistra atrocità dei i.uoi !ratti. Es\i scoprono \'assurdo di volerne fare b maeMra di umanità e uni,·er,alità, e che se laioni la N.1tura può dare, sono it'Lionì di durnla di vigilanza di sacro Clj:Oi~mo,e rhe se un'etica ~c 1H" può cstrane è un'etic.l di 1011a l' di 'tU<'rra ~cnu 1rcgua. Co,ì la Scil·nza è !)('n ri\e11u1a oggi dalle sue p1ctrn,ioni, e ~ sci("nziati di primo piano (come Einstein e Freud) continua• 1ono ,rneora a parlare della Sci1·n:-.1co1nc m'acqr,1 di moralità, le loro ,oci si perdono nd dcMrtO drll'indiffcr<'n-za e deffin. c1rdulit.\ Come oggc110 di culto rr-liij:iOto, la Scicn:,,\ è morta nell'animo ~le\¾> di coloro chi' la cohi\·ano. Lo .scirn-ziato si scntc Ol":giun puro T unico, che, in quanto 1alc, non ha cht• d.l servire a. fini che non ~pclla a lui di giudicar(' e ianto mrno di pllrre. Ucnc? '.\lalc? Egli non ha compe• trm.:t. pl'r dt·ciderc. t il chimico che prepara un \eleno: pt·r uccidere o per sanare, La risposta C\ula d.,lla ~ua cornp('. ll'l\1:a, ad ahri la \Celta, sulla qual<' in qu.:inlll Sci('nziatll puro non ha nulla da dire. E~li non può che un,1rr. La sua funzionc non pu() <'SSNI' che Jtrurnnitnle. (Si con,ide1 i la fi~ura di '.\larconi: ei.;li è tìpicamentt' lo «:Ìt'nzi.ito in qu.into comidcra 5C ne,\O come TrcnÌC'o puro). Così la· Scienza è di\cr~a dal pit·di~ullo, è rit'nt,,lla rwi ran11;hi. E il cimitero delle 1di'("ioni defunte registra un c.1.da,crr di più ADRIANO TILGBER va a strisciare un piede in terra, d1:.pcrntamcn1e; la fanciulla si trastulla,a con un filo d1 paglia che sporHC' a dal ce~tmo. ~ I .a n.u1mma mi sta as1>ettando con le patate ·, disse come per scusan.i, • de\·o proprio andare • Spero.. spero non . dimcntich<'rete ... quesia scr:.1alle sci ... • egli disse con \OCc rauc:"I. • ~o, non dimenticherò E~li le si mise a1.:c:mto, a,·\'iandosi con lei \erso il negozio. No, non ,·orrl'i far\'i perder tempo. A\"cle il ,·ostro lavoro.. lo.. io non ho altro da fore che rimanere in casa ad aiutare la mamma Il !,.!.lOvane ritornò riluttante ,crso il ponte. voltando!li tratw 1r.mo a gu,1rdare Pattie Lancaster nel suo ,cst1to azzurro. Si senti\'3 leggero e lihero cum1..•se fo<;se i.tata fatto d'aria e di luce. 1\la, arri,·ato al parapcuo del fiume, portò 1mpro, ,·isamcntc le mani a, capelli, ~uardando con orron~ le acque 1rascinate dalla corrente; e rimase cosi, immobile, per lungo tempo. La ragazza andò a comprare ll' sue patate con le labhrn sch1u<;e ad un sorriso, i;:li occhi brillanti di luce, continuando a • mormorare "Otto,·occ: • Oh, povero ragazzo, cd ora che cosa gli faranno? . ~aturnlmente, ella lo tl\"e\"ascorlO subito: prima, molto prima ch'egli si accorgl's~e d1 lei, cd .l\·eva ,eduto ciò i.;he Lc~lic an.·va ~cu,110 nel fiume. (;uardò ind1dro, <' lo vide immobile sul ponte, tri~te e sperduto. La sua gioia fu trafitta da una suh11anca e acuta pena come se qualcosa le-i.trmgc~se il cuore. In quell'istante cominciò rtd amarlo. Mt\LACIII \VIHTAKEH. UMBERTOFRACCHIA FOGLIDI DIARIO Pll,EFAllONE 01 Jl,AFFAELE CALZINI YOLUME DELLA COLLl::ZIONE "LO SCll,ICNO" DI PAGINE 28J • Ll/fE 12 L'autore di A,,1:r/11 e di Pia-ola J:rnlt' Ji rilt;,, il fondatore di quella Pier,, lrlfl'ruriu che a suo tempo seppe uccoglicre intorno .1 ~ le forze più vive della nuova lcttcutuu ii.al.Una, torna ora in ispirito nella cara compagnia dei suoi amici e dei suoi lettori con questo bel volume- che r.accoglic note di viaggi a Marsiglia, in Sp,1gna1 in Por~ togallo, e tanti gustosi ricordi di persone e di luoghi. Lt persone son vive, incise con certi tratti nitidissimi d.a cui acquistano il maggior rilic-vo; i luoghi son descritti con tanta lucentcu~ di stile e di immagini che se affermiamo di vederceli dinanzi come se li conoscessimo, non ripetiamo certo un luogo comune. Certi ricordi della Sp.agna, in particol.1tc, acquishno oggi un gusto 1ingolarissimo. CHARLESMORGAN NEL BOSCO DJAMORE (SPARKENBROKE) VOLUME DELLA COLLEZIONf ''MEDUSA'' DI PAGINE 160 • LIRE 11 C2J!esto romanzo non è ,oltanto l'opera più importante di Charles Morgan - che L, fonl,ma e RJlr1III~• in 11110 ,f prahio, r,ubblìc.1ti nell.t Medusa , hanno g1.1reso pOpolare anchr in ltali.1 - ma è un.i delle più alte e signi~c.1tivc opere narr.ativ~ .app,1ne negli ultimi .inni. Morgan vi riprendt e vi complet.a temi e spunti e problemi a lui cari: il contrasto tra amor sensuale e amor spirituale; la morte, intesa in senso di continuitàedi complemento dcli• vita; la genesi dcll'opcr.1 d'arte nello spirito dell'artist.a; e, soprattutto, l.1 n.1tura dell'amore e dell'.arte qu.1li .ispctti di un.i medcsim.1estasi, collrg•ta. con \'idc.1 della morte. Al lettore italiano questo libro non potrl non riuscire gr.tto, per 1: bellissime visioni che I' Autore ci dà dcli• Tosc,il;n.t (gran putc dell'uionc ha luogo a LucCol) che gli è oltremodo can. Un,il;not.i di p.irticol.1rc originalit1 è data poi dai versi di Sp,1rkenbrokc, il protagonist.11,che .ihbondano nel testo: versi che in certi mommti cntuno • f.1rpule drlJ;1 n.lfrnione e A com· plctada, quasi intensihc.lta prosa. MONDADORI (
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