genza mcrcè le quali la frammentaria nazionalità si è ricomnosta in unità di posscc:.sitcr I itoriali e di atmosfera morale. L'c11pcricnza del passato non era stata invano per il popolo tedesco. Unità territoriale e, unità culturale non dovevano essere in conflitto. Il nazionalsocialismo avrebbe rappresentato. un giorno, b conciliazione e la saldatura di entrambi. La riforma lutcrana 1 della giustificazione a mezzo della fede. era stata un funesto elemento di discordia, gettato fra le popolazioni germaniche dal Reno alla Vistola. L'illuminismo e In filo~fia idcali!itica, quest'ultima bandita sistematicamente da un pcns<ttore della vecchia Prussia dei Cavalieri Teutonici, traducevano il soggettivismo rcligio~o del monaco di Wittel'ibcrg in M>ggettivismo gnosologico e in pragmatismo morale. Eliminato il trascendente come coefficirntc dìrctto e insurrogabilc della sah-czz religiosa, non rimaneva che la storia (..Ome valore centrale e primigenio di Ull.l civiltà e di una spirìtualità in formazione. L'illuminismo di Federico Il di Prussia prepara in qualche modo i Discorsi alla na.::.ionetedesca di Fichtc, e Napoleone è, per la Germania dcll1idealismo, quel che Carlo V era \(-ato per l'cvangclo della Riforma: stimolo e insegna di sollevazione. In realtà, a chi c<'nsideri1 con animo spregiudicato, la storia della Ge11nania moderna, dal secolo decimosesto ai nostri ~òorni, appare ben visibile una linea continuativa perfettamente coerente. li suo motivo immutabile è la ricerca dell'unità spirituale. La stess..1l.otta fra la Prw:sia e l'Austria che cos'è, se non la espressione di una rivalità, detcnninata unicamente dalla consapevolezza che 1a Germania non avrebbe potuto essere pari a se stessa :,e non il giorno in cui fosse stata integralmente fedele alla sua vocazione etnica e al suo ideale nazionale? Nessuno l'intuì meglio di Bismark. La eucrra del 1866 è un momento risolutivo di una lunga crisi,_di cui !-olo Oji!'~siiamo in grado di misurare la portata e le ultime conseguenze. E la pace di Francoforte non segnò solta·ito la più memoranda vittoria militan:· della Germania al di là del Reno, ma figurò anche come la simbolica consacrazione della grandezza imperiale teutonica. Fu la Baviera che propose eh~ il capo della Confederazione germanica fosse dichiarato imperatore. Si è molto discusso a proposito di quella pagina della vita politìca del Cancelliere di ferro, su cW è scritto: Kulturkampf. Chiusa la guerra francoprussiana, durante la quale era stato proclamato il dogma dell'infallibilità papale, Bismarck si era dato a pensare che l'l'("pero fosse minacc!at9 dagli intrighi clericali. Nel 1872 scacciava i ge- ~uiti, e un anno dopo venivano emanate quelle. famose leggi di maggio, per le quali I candidati agli uffici ecclesiastici dovevano assoggettarsi a un tirocinio di 5tudi laicali nelle un.iversità, e qualunque nomina ecclesiastica doveva ricevere la sanzione secolare. Ma tali lcaai, che riuscirono così dure alle autorità ccclcsia5tiche1 non mirarono tanto a colpire la genuina tradizione della classicità1 elemento indissolubile della cultura germanica, quanto a battere in breccia quella deformazione della clas~ sicit,ì. che è l'umanesimo scaturito dalla Controriforma; degenerazione, a sua volt.1, di quella e latinità> elaborata dai dotti del Rinascimento, che non aveva nulla di comune con gli augusti valori quiritari di Roma antica. Comunque sia, il nazionalsocialismo rende omaggio a questi valori, considerati come un elemento ineliminabile e inalterabile della civiltà europea. Nel kfei,i Kampf, Adolfo Hitler si è pronunziato, in proposito, in tennini espliciti e solenni: « La diversità dei sin- ~oli popoli non deve farci dimenticare Ja !!:rande comunità di r:11.za.Greci e Ro;:1ani si trovarono subitamente così v!ci11iai Germani perché ebbero le loro radid in un'unica razza fondamentale, onde anche le creazioni immortali dei popoli antichi esercitarono un'attrazione sui loro discendenti razzialmente apparentati. La storia romana nelle sue gr:i-ndi linee è, e resta ancora., la migliore maestra, non solo per 1I tempo nostro, ma anche per tutti i tempi >. Dichiarazioni così felicemente sintetiche e così equilibrate dimostrano come in Hitler riviva, come una for~a istintiva, l'intima ragione della storia 1 ANNOl~N.••-, :OOJO ••sa-IVI 11r OMNIBU I 11 SETTIMANALDEI ATTUALITA POLITIOAE LETTERARIA 1'11=======1 ESCE 1L SABATO 1N 12-16 PAGINE ABBONAMENTI ltalr!~~t8o~~ •1~\k; !::o~~~•r t622 OIJl'I IUKBRO UIU LIRA Jhoo.oriul, dlugol • fotografie,1110h, 11 ooD p~bblleatf, oon ll renJtvlacc,oo, Diruiou: Rom, • Piaua della Pilottà1 3 T,l,fono N. 66,470 .bulll.D..l1truiou: Xilaoo • Piana 0arlo Erba, 6 TalefocoN, 24,808 hbbUdtà: Per mlllimttrodi alita•, bue ooa colcnnat I,. 3, Rholg,ul all'Aguda O. Breach1 lii J 1 llaao, Via s-1..1. 111I,O, Telefo11200.&07 ,~==·=-=·~ MAGGI01938-XV/ O ■ NJBIIS PAGINA 2 C0NPE88I0NI E BATTAGLIE ALLA 1'BORSA DEL FRANCOBOLLO" DI PARIGI unitaria e della cultura genna.nica, nel suo duplice aspetto di etnica originalità e di indissolubile collegamento con la tradizione greco-romana. l due aspetti non sono dissociabili e si potrebbe dire che tanto meglio lo spi• rito della Germania cerca il suo complemento nella solidarietà con i e razzialmente apparentati >, quanto più viva ha la coscienza della propria originaria indiv~dualità. Nel suo istinto, che lo Colloca in una successione diretta coi grandi costruttori dell'unità territoriale e spirituale della Germania, Hitler ha fatto appello a qualcosa che è al di qua di tutte le discriminazioni politiche e confessionali. Ha fatto appello a quelle energie e a quelle virtù etniche primordiali, che appaiono veramente, attraverso un millennio e più di storia, come il fem1ento cost::inte e il fattore capitale di propulsione di tutta la sto· ria gennanica. Ha fatto appello alla vocazione della razi.a. E: come avere collocato una calamita al centro di un pulviscolo di ferro. Questo senso etnico si era andato affievolendo sotto l1uragano della disfatta e delle correnti bolsceviche. Egli l1ha risvegliato. « Manca >, sono parole ,ue, « al popolo tedesco quel sicuro istinto di mandria fondato sulla unità del sangue, che, specie nei momenti di pericolo, salva dalla decadem.a le nazioni facendo scomparire immediatamente ogni piccolo conflitto interno e opponendo al comune nemico il fronte chiuso di una mandria unitaria. Quale Stato, il Rcich tedesco deve comprendere tutti i tedeschi e poni il compito di estrarre e conservare da questa nazione clementi originari razzialmente superiori, e di condurli, in modo lento ma sicuro, al dominio». Altri. prima di lui, avevano celebrato il mito razzista, ma solo con lui l'appello alla continuità e alla funz.ione storica della razza germanica scende dalle astrattezze del mito per incorporarsi nella totalità del popolo e per rivivere nella sua pratica cd efficiente interezza. Per il Fiihrcr il razzismo è parte indispensabile e centrale di una visione del mondo e, precisamente, del- )a visione nazionalsocialista del mondo. « Questa concezione del mondo non può tollerare né contentarsi di essere un partito a lato degli altri, ma chiede perentoriamente di essere riconosciuta come l'unica e l'esclusiva, sì che tutta la vita pubblica risulti capo\'olta e plasmata dalle sue \'edute >. Se quest'opera di rìfu,.ione spirituale è stata così rapidamente conclu,.iva e così repentinamente vittoriosa, lo si deve senza duhbio alle qualità eccezionali del condottiero 1 ma lo si deve anche alla rispondenza profonda che la fomrnla naz.ional--ocialista ha trovato nelle aspirazioni millenarie del popolo germanico. *** Grandi speranze La signora Eleanor Roosevelt è, come s.i suol dire, una donna dinamica: viaggia in treno, in au10, in aereo, fa conferente, scrive libri e articoli (anzi tiene, in un giornale, una rubrica fissa intitolata My Day), riceve, offre pranzi, si taglia i capelli. Allo spirare dei cinque anni dalla sua entrata alla Casa Bianca, aveva percorso 200 mila miglia (quasi 321 mila chilometri). Nel cor- '° del 10l0 quinto anno, avc,•a percorso 43 mila miglia e aveva fatto cento disc.orsi. Alcune settimane fa, 'era ancora una volta in giro a far conferenze in California. Sostò a Los Angeles, cd ebbe l'idea di fare una ,•isita alla più piccola e deliziosa delle stelle del cinema: Shirley Tempie. Che cosa si )iano dette la Prima Signora degli S1ati Uniti e la piccola attrice, non si è saputo che in parte. A un certo punto, Shirlcy Tc1nplc annunziò alla signora Rooscvch la sua intenzione di andare a Washington per far visita al Presidente. Subi10 la signora Roosevelt annotò in M 1 Day: < Io spero che manterrà presto la promessa>. Mobilitazione delle Gheisce Qualche settimana fa, una riviita inglese ha pubblicato la notizia che il prdct10 di poli:tia di Tokio, il signor Tomata, in seguito a istrnz.ìoni ricevute dal ministro per l'Interno, ammiraglio Nobim:ua Suetsugu, ave,,a ordinato la chiusura di tutte le sale da ballo del quartiere di Ginza di Tokio per rispetto ai combattenti in Cina. In,ecc, le case di ghcisce non furono colpite dal predetto ordine, e cioè rimasero aperte, e anzi le gheisce riceverono istruzioni di vestire con modestia e di e insinuare considerazioni morali nelle conversazioni con i loro clienti >. l proprietari delle sale da ballo, colpiti da così draconiana misura, si difesero come poterono, e soprattutto frccro presente al prefetto Tornata che la danza è uno sport e, come 1alc, tende a procurare alla patria saldali più vigorosi. Poi, per placare il rigore df"ll'ammiraglio Sucuugu e del prefetto 'I uma1a, proposero di accrescere la rispettabilità dei loro stabilimenti iuituen• do, per uso dei frequen1a1ori, corsi di .seri siudi in materie come il cerimoniale da osservare nt-1 servire il tè, l'etichetta, la disposiz.ionc dei fiori per decorazione e cosi di u:guilo. EMi assicurarono che, con queSIC aggiunte, le sale da ballo sarebbero divcn1a1c non meno utili delle case di ghci.1Ce. Ignoriamo, fino ad oggi, se le loro proposte sono state accolte. Un genio Benché poco conosciu1a in Europa, Gertrude Stcin è considerata da molli ameri• cani come un genio. A dire il vero cominciò lei a proclamarsi un genio e, a forza di ripeterlo, fini col farlo credere agli altri, o, per dir meglio, ad alcuni, perché fors~, in fondo, la maggioranza del pubblico americano o non ha mai lcuo i suoi lambicc;11i ed t;:rmetici volumi o li ha letti e non ne ha capito niente: csa1tamcntc come noi. Essa disse una volta che e ave\•a impiegalo quaranta anni della sua vita per imparare a scrivere>. I primi libri dovone siamparli a sue spese e prr un quarto di secolo furono la disperatione dei lettori di buon senso e la dclizi:i. degli mobt letterari d'oltre Allantico. Tutt'a un trat10, ha raccont:&to New Review, con grande meraviglia di l\1tti e s~cialmente sua, il successo le arrise: all'età di anni 61 diventò uno degli autori e più venduti>, come dicono gli americani. Originariamente la S1ein era una s1udenle!Ja di medicina. Duran1c la guerra, venne in Europa e prestò servizio per la Croce Rossa amcrirana. A Parigi conobbe molti artisti e incoraggiò alcuni giovani a scri- ,·cre, fra gli altri Hcmingway. Nella sua casa al Quariicr Latino, teneva corte. Sulle pareli correva il suo motivo fa,·orito: e Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa>. Poi si vesti da uomo, in nero, pantaloni e calze di lana, si tagliò i capelli e si pr~ clamò un genio. E da allora ha continuato a ves1ir da uomo e a proclamarsi un genio. Ecco alcuni esempi delle sue quintessenziali sentenze: e Alice B. Toldas fece il suo e ora ognuno farà il suo. Alice B. Toklas dice e se essi tu1ti fanno il loro, la via che essa fece la sua. ln primo luogo essa non aveva bisogno di es.5creAlice 8. Toklas, se deve essere del lutto lei deve essere Alice Toklas e nella traduz.ìone francese era Alice Toklas in francese po1eva non essere Alice Toldas ma in America e in Inghilterra anche Alice 8. Toklas era più che Alice Tokla.1. Alice Toklas mai credette questo e sempre disse così>. Dalla prefaz.ione al suo uhimo libro: e Noi eravamo con qualcuno e fummo invi1ati a un tè alla Casa Bianca e vi andammo. lo non c'ero mai stata prima di allora. Noi er.wamo i soli invitali al tè, noi andammo su per le scale e non più per le scale e in una camera di passaggio prendemmo il 1è in una camera di passag• gio che non era una sala. La signora Roosevelt era là e ci dava il tè, essa parlava di qualche cosa e noi sedevamo presso qualcuno>. Altro c1cmpio: e Noi eravamo per andare a pranzo a Bcvcrley Hills, che è lo stesso come Hol. lywood questo io ho detto che do,•cvamo incontrarci con Oashicll Hammitt e Charlie Chaplin e Anita Loos e suo marito e Mamoulian, che stava dirigendo qualche cosa, e cosi facemmo. S'intende che Charlic Cha. plin mi piace egli è uria gentile persona somigliante a uno zingaro spagnolo torero >. Ancora: < Nelle novdlc inglesi un baronetto è sempre villano e CMatteristic:o. lo ho CO· nosduto in vita mia due baronetti e essi non erano affatto villani, erano gentili e dolci, ma erano cara11cristici Berty Abdy è l'uno e Francis Rose è l'altro. lo li conobbi quasi nello s1esso tempo, ma non insieme no naturalmente non insieme >. Abbiamo ~etto che l'autrict' di queste e sentenze> è considerata in America CO· mc un genio A. G. ffO NOX PRETENDO giudicare il capo l.,1 ddl:i odierna Gumania dalla com•er- ,a:-:ionc di pochi minuti che ebbi con lui a un tè, ché a qursto si riducono i miei contatti pcnonali con lui>, cod ha scri110 recent('mente di Hitler il maggiore F. YcauBrown, l'autore di Bental Lanur. e Solo esporrò alcuni clementi più importanti sui quali si fonda la mia intuizione e che mi ranno crederr alla sua onestà Anche l'intuiiione conta qualche con: io ho incontrato, nella mia vita, molti uomini importami di diversi paesi, ma solo due mi hanno fauo la sceua imprcuione di pure:r.a fi1ica e mentale, che mi ha fatta Hi1ler: M. K. Gandhi e T. E. Lawrence. e Nelle personalità di Gandhi e di La• wrcnce si vedeva brillare una strana luce: interiore. Lo ucsso si dica di Hitler. Come quelli, egli è nella vita privata umjlc e asce1ico; come quelli, ma in maniera anche più evidente, egli governa gli individui e le molti1udini con un potere che è verosimilmente al di fuori di lui. Nel corso della sua vita, Hitler è stato oggetto da p~rte delle masse dell'ammirazione più fervida e più sincera, più dì qualunque ahro uomo della storia. Questo è un fa110, che CQloro i quali odiano la sua politica non dovrebbero ignorare >. Fino a questo pun\') il maggiore F. Yca1sBrown non ci dice nicn1e di imponanlt" sulla personalità del di1ta1orc tedesco. Che Hitler governi individui I" mohi1udini con un po1cre e verosimilmente fuori di lui>, non è che una frase:. E, del resto, sarebbe, forse, più giusto dire che go\'erna con un po1cre che è dentro di lui, che emana dal suo intimo, o, per usare una parola di Trcilschkc, e di cui porta nel suo peuo b. legge•· Quanto poi all'accenno a Gandhi e a T. E. Lawrencc, sia pure dal punto di viua della e pureua fisica e morale >, il meno che si possa dire è che il paragone sembra sorprll"ndente. T. E. Lawrencc, l'au1orc dei S~tte pilastri della sa11eao, campione di e purezza fisica e morale >? Sarà HITLER ORATORE )1 \ PARTE ~he segue, dello scri11o di l!J ~eau-Br~wn, è molto più meritc\·ole d1 at1enz1one. Vi si dcscri\'e l'ora1oria di I litler e l'effetto che essa produce sulle folle. Per chi, come noi, non abbia mai ascoltato da prcuo un discorso del FUhrer la descrizione è di uno straordinario inte• resse in quanto può aiutarci a risolvere uno dei più importan1i problemi umani e storici della nostra epoca: il e segreto> di Hi1ler, la ragiont: del suo fascino su un popolo di 011anta milioni di uomini che è poi la ragione della 1ua potenza. ' Tutti abbiamo udito Hitler per radio. Ma un domina1orc di folle non bas1a udirlo: bisogna , edcrlo; e, sopra1tu110, bisogna vedere la folla che lo ascolta. Yeats-Bro~•n ha a.scolta10 più ,olte Hiller da presso e ha poluto rendersi conio di quella specie di magnetismo che si islituiscc fra un sirratto oratore e il suo uditorio. E, sebbene z.bbia udito altre voci di ora1ori più fluide e più melodiose, mai ha vis10 nt:ssuno cscrcitarc un simile incanto su un uditorio. Tu11i ricordano il grande discorso chi' Hitler pronunciò all'Opera Kroll il 20 fcb• braio. Quel discorso durò tre ore e fu tutto lct10, lc110 rapidamente, senza pause, tranne che per gli applausi. Ebbenc,'penino dur,rntc un'ora di aride sta1istiche Hitler tenne tutto il pubblico galvanizza;o dalla cadenza delle sue frasi. Durante i passaggi reuorici, la sua voce saliva ad ahczza di delirio: egli si trasformava, era invasato. Si era in presenza di un miracolo: il fuoco sarebbe po1uto cadere dal cielo o il grande lampadario sarebbe poluto precipitare gil1 e fracauarsi, che nessuno si sarebbe mosso: la tensiçnc era quasi intollerabile finché quella voce passionale non era so,·erehiata dal grido dell'uditorio. Era ,ero dcli1fo. Hi1ler era in quei momenli in uno stato frenc1ico, ma riusci,·a a scaicnare e a mantenere quella atmosfera di quasi isteria senza perdere il controllo di se ~teno: quale che foue la sua emozione, , o... , a le pagine del discorso con mano ferma. Un intenso fervore rnis1ico e una intuii.ione più che femminile si combinano, in lui, con un cerveUo freddo e una { orte \iOlontà GOVERNAREE SOEGLIERE (n\ UEST1\ è solo una parte del segreh.l \!j della potenza di I litlrr. L'ahra parte del suo genio, S('Condo Yea1s-Brown, consisterebbe nell'arte di scegliere l'uomo ada1to e il momento adano per realinarc i suoi sogni. < lo ho la sicurcLza di un sonnambulo>, diue al momento della rimilitarizzazione della Renania, quando una metà dei suoi generali si aspettava l'invasione francese. Egli ha sempre agilo per is1in10 e ha sempre a,•uto ragione, finora. Del pari, ha a, uto ragione gcntralmcnte nella scelta dei compagni. Come inevitabilmente accade sempre, in simili casi, al• cuni dei suoi sostenitori erano indegni; ma in nessuna rivoh11ione, dice Yeal.S-Srown, ci furono meno lo1te cruente fra i capi, che in quella nazista. Guardate i capi che sono immediatamente intorno a Hitler. G0t:ring è una mente acuta: e se è così grasso che sembra abbia dif. ficoltà a mettere le mani insieme per applaudire, questo è conseguenza di ferite di guerra, non di pigrizia. Frick, Ley, Kcitcl, von Neurath, ,·on Ribbcn1rop, Heu, pallido, dallo sguardo grave: lutti tipi fini, magri, ,·irili, auivi. Mette1eli a paragone con membri del parlamento inglese o di quello francest:: Ycau-Brown teme che il confronto sartbbe sfovore, olc alle demo, crazic. LO STILE Il!TLER 'fl O SCRITTORE inglese crede di ri- ~ conoscere il « gus10 prrsonale del Fi.ihrer > in mohi degli immensi edifici pubblici della nuo,•a Germania, nelle grandi au1os1rade, e persino in cose a~ai più modcs1(', come per esempio nell'arreda• mento ,cmplice, ma ammirabile del ristoran1c del fratellastro del Filhrcr, Alois Hitler. Non è ardito presumert:, egli dice, che si possa leggere qualcosa del carattere dell'uomo nrllo uadio di Norimberga, nel Tempio d'onore a ~fonaco, nell'Università di Sonthofen, nella Scuola delle S.S. a Toclz Qucst<' co1t1 u7ioni sono nello nesso tempo ardit<' e semplici, e ricordano l'epoca gi~ vanile e più virile dell'impero dei Gran Mogol. Forse più che di un gusto personale di Hitler, Ycau-Brown a,-rebbe dovuto parlare di uno e stilf" > Hitler. Se le sue osservazioni sono e.sane, la Germania a,•rcbbc raggiunto quella e unità di uile artistico nellt:" sue manifeuaz.ioni vitali >, che, secondo Federico ~ie1uche costituisce l'esscnz:;. ver:i della cuhura. E questa sarebbe, forse, la più grande, C('rto la più nobile conquista di Adolfo Hitler. Pc,rché il punto è ques10: la Germania degli Hohenwllcrn non ebbe una cuhura. Certo fece cose notevoli: vinse una grande guerra con la Francia, coltivò le ,cienie morali e naturali, ccc., ma non ebbe una <cultura> nell'alto senso nic11.schiano della p.irola, perché non ebbe e uni1à di stile ». !'-,on siamo noi a di,lo: lo dine Federico Kiett5ch~. Secondo lui, il 1edesco dei suoi tempi e vi, e,·a in un miscuglio cao tic-o di tutli gli scili >, accumulava in1orno a sé le forme, i prodot1i e le curiosità di tutti i tempi e di tulle le regioni e viveva fra un modernismo variopinto, che i suoi sa• pienti analiz:z.avano per \edere e quello che ,i fosse di moderno in sé>. Ma, prororn· ~va con vccmenu il filosofo di Zara1hu1tra, questa non è cultura: questa è una flem• rnatica inunsibilità alla cuhura. Se le coMtataz.ioni di Yca1s-Brown sono esatte, ques1a Germania è fini1a, è scoJll· pana. Al suo posto ~ una nuo\'a Cerma• nia che ha un unico stile, cosl nelle sue rna.nifcstazioni grandi e solenni come nrllt minime e intime; cosi nelle grandi opere pubbliche, rome nella divisa dei suoi uf• ficiali, come infine nell'arredamento. Ardito e ft"mplice, definisce lo scrittore britannico questo s1ilc della nuova Germania: ardico e St'mplicc come 1u1ta l'opera di Hitler, come la sua l'ita stessa, la cui cos1ante di• ,isa fu di osare in semplicità e di rimaner Sf"mplicc nell'ardimrn10. MISTIOAE OU!l.ADEI PARTICOLARI (~ I e, d'accordo, in genere, in Gcrma- ~ nia come all'estero, nel rieonosc:cr• un fondo mistico nella na1ura d1 Hitkr. E, senza dubbio, questo fondo c'è c,d è gran parte della sua personalità. Ma, come mohi genuini mis1ici, egli ha anche una grande cura dei particolari. Ycat•-Brown ebbe occasione di vedere gli appunti originali che: Hider preparava per i primi discorsi: appunti ordinati, metodici, scriui con grande chiarezza. Ciò che inte• ressò in modo speciale lo scri11orc inglese fu una serie di note di Hitler sul trattato di Versailles. Nessuno studente, che prepari una 1esi, organizzerebbe il suo materiale cosl accuratamen1e, come lo organizzava questo fucuro dittatore. Le pagine dd 1ra1ta10 stampllto sono state 1agliate e i pezzi sono s1ati incolbti in margint: ai fogli di appun1i. li contenulo di ciascuna pagina è souolineato in rosso e nero, ,in modo da richiamare l'atten7ione del lcuorc sui punti più importanti. Da alcuni paragrafi parte una freccia, che conduce al margine, don:· Hitler ha segnalo riferimenti e rinvii (per esempio: e riparazioni in denaro vedi pag. 6 >, oppure: e consegna. delle n,nri vedi pag. g >) e ha fatto co• piosc note. Tutto dimostra con quanta cura egli preparane quei discorsi, che i suoi critici credc,•ano non fo~scro che esplosioni di una furia rimbombante. GERMANIA E INGHILTERRA )1-.; ULTIMO Yeau-Brown si pror,onc il lJ quesito se l'Inghilterra debba avere fi. ducia in qucs1'uomo straordinario. t un q111•si10da cui dipende la pace del mondo Se' l'Inghilterra ha fiducia, si può contarr \u un , entcnnio di pace mondiale. E ,e l'ln~hilterra non ha fiducia, allora il cataclisma è inevi1abìle. Yeats-Brown espone le ragioni per cui siima che I lilicr sia « un uomo di saggcua e di onore >. Certo t:gli gode della fiducia della Germania come nessun uomo ne h,1. mai godulf\ Srnndo così le cose, le quçstioni dd! , , ,1\lovacchia e delle colonie cx-tcdesch, ,ono un abisso incolmabilr fra i due p.11 ,. Una \'Olta che qucs1e di!- licohà siano risolte, risohe non nccenariamf'ntc secondo i desideri della Germania, ma almeno sulla base di un amichevole com. promesso, sarà aperta la da aJ disarmo e alla riconcilia1.ionc gencralt'I. Ci sia permesso di rilevare che YeatsBrown non fa il minimo accenno al mod~ in cui quelle e difficoltà> pouano cSM:re risohe. Dice solo: e sulla base di un amichc,•olc eomprome1so >. t piuttosto vago. IL SERVIZIO DI GUERRA lf\\ I SOLITO, cosi in Germania come lJI all'c~tero, si ricorda raramente il scr• \•iz.io di guerra di Hitler o vi si accenna senza insistervi. Eppure fu un 1rr- ,itio ahamente onorevole. Yeau-Brown potè consultare i documenti ufficiali degli archivi nazional-soci:ilisti di Monaco e, in base ad essi, riassume la carriera niilitarc di Hitler come segue: Prese parte a 1rentasei azioni sul fronte occidentale, Il 2 dicembre 1914 fu insignito della Croce di ferro di seconda classe. Il 3 aprile 191s fu lcggermen1e ferito. Il 1 7 settembre 1917 fu insignilo della medaglia mili1arc bavarese. Il I o maggio 1918 fu menzionato all'ordine del giorno. Il 4 agosto 1918 fu insignito della croce di ferro di prima classe. Il I s ottobre I g 18 fu colpito gravemente da gas. Nel 1928, un giornalista inglese gli chies.c come avene rice:"uto l'ultima onorificenn (la crocf': di ferro di prima clauc) che ,,cniva assai raramente concessa a sottufficiali. Rispose che la aveva avuta per aver fatto da solo cinque prigionieri. ll~~;r 3 :1t~~' ;:~: ~:1t~;:r:a~~o~:~1!:;t 1~i qu<'llo che fece in guerra. HICCIAJlDET'ro
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