Omnibus - anno II - n.19 - 7 maggio 1938

ANNO Il - N. 19 ROMA 7 MAGGIO 1938-XVI wa~® DI URVDIQ :,O:elsecondo anni, ersario della proclamazione dcU'lmpero, pubblichiamo questo ,crit10 che fa parte del di:u io di Neggadras Afc- ,, ork Chebre Jesus, ex'-minisrro d'Etiopia a Roma Questo documènto, che traduciamo mteJ(ralmentc, narra le giornate che precedettero la conquista d1 Addis Abeba. e l'epico ,,olo del capitano Galeazzo Ciano sulla capitale. Le,atosi m rico~nizione la mammt dd 30 aprile 1931\, Galea,ao Ciano sonolò Addis Abe~a. atterrando arditamente in un campo J'a, 1a11onc della città. Dopo aH!r piantato il gaJ,tliardetto dello. Oispt:rata •, rip,esc il volo e ritornò alla base nonostante che l'al:'roplano fo:!>sestaio colp110 da vari colpi d1 antiaerei etìop1c1. 01 questa impresa il documento che pubbhch1amo è la puma testimoniamca, in hn~ua amarica, che ci gmnS(e dal campo av• \Crsano. sèntto ndlo sule st.mplice e d1sa• dorno ddle antichc·c,onachc, ,i,da il candido ,entuncnto d'ammnazionc di quel popolo per un av,cn1mcnto ch'ebbe, a1 suoi occhi, un s1~nifica10 mnico. f'l\tPERATORE A1lè Selassiè, dopo & •" cr perduto a Mai Ceu la millenaria Corona d'Etiopia, si diede alla fuga, non solo per paura, ma anche perché vi fu costretto da ras Cassa: così si racconta. La fuga avvenne fra tante difficoltà e poiché tutte le popolazioni del Lasta e ddl'Uollo gli tende"ano un agguato per ucciderlo dovette dì giorno nascondersi nei boschi e nelle grntte, e continuat"c la pct"icolosamarcia nelfo notte. Dopo quindici S('.tomi di viaggio, la sera d1 venerdì primo maggio (secondo il c::t.lendariogregoriano) raggiunse Addis Abeba. Ciunto- "i, dubitando sulla fedeltà dei propn soldati, ,·olle simulare la nomina di ras Ghiettacceu a ministro ddla Guerr.1, procedendo inoltre alla nomina di altri capi. S1 recò alla Legazione d'lnghilterrn pel' prendervi consigli, e ne rj;omò a m('zunottc. All'alba fece sali.re sul treno i propri figli e la moglie. Pl"eSigli accordi col J1rcuore delle feno\ ie e stabilito 11 posto dO\C do"eva attendedo 1I tl'eno, per non essere riconosciuto, sali su un'automobile e si avviò direttamente ver-so il Mcnna. ghcscià. Uscilo dalla città e giunto al posto do,e il treno lo attende\·a salì sul treno unitamente al suo personale ed ai suoi vari capi e parti verso Gibuti. Fu un p~nico in città quando si sparse la voce della sua fuga; incominciarono i saccheggi, gi1 incendi e le aggressioni. Alcuni insc- ~uirono il Negus a cavallo con l'intenzione di ucciderlo, ma giunti sul posto dove il treno lo ave\·a atteso non tl'O\·arono al•.o che l'automobile vuota e, am1bbiati ;cr non aver raggiunto il Negus, scaglial'0no dei sassi e coi calci dei loro fucili ronn.irono l'automobile e con le loro spade tagliarono alberi e piante. In quel j!iomo le truppe del :\1arci.ciallo Bado~lio 1.i accingevano a -.onnontarc, sotto le- piogge e traverso i pantani, l'impervio teneno, le saluc e discese del Tennaber; e dalla parte di Uorreolu avanzavano per l'altopiano, vel'SQEntotto .\lari.un, le truppe del generale Gallina. Il gcner.tlc Gallina per la sua intl"epidczza era oggetto d1ammirazione da parie degli abissini, tanto \-Cl'O che dicevano: Pcrcht! lo chiamano gallina anziché aquila?•. Tre uiorni prima dell'arrirn in Addis Abeba delle truppe del ~larcsciallo Badoglio e del generale Gallina e pl'ecis:lmcnte 11 giorno della fuga dell'lmpel"atore ..\ilè Selassiè, un aeroplano si vide da lontano, come in sogno, sorvolare i monti Ji Entotto ~lar"iam.Non ci:ano passati tl'e -minuti che l'aeroplano giunse in città, nel Ginnm1cdà. :--:onostantcla ,·iva sparatoria di mura• i;liatrici e i rombi det cannoni che facevano confusione nelle orecchie, 11 fumo prodotto dabli incendi nella città che forma"'a delle tenebre sul cielo, l'acr"eosi abbassò, come un'aquila che rapisce il pulcino. fino ad arrivare un palmo sopra il suolo; vi piantò la bandiera e tornò in cielo. Po,, l"i!)a)iin alto, volò su tutta la città e ~comparve. Al suo primo arn\-o la gente tremava per paura di bombardamcmi, ma il suo l'itorno senza arrecare danni a nessuno dc~tò ammiraz1onc. Con questo atto ~1 manteneva la pro. 11\cssad1 .\1ussolini, all'inizio della guel'ra, J1 non distruggere Addis . \bcba con bombardamenti. La \ couta dell'aereo che piantò la band1er-..ifu cosi mtcl'prctata dal popolo d1 Etiopia. La bandiera fo rn,·nuta (;orne la colomba dei tempo di ~oè. Gli aviatori l1.1nno rnluto piantare la band1l'fa per ·u.:mficare la fine della guerra e _la conqui:na completa cd eterna del_J'Et1op1ada parte dcll'!taha. e pcl' annunciare eh~ alla ~ucrra è subentrata la paciee la tranquillità. Ed 111 verità questo ::mnunz10non e solo per ,I popolo d'Italia, maè anche u_n~rande .mnunL.10per le pop0laz1on1d'E11opiache con qucMo ~iorno vedono per sempre la fine della schia,.,1tù. NECCADH.A~ AFE\\ OHK GHEaRF" Jl-.,SVS ft.\ più di undici secoli il popolo 1JJ c;ermanico è in travaglio per la conqui)ta di un'unità etnica che trovi il suo sostegno incrollabile e la sua sanzione inoppugnabile in una so• lida e organica unità territoriale. Altri popoli partirono da una co1ti• tuita unità culturale per approdare al• l'unità del territorio. Altri, invece, presero le mo!>SCda una dclimitaLione fisica e territoriale, agevolmente rico. n~cibilc e susccnibile di facile difesa, per elaborare una loro cultura e una loro fede nazionale. :\Tiente di simile presso i Germani. che hanno dovuto lottare parC'cchi se• coli per conseguire in pari tempo l'unità territoriale, come mostrano le fasi drammatiche della loro storia, segnate d.1.llcfratture e dalle contraddizioni fra l'una e l'altra parte dell'arduo e com• plC!IWprogramma. Per cui si verificò, di volt..t in volta, che la vagheggiata unificazione spirituale sembrasse tradur• si, in pratica, in una rovinosa ~issione territoriale, o che la riconquista di una zona del territorio vulncras~ pericolo• ~-u11ente la solidarietà culturale. Ora non (<lrcbbc il nazional~iali-;mo 1 col ~uo appello all'unità della razza e del sangue, il coronamento definitivo e vittorio,o di un\v~pcttativa e di un',tsp1• razione dodici volte ~colari? franchi e Germani u~irono dal mC'• de,imo <;t•mcnz.;.1dioi popoli addem,,fr,i nelle brumose caligini della prt."istoria nel territorio a nord e ad e.,t delle Alpi. Trasforrn.itisi al cont.mo con la civiltà romdna, i FrJrlrhi ritornarono nd territorio dal quale erano ini7i.tl• mente pJrtiti, per incivilirlo e tra'ifor. marlo coi m(·ni dcli., loro guadJgnata cultura. Si <.:ost1tuivano,co.,i, continu,l• tori di Roma. Era destino ..,torico che i frnnc;hi, lati11in.-t1t1 1 port.,c;~ero a tcr• mine l'opera l,1M.i,1t.1 ,.1 metà dalle Legioni. I Gnm~m, ricnttttro, co-.ì, dai Franrhi i-.tituLioni n·golari e battt-.imo ..cristi.mo. ~1.1 rict·vuto questo f' a,\unt<· qucll(', --i dil·dcro imnwdiatamt·ntt· Jd una rifu-.ionc e ad una a,-.irnilaLionc originai(' del p.Hrimonio .,piritua.le mu• 1"1 PAGINE UNA LIRA SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE El n - IL 0IUB..U(ENT0 DELL'E8ER0rT0 TEDES00 tuato dal mondo franco.ci istiano, per costituirlo plasma di una civilt.J e di una cultura confo1111iallo :tpirito e alle peculiari esigenze della razza. _ Nel 919, la Germania si sceglieva per la prima volta un capo nazionale. E fu il sassone Enrico l'Uccclbtorc. Lo Stato gennanico non occupava, allora, un territorio ragguardevole. Si può dire che comprendesse solamente il pae!oe racchiuc;o fra il Reno, le Alpi, gli Er,,gebirge e il cor~ inferiore dell'Elba. Ma in pochi decenni il giovane Stato, tutto pt:rvaso da un anelito alla conquista di una salda unità territoriale adeguata alfa sua recente autonomia politica e morale, raggiunge uno wiluppo imponente e a!o'iurgealla dignità c. alla efficienza di org,t11i~moprcpon• derantc nel mondo cri<.ti.rno. Ve~o ovest, valica vittoriosamente il Reno e swndc le we vigoro)C propaggini nel regno della Lorena. Vel"'lOnord, prende l'offensiva contro quei Nonnanni dai quali per circa un -.ccolo aveva dovuto pazientemente difendersi. Jn. va.dc, co:.ì, lo Jutl.111d e fonda sul• l'i:.tmo chC collega que:.t<t p<.·nisolJ al continente I., marca o zona di frontiera fortificata, che è lo Schleswig. Vn'iO levante, al di là dC'll'Elba, nella V;Htapianura, -.u cui viveva .rncor,l allo stato barbarico la rau.a c;J,H·.,,i Gcr• mani penetrano ton flu,,o imponente <· !itabilis<.:onola loro q:;:cmoni,1 a,,imilatricc. Il gr,111dcimpero d<·gli Ottoni \1('nnc ,t rappl'e~ntarc la prim.1 '-Olcnne csprc,i;. 'iionc unit,1ri.1 della r,1ua. g.crmanica. Si può dir<· che ,il ,ccolo undtxi1110 l'lm· 1x•ro teutonico <·omprl·nde più drlla mrtà dd inondo '('1 hti.rno. C'n dominio d- quc-.te propm/.ioni 11011poteva non in~<.·ncr,nc conflitti ,;1-.prie trav<'r-,ie 101$01'<.lllli. La mal dc• finita divi,iù11C'di poteri f1a Impero i· JJ.1p.1toda un.t p,utr, b me,colanza di poteri vC.'.co,·ili e di di~nità fcu• d,di dJll'alt,a, ,u,<lt.ir"'OrHJ loth.' ~ran• dio,,·. du.: irnpn·,-.(-ro un ritmo di \'Cra drammaticità ai momenti salienti della storia medievale. Con la caduta degli Hohenstaufen, incomincia pcl S.1cro Impero romano. gcrm..tnico un'epoca laboriosa di ra.c• ,coglimcnto e di rifu-,ione. t. l'epoca ddla decadenza di tutte le grandi ìsti• tuLioni del m<'diocvo j P.1pato, cavai• leria1 crociate. Si potrebbe dire che, proprio in ragione clclld !iua piò intcnsà J):.lrtccipazione alla vita unitaria del mc-diocvo, la Germania risenta più rudemente della cri!oi universale. Ma è altrc·ttanto vero che alle forze dis~lvitrici della cri'ii storica e i!itituz.ionalc essa contrappone un,1 volontà di nuo• va sintesi, che pare ~fidare vittorio--a• mente tutte le .,vvc1~ità e tutte le ne• ga1.ioni. Ta~li,ll.i dal sud, la r,u1..a gC'rmanica \ciamava irrc-.i'>tibileal di là ddla fron• tiera del nord.est. Una specie di avan. guardia tedesca, in,inu.rndosi nei paesi slavi, conquist,1va durante il ..ccolo dr• cimoH•r70 nuovi territori lungo il Bai. tico. Era 1.1 rnrdc,ima opera di gcrma• niu..u:ione compiut.t\i fra l'Elba e l'Odcr 11cl Brandcbmgo. L'attività di- \ciplinJta dcllJ. 1:1✓✓-a !ii manifcst.1 at• tr,1vcr-.o l.l fond..tzionc di saldi nuclei colonia li ,ul b<h:.O Nièmcn e sulla ba,sa Ouna. Sono i ca,·Jlicri teutonici, che affid,mo ali,\ ipad,1 qucc;to ambizioso di• \l'gno di pcnetra1.ionc etnica e di Or. l{,tnizza;,ionc na7ionalc. Qi rup,ltO il tenitorio di Kulm, piaz• ll'forti romc Thom e :\L1ricnwcrdc eril· no innalzate lungo il cor<;0 della Vi- !otola. Poco dopo la metà del secolo d('C::motcrLoè fondata Kocnigsbcrg. La Pru-...ia er,t onn,1i gcn1uni1..1.ata, e da quc!)t'ala cstt·ern.l drlla raa.1 gt·tmani• ca, spintasi \'Crso il ~ttcntrionc, un giorno ri0uJT.'t "li tutto il tt"rritorio il -.cgno della rito,t1tu;,ionc unitari,l. Ma qu,,IC' lunga r tormcnt,Ha viet·nd.1 prima che il '-Ogno po!,.!,atr..tdu~i in n:alt.\ 1 Qu, 1do A:liAb'ibur~o, nelle• cui mani era p:1-.,,u.1.la dicrnità imperiale dt·gli Otto111, ,1·111h1";11ono cont-11ni11.1r<' il iOgno unifario germanico attraverso la mescolanza di sangui della loro casa, la Germania tentò di riguadagnare la .._uaOS\;Lturaunitaria mcrcè una rivolu. pione religio'-a che doveva avere le più straordinarie comèguenzc in tutta Europa. Non ,i dovrebbe mai dimenticare che il monaco ~1.trtin Lutero si trovò a \\'onns a levare la sua fatidiCtl voce, non contro un sovrano gcrmanìco, ma, in re.1ltà. contro un sovrano straniero prevalentemente spagnolo. Rampollo ddlc quattro ca~ di Aragona.. di Castiglia, di Austria e di Borgogna, Ca.rio V compendiava in .-.é le qualità dif• fcrt.'"ntie, :.otto vari aspt·tti, contl"astan• ti, ddlc ca~ da rui discendeva, come ne aveva raccolt!i in en•dità i diver:.i domini e i molteplici Stati, Lo spirito ~ttilmC'ntc politico e non di rado astu• to del suo nonno Ferdinando il Gatto• lico; la nobil<' dignità ddla ~ua nonna h,lhclla di C,1!.tiglìa. a cui ~i era mescolata l.1melanconica tristcr.,.a di Gio• vanna. la Pazza, sua madre; il v;,1lore cavallcrc,ço e pieno di inizi~tivc del suo bisavolo Carlo il Temerario, cui <.embr.l.Vara-.'°migliare p<..'rle sue fat. tcac; l'ambi7iOnc industriosa, il gusto dcll1.·belle arti, il talento per le scienze meccaniche del 5uo nonno Ma\~imiliano; tutte quc~tL' (Jualità gli erano ~tate tra(mc:.sC' con l'eredità dei loro domini t· dei loro VJ'iti di.segni. Carlo V si accimc a continuare, fondendole in• sicme, tutte qut·,tc politiche differenti. Comolidò L1\solutismo monarchico in Sp.1~1u, volle il Mibnc..c in Italia, affrancò le Fiand!'<' dalla tradizionale so• vr,rnità fr,,nc,·Sl'", frenò l'invasione tur· ca. pro-.eguì la conquic;ta ddl' America. Er..1troppo e tropµo poco. Troppo p<'r un -.<.lg-niompcri,llc; troppo poco come prL',erva,ìonL' dd vecchio spirito gcr• m<wic-o.E un monaco gli rcsistl'tte. Si verificò. allor,1, la !oitua1ionc pili p.ir,1do,,,llC di tutta la stori., gcrm.rni. c,1. Quella ri\'olu1ionc rt·ligim.a, che av1d>hc dovuto offrire il cemento coc• ,i,·o .ili:,. \ ccchia ;mima della razz.1.nel momento di un.1 più 0111ogcm·..1e di• o;.ciplina.t~u1nità tc1ritoriale. fu, invece, la causa di una profonda lacerazione, che ha pesato sinistramente fino a ieri su tutta la moderna storia tedesca. Quanto complesso e delicato fosse il problema ù1e la Germania nazionale cr.1 chiamata a risolvere nella seconda metà del secolo decimosesto, il problema territoriale e morale in<..iemedcll'unità 1 apparve ben chiaro attraverso le succesive.. incongruenze della situa~ zionc. Carlo V sconfiggeva a Mi.ihlberg, nell'aprile 1547, i prìncipi protestanti confederati, mcrcè l'appoggio di un pro• te'-tantc, Maurizio di Sassonia. :Ma al• l'indomani di Miihlhcrg 1 Maurizio si ricordava della sua fede, e, scendendo in campo contro Carlo V1 lo costringeva a rifugiarsi nelle valli silcnzime della Carinzia. Il Concilio di Trento, che attendeva l'imperatore vittorioso, si :.eioglicva nella desolazione. Naturalmeme quanti da secoli erano ahituati a pavcntart: l'unità della Gcl"- mania, profittaron? come meglio poterono delle discordie che la diJacera• vano. La guerra dei Trent'An~i sembrò favorire tutte le insidie e tutte le 1·ivincitc. Richclicu ne trasse i maggiori vantaggi per la ~icur,.zza della frontiera francese, e .Mau.arino, suo g:cnialc continuatore, riu'iCiva a far trionfare, nel trattato di Vestfalia, il principio del frazionamento territoriale. Quel trattato riconosceva non meno di trecento e qu.uantatrè Stati in Gcr• mania, cia,i;cuno dei quali era insignito del diritto di ~tipularc alleanze particolari con potenze :ttranicrc. t:. dopo la guerra dei Trent'Anni che gli Ab-.hurgo <l'Austria rinunciano a vaghcgg'i.trc l'unità tcclc-~ca.Essi tra~u• rano, oramai, gii intC're:.!iimpcri:lli per o,cupar,i unicamente dcì loro Stati ereditari. Si coi,,titubce, CO<;Ì, per metà nell' Impcro, per metà fuori, una monarchia austro•unghere~e, protesa vcr,o \ud.est, nel!., vallata del Danubio. E a nord-est, ::'li due fianchi della fron• tiera, si costitui$CCla monarchia prus• si,:ma. Di là prenderà le mosse la nuo• va JspirnLionc unitaria della r.1zza ger• manica. Quando oggì si ri<..a1ecol pensiero a quel che era la. Germania nel 1648, ,;,ccondo Il· eia.mole del trattato di Vest• falia, non si può non rimanere ammir,Hi dcll,1 tl·naci,1 e della chiarovf'g•

genza mcrcè le quali la frammentaria nazionalità si è ricomnosta in unità di posscc:.sitcr I itoriali e di atmosfera morale. L'c11pcricnza del passato non era stata invano per il popolo tedesco. Unità territoriale e, unità culturale non dovevano essere in conflitto. Il nazionalsocialismo avrebbe rappresentato. un giorno, b conciliazione e la saldatura di entrambi. La riforma lutcrana 1 della giustificazione a mezzo della fede. era stata un funesto elemento di discordia, gettato fra le popolazioni germaniche dal Reno alla Vistola. L'illuminismo e In filo~fia idcali!itica, quest'ultima bandita sistematicamente da un pcns<ttore della vecchia Prussia dei Cavalieri Teutonici, traducevano il soggettivismo rcligio~o del monaco di Wittel'ibcrg in M>ggettivismo gnosologico e in pragmatismo morale. Eliminato il trascendente come coefficirntc dìrctto e insurrogabilc della sah-czz religiosa, non rimaneva che la storia (..Ome valore centrale e primigenio di Ull.l civiltà e di una spirìtualità in formazione. L'illuminismo di Federico Il di Prussia prepara in qualche modo i Discorsi alla na.::.ionetedesca di Fichtc, e Napoleone è, per la Germania dcll1idealismo, quel che Carlo V era \(-ato per l'cvangclo della Riforma: stimolo e insegna di sollevazione. In realtà, a chi c<'nsideri1 con animo spregiudicato, la storia della Ge11nania moderna, dal secolo decimosesto ai nostri ~òorni, appare ben visibile una linea continuativa perfettamente coerente. li suo motivo immutabile è la ricerca dell'unità spirituale. La stess..1l.otta fra la Prw:sia e l'Austria che cos'è, se non la espressione di una rivalità, detcnninata unicamente dalla consapevolezza che 1a Germania non avrebbe potuto essere pari a se stessa :,e non il giorno in cui fosse stata integralmente fedele alla sua vocazione etnica e al suo ideale nazionale? Nessuno l'intuì meglio di Bismark. La eucrra del 1866 è un momento risolutivo di una lunga crisi,_di cui !-olo Oji!'~siiamo in grado di misurare la portata e le ultime conseguenze. E la pace di Francoforte non segnò solta·ito la più memoranda vittoria militan:· della Germania al di là del Reno, ma figurò anche come la simbolica consacrazione della grandezza imperiale teutonica. Fu la Baviera che propose eh~ il capo della Confederazione germanica fosse dichiarato imperatore. Si è molto discusso a proposito di quella pagina della vita politìca del Cancelliere di ferro, su cW è scritto: Kulturkampf. Chiusa la guerra francoprussiana, durante la quale era stato proclamato il dogma dell'infallibilità papale, Bismarck si era dato a pensare che l'l'("pero fosse minacc!at9 dagli intrighi clericali. Nel 1872 scacciava i ge- ~uiti, e un anno dopo venivano emanate quelle. famose leggi di maggio, per le quali I candidati agli uffici ecclesiastici dovevano assoggettarsi a un tirocinio di 5tudi laicali nelle un.iversità, e qualunque nomina ecclesiastica doveva ricevere la sanzione secolare. Ma tali lcaai, che riuscirono così dure alle autorità ccclcsia5tiche1 non mirarono tanto a colpire la genuina tradizione della classicità1 elemento indissolubile della cultura germanica, quanto a battere in breccia quella deformazione della clas~ sicit,ì. che è l'umanesimo scaturito dalla Controriforma; degenerazione, a sua volt.1, di quella e latinità> elaborata dai dotti del Rinascimento, che non aveva nulla di comune con gli augusti valori quiritari di Roma antica. Comunque sia, il nazionalsocialismo rende omaggio a questi valori, considerati come un elemento ineliminabile e inalterabile della civiltà europea. Nel kfei,i Kampf, Adolfo Hitler si è pronunziato, in proposito, in tennini espliciti e solenni: « La diversità dei sin- ~oli popoli non deve farci dimenticare Ja !!:rande comunità di r:11.za.Greci e Ro;:1ani si trovarono subitamente così v!ci11iai Germani perché ebbero le loro radid in un'unica razza fondamentale, onde anche le creazioni immortali dei popoli antichi esercitarono un'attrazione sui loro discendenti razzialmente apparentati. La storia romana nelle sue gr:i-ndi linee è, e resta ancora., la migliore maestra, non solo per 1I tempo nostro, ma anche per tutti i tempi >. Dichiarazioni così felicemente sintetiche e così equilibrate dimostrano come in Hitler riviva, come una for~a istintiva, l'intima ragione della storia 1 ANNOl~N.••-, :OOJO ••sa-IVI 11r OMNIBU I 11 SETTIMANALDEI ATTUALITA POLITIOAE LETTERARIA 1'11=======1 ESCE 1L SABATO 1N 12-16 PAGINE ABBONAMENTI ltalr!~~t8o~~ •1~\k; !::o~~~•r t622 OIJl'I IUKBRO UIU LIRA Jhoo.oriul, dlugol • fotografie,1110h, 11 ooD p~bblleatf, oon ll renJtvlacc,oo, Diruiou: Rom, • Piaua della Pilottà1 3 T,l,fono N. 66,470 .bulll.D..l1truiou: Xilaoo • Piana 0arlo Erba, 6 TalefocoN, 24,808 hbbUdtà: Per mlllimttrodi alita•, bue ooa colcnnat I,. 3, Rholg,ul all'Aguda O. Breach1 lii J 1 llaao, Via s-1..1. 111I,O, Telefo11200.&07 ,~==·=-=·~ MAGGI01938-XV/ O ■ NJBIIS PAGINA 2 C0NPE88I0NI E BATTAGLIE ALLA 1'BORSA DEL FRANCOBOLLO" DI PARIGI unitaria e della cultura genna.nica, nel suo duplice aspetto di etnica originalità e di indissolubile collegamento con la tradizione greco-romana. l due aspetti non sono dissociabili e si potrebbe dire che tanto meglio lo spi• rito della Germania cerca il suo complemento nella solidarietà con i e razzialmente apparentati >, quanto più viva ha la coscienza della propria originaria indiv~dualità. Nel suo istinto, che lo Colloca in una successione diretta coi grandi costruttori dell'unità territoriale e spirituale della Germania, Hitler ha fatto appello a qualcosa che è al di qua di tutte le discriminazioni politiche e confessionali. Ha fatto appello a quelle energie e a quelle virtù etniche primordiali, che appaiono veramente, attraverso un millennio e più di storia, come il fem1ento cost::inte e il fattore capitale di propulsione di tutta la sto· ria gennanica. Ha fatto appello alla vocazione della razi.a. E: come avere collocato una calamita al centro di un pulviscolo di ferro. Questo senso etnico si era andato affievolendo sotto l1uragano della disfatta e delle correnti bolsceviche. Egli l1ha risvegliato. « Manca >, sono parole ,ue, « al popolo tedesco quel sicuro istinto di mandria fondato sulla unità del sangue, che, specie nei momenti di pericolo, salva dalla decadem.a le nazioni facendo scomparire immediatamente ogni piccolo conflitto interno e opponendo al comune nemico il fronte chiuso di una mandria unitaria. Quale Stato, il Rcich tedesco deve comprendere tutti i tedeschi e poni il compito di estrarre e conservare da questa nazione clementi originari razzialmente superiori, e di condurli, in modo lento ma sicuro, al dominio». Altri. prima di lui, avevano celebrato il mito razzista, ma solo con lui l'appello alla continuità e alla funz.ione storica della razza germanica scende dalle astrattezze del mito per incorporarsi nella totalità del popolo e per rivivere nella sua pratica cd efficiente interezza. Per il Fiihrcr il razzismo è parte indispensabile e centrale di una visione del mondo e, precisamente, del- )a visione nazionalsocialista del mondo. « Questa concezione del mondo non può tollerare né contentarsi di essere un partito a lato degli altri, ma chiede perentoriamente di essere riconosciuta come l'unica e l'esclusiva, sì che tutta la vita pubblica risulti capo\'olta e plasmata dalle sue \'edute >. Se quest'opera di rìfu,.ione spirituale è stata così rapidamente conclu,.iva e così repentinamente vittoriosa, lo si deve senza duhbio alle qualità eccezionali del condottiero 1 ma lo si deve anche alla rispondenza profonda che la fomrnla naz.ional--ocialista ha trovato nelle aspirazioni millenarie del popolo germanico. *** Grandi speranze La signora Eleanor Roosevelt è, come s.i suol dire, una donna dinamica: viaggia in treno, in au10, in aereo, fa conferente, scrive libri e articoli (anzi tiene, in un giornale, una rubrica fissa intitolata My Day), riceve, offre pranzi, si taglia i capelli. Allo spirare dei cinque anni dalla sua entrata alla Casa Bianca, aveva percorso 200 mila miglia (quasi 321 mila chilometri). Nel cor- '° del 10l0 quinto anno, avc,•a percorso 43 mila miglia e aveva fatto cento disc.orsi. Alcune settimane fa, 'era ancora una volta in giro a far conferenze in California. Sostò a Los Angeles, cd ebbe l'idea di fare una ,•isita alla più piccola e deliziosa delle stelle del cinema: Shirley Tempie. Che cosa si )iano dette la Prima Signora degli S1ati Uniti e la piccola attrice, non si è saputo che in parte. A un certo punto, Shirlcy Tc1nplc annunziò alla signora Rooscvch la sua intenzione di andare a Washington per far visita al Presidente. Subi10 la signora Roosevelt annotò in M 1 Day: < Io spero che manterrà presto la promessa>. Mobilitazione delle Gheisce Qualche settimana fa, una riviita inglese ha pubblicato la notizia che il prdct10 di poli:tia di Tokio, il signor Tomata, in seguito a istrnz.ìoni ricevute dal ministro per l'Interno, ammiraglio Nobim:ua Suetsugu, ave,,a ordinato la chiusura di tutte le sale da ballo del quartiere di Ginza di Tokio per rispetto ai combattenti in Cina. In,ecc, le case di ghcisce non furono colpite dal predetto ordine, e cioè rimasero aperte, e anzi le gheisce riceverono istruzioni di vestire con modestia e di e insinuare considerazioni morali nelle conversazioni con i loro clienti >. l proprietari delle sale da ballo, colpiti da così draconiana misura, si difesero come poterono, e soprattutto frccro presente al prefetto Tornata che la danza è uno sport e, come 1alc, tende a procurare alla patria saldali più vigorosi. Poi, per placare il rigore df"ll'ammiraglio Sucuugu e del prefetto 'I uma1a, proposero di accrescere la rispettabilità dei loro stabilimenti iuituen• do, per uso dei frequen1a1ori, corsi di .seri siudi in materie come il cerimoniale da osservare nt-1 servire il tè, l'etichetta, la disposiz.ionc dei fiori per decorazione e cosi di u:guilo. EMi assicurarono che, con queSIC aggiunte, le sale da ballo sarebbero divcn1a1c non meno utili delle case di ghci.1Ce. Ignoriamo, fino ad oggi, se le loro proposte sono state accolte. Un genio Benché poco conosciu1a in Europa, Gertrude Stcin è considerata da molli ameri• cani come un genio. A dire il vero cominciò lei a proclamarsi un genio e, a forza di ripeterlo, fini col farlo credere agli altri, o, per dir meglio, ad alcuni, perché fors~, in fondo, la maggioranza del pubblico americano o non ha mai lcuo i suoi lambicc;11i ed t;:rmetici volumi o li ha letti e non ne ha capito niente: csa1tamcntc come noi. Essa disse una volta che e ave\•a impiegalo quaranta anni della sua vita per imparare a scrivere>. I primi libri dovone siamparli a sue spese e prr un quarto di secolo furono la disperatione dei lettori di buon senso e la dclizi:i. degli mobt letterari d'oltre Allantico. Tutt'a un trat10, ha raccont:&to New Review, con grande meraviglia di l\1tti e s~cialmente sua, il successo le arrise: all'età di anni 61 diventò uno degli autori e più venduti>, come dicono gli americani. Originariamente la S1ein era una s1udenle!Ja di medicina. Duran1c la guerra, venne in Europa e prestò servizio per la Croce Rossa amcrirana. A Parigi conobbe molti artisti e incoraggiò alcuni giovani a scri- ,·cre, fra gli altri Hcmingway. Nella sua casa al Quariicr Latino, teneva corte. Sulle pareli correva il suo motivo fa,·orito: e Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa>. Poi si vesti da uomo, in nero, pantaloni e calze di lana, si tagliò i capelli e si pr~ clamò un genio. E da allora ha continuato a ves1ir da uomo e a proclamarsi un genio. Ecco alcuni esempi delle sue quintessenziali sentenze: e Alice B. Toldas fece il suo e ora ognuno farà il suo. Alice B. Toklas dice e se essi tu1ti fanno il loro, la via che essa fece la sua. ln primo luogo essa non aveva bisogno di es.5creAlice 8. Toklas, se deve essere del lutto lei deve essere Alice Toklas e nella traduz.ìone francese era Alice Toklas in francese po1eva non essere Alice Toldas ma in America e in Inghilterra anche Alice 8. Toklas era più che Alice Tokla.1. Alice Toklas mai credette questo e sempre disse così>. Dalla prefaz.ione al suo uhimo libro: e Noi eravamo con qualcuno e fummo invi1ati a un tè alla Casa Bianca e vi andammo. lo non c'ero mai stata prima di allora. Noi er.wamo i soli invitali al tè, noi andammo su per le scale e non più per le scale e in una camera di passaggio prendemmo il 1è in una camera di passag• gio che non era una sala. La signora Roosevelt era là e ci dava il tè, essa parlava di qualche cosa e noi sedevamo presso qualcuno>. Altro c1cmpio: e Noi eravamo per andare a pranzo a Bcvcrley Hills, che è lo stesso come Hol. lywood questo io ho detto che do,•cvamo incontrarci con Oashicll Hammitt e Charlie Chaplin e Anita Loos e suo marito e Mamoulian, che stava dirigendo qualche cosa, e cosi facemmo. S'intende che Charlic Cha. plin mi piace egli è uria gentile persona somigliante a uno zingaro spagnolo torero >. Ancora: < Nelle novdlc inglesi un baronetto è sempre villano e CMatteristic:o. lo ho CO· nosduto in vita mia due baronetti e essi non erano affatto villani, erano gentili e dolci, ma erano cara11cristici Berty Abdy è l'uno e Francis Rose è l'altro. lo li conobbi quasi nello s1esso tempo, ma non insieme no naturalmente non insieme >. Abbiamo ~etto che l'autrict' di queste e sentenze> è considerata in America CO· mc un genio A. G. ffO NOX PRETENDO giudicare il capo l.,1 ddl:i odierna Gumania dalla com•er- ,a:-:ionc di pochi minuti che ebbi con lui a un tè, ché a qursto si riducono i miei contatti pcnonali con lui>, cod ha scri110 recent('mente di Hitler il maggiore F. YcauBrown, l'autore di Bental Lanur. e Solo esporrò alcuni clementi più importanti sui quali si fonda la mia intuizione e che mi ranno crederr alla sua onestà Anche l'intuiiione conta qualche con: io ho incontrato, nella mia vita, molti uomini importami di diversi paesi, ma solo due mi hanno fauo la sceua imprcuione di pure:r.a fi1ica e mentale, che mi ha fatta Hi1ler: M. K. Gandhi e T. E. Lawrence. e Nelle personalità di Gandhi e di La• wrcnce si vedeva brillare una strana luce: interiore. Lo ucsso si dica di Hitler. Come quelli, egli è nella vita privata umjlc e asce1ico; come quelli, ma in maniera anche più evidente, egli governa gli individui e le molti1udini con un potere che è verosimilmente al di fuori di lui. Nel corso della sua vita, Hitler è stato oggetto da p~rte delle masse dell'ammirazione più fervida e più sincera, più dì qualunque ahro uomo della storia. Questo è un fa110, che CQloro i quali odiano la sua politica non dovrebbero ignorare >. Fino a questo pun\') il maggiore F. Yca1sBrown non ci dice nicn1e di imponanlt" sulla personalità del di1ta1orc tedesco. Che Hitler governi individui I" mohi1udini con un po1cre e verosimilmente fuori di lui>, non è che una frase:. E, del resto, sarebbe, forse, più giusto dire che go\'erna con un po1cre che è dentro di lui, che emana dal suo intimo, o, per usare una parola di Trcilschkc, e di cui porta nel suo peuo b. legge•· Quanto poi all'accenno a Gandhi e a T. E. Lawrencc, sia pure dal punto di viua della e pureua fisica e morale >, il meno che si possa dire è che il paragone sembra sorprll"ndente. T. E. Lawrencc, l'au1orc dei S~tte pilastri della sa11eao, campione di e purezza fisica e morale >? Sarà HITLER ORATORE )1 \ PARTE ~he segue, dello scri11o di l!J ~eau-Br~wn, è molto più meritc\·ole d1 at1enz1one. Vi si dcscri\'e l'ora1oria di I litler e l'effetto che essa produce sulle folle. Per chi, come noi, non abbia mai ascoltato da prcuo un discorso del FUhrer la descrizione è di uno straordinario inte• resse in quanto può aiutarci a risolvere uno dei più importan1i problemi umani e storici della nostra epoca: il e segreto> di Hi1ler, la ragiont: del suo fascino su un popolo di 011anta milioni di uomini che è poi la ragione della 1ua potenza. ' Tutti abbiamo udito Hitler per radio. Ma un domina1orc di folle non bas1a udirlo: bisogna , edcrlo; e, sopra1tu110, bisogna vedere la folla che lo ascolta. Yeats-Bro~•n ha a.scolta10 più ,olte Hiller da presso e ha poluto rendersi conio di quella specie di magnetismo che si islituiscc fra un sirratto oratore e il suo uditorio. E, sebbene z.bbia udito altre voci di ora1ori più fluide e più melodiose, mai ha vis10 nt:ssuno cscrcitarc un simile incanto su un uditorio. Tu11i ricordano il grande discorso chi' Hitler pronunciò all'Opera Kroll il 20 fcb• braio. Quel discorso durò tre ore e fu tutto lct10, lc110 rapidamente, senza pause, tranne che per gli applausi. Ebbenc,'penino dur,rntc un'ora di aride sta1istiche Hitler tenne tutto il pubblico galvanizza;o dalla cadenza delle sue frasi. Durante i passaggi reuorici, la sua voce saliva ad ahczza di delirio: egli si trasformava, era invasato. Si era in presenza di un miracolo: il fuoco sarebbe po1uto cadere dal cielo o il grande lampadario sarebbe poluto precipitare gil1 e fracauarsi, che nessuno si sarebbe mosso: la tensiçnc era quasi intollerabile finché quella voce passionale non era so,·erehiata dal grido dell'uditorio. Era ,ero dcli1fo. Hi1ler era in quei momenli in uno stato frenc1ico, ma riusci,·a a scaicnare e a mantenere quella atmosfera di quasi isteria senza perdere il controllo di se ~teno: quale che foue la sua emozione, , o... , a le pagine del discorso con mano ferma. Un intenso fervore rnis1ico e una intuii.ione più che femminile si combinano, in lui, con un cerveUo freddo e una { orte \iOlontà GOVERNAREE SOEGLIERE (n\ UEST1\ è solo una parte del segreh.l \!j della potenza di I litlrr. L'ahra parte del suo genio, S('Condo Yea1s-Brown, consisterebbe nell'arte di scegliere l'uomo ada1to e il momento adano per realinarc i suoi sogni. < lo ho la sicurcLza di un sonnambulo>, diue al momento della rimilitarizzazione della Renania, quando una metà dei suoi generali si aspettava l'invasione francese. Egli ha sempre agilo per is1in10 e ha sempre a,•uto ragione, finora. Del pari, ha a, uto ragione gcntralmcnte nella scelta dei compagni. Come inevitabilmente accade sempre, in simili casi, al• cuni dei suoi sostenitori erano indegni; ma in nessuna rivoh11ione, dice Yeal.S-Srown, ci furono meno lo1te cruente fra i capi, che in quella nazista. Guardate i capi che sono immediatamente intorno a Hitler. G0t:ring è una mente acuta: e se è così grasso che sembra abbia dif. ficoltà a mettere le mani insieme per applaudire, questo è conseguenza di ferite di guerra, non di pigrizia. Frick, Ley, Kcitcl, von Neurath, ,·on Ribbcn1rop, Heu, pallido, dallo sguardo grave: lutti tipi fini, magri, ,·irili, auivi. Mette1eli a paragone con membri del parlamento inglese o di quello francest:: Ycau-Brown teme che il confronto sartbbe sfovore, olc alle demo, crazic. LO STILE Il!TLER 'fl O SCRITTORE inglese crede di ri- ~ conoscere il « gus10 prrsonale del Fi.ihrer > in mohi degli immensi edifici pubblici della nuo,•a Germania, nelle grandi au1os1rade, e persino in cose a~ai più modcs1(', come per esempio nell'arreda• mento ,cmplice, ma ammirabile del ristoran1c del fratellastro del Filhrcr, Alois Hitler. Non è ardito presumert:, egli dice, che si possa leggere qualcosa del carattere dell'uomo nrllo uadio di Norimberga, nel Tempio d'onore a ~fonaco, nell'Università di Sonthofen, nella Scuola delle S.S. a Toclz Qucst<' co1t1 u7ioni sono nello nesso tempo ardit<' e semplici, e ricordano l'epoca gi~ vanile e più virile dell'impero dei Gran Mogol. Forse più che di un gusto personale di Hitler, Ycau-Brown a,-rebbe dovuto parlare di uno e stilf" > Hitler. Se le sue osservazioni sono e.sane, la Germania a,•rcbbc raggiunto quella e unità di uile artistico nellt:" sue manifeuaz.ioni vitali >, che, secondo Federico ~ie1uche costituisce l'esscnz:;. ver:i della cuhura. E questa sarebbe, forse, la più grande, C('rto la più nobile conquista di Adolfo Hitler. Pc,rché il punto è ques10: la Germania degli Hohenwllcrn non ebbe una cuhura. Certo fece cose notevoli: vinse una grande guerra con la Francia, coltivò le ,cienie morali e naturali, ccc., ma non ebbe una <cultura> nell'alto senso nic11.schiano della p.irola, perché non ebbe e uni1à di stile ». !'-,on siamo noi a di,lo: lo dine Federico Kiett5ch~. Secondo lui, il 1edesco dei suoi tempi e vi, e,·a in un miscuglio cao tic-o di tutli gli scili >, accumulava in1orno a sé le forme, i prodot1i e le curiosità di tutti i tempi e di tulle le regioni e viveva fra un modernismo variopinto, che i suoi sa• pienti analiz:z.avano per \edere e quello che ,i fosse di moderno in sé>. Ma, prororn· ~va con vccmenu il filosofo di Zara1hu1tra, questa non è cultura: questa è una flem• rnatica inunsibilità alla cuhura. Se le coMtataz.ioni di Yca1s-Brown sono esatte, ques1a Germania è fini1a, è scoJll· pana. Al suo posto ~ una nuo\'a Cerma• nia che ha un unico stile, cosl nelle sue rna.nifcstazioni grandi e solenni come nrllt minime e intime; cosi nelle grandi opere pubbliche, rome nella divisa dei suoi uf• ficiali, come infine nell'arredamento. Ardito e ft"mplice, definisce lo scrittore britannico questo s1ilc della nuova Germania: ardico e St'mplicc come 1u1ta l'opera di Hitler, come la sua l'ita stessa, la cui cos1ante di• ,isa fu di osare in semplicità e di rimaner Sf"mplicc nell'ardimrn10. MISTIOAE OU!l.ADEI PARTICOLARI (~ I e, d'accordo, in genere, in Gcrma- ~ nia come all'estero, nel rieonosc:cr• un fondo mistico nella na1ura d1 Hitkr. E, senza dubbio, questo fondo c'è c,d è gran parte della sua personalità. Ma, come mohi genuini mis1ici, egli ha anche una grande cura dei particolari. Ycat•-Brown ebbe occasione di vedere gli appunti originali che: Hider preparava per i primi discorsi: appunti ordinati, metodici, scriui con grande chiarezza. Ciò che inte• ressò in modo speciale lo scri11orc inglese fu una serie di note di Hitler sul trattato di Versailles. Nessuno studente, che prepari una 1esi, organizzerebbe il suo materiale cosl accuratamen1e, come lo organizzava questo fucuro dittatore. Le pagine dd 1ra1ta10 stampllto sono state 1agliate e i pezzi sono s1ati incolbti in margint: ai fogli di appun1i. li contenulo di ciascuna pagina è souolineato in rosso e nero, ,in modo da richiamare l'atten7ione del lcuorc sui punti più importanti. Da alcuni paragrafi parte una freccia, che conduce al margine, don:· Hitler ha segnalo riferimenti e rinvii (per esempio: e riparazioni in denaro vedi pag. 6 >, oppure: e consegna. delle n,nri vedi pag. g >) e ha fatto co• piosc note. Tutto dimostra con quanta cura egli preparane quei discorsi, che i suoi critici credc,•ano non fo~scro che esplosioni di una furia rimbombante. GERMANIA E INGHILTERRA )1-.; ULTIMO Yeau-Brown si pror,onc il lJ quesito se l'Inghilterra debba avere fi. ducia in qucs1'uomo straordinario. t un q111•si10da cui dipende la pace del mondo Se' l'Inghilterra ha fiducia, si può contarr \u un , entcnnio di pace mondiale. E ,e l'ln~hilterra non ha fiducia, allora il cataclisma è inevi1abìle. Yeats-Brown espone le ragioni per cui siima che I lilicr sia « un uomo di saggcua e di onore >. Certo t:gli gode della fiducia della Germania come nessun uomo ne h,1. mai godulf\ Srnndo così le cose, le quçstioni dd! , , ,1\lovacchia e delle colonie cx-tcdesch, ,ono un abisso incolmabilr fra i due p.11 ,. Una \'Olta che qucs1e di!- licohà siano risolte, risohe non nccenariamf'ntc secondo i desideri della Germania, ma almeno sulla base di un amichevole com. promesso, sarà aperta la da aJ disarmo e alla riconcilia1.ionc gencralt'I. Ci sia permesso di rilevare che YeatsBrown non fa il minimo accenno al mod~ in cui quelle e difficoltà> pouano cSM:re risohe. Dice solo: e sulla base di un amichc,•olc eomprome1so >. t piuttosto vago. IL SERVIZIO DI GUERRA lf\\ I SOLITO, cosi in Germania come lJI all'c~tero, si ricorda raramente il scr• \•iz.io di guerra di Hitler o vi si accenna senza insistervi. Eppure fu un 1rr- ,itio ahamente onorevole. Yeau-Brown potè consultare i documenti ufficiali degli archivi nazional-soci:ilisti di Monaco e, in base ad essi, riassume la carriera niilitarc di Hitler come segue: Prese parte a 1rentasei azioni sul fronte occidentale, Il 2 dicembre 1914 fu insignito della Croce di ferro di seconda classe. Il 3 aprile 191s fu lcggermen1e ferito. Il 1 7 settembre 1917 fu insignilo della medaglia mili1arc bavarese. Il I o maggio 1918 fu menzionato all'ordine del giorno. Il 4 agosto 1918 fu insignito della croce di ferro di prima classe. Il I s ottobre I g 18 fu colpito gravemente da gas. Nel 1928, un giornalista inglese gli chies.c come avene rice:"uto l'ultima onorificenn (la crocf': di ferro di prima clauc) che ,,cniva assai raramente concessa a sottufficiali. Rispose che la aveva avuta per aver fatto da solo cinque prigionieri. ll~~;r 3 :1t~~' ;:~: ~:1t~;:r:a~~o~:~1!:;t 1~i qu<'llo che fece in guerra. HICCIAJlDET'ro

'J( \ C'RF.OF.:-S/.Ache l.1 mia fa. ~ n:iiglia tragga. origine- d.ill.t Scozia - cn·dcn,.J. che t'bbc cor-.o ,,ppunto in hc,;01,i;.1 e si diffmc anche in_ Gc, m_J.ni,1- è una leggenda. La stirpe d1.•1~lJ.ckcn,('n è di pura origine tcclc:-.ca. Secondo un documento dcll'.1rchivio di Stato di ~liimtcr in Vcst- ~ali~, ('~:,J <.'11i:itcv.rnfion dal 1144 prc,;~ Sollin~ nella localit.l che oggi si chiam.t ~vt.1d.cn:,Cn(allora. c;i scri\'cva 11.L,crenhufcn e Mackcnh,rn~cn} come vas- ,..11lie funzionari dei conti di I Iomburg, rc:iidcnti prc:iso la città di O1d<:ndorf; e tr.:icva.noil nome dal luogo. « Quando e perché essi I.beia:i--cro ~1.td.l·mcn, non è \t,.tto fmo,.-1chiarito. Sc~ondo una tr.tdizionc di fami~lia, c-.s1, dopi che :,j spcn:icro i conti di Homburg, dovètt'-.'ro C)~le c,\cci:ui da ,1lt1 i ,;igno11 locali, cosiddetti Gaugrafcn. Furono poi µer decenni cittadini e andw nwmb, i dd Consiglio di Einbc-ck. Gli archivi di altre città fanno il loro nome. Invece ~li archi\'i di Einbcck di qm_•Itempo iOno purtroppo di~trutti. « L\ .inintcrrott,\ ,icura genealogia della mia famiglia comincia con Mi- (·hclc 11ackcmcn, nato nell'a~no t596 in L.bfeld presso O..,tcrodc (1-1.rnnover). La <.:.1-.a in (ui egli n,,cquc- e,;i-.tc ancor,t. Da qu.mto tempo qucllJ. rasa, insieme col terreno, fosse in J)O!J.)CSSO dei Mackcn~cn, prima della na:-.eita di Mi(hdc, non si ,a. ~-lichcle la b.'!iciòin crcdit:1 al fig:lioAndrea e questi al suo qu.,rto figlio, Adamo; e i di,cendenti di questo ancora ne !10110 in po,sesso. ._ 11 secondo figlio di Andrea, Giovanni, ri:,iedctte in B.1denhausen (Bra.un- :;chwcig), dopo a\ere acquistato la co- ,iddetu "Nuova Minirra ", una piccola miniera di ferro col terreno circost.rnte. E anche questo possedimento è oggi nelle mani di un Mackensen. « li primo figlio di Gìovanni, Giovanni Andrea, natO nel 1694, fu il capmtipite dei proprietari ddb. "Nuova Miniera", fino ad oggi. li figlio minore, Hans lleinrich 1 nato il 1697, fu il mio diretto antenato. e li pronipote di llans Hcinrich, Ludwig, nato il 17881 in Badcnhauscn, fu mio avo. Qucstì, terzo figlio del padre Gottfried 1 in comcguenz;\ del suo matrimonio con la figlia del pastore Tuve, - Antonia, ~i trasferì prima in Oedclum, • poi in Garmisscn. E in Garmisscn nacque mio padre, Ludwig, il 5 giugno 1817. Questi, in gioventù, assume l'amministrazione dei beni comitali Alteuschen nell'I lannovcr e in Prussia e sia per r.,gione di residcnza1 sia per via del matrimonio con la figlia del mae- :.tro reale delle foreste, )..1aria, acquistò la cittadinanza prussi.,na. e Così, io nacqui prussiano il 6 dicembre 18491 e, rinunziando all'a~ricoltura, cui tutti i miei antenati si erano dedicati, fui il primo che portasse il nome di Mackenscn nel Corpo attivo degli ufficiali dell'esercito pruri.siano. « Al battesimo, mi fu impo.sto il nome di Anton Ludwig Friedrich August ». Nell'autunno del 186g, il futuro ~(aresciallo ,i arruol.wa come \olontario di un anno nel J l reggimento degli Us~eri della morte. Due settimane dopo, scri- \'C\.'.Ja.li.i madre: e ).li ,ento nell..1giacca nera e sotto la testa di morte, che sono finora i miei soli amici, così bene e così a mio agio, che tutto mi acc.1de come se niente di nuovo fosse M>pravvenutonella mia vita. Tutto mi diverte e faccio tutto volentieri e con amore, qualunque cosa sia. lo sono soldato non soltanto per "dovere ", ma anche per mio piacere, cor• po e ::rnima e il mio zelo divcnt:i ogni giorno maggiore, come i miei superiori ricono!l<'ono~. Proprio mentre :\facke1hen, il giovani',simo. prc'>t.1Vail suo ~ervizio di un ,rnno, :)COppiò la guerr.i franco-ph.is- .,iana. Egli vi pre!le parte d,11principio .illa fine. Dopo Scdan, in un.i cartolina postale militare, scriveva alla madre: « Spkndida, grandiosa vittoria! Onore a Dio! Oggi posso scrivere per la prima volt.i. Vado con circa trentacinque reggimenti di cavalleria a marce forzate verso Parigi. Centodiecimila uomini oggi, a Sedan, hanno deposto le armi. Io ste~!io ho visto stamattina l'lmpcratore prigioniero, scortato <la 1__ 1110 squ.tdronc di un no!Jtro reggimento. Era un triste spettacolo: i napoleonidi s'JlLt \'ia della morte! ~la ogni tedesco C$Ultcrànel \'edere l'Imperatore prigioniero. Chi avrebbe potuto prevedere questi avvenimenti qu.ittro settimane fa.?>. Finita la guerra, il padre: volle ("he '>tudia!'t~aegraria all' hLituto di economia .1gr.1ria deJl'Liniver-,ità di I lalle. Ivi si ltgò di amicUia col grande mac~tro di (•conomia all;raria Julius KUhn. Seguì .inche corsi di altre facoltà : particolar• mente quello di economia tenuto dallo Schmoller, con cui fu poi t.empre in re~ htzione, e queJlo dello storico Droysen. )..f.t la sua vera vocat1one era il servizio militare. « Credimi, adorata mamma», così scrivc'va alla m,1dre, « non è la pompa esteriore, di cui è circondato l'ufficiale. che mi fa ardere dal dc:,ide• rio di indos,;are di nuovo la giacca del Re; è un'intim,\. :,incera, quasi \frenata p,l'>sione,che io non 1>0v•otogliermi dal cuor<-',miei buoni genitori, che mi :,ictc così cari. « Solo la pa,sione e il srntim<"nto che il mc,tiere del 'iOld,Hosia la mia vocazione, m1 persuadono a fare un ultimo decisivo tentativo. E ,e pcn-.o all'avvenire, conto su Dio e ~ulla preghiera di una tenera madre, sulle quali ho ~cm~ prc contato in tutti i pericoli e in tutte le crisi e che fino ad oggi mi hanno D ■ NIBIIS PAGtNA 3 1L OAPITJ.NO JUOIEN8EN CON LA FIOL1A sempre efficacemente assistito. A Lui, al Padre Celeste, commetto il mio avvenire e alle tue preghiere, mia buona mamma, lo raccomando. Così è andata fino ad oggi; e il vecchio Dio non mi abbandonerà in avvenire ,. li padre si lasciò persuadere, e il giovane 1fackenscn, con ordine di gabinetto del 13 maggio 1873, fu nominato :,econdo luogmenente del I I reggimento degli Ussari della morte. Pa,;!laronogli anni, e il giovane luogotenente diventò comandante del I reggimento degli Usseri. Il Kai:,cr nel 18g8 lo nominò suo primo aiutante di campo e, più tardi, nel 1900, generale al suo seguito. Del suo imperatore il vecchio maresciallo parb. con un sentimento di riconoscenza e di devozione, che attesta la nobiltà del suo carattere e il suo alto senso d'onore. « Al crntro di tutti i miei ricordi d' quell'epoca è, naturalmente, la persona del Kaiser Gu~lielmo. Fino all'ultimo re~piro. io gli devo illimitata gratitudine, per tutta la bontà e la stima che mi ha dimo:,trata, non soltanto allora, ma anche in seguito, in misura crescente, nella vita, e specialmente durante 1a guerra mondiale. Considero come una straordinaria fortuna della mia vita il fatto che egli. quanto meglio mi conobbe, tanto più illimitat,l mi concesse e, poiJ mi con'-ervò la sua fiducia, e po~ trci ben dire la sua amicizia. ;'ion mi credo autoriu:ato a parlare del Kaiser, come Capo dello Stato e del popolo, sulla base dcHe mie osservazioni e im. pressioni. Come suo Primo Aiutante di campo e come Generale à la suitt:, io ero troppo alla periferia della vita politica per rendermi conto delle difficoltà della guida politica dello Stato e per formarmi un'opinione llulla pa1 te che il Sovrano prendeva personalmente alla preparazione di avvenimenti !ltorici. La sua perspicacia politica, che ebbi \pc,w occasione di constatare nell'adempimento del mio servizio, riconosceva chiaramente i pericoli che insidiano continuamente la nave dello Stato nel corso del suo tempestoso viaggio sul mare della politica mondiale. Incombeva al timo• nicre la grave cura della felice riuscita di quel viaggio, e a questa cura si aggiungeva il ~ntimento che egli aveva di e~'>ereobbligato, dal giuramento prc- \tato come !l0vrano costituzionale, a rim~tnere nei limiti del suo ufficio, limiti che spes,;o gli impedivano di spiegare liberamente la sua forza e la :,ua volontà. Pìù. di una volta, fui testimone di maniferi.taiioni di catti\·o umore del K,li..cr, che traevano origine dalla co- ~trizione che fareva ,u se stesso per rìspettarc quei limiti. Il quesito se rgli, qualora fosse stato un sovrano libero da tutte le limitazioni costituzionali, sarebbe riuscito a condurre la nave dello Stato in porto sicuro, salva dai vortici e dagli scogli, è ozioso. Che egli tenesse il suo ufficio come sovrano costituzionalmente vincolato è per me fennamente stabilito, nonostante tutte le affermazioni contrarie. Questo fatto non può es.seretraviato attraverso il giudizio storico sulle sue decisioni e sulle sue azioni. e Il pensiero e l'attività del Kaiser Guglielmo si svolgevano in presenza del sentimento - sempre vigile in lui - dell'alta responsabilità che gli incombeva davanti a Dio e agli uomini. Questo-..scntimcnto della sua responsabilità lo accompagnava da per tutto, sia sul mare, che tanto amava, sia nei fiordi della Norvegia, così lontani dal rumore del mondo, sia quando andava a caccia nelle foreste tedesche. Il suo sentimento e il suo pensiero saldamente religiosi determinavano la sua visione cristiana del mondo. l n questo suo operare per il bene del popolo e della patria egli era come in• ,·eri.titodi una missione da Dio. A tutte le questioni concernenti la vita pubblica e specialmente a tutto ciò che fosse progresso, dedicava il suo interesse e la ~ua vigile intelligenza. Fenno sul terreno della storia e consapevole dei suoi ìnsegnamenti, l'lmperatore Guglielmo, come il contadino all'aratro, gu:1rdava ~empre innanzi a sé... Il suo spirito sempre vivo si occupava di mutamenti che prevedeva dovessero intervenire nel cor~ degli avvenimenti umani; mutamenti che oggi non sono più nascosti nel grembo del futuro. Alludo, con que~to, anche a iniziative nel campo ~ociale, in quello della politica com• merciaie, in quello tecnico e scientifico, che, dapprima incomprese, ~i sono, poii col tempo, realizzate. Nel primo anno del mio servizio al seguito dell'lmpe• ratorc, cominciarono i contatti di Sua .Maestà con Chambcrlain, l'autore di Le basi del secolo X I X. Io stesso lessi al Kaiser qualche capitolo di quel libro. Seguì uno sc;.tmbio di lettere fra l'Alto Signore e il grande pensatore, così ::unicodella Germania. Questa corrispondenza, durò fino alla morte di Chambcrlain e toccò questioni religiose, di cui oggi si occupano i migliori del nostro popolo. « Fedele alla consegna dei ,;uoi antenati, egli dediettva le sue mag~iori cure alla sicurrzza e alla forza difensiva della. Germania. )...(antenere la pace era lo scopo di tutti i suoi sforLi. La parol., di 1foltke: "Non c'è che la spada per mantenere le spade nel fodero", era il suo motto. Tutto quello che il Kaiser fece per rafforzare l'esercito teUNA REOENTE FOTOORAPIA DEL JURE80IALLO VOH lUOXENSEN desco, riuscì a farlo lottando col parlamentarismo. E come, nonostante il parlamentarismo, nel '14 condusse in campo il migliore e:,.crcito che il mondo avesse mai visto, così con la sua opera, che ìl parlamentarismo non riuscì a impedire, conservò e rafTor-1.òla forza morale dell'esercito e i vivi legami ideali della truppa alla sua persona. Quante volte io \'idi quale influenza egli avesse sull'esercito! E proprio questa forza della sua personalità domina l'imm.1gine che io conservo del mio imperiale Signore! >. All'inizio della guerra mondiale, il generale Mackenscn comandava il XVI[ Corpo d'Armata che faceva parte dell'VI l I Annata, ..il comando del colonnello generale von Pritt witz, destinata •1 difendere la Prm:-ia orientale. Il Corpo d'Armata Ji ~1ackcmen fu duramrnte impegnato nella battaglia di Gumbinnen. Le lettere del generale insist0no, con parole accorate, sulle perdite :,ubite. Seguì il mutamento di comando, che doveva a"erc con<.egucnze così importanti sul cor..o della guerra. li 23 agosto llindcnburg, insieme col suo capo di Stato i\laggiore generale Cudcndorff, giungeva a ~larienburg e assumeva il comando dell'VJ I I Armata col seguente laconico ordine del giorno: « ~oi voglìamo avere fiducia scambievohnenrn e fare il nostro compito comune:,. Subito cominciarono le operazioni che dovevano condurre alla \'ittoria di Tanncnbcrg. Il 25 agòsto il generale von ~1:ackrmen scri\'eva: « Noi marciamo per andare incontro a nuovi gravi avvenimenti ». 11 29 l'anello intorno ai ru-.si si chiudeva. Il 31 la battaglia era finita: cd cr,\ e una. delle vittorie tedesche più decisive della guerra ». Il solo Corpo d'Annata dì }.lackcnscn aveva fatto 30 mila. prigionieri e ave\'a preso I 14 cannoni. ln una lettera del 1° settembre il generale descrive le sue immediate impressioni. « Fino a ieri tuon.wa ancora il cannone. Poi si compì il grande dramma di quc,ti ultimi giorni. Dal 29 le mie valorose truppe erano in combattimento contro i ru'>si,che tenta\'ano disperatamente di spc1.1.arel'anello che li strin• geva. Sulla linea. fra il lago di Ko.)no e \\'illenbcrg tutti i pa,;saggi erano chiusi dal mio Corpo d'Armata... L'audace operazione sul fi,rnco e a tergo del nemico mi è pienamente riuscit.1. :\la la notte ci sono state ore critiche. Ora il 1,ucces~ è completo. Più di 25 mila pri~ gionicri a,pcttano all.1 'itazione di Passcnhdm. Ho incontrato ieri una colonna di 300 ufficiali prigionieri, il comando di due divisioni; sono stati ricevuti al 1(unicipio, ove possono riposare. Una guardia d'onore era avanti al portone e presentò le armi al loro arrivo. Il mio cuore di soldato sente la gravità dell'ora per questi uomini ... B ,iato un momento della mia vita. Nel pomeriggio sono andato in automobile a \\'illenbcrg, dove già erano truppe del XX Corpo d'Armata. La. rovina dell'e-.er• cito nemico è completa. Sui c._1.mpdi i battaglia delle mie truppe, davanti a Jedwabno, pre,;so Kaltcnborn, presso ~lalga, presso Kannwiesen, fino a Puchallowen, lo spettacolo è terribile. Uomini e cavalli in mucchi profondi coprono il terreno. Una massa confusa di mezzi di trasporto giace sulle strade o presso le strade. Intere mandre di cavalli, ,cnza cavalieri e senza arnesi, errano nelle foreste e per i prati. Pili di cento cannoni e mitragliatrici sono disseminati ... Qua e là i rus-.i hanno tentato di aprirsi un varco alla baionetta. Altrove ,;.isono arresi senza combattere. Ora ~ono in c.1.mmino le compagnie di portaferiti e gli ospedaletti da campo per wccvrrcre i numerosi fc. riti ... Ieri sera le truppe, radunate sulla piazza del mercato, cantavano: "Ora ringraziate tutti il Signore". E anche questo sarà un momento (indimenticabile) della mia vita. J n quale tempo straordinario Iddio ci ha destinati a vivere! ». Pochr scttim;rne dopo, l.1 battaglia dei Laghi M1Suriani, L'8 ,ettembre ~(.\. ckensen riceveva l'ordine seguente: « 11 suo compito è di rompere il nemico a Posscssern e, con questo, di decidere la battaglia ,. Il giorno dopo egli a\,e, ,, adempiuto il suo compito e la battaglia era decisa. Seguì la rotta e la re--a dell'armata rus'ia. Il 13 Mackcnscn scrÌ\'eva : « Di nuovo una grande vittoria per le nostre armi. Il favore di Dio evidente-mente è con noi. La Pru~ia orientale è liberata dal nemico~. Non più di tre settimane dopo, ai primi di ottobre-, ,;j iniziavano le operazioni della grande offensiva su \'ar- ~avia. ~tackcnsen con le sue truppe piombò con inaudita rapidità sulla città. Al termine di quelle operazioni, llindenburg <li\entava comandante di tutto il fronte orientale e Mackemen gli succedeva nel com,rndo dell'\TIJ Annata. Srguì l'offensiva su Lodi nel novembre e .1lt1e operazioni ofTt!nsivenrl dicembre; poi il fronte orientale si immobilizzò fino alla primavera del 1915. St:~u1 ndl.i prim.1\cr.1 e ncll'e!>tJtc d1•l 1q13 tutto un grand10:i.ocomplcs\O di ,tzÌoni. Goilicc. Pr1.cmy-.l, Leopoli, 81l''>t-Lito,nky. :-.:cli,\fi~ura di ~1acken- :i.en ,i compendi;.\ tant,t p.1rtc della storia ddb. guerra sul fronte oric:ntak in qud periodo, che per parl,1re di quel JX'I iodo dcli., sua vit,1_bi'.)()gnercbbe nfarc la stori,\ di quei grandi cicli di opl·r.12.ioni. Il 28 agmto egli scriveva: « Da\'anti al mio fronte, i russi s1 1 itirano sempre più ». La gue1-ra sul fronte orientale era orm.1i dl'ci<i,l.Anche l'attività del 1-eldmarcsciallo von ~fackcn:i.en su quel fronte ('r.t finita. ~d :,cttembre 1915 11ae;ken.....:nrtssU• meva il comando dell'ofkmiva contro la Sc.,.rbi.,.L'c">Crcitoserbo, sprovvisto d' .,rmi e di munizioni, non potè opporrl' che una re!,istcn1.arelativa. Il 25 novcmbrr il Feldmaresciallo scrivev.l: « La camp~1gna contro la Serbia è fi. nit,\. Il Kai~cr mi affidò questo compito il 15 settembre. L'esercito di Re Pietro è annientato e la linea Vìenna-Co• stantinopoli è libera e sicura». Quindi tenne il comando del fronte balcanico, finché nc-ll'cstate dell'anno ..ucccssivo fu chiamato a compiere sul fronte rumeno l.l sua ultima grande impresa cli guerra. li 6 dicembre di quello stesso anno 1915 rntrava a Bucarest. Passò ancora del tempo, e le forze della Germania, a poco a poco, si logorarono e si esaurirono. Dopo tante vittorie, alla fine. la Nazione tedesca cedette, di schìanto, dinanzi al numero soverchiante dei nemici. Mackenscn, tornato in patria dopo fortunose e penose vicende, scriveva a un ufficiale, che gli era stato vicino in guerra: e Cacciato da Danzica e senza patria, io devo, come un figlio sperduto, cercarmi una casa >. La trovò a Falkenwalde, un villag- ~io a sedici chilometri da Stettino. J vi si comprò una casa di campagna, senza pretese, nel bosco. E visse in solitudine e in raccoglimento. e Ci troviamo bene, qui, e siamo grati (a Dio) ,. scriveva dopo un po' di tempo. « Il nuo lavoro quotidiano si compie al t.wolo da scriverr e in sella. lo evito ogni occasione di apparire in pubblico e vedo quotidianamente più bc!ltie che uomini. Gli uomini non li capisco più ». Benché pili che settantenne, cavalcava varie ore al giorno, anche nel cuore dell'inverno, senza curarsi del tempo e dei rigori della stagione. Profondamente addolorato per la cri~i morale e politica del do1>0guerra, egli non perdette mai la fiducia nel po• P?lo tedesco e non disperò dell'avvemrc: « Ho fiducia. nella nostra gioventù. La necessità dell'ora la fa maturare. Solo l'unità di tutti i tedeschi dotati di giudizio può risollevare la nostra pa• tria. Disse il vecchio Bli.icher nel 1 8 t 3 : "Attraverso la Prussia, si risolleverà tutta la patria tedesca". Questa parola vale di nuovo anche OJi!'{iE. soprattutto rivive oggi lo spirito di Bliicher. Il Re dei re, che presiede al governo del mondo, arresterà la volontà di distruzione dei francesi, purchè la Germania ritrovi la sua unità ». . . Nell'avJnto di Adolfo Hitler al Cancellierato il vecchio Fcldmarescial!o salutò l'aurora di una nuova èra. La sua fede incrollabile nella provvidenza divina, la sua profonda aspirazione a veder fuse in intima unità tutte le classi del popolo-· tede!>-Cosulla base <li una grande idea domin..itrice e a vedere il popolo riconcìliato con lo Stato, si realizzarono il giorno di Potsdam . D'altro canto, l'idea del Nazional-So• cialismo è abbastanza grande per lasciare, alla fermezza della fede in sacri ,;entimcnti e al sentimento di fedeltà, del posto ,lccanto a.Ila rinnovata coscienza po1>0lare dei fini e dei compiti nazionali. E significò appunto questo la visita che il Fiihrcr e Cancelliere del- !'Impero fece ,1 Falkenwalde in occa- ,;ionc del suo ottantacinquesimò compleanno. Due uomini, due personaggi della storia, ciascuno pieno di stima per l'altro, ciascuno comprendendo appìcno la grande.tza dell'altro, si guardarono negli occhi: l'uno, al pari del suo compagno e collaboratore di guerra, da poco disceso nella tomba, uno de~ più grandi capi militari della storia tedesca; l'altro, annunziatore e realizzatore di un nuovo vangelo, pieno d'avvenire, nato dal bisogno e dal dolore. Alla leale profes.)ione di .fede: « Io sono nato, ho vissuto e morirò wtto la divisa.: " Cor. Dio per il re e per la patria" >, il Fiih,er rispo.)c: « Non mi aspettavo altro. lo non \'Cdo in ciò alcun ostacolo a che ~tiamo in,icme ,. E la risposta fu raIT01.t,.1.tdaa una stretta di man0. La fiducia del Feldmaresciallo nel Fiihrer e nella sua idea è piena. Egli ha "isto a poco a poco la Germania liberarsi da.Ile catene del trattato di pace; cd ha esultato. Ha vi'itO rinascere la for.ta tedesca, ha vi~to risorgere l'eser• cito tedesco; ed ha esultate. La figura di Mackensen appartiene alla nazione. Quello che rese questo uomo così degno di amore, così meritevole di stima, cosi caro agli occhi tJ.nto dei vecchi soldati, qu::i.ntodei gio- ,-ani, per il carattere sempre eguale e schietto, così nella prospera, come nell'avversa fortuna, fu la fede profonda nelle -.ue convinzioni, fu la nobihà di un'anima, che si era inter:11111·ntcdedicata al servizio delb patria.

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