O•NIBUS m•.mna per riflettere. Bi<iognava tro: \'are i ,·i"cri per le cucine j.JOJ)OIJ.rgi,h 1mpicgh1 per le mogli dei soldati; poi i pJcchi da preparare per i ,;;o)dati. lnfinc1 giunse la notizia della grande ritirata di Caporctto. Fdrono giorni piC'- ni di sgomento. Andavamo per le _strade, tristi 1 angosciati, evitando gli uni lo ">guardo oej?li altri, e chiedendoci $Oltanto: e Resisterà il Piave?:,, li Piave seppe resistere. Fu mia cognata ~-lamie Bourbon dr! \fonte, che seguiva la Tcrta A1mara come dama della Croce Ro:-.~a,a infonna, mi della ritirata di Caporctto. Dopo aver installato, sotto il bombardamento nemico, tutti i suoi ammalati nelle ambulanze, mia cognata s'accor- ~c che l'ultima ambulanza era partit.1, lasciandola sola. Si diresse quindi in piena nott<· ver,;,oil prossimo ospe<l,1lc da campo, che <li~tava quaranta miglia, con un impermeabile infilato sull'uniforme di infenniera, cd i piedi nelle pantofole, che furono rapidamente ridotte a pezzi dalle pietre taglienti della strada. Quando raggiumc il deposito era sfinita; la misero in treno e la mandarono a Roma. Venne direttamente .t palazzo Barbcrini cd io, dopo averla spogliata e aver tagliato quel che era rimasto delle sue calzature sui poveri piedi tumefatt:, la misi a letto, dove rimasr per parecchi :;forni. Leggo nel mio diario àel 1916 :e Car. lo è venuto a casa in licenza... ma l'ho visto così poco, era tanto occupato ... ». E pili avanti: « Ho ~coperto la verità, Carlo è tornato da lei ... oh, ed io che pcns;wo che tutto fosse finito... ». E poi tutto finì, improvvisamente. Immaginavo sempre che sarebbe successo qualcosz. di drammatico fra noi: m'immaginavo che Carlo, esasperato dai. miei rimproveri, avrebbe finito P''f uccidersi o per uccidcnni. Spesso giocav<? ,1.nchc con l'idea di uccider lui, o lei, o mc, oppure tutti e tre, Suppo• nevo che, dopo una delle nostre scenate, mi avrebbe la~iata per sempre, oppure sarebbe tornato definitivamente a mc. ~a mai pensavo ch'egli potesse scivolare via dalla mia vita così silenzioso. " ... NEL GIUGNO DEL UH .. , I PARIOIHI ANDAVAMO ALLE OORBE ... " Una sera del maggio 1917, un don~csti~o cn_trò nella stanza : e 11 princ,~ ~ arnva_to. Sta male e prega la prmc1pe~sa d1 andare da lui :,. Trovai Carlo estremamente sofferente e feci subito chia?'larc il medico che 1 gli diede un sonnifero. Chiamammo i migliori spccialisti1 che diagnosticarono una appendicite e ritennero necessaria una i1~m1ediata operazione. Ma la peritomtc rese impossibile l'operazione. ICONTIHUAZ. DAI NUMERI PRECEDEKTJJ w, \,'.\ SER.\, dopo t,,,:r ,tato a-.- ~l·ntc d.i ca'>J. per parecchie '>l'tti1n,,11L',1itornò a ca"a, e mi ,upplit Cl di pcrdon.ugli l' di dimcn 1il ,tH' il p.1,,.Ho, ,l(ll'tt.mdo di partiH· imml·di,\t,1111entt· con lui. Quella "l'l',l da,o un pr.1nzo all'amba<;eiatorc d".\u~tri.1. 111.1 non <·,it.ti tuttavi.1 un minuto 1· p.11 tii e-on C,11lç1. \nd;.umno a Montecarlo. ~fa quasi :-.uhitoci accorgemmo, benché non vol.1,,imo confessarcelo, di a.vere commt'-'Wuno .),baglioimpcrdon;.bilc. Carll) .wc:va voluto partire dopo un bi- ~ticcio cqn I.a sua amata, ma, trascorso il primo rancore, ora desiderava di rin•dal.t. :-..ti accorsi allora di avere (n•duto troppo presto al suo pcntitn1..·nto. 11 c.:arovecchio Stilmann, che si tro• \,1\;1 a .Montecarlv, si occupò di noi, ..o. rnc una chioccia dc.i ~uoi pulcini 1 e ~·icondu~c a pr,rnw all'l-l0tcl de Paris. .\v1..~vaordinato un pranzo meraviglio30, i migliori vini e piatti squisiti, e fece di tutto per rallegrarci, ma inutilmente: eravamo muti e desolati. Tornando al nostro ,\lbergo, dopo un lungo -,ilenzio, C'hiesi: « Carlo, ti piaccreblx• tornare a Roma?:,. Sc.--nzaparlarr, egli prese la mia mano e la baciò riconoscente. All'indomani. prcndev,11no il primo treno. ~'cl 191 i ci \t"pnrarnmo. Ranic:ri anJò ,t ,C'uola in lnghiherra, ed io mi -,tahilii con mia m.,drc a Parigi, in un appar1.1n1cnto della Rue Matignon. );d giugno del 19141 Parigi ,;plcndcva al wlc; i parigini andavano alle t·o~c. ,cdcvano ai caffè dei Campi Eli- .,i. \otto l'ombra dei grandi alberi. A Londra la stagione era veramente brilbrH•·: ~1 ball,wa il t;mgo, si sorTidcva delle nuove gonne à impasse e delle bcllicoS<•suffragette. Avevo 1>assatola primavera a Saint :\loritz con i ragazzi, perché Ranieri , aveva ,tvuto disturbi ai polmoni, e mio marito mi aveva chiesto molto umilmente di raggiungerci. Era troppo fiero per domand,ire perdono, ma l'idea che suo fi~lio fosse malato lo sconvolgeva. Gli dissi che venisse pure; e ,uri\'Ò :-iubito, appesantito, vecchio, depn·~s0. P.l'):-,.1mmoin~icmc parecchie settimane. tranquillamcnte 1 senza mai accenn.1re né ;11 pas'Jato né al futuro, fin- ('hé Ra11ic,; 5i rimi:,c in ~alute. E quando venne il momento di ~epararci1 Carlo mi chic~c di tornare con lui. Natu1.llmcntc .1ccctt.1i.Ci fermammo alcuni giorni nd suo castello di campagna, a Chi.1r.t.valll', vi<·ino ,w Ancona, e mio m.1rito ci precedette per far preparare l'.,ppartamento di Roma. ChiarJ\.tlle è un orribile pac::,cagri- ._·olo, sorto attorno al castello. Non l"cr.1 nulla da fare, in tutto il giorno. C<-rto mi sarei mcs~a a piangere, sC"' 11p<'nsicro di riprendere la vita con C.,rlo non mi avesse resa felice: nel mio cuore c'era posto per la gioia solunto .. \ .. wrta com'ero nei miei prol!;l·tti di fclicit.ì, non mi avvidi nem1rn·no delle cupe occhiate che ci gctt.n·.,no i contadini. Quando, il 9 giu- \{no. fu dichiarato lo sciopero generale. non me ne preoccupai gran che: pcn,;,,wo ;1 CJr!o. ~la l'indomani nrrivarono cattive no• tizie. Ancona era in rivolta. Quasi tutti gli abitanti di Chiaravalle lavoravano appunto alla manifattura dei tabacchi di Ancona, e probabilmente le conseguenze dello sciopero sarebbero ricadute su di noi. Scesi al villaggio. Bandiere rosse pendevano da ogni fi. ncstra, uomini torvi sostavano a gruppi agli angoli delle vie. Mi guardarono ostilmente; alcuni, anzi, sputarono con ostentazione. Capi.i, per la prima volta, che mi trovavo isolata, con i bambini e pochi servi. Tentai allora di comunicare con Carlo, ma fu impossibile : così passò un lungo giorno senza che ricevessimo alcuna notizia. Gruppi minacciosi passavano davanti al giardino, agitando bandiere rosse e gridando: e Abbasso l'aristocrazia! :,, Ordinai di chiudere i cancelli. Alla sera, il nostro vecchio maggiordomo, pallido di paura, mi disse, rinnovandomi la sua fedeltà e quella della sua famiglia, ch'era molto in pena per la nostra sicurezza. Proprio mentre stava parlando, si sentì gridare al cancello. Era una deputazione di scioperanti che voleva parlarmi. Chiedeva di adoperare la mia automobile. Non c'era altra via che acconsentire, e lo feci con la migliore grazia possibile. Tre giorni passarono senza aver CO• municazioni. Eravamo prigionieri nel nostro castello, non potevamo ricevere cibi se non a prezzi favolosi1 cd alla fine eravamo ridotti a vivere di verdure dell'orto e di qualche uovo che ci passavano i nostri vicini. Sentivamo annunciare catastrofi: che il governo di Salandra era caduto, che il re aveva abdicato, che Malatesta s'era impadronito di Ancona. e che Bologna e Firenze si erano rivoltate. Uno dei capi dello sciopero propose che io cd i miei figli andassimo a Roma, nella mia automobile e sotto la sua protezione. Avevo tanta paura per la sorte dei miei ragani, ch'ero molto vicina ad accettare questa offerta, quando Virginia, che allora aveva solo quindici anni, protestò: « Mamma, sci matta? lo non andrò mai a Roma SOl• to la bandiera rossa! ,. li coraggio di mia figlia incoraggiò anche mc, e rifiutai di partire. 11 giorno dopo, un distaccamento di soldati anivò 1 e immediata.mente tutte le bandiere rosse scomparvero. Io andai a letto, e dormii per ventiquattro ore di seguito. Al mio risveglio, stavo rallegrandomi perché le mie preoccupazioni erano cessate, quando la mia cameriera Gioconda venne a dinni che l'intero villaggio stava meditando un nuovo i;ciopero. e Nes5una delle ragazze impiegate nella fabbrica ha ripreso il lavoro. Dicono che Bologna e Firenze sono in rivolta >. Così decisi di partire la stessa sera per Roma. 1 I treno era condotto dai soldati. Oltre a noi, un solo passeggero viaggiava su quel treno. Ad ogni stazione dove fermavamo, scnti\'o discorsi pieni di odio, e spaventevoli notizie: e Firenze è nelle mani del popolo, il re ha lasciato l'Italia». Temevamo di arrivare a Roma1 e trovarvi chi~à quali tragedie. Non dimenticherò mai il sollievo provato nello scoprire che le notizie erano false, e che le coi;c procedevano normalmente. Pa,,ammo tranquillamente il resto dell'estate a Vallombrosa, in una ser~- nità ch'era forse egoistica, mentre tante nazioni erano in guerra e tanti nomi di amici comparivano, ogni giorno, sulla lista dei caduti. Il 1 ° ottobre 1914 ci trovò tutti raccolti nel palazzo Barberini. E l'inverno che seguì fu oscurato dalle notizie della i;tuerra e dal dilemm:1 5'.C I' 1 talia sarebbe o no rimasta neutrale. Col passare dei mesi crebbe il desiderio della guerra. mentre i diolomatici s1. destreggiavano abilmente fr~ tante difficoltà, e le conversazioni mondane diventavano più caute. Un pomeriggio del maggio 1915 stavo giocanao a bridge nell'appartamento della signora •Coramillas1 quando giunse finalmente la notizia che l'Italia si schierava a fianco degli alleati. Udimmo improvvisamente le musiche militari e vedemmo una fiumana di popolo riversarsi in piazz:1 Barberini. Donne e bambini le fiancheggiavano cantando, gettando fiori, mandando baci. Il giorno sc<!"uentc,Carlo cd io cercammo d, andare con la macchina all'ambasciata inglese; ma non ci riu• scimmo. Piazza del Popolo era nera di gente, tutte le vie erano gremit<' di una folla che si dirigeva verso l'ambasciata ingle~e a Porta Pia, lady Rodd gettava fiori dalla finestra. «Carlo», chiesi, vedendo mio marito silenzioso, e a cosa pensi?,. e A tutti i soldati che sono partiti da Roma fra i canti ed i fiori », ris~c mio marito, e e al loro incerto destino». .:\ii vergogno un poco, ~ guardo indietro, a ricordare come era limitato il mio mondo. J lo riletto il mio diario di allora, prima di cominciare queste pa• gine, e mi sono stupita d'averci trova• to co-.ì pochi accenni ai fatti d'importanza mondiale e tanti particolari, invece, della vita di Carlo e mia. Penso però che molte donne, in tutto il mondo, abbiano fatto la stessa cosa perché, come donne, dovevano appunto ridurre gli avvenimenti alla loro mi• sura. Le pili terribili incursioni aeree non ci spaventavano quanto il sapcrr che Charles, o Fritz, o llenry, tornando ,l casa in liccnz.11 non avrebbero trovato il loro dolce preferito perché non c'era zucchero abbastanza. Mio marito era stato dichiarato trop• po vecchio per il servizio attivo, e fu quindi inviato come istruttore a Tori• no. Pagine e pagine del mio diario por• tano queste note : e Siamo rimciti fi. nalmcntc ad avere una tonnellata di carbone, pagandola dodici volte pili di prima. Sa il ciclo come andremo a finire ... Anche la legna è terribilmente cara ... Ogni mattino vado a lavorare per la distribuzione delle minestre ... Sono stata a prendere il tè all'amba• sciata inglese, c'era del pane mcravigliow1 con burro e marmellata ... ,. E poi: e Carlo è venuto a ca~a oggi... :,. li figlio minore dei principi Bandini fu tra i primi caduti. I due fie-liolidel principe Trabia furono uccisi prima ancora che si compisse un mese di guerra. La loro madre, ch'era la donna più felice di Roma 1 divenne una Maur dolorosa. Non ho mai visto un dolore uguale al suo, in altri occhi u• mani. l rne-,i p:issarono in fretta. C'era tanto da fare, che ben poco tempo ci riNon so come sopravvissi alla tortura di quel giorno. Verso sera mio cognato mi chiamò. « La regina è venuta a vedere come sta Carlo,. La tensione di tutta la giornata era stata. tr?ppo forte per mc, e quando !enta1 d1 parlare alla sovrana, scoppiai m lagrime e potei solo mormorare : e Carlo muore». Ella pre~e soavemente la mi~ mano : e Non bisogna disperare», disse. « Ho visto tanti miGi ,oldati: in punto di morte, riuscire a salv:1r~1.Prego Iddio che faccia la gra• zia anche a vostro marito.,. Carlo morì l'indomani mattina all'alba. 11 mio dolore era così forte che non potei nemmeno pi:ingcrc. Il mondo senza Carlo divenne vuoto. ~on voglio dire con questo di non essermi poi consolata, di non aver mai goduto 1 dopo la sua morte, di non aver mai riso: ma non fu più la stessa cosa. Avc\'amo tutti simpatia per Elsie :\1oorc Torlonia. Ncs~uno più di lei a~cva i_ldono di considerare gli avven~menti con umorismo: perfino le sue disavventure coniugali la facevano sorridere. Er.1 !o.tata una bellissima ragazza. e quando i suoi genitori, Mr e :\lrs Charles Arthur ~Ioorc, l'avevano portata a Roma, s'era subito innamor:ita dell'aristocratico e grande naso di :'.\1arino Torlonia: naturalmente, anche Marino si era innamorato di lei. I $UOinumerosi e tempestosi amori lo avevano s~an~ato; desiderava la pace, e la grazi~ m!1occnte di Elsic, e la rapita amm1raz1one che Elsie gli dimostrava lo seducevano. ' Si st?-bilirono a Roma, nel palazzo Torlo111adove i gchitori di Elsic venivano spesso a visitare la figliola. E si raccontò, allora, questa storia che, malgrado le preghiere di Elsie a :\1:irino, perché facesse ammettere il suocero al suo circolo, :\farine, per evitare di c~..erc spiato1 fece in modo da escludere il povero signor Moore. _Per qualche anno1 la famiglia Torlo• nia, con i quattro bei bambini, fu un esempio di felicità domcstir.a. Poi Marino conobbe sulle ridenti colline di Frasc:iti, dove i Torlonia avevano una ca,;a di camp.1gna, due adorabili e innocenti ragazze. che desideravano una guida e_un .bravo m,1cstro. Un bel giorno, El su:, rientrando da una passeggiata, trovò un bigliettino di .Marino che l'av\'_1..•rtivdaella sua partenza in automobile con le due e innocenti , per un giro d'i.stru:-ionc attraverso l'Italia. La prima tappa era Bologna. Senn cambiarsi di abito, Elsie partì per B~logna, e scese all'albergo dove unmagmava dovessero capitare i tre viaggiatori, .:\frntre li aspettava. confidò ~Ila. padrona dell'albergo i suoi guai ed 1 ,;uoi propositi : la padrona ern una ardente femminista, e così, quando Marino arrivò, non si trovò di fronte solo una moglie dal cuore infranto, ma ançhe una r uribonda ostessa. Le due e innocenti :t furono messe in fuga dalla cl0<1uenzadella bologncsc1 e ~farine fu riportato tri,...nfalmcntc a casa. s-(,ontinua) JANE DI SAN FAUSTINO I T A L I A - LLOYTDRIEiTINO VULCANIA iltalial 30 MAGGIO - 13 GIUGNO , • Prezzo minimo L. 1100 CONTE BIANCAMANO illoyd Triestino) -4 LUGLIO • 18 LUGLIO - Prezzo minimo {CLunica) L. 1500 ROM A lllal1ol 15 LUGLIO - 14 AGOSTO • Prezzo minimo l. 1800 CONTE VERDE illoyd Triestino! 10 AGOSTO - 22 AGOSTO - Prezzo minimo (Cl. unice) l. 1350 ROMA illoliaJ 6 SETTEMBRE - 22 SETTEMBRE - Preuo minimo l. 1200 INFORMAZIONI E PROGRAMMI PRESSO TUTTI GLI UFFICI SOCIALI E LE AGENZIE DI VIAGGI i SCENARIO FA!ll(OLIPOHIALDEEDICATO a D'AHUIIID Olt.re 100 p&rtne con 160 Wust.rulont. t tn vendita a. L. 8 1n tutte le edicole.
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