Omnibus - anno II - n.18 - 30 aprile 1938

O ■ NIBIIS ·"'(Y< )ff.tAG /·NA •• 7· ······.;,.;·-·-·::,;. IL SOFM DELLE musE :a& st ~ ~Jw~ I 14VDIS i I STORIE di Li!.i piacciono meno e l(a qua.si deludono, quando si lim1ta~10 ,il racconto minuto d1 fotti d'un mondo p1ccmo e ri!:>lretto, e ciò for:sc perché >,:li scrittori to:.rnn1, da Sacchetti tn poi, sono st.111tutti bravi nel dc~crivc,c lè picco\1..·srn.1:ol.mt!1 dei loro luoghi. La fonto1:s1.1 parc\.l <1u,1sihand1tn d:1 qudh: pro- .,c, coml' elemento ci,trnnco all'arte del r,h...:ont,1rc, e come un vento che potn:bbc rninacciarc all'improv, 1:-.0 la bdlcz;,,a d'unu \Ila mediocre. 11 Lasc.i e ,I Doni ~•alzarono d,tlla çi:onaca. cbbcrn 11 cor,1gg10 di la!:>c1arccorrere l'i1mnal,::ma1,ione. i\ la pu1 la lcttcratlira tost:.:ana tornò ad essere quella dei dc:scnttc,ri abili a farci balZJre d:nan11 aJ,t:liocchi le cost: come ~ono; da g1un)(cn· ad un rc.1\ismo pcrfotto quan10 po,·ero e generico. Anche le novelle· di :\'ic..:ol.1Lisi spci.so sono storie del "borghcllO •. con pro1agon1s11t.' fo111 d1 qu pare di a,er già letto altro,e, sicché s1u1uscc lo sumore che vi si dedichi nuovamt<nlc. S1orit.· d'una società m111u1ae benestante che abit,1 i borghi 1oi.cani: quei luoghi, fra c:unp.tgna e ciuà, che uniscono Fircnic ad Arcuo o .1 P1,1oia, Lucca a Pisa. l'isa a Siena. Quasi s1 hn d.,lla k·nura d1 L'arra dt:1 semplici (Vallccch1 1 Firenze, 1938) l'imprchione di rttro\'arc ;mcorn uno dei tanti tosc,mi indulgenti per mcl1naz1011e natur.1k all'aneddoto e alla s1oriella, ora , 1c1m al patetico, ora al burlt.·sco; molte le no,cllc tosc,mc senile mfott1 b'a<lanclo :mio ad effetti sentimtntali o comici. Un scnumentò che anuna langu,clamentc una quieta e monotona vit,l fomiliarc, un comico che , iene fuon dul considerare prev.1lcntemente J.:h aspdti esterni delle cose e ddle pcr:sone. Se c'è un umorismo delle appan:nzc, è quello toscano; forse nemmeno umorismo, ma risentimento, piccola \cndcua, sfogo malizioso. li comico \..1cncscoperto soprattutto nella ~ente minuta e po\crn, comico sarà cosi 11 contadino d1 cu, la borghesia toscana ebbe sempre un.i comprensione superficiale. ))'altra parte. è pur \'ero che la letteratura di quella regione resta lontanissima dalla '-'Ila d1 chi sta e lavora nei campi. Il contadino , i è sem1>rc un povero di::ivolo c..he dice pan , nHcce di pane,• pae • invece di padre; e il ndt:re sorte di lì: un riso compiaciuto e catti\'o; proprio dì chi rileva i \'Ìzi e i difetti nhrui non pietosamente, ma piu11osto con l'aria d1 dire con tronfia superbia: • Guarda che razza di genie c'è al mondo . Da an:rsi, per tutte queste ragioni, una letteratura toscana numerosa per pagine dedicate alla campagna, ma sempre limmua a cogliere colori e caratteri comuni. I personaggi più veri di Tozzi, di Palazzcschi, di Cicognani sono d, rado contadini: appartengono in prevalenza alla borghesia popolare delle città. Le 110\'elle di Lisi hanno stranamente l'apparenza di bozzetti paesani, cd alcune, come • La fiera degli asini• e • Fedeltà•, lo sono davvero e tanto che parrebbno d'un perditempo, d'uno scrittor ozioso che in\'cce Lisi non è. Sono le due novelle della fiera di San :'.llchelc e del vecchio fedele all'amata fino alla morte come opere restate nel volume per caso; di quelle che un autore scrive a freddo, e nei momenti di scarsa 1spira- .tione, e ch'ci;tli conserva e non ripudia quasi per rispetto verso una sua dura f,uica. Sono racconti di p1ccoh e mmuti fatti, che Lisi forse pr('clilige soltanto come modo per dare l'avvio alla sua immaginaL1onc. La r-accOlrn.delle novelle permette agevolmente questo esame. 11 li ragazzo 'Domc1111.:o• quasi è anch'esso bozzetto pa('sano, cosl • Il confine•, così • Il falso pellegrino", finché proprio 1n questi racconti ci si a\\cdc come l'accento dell'autore stia ll!IIO non nell'esposizione cron1Stica dei piccoli fam, ma nella singolarità del modo con c11i si manifestano le co!le. • li confine C un litigio fra ncini: c1 sono offese e una coltellata, c'è anche una condanna, ma l'attenzione d, Lisi sta \ .tltro\'e: va alla stranezza con cui ~• S\'Olge il picco,!• dramma di borghetto. Un gran- . ç!e rnuA:t, un muro eccezionale, innalza uÌ'rt't,dei vicim per togliere la luce al nem1co.- lJn muro liscio e alto, mostruoso, come ne appaiono nell'incubo dei sogni. E veramente Lisi ha il gusto Jei prodigi m mezzo alle co:se più consuete. 1\'clla novella La VJcca acquatica, un contadino manda una vacca a pascere nei campi perché malata; la bestia, giunta al fiume, entra nella corrente fino a1 fianchi e vi resta ferma, immobile. I pesci I(' vcniono intorno, come ad un'c-.,ca, e quale e~ca il contadino si sene della vacca auaccan- <lole am, addosso. I pesci abboccano meravigliosamente, cd è qui ~he comrnc,a il prodigio. I contadini sono contenti di ca- \·Jre un utile dalla Mrana facolta mentre la bestia, avvi~tas1 dell'inganno, fu!,(gccon IJ corrente. Padre e figlto, stupiti, la guardano andare \·erso fo foce; sanno che là .. poca di!.tanza c'è il mare. f.d ecco 13 conclusione: .>:on confortava la loro mente la grandiosa figura della vacca ardita nuotatrice sui fluiti, per sempre seguita da un immenso stuolo d1 pesci•. L'immagine mostruosa d1 questa \'acca amica dei pesci non conforta i contadim; mentre con comp1ac..11ncnto Lisi compone queste figura1.ioni che rammentano certi ardimenti della antica pittura toscana. Il prodigio vuole ,rn-.cerc da queste novelle come d'1mpron·iso, proprio mentre 1I lettore {sia pure quello insensibile agli avvertimenti eh...: ,enl,l'ono da una prosa cstrcmarnc111e precisa, fino ad appanre e .-id essere t.t.l\'olta povera cd elementare) crederebbe d1 trornrsi d, fronte a un ultimo fucin1,mo. I prodigi son tanti: in • Un ~Ilo• c'è un misterioso canto notcumo, in• L'arpia• uno strano uccello che lotta ed uccide un cane; ed infine in • Gustavo•, storia d'una perfida calunnia, l'occhio dello scrittore è rutto sul collo del cigno decapitato: e Le ali si alzarono e si chiusero sul corpo che rimase a galfo per la sua forma e leggerezza: dalla ferita uscivano zampilli di sangue, che ricadevano in fitte goccioline sull'ovale della piuma. Solo per qualche tempo conlinuò a battere così; poi fu un semplice gem1tio che arrossava il collo•. La scena è nella vasca d'una villa, e le ville paiono amprei.sionarc particolarmente, col composto mistero dei loro giardini, l'immagmazione d1 ~icola Lis1. Le ville sono luoghi di grande calma, dove rurtaYia l'amino resta teso e in orgasmo come m attesa di avvenimenti e apparizioni strane. Il gusto per le straordinarie apparenzt:: crediamo che a Lisi sia stato educato per quella via. D'altra parte, le sue sono no,·elle d1 personaggi; e, sempre, il personaggio che ,·edc, e intorno al quale si adunano le immagini, non ha volto o carattere. Queste no, elle forse si penserebbero narrate con maggiore impeto se in prima persona; cose d'uno che racconti i suoi sogni. Iacopo non è personaggio. anche se torna nelle prime due no,elle della raccolta, 111• Fidanzamen1d di Iacopo • e 111 • Le gambe della Nainur •, e cioè nelle due composizioni che Nicola Lisi ha scritto con maggior consape\'O• lezza delle sue inclinazioni fantastiche. Così il protagonista della penultima no- ,ella del volume: JI \'iSo della donna•; così Gmscppe di Amore•, che chiude 11 volume. Sia per caso o per \'olontà, questa mccolta d1 novellt< per essere compresa vuole che si h:nga conto della distribuzione. All'mi..:10 e alla fine, due e due racconti do\C le qualità fantasuche di Lisi sono più libere <lolla maniera del bouetto toscano: al centro, altre novelle, come L'arpta •, La vacca acquatica•, • Un gallo., che paiono segnare magari timidamente la Mrada percorsa dallo scrittore fra raccontò realista e raccor\to fantastico, e int('nncdie le cose piu sciatte. Come se lo scrittore volesse cp~trmgcre i suo, let1on a scoprire la strada ch'egli pre-,e e segui. La i.tracia onesta d'uno che pnma pare arrendersi alla modestia d'una tradizione sem:a sorprese, pronto poi a g10vars1 1mprovv1samentc delle risorse della i.ua 1mmagmaz1one. ARRIGO JJENtOETTI FIRENZE - MOSTRA DELLE ARMI ANTIOHE ( CORRIERE TEDESCO ) [ùlJ1il~~Il~CB ~t-:ORG BRnTI'.'<G appartiene altUJ b generazione di Paul Alvcrdes, di K. B. von }.fochow, di coloro che hanno fatto la guerra e che oggi h:1.1, superato da poco i quarant'anni. 8,wMesc, mutilato di guerra 1 Britting ottenne qualche anno fa il premio della ciuà di Monaco cd oggi conta, nella nuova generazione cli poeti, accanto a Weinlwbcr, Barthcl e qualcun altro, come uno dei migliori e dei più promettenti. Benché l'opera di Britting non ')ia numero-...\ (un rornanw: Lt•be11slauf ci11es dicAc,1 ,\la,111es der 1/amlet hìrss, Carriera di un uomo gra,so che si chiamava Amkto; due volumi di no\'elle: Dar trriu Elu,"·eib, La moglie fedele: Da bclcriintte Wciher, Il vivaio inghirlandato; una raccolta, abbastanza ampia, di poc,ic: Der irdische Tag, Il ~io1 no te, r~trc; un libretto di poesie e di pro!><!alternate: Dic kleme 11/elt am St, om, Il piccolo mondo sul fiume : tutti editi da Langcn-~li.iller), pure l.\ figur,t cli lui, come scrittore e come poct,1, è abba,t,,n,...a complcs~a. Tre sono, enunciate grosso modo, le C.'\1-;.1ttc• ri,tid1e che si alternano e alle ,·ohe si fondono nei suoi libri: un 1eali,mo ru• dc, come nel racconto « L:-i moglie fecl<·lc>, do,·e alla fine di un duello rusti• cano a colpi d'acfetta tra un cont..1.di• no di un \'illaggio dell:l Bo-.nia e un mcrò,1iolo mu')ulmano, la donna, che è moglie del primo e am,,nte ckl ,cton<lo, dopo aver av>i..,tito qua<.i indiffc. rrntc alla ,uffa mort;llc, ,-cdcndo che l\unantc \la per fu_l{~Ìrc, ,cntl' ri ... \'C• ~li,11-...1 in ,é l'i..,tinto ddl.i fc-cldtà e- dell'amor coniug,1le 1 !-.barra Lt porta dietro k- ,p.lllc drll'am-.1nte, focl'ndo sì che il marito l'.1ccoppi; una fincna p,icolo- !{i«- minuta, come <.1x•-.,oa,·vic•nr nelle novdle cli Il tiumo ln.glllrla11dato; e, qu..ih· ri-.uh.uo f rciurntc· dell'uno e ddl'..1lt1.1, dd re,1li<.ino \·igo10,o e dell.1 p,icologi.t minut.1, un umori~mo arre o un ,;orri'-0 fine. A tuttt· (• trl· qul•,te qualità di Britting- è facile muovere I' ,tCfll"'d di e,;"-C'rc«· c~t<'rnc > : e quc,to è u:rto il mai;~ior difetto di lui. C'è inf.ltti nel suo rcali,mo qu.ilchc co,a cli voluto e di esa(!'crato; nelle sue trame psicologiche un automatismo sottile ma evidente; e nell'umorismo, p. e~. del suo Amleto, quante volte si ricorre :dia p.1rticolaritù esterna della (!'rasscz. za ! Ma il finale del libro, quando Amleto, rinunziato al trono e fattosi mo• naco, ingrassato:si in convento come un bur, ha t11ttavi:1.gli OCf'hi liberi, in mcz7.0 al lardo dell'ohc~ita, per guardare le stelle della notte e immalinconirsi, è bello perché ha uno spunto lirico. li liri:smo: questa è la chiave di volta per capire Brittiri~. Non si arriva ad intenderlo se non dopo aver letto le poesie di Il gio,no terrestre, se non arrivando au:'.l conclu~ionc che egli vale soprnttutto come stilista. Uno ,tile, si badi, niente affatto c·rmctico e difficile - e ciò è importante facendo il confronto con tanti altri poeti moderni, - anzi di unn. chial't'na crist.11linil, ma è uno <.tile fortemente la\'orato e di grande preci-:ione. Certo anche alle poc~ie di Britting si può far l'accusa di essere soltanto ,,:;visive>, e infatti esSC' sono qua,i C!>clu,ivarncntc dcscririoni di pae- ,aggi, di st,lgioni, di bestie. Ma quanta nitidezza: basti pcn1".are al111nmagine di <1ueg:li albcrc:lli magri, prc!-.i nc:lla furia ciel ,-emo invernale, sui quali il ncvi,chio, battendo, ha formato un;\ ')pecic di peluria ruvida, che somiglia.- no ,l « una schiera di :1:,,inc-lli n fuga>; o ali.i « marcia delle selve > verso l'est, o alla cornacchia cht· s'accoccola, ncr .:i. C' gracchi.1ntc, ,u) bast◊ne curvo di uno ~p.1vcntap.1'-'tri, rima'ito dando• lantr nd silenzio di un campo di ne• ve. C'è ')empre. nelle poesie di Brittmg. una nitidl'Zia i,wcrnale (Il giorno tcrrcJtrc è quasi diviso in gruppi di cose e di sta~ioni: i canti della pioggia, le poc,ie del fiume, quelle dell'inverno e (]Ul'lll' dell'estate) o una chiarità solare, e.,tiva, dove ogni :sa,~, sia del greto dw delb str,1d,1, è tutto in rilievo, non ha più un'ombra. Piutto,to che parbrf di hai-occo, coml' qu.\khc: volta ha fatto l.l c:ritica tt'dc-,ca, forc;e invit:at,l a qur,ta ron,iderazionc d~l scorci violenti, p.uk1t'i per B1 ittinf,!. nei monwnti mi~liori. di un cb ..~. ici"'lno nudo e p0t('nt(•_ dove l'io «-mhr.i complct,unente ..,,Mrito e in\'C'CC' il \uggrllo perwnalc dd poeta impnrnc fortemente di sé le co,r in un afll.uo lirico, sempre sorretto d,t grande coscic-nzn. d'arte. .. BONAVENTURA TECGHI ll~ ifl.. l~L 1880, in un .irticolo ripubblicato !l'.f poi nelle P<Jgi11traccolu, Ferdinando ~lartini propone, a agli erudii i e ai foll,,.Joris1iun qucMto da cui ne sorgna un secondo .id uso dei critici: c. Francesco D.1ll'Ong,1ro scrisse una ballata che il Oc Cub('fnatis giudica una dc-Ile più felici fant,uie di lui. S'intuola Il Diavolo t il t' tntQ, e , i sì narra che dopo la rivoluzione 1osc:rna dd 1 859, Qutl dì (ht giunie all'Errbo Dà toschi fatti il grido Vtn11e il <apnccio a Sata11a Di viJ1tanie il ,udo; Mise le b,iglie ad Eolo, P,tst la fnuta in ma110 E per l'arreo vano Caracollar lo fe'. e: Cosi giunsero sulla pi:tzw dd Duomo .i Fin•11ze j quivi il Di:nolo dihe ,1J Vcnlo: aspt.·ttami un U\(.111\èlltinoh;o un'amba.)Ciata da forc a qu('~ti canonici: vo e 101110D. etto r..atto entrò in coro; ,olc,a pei,u,1dere quc' preti a 1inunziare alle prebende, ma i pTeti pe1suase10 lui a non li seccare; stesse con loro e gusterebbe le pic-1a111.sequisite e il vin n-cchio, frutto appunto delle prc• lx:nde lauli~)ime. E il D1..a\olonon si. rnosse più: sia co' c.inonici, con loro 1il:rngia, be• ""• canta: fra loro semina I piat1 e le conteJe, e intanto Il Vt11to 1r1ial.:a t turbina /r1 polvc,01i uortici E auieu1 11 dabben popolo Ludibrio 61 suo furor, E QJpdra 1empre il Diavolo Che ,ion ,ilornu ancor. e E questa è la ragion per cui sia d'c.st.-i.te, sia d'inu:rno, &ia di giol'llo, sia di nolle, n1lla piana del Duomo a FirenLe tira ,empre un ,e11to che ve1a111entc J>UÒ di1·si \Cnto indiavolato. e: li D.tll'Ong;..110stampò pu la prima voila ques1a sua ballata nel 1861: sin dal 1838 Emilio Oeschamps ave\ a mandato foori quest'altra. VIEILLE CIJRONIQUE E11 l'an de ChriJt quin(.t-cenl·lrtiu Un jour, la Diuordt ti lt Veni Par la Deauct, tout à ltur aÌse, Choni11aient au soleil leuarit. Devi.sa11tenJtmble ils arrivent Dans la ville de Chartre1, puis Après uin&t cere/es q«'ils dicriveru, lls pr,nntnl la Ruclle-aux-puiu Qui Ionie en étroite spirale Lt fla11c nord de la calhidrale. La Dilcorde au Ve111dit alors: "Reste un peu là: j'ai quelque (hose A di,e aux chanoines, pou, cause De Jtr111ce.Atlenrls•moi dehorJ ". Se gliJMnl so1u le porcht: en mitre Entra toul droit daris le chapit,e ... Le Vrrlt dehors /'attend 1oujour1. C'tst pourquoì founures dt: marlru Et ma11ttaux ne se quitlent p,u Eté comme hiver, Jur le /)as Dt la cathid,ale de Chartres. e 11 Dall'Ong;lfO a,vcrtc in una nota di a,ere ,c1~ificato, ac<'omodandola ai tempi, una leggenda che corre tra 'I popolo a fi. rcnze ; ma io, fioicntino, non ne ho mai sentito parlare. c·è cll,l questa leggenda? Lo dicano gli eruditi ; e se non c'è, giu• dichino i cri1ici quel che s'abbia da credere: o che il Oeschamp.s e il Oall'Ongaro .1.bbiano a\\ll0 una stessa idea non sapendo l\1no dell'altro, o che l'italiano abbia co• piato il fra1\C('Sefacendo finta di nulla :t. Così il ~fortini. Se rispondessero e quel che rispondessero eruditi e critici non ho a\!ulo agio di ricercare. Ma è e, idente che la vena an1idericale .serpeggiante nella ballata italiana e ""Ila cronaca ver.sesgia1a francese si riallaccia all'anticlericalismo dd· la novclliuica francese e italiana dei prirni secoli. Due esempi insigni, nella letteratura classica, tcstirnoniano la perenne fri:schcua di quella fonte d'ispirazione: l'~riosto nel canto XIV del Fu,ioso e Boilcau nel Lutrin. Senonché la Discordia, presso queui due j)O('ti, predilige, sì, la co111pagnia degli uomini di Chiesa, ma non viaggia insieme col Vento, né, ianto meno, si fa aspeuar da questo all'uscio di strada Ecco invecè \lll raccontino, anteriore di ll0\ e anni app("na ai veni del Oeschamp~, e forse noto a questo, in cui il Diavolo e il Vento "iaggiano da buoni amici e hanno a Roma, sulla piazza del Gesù, l'av,entur,l che il Dcschamps colloca a Chartrcs e il Dall'On• garo a Firenze: l'Ilo trovato nelle Promenades dans Ilo me di Stendhal (1 8~9): e A ea,u,. de l'ilévation du mont Capi. tolrn t t ,tr la di.Jp0Jit1on des ,ues, il fa11 aJH'{ o,dinauuntnt du 11r11pI rès de l'égli.se des 1isuitt1. L'r1 1our le diablt:, d1t lt ptupfr, Jt prom;nQ1t dans Rome avec lt im1t; anii;é pris de l'églist del Gesù, le diable dii au veni: "]'ai quelque chose à fai,,. là-deda,u, allerrdt(.-moi ici''. Dtpi.is le diablt 11'rn eJI jnmais sorti, ,., le veni allt:r,d eneo,,: à la porte :t. Il raccontino è da\vno popolare a Roma? Dirò come il ~fartini: io, romano, non ne ho mai sentito parlare; e a~giungcrò che mi ha tutla l'aria d'una mali2ia d'origine dotta, probabilmente cucinata con ingrcdientì folkloriuici nell'ambienle antigesuitico scttcctntesco, quando si prepa• ra,a o si consumava la soppressione della Compagnia di Gesù per opera di Clemente XIV. ~la la satira, così applicala ai gciuit1, po11ebbe ritorcersi contro gli autori dei \':.pplicazionc. La teologia morale mo,tr;· quali '°no i n•Jli rapponi ua il dia\o\f e la Compagnia. n.idatc: io ,100 sono teo logo, e non wno perciò autorizz..ato .1 r:a gionare di tu1.ioris1110e di probabilismo, d rigorbmo c di lassismo. Ma quando i 1co logi ti.uioris1i ~ rigorilti .1ccus.l\ano i g('• suiti di couruire ad uso dei propri peni 1cnti una morale troppo acco1noda11tee d render loro la \ ia della devo1ione più !iseia d'un'autostrada, mi par chiaro che teologi dell:i Compagni,1 non a, c..ano ton,, se rispondc\,lllO che con quell'indulgeuz, guad;;gna,ano più anirne a Dio che no, gli altri con la loro inflessibilità. Due i;t,. 1ici recenti dei gesuiti, il ~Lucr e il Ber• no\ilk-, sostanzialmente ostile il p1imo so1t... I.\ ,cste dell'imparziali1à, ,rn11nira1oree panegirista il secondo, si accordano 1.el riconoscer,: che alle indulg('nu: della e.ui~tica la Co111pagnia è poi t.ua dalla carità vers(· 1antì e unti pt>ccatori, i qt1ali si danne r~b~ro a forta di ercdel'lii incur.tbili. V ,.igorisrn serra l'uscio in raceia al dia,olo dopo avrtlo fatto fremere sotto uu'a.sper gmc d'ac<1u,\ san1a. Un gesuita lo fo en trare, gli off1e da sedere, gli ri,olgl' ma• gari qualche complimento: ma inunto, piar pianino e senza parere, gli taglia le unghie e lo rende innocuo. Il dia,•olo, contento ( canzonato, crede d'essc1·e stato ricevuto coi tu11i gli onori: in realtà, non ha oltre.• passato l'aniicamera. Esorcim10 coi guanti, sia pure; ma cl fctti\'o cd efficace esorcismo. Non per nulla i duf" storici che ho nominati dianzi, i 1 M atcr e ìl Bernoville, si accordano anchf' in questo: che la Compagnia continua nei secoli il diuturno cd cn~rgico duello impegnato col dia,•olo da sant'lgnaz.io c. Loiola. Un secolo fa, proprio in qucll'.1n110183~ in cui Emile Ocschamps pubblicò quei suo. versi così consonanti alla satira antigcs-.:i:- tica raccolta da Stendhal, si pres"ntava ali.:. ca\a del Cesù chiedendo del padre dc Leis sèguc~~Roz,1vcn,assinente di Funcia prcu. il generale dei gesuiti, un giovane venticinquenne con una di quelle fisionomie che, una volta viste, non si dimenticano più: fronte ampia incoronata di riccioli ribelli, naso gro~so e alquanto adunco, bocca u1, poco sdegnosa, occhi pieni di fuoco. No, era il dia,•olo, era un giornalista: quai sconosciuto allora, di Il a qualche anno do ,·cva diventare il più geniale e vigororo polemista cattolico del secolo: Louis Veuil101. tra ormai al termine di un• lunga crisi spirituale, già potenz.ialmente CO0\'e1• tito al cattolicismo, e non a caso era stat~ indirina10 a quel padre Ro-zavcn, e: vieti• lord chargé d'annlu et d'oeuuru •, che i\. gioventù era stato amico di Joscph dc Mais. tre e aveva lavorato effièAcemente con 1111 alla propaganda cattolica in Russia sou, Alessandro I. Si rico.stituiv.1 cosl, grazie a , ecchio gesuita, una tradizione che sembra," inu•rrotta o rompromcssa: perché il lcgit• 1imo primogenito spirituale di Joseph d, Maistre è proprio Veuillot. 11 padre Ro za,en rice\'ctte la prima confcu:ione dl•; convertito, che di quell'incoo1ro ci p.lrl:i in uno dei più bei capitoli d'un suo libr< autobiogiafico candido e forte come Le ""' pr-ig,oni: Romt ti Lorette Possiamo es~e1e sicuri che in quella con Cessione e nelle altre che la seguirono, i. confessore non ebbe bisogno di ricorrcn alle indu\gem.e della casiuica: l'anima co11 cui s'intrattene, a era di quelle che respingono ogni transazione, anche la più inn.,- cua. La lotta col diavolo di cui discorron, i biografi di sant'lgnazio è ricominciata d:: Veuillot con impeto giovanile, anche quando - e gli accade più d'llna volta - egl, crede di \·edere il diavolo là dove non c't Soldato di Criuo, mobilitato con1ro Satana e sempre in p1ima linea: ceco Vcuillo: La mcdi1az.ionc ignaz.iana dei due stendarJ (quello di Gesù e quello di Ll drcro) r:- vi,e in più d'una pagir.a del fiero polemista, e la più bella, forse, è quella con cu: si apre trionfalmente Le parf"m de l?om• Oirianno,e anni dopo, nel 1857, a,uistentf' di Francia presso il generale dei gesuiti non era più il padre Ro1.<n-cn,ma il padre Ro billon. Il quale, un bel giorno, ebbe la ri\l s1rana dellr vi~ite: quella del positivist. Alfred Sabatier, inca1icato dal suo maestrt Auguste Comte di proporre al padre ge nerale un'allcanu tra positivisti e ge~uit contro il comune nemico, ,alc a dire ron 110 il protcstanttsimo, il dèismo e lo scc, tìdsnio, i Ire gradi (secondo l'ideologia coi.: tiana) della malattia moderna che ha mess, la soeirtà u11Hrnain uno stato pennancnt, di fermentatione. All'invito del positi,ist. accompagnato da un'offerta di libri d< maestro al padre generale, il gesuita , . spose con prudt'nte ed evasiva co, tesia. ,, una settimana dopo gli faceva pen·enirc nome del suo superiore una brC\C lencr. con questa perentoria ri,pos1a: e: Fra il ~· e il no sulla questione della di,init3. d· Cesl1 Cristo l'alleanza è impossibile ; è inu tilc occuparcene ::t. Quanto alle pubbliC'o1 rioni offerte in 01n.1ggio, andarono a finir, dai rivenditori di libri usa1i ; e una di css.: il Caté,hisme pos1tlviJte1 con la dedica au tografa e: d Af. Btd.x, général des ]huittJ oOert par l'auteu,, Auguste Comtt », f, acquis1aia in una vrndita, qualche ann• dopo il 1870, da Tommaso Tittoni. L'e~em. plarc era ancora intonso. Segno che- il dia volo era rimasto anche quella voha scornato PIETRO PAOLO TROMPE(

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