Omnibus - anno II - n.18 - 30 aprile 1938

ANNO Il - N 18 ROMA JO APRllf 1938 XVI ELL'AUTUNNO del 1919, un volontario dell'esercito tcdcM:o riceveva, d.ti capi dl'lla Reichswehr di ~1onaco, l'ordine di rccart1i ad ascoltare quel che ,, dicn a nelle riunioni di un certo e PJrtito operaio tcdc~co ». Quel volontario cr.1 Adolfo Hitler. Egli obbcdi,cc senz'altro e si reca alla birreria St1.:rncckcr. Qudb ,era p,ufava Fcdcr . .\Ila fine dd di~or-.01 si alz.c1u.n oppo- ,1ton:, che pronuncia una bn,_•vc.-1ll0l uzionc !.COnclusìon.ita. Al fiduciario dd ~upcn,titc esercito tcdc~o cv.a. non pare meritevole di attt·nzionc : egli si .tv\·i.1verso l'uscita; ma quando t-ta per \-olt,\rc le !.palle alla riunione, una fra- '-{' lo colpi"-cc e l'irrita: « S1.,cchiamo 1.1 8,l\ icra dalla Pru~ia e uni,,moci all'Amtria ». QuC!.tC parole gli M:mbrJ.no un mcit.tmcnto ,l tr,1dirc l..tcau-,..ldella p.!tria. Scnia un attimo di perplessità, l'uditore ~cono:)ciuto ritorna sui propri pas- :!,i,:)i dirige al tavolo della prc~idcnza t' domanda la p.1rola. Chi è? 111 nome di chi parla? Ma il pubblico non ha ,wmm<'no il tempo di indugi.ire su que,ti interrogJtivi, perché lo ~ono- ,ciuto inizia :llenz'altro il contradittorio con una tale vccmenu,, con un.1 t..lk p,13sionc, Che l'uditorio ne rt:llta prima 3tupito, poi ~onccrtato, quindi con<1ui:lltato. Il di..cor~ è breH', ta• ~licntc..•,sarc,11,tic-o,mord.tce, ,dia fine ,1ppa~ionato. ~lan mano che !'oratore ,i avvicina alla conclu,ione. non po- < hi cedono ad una intcma comnunio11(·. li richi.uno ;ill'unità della patria, l,t , ioknza con la qu..tle C:)()rta a non dimenticare i c.1duti :)ui campi di battagliil, la profc:tia che immancabilmente ~~trebbc sort.i. dall.l sventura e dal dolore una generazione 1luova. di vendic;1tori e di re.,tauratori dell'onore na- ,dunalc. ltrappano la lacrime e fanno <·orrcre per l'assemblea fremi ti di entu3i.~mo incontenibile. L'or:-.to1C"stco:- \0 sembra esserne sopraffatto: egli ha rin:l.lto l'uditorio a se ste,w, ha pwnuutiato le p.irole che nessuno, fino a ·quel momento, a,cva ~aputo dire, ma ha dllChc, in p.tri tempo, rivtbto ,é ., '-C medc-.imo. Nel tumulto di qliel1.t S(;ra, Adolfo Hitler ~i muove come un ~onnarnbulo e parla come un profeta. Il giorno dopo ìl comit,tto direttivo ~' invia l,t tcsscr;.t ad ho,iorem del p.irtito e lo nomina capo della prop.tg.rnd.1. Si ini:tiano le nuo, e riunioni. .\I primo raduno i pre~enti M>notrentaquattro, al secondo ccntoquarantatrè, al terw quattrocento. La falange ,,i mette in cammino. Alla prima grande dimosti,\zione del « partito nazion.d-.oci,dista ctcg11operai tedeschi », !!Ccondo la nuova denominazione, alla ,ala ddla Hofbrauhau-, il 24 febbraio 19-20, il capo cella propaganda, ma, di fatto, già capo di tutto il movimento, enuncia ouei venticinque punti del prog_ra.mm,1naziorulsocialista che oggi .-.,~ritrO\ .1no i11altcr;.1tiin milioni di pubblicazioni diram.i.te da tutte le librt.·1ie e da tutti i chioschi del tcrto Rcich ... Pochi me,i dopo. oomp.iiono .1 ~{on,1- <·o i p,imi ,c..,,illi ro,.,i dal ccnhio biJnco con'"la croce uncinat,1. Contempor,rnc~nu.:nte .-,ifonn,u10 le prime .'Jquadr(' d'~'-SJlto e ,.j acc1uista per poco un giornale scttiman.alc, il VOU..ischer Bt·obachter. :":cl gcnn..tio del 1923. si h.t un'adunat.a di M!imila uomini alla con.'J..1.cra1ioncdei \·c,-,illi, cd ,ti primi di no, cmbrc dello ltes~ anno, dopo un.t serie di pronunci.1menti di p1azu che segna.no altrettante tappe nel "·ammino del partito, dal salone di una hi1rcria ,ull.., ri\.l destra dell'har, Adolfo Hitler intima al go\·erno lo prod.;1ma2ione di uno Stato nazionale. li ~O\crno ri.,1xmde imprigionandolo. Al1'Jrrest0 seguono il procc,;so e la cond,rnna a cinque anni di forteaa. E nel carcere che Hitler matura le proprie 1clcc. :\'dia ..,oJitudinc ddlJ. fortezza di Land,bcrg, ,embr.i racc-oglitrc in ~é tutte le , oci della Germania disfdttd e ri1,()rgentc. « JI dc..,tino dei popoli può c<..-.ercro,·<;)('i,1toda una sola for.la: il torn.•11teirrt,i~tibile di unJ p..t.,~ionc. E la p.:ls-,ionc può c:),erc accc~a solo d..t chi b. porti nel proprio <,(:no ». Al proc<·"w, egli as,ume l'atte~giamento di un accu,atorc. La rcpubLli- <a di \-\'eimar è l'accettazione dcli.i -.<;onfitta,è "°pri.ittutto la ra,M:~nJ.Zior~e .;1Idisonore. Peggio ancora: e la v1<.1 .1p<•naal '-OCi.i.li..,moC,'hesignifica la di- ,;truLionc della c;o-.C'icnzanazionale, IJ p<.'rpctuJziont dC'll'opprr'),ione. impo,t_a dai \·incitori. « Io distru~_gl•ròil marx1- ,mo nel mio pac~ ». l cinque anni di prigionf' "i ridu(or'fo a tredici mc\i, ma que\ti trt·dici mc,i Httlcr li occupa a dettare al cornp.1gno di prigionia Rodolfo IIC",s il ..uo \ a,to disegno di ri- ,co<:~a: .:\lczn Kampf. « Tutto, dall'alfabeto dei giardini d'inLrnzi.i .d giornalc di grande djffu3ione, tutto, teatri, cinemato~rafi, pareti di pubblica affis- !iione, tutto deve essere mc~so al servizio di un'unica immensa riscrusa: l'affrancamento dal trattato di Vcr:)ailles. Tutto e fino al giorno in cui la tre• mante prc~l,;rra dei nostri compatriotti: "Signore, liberaci". non si sia trasfonnata, nell'anima temprata dei più gio,ani, in una invocazione fiera e ardente: "Signore, LJ10 onnipotente, benedici un giorno le no:Mc armi; ~iigiuc;toconw ,cmprc sci st,110; giudica, ora, -,e noi non meritiamo la libertà e benedici. infine, la nostra buona battaglia">. Ourant,· otto anni, J fitlcr non h,1 Ct·~1.to d.l questa propaganda .1rdl·n1r, che h~1sollevato milioni <li ,1nime Egli è così .,jcuro ciel trionfo finalt', che fino dJ.I 1924 ha pubblicamente rinunciato alla violenza pc-r seguire unic,,ml'ntc le vi<;legali. ~cl 1928, t.!od1..1. i deput.iti na:tionalc;ocialisti entr,•no nd Reich~tag; nel 1930, il loro numero -,aie a I'>7; nel 1932, a 230. All'indom.ini di quclt0 trionfo elettorale, fallito l'e-,pcrimcnto del generale von Schlcicher, il vecchio pre~idc-nte flindcnburg offre ,t l(itler il eancelli~rato. certo di interpretare la \'O• lontà d<-1Paese. [I ~uo primo go,·erno è un mini,u·io d1 coali.lione, che rispt..·cchia l., \itu.1zionc del montrnto. lll't<''-'-.t.riamcntl' tramitoria, p<-rché la fort.a di Hitler è incomparabihnt·nte su1x·rion.· alla \ua c,prc~sionc numerica, Come ,w, iene \<·mprc in ,imili circo• \l,tnte, le fon.e dtlla co1h<"rva✓ionc "JO• ciah.·, c;he fanno capo .1 l-lugtnbcrg cd .i \Oll P.lpen, s'illudono di poter c-.erl itJr<' un efTetti,·o predominio. di di- ,c:plinare il mo,·imt'ntO che fa r.rno ,1 I litlcr -,econdo i modi e i quacl, i ddl.t 'JO('Ìt·tàgrrmanica ddl'.antcgucrra. govC'rnat;,1dalla pt0prictà terriera, dall'incllMria pe1i.antc-e dall'l':-.l'rrito. Lt compo~i.-ione del nuovo ~ovcrno, in cui pri,nrgq:ia la figura di llugl'nbng, pare, per un momento, avv;tlorart <JUC· ,te ipote,i e que ..te tcndc•nie, ~1a b<1- -.tano pochl' ~ettim«uic perché un ,1milt· di'-tgno ,i ri,·di in tutta la \Uit a\- ,urdità. fl Reich,tag u-.cito dallt· elezioni del non·mbrc , i,•ne .,<iolto dal pre.,id<;nte I findcnburg. che convc><_Ji . nuovi cumiLi JX'r il 5 marw ,uC'c-.c.~1vo. Quc~ti <i,('gnanoun nuo,o trionfo per ,\dolfo I litlcr, d1(• conqui\ta 288 ,(·{(gi contro i 196 deJU• pr(•crdenti ckLioni. La ,u..i autorità è or,\mai fuori <au'-a 11 PAGINE UNA !IRA il I SPEDIZIONE IN ABB POSTAlf MONACO 19H. HITLER OOL GENERALE LUDENDORFP ALL'USCITA DEL TBIBUBALE POPOLARE DOPO IL P&OOESSO anche pei seguaci della più vigorosa ortoclossia costituzionale . Nell'estate del 1934, Hindenburg soccombe sotto il peso degli anni e della gloria. Il problema della successione appare angoscioso a molti dello stesso partito nazionalsocialista, ma non a Hitler, che, guid.tto da un intuito infallibile, convoca il congresso di No1imbcrga. La legge ~h consente di domand,trc al popolo la suprema investitura.. Egli la domanda e il popolo l'asseconda in un impeto di cntusi,.bmo travolgente. Capo dello Stato e cancelliere, il suo programma non wff re alterazioni. I I suo pr~tigio è tale. che può nco5truirc il governo ,ccondo una nrnggiorc coerenza, che a<.,cgn.1 al nazionalsocialismo tutto il potere. Nella politica interna, "·ontinua l'opcrc1 initiatd nel febbr.1io mediante l,l prornulga1ione del decreto : « Per la protezione dd popolo tedesco». che dhriplina il diritto di a-.- ~ociazionc e di riunione, la libertà di ,tamp,t e le .'Jte'i~ formationi militari. L"nd lt"ggc del 7 aprile c.tncclla gli ultimi re,idui dtl decentramento politico e ~mministrdtivo' MJpravvissuto alla stc3sa co,1ituzione di Weimar, e che ~,ppariva manife,.tamente incompatibile con la concezione rigidamente unit,1ria dello Stato. In for,,1 di tale legge, il governo del Rc-ich nominerà a c:ap1 dei ,·ari Stati dei go,·ernatori, .Stalthalter, col potere di scegliere i mini~tri e i funzionari e di ~iogliere, quando ne sia il caso, i La11dtage. La logi<ol tot,tlitaria del nazionalwciali~rno non può non rìpcrcuotc~i sui partiti c-h<· ,i -,ono mburati nelle deiioni del ma1w. Le ultime 1csi,tl'llte della dcmocra,,ia soc!Jlc- sono vinte il 22 giugno, quando rhulta chiaro che t·-,~J.non è disposta ad .:icconciar,i a \'i, ere « ne-Iquadro delle po~~ibilit:1le• gali », ~'('Ondo la fonnul.1 di Gocring. Le -,ur assocìationi '>Oll0 ~c:olte dal mini:)tro Frick, cd or,, '-t' n'è perduto prrfino 11 ricordo. Lo stt','-0 Centro cattoliro ;1v,erte la ncfessità di mC'ire dalrcqui,·oco il giorno in cui Ilitlcr illl!lunzia cht: « la dinamjca ddl,t rivoh11ione» <onti,, l('rà ~ regolare 1'.cv~- lu7 ionC"dc•lla Genn.1n1a. Il 5 luglio, 11 C<·ntro c,tttolico ~i ~pp11mc ,pontane.amente con una ddibcra,,ione <lclld direzione dd partito. Viene cgu.tlml'ntr c;ciolto il p,trtito t<·dC"-.cona;-ionak che fa C,tpo a I lugcnbcrg, mentre gli Elmi d'accia10 accrttJno I,, nuova di- ,riplina p<1.,~.i.ndo-,otto il diretto l:Omando del FUhrer. Cosi si rafforza l'unità del regime, tanto che il 16 luglio il governo del Reich emana una legge contro la formazione di nuovi partiti. « In Germania non c:.istc che un solo partito µolitico: il partito nazionalsocialista operaio tedesco>. Il secondo tempo della ricostruzione fu dedicato alla legislazione <·conomica e sociale. « Onorate il lavoro e rispettate chi lavora >, proclamò Hitler il primo maggio al cam1>0di Tempelhof. Furono quindi co,;tituiti i sindacati e organizzati nel « Fronte del lavoro». Seguì un vasto piano di politica agraria, cne deve a~icurarc alla Germania l'autonomia alimentare nel~ la m:l~im.l mi~ura po~~ibile. Una appo3ita legge del 16 settembre 1933 consente al mini~tro dell'alimcnt.tzione di stabilire le superfici da lavorare, i prodotti da coltivare, i prezzi di vendita. Contemporaneamente fu tutelato il commercio, specie il cornrnercio al minuto. « L'iniziativa privata sarà incoraggiata e la proprietà individuale sarà difesa» : parole di Hitler al Reichstag il 23 marzo contro le velleità demagogiche dei tedesco-nazionali. Decisiva la lotta contro la di~cupazione. A mali estremi, rimedi rstrcmi. 11 padronato agricolo, industriale, commerciale, fu moralmente obbligato ad impiegare un numero di di!loccupati in relazione alle sue po~~ibililà, mentre la solidarietà nazionale, in ogni modo incoraggiata d<ti govcrn.1tori, fa. cev;, dovunque prodigi. Nella Pru~5ia oric-nt,1k, in Pomerania, nella Slesia, dopo pochi mc,;i 11011 ~i contava un solo di,occupato. Quc<,ta rico\trutione economica non ,1vrrbbc anlto scn">O ~ Ull.l sagace- e ferr('a politica finanzi..tria non avc~,c in ogni modo difeso la moneta. Il m,1rco fu "alv.110; furono equilibrate le import,1zioni in rapporto alle esportazioni, il che permise all:l Banca del Rcich di procurarsi considerevoli quantità di \ aiuta pregiata. Fu intraprc~, infinr, quella provvida economia detta del «baratto», che si rivelò dTìcaris<;ima nella tutela della bil.mcia ('01l1111l'rti,lle. Il terzo tempo fu qu.1<;iinter,1mcnte dt·dirato alla politica c-,tcr:l. Politic:l intcrn,l, politica ..ociak, politic~• cconomirn, difesa dell.1 cultura, non sono che prc-suppo:!,lipe1 un'a?ione ultcrion•, che deve .u-,icurare a un popolo I., l>mi,ionc che gli '-l>Cttanel mondo dd e na,ioni. Su que3tO tcrr<'no, ~n,a confronti il più irto di insidie e di dif • ficoltà, Hitler si mos:-,econ estrema abi. lità, animato da ardentissimo patriottismo. Prima di decidersi per quelle che furono definite « iniziative unilaterali>, egli offri ripetutamente soluzioni medie e concordate. All'indomani stesso del suo avvento al potere, il cancelliere amava far conoscere, attraverso una conversazione coi gioi nalisti italiani residenti a Berlino, le direttive alle quali si <:arebbc unifonuato nelle relazioni internazionali. « lo non ho mai fatto discorsi incendiari, non ho mai seminato l'odio contro chicchessia; mi sono limitato a sostenere e a ripetere e a dimostrare che alla nazione tedesca devono essere riconosciuti" i diritti che le spettano quale elemento essenziale della cultura europea >. Sono dichiarazioni del 2 febbraio 1933. Sarebbe difficile contestare che ad esse il FUhrcr non sia rima,to immutabilmente fedele. Contro l'.1ccusa. di militaris1nc,, si deve ricordare che il suo primo pensiero, salendo al governo, fu per il disarmo. « Il primo problema che la Germania e il mondo debbono risolvere, come condizione preliminare per il ritorno della pace e della prosperità, è il disarmo. Il di~anno deve essere poltO su basi eque e oneste. O la Francia disanna nella ste~sa misura nella quale lo abbiamo fatto noi, o noi dobbiamo essere su una base di eguaglianza con essa. La verità è che il trattato di Versailles si è p,,lesemente dimostrato una svcntur:i, non solo per la Gcnnania, ma anche per ogni altro pa~ :ti. Que-,to presupposto, morale prima ancora che giuridico, della « parità », è il fondamento di tutta la politica e~tcra della Germania hitleriana. Il cancrllicrc non ha tralasciato nulla per addi"cnire a qu_cltesoluzioni eque, che pote\.tnO garantire il disarmo e la collaborazione. Non è colpa sua se, riusciti infruttuosi tutti i tentativi in tale '-cnso, egli ..,i vide costretto a ripren~ dcrc la propria libertà di azione cd a lacerare il trattato di Vcrs.1illes. Il riarmo tedesco "olle prima di tutto cancellare un'ingiu~tizia,. ma nel pcn- ~icro del FUhrcr volle essere ancht: uno i.trumento di pace. « Non si può fare quello che il trattato di Versaille:; h.:, fatto. e cioè dividere il mondo i11 modo permanente fra vinti e vincitori, ,enza creare deliberatamente le condizioni che determinano i disastri ». Regola di condotta e programma d'azione, che trovavano le più felici attuazioni in quella serie di accordi e di leali intese che, assai meglio dei vaniloqui di Ginevra, ç-iovavano a dissipare contrasti pericolosi, a promuovere durevoli :-,ituazionidi concordia e di cordiale collaOOrazione. Jl patto di non aggressione con la Polonia, che accan• tonava per dicci anni le penosa questione del corridoio, e l'intesa navale con l'Inghilterra, sono momenti salienti di una politica che ha sempre e unicamente mirato alla pace nella dignità e nella parità. Dopo cinque anni di regime nuionalsocialista, il trattato di Versailles è un cumulo di rovine. 11 plebiscito ha ridato alla Germania la Saar e sanzionato la sua unione con l'Austria, mentre la consapevole volontà di Hitler ha cancellato nella zona renana gli ultimi residui di una intollerabile ~ervitù. Una politica estera fondata sulla parità non poteva ron incontrar~i con quella seguita dall'ltalia, che si trovava a dover risolvere problemi di potenza posti in essere dalla sua stessa dinamica vitale. Lo si vide durante la guerra d'Etiopia, quando r Italia, as• ~diata da più di cinquanta Stati, trovò nel governo del Reich una comprensione che doveva poi tradursi in una piena solidarietà. L'asse Roma-Berlino, che ?vlus.:-,olindi efinì un punto di ri• ferimento intorno al quale potevano raccoglic~i quanti erano disposti a lavorare per là pace, per la pace vera. era la ìogica conseguenza di un orientamento che è un motivo dominante della nuova storia. li viaggio del Duce a licrlino e le indimenticabili dimo• strazioni del popolo tedesco al fondatore dell'Impero italiano, solennemente riconosciuto dal terw Reich, con- <oarrav.mo in un'ora <li effusione indimenticabile la volontà delle due nazioni di procedere unite sulle vie del lavoro, •della pace e dell'onore, È per difendere la pace contro tutte le insidie, è per difendere il lavoro contro tutte le distruzioni, che la solidale collaborazione dell'Italia e della Germania si estende alla lotta contro il bolscevismo. Questa lotta durerà fit,o a quando la civiltà occidentale non sarà al riparo dal pericolo della nuova barbarie. Non c'è spirito imp.uziale che, in questa leale collaborazione, non debba scorgere un fattore decisivo della nuova storia. * * *

1926 • HITLER IN TESTA AL OORTEO DEL PARTITO, DURANTE 1L OONOBE880 DI WEUUR ffi~@ril~~ D'AIBARIA ~ U SUL FINIRE del mese di gennaio l: che Sua Maestà Zog I, re d'A.lbania, annunziò la sua intenzione di sposare la contessina Geraldina Apponyi. E subito la notizia destò una grande Curiosità: chi era la fidanzata? e dove l'aveva conosciuta re Zog? e come se ne era innamorato? e, sopratlullo, come era la fidantata? era bella? A quest'ultima domanda risposero in modo eloquente le fotografie, che i giornali e le riviJte di 1utto il mondo si affrettarono a pubblicare-. Risultò che la conteuina Geraldina Apponyi era bella cd elegante. La opinione pubblica ne fu soddisfatta e trovò c-he tutto andava per il mcgli9. La fanciulla, che in questì giorni è dì• ""-itata regina d'Albania, ~ figlia del dc• funto conte Antonio Apponyi e di una americana, minrcss Gla.dys •Stewart Alcu• ni anni fa vinse un premio cli bellezza in una gara fra signorine della buona società di Budapest. Gli Apponyi sor,io una delle famiglie più nobili d'Ungheria e furono una delle più ricche. Ma la guerra e il dopoguerra assottigliarono di molto la loro riccheua. Di un immenso patrimonio di circa un milio• ne di acri (pari a circa 400 mila ettari) al• la contcuina Geraldina c a sua sorella non rimasero che quattromila acri. Allora, come tante altre aristocratiche dei paesi dell'Europa centrale, la contessina, affrontando con coraggio la durezza dei tempi, accettò un impiego presso il Musco nazionale di Budapest per un modesto stipendio. Ma la sua nascita e la sua bcllcua compensano lar8amcnte la sua mancanla di for. tuna. Suo nonno fu il famo50 cont,· Julius Appcnyi, ciambellano di corte dcli' imperatore Francesco Giuseppe; e pare che que. ~ta circostanza abbia prodono la più favo-- rf'\·ole impressione sull'ariimo di molti capi alb,rnesi, dato che il nome del defunto im• pcratore d'Austria, benché non amato, fu :w-mpre circondato di molto rispetto in .\Jbania. Parente:: della attuale regina fu quel conte Alberto Giorgio Apponyi, gran signore, artista e poliglotta, amico di Wagner e di Liszt, che fu presidente della Camera ungherese e avverurio del con1c Tisza.. Negli ultimi anni della sua lunghir,irna vita' rappresentò con grande dignità l'Ungheria a Ginevra. Fu detto e il gran vecchio d'Unghcri:i > e lasciò di sé un ricordo incan• cdlal,ilc in quel mondo scettico e arido. Il padre fu Giorgio Apponyi, il famoso uomo di Staio, che ebbe una parte 1anto im. pc,rtante nelle lotte fra l'Ungheria e l'imperatore. Ma questi sono solo gli uomini che ia grande famiglia ha dato all'Ungheria nel corso delle ultime generazioni. Se si riule indietro nel tempo, si trova che la famiglia Apponyi, oltre a essere una delle più antiche d'Europa (ha una genealogia certa fin dal Duecento), diede continuamente fi. gli eminenti alla storia del suo paese. Originariamente la famiglia si chiamò Péc2 e il più antico antenato di est.a fu Stefano, figlio di Lcyck, che i documenti e le ero• nache ricordano nel 1295 col nome di lvin• ka Ptcsi. Sul finire del secolo successivo, nel 139'l, un discendente di costui, Tommaso V0r0s, ebbe in dono da re Sigi:unondo i possedimenti di Apponyvir, che un 1empo erano appartenuti ad altra famiglia ungherese, i Csckleui ; e, quindi, il figlio di Tommuo, Pietro, auunse il nome di Apponyi. Questo Pietro ebbe una parie importante nella lotta che gli onghercsi, SOito la guida di Giovanni Hunyadi, combat• terono contro i turchi e che costituisce la parte più gloriou1 della s1oria nazionale ungherese. Alcuni rami della famiglia, nel secolo XVII, ebbero il 1itolo baronale, ma si spensero. Lazzaro Apponyi fu fatto barone nel 1 7<J8 e conte nel 1739 e diede origine al ramo più vecchio dd conti." Giovanni Apponyi, alla sua volta, fu fatto con1c nel 1808 e fondò il ramo cadetto. Questa, per sommi capi, la storia della famiglia. Come si vcdt', non solo per la bcllena, ma anche per la sua nascila, la contessiua Geraldina Apponyi cza ben degna di un trono. Re Zog è un vecchio amico dcli' Italia e non ha bisogno di csst-re presentato al pub· blico italiano. Egli fu, durante la guerra mondiale, uno dei capi del movimento per la completa indipendenza dell'Albania. Nel 1920 doHttc riparare in Jugoslavia con i suoi souenitori. Ma, più tardi, tornò alla riscossa, si impadronl del potere e diventò prima presidente della Repubblica albanese, poi re d'AI• bania. Per essere es.atti, il suo vero titolo è e re dei ghegli e dei toski> che sono non già due tribù albanesi, come erroneamente:: ha detto qualche giornale, ma i due gran. di ranii in cui si divide la popola:t.ione al• banesc, quello del nord e quello del sud distinti per lingua e per religione. ' Re Zog è musulmano, come la grande maggioranza del suo popolo; ma non ha avuto difficoltà ad accettare le condizioni ri• gorose alle quali il Vaticano ha subordinato il suo assenso al matrimonio. Pertanto, giu• sta le prescrizioni della Santa Sede, il matrimonio sarà celebrato secondo il rito e.al• tolico, la regina resterà ca11olica e non dovrà mai cambiare religione e i figli saranno educati nella [ede cauoli~. Pare che la attuale regina abbia già in• tradotto alcune innovazioni nell'andamento della casa reale d'Albania. Anzitutto ha persuaso re Zog a ordinare a un sarto di Budapest i suoi vcstiti e le sue uniformi di gala ; poi ha penuaso le future cognate a scrvini da 1ar1e ungheresi cd essa steua ha scelto per loro vari veuiti dalle case di moda di Budapest, che frequentava In cambio, le tre sorelle del re, che hanno recentemente fatto un viaggio in America, in Inghilterra e in Francia, hanno scelto per lei a Parigi il vestito di sposa e glielo hanno portato personalmente. Re Zog le ha già dato varie prove d'a• more. E prima di tulio, secondo un periodico inglese, comprò per lei un magnifico castello, con una spesa onerosa per i suoi mezzi Ma il periodico omette di dire dove sia e come si chiami il castello, sic.chi: può darsi che la notizia sia una invenT.lonc. Poi le ha promesso che andrà con lei a Buda• pest tre volte all'anno e a Parigi e a Roma una volta. Inoltre, sempre per accontentare la regina Geraldina, re Zog darà da ora innanzi ricevimenti due volte al mese e im•iter:ì sovrani stranieri a Tirana. Il periodico sopra ricordato aggiunge che sarà anche istituito un teatro d'opera. Ma questa notizia forse è attendibile quanto quella del castello. Pare che a una sola cosa re Zog non s.i lascia'ssc pt"rsuadcrc dalla avvenente fidan• zata: a fare dello sci. Accondiscese a malincuore ad accompagnarla in montagna, ma rifiutò energicamente di avYenturarsi sulla neve con, ai piedi, quegli strani ordegni che formano tanta parte della felicità del• la gioventù di oggi. E quando vide Ccraldina volare e saltare in discesa, il cauto monarca diventò nervoso e più volte le gridò di essere prudcnte. t probabile che, per l'av\•enire, la rt-gina d'Albania dovrà rinunziare:: a questo che era il suo sport pre- [crito. E non sarà gran male. Il trono d'Al• bania vale bene un paio di sci. A. G. Attestati G!i atte.stati a favore di un prodotto, ri• )asciati ~a pt"rsonaggi noti, hanno ancora, 111 Amt-nca, una straordinaria efficacia, cd anzi se ne fa un vero commercio. L'autrice della Capanna dttlo Zio Tom, H;-,,rriet Beecher Stowe, fu la prima, fol'se, a g;iran1ire una marca di cioccolato; l'cx-presiden1e degli Sta1i Uniti, Van Burcn, raccomandò ~:~d~;i;,teG~~r;:r~rl:~~,~:iofr~t': 1 ~~:;• a;: tori che elogiarono sigarette, dietro compenso. Fino ai primi del 1920, gli attestali pubblicitari erano forniti per lo più da profcssionisti, specialmente attori; poi, una fal,. brica crr· cold crtom., con forti capimli a sua disposizione, iniziò la caccia ai benserviti del gran mor,do. Sulle prime non fu una cosa facile: bisognò organizzare un servizio di spionaggio per scoprire le dcbolcu:c di X o di Y, e soprattutto lo stato • delle loro finanze. Le prede più facili si rivelarono subito le donne, sempre at1iratc da una somma in contanti. Istituite varie categorie di prezzi, una delle prime aristocratiche dispensatrici di attestati fu la signora O. H. O. Bclmont. tua riuscì ad ottenere un contratto di mille dollari; seguirono Cornelia Biddle e Giulia Heyt, gua. dagna1c alla causa della pubblicità con 500 dollari a testa; la duchessa di Richclicu, lady Mountbatten e la signora Marshall Fitld ebbero altrcuanto. Durante il suo viaggio ntgli .,.Stati Uniti, la regina Maria di Romania rilasciò anch'essa, senza farsi troppo pregare, un attestato per un cold crl'am, attestato che le venne pagato duemila dollari. Il denaro, come dichiarò la regina, sarebbe stato versato a un e nido > di Bucarest bisognoso di aiu10. L'attestato della regina di Spagna co. stò 20.000 dollari, in gran parte spesi per arri,•are fino a lei. La somma incassata da Anna Morgan andò a favore di un'opera di carità francese da lci patrocinata. Al• tre laudatrici del cold cream rurono la si• gnora Condé-Nast, la signora lselin, la moglie del senatore Borah, ~hrjorie Oelrichs e molte altre nobili straniere. Dopo aver resistito a lungo alle lusinghe degli agenti pubblicitari, anche la figlia del presidente, Alice Roosclvelt Longworth, capitolò per 5000 dollari. Intervistata dal• l'Associai ed Prcss, dichiarò di aver investito la somma in buoni del tesoro perché, una volta giunta :!.Ila sua maggiore cli, ne godesse la figlia Paolina. Questa dichiara• 'Zionc s\·clò al pubblico lo scirso valore degli attestati, e gli industriali del cold cream I SOVRANI D'ALBANIA andarono su tutte le furii. Il male non fini qui: dopo la malaugurata intervista non fu più possibile giurare alle signore del bel mondo che mille dollari era il prezzo minimo di un attestato. Il primato in questo campo lo deliene l'attrice cinematografica Constane.e Talmadgc. Il suo manogtr, Emi! Jensen, uomo d'infi. nite risorse, fu pregato dal produttore Schenck di !andare con speciale cura un film della diva: Cola~ione all'alba. Jensen ebbe un lampo di genio: far sostenere le sr.csc de!la pub~lìcità di ~iiu Talmadge dal! mdustna amencana. Una circolare alle principali ditte del paese annunziò immedia1amen1e che Constance Talmadge avrebbe garantito qt1alunque prodotto, purché l'at• testato contenesse parole di lode per la sua ~rte. Il_ temp~ s1ri~geva; Miss Talmadgc, m procinto d1 parure per l'Europa, si sarebbe trattenuta un $0l0 giorno a New York. Ma Jensen non si perdè d'animo. L'appartamento della Talmadgc all'H0tcl Ambassador di New York ru inva.so da un esercito di fotografi e tecnici, e fino a sera la diva fu fotografata e firmò srnza posa li risultato fu stupefacente. Fra gli articoli garantiti con fotografia, c'l":rano dolci, letti: bauli, annadi, sapone, creme, apparecchi elettrici, calze, pantofole, busti, mantelli da sera, pianofoni, apparecchi radio, svt'glie e coffllctici. Dopo qualche giorno, in una stessa rivista apparivano fotografie ed at• testati di Miss Ta\rn:&dge che garantivano otto prodotti diversi. In quei primi tempi della rackrtt, quando un atto1e firm2.v;i.un attcstato pc::.runa mar. ca di sigarette o un famoso autore dichiarava di non usare che una certa macchina da scrivere, si poteva giurare che il garante usava veramente il prodotto garantito. Ma col tempo la probità degli attestatori diventò sempre più rara. Eccezionale fu il caso di Gene Tunney, allora campione dei pesi massimi del mondo, che rifiutli di garantire un famoso tonico col pretesto che non ne faceva uso. Per lo ucsso motivo, non volle mai garantire sigarette, e lodò invece un la.«ati\'O di cui si serviva realmente. Allri distributori di attestati non furono cosi candidi. Cornelio Vandcrbih, pagato r ooo dollari per garantire una mar. ca di sigarette, provava tanta ripugnanza per il fumo che fu còlto da un accesso di tosse furiosa mentre posava per la fotografia pubblicitaria. La Fedt.,al Trade CommiSJion (Commissione Commerciale Federale) si decise, infine, a indagare in merito a molti atteuati che te sembravano sospetti, e a citare davanti ai tribunali varie società. Un risultato si è raggiunto: dal 1930, gli attestati pubblicitari sono leggermente più onesti. :-,.ia intanto molti esperti affermano che la fotografia di una bella ragazza, che fuma una sigaretta o riposa .sdraiata su un letto, vale commercialmente quanto e più dilquclla di una dama dell'aristocrazia. s. w. " ...ORAS TIBI" ® UANDO il pubblico accuutorc Krilenko infiui, o1 contro pretesi trohkisti, facemmo la profc::,ia che anchr il turno suo sarebbe venuto e dict-mrno che, forse, mentre scri\"e\ amo, er,1 già all'oriLzontc chi avrebbe are.usato Krilcnko di trob. kismo e lo avrebbe belfamente sospinto nel mondo do\C~ non si congiura contro Stalin E a\e,amo appena scriuo quelle coS<', quando giunS(' la notizia chr al parl.tmento IO\;ietico, \"Cnuto fuori dalle famoje elezioni, si era lc\;-,,to un tale e aveva a.ccu- .sato Krilenlo di perdere il tempo .t giocare a scacchi e a fare dell'alpinismo Subito do,po, Krilenko fu sostituito nel suo ufficio di e~ccutorc di alte opcre. Sono passate alcune settimane. E qualche gior• no fa, abbiamo avuto il piacere di apprendere che Krilenko è i;talo inco1rct'rato e fra non molto seguirà il resto. Gioca\ a a SC.lc• chi? Dunque era un troukista. Queste prorezie sono troppo facli pt'r• ché possiamo aspirare ad a\Crnc l'esclusi• \ità. Quando il maresci.tllo Tucacnski e i sette migliori generali dell'cscrci10 rosso furono condannati a morte, ìrn giornalista inglcsc fece la prnft'zia che i loro compagni d'armi, i quali a\e\.tno filmato la seruenza, non sarebbero vissuti a lungo tr.1nquilli. E anche quest'altra profezia si è con• piuta. Degli otto ufficiali che presero par• te alla corte marziale, cinque sono già stati e liquidati >. C'è del buono nel regime M>Victico. Vi si coltiva intcn.samentc l'antropofagia, è: \ e. ro; ma le \ ittimc possonò con solani con la certezza che chi divora loro, oggi, sarà, alla su.t ,olla, divorato domani. Del resto non càpita sorte migliore a chi si astenga dal di\orarc il suo simile. li mart-sciallo Jcgorov e\itò di prendere- pa1• Il' alla corte mania.le che condannò Tu• caccvski e gli altri sette. E ora è fra i e nemici del popolo>. Voci poco rassicurauti corrono drca la sorte dei marescialli Vo• roscilov e BIUchcr. Si ritiene che di tutti gli ufficiali 50\ ictici di grado rnpt·riort' a quello di maggiorè, i due 1erLi siano srnti spazLati \ ia, e dei commissari politici per l'cst'rcito dei gradi corrispondenti 1'80 per cento. EDIZIONI DEI VERBALI (jJ OME già ree.e per ahri procc1.~1(pc1 ~ e1e-mpio, per quello .., e.irico di ·1 U· cacnski), così anche dcll'ultim,, e giu. di.tio in massa> (quello a carico di Bucarin, di J,1.goda, ccc.), il commi~,aria10 SO\ictico per la giustizia ha fauo 11:idurre in inglese i verbali di dibatumento e li ha pubblica1i in ,olurnc. Si uoti: il processo è terminato il 13 marzo t' le redazioni dei giornali ingleii hanno ricnuto in omaggio la pubblicazione il 19 aprile: sollecitudine di cui non è chi non \ eda la somma Opportunità. Noi non abbiamo I ic..-vuto ques10 volumt! e neppure lo ahhi.uuo visto, sicc-hé sia• mo ridotti a discorre, ne rn hasc alle notizie che ne hanno pubbllc:,te i giornali in. gle~i. Es\O const.J. di ouoc;ento pa~ine ,. contiene qua!chc cosa c:,,me 340 mila pa• role. Il titolo è: e 11 processo del blocco anti-so\·ietico drlla destra e dei trotskisti •· 11 tcsto ha poco o niente in comune con la fraseolo(!:ia giudiziaria che è in uso in Occidcn1c. L'atto formale d'accusa, che fo lc::.uodal segretarto dclb corte, chiama s,H· r-asticamcntc i -21 accusati: e ques1i gcn• ~~:~:~\:li;· c:S::~c::,~c:::teto eh~:~~':::: 1;e~:~ mico del popolo Trouki >, come st". l'epite10 foS!il' una parte del nome o, meglio, come se l'epiteto fosse il nome e Trois:ki il cognomc. Un altro contumace:: è chiJmato e un misterioso emigrato menscc::dco >. L'altro volume, quello rel:Hi\·o al pro• ceho del gennaio 1937, si Hndt'\a in Inghilterra per due ,cellini e due pence Questo, invece, è stato messe.,_in \endita al prezzo di cinque scellini. Evidcntc-mcnte il commi"aria10 per la giustiLi..l si è mc~w, ora, su basi economiche. "REFERENDUM" ~<>NO trascorsi quasi due ,urni _e mt·z~ ~ 7.0 da quando lord Cec-il, \·inc1torc d1 un premio Nobel pcr l.l pact e pre• 1identc de11·~ 1'lil'lnc per la Lega delle Nazioni, ebbe ride-a di indi.e un pubblico refertndum sulle qut'stioni della par-e, ddla L...•ga,degli armamenti, e simili: il l'ta• u Ballot. Era allora in corso il r-onr ,10 ìtalo-abi.uino e l'opinione pubblica bnc111nica, per mi malinteso idralismo e pt".1 razione s.obill,11ricc di alcuni gruppi politici e di alcuni pcn,onaggi, a\cva preso po• si:tionc per la Lega e per l'idcologia legili• sta. Il referendum fu fallo in un momen• to di grande eccitazione. L'affiucn.ta dei votanti fu sup<""riorc ad ogni aspettati\•a: undici milioni, cioè quasi la metà di tutto il. corpo elettorale ~nglese. L'enorme:: maggioranza vo~ò ~r r~ L~ga, .per il metodo delle trauauve 111tr:.-1az1onal1p, er la ridu• zionc drgli armamènti, ccc. . I risultati di quel referendum attrassero l'attenzione pubblica quasi quanto l'avrebbero attratta quelli delle elczìoni generali, e limitarono no1evolmcntc - e per parecc.hio tempo - la libertà d'azione del Governo. Passò del tempo e a\•vcnimenti sra\'i si susseguirono con incalzante rapidità La situazione mutò, e mutò anche l'opinione pubblica inglese. Sul finire dell'anno scorso, un periodico, che si è specializzato in questa specie di consuhazioni, indisse un rt/ertndum, in collaborazione:: con l'c lsti• tuto britannico della pubblica opinione >. li questionario conccrnc\•a materie alquanto disparate; e ciò si spit'ga facilmente, se si tiene presente che un rtfertndum costa parecchio e, conseguentemente, chi lo promuove ha interesse a raccogliere l'opinione del paese sul maggior numero possibile di questioni. Per esempio, un gruppo di quesiti concernern i film a colori. e Avete mai visto un film a colori? >. e Vi piacciono i film a colori?>. e Li preferite ai fìlm or. dinari? >. Un altro gruppo concerneva i gusti turinici del pubblico: e Siete mai andato in America? >. e Vorreste andarci?>. e Siete mai stato nel continente? >. e Vorreste andarci?>. e A,etc mai viaggiato in aeroplano?>. e Vorreste viaggiare in aeroplano?>. Ma i quesiti ph'1 importanti erano i primi tr~, che concernC\·ano la Lega, la pace e glt armamenti, cd erano testualmente ri. ~:~:~,d~~r~uer!~:;ar~~c~~ ~~~e~~e i~n~i,;;~ Ballot I ns.ultati dimostrarono che la lì duci;-,, del pubblico inglese nella Lega delle 1\'azioni, ncll.t riduzione df'gli annament1 e Jl(·llc tot1a1JH internazionali era moho scemala csatl.tmente nella misura del 35 per C"cnto Per essere più precisi, dovremmo dire: il numero di coloro, che ave, ano fi. ducia nella Lega crc., era diminuito del 35 per cento; ma, all'incirca, è la stessa cosa Ecco i ri)ultati. I quesito. Dc,-e la Gran Bre1agnJ rontinu,1rc ad essere membro della Lega delle :\'azioni? Rispom•: Sì: Go%. No: 12 %. In dubbio. 13 % Astenuti: 15 % Qu;-,,ndo due anni prima lord Cccii ri\ohc I;. lH'H.l domanda al pubblico britannico, le ri~poste furono così dinribuite Si: 96 9é ~o: 3 % Conclusione: in due anni, i foutori della Lrga e della politica leghisrn della Gran Bretagna sono calati dal 96 % al 6o % Il quesito. Siete \"Oi fa\orc•·ole all.t ri duzionc gene-raie degli armamenti per mezzo di accordi internazionali? Ri1pos1e. Sl: 49%. No: 24%. In dub· bio 16 %. Astenuti: 11 % Quando lord Cccii fece la uessa do• manda al pubblico britannico, risposero di sì il 9 r per cento dei \Otanti • Conclusione: in due anni i ,oti aff._rui.tllvi sono calati dal 91 % al 49 %. lii qu!"sito. Siete \01 fa\"orc,ole all'Abolizione generale della foru aerea di terra e di mare per mezzo di accordi intern.tzionali > Risposte: Si: 46 %. !\o: -27 %. In dub· bio: 15 %. As1cnuti: 12 %. PACE "OON GIUDIZIO" f.\ "\CHE qucsro quesit~ fu posto, a suo l2,l ll'111po, da lord Cccii al pubblico inglc::Sc,e le risposte affcrma1i,e rurono i,1 gnnde maggioranza, ma non 111 maggioranza così .schiacciante come per gli Jhri qul'siti. Rispoi;ero di sì 1'82 per cento dei votanti. Quello che in un quesito sifT.itlO raffredda il pubblico, secondo il periodico, è la parola e abolizioue >. Il popolo ingle~, senza dubbio, era cd è per la pace, ma • con giudiLio >, e se, in generale, diffid, delle soluzioni radicali, a maggior ragione ne diffida in materie come queste, nelle quali ~ in gioco una posta cosi gr,hc. i\d alcuni votanti w:mbrò inconcepibile che u" paei;e come il Giappone, potes.sc, in qu .. t· sia)i circostanza, rinunziare completamente alle sue na\•i da guerra e ai suoi aeropl:.ni Ma, a questo proposito, rilc,iamo che il dubbio di conoro non er·a in esatta corre• I azione col quesito: infatti nel quesito si parlava di abolizione della forza aerea, mentre costoro dubit2,,,ano che il Giappone potesse rinunziare alle navi. Inoltre il quesito era sottoposto a condizioni: e Siete fa,on:- vole all'abolizione gentrale per mtuo di accordi internac.ionali? >, ossia: e M' tutti i paesi accettano di abolire la forz.a aerea di terra e di mare, siete \·oi favorc\"ole a che la Gran Bretagna abolisca la suo fora urea? >. Il dubbio di quei prud1:nti ciuadini m, C)ti,..a l'ipotesi, che cra a ba)e dd quesito, ma non rispondeva al quesito. Un tale rispose che, se la Gran Brc::1.,gna aHSIC fa110 una cosa simile, e cioè se avesS(' accettato la proposta di aboliiionc, egli avrebbe a,·uto l'impressione di essere nudo nato. La battuta era umoristica, ma neanche- essa risponde, a esattamente al quesito. Che un cittadino irglese 3\ rcbbe l'impressione di esserc nudo se l'Jn(!:hiht'rra abolisse la Rotta, si rapisce. Ma non si capisce perché, per \'estirsi, abbia bisogno di migliaia di aeroplani. Senza contar1", ripetiamo ancora una , olta, che ìl quesito era concepito in forma condizionale: abolitiontgeneralc, non già 50\0 da parte della Gran Bretagna : ossia: se tulli accettano di , i\·crc nudi, siete disposto a svt'sti1'\li anche voi? OONOLUSIONE ,:V., \ più di 1utto ci intt>r<'ssa fare unJ. llJ.j consideNzionc di ordine generale. Ed è che un rtft,tndum, in genere, str• , e non a chiarire, ma a confondere le idee. L1 n popolo, sia pure il più calmo dcll'uni\·c::ho, ha le, sue passioni, i suoi momenti d'ira e d'eccitazione. Un P;Nitico abile e scaltro profitta di uno di qu,>: momenti per indire un r1/uu1dum t: lK>i pro• ,.J_, ... che il popolo è con lui. Non è una ~.1, "ir di r-irconvt:n.t.ionc di incapa. e? I o stesso periodico ingkse, nel commcniarc le risposte al primo que5ito, facc\ a un'osscn·azione che si applica a. tutto il re/t.rtridum o. 'l: e Ci )0110 stati molti \'O• tanti in duhbio (<-. a'lgiun'l'.iamo noi, molti :utt'nu1i], e riò (a supporre che '' a mutamento di cuore " del pubblico britannico non abbia ancora raggiunto i suoi limiti -.. Questo, si noti bene, alla fine dell'anno scorso. Per conto nostro, siamo sicuri che, da allora ad oggì, e il mutamento di cuore> del pubblico bri1annico sia andato molto più in là e andrà ancora, nei prossimi mt'si. Attendiamo il prossimo rt./t1t.ndum. HICCIARDETTO 1 1 1 ,, ,---------111 ANNO II· N, 18 -30 APRILE 1938-XVI OMNIBUS l i I SETTIMANALDEI ATTUALITÀ POLIT!OAE LETTERARIA ESCE It SABATO 1N 11·18 PAOUfE ABBONAMENTI Italia e Impero· AllnO L. 4.2, HIDHtrt L. 22 Eu~ro: 11111L0. 70, •emett-reI...36 OGNI NUMtR.0 UIU LlRA M.uo1orhtl, diugni e fotografie,.a1.lbt " uoo pobblicati, ooo 1I rut.ltu1m,oo, Dirnio11t: Roma• Piu:u della Pllotta, 3 Telefo110N, 66,470 .l.m.JaiA11tru!one: Milano• Piana Carlo Erba, 6 TelefonoN, 24,808 PubbUdti:

'-;~~ ()PO .1ver dichiarato che Li ~fa,. ~ ,.iio\ c-ra colma di compi.Kt.'n1..1 t)(•r quella fr:nmina dw non era una ,u.1 figliol.1, e dimo)trava per lei v~r.t e propri;1 _tcncreu.1, mi pn·me ,\g· g1u11~t.·n .•. chC' '\I tratta di una g.dlin.1: un,, ~r.1,,.1, rotond.1, m.,tur,1. fiorente gallin,t. A ..,r<·ond.1dt.•llo -.bnc·io e del momc11to b < hi.11n~w.1Signorn, Papessa, Badt:Ha, Rn:iria, Pri11cipes.sa, Pompona. Pompo,w bdlu: t· a p<'rdita di memoria (in tal campo la ~t.1-.,,,i.1,\\t.'V:l una nwmo1ia fnrr~1~, non rirordav;t una lx·,tia t.11110fil'r,1 <.·alt1·t.·tt.rnto produniva. lncomincia,a J f.m.•. le uov;1 qualche ~iorno prima delle altre: e ,cgui1ava quando tutte ,l\C\·ano ,nw-.,o d.1 un peut·t10 e -.i ripo,,t\ ;HH); t.~le facl'va ~l'mprt· più ~To,,t· di'\ nor male. S.1pcv:1 poi ta1c a bene n·rtt• (()\:,llt' di \'t'lltiqtuttro pulcini ,cn1..1che un uovo ,oltanto and,1,:-.t' di,per,o. Tale c,ubcr.rn1.a la bt,ti.1 11unifr~tava in ogni fcnomc·no ddla \ i1a. Dal canto suo Pompo11a ricambiav,1 .'.\.~:li m.-k· tant,l simp;1ti:l, d<'tt.·,to.t\'.tla ~1a~...1ia in una m,rnil'1,1 ncn.1. ~e odia\'a b tì,:{tll\\ -.biknta e rimprt·-.ciuttit.1, d;.111.t ,<·hicn,t curva; l.t fac<.·ia ,olC.tt,1 di rughe ncrt', il n~bo grifa~no e le grinfie d'.upia; i ccnwcchì cht le ~buca\'ano dal f.iuolctto ~opra gli orcc. chi, come g1,rn,nini di scop,L Soltanto a \cdcrl.t ">i \entt\'a ..,-dire una \'ampa alb tc,ta .. Nulla ,il mondo la irritava tanto qu,mto i sorri~i e i complimenti di quella megera; sapeva che «>lt.1nto un vile intc-re-.,c li alimentava, ciò chè l'avc\'a ri,parmiata per ~ì lungo tempo dall:l pentola. Un giorno che ,i era pro\·at.1 a fare un uovo più piccino i;ià aveva storto la bocca: e Be'? Chl' l,H"ori son que..,ti? > )C' a- ,·e\,\ detto accigliata e dura: e incomincerc:.ti anche te a fare la carogna?» (Vedi pentola). E Pompona: dài. a forli gro~si. Avrebbe voluto poter-.i .1vvclcnarc :1 becco e pungerla come I., vipera, fulminarla, vederla rigida, -.tccchita. Pomptma non voleva morire, il pcn. ,il·ro della morte la rabbrividiva tutta. le faceva rintuu.uc il collo dentro il petto e chiudere gli occhiolini dalla paura; sentiva le :.ue povere O'>'-a<,cricchìolarc '>Otto le z.innc della vecchi:l.: qu~1lefine abominevole l'a:,pettava ! DivC'ntavo\ una pali.i. Pompona am.1va la vita, b vita che il Si~nore le aveva d.1ta, ma che era nel dominio assoluto di una streg,L E per quanto in alta maturità, per la su,1 C'lubcran1.a si M:ntiva afT.~inante e attratta dalla gioventù, dJ.lla prima gioventù, sì, quasi fo,sc stata giovane ancora: una tenera poll,1stra. Per questo suo trasporto fra lei e il vecchio Ambrogio non c'era da ~partire proprio nulla. nulla alla lettera. Ambrogio, il gallo che la .\b~~aia con,idcra\,.l c1uale ,unico, un alleato, il confidente la '-pia); autorità ,uprcma dd poll:iio, il -.olo ri-,1x·ttato da quella cisposa, specie di sultano, unico ma- <,chio ..1dulto fra t,unc femmine anziane e bambine. Era diventato tanto mcc. c,mico nclb su.i. ,tttività, e pri,o di fanta,ia, e co,ì ..1mpollo-.o m·ll,l ,icumcra, che nemmeno :.i ,\C(orge\·a come Por,,pona g-li ,fuggi\,;;c scaltr.1, e lo pn:ndes<.Cpt-r il ha\'('fO in maniera ,opr..1ffina. Oltre l'avvcr,ionc J)<'f la ~fa.,1;.aia, do,·c\'a <.iuhire l'in\Offcrenza per qurl rudcro di \·;w.igloria al qu~ilc non in- ~1d(•v~"'c-oncedcrc un millimetro di ... t.. Qtia;--·lo !'.i duidc\'.1 a tirargli il collo, la conQ>ian_'llll: padrona? .\\ n:bb,: .1vuto di che arrotar-i IC' gana,n· con IJ. ... uJ. ciccia. dopo ;,l\\'rlo f.ilriitoIX>llirt' pt·r unJ. scttim;1na. Se li \Tde\a in,ieme in dottrina!<: concili.ibolo e,dama- \',t: « .\bba .. -.o l'antichit.'t ! ». ~L1 c'er,1 un'ora nC'll.1giorn;1t,1 cht" la rip..ig;,l\·adi tani.i am.lrn:z.t e per cui la \ it.1 ritorna\ ;i bi·ll,1..L.1 -.na, qu,llldo il 'iole incomin<"i,1\J. L.t ,;;uJ.di,cc<.J ardt'llll' wp1 ,1 la m<mt,,gna Pumpo,ia indu'{iava 30Ja '-Otto un oli\'o, \C'mpre lo '>tr..,.o; un oli\·o ~r.andt.·, ricfo di frond,1. rh(' !si ciondola\ ..1dall.1 b,\11.1 grrmito di frutti I qu.1li 1wll'incipientc ,lutunno inrominci,1\·;rno a f.1rc l.t pelle o-.cura. Sotto la pianta p.1rcva c-.,a stc~,c in ammira1ione d<·I frnom<·no mae-.to..o, m.1 la \·erità ('r.1 un'alt,a: ella <.;ip('\,t n.,1,(c:mdt·n· ton civt'ttfTi.1 mondana un palpito che le .1~ita\·a il p<.·tto in <jU<'ll'or.1,ogni <.rra prima di coric.u--.i, app,trtat,1, in \·c•n,\ di poc,ia. Pompon a là <-Otto .i,pcttJ< .1 qu..1lchc co~.1, 0-.-.('f\'andol.1 b<'nc .,j tapi\'a; e ogni tantQ, dhtoglic·ndo il (',tpo dalla lucl·, d.,·.-a dcli<· 0<.chi.1tin<'in giro con .1-.tu1i;1,..1ffrtt.indo indifT('n•n.-:,1 e qua- ,.j d'.,inhTC'-¼' 1wr qu.ullo l.1 t·inonda\'a ,ulla tNr,t, e di ('"'c·n· lì ,olta,110 prr qutlla luce di\ ina di cui voleva god:•r-.i ,ino .tll'ultimo i,t.111tt l'intima gioia; C' fin~(•nclo addirittura di p,11t11e di-.tratta non appena era Jll(' \'i,tc l'og-'{t'lto dcJl'attf'-.a. ,(uiù era il più bd ~allo d,•ll'ultima cov.Lta; ,,tpt.'\'.l \c,·g:lin(•, Pompona, in c1uell'artc <:ra rna,~,tra; l' una. \·olta c,1• duta co,ì bene l.t -.n•lt.i, ,.1pn·a conn•ntr.irne l'iutcrc(,c con inimitabile indu- ,tri.,. U,rito ;1pp('na d.,ll'adole-.n·m:i ,("::.ù ,prigionav,\ i primi impL·ti ddl.1 g-iovcntì1, pn·roci impeti di cui l'.b1ut,1 fcmmin,,, dopo m'l'rli indiriu,1ti ..i.cur.1, p.lrt'\ ,\ subin· tutte le comL·gul'n1.t con r,1:i,l·gnat.1dokl'II,\, piì1 ,icur.1 anco1-.1.F.11.,lit,\ ,l'llta ri,p(hla. ,(.u::.ii. a\c-,.1 ddk c;:.11nbtrdlo11c da tr.nnpolie1T altt.· l' forti,,imt, ,pro1>011ion.Hl' .il \·olum(· del coi po e rhr dcn11111ia\·;rnoun ultniorc wiluppo fuo1 clt.·Iconnuw, fino a f.1rlo di\'cntare un c~t.·mpl.lrc m.1~nifico. L.1 11a,igat.\ Pompo,w p.u<.·v,1 n;Ha appo,1.1 pt'I' inizi.ire gl'ine,p<.•ni ai mi,tni ddb \ it.1. t qui mi t.\11.1 chi.irirc un dubbio. Ché ~<' Po111po,w, non più gio\ incu.1, ~i "l'nti\·a ,11tr.Hl,1 t.' fil•r,, di qudla fot 1.t <.:rud.1e <K<.·rba,I.i fo1 ,.i. crud.t e accr• b.1d.1 IM' te ,ua ,i ,c11ti\ ,1 .1ttr,1u., e fic..·- ra ddl.1 ,u,l rigogiilh,l m.iturità; lmin- ~•lla, po,ta in valort.· da c,,a; b sua ben nou cspc1 i1·111.1 r..1pprC',cnt.1, .1 p('r quella la mi,u1-.1ddl.1 propri;• forLa e dd proprio orgoi2.lio, un non ~., fhe di ra,.1llt.r(·.!.co :.i .1g-~iungc\'a nclb partii.\ ,\ moltiplicare il \ a lor(' ddl.\ gio, .,. nile <·,ubt.·1,uwa.come per una ,upt'rion· ronqui,ta. a....a.i più dl un., ucatura dclb rnede,irna età ignar,, <.'inr,pcrt.i, anrb,,. Il rigoglio ~i moltiplic,l\'a rapido ,11contatto di t.rnt.1 morbid<.·1za; e .11 contatto dcll'e,perienza la curiosità della \·ita procedeva r.1pidi...i.r.n:1. Taluno mi ,u:-.~urr.1c-hL· un sioiilc fenomeno ~i vcrifìc.1 ,1lt1e:,,ìin ,pccii: divcr,c <.opra la tcrr.1, pili <·\'olut<.'molto e meglio accrt'ditatc delle g;llline. Non contc,to l'o..,..,crva:;,ionce ~guito a 1:1cconurc. Appena ,(u,:ù :1ppari,.l. a p.1,~o di carica e con l.:t cn:,ta (hc \cmbr.lva un,l fiamma, Pompona a,~orta nella ~- <. ~ .- .: ,-=·~ ·:"'. ;-~:~; = .:.i} • ~ . :-: ,- --:r..::_.~~:?J~ . ~=-- E:.. . ., -"-:;. --~ a>....,_,~;::~~.:;:-_;~~~~~ - - ..r."": •• * . .,-:" :~• .'.-;,-; :N'" :;·=.:.~-::;:;.,:·,:~:"~- • ,,_._-~:7'-··. -_ brc poc,;;ia d,l lontano lo guarda.va avida: com'er,t hcllo ! Che deci,ione in qudl'andatura ! Al ~uo fi.tnco nuncava ~olamcnte una ,;;pad.1.. Quindi. di,to- ~lkndo lo sguardo, \'olgcva altrove· lrt propria fanta-.ia. in procinto di .rndar- :>('lll', di ritir.tr--i -.,Hur,L di ,pirituale lx-1:eu.\. Finché ,(.u.zù non l\•ra accanto e la ferma\ a in tono di padronanz:1; e a cui Pompo,ia ri,pondcv,\ sU't· ,ultando: e Oh! S<·i tu, m'hai fatto p.tur:t ». . Il -.:llc·c.1lava: e ~Iio ,(u::.ù! ». PomJ,oria ;ibb,mdonava morbida la u·,t.1 )lii collo robu-.to dd ~.1lktto: « 13ll i:;:ucr1ino. la tu.:i fo11.1 mi ,p.tn·nta >. E non era ,ero null.1. D11"cva co,ì ~ltanto per prov,,rlo in cfficicn1.a. Rirnan1·\-,t ., lungo ,otto l'oli\·o, finché il ,ok f.ln·\·a <•q>olino d.illJ mori• t.1i;11.1(' nwntn· d.1IJ'ai.1, d.w,tnti ,\Ila c,1,,1. giung('\,l una \'On ,tridula, orrcnd,t • « Pire pirr. pin· J,ir1 J1i1e pirf pire ... >. F.1<(·\·,, finta dt non ,(·ntirl..1 Richiamo "L'lll,I 1npiro d.i partt· d<·lla ~f.t,,aia imp.t1ic·fltl' di diiud('n· il poi• !aio ,, <1u<·ll'<>r,l: « Pin pire pir,· J,ir1· piri' J,irr pire ... >. e Ti ,i ,,·era,--<' b lingu., ! » imTi, ., Pompona non potrndo11c più <' volt,111do,i ,1 pp<·na. La l.1,ci.1\J.llO 1;.1rill.1rcl,a v<·cchi,1. « Pir, pirt: jJlff / in /111t pirt /Jiu .... ». « Strilla,,i l'ultim., ! >. ,(u:ù ll<'llHlV'llO udi,,t il rkhiamo t.u1to <•r,1imnu-r.o 11dl.1 p1opri.1 fit•n·n.t. Er.1no ,cmpH· ~li ultimi ,t ri('ntr,11r-.. f.1c(·,·ano in-.it·m,· un 11.1tto dt.'lla \'iottola, t· non ,q>pt·na ,i .1v\·irinav.1no all'ai.1 ,(u::.lt ,i di,t.tff,t\·,1 ,p1crJ.ndo p,1,- ,i da ..t.ruuo d..t\'anti ,ili., padron.,. OLI SVIZZERI DEL VATICANO IN DUE ASPCTTI1 IN' SERVIZIO E FUORI SERVIZIO « Quel tri~to ! Oucl tri.!.tO ! > gli dii;rignav.1 dietro c..-..a: « Quel tri,to ! > <..egucndolo acuta. Sguardo bieco in cui era chi q quale criminale disc~no, chi sa quale minaccia 1 o chi sa quale pron1c-.,.1. e A-.-.as,ino! ~ gli lancia\'a prima di Hdcrlo <.·ntr,1rr, incal:;.,.rndolo .tlla porta: «Sciò!». Pompona in\'eH \·rniva dictro ralma 1 cahn,l .1pp.tr('llt(• e che non r.1pprc¼'nt.1\ .t or;,rnai ,e non filo-.ofia ddl.t vit,1. Allunga, a un poco il pas,o spandendo la propria opulenza, la procace rotondit.\ dw Il· copri\·a le g,u11bc fino .111.:i (',l\·igli,1. « Eaob, qu<.•,;1a Pompona, come ~t l..t pr<'ndc comoda b mia Si_t:uora ». dic<·,·a scorgendola la \'CCChia ipocrita. E non .1ppena l'cra davanti, la br,tia af. frtt.i\'a un trottcrrllino d'obb(:diell7;t, ipoc, it~l arKh'r,-..1, un trottcrdlino a i;ambc l.1rghe, ma solo p<'r fuggirla, pn rimannlr davanti il m<.·nopo-.-.ibile. « Sempre ultima, la romodon.1 >. ~ Cfo do do do ... > bnrhott,l\'a incornpr<'n-.ibilt· Pomporia: e Ti .,j chiud('"'f' il piloro! -.. e \'i,1 dunqu<', Jàà ~ PaJJc5Ja >. e Cio clo clo... Ti si acca\ alla"'<'ro le budt'll.\ 1 >. Incompn•nt:ioni di quc ... to gl'nn,·. amori pn intcn·-.,t• e· ,unpatic· 111:dtor- ,i,po-.t<·, -.ono fn·qut'nti anclt(• Ul alt11· unnu11i::1 di qut·ti tl'rr;i. l~n.1 ,,'1';1 Pompo,w :1.~ptttò invano ~otto l'lllivo. 11,ol•· cal.1\'a, lamhiv.1 ~id l'orlo della mcmt.ign.i, (' ;:u::ù non ,i ,c·<li·,·a. Pom- /HHIO ~uardJ\',1 ,opr.1, '{U,1rd.1v.t,otto d.ill.t ballit, .i:;-u,1rdav.1intorno dappt·rtutto. Senza più fingere indifferem.a o di,intcrc~)C nell'attc~a, dimo)trava chiaramente il _,uo stato di :rngo\cia. Un triste presentimento s'impo'>.',C-.,avadel 'tllO animo. Quale la. r.1i:;-1onc dd ritardo, in un tramonto di tanta b<.-llezza? E allorché il sole l'ebbe dato l'ultimo addio, che k pane un'am.1r;.\ ironi;\ n('ll.t !>.U,t )C'renit:i, perduta oc;nì 'il>er,tnza di , cdcr ~bucare in cor~a il bel rit,1rcbt.1rio. un grido k mci d,11 petto: " lkh- .. 1 um.m,, ! ». Ebh<' wu ,morfia di cli-.~mio. <li amar<·zz.a di,jX'r;1ta: e Oh! Jnfilare te, nello ~picdo! \\•. dnc tr, friggere in una padella ». Quindi. fi.,,.,ndo quell.t lu<"Cro~ca, e parendo n<'I p<·tto placat,1 l'ira e "i11b<-nt1·atuon impou·ntc dolore, il suo occhiolino la- ,ciò cadcrt· un.\ l,l< rirn,\ -.iknzio-..l. Ri<'lltrò a t·o,-.a l' qu.1-.i rwll'o)curità. chiu"c ~li occhi <' gli orecchi p.1....m. do d:w;inti al canwfìn· in gonnell.t. pt.·r non n·d<·n·. J>l'r non udi1nc- l.1 \'OCt~ di.1bolic.1. Il giorno dopo lo rrrcò fino ,1 sera, e· la ,cr,\ rirna,e ,otto l'oli,o -.fiduciat,1 e 111.dinc·onira, a,p(·tt::tndo i11utilrnr11te più di un'ora. Lo n-ffÙ il ,<·condo e il tt'rzo giorno. E allorqu.rndo <.·ra,i in lei e,tinta og-ni ,pt-r.inu t· comolidata la ,,:C'rt<.'11.1 dcli.\ ,orte toccat,L al poH'm ,(u.::.ù, C' ',{' llC' anda\',l affranta dai doki ri<·ordi. lo •<·01,c d.t lont,:1110 111 un campo, solo, < llt' <1ua,i la .,fug-g:iva. f.lf<'\ .1 fint.1 di non v«·dl·rla. Non cn·dn,\ ai \Uoi oc1 hi. Pompo11a. Gli ro1-.<' in<onno <·on .,ff.tnno, gli rt\ol-.c· tull(• in~i,·mc c<·nto clom.,ndc:. d;mo,trandog-li l,1 pt'na ,offrru e ,il ll'rnpo ,tl'v,o l.l gioi,1 \trug- .L{rnt<· di ri\'(·d('IIO in \'it.\ .. ,(uzù ri- ,pnnd1·\',t ;1ppl'n.1, l'\·,1,iHl, di,t,atto. incliff<·n•11l(•. ,lveva carnhiato c,prc\~ione, l' d11m·-.-..t1·r,1 di\ t·nut,1 l.1 -.u.1,u i;l aggrc.·,,1\',1.. Crl'du1do di -..0~11.lrt', Port1pmw b.1tte,.1 L' 1ib,1th'\,t gli onhi. -.cuott·\ ,t il capo per \C'ntir,i dt·,ta, Putt· .1,ntdvlo d,1\~lllti 11011lo rinmo,n·- \·,1. ~• kn' <·J.1n1:t'\oll·, -.u.1drnt<.·. 1pP•'"'io11;1l,1, ll(>-.t.d~ic1; tJ-.1) qul'lle p10fo11di1,'tnella \ OfC .1 cui -..ipt'\ ,1 i m.1- ,< hi non -..qn·r rl',i,tt·n·, "J>Ct.·i,tlmcntl' i p11'1i_:io.,rni. I -.uoi f.hc·ini .ti UHnpll'- to e lt- ... uc inf.illibili ri-.tne r.1dnano nd \·uoto: co,.t inu,it.tt,1 m.1i rL·i.:i- ,u-.lta fino .1 qud giorno nl'"ll.1-.u.1'>IO· ,-i.t. Per 1.,~liar cono un di~cor,o clw lo i11!.1'-lidi,.1. ,(u.;:,ù di-.-.<d· w \.1 -.tra :>i ,,\rl'hht.· ln>\ .1to ,ouo l'oli\'O ,dl,1 ,olit.1 or,i. Son -.i f,·rc vt'dt.·n·, Di nuo,o inll'nog.110 cl..t /'omporia finì pn i11vi1,11l.1 a !.t-.darlo 111p.tn', di(hi .. 11.1ndolc eh<' am.1\,l p.1v .. <.·c..gi,1red.1 un'.1lt1,\ partt'. Oltre .1 non trederc ,ti ,uoi occhi, Pompona. intt·1dc11.1. m<·o111i1Kiil\,1 ,t duhit,11(' dclh- p1opric.· ri,or-.t·. Si ~uardò attorno n·rcando un., pos- ,ibilt· ri\alt-: non fu Llp.l<.'t' di 1ro,.11L1. l ..t c,1u,,t dcll'.1bh.i.ndono lt• 1·im,1n('\.1 ignot.1. Fi1wht', o"'t·n,uHlo ,(u.:ù nd nmto cki ,uoi -.gu.trdi, <.·.1-.(·oh,111do1w mt·glio il tono d1•1l.1\·on·, un'ick.t rom<· b foli:;-or<.' lt' .1Ltr;1\·l'r,ò l'.1nima. e un udo rauco p,1n l' lacerarne !,1gol.l: e .\h ! >. .-\ qudlo non .l\l'\ ,1 pcn-..110. P<Jmpoua. lli'-<.1!'.!l,al•pl,·n' dll' la ).Lt,~.,ia. qu<'lla ciufTcc.1 lurida e ~torta. per meuo di n·1 H' ..,u(' fo1b11 inr e'!>q.;:ui\ a (on ,lbilit:ì partente~., op<.·r.11-iondi i ,dt.1 <.'hirurgi.1 ; ddlt· quali 11011,oltanto ,j .-,l'I• viva c•,,a in ca,a propria, rna eia ,uo co,turnc rt'c,u)i in e~.,.,, d'alo i don· \'i.t \'Ì.t pt·r <1udlt', dil'tro t:ornpcrho. \'l'"• ni,-.l' rid1i<-,t,1. Dopo qm·ll'urlo r.iuco che co,i )JJdll• t,1nt•,111wnte le .1n·\ ,1 bn·r;.110 l.t gob, una -.morfia di nbH·110 ru· .,to-.-.c•tutte le film· al pt'Jhit·ro dcll'innomin;1bile donna cap.tC(' di qu,d..,i.1,i nequizia. Né ,cppt.· poi r,Htencre un involontario, i-.tinti,·o ri-.olino di frmmina alla vi,t,1 ddl.1 vittima. ,(.u::.ù, pur non \·okndo confc,,arc il dnnno sofT('rto, si mostr.iva sempre più imbara7,z,tto nel rispondere alle ..,uc protc~tc e ao1oand1:, inf.htidito d.1lb ,ua vitin;1.n1.1 l' M:mprc più -...oll(·rito nd futre:irla. E\itava di 1rov.11-.i\i('"ino ;\ ll·i t·, ')()pr.,ttutto, -.olo con lei, qumi immemore di un p.,,-.ato di P•""ionc e di poc-.ì:i.. E l.1 fcmmin., oramai non lo f<.:rn1:iva, non gli ri\'()lg1·v.1 una p,trob: ,i limitav:1 .id o,-.c·r,arlo di lontano con uno ,gua1·do in cui era, suo mJlgr;.1do, una pulll.l d'ironi,1, Xé )Cppc frenare un sorriso più accentuato non apµcna adclo)-...Oa ,(11::.ù. clw inP-ra,,,l\,l a vi. ~ta, vide crncne in gran copia penne di una r,J\'Olo,,, ind(''IC('IWJ.. A poco ~ poco \C ne coprì raddoppiando !J propria rnolt.· <,ulla qu,1lc aumcnt.1,·;1 o~ni gio, nr- la mole ddl.1 \nte ~up('rha. i\'on ,olt,mto gli <'l'l crc-.tiut.1 la cod.1 similt> .1 una font,111.1lumino-.:1, (' lun~o. il collo una collana regale. ma un gr,Hl pennacchio gli i.ccnde\'a dal capo laddove prima era diritta un.-. fi..tmma .i\on ,gua1d.,,.1 pjù Pompona; le pa,~ s.1va davanti con sus~icgo. non a\T\ .1 cura di evitarla, né di ~fug-girc i ..,oni• v·tti ironici che- lr fiori\ ano ~pont.rnci \ulla bocca. m;,1che non intarravano b su.1 nuo\'a, ventosa bclle1.z.-i 1 né la ,u;1 nuova felicità. E ,il'fOll1t· qur-1\'0<.:chiodal <-1u.1lcun ~iorno u :t ,.,g:or{!,lt:ul na lacrim,1. non ,\H'\',l per qudlo pl'rch11--ila ,un. lucidit;'i, nm b bc·n nota c,pericn1,1 ,l'm• prc· valid,ll. Pompona non t.udt, ., rompensarlo ddl'or,t -.marrit,1. p1ofur.111dogli qul'lla ~ioia nuO\ i..,,im,t cli cui rcclam.1\·ano il rit1rw;rn1cnto tutte Il' for. zc dclla natura. Un.\ ,(·r.1, mt.·ntre Pompo,w ,otto l'oli\O non ,i trova\'a ~ola a l'Ontt·mpbr(' un tr.1111onto cli prllfondità di\·ina, Zuzù, p,1go or;111);1di l'll.i ,u.1 vanità frmrnin<·,,, ua,-.,\\'a ,otto l.1 hal,a in pomp.1 m,1~na, ,foggi.tndo trionf.rntc in qucll.1 lun· .. comc un manto di ~l'mmt•. il ,un te ,oro di pt·nn;1.. Udì ,opia di lui una ri,.1ta lun{";l, aperta. crud<'k, s('oncia: «Ah! Ah! ,\h! t\h! > Pompona ridf'va: « Ah! Ah! Ah! Ah! >. ALDO PALAZZESCIII JI}. L !1.1O!1i.,I::-;TO di far iniziare gli studi ~ ,l mia sorella, a ca\a. si dhcu.sse un poco: io che, allora. sedicenne, sta, o per 1e1min.ue l'istituto tecnico e 3\l'\'O per 1 pli\:t1isti > un cello disprruo, soucnni ropportunit,\ di mandarla alk scuole co• munali: ma i miei pens.1rono che, trauando~i di una b.unbina, una scuola pri\,HJ. ~;ir~·bbe stata preferibile, e « più consona>, .wche a.'l:li occhi dei cono.-.centi, alla nos1ra di'1ni1J.. Code\a, in qut'gli anni, ndla ciuà O\C ri.-.icde, ;uno, una fama. immeritata un.1 spc• cic di istituto di proprietà di ire sorc\k. tee signorine anziane, che ave\ an tro,ato il modo di sb.ucare il lunario mettendo m pil.'di una scuolcua con le classi clenwn_i,ui, e, come appendice, ceni inutili cor~1 d1 ("u\tura a1ti.-.tica per signorine. L'i~tituto, ,t rigor di termini, non c~istc, .1 nenun(•no • k \01l'ile Groi:so abitavano in u1l appar1.uncn10 molto grande, nel quale tre o qua11ro s1.1n1e l'r,1110 arreda,tL' con dl'i banchi, che ,cni,a.no tohi quando i loca.li ser: vh.rno agli usi di ca.-.a. Una quarantma d1 bambini, tutti di buona famigli.1, era.no ~p.Hpagli,1ti in quelle aule occasionali e, dai disco1·si di mia .-.orcH,ì, avC\'O l'impr~• sion,· che, più che ahro, facessero i como• di loro e ccrcassczo di scudiarc il meno po.-.~ibile. ~ta la ,oce che si 1ra11:wa di un ambiente « molto a modo > si era diffusa nella rocictà del posto: si dice\a che le signorine G,osso erano tanto bra,e, tanco gentili, e che i bimbi, da loro, iu,paravano molte belle cose. !1.i1.i sorella infatti ap• prl.'.-.eche, nel dare la mano a una signora, si de\C fare una specie di inchino, e quel \'izio le rcs1ò per qualche ,umo. Le Grosso a\c,ano capito benissimo che la ragione dtl loro succc»o dipendcv.1 da qucSli p1imi dementi di m.111ierc eleganti incu\ca1i ad animè candide, e credo si preoccup.uM'rO più di questo, che delle quattro operazioni e dl'i n•cbi irreit:olari. Quc.-.ta educazi0nc mondana ave,·a il suo centro nella. scuola di ballo che si teneva nel pomeriggio, due giorni a.Ila settimana. Un ,·ecchio maestro di danze insegnava i pa~etti ai ra~azzini, mentre una delle so· rellc sedeva al pianoJ e alcune madri \'enivano, di 1anto in tan10, a guardare ~- disfatte. Poi, nelle grandi occasioni (gli onomastici delle· sorelle, il carne,alc) « i pomt·riggi danzanti > scn ivano di collaudo ai piccoli alunni, ma soprattutto davano modo agli antichi allievi, divenuti ormai grandi, di riunirsi fra loro. Anche queste feste a,evano molto con• 1ribuito alla fama delle sorelle Crosso: si diceva ch'era uno dei pochi ambienti che una signorina di famiglia potesse frequentare, che si trattava di « coic alla buona >, rna simpa1iche e distinte. Vi andai anch'io un paio di ,·ohe, dopo ripetuti inviti (v'erano molte ragazze e pochi gìo,ani). Le padrone di casa riccvev:lno in abiti severi, ma prctenzio~i, e si •ui:ttevano una qu.antità esagcra1a di bclleno e di c:ipri:,,, che finiva per dar loro un'aria equivoca: alla solita pianista, si aggiungeva un ragano che suona, a il ,·iolino, e un altro con la granca~sa. e alcuni rnmburelli ; cominciava, giusto in quell'epoca, la passione pel' il ja«, e mohi ex-allie, i si prova, ano a percuotere, cou gesti disinvolti, quegli strumenti nuovi Apri,·ar10 le danze i bambini, ma pres10 tutci erano s1anchi di ,edcrli pasu:ggiMC ab,, bracciati e, tacitamente, li allontanavano. Uno degli scopi, non confessati rna palesi, di quelle feste, credo fossero i progetti matrimoniali: gio, .motti e signorine non so1passa,·ano qua~i m:,,i, di solito, i dìciot10 anni, ma le madri pensavano: < Come sono carini! Son venuti su assicm~, ap• partcngono allo 1tesw ambiente, potrebbero ,olersi bene>, e le sorelle Grosso facevano il possibile perché la loro sctiola acquis1t1sse anche questo merito. lo mi diHrlÌ\O 1)0('0, soprauutto a causa della diipO• sii.ione d'animo do, uta alla mia età e .li primi rn1naozi russi che comìncia,o a leggere. fini,o pt·r cacciarmi in un cantone, imbronciato, con\in10 d'es\ere pensoso. Invano le padrone di casa~ specie la più vccchit1 che , ede\'a in mc un partito « abbast,ln1.1 presl·ntabilc >, ,<'nivano a tir,1nni fuori, dicendo che do, e,·o ballare, altrimenti non ~an·i mai piaciuto :i.Ile iignorinc: io restavo nel mio angolo, convinto di \ edere corruzione e ba!>sci.za in quel pia• cido mondo borgheS(' .. Vt"no la fine dell'anno scola~tico, c'c1a la manifcn.uione più ~c,knne: una recita 01ganina1a dalla Li\i;rna Gro~so, la sorella più gio\anc, quella che diri(çe,a il corso a1ti11ico per signorine, in~egnando a dipingen· ad olio su stoffa, e .1 lavo1.1re a sba.lzn > i pi3tti di stagnola Un anno si era p.trlato di far reciure i rag.111.i nel tea• triao di una filod1a.11un.uica, ma le madri s'era.no oppo.-.tc diet·ndo che na e ;>rcferi• bile l<'start• fia noi>. Co,l il palcO...Cl·nico veniva impi,mlato alla m(•p:lio nd!a ~ala d.i lrnllo, e tu110 procedeva con meai di fo1tuna. .\nchc il programma dava un sa~~io dt•l l'educai.ione mondana ra',;~iunta d;\Ì piccini: di quella volta che assistl'tti ,ìlla reci1a, ricordo una comnwdiola in un ano, scriti.a. dalla Cros~o e artista>, do\'e i prota~onisti appari,.1no \'Csliti da tc;,rmi,, con le racchc-ur ~otto al braccio, e prendr,•ano il t~ in scena, -.cimiottando i grandi. Il pel'ZO finale c1,l qualcosa di all<"gorico, dove, con ~iande i·ffl'tto, dov<"va comparire un bambino dei pi\1 piccoli, con le aluccc e le mut.mdinc dor.lll', in ~<'mbian• i.i: di Cupido. Alle piove tutto era and,110 bene, ma nella grande S("T31a,giunti al momento dcc:i,i\O, quando q11ell'innocen1c capi dt<' dovna mostrarsi nudo " tante dccin<" di persone, si mise 3 piangere dall.i. \'l'rgogna e si rifiutò di el\t1are in scena l rimproveri della m,1drc e le prc~hie1c dt·llc nuestre non \ ,1lsero: il bambino vollt che lo ri,cstiucro, rontinuò a singhioaa.rc, c si do\Ctte fare a 11u·no di lui. Fu insomma l'unico, in qucll'occ,uionc, che seppe comportarsi con dignità. l\lASSIMO ALDEHINI

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