Omnibus - anno II - n.17 - 23 aprile 1938

!CONTINUAZ. DA1 NUMERI PRECEDENTI) ll N QUEJ tempi, Carlo Rudini intere~sava tutta Roma : fu lui dw lanciò Lina Cavalieri. L'aveva trovata davanti alla sta- .11011ld· ei tram a vendere fiammiferi, l' generosamente l'aveva portata a ca- ,., sua, per darle una buona cena. Lina lo intcrcs:1ò cd egli capì che quella ragazzina del popolo aveva una hellcz.z..1 ed un'intclligen7.a fuori del romunr. Quando. più tardi, la i.ep- }X' ammalata all'o:1pcdalc, la fecr tra- '-P<>• tJ1c in una clinirn privata, e la c.:ir<ondò di lusso per tutto il lCmpo della ,u.a malattia. Guarita, le compc.:rò ,plcndidi vestiti e la condus~ a Montccado. La ragazz.a gli portò forHrna, tanto che rimcì a far :,altare il bam.:o. La gioia e la :1travaganza di Cctrlo non ebbero limiti. Coprì Lina di gioielli, ermellini, zibellini, e vissero in un lus'° regale, finché il dcrMro fu fi. nito: allor.1 tornarono a Roma. Carlo riprese I.i ~ua vita mondana. e Lina diwnne una delle doune più lx-Ile cd dc·~••uti d'F.uropa. Prima della guerra, 1-lerbcrt HaM:1--. tine viveva a Roma. Era bello e robu- ,to. t' k donne perd<·vano la te~ta µcr lui. ~lagnifico cavaliere, dimostrò la ,ua bravura s.llcndo e-M'Cndendo a ca- "allo ic 'iCdledel palaao Alticri, un difficifo,~imo esercizio di alta ~cuoia. A· mav.1 la campagna, e tornava dalle sue (·scu13ioni con le ta:.ehe µiene d'in!ICtti o •,erpcntclli. Insieme a mio marito, introdu:1,;e :, Roma il gioco del polo: .1vcvano fatto venire- dalla Sardegna certi vivaci cavallini che ~crvivano bcnis.'-imo. Più tardi gli americani rovinarono tutto, import.,ndo dall' Americd :-uecrbi c.walh che o,cur.trono i po\'cri cavallini sardi. Uno dei più popolari ,tmb..1sciatori d'America a Roma fu John Garrctt. Sua moglie, Alice, cr.l una donna intelligente, che voleva !IO~tcnerc una parte nella politica. Proteggeva gli ar• ti,ti, e le pareti dell'ambasciata erano letteralmente coperte dei suoi ritratti, t'M::guiti da tutti i giovani pittori. Organizza\·a concerti, e compì perfino il miracolo di far tacere i romani dur.ultc i tr.tttenimenti musicali. Infine. ,;j dedicò a conferenze d'arte. C'era, fra lei e mc, una specie di guerriglia. un'incompatibilità assoluta. Per molto tempo ci accontcntarruno di t•vitarci, ma finalmente si giume ad una ver,1 ostilità, e non ci rivolgemmo più la parola. Oevo dir~ però che l'ammiravo sinc('fameme per la sua conoscenu della lingua italiana, e quando e:)• ,a fu invitata a tenere Una conferenza in prescn7.a della regina, onore oncro:,i~imo per una 'itraniera, non soltanto volli int..:rvcnire, ma presi JOCht~ cura di sedermi bene in vista. La conferenza però cominciò dis:,- ,tro:,;um:.·ntl:. Alice aveva dimenticato ("he la Corte era in profondo lutto, e ,i t'ra mcs:>auna giacca d,t fantino, color ro~'IOvi"o, con un cappello carico di piumt: rosse. Divenne ncrvo:,a. e il ,uo italiano, abitualmente scioltis·,.mo, ,lpparve incnto e confuso. La Corte <1S<"oltava<."duc;1tamcntc, ma evidentemcntt· ~•annoi;.,va, e le COM:andarono di m.tlc- in peggio. Alice cominciò a hdlbcttarc: ma la tragedia avvcnrw quando Alice cominciò a parlare di un celebre pittore. Descriveva la sua tri:)tczza, il ,uo '-C'onforto quando tutti lo .abbandonavano, e desiderava esprin1L·re lo ~tato di depressione in cui ~i trovava. « Discouragement » era la p.1. rola adatta, ma Alice non ricordava più come tr.,durb. Disse invece una parol.a vaga che somigliava, ~ì. a « d1JC011ragement >. ma più ancora ,td una parola itali.HM così orribik che ne,· ,uno ha voluto tradurmela. L'inll·ra Corte tentò inutilmente di frenare le ri~a. che scoppiarono convulM.-,l' la povera Alice, roS-!-ain volto. finì rapidamente la sua confcre,u:-i. In qm·i giorni, Kate Moore. che i fr.mcesi chiamavano « Mèrc Moorc :t. t·r,1 una delle pt:rsonJlità più in vi,;t,1 di Parigi. Gli americani non awvano ,tncora (Onqui~tato l'aristocraz.i..1, e « Mère Moore :t er,1 1.1 ,;ola ad .wcrc un ,alotto frequentato da tulto il Fauh<•urg. Er,t mcraviglio!IO vedere c.:hc CO· 'd le riu!-civa di fare, e con quale ~cmplicità di mezzi, '-C si p..ragon,rno i ,uo1 rict•vimcnti •• quelli di oggi. L., :,ua 111assim,tambiLionc cr.1 qudl I di invitar<.• n· Edoardo \'J I .i ca,,1 ,u.1. l' ci riuscì. La lotta 1x·rò fu lun4 '{hi,;'iim~1,perché il re non volcv._, ,a+ pcmc: m,1 la ,ignora ~·loort· prcM:-l'a. hitudinc di seguire "-t'mpn.• con la ,u.-1 automobile qucll:t del r(•. fhe c-r.1 un nppa~ionato e sfortunato automob1li- ,ta L'n giorno, .1Biarritz, trovò la lllJC· ehin.i reale in panna e offrì trionfai• rnl'nH· .ti sovr.ino di riportarlo a dc~ti• n.111011(•c.o~ì potè finalmente 111vitanil re d'Jnghiltc.:rra ad una fe,;ta che riu- ,d !lplrndid.1. r coronò l.1 'ina c~ìstcn1.,1 Le gaOei di Katc- 1•ran, la dcli1.ia d1 tutU Europa. e lr1 na la prima a ridcrnl·. Tra<,forn1.tv.1 L.1 ,tu incap,H ità ,1 pari.in· frann•Sf' 111 un continuo diLJ. IUROBEBJ. LUlBJ. OJ.8.J.Tl IN UN RITRATTO DI BOLDINl vertìmcnto per i ,uoi amici. Tutta Parigi raccontav,1 queste storie buffe: per esempio, una volta, Kate era andata dal pasticcere per ordinargli una torta grande come c1uella che aveva ordinato alcuni giorni prima. « ]e ueux urie tarte •• diss<", « au;si gra11de que ma derrihe ,. l.!n'altri.l celebrità di Parigi e di Roua era la contessa (poi marchesa) Lui- :1aCasati (sua figlia Cristina sposò poi il visconte 1-lasting:1,crede del conte di Iluntingdon, di~ccndentc di Robin Hood, e pittore). Luis.t apparteneva ad una Roma particolare, la Roma di Gabriclt.: d'A11nunzio, dove ciascuno ~opriva di avere « un temperamento :t e cercava di vivere con la minima di- \Ciplina J:Xh.">ibilc. Di questa Roma, Luis.i era il pili .ammirevole ornamento: alta, ~ttilr. con grandi otchi !>Curi,accentuava ancora il :,uo tipo facen<lo,;i una faccia bianca opaca e lt- labbra eccessivamente q;arlattc. Aveva. del rc"-lo, il genio di ve.-.tir-i in modo affa~,cinante. La ricordo a S.1int Moritz 1 tutta ve'itita di bianco, ,ulla ~ua lw,:1uosissima ,;litt.1. .1vvolta in enormi pelli d'orso bianco. Bak...,tfrc(• il "UO ritratto, Soldini pure; tutti dt>idera\';1110 ritrarla. Un'C. ,tate, prc'-t' in affitto un p,1lazzo semidistrutto sul Canal Cr.1ndr-. e vi dird,· dei h.dli in maschera che non furono mai più '-Orp,1~.')ati.Durante uno Ji quc~tì, i ~uoi invitati l..1 trov..irono in cinia ,td un picdcl!tallo. circondata di ,thiavi, m(·nt1·c un bracicrt· d'incen,;o .1rdeva ai ,uoi piedi. Era Vl'\tita d'oro. L' tene\·,1 due leop.1rdi .ti guinzaglio. Fu a Parigi cht' le ,uc bi.a.arric rag:4 giun,.cro l,1 tr.1gedia. Tutta Parigi parlava di un .1rcivcscovo, ottimo predicatOr(', çhc ,;j ,c-.agliav.1 contro k follìC" dt"I 111ondo(·lt:~antc. Luisa c•hhc ,uhito vogli.1 di cono~erlo. per invitarlo a c.1sa ,ua t· ,addomt·,tic-arlo, m.t l'arciw~covo rifiutò ogni invito. Allora gli .unici di Luisa non l.t videro più : ~ep• pt·ro che tra ..c.ur,wa o~ni di, ert1men• to, che andava .1 Me,;sa ogni giorno, dw ,·i\1tava i J>Ov<.·crigli ,nft-rmi. Que- ,to JX'I ìodo di virtù durò forse un mr- ,e: poi Lu,._a dis"c di e~rc JX>!lscduta dal demonio. e mandò a chiedere all'ctrciwscovo di venire ad e'iOrciz:zarl,1. L',trci, c,;covo ri5po'ìt' di es,;crc <1letto ("On la bronc-hitr. Allora Lui,.i gli fr. < e :iaptrr chr non cr.1 1>0,,ibill· rifìutar,1 di -.alvarc un'.111i111a 111 pericolo. L',1rcivt·,<O\'O ri,po~ chr, appena rilll('<;&ts, .trcbbe andato dall.l marche,;a, ma Lui,.1 t·r,l troppo impa;,wnh' J><'r .unm(·tterc indugi, e in piena notte mandò un amico a S<marc il campanello dell'arcivescovo, dicendo che Luisa era morente per un terribile incidentt' .1uto111obilistico,e che lo supplicava di port:.irlc i Sacramenti, Era qua~i mezzanotte, ma l'arcivescovo malato cors<' immediatamente alla casa di Lui,a. L1 trovò pronta a riceverlo, appena coperta di veli bianchi, con una candela nella mano dcslra cd un giglio nella ~inistra. 11 colloquio durò al massimo cinque minuti. Non si seppe mai quel che accadde, ma, un'ora dopo la partc.~nz:add prelato, i dome:1tici di Lui:.a trovarono la loro 'iignora proqrat.a ~ul pavimcnto 1 in lagrime. Ouc giorni pili tardi, l'arcivc-.covo moriva di prh·umonia. Gli anni p,1v,ati a p<1laz.zoB.1rbé'rini, con C:.:,lrloe i miei piccoli, furono il mio tempo d'oro: ma mi rimprovc'° og:gi di nou av<.·rgoduto abbastanza l:1 mia famiglia, occupata com'ero a divrrtirrni. co~ì presa dalla vita mondana che: non trovavo mai il momento di o,;scrv~1reCarlo. Se lo avc·-.:1fi.uto, for- <.<: non avremmo lcticato co:,Ì spesso. Non trJ~corrc,·;.i una '-Cttimana -.cnz.1 violcnti, ..i.mi litigi. che tnminavano ,;cmprc in rriiii n(·rvo!IC. J no..t.ri amici a'l..sicurav.1110u.n po' per :,cherzo r un po' ~ul ,crio. che la colpa era tutt.t d<·I palazzo Barlx·rin1. « Quod 11011 fecenrnt bnrba11, fece11ml Barb, ,ùu >. ,uona il detto, ma è anche un p.daz. .tOche.·flOrta di,;grazi,t alle giov,mi cop• µic:-, p<·rché pare che le fondament.t J>O,ino ,ull':'.1.ntico tempio di flor,1. lo ,tes,a d(·vo ,·i('onosccre che. durante gli Jnni rhc vi tr ..-.cor,i, vidi 111ohi~,imi matrimoni finire malamente. WaldoStPre) \ t ,ua moglie ahitavano :11l'ultin1<1 piano, l'd ('rano, in apparenza. rx·rfrt• tamcrnc fl'iici: 111.1 un bel ~iomo Waldo pa·M'. cappotto (' e-appello, <· non tornò rn;1i piìi. Lo ,t('ll!>O,tppartarncnto fu pre!IO 1)()i da Coramillas. il mini:,tro grrto. e dall;.\ ,u.1 'ìplcndida moglie (parr . .1 propo- ,i,o d<·ll,1 signora Coramill,I\. ('hr h1'iC1lc della Grecia sian <;t;.He.urne,<;c ,111.1 Cn·cia uni<amentc perché il co• lonnC'llo I lou,e ammirava l'.Cn·s,ivam<"n te _11~· pallf" della d..ima). Il signo1 CorJ.1111Jla,e;r.1 un belPuorno, ma molto più ,un,ano di Anna. e di,pcrata• rncnt<· .~do-.o .1nc-h(·lui pani improvvisamc-nlt' pn l'Amrrica. c Ann.1 non lo rivid(• m.11 ptù. L' .11logi:;10.u-canto .11 mio er,1 <KC'lt p,tto d.11la fira.11os,1duchl'S\a Viv111,1d1 S,mgro nt•,,uno ,1, n:hh<- potuto imm,1~in~1rc,vedendola. altro destino che l.1 felicità, accanto al marito e al fi. glio; invece anche Vivin.1 fu abb.tndonata. Mi mera, iglia ancora come Vittoria riuS<'is:)cad es.'>Crcfelice con un marito ch'era. un topo di biblioteca. Lcont· rra 'IC'ntpr<.i·mmcr'-o negli ,tudi, e ~- gui\'J. i precetti matrimoniali di suo padre•. il vecchio duca di Sermoneta: « Compòrt.t.ti come un coniglio, entra di corsa nella conigliera, acchiappa un un poco di lattuga, t· scappa fuori di nuovo:.. La lattuga Cr.\ poi Vitton.1, ,u,1 moglil·. Lln .1Utunno, d1 ritorno da P.\ngi, mi ft.-rmai con i b.unbini a Strc,a, mentrl' mio marito proscguiv.i per Roma. Eravamo d'accordo che egli ci avrebbe chiamati. aopcna fimto il periodo delle piogge (in quei tempi si credev.1 chr il clima di Roma pott.·s.sc e,~rc mort.tle durJnte l'autunno). Aspettammo due ,cttim.me, poi non potei rcsi,tcre. <- p.,rtimmo J>cr Rorn,1. Trovai Carlo tr.1sforrn;1to: !tt.:rnbrava ringiovanito d1 parecchi .inni. L.a ,;era dopo il mio ritorno, mi ..1t·compagnò a teatro: fui nwravigliata di vederlo intcres,;an.i .ilio '-pcttacolo L' al pubblico. lui di ,o. lito co:1ìindiffc,·ent('. Qu,mdo ricntr.,mmo, mi "llutò dav,1ntì .ti portonr. «Carlo», domandai intimorit.1. e tu non vieni a e,,.,,\?,. :Vti gu.1rdò fr('d damentL' negli occhi. con uno sgu.1rdo che non potrò mai dimenticar('. «No,., dis.-.c,e -.t' ne .mdc\. Da qud giorno <.:ominuò il pcggior periodo dl'll.1 m1~1vita Er,, <'Ome ._•. I.a h"rra mi ,fuggi,'-<.' di -.otto i piedi Giur.wo <I me "1(''-,a <'ht· ,wr<·i ~.1puto riconc1ui,tarc mio nwrito. Dovunqut" ,lll_<l:l'-'i 11~11_1 P;~•l.1,·o dl(_· d1 lui, cd 1 11111·1 ,11n1c1 " 1m1>az1ent1\'a!lo. Lc.·ont.· Ca('t,1ni cere.i va di con-.ol.u mi e-on vn. < hi1• fra~i: « Jane. dcvi f.1rti dimc·ntiL,n-. L.t CO\,a pili 'ieion ,1 dd mondo t' d1 voler metter i piedi nella cc·ncn· d1 un amorC" ,;pento :t. Proprio qu.rndo non µ<.H<·pi iù ,opportan· <1u(·,to ~tato di l-o~c. Nane)" f~t·cch rn1 rhie<t.cdi <1Ccompagn.1l1.1 in \meric.1 Avcvo conosciuto Nctncy .1 P.1ng1, .lkun1 anni prima. qu.1ndo ,uo 11.. ffito. \\'illiam Lccd,. durantt• un ,\1· l.l<'COd1 drlnWm t,emn1s, avC'v,t pn•-.o tutti I mobili d<'lla -,1am..1 c li J\t'\'.l hutt.tti d.tlla finc~tr,1 in Pia1..1..1 \\•n dOmc. In qun giorni, Nancy er.1 molto 111frlin-. t·d io <lvcvo .,vuto l'on·.1,io111· d\·"-t·rk utih·; d'allora rra,·;1mo \l~mprt· \l.111·1(, <orri~pondl.'n1:.a,bt•nché lt· rHhtrt· \lr,1d1· non ~i fo,,cro pili inron tr.1tr. Ora er..1rirna<,td v<•dova, con Urli.I nrt ht·zz.J colo~alc. Fui fdi<c di ritornare J. New York. 111.1 la città ('ra troppo rnut..ttJ. SpaH'nu·voh grattacieli crc)('evano dovunqw·, <· '°\tituivano k ca-.ctte in pietra hrun<1 ddl:i mia giovinezza. La Quinta \vt·nUL' non era pili l'<'<i;dusivopossc\- ,o dei « Qu..1ttrocento >; C<"rcavo inutilnwntl' il d,ugstore, dmc ero andata 1.1111\1·o· he per telefonare a Hordy Har- ' 11nan; perfino lf• dm· C'"a'ICgemellr dt"- ~li ;\,tor C'rano ,(ompa,...(', e il nuovo Waldo1 f A!itoria ~orgcva al loro po,;to, '.'Jono~t.tnt<· tutta la ,;u,1 g.,iezza, N<'v. York 1x·r mc er., piena di fantasmi: 1ivcdcvo mc !ite~:1a dolescente, quando de:1idc-r..tvotante cose che ormai ave- ,·o raggiunto. t· orrnai non rn'import<1• \ ,IOO più. Dopo l.1 -.olcnnc dignità ddla v1tJ rorn.rna non riu!>Civoad abituarmi alla confusiont' .trncncana. Invece di ,ivcrc tr,t g,1llerit· di 'itatue. Kaloni di rnarn,o. ,alt• gigantt.·,che. dovevo ,1hit,trc in un ,1ppartdn1cnto mockmi»imo e comodo, ma monotono come una <TII<&di < onvc-nto. VP,tir'ii in dicci minuti, man- ~i;Hl' in 1m-u'or,1, :,brigare in un pomeriggio dodici vi,ite mi era impo~- ,ibill·. Capii allora d'cN·rL· divent,1t.i ,m'it,1liana. Ogni giorno ritrovavo antifhi .unici. md -.c.·ntivobeni ....i.rno (hc non mi pren• dev.1110sul -.cno. Ai loro occhi ero come una principL"s~ada p,1ko,;cl·nico1 lon• 1,111ae incompr·cnsibile. L.c.mie ,uniclw d; un tempo avevano .tvuto figlioli .1ml'ricani, 1 miei invece erano italiani, 1..· port.,vano un nome ~traniero. Lt· donne .1ml'ricane ('hl' ,po,.1no un forc.'tticro devono dimentirnn: di ..IV('• f(• un JJa'-'-ato: la loro v'ita corh.incia quando camhi.mo nonw. Durante tutto il tt'mpo che tr,t'iCOl"'>ai New York, t·bbi n1ntinuarnt·ntc l'1mprc:1~iom· di non potcn· torn.uc rndic1ro. di non potelL' c;•,~en·più Janl' Campbcll. j,tnL" di S.rn Faustino era un',tltra donna, t' i! ,uo mondo t.•r,1-.olamcnt<· in It.tlia. M'.onc-ure Robimon dit.•dt· un riu•vi 4 ,rwnto diw1 tentissimo per fe,tcggiart· la contt·".t Gontaut Biron r mc. Aveva f.1tto di tutto f)l'r i11\'t'11t.trcymtll"o,.1 di origi11alc. cd il ri~ultato fu una li,t.1 dove ,1 1rov<1vano i porA chops à J'Amour: i bulUrtd loosts e gli spe,chr~ rx1ra dry.,. JI programm.1 di<.:c:v•a « Tlw St. Regi~. Ne" York, 13 d14 <(·rnbre 1911, on· 8 pomcridi,1nt·. « D11rba, oflerto. 'lt'nz.1 badare .1 'li>L'• ,t· né <1con,('gucnv·, dalla vasta farn1gli,1 winera Robin-..on, per fc~tcggian..· la principe."a .Janc di S,tn Faustino (<he porta i colori itali.mi) e b contc:,- ,,1 M.1rthc dc Gontaut Biron (che port,l i colori franccsi). e.\ ota. Jane è quellJ viv,1cc, '!Cduta .t dc,tra. « Altra flOla. I titoli di nobiltà di cui ,opr.1 ~no .1swlutamcntc gar,tntiti dal1., Titlc Gu.uantee and Tru'it Cornp.iny. ~aturalmentc il :,ignor Robin!IOn è in amichevoli r..1pJ>0rti con molte . .1ltrc titolate forclltiere, ma per il mo• llll'nto <1ueste erano le -.oll' che ,lVC'ì· '-<" sotto ma no. « To{a ,iota. L.1 din•ziont· non ,a.-.- ,ume re,ponsabilità per cappotti. ombrelli t· donne m.uitate. « T ab/e d'hOtr. Lo champag,1r l'd i vini -..0110 .a libt:r.1 dis1>0sizione degli o,piti. ma l'acqua min(·rale ,arà mf'":1 Ci furono !IC:,:1,1111;.1 invitati ,il pran1:0, di~J>o:)tiintomo ad un tavolo ,1 forma di ferro di cavallo. Seguì uno :)pct• tMolo di v.1rictà1 che si svol!ICsu un pako:..ccnico cretto in fondo alla ,al.i d:l ballo. Moncure ,lvtva ,·hiamato ~1auri<'c-, µcrehé cscgui:,sc l.1 sua fa. 1110,a« d.wza apnc/11• >. e Ruth Oraj>L'r,che .1llor.1 era Jncora una dilet1,mte e ,i trovava fra gli O\piti, dl·- damò akuni monologhi. Mis, llcrc.-.- ford c~guì una parodia di '-UO padrt·, che .avrebbe reso furibondo 1'1llu- ,tn· uomo di St.tto, lord Jkrc,ford, -.e l'a\t'~ Lduta. La ,ignora lknjam:n Guinncs5 cd il principe Troubetzko) prcs('ntarono <1gliospiti la loro intcrpn·ta7iont' di Trr 1rttimn11e, e J. Bordc11 I l.1rrirn.rn ,i l',ibì coml' Anncll(' e Kill-.1-1n.11•1, in 1111 :1uccinto co-.tumc d.1 bagno. Così ,i divcn:,a Nt·\\ York. l mni pa.'-!IJti <I Ne" York n>l.1ro110 , ia troppo pre:,to. Al mattino di Nat.d(· di,,i addio .1 N.incy, che, prim..1 dcll.1 p.1rtcnu, mi reg~llò un magnifico pcttint· di brill.1nti. Crt:do che nes- ,uno .-tl mondo, tr.1nnc Nancy, sia caµacc di ospitare un'amica, con due fi. ~li, un,, govcrn,lllt(' ed liii i,;titutorc. p<.·r flll''iÌ interi, rcg.1landok ,tlla fim· un pettine di brillanti! 00\evo riveJnl,1 diciotto tn6i più tardi, qu,mdo .tbicava al Rit.t di Pa, igi, circondat:t <la un nugolo di ,1mmir·atori. Più 1.1rdiNancy spo-.ò il prinnpt· Cri- ,toforo di Crl'cia. La rividi a Venc·.ti•1 con ~uo marito. Morì ,l Londra nel 1q13, e ,uo marito, parecchi ,urni do1.>0, ,1>0:,Òl',1dorabilt· principc.·"a Franc<•o;c,di i Francia. Av1yo ,,x·r.110, la,l i.tndo C~ulo, di riconqui,tare il '-UO .tmorc; inveu· mi ,H·col'-<'con gdid.ì cortc~ia t· rrprl'n• dt•11,mo a viv<'rr in,icmc rornl' dm· ("· ,tr;.Ul('I. Qualcuno 111idi:1!)(·che 11110n1.1rito prant.:,n ,t :1pnso ton una signor J al ri ,toranll' Colonn,1, {'d un,\ wr.1 lo ,._.. ~uii d1 11.a~co,to,fin là. L,1 mia c.1111e riera Rm.1 mi accomp,1gnava, e n era- ,·amo copntt· il c.q>0 tutte t' dut' con tm fitto \"('lo nt.·ro. Rim,hi 1x.·r oltn· un'ora a gu.trd,irt, ..1ttra\'c1,o il \l't1·0. 111ion1,1r.to che ~·dC"v; .1 un t.1volo d'an~olo au,mto ,H u11.1 don11.1 e h'io non (0110,ct'\"(). ◄ -(continua/ JANE 01 SAN FAUSTINO

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