Omnibus - anno II - n.17 - 23 aprile 1938

IL SOFM DELLE MUSE lt' DIAH.I INTIMI non hanno avuto l{ fortuna in Italia, e St' si vuole andarne ., rintracciare inclla nostra letteratura ljU:tlche esempio, è negli epistolari, nei qtrtcggi. Come se lo scrittore italiano diffidasse d'un g:cnere letterario equwoco e d'incerta natura. Quella finzione che C: propria ddl'ane, pare abbia condotto Leopardi più che al• giornale• .ai 1. pensiui • u alle Oprrntt morali; poiché lo Zibaldou, non vuole essere che quaderno d'appunti, d1 considerazioni; I.:. quali, ncllll mente delljutore, attendevano una sia pur lontana precisazione in canti, in studi, in Ul(li(l di maggiore impegno. L'afonsmo, il nagionamento. il pensiero hanno a\luto molti cultori da noi; il •giornale• alla Amid ncuuno; tanto che il /)ù,rio intimo d1 Niccolò Tommaseo, ora pubblicalo dall'editore Eìnaudi, a cura di Raffaele Ciampin1, cos1ituiscc una novi1à ragJ(uardevole. Ad apertura d1 pagma, si veda 4uali sono le differenze fra la prosa d1 diano, e l'altra, delle considerazioni e dei ragionumen1i cui spesso ques1a minore leneratura pare confusa. Gli aforismi e i pensieri s1 rivolj:tono a un pubblico, mirano ad ammaestrare qualcuno, tirano insomma da fatti e esperienze personali conseguenze e g1udn:i univeuali. I giornali intimi invt:ce hanno l'accento altrove. L'autore non bada agli altri ma a sé, e St: vi sarà compiacimento e civetteria m questo esame di coscienza, saranno di chi, pur nel mettt'rsi accanitamente a nudo, pensa di potere, quando che sia, trovare ammirazione; che i: debolezza umana. Un diario intimo differisce sempre da una memoria, da una cronaca familiare e autobiografica; dm·'è il racconto sempre presume l'interesse e la curiosità dei lettori. Le note intime di Niccolò Tommaseo hanno invece moho del monologo interiori.!, come d'uno che tenti di sl'abilirc le linee del proprio carattere e che nel ricercarle si affanni al punto di perdert' di vista la Vt!rità delle cose. Gli t'Sami d1 cosc1t!nza quando non accadano in circostanze ben precisate, per cui uno si venga a domandare ddla bontà e della malvagità d'un suo atto, finiscono sempre col dare nd vago. Smettono d1 a,·crt un valore strettamente morale, e si devono anzi pt:r lo più a un tom,ento interno che faticosamente cerca di ca\. marsi. La smania di Tommaseo nel CO• nosccre se stesso è un poco il riflesso d'un difficile carattere. Il sentimento d'essere ingi\1sto con gli altri dovcV1ilel ssere pungente m quell'animo pieno d1 contrasti e di tempcSte, spesso più agitati: di quanto le cause e le circostan~t! lo meritassero: • Mi arrabbio bestialmente con la genti! di casa ove mangio: ed avevo ragione: ma era peggio che irragionevole il modo. Mi rabbonisco, e proponto rattenere la collera•. Ed in quel potere di rabbonirsi e in quel proponimento di rat• tenere la collera, è tutta la consolazione di Tommast!o. La :,.ua figura di moralista è pu:na di contrasti. Il suo diario non lo si pub dire tutto di note d'uno che, rattristato e angustiato per la qualità ingrata del suo carattere, cerca di trovare un compenso nel pentimento e nel rimorso, lieto poi di poter notare subito nel suo giornale una simile conquista. Tommaseo non teneva taccuino solo pt:r annotare i suoi i,cuadagni dopo le pene della riflessione. Il diario spesso ha luoghi che vogliono soltanto segnare letture, gesti, abitudini. li diario tìorentmo poi ci dà l'immaijine d'un amore romantico non veramente alla maniera dei tempi, né a quella. sentimentale, uaJiana. Tommaseo che vive in c:ua con la Geppina (una maritata che Rii fa da s~ 1 va e da amante} e che intanto ama Ortensia, la figlia di Gino Capponi (il toscano, marchese da capo e. piedi, che irritava e inquietava il dalmata con la •icurezza dei suoi modi signorili), è p~rsonaggio non soltanto preso da contrasti di sentimenti. L'amore di Ortensia era pieno d'immagini leggiadre per lui, e fra le righe quasi lo si direbbe una continuazione, un riflesso della sua ammira- ~ione per il padre della fanciulla. La vita di Firenze irrita e insieme attira Tommaseo: Capponi e Ortensia sono come i segni di quant I gli ebbe a passare per l'animo. Geppina •nettava• i ptt!di al padrone ed amante: Ortensia, intanto, era come un fantasma che si sa bene di non poter mai considerare penona. Questi gli avvenimenti che restano nel diario fiorentino. Tommaseo forse ebbe a levare da quelle sue pagine di appunti tante cose che potrebbcru dare colori diversi e più vivi ai suoi amori, sicché interessa riferire una lettera di Tommueo a Emilio Dc Tipaldo dov'è chiarito: • A Firenze non ebbi che u,, amore reo, il quale durò ben sei anni quanto allo scandalo; nel fatto tre e mesi•. Il diario fio. rentino è cosi il diano degli amori senti• mentali di Tommaseo, come quello parigino degli amori vagabondi; mentre, più che d'un amore, le paKme del soggiorno a Corfù hanno come l'ombra d'un con• forto comugale. Ma la cronaca avrà sem• pre poco spazio in questo singolare giornale. Tommaseo ascolta un fiaccheraio di Firenze e subito prende appunti commentando:• c'imparo•; segno di quella sua volutamente lenta formazione letteraria che, se doveva dare frutti in opere filologiche illustri, doveva altresl danneg• giarlo nella comprensione di autori contemporanei come Leopardi e Manzoni. Noto lo scritto sui Promtssi Sposi apparso nell'At1tologia, subito dopo la parunia .I;@ ✓, •::: . ~ 9;· di Manzoni da Firenze. V1 è 1anta pedanteria in luogo dell'acutezza e sorveglianza critica che ancora se ne resta sorpresi. E, a proposito, Ciampini riferisce una lettera, medita fino al momento ddla sua pubblicazione in volume, che c1 testimonia con quali pregiudizi, fra pietistici e grammaticali, Tommaseo si proponesse di comprendt!re uno scrittore. La lettera è del 21 aprile 1828, dirt!tta al Marino• v1ch, un amico dalmata: • L'articolo mio del Manzoni, piacque, ma parve severo troppo cd oscuro. Troppa era la buona opinione del libro; e ciò che gli conciliava sì Rran fama era appunto, a m,o credere, 1a caricatura di Don Abbondìo, il dialogo del Provinciale col conte Zio, il ritratto della Monaca, tutto qut'llo che può servire: a detrarre de' prt!ti e de' frati. Jo St!mpre più mi pt!rsuado che quello è un libro malfatto, mali! scritto. e che sarà, di qui a non molto insoffribile a leggersi. Una donna toscana, che non è né leth:rata né nobile, e che appena sa leggere, t:pperò ha il buon senso naturale a suo luogo, me ne diceva così: "Con quelle minm,. zaglie ha creduto di dare nd genio. Come ma1 un uomo può scrivere certe cose che si durt:rebbc fatica a raccon· • fra don. nacce? Quell'Agnese che dice cauivacci a' suoi nipoti, quel Renzo così coglioncello, son cose che fanno dare di stomaco. Se l'autore fosse qui, gli darei del CO· glione!''. Precisamente così con queste frasi mt'.desime. con questo tono. La sentenza è severa, ma giusta: e i pani divini che il romanzo contiene non bastano .i scusa, Anzi più vien la rabbia, a pensare come un ingegno naturalmente si elevato. abbia per sistema, per ,::usto, per dar qualche buffetto sul naso ai preti, voluto scendere tanto giù, e fare 11 buffone così alla sguaiata .. , •. Dove si vede che: quando un bìgotto e un grammatico si trovano ,nella stessa persona si arriva a una presunzione che ha del carattere de commedia. Del resto, quante ,,oltt! non si sente, a proposito di scrittori, rnnpiangerc I' ingegno naturalmente sì elevato•? Il metodo è antico, rispondente alla strettezza d'ogni mentalità settaria. Il diario, d'altra parte. non racchiude gran che d1 giudizi: come se Tommaseo, considerando la maligna curiosità dei lettori futuri, se ne trattenesse. Questi suoi appunti non si devono riguardare come un libro dì note o ricordi, ma come un tentativo di lasciare di sé un'immagine nobile e J(iusta. Non rare le note dove ci s1 propone un certo genere di \Pita. Il giorno 29 ottobre 1833 da Fucecchio: ~ Passeggio al lume della luna. Penso al perfezionamento dell'intera mia vita. Corpo: Tagliarsi le unghie delle mani ogni quindici giorni - De' piedi ogni mese - Capelli ogni dut! mesi - Pediluvi ogni quindici giorni - Bagno ogni mese - Pulìrsi i denti, sc1acquars1 la bocca ogni giorno - Le orecchie ogni quindici giorni - La\'arsi con acqua vegetominerale ogni otto giorni - Passeggiare ogni giorno - Mani;(iare 65 bocconi - Dormire ott'ore circa - Pigliar moglie più presto che posso. l11ullt!lto: Tutto dirigere all'amore di Dio e degli uomini. In questi cercare la l{razìa, la forza, la soavità. Cuore: Amare, amare, amare. Vita: Obbedire a Dio e seguire l'avviso ch·e· mi dà per bocca della polizia toscana•. Che era un ordine di lasciare Firenze; tanto chi! il Tommaseo di lì a poco partiva per la Francia. Cosl passava la vita di Tommaseo: fra tenta1iv1 di perfezionamenti e ire ingenerose, fra slanci verso Dio e odi malcelati, fra amori angelici e relazioni con le donne d1 Firenze e di Parigi. Tutto al più, è la figura di Geppina che ha qualche accento di verità più netta. Quella donna amava tremendamente Tommaseo; gli • nettava 1 piedi•, lo curava con una sottomiss10nt! che veramente colpiva un anìmo grossolano e timido. Quasi esce dal racconto di questi amori un ritratto d'uomo ,·igoroso, e cottretto continuamente al peso d'un fisico prepotente. Diario iriti mo resta un 'opera vcramentt" singolare nella nostra letteratura: non ha precedenti ìn alcun scrittore. non ci sembra che abbia legami con opere venute dopo. È la confessione, ora rabb1o!la or3 trepida, d'un uomo che si sentiva estraneo a1 mondo che a\'eva \'Olontariamente scelto per sé. Alcune righe sui paesi dell'Illiria, certo amore per i dialetti slavi sembrano svelare in Tommaseo una nostalgia pt!r una vita più rozza e fatta di passioni decise. Gli italiani, da Manzoni a I-C"opard1 (• scrittore freddo•), a Capponi, gli sono lontani e non del tutto comprensibili. Trova m essi una St!renità umana ch'egli pare desiderare e nello stesso tempo ripro\·are come segno di tiepida fede. li diano ha i riAessi diretti di questi contrasti sentimentali del dalmata che si sentiva straniero nella sua patria di scrittore. La \'t:Cchia1a, poi, nell'esilio d, Corfù, rende cupa la conten• tezza di Tommaseo: • Gli anni avvenire mi si affacciano tetri e deserti•; come quella d'uno che non ha saputo trovare appieno lo sfogo ai suoi sentimenti. Questo la vera • storia intima•, contenuta nelle carte ordinate da Raffaele Ciampini. Il quale, nella prefazione, insieme a chiarimenti che fanno più agevole la lettura d'un libro interessante quanto noioso, traccia del suo autore un ritratto senza indulgenza. Mentre si sa quanto per lo più siano indulgenti verso i loro autori coloro che raccolRono epistolari I! documenti med1t1. ARRIGO BENEDETTI LPARCHI NOVECENTO. ''Solo il 'ltrdt dtlla ulun ricond•ee !'00111.0 allt poe,fa... '' (dii. di Barwll) I GERTRUDE li . . • ~ ( ,~o I!\ DUE a V,\llt,1r~i d'aver ~ ~reato la lcttcr;Hura moderna in lin~ua ingle~c: Ezra Pound e Gc.:rtrudc Stt:in. L'u110 ha -.critto How to Read, l'altra How lo Write: come ~i dcw leggere, e come ~i deve ,tri• vt·rt. Èzra Pound -.i vant:\ dw i libri del ,uo l·anon<· ,on div('nuti i hn·vi:iri d(•llc generazioni letterarie di qui':-.to ,ccolo (egli '-lè~SO poi. nt'lle ,ue poesie originali, ha offerto florilegi e pastt- ,·hes di quei :,upremi autori), Gertrude Stcin !IO~ticnc che il suo r;t<:conto della vita della rwgr .1 Mclancth Hcrbcrt fu il prime pa•ho risoluto ,•crso l;1 lcttcratura novc·cc1He!>f'a, t' d11· il ,uo ,olumonc 7 hr ,Wakì11e.of Amrrica,u fu dtcb,1111cntc l'inizio, il n:10 i11i1.io. della !t.~ttcratura moderna. Dohhia1no .tggiungcrc, dopo ciò. che f.zra e Gcr• 1rudc 1-ono americani? lmmdgini,11noci un incu111ro di qul'- ,ti due geni ; da di,gradanw quc-llo (ipotetico) di M'ilton e Galileo; o un dialogo tr,1 di c~si: non rneno "-Olennc di quelli tra Socra.lc l· Diotirn,t, \e proprio voeliamo un par.1~011e in cui uno dei membri \ia femminile. il che non tiarcbbc poi necc, ...1. rio, p<:rché tut• to lascia <r'e<lcrc che. Mademohdk Grrtrudc sia neutra. Ecco invece l'incontro riferitoci 11dl'Autob1ografia di Alice T oklas dcll..t Stein, or,t tradottJ in ,pigliata pro:,.a itali.111.1da Cc~,,1t.· Pavc~ (Torino, Eindudi, 1938. L. ".lO}: e Jncon1rammo Ezra Pound da Grace Lounshury. vt.·nne da noi .t pr:1111;.o r ,i trattenne e parlò tra l'altro di ~tarnpc giapponesi. A Gertrude Stein non di-.piacque, lo trovava però (>OCO divertente. Diceva di lui lhe c,a un volg,1rizz.ll()rc d:i villagJ(io ... E,a..1,i kce rivedcrr l' )!,i frct• rivedl'r1..· col di1ctton· di y1,,. Dlal. St,,volta fu pq,~- gio chl· lt· ,tamp<· gi,1pponn1. la ,ceua fu a'-.,ai violenta. Sorprc!,Q dall'c,plo- ,iom·, Ezr.1 ,:apitornholò dall,1 poltrn11- < in;t favorit.1 di Gertrude Stcin, quella dw ho in ,eguito guamit:1 coi ri<·ami ,u di-.t·gno di Piea.!>-.Oe,· Gi.:1 trudl· S1rin .111dò:.u tlll\l' k· furìc. Infine Ezra e il clirl·ttorl' dr! Dial ,,: ne andarono 1 <· tutti avcvanù il diavolo. Gatrud(' Stcin non voleva più ,,1pcmc.: di rivcdc·rc• Ezr;t. Ezr:1 in fondo non <.·ompn.:ndev,1 il motivo. S'innmtrò un giorno con Gertrudf• Stcin prc~~o i giardini del Luxembourg C' le di!i..C: " ~fa io ho bi- -.ogno di torn.1re a trov.1rvi ''. " Mc nt· di,piMc J<.-.ai·•. n.)po~e Gertrude Swin. "ma c'è la ,ignorina Toklas col mal di dl·nti e d'Jltra parte tiiamo t.uno on upatc ,.1 raccogliere fiori di campo". 11 <.hc era tutto vt·ro. all,t l1·ttt.Ta, cornt· tutto ciù che C<:rtrudl· SL<·in,uiw, rn.1 E.zr,t ne fu -.otto~pra e non lo vt·dl'lll• mo mai pili:.. Accanto a Ezr.1, Gertrude non \'Uolc ,tare; m.1 nm:,entl' di venir nomi11.1t.1 imieme .1 Pablo Pic-.i,-.o e .1d Alfred Whitchca<l, e loro tre ••.arcbbno i tre grandi gt.·ni moderni: ,trtt.·. ~cil'n;.,. 1 e k•tter ...t.ura (un,t volta il profr,;!lorc lkr• 11.ud Fay, dt·,oto di MadcmoÌ!lc.:llc Gt·rtrudt, fece una topic..t: disti(· che i tn· ,piriLi veramente !ooUpcriori d:1 lui conO'ìCiuti nella vita erano Pica~!)(). Gertrude Stcin e André Gidt·, e Gcnrude c.;on tutta ,crnplicità gli di,:ii': « C:iu• ,111-~imo. ma perché voletr 111t·tll'1< i Gidc' »). .. Qur,lt' l' .1ltrc ,\IOC11ità <1llll'li{Jl1t· n ,11nmam11...._·l' l'Autobiogrnfio d1 Alto r oklas, che potrebbe conve11ic11tc1nent<_• trovar po!>tO m biblioteca .u.:c.mto .11 L,bro degli .rnobs di Thack(·ray piutto,to dw ,1C"f',rnto,tll., I 'ita d,•( dlJtto, joh,m.111 dd Bo,"dl: d1é la !')u·i11, f.tn·ndo,i Bo,wcll di se !lte,M, e parl.wdo di !>éper lxKca della garrula Alice Tokl:1,, h.1 riM>lto in 111ocloch-g:111te il prohkma n·ntr;1le lkllo j11ob, dw è po: quello cli rorn·n: intorno ,t un aHx·ro fino .1d acchiapp,1r "-<. -.t1',"-«).Codl•,t,1 ope1·.11,iora-l;t St<'in la f.1 l0II gr.1zia. o, 1 0111edin· ti P.1v1._·w, <·on e u11';1dor,1hi. li.· ,11nhig111d.. die di,t:u c.,, :tllq~gl·ri- "-tT e ironi:a.a Il· -.uc paro!,· 1· i ,uoi gt-.ti, ,1 <1ud modo dll', guarda11dO(·i d(·nu-o uno ~pct.·1·hio.ar<·.1d1· .1 noi tutti di "l'lllnci cli\'(·1,i e irre,1><m,ahili >. M., for'<(· nw, onorn· m·Jncht· <,<1ttilizz.iri· 1.11uo. e h,l'ta pc.·11,.1n•:di'« itdorahik > vc1..zo<ll·i fa11liulli, cli p.1rla1 di lii' ,te~- ,i in tcrL.l l't.'l'')()lla, l' di f.tr di •w ,tc,~i ct·1H10 dl·ilc più improbabili lcgg1·nd1· l' rnitologit.·. li fa,çino dell'Autobiogra- (,a vil'n luno da codt·!>tJ. put"rilità ; 11é ,i dis,.ipa guard ..mdo il ritrauo di GL·r. trudc. il « f.11110'-<• ) ritratto dipin10 d., l'ic,1'-~: cn:ola lì, cn·atur.1 ,1·n1 .. 1 1·d1 1· ~·uza \c,~o. ~laclt.·111oi:~dl,· Gt.·rtrll(k, t·ht· '-Omiglia come due g()(·<·e <l'a( qu.1 .ti ritr;.ttto di AlcxJ.nd1·r Popt'. c1ul·I gran fanciullo .wvizzito. Qualcuno potrcbhe cominu,1rc il p<1r.1go11c,e fare un p,\ra!IC'lo tra il 1T1J.f{Ìl'dOi,tico i'toiro nf"I n1i ,tampo il Pope ral.tv;1 11· gr,1ncli h,1nalità dell'età ,ua. e le· fil.t- "-trcKclw in < ui la Stcin. 'lfor1.~111clo,di 1 C''i.!iC'rc il più banale po3:,ihill', Cf"rf'~tdi romunirarc ... pn·ci,aml·nte l'ht· ro,,1, i critiri non ,011 d·,1ccordo, 111.1 immaginiamo c:hc ,ia: b magia dl'i ritmo pn·- logiro ddl.t fr.i~t•. Ma Pope ,.1rà henc L,:-.ciarlo in p.:1<·1·, l' ra\'\•irin,1rc piutto1->t0la pro,a della Stcin alb pittur.t franceM.· da < ui lu prc-.o l'avvio: M,1ti,')(·, Pic<13!10S. i son paragonate le pi11ure di M;1I;)\(.' ,ii di~tK11i dl·i h,11nhini: in entrambi 1riunfa la visione prelogica. E Pica:.=-oh:1 dt·tto: e Ogni volta che comincio un qu.1dro, ho <onw la ,t·n,,1z,io111·di ~l°lt,11mi nel \'Uoto; non -.e> se cadl·ndo mi ritrovl·rò in pirdi ». I.a Stcin, n<'lle sut· opcre taratt<'- 1 i1->til'lw 1 :,Ì git1.1 ., capofitto i11un \'nrtiu· di parole. t' ricade Mii pirdi ... qualche volta. Quo:tlchè volt.i k· Ml(' f r..i,1 Ltn J-k·ll~:'.lrea M.iti ...w; più ,ovl'llh' l'argomc11to invita al bi,tinio ,1 1111,1 lll;1t<1,5,ì 1 un,1 111.1tJ"'-a gg1ovi~li<1t:1. E, - co ,,d e,cmpio il principio cli Compo1itt011 a, E>.pfo11atio11, e v.1 ( it.Ho in ingk,t, tanto il ,t'll'IO non <·1111t,1: « Thar u si,1gulari), 11otlti,1.tt 1/,111 makt:;) a d10nu1ce a diff,•1e11,e 1,1 b,~. g1n11i,ig tmd i11 the m1ddle and rn f'lldrng r>.cept tliat eac.l, g,•11uati<m hth sn,i1t•- thi11g di0n1:,it 11t ll'l1uh they art ali loo(i11g. /JJ thi1 I 1111 a,i so simplJ• rf1at twybod)' 411uu·s 1t tliat composilu,11 Il tlu d1'9ae11cr .i h,ch nw4t'l et1rh ,md all of them tlit>11d,ffernll /10111 otlur gt>11natio,u <md thu i.r rdw n,ak,•s t'l'I - rythrng difleu11t otl,na!Ì~e thl')' 01,, "li a[,J.,,t, a11d 1•1•1 rJ•body J.110:u it bt'(<lUH eurrJbody sap it :.. :\lice Tokl.1, n patl,1 d'1111prnfu111n t lw l',un ...u. le d1 Pic,1,..0 ,i ro111prò p.,- ~andolo b cifr., favolo:ia di 0tt.t11t.1 fr,111chi, <ht· allo1.1 er.111 -.c·dici dolLiri: 1·r,, uu profumo chiani.1to « Fum,, » 1 h,· 110n ,1v1·,.1 1w,\u11 profumo, 111.t 1111 1 olore 111t·1;.1vig:l10-,op; ,1rt·v,1 davv1·nJ fu1110 liquido imbottigliato. E.u:o u11,1 i1r11n.1gi1wddl'.1stra.1;.ionc a tui tl'ndc la p10\.t della Stt·in, il cui 1notto. u,.uo ,ull.1 Lari.a d.\ lt·ltl'n·, è: « l 'na 10-.,1 (' un.i. ro,u è Ull,l r0!i:l f liii.I l'f)',,l >. Profumo '>('11✓,J. pr.ofumo, rma dLddica • l.1 Skin 1nira .1 u11,t",('111plific.uiom• che. di,tr ugg., 0K111 ,l',.,ocia✓.ione di M'ntirne11to; 11{· f.,tti nt· )IC11timcnti debbono 1·,'-<'1m:11tTia ddla pro,,1 o drll;, IJ<,c.·,i,l, E qui ,i )-)Oln'hht· far1· un IM.·l1:....i.n.tl' di,,cor-.o, dirt· 1x·r ('"\.·rnpio ro1111· qu.drm·ntc il p1on·,-.o arti,tiro <l<·I• la Stl'in r,1)1..omigli alla purg.,ziont· rni- ,tila dc,nitt.,C'i da S.111Giovanni dcl\,1 Croci·, eonw a tal quirite,~nza po,:!!ano .irriv;ut.· solo gli ,pagnoli (Pica,:,.o è ~p.1- ~nolo t·ome Sa11 Giov,11111idella Cro- <t·) (' - <·o!IÌ .1hnc110 ,l:lo"l.'ri:,ecAlin· ToJ...I...., - gli .1ml'l'icani; m;1 prdcriJ.- 1110 non distu1 b.:irt· i ~a11ti 1 e ridisc,·n- <lt·ri· tra i fanti. ~· ~e non è hamholcg• ~i.1ml·11toquel lhc la Stcin ,crivc quando vuol fare della grandt ,irte, allor;, p;\w·ggin(I i d1•lfi11i trJ IC' ,dve, l. litigi i ircarw .ill:11tino i teneri ..tgnclli: e ~frlannha l-f,·rbcrt non aveva fatto la ,ua vit.1 ,\ITattn ~cmplin· currw Ru,,\ John1'fm. Melancth;\ non ave\'.l trO\',tto f.-lcili• pcr se stc,sa fan· andar d',u rordo i ,uoi dc!'lidt.·ri ron quello dw l•,:,a aveva. Mdanctha Hcrbcrt pnckv,1 ,t·mp1t.' quello che aveva nel ck,iderio di tutti' le CO!lc che Vl'dcva. Md,1nnha 1·ra :.cmpre la~ciata quando e,,_,, non l.1,çiava gli ;iJtri. Mcl.mcth.t lkrht'ft. .. :.. E e 010,Ì via. Qm•,t;t la Stl·in mJ.g> i:.:1on·, l.1 cui ,1rk e -.omiglia alle fughe di Ba<h :. ; ma la Stc:in minort'i la si. ~nor i11.1Cc..·rtlude più alla mano, si la- ,l ì.t l1·ggcn· .1\:,ai più facilmente; di fo.tto1 a parte l'c adorabile ambiguità> cldl'.wtobiogr.1fia per intcrpo~ta pcr- ,nn.1. la Stein ddl'Auwbio~rnfia di Alice 7 okla.f c..·dc:I ~uo -.cguito. uscito qu1:- ,t'.111no (Euerrbody's Àutobiography, 1•ditorc Ht.·incmann) ,crivc più o mc.- no 11dlo ,tilt· vivaci· i· pc-ttq;:-olo di tutii i diari,ti, t.' -.iHomc, qu.tlum111l' ,i:i l.1 ,ua import.1111;.a,h.1 vi!>!>Utoa t·ont,,t• lo di persone importanti, in anni impo1 t.111ti,e in luoghi import:111ti, va d,1 ,(' che ((' ,ut dti.Jcchierè c'intcr(':\~,1110. s.,.. à ,tal.I l;1 prima - con1e ~i v.inta .1 ,C'oprin· la grandt.·u..a di M..athM·, di Pic.i,,o, di Juan Gri!>. l.'CL ccc., o non ,arà \tata la prim:t; ma quelle -sut· ...c·orrihandl· d.ti vt·nditori parigini di qu,,dri, t1ul'lh· ,1vwnturc di collnioni- ,t. 1 i· di rnob: quei ,uoi rapidi ,chizzi d'incont1 i, quelle mali~nità sul conto di compagni e di cono!-!-centi. ci f.111 hem:dirC' il momento in cui il dèmon<.· dello ,oohhmo ha po:,..,cduto in form<1 cmì acut,l ,111<·,ta1.:x-titudcntc-..,a di me• dicina. E ,trizziam l'occhio <1u;.mdo ci dire eh<· il \'('l'0 modo pn godere d'un pa(·,aggio è di volt.1rgh le 1-p~lllc,e che il wlleone ripo~a gli oc:chi e il capo: la Stcin ~•è'-fatt.1 a Parigi, e quella d'ipata le b{lurgeois è una ,ecchia t' ri<-onm.ciuta .irte parigina. E t.JUando, t 011 foncl.111wntak ,u,!licgo malgrado ii , ornpromc,,o L1tcto, ci opprime col ,l'lhO ddì.1 ,u,1 propria im1x,rtanza cddla f.una dcli,· ,uc opere, facciamo COllll' ~.1dd.1lc11a, l.1 domc,tica che la Stein ,1vev..i ,1 Fics.ok: e Ho i miei dubbi eh<· M,1dd.1lcna apprczz.t!>SC molto l'onore di uovan.i fra gente CO!IÌdeg:na di nota. l11 Italia ,i è troppo avve7..zi,1llc celebrità e ai di~ccnden1i delle cdehrità ~. O ripensiamo :lll'ancddoto che "i ra<cont,l d'un Jllro ,uncricano, il rncdiorn• pittore .Bcnjamin We~t. il t.Jualc trovandosi ,1 passeggiare ai Champ-.-Ely..éc'i in compagnia del fa. mo~o uomo di Stato Robcrt Peci, e· notando che la gente ~i voltava nella loro direzione. osservò: e Come onorano l'arte i parigini! •· Re~ti pure alla Stc..•inl'ilJu,;ionc d'essere il personaggio centrale dcllt 'iUt· mcm<,ric ; purché seguiti a parl,ìrd .rncht degli J.ltri ! MARIO PRAZ ROMANZI E RACCONTI GlOVY SEGATI'INI: u,. uomo l"ordo ìf Danubio (Cuchina, Milano, 1938. L. u), Le novelle di Giovy Segattini dovrt>bbcro ,·Hctt' accohc con onore nei settimanali di varietà. L'onesto pubblico delle sartine, dal• 1ilografe e talvolta uudcntcuc d'Italia poirebbc 1rovarc in questa autrice accenti commoventi L• diciannovesima e ultima novella di quello volumt", che, qussi • pe1 omaggio ai fortunati 1eri1tori ungheresi, ,'in1i1ola al Danubio, parla dell'Ispirai.ione. Le runiche e gli amici domandano alla scrit1ricc: «Cosa ci stai prepa1ando? >. E lei nspoud.:: e Nulla, non ho scritto nulla Mi manca l'entusiasmo, l'hpira:r.ionc... •· Poi un giorno, mentre cerca di i1pirarsi, ecco cht sì ved~ 1u un braccio un ragno. La brava ragaua urilla. càpita per caso Ales. ~andro che e .tveva la figura d'atleta e la voce sonora •, e gli cade fra le braccia. E l'ispirazione finalmente C trova,a. Ciovy ci ra sapere: « ... iniziai un lunghiuimo romanzo d'amore. Con Alessandro, natur.tl• men1c •· Che è come rassicurarci circa le attuali t· future a11ività della scri1trice. MYRIAM SANNA: Com'è Joua u11a dor.na f1d1le (La Vigna, Bologna, 1994 L. 10). Novelle dove l'A. narra casi di po• H•r,1 gt.·ntc, usando il tempo presente, come ranno gli ierittori ungheresi cui gli italiani hanno dato troppa gloria. Gli :.,,vvt.'• nunenti sono ,•ari; giovinastri che strappano le bor~ne .:1lle signort", geni~· ch'è nei guai C" non sa come pagare l'albergo, e C'Osl via. C'è il pt>rsonaggio di una no• Hlla che ii chi1rm.:1Disperati, e come pau11: dalla miseria alla ricchei:za diventa mikrarnentc grasso: c. La nuova comoda vita allnÒ la linea asciutta di Disperati, mt'ttcndogli sui fianchi, ,ul v(:ntre, larghi cu,cinNli di grano ... :a. E l'ex-miserabile si annoia trrribilmcntc, m.a e nella scocciatur-• quotidiana gli viene incontro, come un re. frigerio, l'amore •· Finchl gli giungono anche dall'amore nuove disperazioni. L'amala scompare, per sempre: e Ii fallimento dell'unica zona ideale della propria. vita n=~ Disperati pallido e ipocondriaco :a. C'è pai un racconto intitol.ato e Diario d'un imbecìlle :t. Siamo sulla strada maestra dei ruui, che molti scriuori italiani hanno ridot10 a r:ssere un vicolo fradicio. L'im~cille pro• 1agoni51a dd racconto ci dice: e Uno dei tan1i scoccianti bacilli cht' girano il mondo s'è pruo il divertimento di moltiplicarsi nd mio sangue >. E poiché queste nove-lit' sono state stampale da un pezzo, viene naturale il sospettare che gli ideatori d'un recentt< film contro la lubcrcololi vi si ,iano ispirati. Anche là i bacilli vagano per l'aria com(' le farfalle in primavera POESIA CI LIANA MARASSI: Af uèn.UJ, al mart e al ,ole (Tip. Coinmcrcialc, Fiume, I 9s8 L. 7). Snno impressioni messe in veni Tutto è discretameii•,· familiare in queste liriche d'una donna e• vi si parla della notte, del mart", d'un amico lo11tano, d'una bambina cara e cosi via. Ogni tanto l'A. vuol farci vcdcrr di n.«-rc capace di ben altro. La stessa che diceva sommessamente: e Dormon le <'8.k' 1ul marr - tut,<, par morto, staruam: >, improvviumrntc µatsa ad immagini che vogliono app.uirci molto più profonde: e Uomo, dalle vora. gini del nulla· - il \'ento del Destino - oggi ti avventa - sopra la nostra via, - la nostra vita >. E ciò per la melanconia d'una nudentena che a ICuula non ascolta 11·lezioni dd suo ink'gn.intc. Tutte le- ma'-'- ni ine 1'innamorano, una volta nell:i loro vita, del timido professore eh<" in claur: kgg.~ i poeti con la cormnozionr: in fond('J ali., xola. RENZO ILDEBRANDO BOCUII, La pamma del tMo,e. Parole ìn libertà (La Bodoniana, Parma, 1938. L. 10). Queste liriche non sono né m(:glio né pt:ggio delle: tan1c altre u&eite n:golarmcntc ÌI\ rivistt r giornali letterari tra la morie di Pascoli e l'avvento di Ugo Betti. Ma sorprende quel < Parole in libertà :t posto CO• mc sot1oti10\o. C'è enoha ingt<nuità in queuo librcno di ven.i: ,I titolo putrcbbe etsue d'un romanzo di Lucio d'Ambra, mentrt· il sottotitolo par voler dare .ti ltuori garanzie di modernità. La modernità in qu,·nc liricht' spesso d'ispirnione pascoliana na nel p<.,rre ..ubito dopo un modesto e onesto e Lontano una campJna rintocca. \& > (v<"rso iCritto, credia,no, mi,1tliaill di ,ohe negli album SC'greti dei tanti poeti) un ciclo 1arlato di nubi oianchc - ferito dai cipressi a punta>; e co,ì via. VARIETÀ GIOVANNI CRIMALDI CROSSO: .\fono De Ct2ndia (Medusa, Genova, 1938 L. ~). Mario fu gran tenore, ma la. •ua non è la solita noria del peK.ato~, del fabbro, dd ciabattino, del gelataio che can1a perché s;lido impane il cuore, finché un bel giorno un signore dai gran baffi e dalla pancia rotonda si ferma, ascolt:., addolchcc il suo sguardo sempre severo, sì e11asia, ii risveglia, e avvicina il garzoncello t.>Sclamando: e Tu non sai quale 1e- $0r0 possiedi dentro gola ... •· La storia dei tenori, almeno qucll1,. che commuove le (a_ miglie, si ~volge sempre- in questi termini. Mario invece fu d'altra r.izu. Cavalleriuo, s'innamorò d'una nobik ranciulla che per caso si tro,·ò a soccorrere in un galoppatoio. Poi ceco i duelli, ecco le euasi amorose, C'è un aria di roman,., •"ntimcntalc e cavalleresco: torna.ne in m1 e Barrili .._Zuccoli, scbtM:ne la prosa f. ·ia penaarc alle letture educative pc.r ca l.erui. Giovanni Crimaldi Crosso non è p\ • soltanto un dc. scrittore di mondanità: h ,critto dei veni, e li ha mandati in giro; tanto che ora in appendice al suo volumetto riproduce giudizi di .1,.lfrcdo Ba.ccclii, della Gac.c1ttt2 ou,uro, del Popolo Sam, • i,use, del Gior. nate di Acq"i· SISTO

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