Omnibus - anno II - n.17 - 23 aprile 1938

;.-- e----, - t---- ' :::::--;~ --:. . ...... ---- ~ ..___..__ EBEROITO E NAZIONE NEGLI O. 8. A. - 800NTRI PRA OPERAI E OUA:'DIE A DETROJT un certo senso e in una certa misura, Krupenski sostituiva Barrèrc, anche e soprattutto per quanto si riferiva alle relazioni italo-f ranccsi. Nei primi ~iorni dell'aprile di quell'anno, Krupcnski partì per Parigi, dove doveva incontrarsi con Isvolski. Barrère cercò di vederlo il ~iorno stesso della partenza, ma, non avendolo trovato all'ambasciata, gli diede un appuntamento alla stazione. Quivi l'ambasciatore francese pregò di nuovo il Krupcnski di ripetergli tutto quello che di San Giuliane, gli aveva detto, perché la memoria lo tradiva. Avendo solo pochi minuti fino alla partenza del treno, e riuscendogli difficile riassumergli in brevissimo tempo argomenti di tanta importanza, Krupenski preferì inviare a Barrère un succinto memoriale confidenziale a Viareggio dove l'ambasciatore francese intendeva recarsi per qualche giorno nella speranza di ricuperare le perdute ene~ie:· Di questo memoriale il Krupcnski mandò copia al suo ministro degli Esteri a Pietroburgo. Ed anche questo memoriale, pubblicato dai Soviet, si trova riferito nella grande documentazione ~ermanica. Il memoriale è dell'8 aprile 1914. Vale la pena di riferirlo nella sua integrità. c. San Giuliano ha dichiarato all'ambasciatore russo che il governo france- $C propone di applicare la clausola della nazione più favorita non soltanto alle questioni economiche, ma altrcsì a tutte le politiche. 11 gabinetto di Roma non d si oppone, purché si accetti l..1 condizione di assoluta reciprocità. Tale non sembra invece essere l'intenzione del governo francese, in quanto che il gabinetto franccse si appella a que.)ta formula ogni volta che la sua applicazione è favorevole alla Francia, e la respinge ~uando potrebbe giovare ali' Jtalia. Animato dal desiderio di ristabilire rapporti fiducio'ii tra la Francia e l'Italia, San Giuliano fa tut· to quello che è in suo potere per raggiungere lo scopo. Sia per convincimento politico, che per amicizia verso Barrère. la cui posizione egli desidera raffor.tare, il ministro per gli Affari esteri d'Italia è pronto a venire incontro ai giu'-ti desideri della Francia, e anche a fare alcune concc.)sioni, atte a facilitare un avvicinamento fra i due governi e i due paesi. e Ma egli muove rimprovero all,l Francia di dimenticare che l' ltalia odierna non è più l'Italia di cinquant'a,mi addietro. ~1ezzo secolo fa, quan• do la Fram:ia cr.t una potenza molto grande, e l'ltali.1 una quantili quasi 111.~lìgeable, si era abituati a Parigi a non considerare l'Italia da pari n pari. Oggi il regno occupa ben altro posto nel mondo, cd h:-i a~~unto importanza ben diversa nel Mediterraneo; tale da risultarne diminuita la (primitiva) di- ,parità fra i due paesi. e da consentire all'Italia di parlare ormai alla Fr.tnci,t su piede d'uguagliania. S,m Giuli:t• no ha affermato che l'opinione pubblica francese non si è ancora resa conto del mutamento sopravvenuto, e che si• no a quando non lo si sarà riconosciuto. l'a:ipirazione -,incera del governo italiano, di ripristinare i rapporti cordiali con la Francia, dovrà rimanere senza risultato. Ma il ministro è con• vinto che il giorno in cui la Francia ricono~crà che la grande potenza I ta• lia ha cessato di occupare una po:iizionc subordinata rbpctto alla Francia, gli ostacoli per un riavvicinamento delle due nazioni s;.\ranno limossi. Per quel che ri~uarda le due questioni pendenti, e cioè della ~iuri.)dizione a Tuni'ìi, e ddlc capitolazioni al M.1rocco, la prima era quasi risoluta, e la seconda, benché molto difficile, soddisfacentemente avvi,ua. t Profittando dell'occasione, l'ambasciatore russo, per quanto non competente, ha creduto di far osservare al ministro italiano che se in Francia non !i-idimostra più la medesima fiducia all'Italia, ciò dipende dal sospetto del gabinetto di Parigi che il patto della Triplice sia stato alterato, e contenga ora nuove clausole contrastanti con gli intcres,i francesi nel Mediterraneo. Il ministro italiano ha replicato che egli ha dichiarato in parlamento, e allo stesso Barrère - con incarico a Tittoni di far analoga dichiarazione a Parigi - che la Triplice era stata rinnovata senza che vi fosse mutata neppure una virgola. Nessuna aggiunta vi sarebbe stata concretata fra l'Italia e i :i.uoial• lcati, e gli accordi intervenuti trn Francia e Italia essere sempre in vigort" ugualmente. Il ministro italiano ha soggiunto che il sospetto francese si basa su certe prove che si ritiene di avere in mano; ma tali presunte prove non possono t"'SSCTC che volgari falsificazioni. Se queste dichiarazioni non fossero sufficienti, o se il governo france.)e lo dc- ,idcra, il ministro è pronto a ripeterle al parlamento e a provocare un'interpellanza in proposito. « L'ambasciatore ru'ìM>s( è limit.\tO a ri~pondere che tutto ciò era verosimilmente già noto a Parigi, ma che non vi si ritenevano, for'ìe, abbastanza categoriche le dichiarazioni del mini:i.tro degli Affari esteri italiano». Quattro mc,i dopo scoppi., la guerra e i11co1nincia, da parte dell'Intesa, un attivo lavorio diplomatico vcr:,o J']. talia per indurla ad uscire dall;1 neutralità. L'iniziati\'a parte d:-illa Ru$si_a. Un primo docùmcnto rus:i.o,che, nella raccolta curata dallo Stievc, ci riguarda, è relativo all'accordo intervenuto, a iniziativa ru!)~:t, fr..1 i gabinetti di Parigi e di Londra per la no:itra occu• pazione di Valona, cui srgul' subito un altro accordo analogo per l.1 C\·cntualc ce.)siont<del Trentino; lllil già, il 6 at;"OSto1914. l'ambasciatore inglc~e in Russia, Nicholson, ,ottopone a Grcy il suggerimento di Sazono,·, che ,i debb.1 aggiungere Tric.)te alle eventuali offerte all'Italia, e poiché l'ambasciatore fraucc:ic Cambon esprime parere favorevole, Grcy .)i associa. 11 7 ago-.to, Sazonov telegrafa a Krupc-n,ki che e la Ru.,.)i.t. la Francia e l'Inghilterra sono disp'ostc ad assegnare all'Italia il Trentino, Trie:i.te e Valona e il predominio in Adriatico, alla condizione che, senza indugio. e con un pretc~to qualsia:ii. e~ dichiari la guerra all'Au<;tria, invii l.1 floua a bloccare la flotta amtroungarica cd occupi con le sue truppe il Trentino». Sawnov dimostra grande premura e vuole che gli :-imba.)ciatori ingle~e e franccSC',a Roma, si a~.)ocino al pas:i,0 prescritto a Krupcnski; m,1 Cambon e Bem·kendo1ff dubitano che l'opinione pubblica it.tlian~, si,1di<:po.)t.1 a seguire il proprio go\ crno in un così improvviso mutamento di l'Ott.l, e appoggi.lnO il punto di vista inglc.)c, di lasciare, cioè, che la nazione italiana vi si orienti da ~é. S.rwnov si mostr.1 irrìtati,.simo della indecisione it.tli.rna « clcrfra111e dal voler tirare in lungo, fìno a che meglio appaia da qual parte cadrà definitivamente la bilancia », e imistC". L'ambasci,1tor(· it.1liano a P,1rigi. Tit• toni, si mostra più cauto e prudente che· non Carlotti a Pictrogrado, e· ri- -,pondc e in modo c..t.remamente ri,cr- \'ato agli accenni che, il 10 agosto, gli \'engono fatti dal mini\tro degli Esteri fra1Kc~c:,tanto che, all'indom:-ini, Doumerguc crede cli do\·cr esprimere ad Iwohki il com·incirncnto che un pa'-<;Q iutcmpc~tÌ\'amente intr.ipre,o potrebbe.' ottenere. a Roma, ri,ultati oppo.,ti a quelli voluti. Sazonov si ras.)cgna e modifica le primitive istruzioni a Krupenski, nel senso di limitarsi ad espri• mere soddisfazione per la dichiarazione italiana di neutralità e l'assicurazione che se l'Italia avesse voluto unire la sua sorte a quella delle Potenze dell'Intesa, avrebbe trovato terreno favorevole all'ampia realizzazione delle ~uc aspirnzioni nazionali. 11 1 7 agosto. peraltro, ogni trattativa diretta fra la Russia e l'Italia è bruscamente interrotta dalla dichiarazione di C.1rlotti a Sazonov, che il governo di Roma desidera che eventuali trattative del genere abbiano luogo soltanto a Londra, pcl tramite del suo ambasciatore marchc:.c lmpcriali. Nel mar~ dell'anno succes.ivo, quan. do tali trattative, alle quali Pietrogra• do e Parigi prendevano parte a mezzo dei rispettivi ambasciatori di Londra, stanno per venire a co1,1clusione, sqpravviene in •Sazonov uri mutamento radicale e inatteso. Il 3 marzo del 1915 egli propone agli Alleati semplicemente questo : c. Visto che il concorso militare e morale dell'Italia ha oramai perduto la miglior parte del suo valore e che l'intervento dell'Italia renderebbe le trattative di pace più difficili, ta• le concorso, se offerto, dovrebbe nel modo più amichevole dedinarsi ». Che cos'era accaduto? Sazonov temeva un intimo accordo anglo-italiano contro l'cspan~ione ~lava in Asia minore e verso il Mediterraneo. Egli aveva foticato moltis1;imo a strappare ali' Inghiltcrra il suo consenso alle mire ru~.1,c su Co'>tantinopoli. Per:K>nalitàdc-I mondo mu1;ulma110avevano ripetuta• mente racconundato al gabinl'ttO di Londm di uon urtar.i con la Turchia av'-·ertcndolo che la ~ua adesione alk aspirazioni ru~'ie avrebbe sicuramente indotto la Turchia a schicrnr-ii cbll;1 p,.irte degli imperi centrali. Si doveva, in ogni ca"-0, aspettare che le truppe indiane fo.,_\Cro pa..,:i.ate attr.i\'Cr:.o il Canale, e far apparire la Turchia col• pcvole di aggre!).:)iOnenon provocata. Solo Dclc:-issé non ,.j illuse rn.,i sulla ncutr;tlità della Turchia e si deve a lui !)e l'Inghilterra, alla fine, :i.i decise a comcntire alle richic~tc della Rm,ia circa gli Stretti. Ciò nono:itante. la Rus:i.i.tnon si senti, a tranquilla anche.: perché l.t ~pedizionc di Gallipoli. prep:n,lt,l dall'Inghilterra, pareva de:itinata, un giorno, a non favorire le aspirazioni ru-.se 'ili Cost.rntinopoli. In quei giorni. S.1zonov non dava p.tcc a Grey. e non .1,iacqucta '-e non il giorno ( 13 marzo) in cui il nuovo ambasciatore bri• tannico, lluchanan, è autorizz.110 ad e- .)primcrc allo zar in per,ona l'assicura. zionr fo,m.ilc e ufficiale dd con.)('nso dell'Inghilterra al possc~,o di Co')tantinopoli e degli Stretti, sia pure subordin~1to alla garanzia della libertà del tr:i.ffico cd .1lla istittuione di un porto fr,,nco. Conll•mporaneamcntc, Londra e Pariq:i continu.1110 a f.1r giungere a Pie• troi:;:r.H.loin-.i,tcnti prc·:,,.:.,ionpi.erché ~- decid,1 a riconoscere· la h-giuirnità delle aspi1·,11ioni italiane. lntcnicnc lo ,tt.''-~0Poincaré col telcgr.unma del 20 aprile :-ilio 1;1r. Fin.,lmentc la Rus,.ia cedC'; ma prima di addivenire alla firma dd p~1tto di Londra {26 aprile), S:l70nov h:-i 1iccn1to un'ultima e. pc, lui. dt.•ti-,i,a comunic.1zionc di Grcy: « Bi..ogna prima che l'Italia firmi i poi, ~ S.1zonov lo dcsidC'ra, si potrà farle ,apctc che la que-,tione di Costantinopoli e degli Stretti deve cs<.creaccct• tata dall'ltali,1 come chou réglée e~- <.endo:i.tateMX!di'ìfottele sue richieste». Con quc~to sistema ~i rÌU'-CÌ.poi. ad e,cludl'rc l'Italia dalla .)p.1rti1ione drll'.\-,i.l minor<·. GUIDO ZORZI Un fatto di cronaca t un fatto di cronac.t, niente altro che un fauo di cronaca. Traduciamo dall'inglese senza aggiungere una parola. Otto anni fa, un operaio di costruzioni cdiii, certo Arthur Cornelius Mumford, e la sua fidanzata Kathlcen si sposarono. Kathleen aveva allora 31 anni. Ebbero un bam. bino tre anni dopo e lo chiamarono Derek. Oerck fu in punto di morte e occorsero due trasfusioni di sangue per salvarlo: la madre gli diede la prima volta dicci once di sangue e la seconda, quattro giorni do• po, altre sei. L'ombra della morte si allontanò. li bam. bino fu salvo. La madre si rimise e, come potè uscire di casa, lo portava a spasso in carrozzella. Senonché, a un certo punto, cominciò a preoccuparsi; poi, a poco a poco, a dispc• rani. Ocrck non progrediva. La ma.dre stava tutto il giorno ad accudirt a lui, a dargli da mangiare, a curarlo, a lavarlo, fino alla sera. La sera il marito tornava da.I lavoro, e non poceva prendne sonno per i pianti e il disperarsi della moglie. Ma per a.Itri quattro anni e mezzo, la :'>lumford continuò nei suoi sforzi. Dcrek non pote\ a camminare, cd essa, ogni giorno, spingeva la carrozzella per le vie di Leeds fino alla nu,u,,: spcuo sotto la piog• gia o la nne. 1 mcdlci tentarono molti ri. mcdi, ma invano. Derek soffri,a di una ma. lattia incurabile: una forma di paralisi, che, di solito, deriva da una emorragia al cervello al momento della nascita. Quando le cure mediche furono fallite, la :'>fomford, che è una cattolica, andò da certi monaci, perché aveva scn1i10 dire che cui curavano le malattie con le preghie1e. Derek rinl3.Sc un idioca. Non poteva fare pochi passi senza cadere. Un giorno la Mumford andò dal dottor Charles \Vilfred Vining dell'Infermeria ge• neralc dì Lccds e gli chic~ per l'ultima volta se Dcrck pote$$(' guarire. li dotl. Vining scosse la testa .. \llora la :'>lumford !o pregò di accogliere il bambino ndl'ospedale e di farlo morire. Il dott. Vining rifiutò, cd cs~a rispose che lo avrebbe fatto morire lei. Il dottore la ,1;m. monì che sarebbe stato un delitto. 11 21 nO\<'mbre dell'anno scorso, la ~lum. ford comparve all'ufficio di polizia dì Lceds, col bambino fra le b1·accia, gridando: « Ar. restatemi. Ho asfissiato mio figlio•· 1 fum.ionari le strapparono Derck dalle braccia e gli applicarono la respirazione artificiale, mentre la madre gemc\a: « Non lo richiamate in vita, non lo richiarnatr in \·ita ! Era un imbecille! >. Tutto fu vano. Alcune scuimanc fa, la M umford com• parve dinanzi alla Cort(' di Assise di Leeds. Il suo avvocato lene alla Corte qudlo che lei stCS$..'\ aveva scritto: e: Per che cosa sarebbe visiuto il mio bambino? Tutti i giorni della sua vita sarebbe stato un imbecille. Oio non se lo riprcndc,•a, e io pensai che fosse mio dov<'"r<a' iutarlo .. >. Il s-iudice riassunse il dibattimento, e il ~iurì pronunziò ,·erdctto affcr1nativo: riconobbi• la :'>uI rnford colpe\'olc di assassinio, ma la raccomandò , ivissimamente per ]a grazia. Il giudice la condannò a morte Ventiquattro ore dopo, il miniucro del• l'Interno dispose \lll rinvio. Recentemente i df"put:.ui di Lccds hanno fallo dei passi per ournere chc la :'>lumford venga mcssJ in libertà. Intanto il marito si è installato in un ap• parlamentino nuovo, che ha preso in fitto a Leeds. I giornalis1i sono andati a intervis1arlo. Egli ha detto: « Ogni cosa che potesse ricordare a Kathy il povero piccolo Dcrek, è s1a1a portata ,ia. Tutto quello che eua mi ha detto di conservare, è il piccolo velo che porta,a quando era bambino•· Propaganda elettorale Si legge in Rtade1's Di.gest: e Lo sceriffo Ralph S. Marshall dell'Ohio non fa discor•i elettorali per venire rie• letto: porta imecc sua moglie in luoghi pubblici e con un re,·oh·er spegne la si• gar<'"lta che essa tiene in boeca. Viene scmpr(' rieletto >. (ii\ L:ESTO PAESE è così bello>, disse ~ della Spagna. il _cronista arabo El• Makarresh, e: 1v1 1I clima è così dolce l'acqua cosi pura, le noui cosl piene d'incanto e le aurore così meravigliose, che il parlarne è per me dolce come il coglie• re una rosa>. Non possiamo dire ahrcttanto. 11 nome di Spagna evoca oggi immagini di lutti e d! orrori PNciò abbiamo a lungo evitato di parlarne. Noi abbiamo amato e amiamo la Spagna, e il parlarne ci era doloroso, come se le sue sventure fossero le nostre. Ne par. lammo solo una o due 11oltc, molto tempo fa. Annunziammo che la guerra civile sarebbe stata lunga, difficile, disperata; e tale è stata. Riesumammo un vecchio libro in• glcsc, scritto poco dopo le campagne di Wellington: Sull'immutabile carature delle 1ue1re in /Jpagna, del Ford; e, infatti, il carattere della guerra odierna non è stato divcno da quello delle altre guerre, che si sono combattute in passato in quella terra tormentata. Ma ora dobbiamo parlare della Spagna. Ora la guerra civile è entrata in una fase risolutiya e il popolo spagnolo dovrà quanto prima ,icostruirc la sua vita su nuove basi. E questo potrà cuerc un a11vcnimcnto di importanza capitale per la storia futura d'Europa. NASOITA DI UNA REPUBBLIOA li)OCHE settimane fa, il 14 aprile, ricor• LS"'" rcva il settimo ,rnnivcrsario della proclamuione della seconda Repubblica spagnola t passato quasi inosservato, persino nella Spagna rossa. C'è da pensare ad altro, a Barcellona. Forse mai, nella storia, un paese panò da un regime a un altro con tanto ordine come passò la Spagna dalla monarchia alla repubblica, in quel lontano 14 aprile 1931, ~on ci furono lotte, non rivolte, non san• guc; n('anche un mono. Il re, tutto a un 11at10, aveva la.ciato la Spagna, e il popolo, rappresentato da Don Niceto Alcalà Zamo• ra, regnava in sua vece. Il nuovo sovrano, il popolo, sembrava ebbro di gioia Quella gioia e quell'ordine durarono po-- co, Un mese dopo ravvento della Repub• blica scoppiarono i primi tumulti e divamparono i primi incendi di chicSt", E comin• ciò la tragl!dia. Il prof. E. Allison Pccrs ha ricostruito molto ordinatamente le tappe di questa marcia di 1u1to un popolo verso il caos, che dura da selle anni. Seguiamo la sua esposizione dei fattL Faremo, alla fine, qual. che considerazione ANNALI (iJ OME si è. detto, la repubblica era na- \,!!;) ta da appena un mese, quando scoppiarono I primi disordini e bruciarono le prime chiese. Segui, nell'ottobre una gra, e crisi politica. 1932, Nel gennaio, assassini e atrocità nei villaggi di Castilblanco e Arncdo. Rivolta comunina in Catalogna Scioperi ri• voluzionari ogni giorno. Ma il regime ri• mase fermo e represse con energia. Si cercò di accontentare l'estremismo con l'espulsione del cardinale primate e con lo scioglirucnto dei gesuiti. Salì al pOterc un governo, se così si può dire, di idee avanza.te, pre\alentcmcnte socialista, sotto la presidenza di Azaria, c. l'uomo forte > della repubblica. In occasione del primo anni,crsario del 14 aprile, scrisse il dott. Marafion: e :'>folto resta da fare. Ma il periodo del pericolo è passato. La repubblica è un fatto consuSl, consumato. Maraiion scampò poi a stento alla morte cd è ora esule a Parigi 1933. 11 socialismo eia ancora al potere. Fu appro,:1ta una rifonna agraria di sua ispi• razione. La Catalogna ottenne l'autonomia 1'.h, nuove nubi si addensavano all'orizzonte. Scoppia,ano scioperi rivoluzionari sempre più gravi e minacciosi. In agosto, una wllevazionc monarchica a :'>tadrid e a Siviglia. A settcmbrt', una sollevazione co· munista. A gennaio, una ~rie di rivolte anarchiche. Una rivolta a Casas Vicjas fu repressa con energia. Si diffusero nel paese voci esagerate circa la sc,•crità di questa rcprcssionr e la impopolarità del governo ne fu ac ~..:.iuta. 1934. li governo socialista cadde nel novembre 1933 e andò al potere un governo del partito del centro. Ristagno generai('. I go\•erni erano troppo instabili per potere avere una politica co· struttiva. 1935. 11 disordine si andava rapidamcme tnsformando in caos. La Catalogna e le provincie basche erano in aperto confHtto col governo. Nell'ottobre, la inclusione di tre ministri di destra nel gabinetto Cece scoppiare la rivoluzione a Barcellona e n('llc .\sturic. Violenta e forocc fu quella delle Asturic; e fu feroccment(' repressa. La ten· sione politica era oi:rnai allarmante. Si par• lava di una guerra ci\ ile a breve scadenza o altcrnativament(' di una dittatura. e.L'uomo forte>, A:rniia, la cui popolarità aveva subito un lungo cclissc, tornava a galla. 193b. Ora il C'aos era completo. La sinistra era 1ornata al go,erno sono la veste di Fronte popolare, sostenuto da comunisti, sindacalisti e anarchici. ,\zafla era di nuo,·o al potere; ma la parola « po• tcrc > era una irrisione. La folla tumultuante apri,a it' porte df"lle prigioni, mcl• te\·a in libertà i detenuti politici ; i contadini occup:\\"ano • le terre ; si appiccava il fuoco a chiese, conventi. circoli, redazioni di giornali; si assassina,ano uomini politici eminenti; scoppiavano ,ciopcri rivoh1zionari a. un,1; media di tre al giorno Il presidente d('lb repubblica, Zamora, ru deposto dalle Cortcs. In Madrid, la ce\e• brazionc del quinto anni\'crurio dell'av• vento della repubblica fu turbata da bombe, da combattimenti nelle strade, da morti. Il governo aveva completamente perduto il conti olio del paese. Dove andava una siffatta repubblica? 193 7. Dove andasse si ,ide tre mt'si dopo, quando scoppiò la guerra civile. La Spagna si di,ise in due parti. Da una p,it• te, un cU'rcito insorto in nome degli id<'"ali e dclh• tradi7ioni nazionali, pc, la ae ...:ionc di una nuova Spagn•, in cui l'or• dine e il diritto fossero rispeu .. ù. Dall'.tltra parti' una repubblica, che, secondo la mag. gior.tnza dei suoi sone?iton, av~ebbe .dovuto costituire il preludio dcli.., n,·olu:uont· proletaria. Colui che undici mci.i prima si era fatto nominare presidente della repubblica, Aza• fia c.: l'uomo forte>, fugg:1 da ~fadrid e si rif~giò a Barcellona. pa allora, h,a ~~ssuto in ista10 di scmircclus1one, e non e p1u apparso che raramente. Il generai<'" Franco era . in possc»o del 60 per cento del territorio .della Spagna, ma la repubblica controllava 11 6o pu cento della popolazione. I nazionalisti investirono ~1a.drid, ma non la pre1Cro. L'o~ensiva in Biscaglia progredì rapidamente. 1938 Ora tutta la 8i)Caglia e le Astunc ~no nelle mani di Franco. In Estrema• dura come in Madrid, il nemico è circon• dato' da tre lati Si sferra l'offensiva na• zionalista sul fronte d·Aragona e travolg(' rapidamente la difesa repubblicana. Il ccn• tro della lotta si sposta in Catalogna. I nazionalisti da un lato prendono Urida, a cento miglia da Barcellona, dall'altro sccn• dono verso il mare, alla fine l'ultima arteria tra Valencia e la Catalogna è tagliata. SANTYAGOY CIERRA ESPANA fl L PROF. E ALLISON PEERS si dolj manda: c. Quanto durerà ancora la gut:rra? > f'ino all't>saurirncnto della SpagnJ ro»a I nauonalisti sono giunti al mare, hanno spezzato la repubblica in due monconi, ma i loro av,crsari tenteranno ancora di resistere' fino all'ultimo. Per due ragioni: per• ché sono spagnoli e perché è guerra civile. Si parlò mesi fa, a Parigi e a Londra, di proporre un annistizio, di tentare una mediazione, di promuovere una transazione. Idea auurda, che dimonra solo quanto po· co l'Europa occidentale: conosca la Spagna La guerra finirà solo quando i rossi saranno schiacciati E St" allora la Spagna vorrà consolidare la sua ricuperata unità, dovrà ricorrere a rimedi r,1,dicali. Lo Spinola, che go,·ernò la Corsica per la repubblica di Genova, scriut" che altro meno non v't:ra per tener l'isola che c. estirpar la razza>. Forse vedremo emigrare masSt" di popola• z.ionc dalla Spagna. Perché il male profondo di cui soffre la Spagna non sono le ideologie di impartazionc, ma l'incapacità politica della sua raz.za. li marxismo aHà intaccato l'epide· ' midc: della Spagna e passa. Il separatismo resta, l'insofferenza di un'autorità centrale resta, perché la natura stessa del popolo ibt--rico è fondamentalmente anarchica. La espressione e le Spagnc > non era una parola vana. Significava una realtà storica. Vi sono le Spagne, non la Spagna. Se questo separatismo, questa repugnanza. all'unità e alla disciplina provenga dal fatto che gli spagnoli siano un popolo di origine non ariana, come è stato sostenuto in una re• cente pubblicazione, o se sia piuttosto una conseguenza del lungo dominio arabo-berbero; se sia, c?mc dicono i biol~gi, u~ .ca• rattcrc congenito o un carattcrt: :1.cqu1uto, non sappiamo. Ceno vi è molta Africa nd sangue e nello spirito spagnolo. e I n&egni punici >, chiamè gli spagnoli il G•;icciardini. Il quale vide bene a fondo .nei mali di Spagna quando ne indicò la causa della c. discordia > cronica del popolo spagnolo: c.: Potrebbe forse t~rne stata causi>, così scrisse quel grande, e la disco,dia ·~o,o, che è si.a 11c.t1uale. per essere nazione di ingegni inquieti, po'"e:ri e volti a' lattocinii, e per li antichi tempi stn{a civiltà alcuna d, vivtre; n~ csscrç il regno di uno solo, ma divllo in moltr e varit sig,io,ie t in molu ,e,ni, come ancora o~gi rimangono i nomi: Aragona, Valenza, Castiglia, Mursia, Toleto, Lione, Corduba, Sibi~. Ciahen [J,1;en), Portogallo, Granata, Gibilterra>. Ques10 spirito di indipendenza, questo regionalismo anarchico e antinazionale, è risorto oggi e combatte sotto nomi nuoù I repubblicani pretendono combattere per ideali socialisti. Si ingannano. Essi 1i ap• poggia,•ano, ieri, ai ba.schi, separatisti Sì appoggiano, oggi, ai c.italani, separatisti; ai valcnziani, scpara1isti; per i quali la c.: patria $pagnola > non ha scnw. Essi com• bauono solo per c. la discordia loro, che è sua naturale >. Ma, appunto perciò, la Spagna ha .oprattutlo bisogno di ritro, are la sua unità. Questi separatismi, questo spirito di tribù o di cabile non sono compatibili con i tempi odierni. L'uomo che vorrà fare la sah•ezza della Spagna, dovrà soffocarli per sempre, sia pure nel sangue. Ferdinando il Cattolico, che conosceva bene i suoi connazionali e che, con Isabella, aveva fatto l'unità della Spagna, disse un giorno a Cuicciardini e che questa nazione era atta assa: nelle armi, ma disordinata, e .se ne traeva buono frutto quando vi fussi chi la sapesse tenere bene ordinata>. RICCIAROETTO 1 1 1 1.-------1,1 ANNO II· N. 17 • 23 APRILE 1938-XVI OMNIBUS SETTIM.ANALDEIATTUALITÀ POLITIOAE LETTERARIA ESCE IL SABATO tN ll-16 PAGINE ABBONAMENTI halia ,a lmper11: auno L. 42, 1,amcatre L. 22 Eaur111 anno L, 701 ttmenn, L. 36 OONI NtJMCRO UNA LIR.l Man0tcritt1, dhegtd t fotogra.fie, aucbia H ooo pubblicati, oon 1I rHtitaiaoooo, Dlrufoot: Roma • Piaua della Pllotta, 3 Telefono N. 66,4.70 AmmlnlstruJone: Milano. Piuu Carlo ErLa, 6 Telefono N. 24.808 PabbllclU.: Pon mllliu.1nr1d1i aluua, bu,a nnacolonnt.: L. 3, Ri•olgtnl all'Ag1n1ia O, Brnohl M1Jano,Via Sal•1n!t 10, Teltrono 2().907 Parigi, 661 Rut du nabourg Saint-Honore

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