Omnibus - anno II - n.14 - 2 aprile 1938

NEW YORK • EBREI ARRESTATI PER DNA DIM:OSTRAZION.E CONTRO L'AM:BASOIATA TEDESCA, NEL CARROZZONE DELLA POLIZIA /~ VEVA almeno sette anni più ~ di me. Rìtornato in quella città '-= dopo un'a,scnz.1. di dicci anni e trovandomi solo, ero andato a prenderla al giornale dove faceva la cronaca mondana e l'avevo condotta in un caHè. Ora, studiandola al disopra del tavolo, notavo sorgreso che non sembrava affatto invecchiata. Dieci anni prima gliene davo circa trcnt..1.(doveva averne ventiquattro); adesso ne dimoi,trava sempre trenta. « Sci bella come quando ero innamorato di te>, le di,si. Sorrise. « Eri innamorato di me, non i-, vero?•· « Come un idiota. Fino alle orecchie:,, « Che non cranc sempre pulite >. Al giornale allora facevo l'aiuto-tipografo ; uno dei miei incarichi era di 1>0rtare le bt,ae ai redattori. « Lo diventarono• quandc fui promosso croni;1.l >, ribattei. e: Oh, allora ti davi molte arie! >. « Già.. Prohabilmcnte ero il più stupido allievo ,._ranista che sia mai esistito. Yolevo diventare un intellettuale: leggevo Nietzsche, Freud e una quantità di altre cose che non capivo affatto>. « Ma non diventasti un intellettuale: f.n da bambino cri un grande reporter. Ogni fattaccio di sangue messicano, ogni prostituta che si avvelenava, ogni perquisizione della polizi,\ in una bisca cinese, erano per te un avvenimento>, « Non sono pìl1 un grande reporter, e' nemmeno un intellettuale>. « E non mi ami più, vero? >. « Temo di no>. Mi guarda\'a, divertita. « Con quanta serietà>, disse, « parlavi dell'amore! Mi portavi sempre in campagna, rieordi?, con la tua piccola Ford !1iconqua<1;satma,a poi ti man• cava il corag~io di bacianni >. « Come te ne accorgevi? >. « Non c'è uomo1 adulto o bambino, che ricc;ca a nac;conderc ciò». « Be', comunque, non ti baciai>. « No :., disse lei, « non ti decidesti >. _.Che avresti fatto, se mi fossi deciso? .... Mi fissò negli occhi. « Potevi scoprirlo allora>. « F~rsc >, rispO'-Ì. « ~a avevo paura. Paur;, che tu mi facessi capire ch'ero molto giovane e ridicolo. In quel tcm• po volevo c~crc trattato come un uomo; volevo che la gente mi prcndcssr sul serio. Temevo, baciandoti, che tu mi u .1ttac;si come un bambino impertinente; temevo uno scapaccione!:,. Lei ri'ie. e:" L'età non c'entra, con l'amore", mj òitC'vi scrio scrio... >. « Sì1 ma non ne ero convinto>. Avc\'amo finito di mangiare i era una c;cra afoc;a. « Andiamo a passeggio sull:\ via di allora >, dic;si. « Ti prometto di non baciarti e non c;iparlerà d'amore >. e: Benissimo>, disse lei. « Andiamo>. Uscii dalla città seguendo il fiume. Grossi insetti si spiaccicavano sul vetro della macchina. Il fiume era quasi prosciugato e gli alberi lungo le sponde erano coperti di polvere. « A che pensi? > mi chiec;e. Era se• duta molto lontano da mc c1 \'ista così nel crepuscolo, non le si dava un giorno più di trent'anni. « Penso che sono stato un idiota>, risposi. « Sono nato e cresciuto in questa città e non una volta, in dieci anni di assenza, ho provato la più lic• ve nostalgia. Ogni volta che pensavo a questo posto, ricordavo di odiarlo. Ora sono qui e figùrati che ho lo spleen! Lo spleen per un poc;.todove sono già>. « Sci sentimentale quasi quanto me >, disse lei. « Qualche volta vorrei e~cre in posti che non cono:)c-o». « Ricordo, è vero. Dicevi che saresti andata a Parigi, a Roma, in E· stremo Oriente ... >. « Anche tu>. « Già, e non ci c;ono andato. Non ci andrò mai, immagino>. « Per lo meno tu sci andato via di qui ,, di~ con voce incolore. « Dio mio, quanto dcvi aver sofferto, in questi anni ! Sempre inchiodata a quella maledetta s,erivania, a celebrare tutti i tè e tutti i battesimi della città, o invitata da gente che pretcn• dc un articolo per un pranzo>. e: Non è stato poi così orribile. D:i.m• mi una sigaretta ... >. Gliene allungai una, con l'accenditore. « Dicci anni fa non fumavi>, osservai. « Sono una donna perduta >, e rise allegramente. « Un sorc;.odi whisk)'? •· e: No1 grazie>. « Non sci poi tanto perduta >. Corremmo in silen1io per qualche minuto. « Sempre una brav:i. ragazza? > le chiesi. Lanciò uno c;buffo di fumo e ~i ac• comodò meglio sui cuscini. « Se ne parbva dicci anni fa>, disse, « e dunque sarà ancora un soggetto lecito. Che ne pcmi? >. Ricordai come mi ero sentito adul• to e cinico la volta che ki mi aveva esposto la sua teoria dell'amore, del sesso e della vita. Giovane com'ero avevo tuttavia capito benissimo che lei non avrebbe mai conosciuto gli altri due senza il primo. « Credo di si >, ri'iposi. « Perché? >. Non sapevo che cosa dire. Risposi indirettamente: « Avevi ogni specie di omaggi da tutti i maschi della città, desiderabili e indesiderabili. Studenti universitari, figli di'" ricchi e disoccupati affascinanti, senza visibili fonti di guadagno. Non incoraggiasti mai nessuno>. « Non mi piacevano molto>. « Ne ero felice», dissi. « Ero terribilmente geloso e abbastanza stupido per jmmaginare a volte che tu li respingec;c;jper amor mio ,. Lei rise, i suoi occhi brillavano nel buio. « Approvi la mia virtù? > chiese. « No. Ti giudico una stupida >. « Perché? >. « Perché sarai giovane ancora per poco tempo, cara, e una v61ta vecchia ti dispiacerà di morire senza a\'Cr vissuto>. « Quanta saggezza hai immagazzinato in dicci anni >, disse lei. « E un epigramma, scusa, o un invito? >. « ~on dire sciocchcz7e. Sci abbastan1a intelligente perché ti si discuta imper-onalmcnte. Ho parlato sul scrio: non era un epigramma né un invito. Sci ancorJ bella e credo che per t<" <iarebbe una specie di peccato non conoo;ccrc qualche cosa della vita e dell'amore prima che sia troppo tardi>. « Hai sempre avuto la stessa idea >, disse, « ma l'esprimevi più ingenuamente>. Esasperato, non sapendo cosa dire, acct:si una o;igarctta. « Mc ne dài una? > chiese lei. Avvìcinal l'accendisigari al suo viso. Sorrideva : scoprii che il suo sorriso mi sconcertava come dicci anni prìma. Mi c;embrò che ridesse di mc. cp• ourc nei suoi occhi non c'era rl\vrrtii-i1entoné ironia. « Non hai innamorati? > chicc;i. «No>. « \'cdi qualche uomo?>. e Qualche- volta Gordon >. « Oh già>, dissi, « Gordon. V'in• centrate probabilmente in biblioteca e parlate di libri. Mi ha sempre ricordato una mia zia zitellona, Gordon >- Udii un riso musicale. « Gordon è un buon ragazzo>, dic;.se. « Troppo "buono". Per te ci vorrebbe qualcuno assai meno "buono"! ,. e: Non ti affiderei la mia sorellina minore, sai? >. « Benissimo, cambiamo argomento. Dopo tutto sono co~e che non mi riguardano,. Feci girare l'automobile e ritornai in città. Lei canticchiava; io cercavo inutilmente qualcosa da dire. Quando ,:j toglieva di bocca la sigaretta le \'edevo brillare gli occhi; sembrava che ridesse. Ricordai com'ero commosso quando andavamo a pa,;scggio insieme dicci anni prima. E a un tratto mi resi conto che le cose non erano aff,,tto cambiate. Ma subito premei l'acceleratore: eravamo quasi in città. « Non fare il cretino>, dissi a me stesso. « Sei uscito con lei per parlare dei vecchi tempi. ~ un1amica; niente più >. ~{a la miJ. mente non -.i calmò: continuava a ripetermi CO'ieche non volevo dire. Riudivo continuamente: « Potevi scoprirlo allora > e mi domandavo che coc;a sarebbe succec;.so se l'a\·c~i baciata, tanti anni fa. Che farebbe, mi domandavo, ~e la bacias~i ora? Tentai di scacciare questo pensiero, ma non ci riuscii. Tornava a insidiar• mi, e ogni volta era più difficile re. spingerlo. La mia timidezza mi aveva fatto perdere chissà che coo;a. dicci anni prima (incominciavo a crederlo); questa era l'occasione di rifarmi. Quanto a lei, non l'avevo m.ii dimenticata. « Sci un uomo col cervello di un adolescente! > m'insultai. « Sci molto più cretino di allora. Fermai l'automobile davanti alla casa della mia compagna. « Non fare lo stupido »-, mi ripetei per l'ultima volta. Lei s'era alz.1ta per !'icendcre; l'af. ferrai per il braccio, l'attirai e la baciai. Le sue labbra erano fredde e sc111avita. Scese dall'automobile; la luce di un fanale l'illuminò. I suoi occhi tradivano un certo divertimento. « Buona notte>, mi dis~e. « Sta bene. E ,aiutami tanto tua moglie >. « Buona notte :.1 risposi. Andai via con quel suo ultimo sguardo che mi bruciava dentro; ero come un bambino impertinente dopo uno !-capaccionr. MICHAEL FESSJER iN INCHILTERRA si usa inviare il bre• vetto di nobiltà ai nuovi b~ronetti in una lunga busta ufficiale, di c:olor azzurro, K-- gnata « Al serviz.io di Sua Maestà>. Quando una tale lettera arrivò a Joscph Conrad, egli la lasciò parecchie settimane sulla sua scrivania senza aprirla, finché il Primo mi• nistro, che gliel'ave\'a mandata, molto imbarazzato per il silf'nzio ddlo scrittore, in. viò un messo a chiedere cosa fosse acca. duto. Joscph Conrad disse la verità: « Non ho osato aprirla, pensavo che foue un avviso delle tasse >- VERSO le quattro del manina, il portiere d'un vecchio albergo di provincia viene svegliato da un inglese in pigiama: < Scusate, non avreste un bicchiere di acqua? >. e Subito, signore >. L'inglese prende il bicchiere e risale in <:amcra sua. Dopo cinque minuti ritorna. e Vorrei un altro bicchiere d'acqua, per favore>. Lo prende, se ne va. Passano cinque minuti, e ritorna di nuovo. « Vorrei ancora un bicchiere d'acqua >. e Si direbbe che lei abbia molta sete! > dice il portiere sorprrso. e Scie? Ah! no! ... Solamente che in ca.- mera mia c'è il fuoco>, aggiunge ca.I• missimo. UN VECCHIO contadino romagnolo stava vuot.:1.ndo un secchio di legumi nella mangiatoia dei maiali, quando un professore di agraria passò di Il. « Non sapete>, di~sc il prof cuore, « che se voi faceste cuocere questa verdura i maiali potrebbero digerirb in metà del tempo?>. <Davvero?> rispose il contadino momentaneamente interessato. Poi, dopo aver avu10 il tempo di pensare a dò che il prof euore aveva detto, aggiunse: e Be'! e se anche così fosse, che cos'è il tempo per un porco? >. UN GIORNALlSTA chiese una volta a Lcibold, il segretario di Henry Ford: « li signor Ford forse non crede più nella mcc-. canizza:z..ionc?>. e Qui non si fa altro! :, csdamò Lcibold. e Anzi il nostro ingegnere capo, l'altra notte, ha sognalo che il sii;nor Ford era morto e che stavano facendo il suo funerale. Mentre la cassa \·eniva portata giù dalle scale, egli sognò che il coperchio si apriva improvvi.samcn1e, e che il signor Ford, meswsi a sedere, grida\•a: "!\1'cttcte questa ca.ssa su delle rotdlc-, e la.sciate in libertà. i quattro uomini " >. QUANDO una famiglia reale entra nel suo palco al teatro, naturalmente è oggetto del più profondo interesse da parte del pubblico. Sotto il fuoco dei binocoli, gli augusti regnanli devono sorridere e parlare fra loro. '.\·la che cosa si diranno? Sembra che la famiglia reale di Danimarca abbia risolto il problema molto semplicemente. Re Cristiano, infatti, con un ht-1 sorriso e un gesto elegante comincia cosi: < Uno, due, tre ... >. I'. ••• quattro, cinque, sci ... > continua la regina, sorridendo. E, a sua volta, il principe ercdi1ario: 1: ... sette, ouo, nove ... >. FEDERICO, re di Svezia, visitò un giorno un villaggio. Un pastore pensò di chieder• gli un'udicnn, ma temendo che il monar• ca si fosse già. stancato dei lunghi discorsi cerimoniosi, pensò d'intrattenerlo cantandogli alcuni versi di sua compositione. Il re, sorprcsissimo, ascoltò attentamente, poi trovando i versi buoni disse al pastore: « Bis>. Questi senza far1i troppo pregare li ripetè; cd il monarca molto soddisfatto gli donò cinquanta ducati. Allora il pa.stor~, inchioandosi profondamente, disse a sua volta: e: Bis>, e il re fu così divertito dalb trovata del pastore, che gli raddoppiò il dono. I T A L I A - LLOYD TRIESTINO VULCANIA iltoliol 30 MAGGIO - 13 GIUGNO - Prezzo minimo l. 1100 CONTE BIANCAMANO illoyd Triestino} 4 LUGLIO - 18 LUGLIO • Prezzo minimo (Cl. unic~) l. 1500 ROMA illoliol 15 LUGLIO • 14 AGOSTO - Prezzo minimo l. 1800 CONTE VERDE illoyd Triestino} 10 AGOSTO - 22 AGOSTO • Prezzo minimo (Cl. unico! l. 1350 ROMA iltolio} 6 SETTEMBRE • 22 SETTEMBRE - Prezzo minimo l. 1200 Informazioni e programmi presso gli Uffici Sociali e le Agenzie Viaggi A Roma: Via del Tritone 75. Tel. 40-548 - 40-854 • 41-429 BIBLIOTECCAIRCOLAIITE !CII.ANO,00880 Vl'ITORIA40 f'e«. I• ao'f'ltà ••Ua t,ttvatua ui_,,: abkua•to L.10 al mH,, Bertoldo 11blaett.lmu.&le umortat.1co cbe ra 11 cuore conten\o. IDvendita In tutte le edlC<>le a con. 40 D'ORSAY PAl!:1S_ E MllANO ('VIA CUl!TAfONE N. 15)

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