(CONTINUAZ. DAL NUMERO PRECEDENTE) Jj_'wtt,'.) ~ CERTO _padre Lani.a, superio- ~ re della missione di Mossul, acz., colse fraternamente padre Boctti, che gli do\'eva succedere nel posto, e lo sottopose a una severa disciplina cui Boctti non si scnt1Ya più affatto incline. Pa1t1to padre Lanza, Boctti ebbe l'imprudenza <li voler mettersi a fare il medico, ricordando pili il successo di Berep:1kche il pericolo. Infatti, dopo soltanto sette mest d1 vita tranquilla e operosa durante i quali era divenuto amico strettissimo del pascià, un giorno, mentre somministrava un elisir a un notabile turco, 11 malato gli moriva tra le braccia. La figlia presente grida al veneficio, il popolo si solleva, invade e saccheggia la missione, •Bocu1 è incarcerato e punito con cinquanta colpi di bastone sulla pianta dei piedi, e immediatamente sfrattato. S1 rifugiò ad Amadia nel Kmdistan; dopo tre mesi, invitato dal principe, passò a Zaku e quindi in Persia. Nella sua vita nascono sempre pretesti per non fermarsi lungamente in un luogo. Cosi stancatosi anche della Persia tornò a Zaku ove ebbe un firmano• della Sublime Porta che gli pcrmencva di tornare a Mossul. Soltanto che sulla via del ritorno il pascià gli mandò sessanta cavalieri che lo assalirono, la sua scorta fu battuta e dispersa cd egli stesso, dopo aver lottato come un esperto cavaliere del deserto, fu lasciato sul terreno quasi morto. A .:'l.1ossultornava qualche mese dopo, ma per una via diversa. Si era dovuto rappacificare col pascià che, in segno della pace avvenuta, gli regalava una bellissima pelliccia. ;\,fa non era Boctti uomo da vì- \·erc lungamente tranquillo. Irrequieto per natura, incominciò a mostrarsi dispotico e intollerante, e, privo affatto di tatto in quel mondo arabo a sua volta irrequi.éto e rurOOlento, si immischiò in beghe cogli altri preti sollevandosi contro antipatie e odio feroce. Duro nelle sue idee e deciso n resistere fino all'esaurimento, la sua resistenza si mfranse finalmente di fronte all'accusa di una colpa irreparabile: 11 l'illec1to amore con una ragazza della famiglia principale d1 Ylossul •. Accusa che era semplicemente una perfida calunnia, perché 8octt1, come medico, non aveva voluto salvare !"onore di quella ragazza colpc\'ole. l\la era stata ordita cosi bene che difficilmente egli ne sarebbe uscito senza infamia. 11 nemico era stato colpito nella giusta parte. Il pascià lo cacciava e un suo confratello, un ceno padre Garzoni, si affretta\'a ad a\"\·isarne l'Ordine e la Santa Sede. La carriera missionaria di Boetti finiva. Da l\lossul, per la Mesopotamia e la Siria, scese ad Alessandretta, si imbarcò sopr.a una nave francese e fece vela per Marsiglia. Voleva recarsi a Roma per giustificare la sua conJotta, sottraendosi così alla disciplina dei suoi confratelli dei quali temern la Se\·erirà da lunghi secoli singolarmente famosa. .\ Firenze, ricevuto l'ordine di ricondursi al suo com·ento di Ferrara, si ribellò t: preferì tornare ìn Oriente. Pensò allora di trasferirsi a Costantinopoli, nel centro stesso d1 quell'Oriente così vario e cosl facile a creare tanto sventure quanto fortune. Grande e bella città, Costantinopoli, bazar immenso O\'C confluiscono mercanti e av\"enturieri di ogni parte della terra. Vestitosi all'europea, ecco Boetti trasformato nel medico Plaffis. La fortuna tornò a sorridergli larga e piena. Impiantatosi nel centro di Stambul, a un passo dal Gran Serraglio, m poco tempo fu gridnto il più illustre medico di Costantinopoli. Giunse nella stessa Corte, godè i fayori e la protezione del con!:iglicre d1 l\lus1afà, S\lltano dei turchi, 11<'.'.cumulgòrandi ricchezze, si a\·ventur0 ancora in un grande e profittevole amore con una donna stupenda, mogi ie di \lll pascià, Ciambellano della Sublime Porta. Si era ript"tuto il gioco di Berc~ik, allorché con la ridonata salute era nato l'amore. Un giorno Plaffis scompan·e e di lui non si sentì più parlare. Si era imbarcalo su una nave del l\lar ~ero ed era sceso a Trebisonda. Penetrato nell'interno visitò Erzerum, percorse l'Armenia, giunse a Tiflis in Georgia, tornò indietro, imboccò la valle del fiume Arasse, scese al i\lar Caspio, ne risalì le coste fino a Derhent nel Daghestan. Tornato ancora indietro, andò in Persia, a Teheran, pas~ò per Susa, l':mtica capitale, si affacciò sul Golfo Persico, \'isitò llassora, risalì la riva sinistra del "l'igri fino a BaRdad, attra,·ersò 11 deserto, giunse a Damasco. Minuziosa e pericolosa csplorn;,ionc d1 paesi vasti e sconoc;ciuti, durante la quale prendeva appunti e d1scifni delle città e delle loro fortifica- :uom, delle strade, dei fiumi. Conoscitore oorfotto delle di,erse lin~e, studia\'n i c.:.ostumie la religione, frequentando mosd:ee e santuart islamici. A Damasco, ~ospettato per una spia russa, fu preso, legato e condotto a Costantinopoli. Liberato per l'intervento del console di Sardc~na, preso, forse, dalla stanchezza del lunghi!òisimo via~gio, for3e dal terrore della strada che a\·e,·a deciso di percorrere, i.alì sopra una nave e tornò in Italia. L'na mattina, vestito da pellegrino armeno, s, pr<'scntò al pontefice Pio VI al quale avrebbe ,·ohtto tutto confessare e chiedere perdono, ma qunndo jlli fu da- \·anti non ebbe il cora!!gio di manift"starsì e riprese •I !"uo vagabondaggio. Fu a :--;'apoli, quindi a Trieste e poi a \'ienna. Rapp:icificatos, coi suoi frati, ne ri\C'ltl l',1hito e ,i rimò nel convento di Trino 1n Piemonte. Un nuovo fallimento, ché, opc> un anno, accusato di eresia dal suo pno1t•, col quale \·enne naturalmente alle -nani, fuiz-"'ìa Siz;,.,, e riprese quel \'ia~~io lu n1 primi del 1782. aveva scmplicencnte so~p,·Sò. "·kd!.t: qul',;ta volta Scutari O\'C fu ospite lm ncch1!--.;1monegoziante persiano, 11 ' p st<i, c~li unico, al corrente del pia t!iaholico, misi! a disposizione se stesso e le sue ricchezze. Assoldato un piccolo stato maggiore - un italiano, un francese e un tedesco - fece di Scutari il centro della sua azione. Incominciò ad acquistare grandi quantità di armi, che spedi\·a nei porti del Mar Nero, ove a\'eva lasciato agenti fidati, e soprattutto a condurre vita misteriosissima, impcnetrnb1lc agli stessi pochi amici. Un giorno di aprile del 1785, col negoziante persiano e i tre europei, si uni ad una carovana diretta ad Erzcrum e lasciò Costantinopoli. Giunto ad Erzerum, mentre im·iava il persiano a Bagdad, egli, solo, penetrava nuo\'amente in Persia. Si era fatto radere i capelli, lasciandone soltanto un ciuffo sul vertice, per 11 quale, come egli diceva, Maometto lo avrebbe preso per trasport~rlo in cielo; si era infilato quindi un immenso turbante verde, simbolo Jelht sua parentela col Profeta, a\'eva indossato un gtllabieh di lana bianca, con due amplissimi sen:al stretti ai fianchi da un cordone ed aveva calzati i piedi con un paio di scarpe gialle. Percorsa per tutti i lati la Persia si stabiliva nella piccola città di .\madia nel Kurdistan, già a lui nota. Prese in affitto una casa e, come ogni altro profeta, volle, prima di mcorninciare la sua missione politica e religiosa, rimanere lungamente separato dal inondo: novantasei giorni chiuso nel più assoluto isolamento. Terminarn questa mistica prCparnzione, con un aspetto serio ma dolce, incominciò ad uscire per le strade di Amadia, a frequentare le moschee, O\'C si trattenc\'a lunghe ore. scrupoloso osscn·atore della legge del Profcra che invocava ad alta \'OCee con sospiri perché avesse pietà del suo popolo. Si fermava nelle piazze a parlare di cose divine, e quando ,·cde\a che la gente gli <tiera raccolta intorno numerosa, si accendeva, si agitava, scongiuran\ e minacciava l'ira di Dio. Guardato da principio con diffidenza, qualcuno, a poco a r;oco, si lasciò suggestionare, ne incominciò a parlare con ammirazione, poi a raccontare cose curiose che nessuno a\'cva mai \'isto, ma che tutti giura\ ano, alla fine, essere veramente accadute.-. Talune esperienze fisiche comunissime, ma ignote a quel popolo di pastori e predoni, lo fecero ritenere uomo assolutamente straordinario. Un giorno il kan di Amadia lo chiamò per avere spiegazioni, poiché il popolo comincia,·a :id agitarsi seriamente. Boctti rispose con tale franchezza e sicurezza che il kan rimase meravigliato e confuso. Còha l'occasione, l'astuto impostore afferrò un tizzone ardente, lo tenne lunJlan,.en1c stretto, poi mostrò la mano incolume. Il miracolo era cvìdente, lo straniero era un inviato da Dio. Il kan gli offrì allora dicci monete d'argento; il profeta le rice\·è con un sorriso d1 scherno e le geuò nel fuoco con disprezzo; quindi mormorò parole arcane, gridò che lddio non aveva biso~no di denaro per mostrare la sua poten7a e fuggi. Il popolo e il suo kan furono atterriti e incominciarono a temere qualche paurosa giustizia dal ciclo. Il terrore e la meraYiRlia non ebbero più limiti quando nel fuoco furono tro\·atc dieci monete d'oro m luogo delle dieci di argento. Frugarono per tutte le case e per tutta la campagna, ma il profeta e taumatur~o era irreperibile. lJn altro giorno incominciò a gridare· • Io sparirò senza che voi R'AOAZZA DI ERZEROM ve ne possiate accorgere, mi cercherete e non mi trO\"erete ». Circondarono la casa per tutta la notte: la mattina il profeta era sparito. La partita era evidentemente vinta. Dopo un discorso apocalittico si chiuse per nove a:aorni in un silenzio ermetico. quindi scese in piazza e ai piedi di un albero si proclamò inviato da Dio, riformatore della religione, strumento della giustizia di\'ina e profetò ancora prossimi grandi e straordinari e"enti. A capo di un potentìssimo esercito avrebbe marciato su Costantinopoli, a\'rebbc abbattuto il s.ultano ed .,11 suo posto ~vrebbe innalzato un principe saggio e fedele alla legge divina e del Profeta. Un uomo ricco corse ad offrirgli l'unica figlia di sedici anni, bellissima. li profeta la rifiutò, accontentandosi della dote. Tra i seguaci, che erano tutto il popolo di Amadia, scelse novantasette uomini. giovani forti e decisi, e con le armi che gli a\'C\'ano inviato i tre europei rimasti ad Er:r,erum, ma che egli fece credere mandate da i\laometto, li armò, li addestrò, quindi a cavallo marciò \"CTSO11confine turco. Fu come .un ciclone che improvvisamente si abbatte su povere campagne. As<.:ali\·avillaggi, uccideva chi gli s1 face\'a incontro, inccndia\'a ciò che trovava. C"n mese dopo a\·e,,a un piccolo esercito di tremila uomini. Il governatore di Akeska, credutolo uno dei soliti predoni, gli andò incontro con tutte le forze. L'esercito fu sconfitto e distrutto, il go,·cmatorc, fotto prigioniero, impalato. li profeta, quel giorno, dal suo piccolo esercito esaltato, fu proclamato ~lansùr, che significa appunto: vittorioso. Questa vittoria diffuse la sua fama nelle terre \'icine: fama di profeta crudele e misericordioso, operatore di miracoli, invincibile. In un tempo brevissimo, estesa la conquista su altri villaqgi e città, l'escrc110 si ingrossò fino a q\1arantamila uomini. Marciò allora· su Er-Lerum, la sede designata del suo regno fu1uro. Il governatore, atterrito già dalle \"OCi, gli si fece incontro con tutto il popolo, salutandolo inviato del Signore cd offrendogli la città con le sue armi e le sue ricchez;,e, le sue donne e i suoi uomini. Il profeta, a ca,·allo, entrò in Erzerum, alla testa del ~uo esercito, in un aspetto terribile. Prima cura, dopo la conquista delle fortezze e del loro presidio, fu l'organizzazione dei suoi uomini in quattro corpi d1 esercito, con una gerarchia minuta al sommo della quale 1>0nc\·a naturalmente se stesso. , Organiziato l'cscrc1to. fortificata la città, mosse contro la Georgia, goYcmata da un certo re Grad10, sotto il protettorato della Russia. Conquistata Cars dopo sci ore di combattimento. prese la pista caro,·an1cra che conduce a TiAis, risalendo monti ripidissimi, con un esercito numeroso e agRra\·ato dall'armamento all'europea, Graclio, raccolto un esercito d1 cinquantamila uomini, con forti aiuti inviatigli da Caterina. andò ad aspettarlo nella valle del Kur. La battaglia, durata tre giorni, fu feroce. Gli uomini del .;\lansùr, esaltati dalle recenti ùttorie, dalle grandi promesse del loro profeta, dall'idea della sua 11w111cibil11àf.urono. negli assalti, irresistibili: \·entiduemila georgiani rimasero sul campo e diecimila prigionieri furono \"Cndut1 immediatamente sul mercato d1 Costantmopoli. Spintosi poi su Tiflis, lanciò I soldati al ~accheggio e diede la città al fuoco. I tartari e i circassi, crudeli e predatori, gli corsero allora incontro e chiesero di militare sotto la sua bandiera. Subito dopo 'fiAis. l'esercito del l\lansùr si era letteralmente raddoppiato: egli comandava a ottantamila uomini. Del resto, i popoli che sottomctte\"a im•ita,-a ad arruolarsi, gli uomini che non accetta,·ano passa\'a per la spada. I prìncip1 della Georgia e della Caucasia si affrettarono a fare atto di sottomissione, in,iando uomini e donne schiavi,_offrendo forti tributi. Dopo la grande ,·ittoria su Graclio, Boetti assunse un altro titolo, fastoso e in parte misterioso: Scheik Oghan Oolò. Messa a ferro e a fuoco la Georgia, tornò a Erzerum con un immenso bouino. Durante il ritorno ad Akcska promulgò una nuo\'a legge religiosa. l\1iscuglio di cristianesimo, ebraismo e islamismo, era tutta raccolta in \"entiquanro proposizioni. Ammetteva un solo Dio, nega\'a la divinità di Cristo, punÌ\'a SC\'eramente l'adulterio, ammetteva l'incesto, 1I furto; dichiarava il battesimo e la circoncisione cerimonie ridicole, il papa e il mufti impostori. La promulgazione fu fatta in modo solennissimo. Fatto schierare l'esercito, \'enne letta da un ministro, quindi Boctti, presentatosi sopra un cavallo bianco, ordinò di uccidere immediatamente tutti coloro che non l'accetta,ano. Padrone ormai del destino dei suoi uomini,cra crudele e generoso. lm•asato dall'idea di essere stato prescelto da Dio a cose grandissime, non conosceva più ostacoli; puniva talvolta ferocemente anche le minime infrazioni e m modo strano, per circondarsi d1 terrore e di mistero. Istrione msuperabilc, nulla tralasciava per colpire la fantasia di quel popolo ingenuo e primitivo. Cosi un giorno, mentre attraversava l'accampamento, vide due turchi che pre~avnno secondo l'antico rito. Balzò di sella, li abbrncciò annunziando che la loro morte era necessaria, perché trasgressori della legge di Dio, quindi, prima che essi stessi si ria,·essero dallo stupore, li uccii.e, l'uno con una enorme pistola, l'altro con la scimitarra. Però dopo le prime stragi e devastazioni si fece più umano, volle ap1>ariregeneroso e buono distribuendo alla pO\"cra gente le ricchezze depredate, mostrandosi esecutore imparziale della giustizia, protettore degli oppressi. Oop0 lunghe e minute esercitazioni, quando credette l'esercito pronto, diede l'ordme di marciare contro Costantinopoli. La Sublune Porta, impressionata dell'aYanzata d1 quell'eserc1to la cui fama era arri\·ata ormai -nei pila lontani paesi, mandò al Mansùr un'ambasceria con molti doni. Il profeta abbandonò impron•isamentc l'impresa d1 Costantinopoli e diresse l'esercito verso Smirne. In questo tempo fu colpito da un profondo dolore. lJna notte il suo segretario, un greco. nel quale a\"cva riposto ogni fiducia, fuj?gi con l,1più bella schia\"a del suo harem trafugando una cassetta O\'e conser\"ava il diario au10grafo e le gioie pi\! preziose. Lo addolorò sopra tutto la pcrd1ta del diario nel quale egli aveva raccontato la sua vita dalla nascita, S\·elando così quelle origini che egli a,·eva tenute sempre na-:coste. Alleatosi con la Turchia si diresse nuovamente \'crso la Georgia. Questa alleanza gli facilitò 11rifornimento delle armi che vennero in grande abbondanza da Co'1antinopoli e da paesi anche p_iù lontani. Attra\'ersata la Georgia si inoltrò tra i monti del Caucaso, ove si erano raccolti 1 russi contro i quali le truppe islamiche del :\lansùr bramavano ferocemente di combattere. Già presso Bitlis si era incontrato con un esercito di curdi, lo aveva sconfitto e ave\'a messo a ferro e a fuoco tutto il paese. La fama delle sue imprese si era diffusa per tutta Europa: • Chi voleva che egli fosse un Indiano apostata dai Bramini, chi uno dei satelliti del Gran Lama o Pontefice del Tibet; chi mfine un granatiere di Piemonte rinnegato in Algeri. Comunque si fosse, accintosi qual fantastico vaticinatore a predicare tra i Tartari accese nei loro ammi la più furibonda ansietà di scorrere, invadere, depredare. La fama d'un impostore di tal natura si diffuse altamente per l'Asia e l'Europa tutta e in ispecie nei paesi bagnati dai fiumi Kuban e Terek, ove la maggior parte di quei rozzi abitatori si gettò alle sue ginocchia e promise di seguire tutti i suoi passi•. 11 primo scontro coi russi fu favorevole al Mansùr. Le truppe del generale Apraxim, decimate, furono costrette a ritirarsi nella fortezza di Kosgar. Vittoria inutile però, ché il colonnello Nagel, avu!1 rinforzi dal principe Potemkìn, il 28 ottobre 1786, sulle rwe del Terek, sconfisse il profeta in modo disastroso. Nonostante l'eroismo del Mansùr e dei suoi uomini, .-; Tartari furono dispersi, lo stendardo della Missione fu preso e il Profeta, rimasto solo con pochi suoi fidi seguaci, si ritirò nelle gole del Caucaso, o\'e s1 nascose per qualche tempo, aspcltando l'occasione di poter di nuo\-o uscire per combattere contro i Russi•· Riaccesasi nel 1787 la guerra tra Russia e Turchia, il l\1ansùr, alla testa di un nuo,·o esercito, ricostituito tra i monti del Caucaso, scese nella regione compresa tra i fiumi Kuban e Terek im·adendola fino alla piccola Abasia. Per cinque anni continui molestò le guarnigioni russe con scorrerie e audaci colpi d1 mano. :\1a la sua fortuna era ormai in declino. Finalmente, nel 1791, ricostituito un altro esercito di quindicimila uomini, fra tartari e circass1, scese ancora una volta dai suoi monti, si spinse fino ad Anapa, cmà del ì\-lar Nero, non lontana dalla Crimea, vi si chiuse ed aspettò i russi. • 11 generale Gudowitz, ricevuto ordine dalla sua sovrana Caterina seconda, con dl\:ersi reggimenti inoltross1 verso la città di Anapa sufficientemente fortificata e guarda1a da buon castello, circondata da alte e dirupate mura e difesa da quindicimila Tartari che la custochvano al di fuori al favore di un alto e duplicato trinceramento a bella posta eretto•. La fortezza, assaltata con grande impeto, cadde e fu invasa. Allora improvvisamente• un corpo volante d1 Turcomanni e !sauri, essendosi arrischiato di appressarsi a quelle mura nell'atto dell'azione, restò in simil modo disfatto e cadde prigioniero in tal congiuntura con molti suoi seguaci 11 già mento,ato profeta dell'Asia Scheik-Mans\lr- che negli anni 1786-1787, vaticinando falsamente la totale rovina del Russo Impero, era stato il prime, a dar mouvo alle ostilità tra la Porta e la corte di Pietroburgo. Si dibattè, si difese come un leone, ma fu portato \"i\"Odavanti all'imperatrice, che tro\'atolo più frenetico che ragionevole, ordinò che fosse custodito con diligenza e con buon trattamento senza veruno strapazzo,_ Anzi la grande Caterina • l'onorò con testimonianze d1 favore, gli assegnò una rendita \'italizia d1 centomila franchi annui, gli destinò la città di Solo- \\ estsk a residenza perpetua • La lontana Solowestsk, isola e città del :\-1ar Bianco, accolse quest'uomo che nel suo secolo ebbe una vita tra le più straordinarie. Sette anni di solitudine in quel mare freddo e straniero: tempo sufficiente per ritornare con mente tranquilla sul passato turbinoso. :\'cl 1798. ultimo della sua vita, il i\lansùr, tornato Boeui, scriveva u· lettera al padre, ancora vivo, domandando perdono a lui, ai fratelli, alle sorelle e raccomandandosi alle loro preghiere, perché sentiv;1 prossimo 11 gran giorno della morte. In fine si firma\'a: fra Giovan Battista Boctt1 dei frati Predicatori. Nell'isola d1 Solowcstsk vi era un antichissimo con\"cnto d1 anneni cattolici; niente di più facile che Boeui, prima di monre, sia ritornato all'antica fede. Cosi descri,·e\'a il i\1ansùr uno scrittore contemporaneo: Il profeia ì\.lansùr concede poco tempo al sonno, non più di cinque o sei ore; o;;cupa la notte in frequenti ricognizioni. Mangia sei volte al giorno; preferisce i lef{umi alla carne, non beve né vino né liquori; è grande fumatore di tabacco. Veste più spesso alla persiana che alla turca; nel prender riposo giace ,·cstito e sempre solo... Le sue donne abitano lontano da lui e non le visita mai da solo; le fa servire da schia'"e more; non le sorveglia per mezzo di eunuchi, anzi concede loro libertà di andarsene quando a loro piace e di unir3i a chi loro fa più comodo. Ama molto la caccia e la pesca, si esercita all'arco e alla freccia, stanca ogni giorno cinque o sci ca\'alli. La sua generosnù è grande, il suo cuore pietoso, il suo corpo infaticabile. I la aspetto nobile e molto piacente; portamento maestoso, sguardo fiero e al tempo stesso dolce; lcg'-(e nel cuore degli uomini sen;,,a ingannarsi; ha cure amorose della sua barba, che non è troppo lunga e termina in punta ... Con straordinario sangue freddo sa commettere, senza scomporsi, le più buone e malvagie cos.c, gli atti più grandiosi e più nefandi. Possiede ricchi tesori, che egli sa custodire e dispensare con opportunità. Non ha ancora un piano fis<toe ben determinato, ma pare mediu di conquistare qualche città capitale per consolidare la propria potenza e i\'i stabilire il suo regno ... • (fi,.,) TO~IMASO BOZZA U1111rivista i,, veste signorile, 1111 pa11orr111111 delle pi,ì sig11j/icative 1111111i/estazio1d1eil la letteratura it11lia1111 f ?\&velia si è rÌl111o)J11ta fi?u:, Y;::;~n•~al~j ;11:;,';!;h:\:no~ ,unte J, ,u, ,pp,irenu d;5inYolu e un po' w:,n~on,t,, h,1u1eoho nelle sue p•gioc Gott11, Bonfn-,pr!li, /11'l'ro,pui, Ciro_(1111niJ,'Ambr11, B11alul/i, J/11r11/Jo,%.orelli, :Jv{,;r11,CoH1i110, Corr11,Alw1ro, lope{, P11rrù1i, R,,1,mpt'rli, /11 D,111Jolo, /?..l'- p11ri,Lin;1ti, AJ,,,,,i, Brorcl,i, ea. h, ini1i1to il terzo decennio dcli, iu,11 ~incnu con un,11YCUe pi~ iignOflle e pi~ )Obri,. p;~ moclcrn, e pi~ pc:non,lc. :/\(_ove/la ( diYCDUUc01,Ì l,11rivUt, che potrl •pp1glte ,nehe le ~i.(enu del lettore di guno pi~ uihn,to e dil&-ilc. È i11 ve11dit111ce1ni. 60 i11 tutte le edicole
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