Omnibus - anno II - n.13 - 26 marzo 1938

• e COSTA D'ORO . IDIOO, CAPO OATTOLIOO DI AOULERI, NELLA SUA UNlFORME DI RICEVIMENTO 11P' UGLER, famoso brigante, s'era ~ giurato di vender cara la sua pelle, e soorattutto di non cadere , 1, o nelle mani della polizia. Era orrn.:,i al ~uo nono delitto, ouando, dopo .tvcr ucciso con un colpo di rivoltella uno dei gendarmi che .stavano per arrC'starlo, cadde egli stesso crivellato di hen cinque proiettili. La giu,.tizia degli uomini non potè quindi raggiungerlo. L.:1 -.ua morte fu così istantanea ch'e- ~li non ç,entì dolore. Abbandonato il corpO, la sua anima volò verso l'infinito, verso il mistero, verso le meraviglie dell'aldilà. Tuttavia l'anima del brig.rntc pasAAvafredda, indifferente, non si stupiva di nulla. E non poteva essere diversamente, perché un uomo abituato alle carceri american<' considera l'aldilà come una nuova residenza più o meno piacevole, in cui, con un po' di buona volontà e di .sfacciataggine, ,i può campare discretamente, come in 'lualsiasi altro paese della terra. Finalmente anche per Kugler arrivò il momento di sottoporc;i al giudizio finale. A rigore di logica, i .suoi misfatti avrebbero dovuto essere J;?:iudicati da un tribunale e il verdetto pronunciato dai giurati, ma siccome nell'aldilà le co~c si svolgono un po' divef"lamcntc, i..•&livenne portato davanti al Senato. L aula giudiziaria era spoglia e misera quanto quelle del nostro vecchio pianeta. Tre erano i giudici: vecchi, di- ,;nito'li cd arcigni. Le formalità furono .' laboriose, interminabili. Kuglcr Ferdinando, disoccupato, nato il talc e tal l{iorno; morto... Kugler ignorava la data del suo trapasso; ciò valse a diminuirlo alquanto agli occhi dei suoi ~iudici. e inquietò enormemente il bri- ~antc. « Ammetti i tuoi delitti? » chiese il prc,;idcnte. « No», rispose Kugler ostinato. « Fate entrare il Testimonio». ordinò allora il presidente. Ed ecco, alto, solenne, apparire uno 'ltrano vecchio, avvolto in un manto trapunto di stelle d'oro che scintillava• no. La Corte scattò in piedi, e anche Kuglcr dovette, suo malgrado, seguirne l'esempio, spinto da una forza superiore alla sua volontà. Solo quando il nuovo personaggio si pose a sedere, anche i ~iudici ritornarono al loro J>O~to. « Augusto Te~timone », incominciò il prc~identc, « questo Senato Vi chiede di deporre quanto sapete a carico di Kuglf'r Ferdinando». Of'tto ciò, il presidente si tolse gli occhiali e posati i gomiti sul tavolo .si JCcinsc ad ascoltare; si vedeva chiar,1mente, da tali preparativi, che la dt:po'lizionc dello strano testimone sa• rcbbe stata lunga. E mentre l'anJrelO (·he fungeva da .,cgretario apriva il Lihro della Vita, il più anziano dei giu• diri ardiva i primi vaghi sospiri, ~e~ni precorritori di un beato sonno. Il testimone ~i c;chiarì la gola e in- ~ominciò: « Già, Kugler Ferdin;l.ndo. Ferdinando Ku~ler, figlio di un impiegato ad• d(·tto alla fabbrica di X.... er. 'in da bambino un c,~C'rc m,\lva~io. . ,rnava sua madre, ma riteneva fos~c viltà dimostrarlo, perciò non le ubbidiva e non perdeva occasione per darle dolori. E il suo povero padre? Ricordi Quanto male '!li facesti il giomo in cui lo mordesti al pollice? Avevi rubato delle ro- ~ nel giardino del notaio e tuo padre voleva punirti per correp:gerti ». « Ma le rose erano per lrma 1 la fi- ~lia dell'esattore delle imposte », sentenziò Kuglcr. « Lo so >, continuò il testimone. « E'-Sa aveva allora dodici anni. E $ai forse anche ciò che avvenne in seguito?». «No». « E.ssa sposò o~car. il figlio di un ricco industriale, e morì dando alla luce una creatura. Del resto, a soli dicci anni, Ku~lcr Ferdinando ~ià rubava; non solo, ma era anche falso e bueiardo. Frequentava brutte compagnie, co"! me per e<,empio quell'emerito ubriacone di Dlabola, con il quale spcs.,o divideva il cibo >. Il giudice fece un cenno con la ma• no: erano particolari ouesti che non lo interessavano. Tuttavia Kue;ler timidamente chic'5e: « E... puoi dirmi cosa ne è stato della fi,e;lia?•· « Di Maria? Oh, triste fu la sua sor• te. A quattordici anni aoocna ,i dìcdc alla malavita cd a venti se ne andò al• l'altro mondo; il suo ultimo pensiero, prima di morire, fu per te ... Kugler », ripre~e il vce;liardo, « a quindici anni ti ubriacasti ed ahbandona~ti il tetto paterno. Tuo oadre morì di crepacuo• re e tua madre pianse tutte le 'lue lagrimc. Hai disonorato il tuo focolare e Marta, la tua candida e dolce sorellina, non riuscì più a trovar marito. Chi avrebbe m.1i preso in moglie la sv• rclla di un ladro? Vive tuttora, J>Ovcra cd evitata da tutti». « In questo momento, per esempio, che sta fac~ndo? ». « t entrata da Wilt~chck. il merciaio; fino a notte alta h.· sue a~ili mani tesseranno, con il filo èhc ha acqui- ,tato, le tenui trine che le permettono di guadagnar~i stentatamente la vita. Ricordi il negozio di Wiltschek? A sci anni vi comprasti un ~iorno una hclla palla di tutti i colori dell'arcobaleno, ma la perdesti dopo qualche ora. Che urli e che bizze! Sembravi un foNcnnato! >. « Dove ~i era mai cacciata? :, chie~e Ku~lcr, t·d ardeva dalla curiosità. « Nel rigagnolo sotto la grondaia. t ancor.1 là, benché siano trascor-i ben trent'anni da quel ,'tiorno. Piove sulla terra in questo momento, e la povera ~fcra variopinta su~sulta, spinta dalla furia dell'acqua». Kugler 1 ~praffatto dai ricordi, tacque. Il presidente inforcò gli occhiali e timidamente ammonì: « Augmto Tc- ~timone, perdonate, ma bisogna concludere. L'accusato ha ucciso?>. Il testimone fece un segno di a~~ntimcnto. « A nove ammonta il numero delle sue , ittime. Il primo delitto av- ,·enne durante una zuffa. L'omicida vt·nnc arrestato, ma il reclusorio, anziché emendarlo. ebbe l'effetto contrario. li movente del ~ccondo mi,fatto fu la ~dosia; soppresse l'amante che l'aveva tradito. Condannato a morte, riuscì a fuggire e poco dopo assassinava, a scopo di rapina, un vecchio pieno dì soldi. La quarta vittima fu un guardiano notturno». « Ma è proprio morto ? » gridò Kuglcr. « Morì dopo tre ~iorni di atroci spa• ,;;imi, lasciando tre tenere creature sole al mondo•• ri,;:posC' il testimone. « La quinta e la sesta vittima furono una v(•cchia coppia, alla quale Ku~lcr spaccò i crani con una mannaia. Come tutto bottino, non riu'ICÌ a trovare che sedici corone, mentre più tardi ne :;altarono fuori ben ventimila». Kuglcr ~attò come una iena: « Ma dove mai l'avevano nascosto quC'I denaro?». « Nel pa~liericcio », rispose il testimone. « In un sacchetto di tela nasco• ,to entro il pagliericcio, si celava il gruzzoletto che i due vecchi avevano ra~grandlato <,oldoper wldo. Il settimo delitto, l'accusato l'ha commesso in America: fu un emigrante, un suo compatriota, un povero ingenuo». « Ah1 nel pagliericcio! :, badava a brontolare frattanto Kuglcr. « L'ottava vittima », proseguì lo stra• no personaggio celeste, « fu un passan• te qualsiasi, ch'ebbe la malaugurata idea di pararp;lisì innanzi nel momento in cui i gendarmi stavano per acciuffarlo. Uno di questi fu la <,uanona vittima, poi cadde cp;li stesso ». « Perché ha ucciso, Kuglcr? » chic~e il presidente. « Per malva~ità, per in.~ordigia. sia premeditatamente ,;:ia incidentalmente; talvolta per cupidi!,:ia1 tal altra '-UO mal- ~rado. Ocl rc-;to era gcnero,;:o cd aiut,l· va volentieri il pro'lsimo. Con le donne era gentile. amava le besti<"e mantcntv:l la p.1rola data. Debbo C'numrrare ora le ,ue buone azioni?». « Grazie, Augusto Testimone », ri- ,;;po,;eil presidente, « ma non è ncces- ,;:ario. Accusato, hai nulla da dire in tua di.,colpa? ». « Nulla •, ri,;:poscKugler indifferente. « La Corte si ritira per deliberare», annunciò allora il prcsìdente 1 cd i tre giudici se ne andarono. Il te!-timonr e Kugler rim1scro soli nell'aula. « Chi sono co'ltoro? » chicc;e il bri• gante indicando la direzione in cui i tre giudiri erano 'IC'omparsi. « Uomini come te », disse il vecchio. « Hanno esercitato sempre la professione di giudici fin da quando vivevano sulla terra, e qui fanno lo stesso». Kugler rimaneva perplesso; si vedeva chiaramente che aveva qualcosa da dire, ma non osava; finalmente si fece coraggio e balbettò : « Credevo ... ad esser sincero sinora non mc n'ero m.ti prcoccupato 1 ma.. avrei detto che nel mio caso dovesse essere Lei a decidere quale ... quale ... ». « Già », l'interruppe l'augusto vegliardo, « ma dato ch'io '¼>no nnisricnte, non posw ~iudicarc. Sarebbe scorretto. A proposito, venisti mai a <,aperc chi fu a tradirti?:,. « No», ammise Kugler sorpreso. « Lucy, la chellerina; ti ha denunciato spinta dalla gelosia >. « Scu~i. sa, se mi permetto di farLc un'o~servazione ,, a1.zardò il malandri• no. « Ma Lei si è dimenticato di raccontare che a Chicago ho ucciso anche quell'infame di Teddy :,. « No, nn >. si affrettò a correggere il vegliardo, « non l1ho dimenticato, ma il tuo rivale si ~alvò cd è ancora vivo. Oh, ,;:oche <'scrcita mc,;tieri poco puliti, ma in quanto ,,I rc\lo è un buon dia\'c,1.tccio che.: adora i b;1mbini. ~on esistono al mondo uomini indegni al punto da non nascondere un angolo tenero in fondo al cuore ». « Non capisco proprio perché non spetta a Lei giudicanni... ~a perché infine non mi giudichi Tu 'ltesso? :, chiese Ku~lcr ostinato. « Ma come lo potrei? Se i giudici sapessero tutto, proprio tutto, non potrcbbf'ro giudicare, perché, comprendendo ogni "Cosa, il loro cuore si struggerebbe dalla pietà. l ~iudici conosco• no solo i tuoi delitti. lo solo ~o tutto di te; tutto, ba.da bene, Kugler! ». « Ma perché anche qui debbono es- ~erc gli uomini a .sriudicare? ». • « Pl'rché gli.uomini -.ono ,;oggetti :1-gli uomini. [o, come ben hai notato, non wno che un tc>c;timonl'.li condannare spetta a~li uommi, anche quassù. Credimi, Kugler, co.sì dev'essere. Gli uomini non meritano altra giustizia che quella che si sono fatta da sé... ». La Corte era frattanto rientrata nell'aula cd il pre~idl'nte del Senato celeste solenneml'nte annunciò: e: KuRlcr Ferdinando, resosi colpevole di nove delitti, aventi per movente l'assassinio, la vendetta e la rapina, nonché di illecito porto d'armi e di furto di rose viene condannato a ... :, ; a questo punto la voce del giudice si affievolì e Kugler non riuscì ad afferrare la fine della frase. « La condanna va eseguita seduta stante. Pa.s..~iamoal caso 'lt'gucntc: l' imputato Francesco Machaty è presente? ». (trad. di A. l'aldan,). KAREL CAPEK ~1ENTRE Lloyd Ceorge andava in campa• gna in automobile, fu costretto a fermarsi, a causa d'un guasto aì fanali, in un piccolissimo villaggio. Cercò un alberi,,o, ma invano. Finalmente si fermò davanti ad un ,·a.sto fabbricato, scese dall'automobile e suonò il campanello La porta si apri. e Signore ,, chiese il vecchio uomo di Stato al guardiano in uniforme, « vorrei tro- \ are un alloggio per stanotte ,. e Alloggio' Qui? > replicò sorpreso il portiere. e Ma s.apete dove siete? Questo è un manicomio,. e Non m'importa Devo pur dormire da qualche parte. Io sono Lloyd George >. e Llo)'d George? > dine il porti,.rc con un sorriso. e Non fa ni('nte, mio caro, noì abbiamo già cinque Lloyd George tra i noJtri matti. C'è sempre una camera per il LO SCRITTORE Baldini, seduto al tavolo di un caffè, stava ridendo. Un importuno sopraggiunse e gliene chiese il perché. « Mi raccontavo delle storielle per diHrarmi, c ne ho dctia una ora che non conoSC:e\'O !... ~ rispose Baldini. A GIKEVRA, durantc una delle tante confercnn:, un diplomatico ruSJO, l'ambasciatore di Francia t' qut'llo d'Inghilterra, di- !Cutcvano quale razza fornisse i migliori diplomatici, Il russo si pronuntiò per i francesi. La ,ccl.la dell'inglese cadde sui tedeschi E il ministro francese scelse i russi, dicendo: « Noi francesi siamo certamente un po• polo dì talento e possiamo facilmente procurarci tutte le informazioni che vogliamo, ma ci mane.i la pazienza. I tedeschi sono eccell('ntì la,oratori, ma cosl minu-Uosi e ,istematici eh<' abbiamo tempo di conoscere ,ubito i loro piat)i. Il segreto della diplo. ma7ia è d'impedire agli altri di vedere le nostre carte. Ed in questo i rus,i sono superiori a chiunqu('. Nessuno sa mai quello <ht "anno pcr rarc, pcrché non lo ~anno ncmmrno 'oro :t. STORIE IMMORALI Stacchini :r: 1 !d:d;m;!i.:o~ è talvolta troppo arnaro ... PARIGI. "Rcrne Bibli'ographiquc'' Stacchini ~:'":, i~u:u:~d~~~!: imo e alla 1ua oriii:inalità. BLENOS AIRES ·"Corriere d(' la Plata" Stacc}iini ha ,un _urnor(smo di un origmalità sor• prendente. BARCELLONA-"P,ogrc.,o" L.10- Vlll ed. "LA PRORA"' LA GATTA IN AMORE - u"""''• ''""tolti '" ,,.,,,. {dA •"• ,J•lli"" J,i..,,,. r pro/11,.,,.1,.. ,,,.,. 1/11,rr11Ji ,,..,,.,., 1,u1I• l'ilill .,,./,//,, io/A, triti,, 11/,/t.11Jo1111IA. L,. t"'" u,r:.,.'11•0,, •o• I,,.''""°' .,; p110 J,,.,,.r Ji t""'" ;., l11,r/o "" topo. Ho, fon,, ••11l11 r,,rJ".fiJ11•(•fi ,,,., /,riti Jopo "" po' •' l,111111("rAJi111; •11i, '1,!i(t'l't'rJ•, i "'"1fri i,r11111Wor11li 11· Yt li 1,.,,1, 11...,,,,,,,;f't'r /,. •Ìfill, C,rto, "" U/rd11 #Yl'lt', ,, Jr /11 ,lit,, ~i Jo11,,J J,., 111.cl,o/, Arro1tit,. _ .s,,,,10 .,.,,, ., 11',, ,.,.,.,, ,,,,,,, r11,0Jt /11K•llillill p,11f••Alt1 """ ( ·; il • S•/'-Ottt' ,., ,,,,,, FAIIOrlll .. ,J,, ri f.,;, i• """"'" fo,l•11•lt1, O.e,,1, ,,,.,,,,. ,,,,,, 111 ,.,. 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L·md1cc:-h;i •I preciso nm;indo a!Lr. p;ijt1nl e :rl vnlumc:-d1 nt'hlrJ edi1ione, t )'C'rH "llll'I :id c:1s.:a. IHII,,• o,,.,, J, 1;,.,,,.,." /.,-,,~,-/, n:11 i:•• .... ,ii VOLUME PRIMO (w.:iO 11-~g;.n.. con lfl illu,1r.,u• ,i) {'ont>C'nt , C11uh, 1,, (lt.-11"/l, '""'""• un"l,t1tNd1u ,,11, o,,,,,,.~. •• \lu,1,,,0 Jr' ·'""'' r. ~:;';1. 1~,::~::~:.:::;;:::. : ;;~;•':~·::~'"1 1_...,~rdi t,(rao,~. ,,<n,,n.-.,l(f\'410 d" uni /'uJ•~•""" ,tt ;>'<·P"'""ni , .,~:,, ,\i t,,n I~ ;,,,i,:,,,.,,1,," ;i..,.".,,d,.Jh \Ol.1,.,l,-Ua ~,::;\,.,:~:~ 1....,~::~\ , ,~;,1~-•, ,1ud;"1" 111 VOLUME SECONDO ! 10',!4 l'·•~Ìrl<, ""' I:! ithhlr:,~l"ni). Qur,10 .,..(',,.,,k, _,,)umr """l"'•''d,· i,:li """' ,..,1 in I"''"'" in.,,.,.,, d1<· ,_ ,no d.,I 1"\j ::al l'-lt•. <I. IL, tr.11lumlf•~ ,1,i;li ld,ll1 di \l!Jo;(\j .,11·,-1,.l(r,rn1m., •ul l'""'"'""' ,,, ,. una j;(O·tu, (lu.a ''" m.,i ,ari:. , """'''""i" ddl, 1.,,. lrrr. I h·din.,1i ,:-r,"'""'i!'"""'~' l◄, 11wlli, ...,..,,., al.-..,,,, ,Ji,1i,.,;.,.,,. di ••t;i:i i;:io- :,.,:it:►: ;:ri:.,.·! ;.~~:I~.;"~.;:·,::..i.!tr'J µ,i,.,., •v;,.,n,·ru ,1<-I "•luin.- dcli_,· c.," .. ....... q_.,,.., ,.,. ..,..,,.,.,,,, qu.-oto. d1 '"lf" un ,..,,11,,..,, •h•·r.,.,ni d, .cnll, pubbh (',<li " l-"''"l'·1ra1i p,·r Il i,,uhbliro. l:i l'Ìil p.:o,i,. , ru,hti, r 1t,111i _,.,mm:,n,.·1,to· la .... ,.111,, J; fran,n"·nli """ il 1..-.,;,ardi 1fnno ,,., ... , m,1 d,,- , ,:ili n,on a,mna ""'"''• ,·h, rr:or,o :1n1i la ,.-,1imooi11nvo più ~U r vt,·, i;:,,,.~:> d,-11.o ~ali<lit.11 ,- J)<'rt"nnitl d,,,II., ,u,1 lil>1·r., i•pira,;<1nt por1ic11. \'rii• ,.,,d,,i,n• ('"'/,:,o,,..,. I ( l1111i,, H,-:- ;,-l,,. .,.,.o,..,,,, ~ ,., dwt u,,,,,,, ,di, :10111, r11•• r d, /,.,,,.. • HJJ!"'"'' _,,...,, I. TORQUATOTASSO: POESIE \ run~ d, Fr.-n<"''('<'I l'Io,.~ C1006 1,:1.i;..,., <"(•Il 10 1llu•tr:i,i1>111) Z. TORQUATOTASSO: PROSE \ ,:,un di t'ranC'f'-• t-·i.,r., tlO'.!O 1,1•~•"'• ('on 6 illu,trMÌ,Qni). S. CROIIISTI DEL TRECENTO \ rur• <l, Rul1ttlu l';1ln1.in'lffhi (&tt8 pa. i,:u,,., ""' 6 ilh1•l••.t;,ml), Il 1'r..«nlt> t' ,1 ,,.,;,,k, chr ,,., n11lia ..,.,,.,.,,:, ..J ,rlll• bror,\, 1al\\,ha dr,,mmatk.,m.,nlt. il lr::a· p.,~.. , ,1., """'" •i:>id1uah1~ ,. d11 un'ttUOO· mili m,·di,,,1iJi,1irhr alk- fltl(I..,. f,wmr doti 11:1.,,."';nl('nlO, CJ..,1 tra,aghn tm,·a on q~. ~,o ,oh,m.- k' .,.,,imqnj,,.,.,, in1mrdi111,. , d;,,.,.,.. 4. IIIISTICIDELDUBCBIITEODEL TRBGEIITO \ C'ur.o Jj A. l.tu.-i (IO'JS pa((int. NII I~ 1llu,1r,ull•nif. Tra,lllllti. rqtok, l<'•IOmrnu. .,..,.,,.,.,;. nlf'dit,.zinni, ron,idtra,ioni, l<'I• •t•f'. l)l'f'i;hkn:, p,. n,itri ('~ fanno ri,altu1 !<' pr111C'1v•li ora11tr1,1ich(, d"ogni autor, ,. dànn,, 11 liol(',o r lv •\nfl{in1tn10 lo,'('nrrali df'! p• n,i,-rn n ligi,,.,., ~• mÌ•l1N> di quc-i ,luc ,.-.:;.,li. 5. LJl PREDICHEVOLGARDII BAII BERll'ARDIIIO DA SIEIIA \ ('urll dt 1'1tm U.trCf'llini (llill )):III\Ì11(' 0 ron !I illu,1r111ir,ni), \f,r11hilr r•C'NIU di !Ultr I,· .S pr.-.d,rh, d,rll<' nrU~ P,ana d<'l C ·limi"' in ,,. •.,. l'-lnno 11.!i. -.;,.., t•~ ~e, ill.,r,• in lutto il QuUlrQ<'C'nlO to,I (',Mllj>I•'"''• l"'>fOn11Q. IOCC:lllllt 8. LIRICIDELSEICENTOE DELLA ARCADIA \ Nn <li {'nrlo t'1ik:1,1,·rr.i !9"U p:.g111t, t.,n 16 illu,lrn,i,,ni). """"' ,·,·n1lqu1ttn• f'OM•• ,tal \lurìno ■I Chi,1h1tr11, d■I <..:.am. V"""rr;, .,I Rtdi. dal \kn1in1 111 Rolh. 11 \kt;,,l;,•10. 111 l'tul,(ool ,. mni 1i,,o ad ora 1.,nti .,,. fur<ulo ra«olll i,o u" i,,ol.u •·ulunlC', •• in ,I \::l•lf' J""1$lOrlÌ(>flÌ 7. GALILEOGALILEI: OPERE (lOLIJMI PI.IaO) \ ruru d, !'-.b, _l,~111>-1nnr" (1~4 pagil'lr, """ 16 ,Il•"'"""-""), ,•m,Lin ('fil "1>1• l"I,(" (I, I 1n•--imi ,i~t,mi •• ('h,- ~ Il pi\! ""'lrbf',· ddJ, <>V"P\· g11lilc-irmr. !,t,~uorlO .,_ .("rllto •ulln • n,1anr.:t1,1 • , il ,. l)i-c-or"<> ,ui ~.111<-J(i,::rnnli•; 11 "l)ì-.cv,.., d<II, (."n. rT>C'lt"• di, ~; può """'";4,.rarc <'flIDC il ,llt•"" dd "S~l,(l(ÌIUO!'r •; lt "\l..-c1ni• ch_l'"• .rhr f(l•thui-<0110 In 11rin11. tN>ria .c .. n1i11c.odrl!<' m:1rchinc ..rmvhr•; 11 b"'••· ~<'tiuo ~ui "D11di "• rht r l'orig,nr d,1 c.,1..,,10 d. llr 1m1babi1i1à l.',1~r11 Hrà di ~ ,·, lur.,i. 8. CASTIGLIONBE DELLA. CASA A cur:, di (, pn,;eo.Jini j\}l;(l p,+i:i,IC', con 16 ,llu•tr.umn,I. 1 "''"rlr ,,. qur,1<> ,·ol◄..nlC' k due opcr.· aullc quali ,i i,nn ,._ ,1,11M,· le t1ri,1,x~nic_ di 1u11a l'uropa "IL (.;Q.-1,g,1no•,. 11 "(,a1M('(I •. Di qu,·~11• I"'' I• 11rim11 .-olt" ,; ,U un i,,,n in,i,.rll(' ('rtlÌ('O ,. l'lt>n •J}U•j■!O, PREZZO Dl OOKt VOLUME f.'d,:,or1, J, /,.uo /in p,·llt ln1.,rtu.n mun,) 1.. 00 ltJ,:,o"" '"'• /in urla fihi,::r.in11n. ('on l<'fl'ntura iu P'•l,(nmtna t t.11fho do,1110) I.. 60 Agr"/1 ,,. la u11J1/<1 ,. ••lr ,,. ,,.11; , ,.,,,..1.,01('1, di tro-rò""" J.,d1,,1u,t .,.,. ,a,1, o ro•n,11,111<"" """ <1ur,:"o a RIZZOLEI C. EDITORI MIUNO • PI.UJA CARLO El\11 I .,,,,.,,. r/JrllN■•r ocn11,n,,./I' u,I Co11l0 Co"r"I• f'l>•l•lt :J.!Q16. '"'"'""' " N11 ;('/, (- c .. ,.,111"" • \fl/<1110.

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