Omnibus - anno II - n.13 - 26 marzo 1938

CC0NTlNUAZI0NEE FINE) II _·;\ PPE:'\'A 11 telefono lo wc~liò. ~ •.',1C'C<?rcshee il letto aC'Canto al proprio t•r,1ancora vuoto, e pcn- ..,{,che. anch1: raggiungC'ndo al più prc- ..t.o l'apparecchio, sarebbe arrivato troppo t,1rdi. Non s'infilò nemmeno le pantofole; CONegiù per Jr scale gelide, e pa ..,.,mdo d:wanti ,,Ila porta dt"lla madre "idc il finestrino illuminato. Andò .d tdt·fono C' ,;taccò il ricevitore: e Oh, Howard, mi di,;piace... \Ono ;\-larta Ro..,.... mi di,;piacc di di,;turbarla. ma lcrncn> cht· Amy '-Ì prcoccupa,(c. L(' dica che poco fa ho trO\ ato l.1 chia\'cndl'automobile >. «Sì>, di,;;se lui. « ~cll'automobik ,. e Nella nostra automobile. Arn) h;.1 perduto la chiave della sua macchina, r noi l'abbiamo ricondotta fino all'an- (!'olo. \"olc-\·amo che veni,;\C con noi ,l m;rng-iarCd' ue uova al pro~ciutto, ma ... >. La voce morì. Howard. col rict.'vitore freddo all'orecchio, udì all'altro capo dd filo il silenzio ricmpirtoi di una ,p~(ie di costernazio1 1' 1 come un re- ,piro trattenuto i come un,l difesa i\tin1i,a, femminile . .\fa la p:iu<a durò po- < o: qua~i )ubito la YOCCripre~, ..ebt'_t-'lll.' ~o~ple~amcnte diverta ; incspres- ,1, ~, h,;c1:1,n-.ervata. « Am, è a ktto, ,,•ro? ,. « Sì. è a IC'tto >. « Oh. Yii dispiace , :i a,·rrla di,;;turb,11a, Howard, di avnla fatta alzare. ~1a ero certa che \my ~i ..a.r('bbe preoccup;.lta <.coprendo che lt· manrnva la -.µilla, il re-gaio di (Ua '-UOCCra il ~ioiello <li fami~lia. E,·idcnteme 1ntc n~>n ,e n'è ancor,t accorta i non glielo d1c:1,non la di,;turbi >. Il filo ron;,ò te- ,o. « :\'on le dica che ho tdefonat~ o ;1ltro >. fl filo ron1ò. « Pronti, J--Ìoward? >. «No>, ri,posc lui, e non la di(turtwrò stanotte. La chiami domattina >. e Cnto. .\·li scu..i ancora. Spero di non avcr sveeliato su.i madre>. Howard riattaccò il ricevitore. Avc- \·a freddo. Fermq davanti alla porta ricca, dietro la quale "'Uamadre ~cdeva contro i cu~ini, con il ~uo vi~o color ,trutto, ~li occhi neri inscrutabili. e i capelli che, ,;ccondo Amy, rembravano di rotone vecchio. accanto all'orologio lt· cui lanc<·tte es!ta stessa aveva fermate, <tllcquattro meno dieci, quel ponwriggio in cui, cinque anni prim,t. le ,i erano ri,mimatc le mani, M'ntiva i \uoi piedi nudi rabbrividire ml p:wimcnto gelido. Quando aprì la porta. l'immaginr della vecchia gli apparve ,imilc all'immagin,· che s'era fatta di lei, fin quasi nella oosizionc delle mani. e Amy non è- i, casa >, di(se la si- !nora Boyd. e Sì. t a letto. Non hai sentito quan10 è entrata? Ha dimenticato uno dei uoi anelli da :\t . .rta Ross, stasera, e .\L.1rta ha telefon. to per dirglielo>. La madre non lo a,;coltava nemmc110. e Tu giuri dunque che Amy in <1uc.~tomomento :, in ca~a? >. e Certo. Certo l hc è-in ca".a. Dorme-. ti ripeto>. e Allora mandab ~ili a dirmi buona notte>. e SciP<·chcz✓.l'. :\on lo farò certo>. Si guardarono al di~pra della ..,p,dliera del letto. e Rifiuti?>. e Sì>. Si guardarono :'\ncora, poi il ~io'"ane ,i voltò per andar<.enc; ..,enti\a ~li O<> chi dt•lla madrC' che lo q:guivano. « A propo~ito. Ainv i\Vl'\·a perduto la ,pill,1, vero?>. Quc,ta volta non rispo~e nemmeno· k· lanciò un ultimo ~guardo, e chiudendo la porta mci. Tornò nella sua c,1mera. ilCCC''-(' l,1 lute, mi,c le pantofole r andò al camim·tto, a mettere un po' di carbone <.ul1,t brace e a ~muoverlo finché non di- , ampò. L'orologio tiul caminetto sei,iava l'una meno vrnti. Ora il fuoco C'r,\ bene acct',;o, e Howard non tremava p11:1. Tornò a letto e $peme In. luce. la- ,ciando che il fuoco o5eilla,~e c brill.1,..,c,;ui mobili, tra le fiale (' ~li ~pecrhi della toeletta, e ..,uJ proprio ca~,cttorw. dove ~tavano le dur rornici d'ar- (:l'ntO. con i ritratti di Amv r ~uo, C' una tcr✓a più piccola, \'UOt.1.Giaceva il buio immobile e non fx·w,a\·a più. Solo un momento. tranquillamente. ;1vC\:\ pcmato: e Dunque. è ~uccc~~o: ora imma~ 10 chC' (aprò finalmC'nt('. e hc ~coprirò <he cosa fare', •· poi niente più. Nella casa era rimrt(tO il suono ,tridulo d(.'] tcl, fono. cornc un'eco o..t.inata. Dopo un po', comintiò a (entirl' l'orologio <oul caminetto, imi~tC'ntC', freddo, ,;ommt.·~~o.Riaccese la lucr l' prC'"t' il libro aperto po(;\to ..,ul comodino, m,1 ,. oprendo che il rumore d<·ll'orologio gl'impcdiva di fi(~an il JX'n~iero ~ullc-parole, ,;j al1.ò e andll ,\I r,1mint:tto. Le lancette erano ,;ullc duC' ,. mtuo. F<·rmò l'orologio. lo vol-.c contro il muro, .tndù col lihro acc.rnto al fuoco (' ,1.:op1ìdic ora poteva fermar la mente.· ,ullc parole, ,ul loro ~n,;o. che potn a lc(!'g<'rc indi')turbato. Non anC'blx dunquC' potu10 dire e~attamente quando ,coprì di a,Tr sme')<.Odi leg::;c-rce ~ollc\·ato il capo. :"Jon aH\'a udito rumori. pure ~ape\·a eh<' Amy era già in ca,~l. Non ~apcva perrhé lo ..a.. pe~,;c: trattenne il fi,no. immobile, e ;ittcsc. A un tratto. udì Amv dire: e Sono io, mamma >. e Ha detto mamma >1 pensò, ~cnza muovcr..,i :rncrna. e L'ha çhiamata di nuovo mamnrn, >. Si mo~se. po:-.ò con cur,1 il lihro. (egnando la pagìna, e attravcr,;:ò la st.anza, camminando na1u~ r.dmentc, ..c.nz.a .ittutirc il rumore dei p.1,,i. Aprì la porta e ,·ide Amy U(Cire in quel momento dalla camera d<'lla ,;it;:nora Bovd, e ..,alire le scale. I tacchi duri laKi~1Yanoun rumore forte e nuovo ndla ca,a notturna. S'na crrto chin.:11a, udendo la madre chiamarla, e rimes(e l<' ,carpe, pensò lui. Amv non lo aveva ancora vi'>toe <.ali\ a dcci'la. A un tratto lo vide in cima alle ~cak Per un attimo, ~i arrestò pirtrific;H~l. ma si mo!;.'ìCsubito e lo raggiun,e entrando nella stanza. • t:, molto tardi? Ero con i Ross. Mi h:'\nno la(Ciata poco fa all'anPolo. Ho perduto la chiave della mia automobile al circolo. t. stata forse l'automobile a wcgliare tua madre ,. e No. Era già SY('~!ia. È 'ltato il tric• fono>. Es~ andò verso il fuoco e vi avvicinò le mani. -.enz.i levar~i il rnppotto; for- ')(' non avc,·a udito. Il ,uo viso era ro~a nel riflesso del fuoco; la !.ua pre,;enza Ja..,ciav.1quell'odor di freddo, quel .~elido profumo che l'aveva preceduta ndle scale. e C1à, for-;e. li suo lume era già accc')o. Ho capito, appena ho ap<.·1 to la porta, che (·r;tv.imo battuti. ?\'on ero nemmeno entrata in ca(a che ha detto '' Amv ", <·d io ho risposto: "Sono io. mamma". "Entra, per favore'', ha dt>tto kì. Era lì con quegli ocçhi che non hanno orli e quei capelli che ~i direbbero strappati da una vecchia balla di cotone; ha detto : "Capirai, naturalmente, che devi la- ..,ciar ,ubito que,;ta casa. Buona nouc''». e Sì >, di .. _elui. « Era (ve("lia fin dalle dodici t· mrno circa. Ho insistito che tu cri .1 letto ,,ddormentata. <.1ffidandomi alla fortuna. :'\on r't·ra da far altro,. e Yuoi din• t·hc non ha dormito .iffatto? •· e :"'-;o. È ,tato il telefono, come ti ho detto. Vrr...o l(· dodici t' nwz;,o >. Lr mani <;t•mprc allun~atc verso il fuoco, lo guardò, al di sopra della spalla impellicciata, con una specie di c01npa((ionc. Aveva il viso rosa, gli ocrhi luridi e pe~anti di donna dopo il piacere. e li telefono? Qui? A mezzanotte e mezzo ;1 Che ,cherzo di cattivo genere ... :'\1J non importa>, c-.clamò Amy. Si ,·olse, e gli fu di fronte, con la rkca pelliccia aperta \ul fra- ~ilc e -.<"intillantt ve\lito. Gli ,;;i .t\ vicinò <,ollcv,rndo k braccia. « Sì, dico proprio che fortuna! • c..,clamò abbracciando il marito e ,;;co- <.1andopoi il viso per guardarlo. e Lt'i h.i d('ttO: ·• Subito"; dunque po,-.iamo andare. Capi,;ci? Pos~iamo ,!lldara·ne ora. Dàlle il denaro, laSC'ia• t::liclo tutto. :\'on c'importa. Tu puoi trov,1r lavoro; non m'importa come e don· vi\'rt'rno. Ora non hai più il do- \C're di ,t,1r qui. ron lei. E~(a ste~,;a ti ha. <"Omtd• ir<·,ti ?, J.'>,olto. Peccato ,olo che ho perduto la chiave dell'automobile. :\la c:unmincrcmo. Sì, cc ne andremo a piedi, .,enza portar \ia nulla. nulla di ,uo. ,cn:ta nient!..',com{' n:nimrno qui>. e Ora? > chit·\r lui. e StanotH'' >. « Sì I Lt•t ha detto ··Subito". Dc- , \•...c..rr ,tanott<' >. • ~o>, ri'-l>O(Clui. Fu tutto; "(•nza ri\('l.ir(' chl' co<.;\ acc('tta,.,l·. o chc C<1(a rc~pin~e~<.c.:\la non cc n'era bi..,ogno: (•~,a ,(•g:uitò il <;trin~erlo; ru ~()10l't:· ~pre<.toionedel ,uo viso a mutare. Xon ~i o!Tu,;rò, non rivelò ancora terrore; ma q,mplicC'mente incredulità, come quello di un bimbo. « Vuoi dire che ti o,tini ancora a riman<·re? Ancora non vuoi b,ciarla? ChC' mi condurrai ~oltanto all'alOC1g-o, stanotte. t· tornerai qui dom.111ina? Oppure t·he non stnrai nemmeno all'.llbcrgo con me <,tanotte' Ch<• mi ci porterai <' mi la~rerai lì. e poi... >. Lo tcncv:'\ <tretto fi,~andolo; a un lr<.1t10cominciò ,\ dire: e Atipctt,1. A..,p<'lta. De\'·c~-.crci un moti\·o, qu.-11• che co~a.... \\pCtta ,, ~ridò. « a-.pctt;1 1 I-Lii detto il telefono .. \l!C' dodi< i <' meno :t Lo fì.....,,,,·a,(·mprc: le mJ.ni diq•nt.\tt' dure, Jr pupill<' come ,pilli, il \.'Ì<.O pi<·no di frrocia. e Erco. ecco il motivo. Chi h,l tclt'fonato qui per acn1,armi ·i Dimmelo. ti ,;fido a dirmelo 1 Ti ,pic~hoù tutto. Dimmelo' ,. e C \lata ~I.irta Ro-.<.. I la detto chr tt av<'va appcn.i la~ciilt,l <tll'angolo >. ., .\ll'nt11·a 1 > gridò -.uhito l<·i, immc-- diat.1m('ntf', qu.1,1 ,en7.\ ,tn·r udito il nornr e \1,·nti, ., ' \li lunnn ri;1anmp,u~n.11,t;\ < a,a a qw.·.ll'or,i, ma <:ra ,rn- <·ora prc.,to, co~ì ho deci~o di andare a c.1-.aloro a mangiare due uova col pro- "ciutto. Ilo richiam..'lto Frank prima che wolta,,e, r li ho r~1ggiunti. Fr.rnk può provarlo. ~\1arta mentiva! .\li han. no l:\,;ciata in qucst'i..,1ame all'angolo!>. Lo guardò. Si fi,,.lrono per un lungo momento. Poi lui t hie,<•: e Dov'è la ~pilla, allora? ». « La spilla? Che <.pilla? >. .\ta già l'gh ;wcva vi,to la mano di lei (a!irc \Otto la pelliccia; vedeva il ,uo viw di1,ttaNi come qurllo di un bambino che ha pt·rduto il fiato. prima che lei comincia~<' a piangt"1C'con un ~lva~t?io t' immobile .1bb:indono, p.1rlando attra- \Cr\O il pianto con soffocati ,;inghioni infantili. e-on completo e disperato abhandono. e Oh I loward 1 :\'on ti a, r<>ifatto que,tt) ! :\'cm !';1vrei fotto, te- lo giuro! >. e Va benc :t. di~,c lui. e Zitta. ora. Zitta. Amv. Ti ,;cntirà >. e \'a l-,4.•neS. metto>. ~fa continuava a fi~sarlo con quel viso curio(ament<' rigido. \Otto l'incrcdibil<> flusso di lacrim<', come se non \Olt:1nto gli occhi, ma tutti i pori zampilla~\cro in,;icmC'. Ora parlava anche lei come c;c pensa(-.e, ,cnza men,,ionarc 'iOgg-ettohé circostanze, ~enza più traccia di ~fida o di diniego. e Sarc..,ti ,·('nuto con mc ,e non ,1, <''>S,iaputo? >. « No. :'\cmmeno così. :\'on la Ja~cerò. non la la',,("rrò finché muoia. Né queqa ca..,a. Non voglio. non posso. :\'on ...>. Si i?;uardarono. lei fi~~andolo comt' ~e vcdesc.c riflc\,;o nelle sue pupillt· non ,e ,tes,;;a, 1 ma il vi~ color p<'r- ~amc•na della madre. i bianchi capelli ,;porchi ammas.,;;ati, i crudeli implacabili occhi: la propria immagine cançeJla1a pili che dalla ~ola ccC'ità: da una qualità indcterminat:t, U'lvinribilc e cro- ('ifi,sa. e Sì>, di~~r. Tirò fuori chi,sà da dove un batuffolo di vC'lo l' cominciò a premnç,clo <.u~liocchi. delicatamente, perfino in quel momrnto preoccupandosi per istinto del rimmel dila[!'ato. « Ci ha ,confitti. Sc-duta in quel letto ci ha battuti •· Si vohe, andò all'armadio a muro e ne tirò fuori una valigia in cui p0<.e gli oggetti di cri<;tallo della toeletta. poi aprì un cassetto. « Non po~so portar via tutto stanotte. Dovrò ... ». Allora si mosse anche lui, tolse dal ca<.,ettone, dov'era la piccola cornice vuota. il suo portafoglio, l'aprì, ne tol- ~ il denaro e glielo diede. e Non credo di aver molto, qui. :\la fino a domani non ti servirà denaro>. e Sì >, di,;sc lei. « L'altra mia roba puoi mandarla all'albergo>. e Certo•· Lei piegava e li,;ciava i biglietti, ,('nza guardarli. Non guardava il denaro, chi("à che co.... 'i guardava. e Non hai una bor,;:a o qualco'l'altro do,·e metterlo?> chiese lui. e Sì >. Ma non ~mise di piegare e di li,;;ciart' i biglietti, ,cmprc sem.a guardarli, ~cnza sentirli, foNe, come se non ;wcs..~ro valore, e lei li aves~ raccolti pigramente, sema ~<'opo. e Sì >, ripctè. e Ci ha battuti. Sta in quel letto, e non ne u,cirà finché non verranno un giorno a portarla via. e con quella spilla ci h~1giocati lutti e due >. Poi ~i mi~c a pian~erc. m:i. calma, rome ;wcva parlato. « Bambino mio>, disse. « Caro piccolo mio>. Lui non di<.~(' nemmeno e 7itta >. :\spettò ,olo che lei ..,j a(Ciuga((C gli occhi di nuo\ o, e, alzandosi, guardò con un'c(prr..,~ione qu,\(i litta il viso di !ci. l'accurato vi'iiOdi gala (Convolto e· macchi;1to. m,1 pieno della pace delle lacrime. e Be'>. di ...... e e è tardi>. Si chinò, ma lui ru più welto e prc~e la valigia; ,ce,c-ro l<"~cale in(icme, e videro in alto la port,1 illuminata della ~ignora !lord. « f:. un ,·ero peccato che 1u non abbia J';rntomohile >. di,.se lui. e Già. I lo 1><'rdu10la chiave al circolo. .\L\ ho t<'lcfonato alla rime..~a <' domani ne porteranno un'allra ». Si frnnarono nell'atrio mentre lui telt•fon;1\a pn un ta..,sì. Poi attesero. parlando calmi, e Ti con~i~lio di ,mdare ,uhito a ktto >. e Sì, ,ono "l,rnca. Ilo ballato molto :t. e La mu,ira era buon.a ;1 >. « Sì. \"on ~o. Forse. Quando si balla non si no1.1 di solito <e la mU\ica è buona:,. « Già. immagino che ..,ia co,;ì >. In quella arri\'() il ta~tiÌ. Uscirono. lui Hl pigiama e v(·,ta{?'lia; la terra era gelata. dura come il ferro, il cielo amaro e br·illante. Lui l'aiutò a ')..'1iirr. « foma subito dentro, ora>, e..,ortò lei. e .'!on hai nemmeno il wprahito >. e Sì. Ti m.rnderò le tue CO<;<do"mattina presto>. e :\'on troppo pre,;;to. Corri, ora:,, Si er;i .~.ì ,cdut,l comodamente avvolta n<•lb p, llit'ci.1. L'automobi!C' ..,j mo~(C. lui non voltò il capo. ~fentr(' chiudc\'a la porta, ,ua m.1dre lo chiamò. ma lui non ri"tl'ltt' non 1.!Uardòn1•111mt·nola porta Pn·<;<a" ,;;alirc le ,;cale, ru~~tndo l'opMa, imonne, perentoria voce. Il fuoto ~l c•ra con,umato; non era pit'1 < he un fortr <hiarorc 4(),;a, pacifico e qu('tO, caldamcntC' rifles<o da specchi e dit legni luridi. Il libro ttava anrora ,1JX'tIo ..u. lla poltrona. Lui lo pre..,c, :tndò .11 comodino fra i due letti, cercò l,1 bu,ta di cellofan degli ,pazzolini da pipa, u~ata per sc~ar le pagin1-. e la mi~e nel libro, che ripo'i<'. Er,, l'edizion<' tascabile di Grren .Wans,ons. A\'C'\a \Coperto quel libro duranh" l 1adolt·<.<cnr:,1;non faceva che leggerlo, da allor.1. Durante quel primo periodo Je,,t.' solo la parte del viaggio dei ire in rerra dell'ine~i<.tente Riolarna. Cercava ~cmprc quella parte e la lcg- ~cva in ,cgreto come un r,u~ano normale avreblX' fatto p<..·run norm;ile libro mceno o ("rotico; ~aliva \U per le brulle montagne con Rima \·('r<;Qla ca- ,·ern,1. (en1..a sapcre allora che cercava un 1;,imbolo,per fin,1lmt•ntc liberarsene. Con lo ~tC~'iO dc~idcrio e bisogno di Rima. di fue~irc e di ,;alvar.i, seguiva lt·i oltrt' la caverna. dove lei sostava, ,en1a nemmeno atte11derlo1 labile e dC'- bole come una fi.1mma di fiamrnifrro nella fredda in~cmibile luna. :\'ella sua inno<'cn1.a egli credeva allora con una (pccie di ango~cia e disperata gioia che il rni..t.ero di Rima C\SC'ndofi~ico non fos..,;c rniqero. che e"'-a fo~se corporeamentc impenetrabile, incompleta; giustificava co~l con <"alma disperazione, rilòeattavd ciò che (offriva {così almeno credeva). non per ma colpa, con ciò che trovava nei libri {come fanno i ~iovani). Ma dopo il matrimonio non riprese quel libro ~ non dopo la morte del bimbo, quando cominciarono le U\Citr d<'I sabato. Ora evitava il viag~io a Riolarna come un.1 volta l'avt·va cercato. 1.c~- gcva ora \Oltanto là dove Ab<.'le(l'unico uomo ~ulla terra che ~apcs-.c di <'''\Cr solo) erra nell'impervia e proibita fore\t.l pi(·na di rumor d'uccelli. Andò al ca~~cttone e riaprì il ca,;'-Ctto dO\'C teneva il portafoglio rimanendo per un attimo con la mano sull'orlo del C'<Metto. e Sì >. di,;~efoi;te, calmo, e pare- che l'abbia \('tnpre ..aputo. qul'I rhe forò>. L.1 ,;tanz.i da bagno era in fondo al (orridoio. ag-giunt.i in un (C'Condoti'mpo alla ca,a i era calda a\·cndo lui la- ,ciata acces..t la Hufa dettrica dirnC'nticandola per Amy. Qui egli custodiva il suo uhiskJ. Aveva cominciato a bere dopo la parali<;i della madre. ,11 principio di ciò che ,wev,1 creduto la ,;ua libertà, e dopo la morte del bambino teneva lì un barilotto di due galloni di whisky di grano. Sebbene la 'ltanza fo.-..~completamt·ntc distaccata dal corpo dell.1 ca~a, e l.1 camera di ,;;ua madre all'altra e')trcmità. egli tappò con cura tutte le fr~,;ure intorno alla porta con asciu.~amani, poi li tolse e torn,1to nella ~ua camera prese il piumino del letto di Amy, tappò di nuo\·o le fessure e vi appese davanti la coperta . .\la anche così non fu çontento. Se ne stava lì pensoso. indeciso, già un po' adi~ (non aveva fatto ne-.sun esercizio fi~iro da quando aveva rinunziato al ballo, cd ora, _dopo tutto quel herc continuo, poco era rima~to nelb sua figura del ~iovane studente}, lasciando pendere la mano con la pistola. Incominciò a guard.u-si intorno e l'occhio gli cadde sul tappetino piegato rnll'orlo del bagn1..'. Si avvohc la mano, con la pi~tola, nel tappeto, e puntatala verso la parete di fronte ~parò. La detonazione fu soffocata ma aspra. Lui attese immobile, come ~e asp<.·tta..s.c qualche suono, di lontano. Ma non udì nulla nemmeno quando riaperto l'uscio andò senza rumore nc-ll'atrio e giù per le scale fin dove pott•va vedere la porta illuminata di sua madre. N<"mmeno questa volta 'l'indugiò. Ri~alì le ~cale. piano, udendo ..,enza a\coltarlo il freddo impotente raziocinio: « Come tuo padre pare chr tu non possa vivere con nessuno dei due. ma. diverso da lui non puoi vivere nemmeno '\C'llZi.l di loro>. ripetendo~i piano: e Sì, mi pare abbia ragione. Ci conOst<', pare, mc-glio di mc>. Chiu~e la porta del bagno e la tappò con cura < on gli a-.riugama.ni. .-..otto c '-Opra; questa volta non appese il piumino. Se lo tirò addo~~o. ..,,,duto~ialla turca, e vi ~i a\\ ohe. pi cmnidmi la '>pt•~,amorhida coperta ')lii vi(O. a!Tret1ando~i. lllUO\endo(i rapido ora perché già rominciava a ,oITocare. WILLIAM FAULKNER (firieì 7 rndu::.ionl' di ,\1. ,\fartone) ~rr ~ li I I MM I N E N T E I MEMORIE I DELLA PRINCIPESSA JANE DI SAN FAUSTINO 1111, ~ ==' Quando si leva il cappello .... ... la sua Lozione scientifica a base di essenze di tiori, estratti di erbe e radici dell'alta montagna. Previene la caduta dei capelli - libera dalla forfora e dal prurito - ammorbidisce i capelli • li rende lucidi e mantiene la pettinatura ]lii LAB U Laber è prodotto neJ htborn.• iorl deJJa Ltn•auda <.:oldinnvn ,. 1.'MiGèi°1~·t-1t-1'P l'' 1P)! ~1P1 !fi0H'r'/ • • - .. ·- --:!-:..z. ~ -1 ,,_4---J:.t"- ~~ PFPl lii COLLEZIONE "I GRANDNIARRATORI" t in vcndiu I.a 25• OJ)C'U di qucsu suptrl» uccolt~ in pelle ,:crdc-: VOLTAIRE CANDIDO OVVERO DELL'OTTIMISMO TI\ADUZIONE DI TOMASO ~10NICELI.I ~oto volumt contiene, oltre J1 C,,,,,,JiJa - f.amoso upolJovoro di VoiI.aire - Jlcuni uccooti brevi e vìv.aei, xchi tu i pi~ signihutivi del gunde xrittore. Si tutt.l di un volumt che offre IQ~vJogopi~ dilctteso, r.au.aodo d.all'idc.1gr.ave e d.11J)(nsicro ~rut.atore, .al!Jo(rivolttz..a(.anuii~ e .al!Joutir.a mord.1ce. Finemente- r-ilegJotQin J)(llt vn-dc impr~u in oro, il volume eostJI Lire 9 RIZZOLEI C.EDIT.,MILANPOIAZZAC.ERBA6 ·I

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