IL SOFM DELLE musE ~~~l[l[i\[! VEBIRIII ~ 'ICONO TANTI rornamu, tante rac. lOJ colte di novcll,:,, migliaia di ,..-olumi di versi, e vera.mente può sembrare cap11cc-io l'andare in cerca d'un libro come quello di Ferruccio Ferroni, stampato a Verona e intitolato: Verona di iui (L'Ar('na Editria). Qu,:,stc pubblicazioni sono il divcr1imcn10 di chi ~ttimanalmentc .si .in. noia su groui volumi, appena usciti di tipografia, con lo scopo di stendere cronache di letteratura contempòran('a li vohunctto di Ferruccio Ferroni, per il suo a~pC'ttod'alman,1;ccoe di guida civica, pare quJs1 che rifiuti lettori che non siano di casa Ferroni ha scriuo per i conciuadini vcront:si, e con l'animo del concittadino che rievoca fatti e cose lontane eppur d'un p,u~ato che ognuno può ritrovare nella memoria <.:ronini chr rie\·ocano- i tempi che furono, non ~no mancati mai, e la loro pros,t fu 1C'mprr ddle più fragili e sciatte, lievitata appena da certa prosopopea oratoria e, qua e là, dal tremore ddla nostalgia· letteratura dolcia.stra. che par nutrire 1wl pubblico l'atuccamento Ji luoghi comuni Ferruccio Ferroni pare appartenere a .sì misera famiglia ; il suo me.stirre rest,1 dì modesto cronista , la ragione dei suoi :11 iicoli non la .si può cirrta1nente scoprire che considerando un piccolo pubblico chl·, di tanto in tanto, vuole e in cronaca> l'articolo di curiosità locale. Ferroni non ha r.uto di più: ha rinocato per I vnonesi una vecchia Verona, eppure la .sua prosa appare, ad apertura di pagina, di tradi1:ione diversa Le prose di Ferroni rievocano la \·ecchia città con ironia abilmente nasco.sta in una eKlamazione. Passano per la città i cortei di un gran circo equestre, che ha elefanti e dromedari ; nel tempo del pro.l!rl"UO,non è il pittores.co che premr-. e Allora d.n·vero la meraviglia non aveva più limiti e tutli rc~tavano come istupiditi pensando al pro• grcs.so>. Le nostalgie di Ferroni hanno questo merito: il' ricordo nu,i è patetico, e quando min,1.ccia d'esserlo intt•rvicne uno stile che quasi tutto pone in un'aria di mezzo )()tri.so. La .sonc-di Ferroni è quella d'un lettore di gusto. Gilberto Altichieri parla, nella prefazione alla seconda edizione di Vuona d, 1n1, di una Ronda minore. La Ronda, come pochi dei nostri lct• tori sanno, fu quella rivista lc11eraria di Cardarclli, Bacchelli, Baldini che, nel disordine del dopoguNra, volle appartare ,il• cuni scrittori perché l'ordine fosse almeno nelle Co.K' letterarie. E ,..eramentc Ferroni rammenta i e rondisti > ; sebbene il suo .ibito di croni51a lo renda più accosto alla piccola verità delle cose, dove l'ambi"tione retorica quasi spingc\a gli altri a una prosa i cui motivi, prima di cadere sotto la penna, avevano già in .sé un colore di letteratura Ferroni no, la sua prosa non vuol che descrivere una piccola società veneta, <"he forse ormai è SL0mparu. Il vecchio ponte di tavole dove .si pagava il pedaggio d'una e palanca> non vuol essere da lui rievocato con intenti letterari; il capirolo che vi è dedicato ha l'aria d'informazione con date c cifre precisi, ma Ferroni non resta in archivio, né si rerm.a al tremore nostalgico. La e palanca > del pcdaggio e il buon padre di famiglia se la preparava fin dalla sua partenza da ca.sa... La sera difficilmente si torna\"a dalla stessa parte per non sprecare>. L'occhio è intento a rermare non wltanto il colore, ormai raro, d'una piccola SO<;ietà,ma anche a fermarne i caratteri, il costume. L'arrivo della mo• dcrnità nelle piccole ciuà italiane ha avuto molto della commedia. 1\rrivano i tram elettrici, le automobili, gli aeroplani: e Final• ROKA :MINORE · PARTICOLARE DI UN PORTALE IN VIA DEL SANTO UFFIZIO mente pareva come essere in una grande ci11à, a Parigi o preu'a poco 1 :t. Le .stampe veronesi .scritti" da Ferruccio Ferroni derivano un loro color morale dallo \tile della pro.sa e vi sottintendono qua5i un ~iudizio. Del resto, come per ogni scrit1ore, la pro.sa sta a fare la spia. Appena Fnroni smette le sue maliz.iose evocazioni, t" qua.si chiede scusa ai lettori di tanto amore al passato, dicendo che ancht· i tempi moderni hanno un.l e loro poesia :t, allora ~·!Jli non è che un cronista dei tanti Di1 ernmo che si sacrifichi per i .suoi concit1.i.dini che leggono; i quali vede intenti al ~iornale spesso sollevare il capo esclamando: Questo Ferroni proprio non conosce la V<"ronamoderna>. Fcrroni si giustifica, arferma che veramente egli ha l'occhio an- <·heper le belle cose nuove ; ma allora nella stia incerien.a finisce col scrivere male. In quel momento, più non interroga la memoria, che è la sua unica risorsa; anzi dei ricordi si direbbe che abbia improvvisa~ mente paura Ogni tempo, diamine, ha la e .sua poesia > , ma ogni tempo ha anche i ndicoli provinciali che Ferroni ha saputo disegnarci in alcuni capitoli. Gente che dice: e Finalmente siamo moder:,i: moderna e grande è la nostra città >. Il meglio di Ferroni sta proprio nel cogliere con p~- cisionc il comico dei tempi andati, che erano comici per le stesse ragioni che faranno comici, domani, i presenti ARRIGO BENEDETTI VIAGGI E AVVENTURE PAOLO ZAPPA: Gli euasi dall'1nfe,no rosso (Corbaccio, ~filano, 1938. L. , 1). < Per go\•ernare baita lerroriz.t.a,e. Fuci- !Jndonc uno, se ne terrorizzano centomila>. Ecco le parole di Zerzinski, fondatore della Ceka e della G.P.U., che Paolo Zappa pre• mette alla raccolta di alcuni suoi servizi di giornalista. t un giornalismo, quello di Zappa, che t'rcdi1.1. i lettori della cronaca nera Si mira agli ~,es.si effetti, si usa lo stesso linguaggio, sciatto e insieme colorito, <'he era proprio dci cronisti di trent'anni ra. POESIA E.ZIO BORFECCHIA: Pauu (Centauro, ~lilano, 1937. L. 6). e Per te o illusa umanità io piango in questa notte tersa e luminosa», esclama il poeta in una lirica dedicata alrumanità Più avanti afferma: e La morte è la voce dell'infinito>; eppoi, pre~ ciiligendo sempre i veni dall'onomatopea rude e forte: e Rigugliano i rivi ingorgando :t. Poeti come questi si sentono danteschi, in questo loro dichiararsi per le COS('.1lte e rudi. Ma è di particolare interesse la prcfa. z.ìone di Ugo Roberto Bossi al volumetto. Borfecchia, dichiara Bossi, non vuole che c:§3~~~~,&:>a~~u DI DOSTOIEVSI•I (COHTLNUAZ. DAL NUMERO PRECEDENfE) E 'CHÉ ostile ad Of{nl forma d'internaz1onalism.o, Dosto1eV"sk1giunse al punto d1 d1ch1arare che I russi han· no due patne, la propna e l'Europa, e senti nel \CCch10 continente la presenza d1 qualcosa d1 santo e ternbde •. Così, un anno pruna d1 monre, nel celebre discorso su Pusckin, riconobbe nell'un1vcrsallsmo la qualità somma del poeta celebrato e del gen,o della sua nazione. Ma net Karamaz01,•, scritti presso a poco m quell'epoca, Ivan parla ad Alioscia dell'Europa come d1 un santo e prediletto c1m1tero •: ed al suo pnmo qaggio m Occidente Dosto1e\"sk1 stesso riportò tcrnb1li impressioni, suscuatc soprattullo dalla \·is1ta ai qu:.irt1eri industriali e popolan d, Londra. A questa straordinaria larghezza d1 ndute congtunse due odi fen·ent1, uno nutnto di disprezzo verso lo spirito h:desco, che sfogò specialmente nei quadn d'ambiente del Giocatore, e l'altro, commisto d'un senso mcomprcns1btle e profondo d'ammirazione, per quella Roma cattolica in cui egli vedeva un'incarnazione dcll'.-\nt1cnsto, e contro cui sca- ~liò 111emb1le anatema del Gra11dt i11q1ns1tart:. La su.., scns1b1htà per I bisogni reali dei poveri e dei diseredati, o, come egli dice. degli a,·v1ht1 ed offesi (non per nulla ra nato proprio nell'ed1ficio d'uno degli ospedali d1 Pietroburgo), può forse spiegarci come ma1, pur essendo straordinariamente t:ontrano alle utopie de, so- •·ialist1 fino dalla g10\"entù, fosse 1mpllt:ato nell'affare, anzi, nella cosiddetta con- ~1ur;.1del gruppo d, Petrasce\"ski. O che egli ritenesse eh~ 1I mo\ imento fosse mnocen1e e itccadem1co, o che ne fosse nn un mom.ento attratto da pure e semplici asp1raz1on1 umanitane, resta certo che il circolo di Durov, quello al quale appartenne, er:d uno dei p1U moderati, e pare che l'atto più temerario dei cospiratori consi<;tesse nella pubblica lettura della lettera a Gogol di 01elinski, lettura fatta propno da Oosto1evski. Ma a quell'avventura fu certo spmto anche da certe 111clinaz1oni della sua psicologia, quale il gusto del rischio, l'ansia dì assumersi una responsab,htà, l'attrazione d'una estrema esperienza intellettuale ed umana. t risaputo che già a quell'epoca Dost01e\"sk1 partegg12va per gh slavofili, e vedeva il bene sociale piU nelle forme quasi preistoriche dell'economia nazionale e popolaresca, quah 1I ,mr e l'arul, che ne, falansteri utopist1c1, dei quali più tardi ebbe a dire che gli ripugnavano più del bagno penale. Forse può darsi che numsse l'ambizione di trovare una conciliazione tra socialismo e crist1anes1mo: ,td ogni modo fin d'allora Dostoievsk1 era nsolutamente contrario ad ogni tentativo d1 avV"elenare politicamente le masse. I suoi postulati d1 riforma sociale erano \'asti ed ard1t1, ma fino dalla giovinezza li concepì come concessioni larg1te dall'alto, e s'oppose sempre alle conquiste ott:nute mediante la rivolta od 11sangue: e fu l'unico grande spirito fra i Russi del secolo scorso a ereditare l'odio dell'a11cim rlgimt settecentesco contro la rivoluzione francese. / dtmoui, oltre ad essere la tragedia del penMero liberale decaduto a ind1v1dualismo anarchico e criminale, vogliono anche essere 1I dramma del popolo affetto da quel contagio, come lo dimostra l'episodio dell'incendio della fabbrica e la figura d1 Fcdka forzato. Il s1g111ficatointeriore d'un sumle atteggiamento politico e spirituale dimostra con quanta ammirevole serenità, senza alcun odto, senza la minima ombra d1 risentimento verso il regime, egli superasse la terribile espenenza della deportazione; ed mfart, così scrisse al fratello proprio dall'inferno siberiano: lo non mormoro, questa è le mia croce, e me la son mer1ta1a... "· ~cl suo unico libro direttamente autobiografico, le Mtmorit dtlla casa morta, nusci sempre a mettere sé m secondo piano dmanz1 a tutti I compagni d1 pena, e benché debole fisicamente, affermò d'accettare con gioia la pena d'ogni p,ù aspra fatica. Biografi e testimoni dichiarano ch'egli non si lamentò mai di quella tragica pro,•a: e bisogna davvero riconoscere che quest'uomo che svela senza pudore le piaghe pili 111t1mee profonde dell'intelletto e dell'an,ma, che spoglia le propne creature e che ne mette il cuore a nudo, vivo e palpitante, dinan.ti al lettore, nelle opere !et• tera.ne fu sempre d'una straordinaria d1screz1one per ciò che lo nguarda direttamente, in una maniera che trae dell'umiltà e non dell'ipocrisia. Ed è sempre m modo indiretto attra\'erso l'involucro o la mediazione d'un personaggio, ch'egli c1 lasciò la testimonianza dei più tremendi ep1sod1 della sua vita, la condanna del propno corpo, con le sue \'ergogne e I vizi palesi e segreti, e I m,sten più recond1t1 della sua anuna. Ed_ 1r/att1 fu così che, ~anto a un personaggio puro e pos1t1vo, ,I pnnc1pe l\fyshkin, quanto a un mostro umano, il bastardo Smerdiakov, e oltre a loro, anche a un uomo ald1 là del bene e del male, quale l'anarchico metafisico K1nllo,, egli attnhui la malattta che lo tormentò fin daluna cosa: e esse.rt' sincero. Artiere di terra di Marche, non poteva venir meno al carallere di 1ua gente. Onde la r\,?dczza, oserei dire la rouezza, di certi suoi versi... Ecco da una voce sana del popolo dclincars.i quel primitivismo vergine in arte, che i poeti intellettuali di oggi cercano di ritrovare con la \Oluta semplicità di una linea formale>. E più avanti: e Il \erso esce come sliclo detta il cuore ... >. E infint': e Dolori e gioie di JC:nsie di anima . url.1.110in Borfecc;,ia il b1.s0gnodi un ::>io verace, che lo racqucti di verità :t. STUDI \NTONIO MIOTfO: /ntrodulior1, alla psrcolo1ia della folla (e La nuova Itali.& :t, Firenze, 1937 L. 10). Que5tO 5aggio \UOle cuerc uno studio sull'animo t· le condiiioni morali dl"ila folla nella vita moderna La folla viene esaminata come Cenomeno sociale, da contrappor.si all'individuo riguardato soprattutto nelle sue manifc5taz.ioni psicologiche. Saggi come questi forse avrebbero maggior efficacia se chi li scrive faccue di tutto per rimpiauare le parole a.stratte con le parole concrete, cercando di d.&reimmagini, e di non usare quei ter. mini tecnici che spcsw finiscono con l'im• povcrirc un discorso. La buona retorica del e saggista > .sta tutta nel e concretiz. z.are, economizzare le parole, rendere mu• sica.le il discorso>, come ha conressato ultimamente uno scrittore francese, che non deve euere sconosciuto agli autori come Antonio Miotto SISTO l'infanzia, e che s'impossessò d1 lui dopo la dcportauo,•e: l'epilessia. E così al principe Myshkm come alla sua antttesi K1rillov, egli affidò 11compito d, rievocare gli attimi lucidi e terribili che precedevano l'attacco, quei rari secondi pieni d1 luce interiore e d, gioia meffabile, d1 • un non so che di gaudioso e d, sublnne , ma che gli lasciavano il corpo prostrato e l'amma oppressa dal senso di chissà quale peccato commesso. Analogamente fu al protagonista del Giocatort che confidò le sue sensazioni ed emozioni di dissipatore e di prodigo, d1 maniaco del tappeto verde e della ro11ltttt. Privo d1 controllo e di senso della misura, scosso da furibonde passioni, disse di sé lll una lettera privata: Sempre e dovunque io giungo fino al !unite estremo, e tutta la \'ita sono andato fuon confine Lati tenebrosi ebbe la sua vita anche nell'espenenza del sesso: egli stesso confessò di sentirsi attirato dalle • profondità sataniche•, e d1 nutnre nel fondo dell'anima 11 gusto della perversione: Dammi qualcosa d1 buono, e con la mia indole io saprò renderlo mfallib1lrnente peggiore•. Forse 11 mistero di queste zone oscure della sua natura è racchiusQ ,n quella orrenda ed abbagliante Con/t:rsiont di Stot 1rogJ:rn che non entrò nei Dtmom non per uno scrupolo estetico o artistico dell'autore, ma per disposizione della censura. Una sola \·olta, per bocca ancora del principe ì\lyshkin, e non come 11racconto d'un attore ma d'un testimone, rievocò I ternb1h momenti in cui attese l'esecuzione. Le pagine sono profonde e bellissime, ma Dostoievsk1 non le ritenne mai direttamente autobiografiche, e volle sempre considerarle come qualche cosa d1 mediato e di letterario. Infatti, molto più tardi, doveva dichiarare nel Gior11alr d'imo scn·11ort d1 ritenere mirabile la convenzione adottata da Victor l-lugo, nell'opera che gli pareva 11più irande capoG[@lliIBil~lliLQf ~W~illil@~~C9 ) ~1~) ~l(ru~J a i 1 B1 lt~~!·~r~ è}~ 1t 'ULTl~!O LIBRO di En.ki,w C.dd- &t \\ell, pubblicato d.tlla « \\ ikin~ Prcss > di N<•wYork circa tre 111<'-"1 f.t, è di cs1>licita polemica sociale )ebbene, com<.·tale, non sembri avere molta importanza. Vi :,i tratta delle ma:,sc contadine che lavorano il cotone nel sud degli Stati Uniti (Virginia, Carolina, Georgia). Protagoni~ti ,ono braccianti chl' girano dì pi,rnia~ionl' in pi.mtagiont: p<'r l.1 raccolt.1, {' i 1>icroli propricuri che conducono una mhc-ra esistenza nelle loro piccole proprietà.. Caldwcll si mo:,tra contrario al lavoro dei braccianti e contrario alla piccola proprietà, ma non dice che cos.a vorrebbe ~stituirvi, e co,i la ,ua polemica, come polc:mica ~iale, rC!!ita for--t· -,cnz~\ :i.copo, mt·ntre è di grande efficacia come polcmic,\ umana. Col ,uo -.1ilc \'ig"O',Of0!--0.i,nclw ,e a tratti cnf.Hico, Caldwcll racconta la ~toria indubbi,unente doloro,.l del contadino nc- ~li St.1ti meridionali dt'll'L'niom:. In compagnia di Margarct RourkrWhitc, che prendeva fotogr.1fic. Caldwc-11ha visitato il ,ud, di casolan: in ra.,olarc, ha fatto parlare un cont.1dino dopo l'altro, ha tra!>Critto con vivacità quanto ha udito, pubblicand<' poi una cronac.1 illustrat.1 dalle fotu• grafie della Bourkc-Whitc, col titolo: Ecco le loro facce! Ma quc-.tc f.1ccc, che egli ci presenta con ..crupolo documentario. non tornano affatto nuove: al lettore dclk -.uc open: prt·ct•dt·nti. Sono k -.tCC.M' f.tn<" {'Ont.1di1w dt'i ,uoi romanzi e dei ~uoi racconti, ddusc, d1- -.arm,1tt', stanche, con nt·J.di occhi ..oltanto un'a~tuzia brut;1 t' jqintiva. Caldwell viene dal sud; in Gcorgi,t ha pa~s~Ho la sua infanzi ..1. girando di presbiterio in presbittrio col padre. ,.1cerdotC' presbiteriano; t ha zappato l.1 terra. ha raccolto il cotone; poi ,i è me<,so a )Crivcrc (' ha COOO',Ciutola mt- -.cria delle grandi città, cnl tentatiH> di ~uad,1gnarsi la vita come )C'rittore. F. ,;t.Ho anche op<·r.tio in un;.1 rarfin<-riJ d'olio, inserviente di cucina, macc-hi• ni.,t,l di teatro, cameriere in un caffè di stazione e portiere in una ~quadra di C'.'3.kiomolto rinom,1ta della Pcnn,ylvania. Or.t ha trcnt.ìcinquc anni (è nato nel 1901) e M:rivc- da dicci anni. Dapprincipio, h,1 pubblicato generici raccontini :,u rivi'.'>ll' d'a, ,1n1?:uJrdi.t qua,i alla mau:hia coml' CJay, Contaci, Contempo, Paga11y. Il suo primo libro: Terra omerica 110, è una racco!• ta di que:.ti raccontini. Rimasto ignoto ..11 1>ubblico e all.1 critica, egli ha allora J.)pcttato altri dli(.' anni e nel '11 è sai~ tato fuori con un piccolo capolavoro. La strada del tabacco, romanzo che però non ha avuto vero succe<,~ ~ non dopo es'¼.'re '.'>t<llovolt.no in dr,unma e portato :,ulk scene. Vinto il premio annuale della Yole Review per un rarconto. ha pubblicato un secondo romanto, Il pucolo campo del Signore, e una seconda raccolta di novelle, \'oi siamo i vwe,iti. Col -.ccondo romanzo, più bello t' forte del primo. ha dato origine a un clamoroso incidente tra :.crittori e cemura, poiché tutti gli ~rittori dl'gli StJ.ti Uniti si -.allevarono solid,1li contro la cen,ura che voleva scquc~trare il libro per « o~enità :., t' minacciarono di .-blavoro dello scnttorc francese, \•aie a d1n: L'ultima gior11atad'u11co11da1111antomorir: ed inoltre affermava che, se fosse veramente possibile all'uomo che sta dinanzi al patibolo di tenere al corrente fino all'at1imo estremo 11 taccuino delle proprie impressioni, allora gh uommi potrebbero venire a conoscenza d1 qualche verità sacra e terribile. Ciò significa eh ·egli ntenne sempre la narrazione del principe Myshkm come una testimonianza esterna e non 111terion:. Se resta vero che egh portò nella tornba 11 segreto di quegli 1stant1, mediante documenti lasciati da test1mon1 oculari noi sappiamo con sicurezza che Oostoievski si comportò serenamente e v1rihnentc al cospetto della morte imminente. Nondimeno è fuori dubbio che quei momenti lasciarono una impronta incancellab1le nell'anima sua, e che i problemi più vasti nacquero nel suo mtelletto solo dopo e non prima d, quet tremendi • venti minuti•· Il carattere soltanto apparcnt;mente biografico di alcune opere d1 Dosto1e\"ski è qumdi incapace di sollevare ai nostri occhi il velo che nasconde la sua persona: ma questo velo si dissipa o s1 fa piu trasparente nel suo vasto ep1stolano. Poche confessioni d'uommi e d'artist1 sono per esempio altrettanto penose e commoventi delle lettere da lui scntte a editori ed amici durante quattr'anni d1 miseria e d1 vagabondaggio, lettere piene d1 suppliche e d1 preghiere, di racconti miserevoli sugli oggetti della moglie messi m pegno (non solo gio1elh, ma perfino vestiti), d'affronti e d'um1liaz1oni subite. In esse egh appare \·eramente come uno de, suoi Dievushkin o ~armeladov, specialmente in quelle scritte da Dresda a ::\la1kov; ed ~ propno i:1. una di esse ch'egli si nbclla e prorompe m questo grado: E dire che voglion da me della letteratura, e che m'add1tan l'esempio d1 Gonciaro,· e d1 Turgheniev!.. •· In compenso, m bandonare in ma_.,,,, il ,uolo .uncricano <,e non -.i fosse ritir.1to il decreto di -.cqueMro. Fu u11.t prova di M))id.irictà lt•t1l'r,1ri.1 for!rrC unica nl'lla <,toria del mondo, e il decreto ,-enne ritirato, il libro -.alvato, e Cald,\cll ora vivr tranquillo avendo la stim,t di t·hi lo capi~ce e l'o-.tilità di chì non lo capi- -.ce, con,idl'r.tto d.i.gli uni e dagli altri t·omc unJ ~p<.·c.:idr i Faulkncr; <·ioè come un gr<.rndc ..nittorc.- I.' d'altr.i µ,trtt come una ,pina nt·l «,;uorc della -.ocietJ. Ma in t·on1unt· ron Faulkncr non ha d1c l'alt;1 ,tatura di ">Crittore e l'intc• rcv)<.' p<.·r il l..1to ancor.\ O!,t•uro. non .mcora .1nivato a co,cicn:ta, dell'uomo. Così i -.uoi µcr~11,1ggi, pur agitando,;1 (Ome indemoniati. non <:OllO)COnotormenti interiori, t· il ~uo mondo. µur odor.1ndo di wlf'o, non inghiottt· .l danna,ion(· ncs-.uno. Pcr.1ltro egli non 1>0rtct mai ìl kttorc a concluden·. non ri-.oht· k ,iHMzioni. ma 11· 1.N-i,, ...-,. ,pc~t·, immobili nel tempo. tronr.111dolc t.d,olta con qualcht colpo di ,cena ina~pett.tto che magari -.pa.u.:a vi,1 lutti i J)('r<iOllJgci -.t'lll,l -.opprimnt· ~li intcrrogati\'i dcll.1 loro l·-.i~tt·n:t,1 ln- -.omma, è uno ~criuon: )l<Hico e in romanzi <.' racconti evoca pres~.1ppcx:o ,<.·mpn· b ,tcy~a co<,a: l'immc·mità ddla c·ampagna coltivata a coto1w o a tabac<·o, l'im111obilità d('I tempo pur nd pc1,hlrC delle ore o dei e-io1ni o dcszli anni, l'inten-.ità inAt·,,ihilt· dt:I (aldo ncll'cstat<.\ del frt·ddo nell'inverno. dc-Ila fame nl'lla mi,;C'ria di ogni !.ta~ionc-, t· il vuoto :.cnza fondo dl·lla fatic,t o dell'ozio umani. l pcr-,onaggi di C.1ldwdl ,i .1gitano pt.·r ripetere, nelle J.zioni e nclk parole, "-Clllprc una -,tc't.Sa COi>J I personaggi ..ono divc-rsis-.imi l'uno d.1ll'altro, né mai Caldwell .,i ripNe; tanto che pa~llare con lui di romanzo in romanzo e di racconto in racconto è come andare per la campagna di f.,ttoria in fattoria. Si ~trova ~(•1\lt' nuova, ma la c.te!lsa vita, tragiche o c-omichc che lliano le varie viccndl'. Tragiche o comiche, le vicende umane hanno per Cald\\ell uguale valore, e poswno alternar.i nel racronto ')(."nza la minima discontinuità di to• no. Quc-.to perché il tono è al di 1,\ di e,.:.e, mai tragico, mdi comico, ma statico con l'immobilità mcde..,ima ddl'at1110-,fcra cvocat<-l, A lungo i critici .m1cric .mi hanno contra,t.1to fra loro pt.:·r ,t,\bilin· li.t' l'opcra di Caldwcll ,ia da l'Orl'.'ider,tr-.i « supcrbly comic • o « jJrofouudlJ tragic •· Poi hanno deci--0 dlt' hio;,o~na considerarl,l « supt;rbamcntc c:omica > e « profond,1mentl.' tra~ka • inc.il'mC. :\11~, e. guardando bene in quella t.:Omicità e in quella tragicità, ,i fo:io-,cro. inett!amo, ricordati del no\tro Boccaccio, avrebbero capito che l'opera di Er.kine Caldwell, come appunto quella dd Boccaccio e di altri vt•cchi p<.1~ gani, non è né comic,1 né tragica né tr.tgicomica. ELIO VlTTORINI (L'editore americ,mo di Caldwell è e TliC' \'iking Prc.ss>, quello i11gleseMartin Sccker. Londra Omnibus, pubblicando nel numt'ro 7 [ 1938) il racconto Gente tn c~or1ia, è stato il primo a presentare questo scrittore in Italia). altre lettere, o m quelle di altri penodt, egli si ri\'ela in una luce più serena e più limpida. Rari gl'mtervalli d1 crudeltà e di cinismo: frequen1i le confcssmni dirette e sincere, attraverso a cui si n,ela un uomo che ama e soffre come tutti gli altri uomini, soltanto più intensamente e profondamente d1 loro. Ed ecco allora scoprirsi \m marito appa)sionato, un fratello de- \"Oto, un padre amoroso, come nell'inconsolab1le dolore che \ 1bra m quelle scritttdopo la morte della piccola Sonia. Non !'.!Oltamo dal suo epistolario, ma anche dalle test1mon1anze dei conoscenti e degli amici, \"Ìcn d1mostr"to ch'egli non dubitò mai del suo genio e della sua missione: egli diceva sempre d'aver senno solo una decima parte delle opere che reca\·a 111 mente, ed affermava d1 possedere nel cervello un·1dea che se fosse stata esprimibile avrebbe redento l'umanità. Ed ecco che l'uomo che a\·eva sofferto la miseria piU nera, una \'Oha giunge a dire in uno slancio di orgoglio cosciente una parola rivolta agli uommi del presente e dd fu. turo: Il mio nome vale un milione! E lo scrittore eternamente discusso e attaccato, considerato quasi come un nemico del popolo, ebbe il d1ntto d'affermare alla fine della sua nta: • Io son certo nazionale, poiché la mia direzione proviene dalle profondità dello spmto cnst1~mo popolare, e sebbene sia ignoto allo spinto russo de, nostn g1om1, sarò noto al po1>0lo russo dei giorni futun ... Questa coscienza non toglie ch'egli sentisse con profonda umiltà i suoi vizi e le sue tare, non solo morali ma anche intellettuali, e probabilmente nel suo amort' verso il genio sereno d1 Pusckm nbra anche l'aspirazione \·cr~ un più alto equihbno spirituale, aspi z1one mnata rn un cuore teoricamente lacerato• come ti suo, e come quello d'u111 dei suoi eroi p,ù profondi, il poliziotto l' 1rfino. REl\ATO POGGIOLJ
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