Omnibus - anno II - n.11 - 12 marzo 1938

lutto. Quc:.to ulteriore: obu.·.tl1vo potè t~vicrc r:iggiunto solo quando il tcrLO principio della politica tstera .,meri• cana (libertà dai vincoli di alleanze) fu \penato. Era riserv~to a \\'oodrow \Vil- ;,,on di spezzarlo. Quel terzo principio, certo, non era di origine inglese. Giorgio Washington lo avev<l proclamato nel :.uo indirizzo di .tddio. E Woodrow WilM>ntentò di mantenerlo fermo quando fece entrare l'America nell<l guerra mondiale come Potenza .t:.sociata, e non come alleata. Ma quando egli condusse gli Stati Uniti fuori della guerra e propose una lega delle Nazioni, i vincoli di alleanze apparvero pro:,:.imi. Il solo elemento non inglese nella politica estera ,unericana waniva. Il 26 novembre 1914, Henry P. Davison ddla Banca Morgan :,i imbarcava per Londra per offrire l'opera della sua ditta come agente c'iclusivo del governo britannico per gli acquisti da fare negli Stati Uniti. A quel tempo, pochi americani avrebbero potuto :.ospettarc che, più tardi. il timore di un collas!lo commerciale britannico avrebbe condotto gli Stati Uniti a dichiarare la guerra alla Germ,inia. Gli esponenti della c:-..a Morg,m non hanno mai condiviso questo :,ordido punto di vi~w. Dal 1914 al 191 7 essi cohcepirono come loro dovere di patriotti americani lavorare per la vittoria dt"gli Alleati. Ma non fu solo pn motivi di interesse che cs~i a~irono così. Un"' spiegazione siffatta 5arebbe semplice, arbitraria e insultante. Fu, come dichiarò Mr Morgan il 6 gennaio 1916 innanzi alla Commissione Nye, perché « la Germania aveva iniziato la guerra con la inaspettata e criminale inva- ..,ionc del Bclj?io, violando urf trattato che era stato rispettato per Bo anni ... >. E benché il presidente Wilson comanda~sc l'imparzialità « anche di pensiero, noi trovammo che era impmsibilc rimanere impar.tiali fra il diritto e il torto>. Dopo di che, solo ~uperficiali litudio:,i della storia e della morale potranno ancora accusare Mr Morgan di pensare col portafogli e di voler far passare per virtù una necessità. Robcrt Bacon, uno dei suoi soci, morì di influenza contratta in servizio militare. Migliaia di buoni americani morirono combattendo negli eserciti americani e alleati. Gli Zaharoff, i Krupp, i De Wendel, i Wickers possono avere ammassato miliardi grazie a11a strage degli altri, mentre e~i se ne stavano al sicuro dietro le linee. cinicamente incitando i combattenti e rastrellando profitti da tutte e due le parti. Ma il milionario americano, no. Il milionario americano non è contento di vivere per i profitti: egli vuol morire per essi. E che cosa s~os.sclo spirito guerresco dell'aristocrazia americana? Non certo l'ultimatum austriaco alla Serbia, né la rivendicazione france'-e dcli' Alsazia-Lorena. Fu l'invasione tedesca del Belgio che fece ardere di sacra ira i loro animi. Per i diplomatici britannici questo significava che la sicurezza insulare era minacciata, come non era Mata più minacciata dai temoi di Napoleone- in poi. E~si dovevano dichiarare la ~uerra alla Cennania, esattamcnt(• come i loro avi avevano dovuto dichiararla a Napoleone, sotto pena di perdere il dominio mondiale. Ma es.-.iebbero cur.t di non pre!.entare le cose sotto una luce così cruda al popolo britannico. La santità dei trattati era stata violata. Una nazione di genllemen cristiani non aveva altra alternativa che la guC'rra. Così. i banchieri di Wall Street e g-li impie- ~.Ltidi banca di Londra poterono stringt·rsi con eguale entusia,mo intorno ail'Unio11 ]ack. ?-.lolti americani eminenti condividc- \·ano questo punto di vi,.,ta.. Wilson .1vrcbbc detto, fin dal 1915 1 secondo qud che riferisce il suo .,e~retario Jo- -,eph P. Tumulty: .- L'Inghilterra combatte la nostra guerra e voi potete ben capire che io... non mt·tterò ostacoli ~ulla sua via >... Lc simpatie dell'alta finanza e dcll.1 'j 1 diplomazia per la causa britannica non ; furono le sole leve ad agire per spin- : gcrc l'America .ill'intervento. Si al;?'- •. giunse la propaganda inglc,e, che fu fatta con abilità e con scaltre1.z.a. Si f aggiume l'opera dtl Servizio segreto britannico: esso. come è noto, inter~~ttò (' decifrò il famoSo telegramma Z1ml mennann con cui la Gcnnania solle- ,·itava il ~tes~ico ad att,tccare gl_iStati Uniti. L'incidente ebbe un peso impor- I l.lnte, se non dcci\ivo, ncll'i.nd~rre l' Arm·rica a rompere le rclaz1om con la Germ:inia. I .Ma ~arcbbc un errore l'attribuire l'r-ntrata in gt~rrr~ ~cll'Ai:tNica_ ad un 1 -.olo fattore. Sir Cccii Spnng R,cc, exambasciatore inglese a Wa~hin~ton e the conosceva. come nessun .iltro uomo I al mondo, perché e come l'America fo-.,e interv<'nuta, ria,sume tutto Quando, nel suo diario, il 2:J marzo 1917, 1 -.crisse: e Questo paese è andato alla deriva verso la guerra>. I \"i sono :ncora •molti americani i l q. uali comiderano la Lega dcli~ Nationi f:omc un prodotto nazionale. ideato da Woodrow Wilson e imposto I da lui a un mondo che non ne voleva ,aptrc-. ?\'icntt' di pi\1erroneo. La Lega .- nacque», <;<.:ri\"Ecugene J. Youn~, e dai profondi recc,si del Comiglio imperiale della dife~a e fu messa in mano al pre- :;idcnte americano>. Il generale Smuts concepì il progetto e presentò uno schema alla Conferenza della pace ,\ Parigi.... t vero che .i;;ià Wilson, in uno dei ..u.oi Quattordici Punti, aveva invocato l'i!.tituzione di una lega delle nazioni. Ma fu il generale Smuts, e non il presidente americano, che produ<iM:lo schema: quello ~te~soche la Conferenza alla fine approvò. E il gt>nerale Smuts non era un internazionali!lta. Egli era il portavoce dei circoli militari inglesi. Prevedendo che la Conferenza avrebbe creato qualche specie di lega e sperando che gli Stati Uniti vi avrebbero partecipato, gli inglesi vennero a Parigi con un piano bell'e pronto per far sì che il mondo intero assicurasse il loro Impero in eterno. Dice Young: e Per l'art. X del Coutnant, tutte le nazioni sono obbligate a difendere indefinitivamente i confini e i possedimenti dei membri, così come erano al momento in cui cs,çofu adottato. Con quc:;to, l'Impero britannico veniva riconosciuto come un'istituzione, che doveva l'!.S.Cre~\tenuta e difesa da tutto il mondo>. Il ,uccc\sivo rifiuto dell'America ,1d cntrMC a far parte dclla Lega fu un doppio ,cacco per gli impcrialì<iti britannici. La Lega, che essi a\'cvano ideata perché l'Impero fosse protetto, perdeva il suo membro più importante e il Foreig11Office si trovava di fronte a una situazione che non aveva prevista. Subito esso conccoì un nuovo progetto per vincolare l'America ,1 difondere gli interessi ingksi. Ec;attamente comr Cannine: aveva mc-ssoin moto e:li avvrnimc-nti che avevano condotto ~Ila proclamazione drlla dottrina di Monroe, o come Salisburv e Grcy avevano preso l'iniziativa della politica dell'Open Door, così Lloyd Gcorge e il Primo Lord dcli'Ammiragliato, Lord Lce, presero l'iniziativa di lanciare la Conferenza di Wa,.hington del 1921-1922. Tutti rico,dano come la faccenda finì. Gli Stati Uniti firmarono il trattato delle Nove Potenze, che garantiva l'integrità territoriale e ammini~trativa della Cina. E firmarono, insieme con l'Inghilterra, la Francia, l'Italia e il Giappone il trattato per la limitazione. degli armamenti navali. L'idea era di promuovere la pace mondiale riducendo gli arm<.tmenti navali, immobiliz.. zando lo status quo nel Pacifico e facendo prender parte gli Stati Uniti a un trattato che obbligava nove potenze a rispettare l'Open Door in Cina. Che cosa significò in pratica questa dottrina, è un'altra storia. Appunto perché Wibon )ii era quasi completamente messo agli ordini della Gran Bretagna1 seguì, sotto Harding <' Coolidgc, una reazione. Ma quando, nel mar.to del 192Q. fu eletto presidente Hoover, l'Inghilterra si impadronì anche fisicamente della Casa Bianca. Hoovcr era diventato milionario lavorando per compagnie minerarie inglesi. E dimostrò !lempre la sua anglofilia : nella questione dei debiti, in quella della moneta e obbligando l'America sempre più fortemente a difendere gli interessi ingle!>i,a ri~chio di una guerra col Giappone. Nel 1933 Roosevelt abbandonò la politica mon<.'taria di Hoovcr. che faceva co~ì bene gli intere ..s.i dell'Inghilterra; ciò fece ~pcrarc che la Ca,a Bianca volesse virare di bordo. Ma questo peccato di poca anglofilia e altri minori, come il siluramento della Conferenza economica di Londra, Roose,elt ,e li fece largamente perdonare sostenendo vigorosi'-simamcnte !;?'liintcre~si ingle~i in Estremo Oriente e proccdC'ndo a un grande rianno navale di car,uterc offen..,ivo. Nell'estate del 1935 la flotta .1meric,rna free le !>uemanovre annuali a 1 .500 miglia a ponente delle Hawaii: un gesto che gettò il Giappone nel pànico e confermò quel che gli estremisti militari di quel paese :,0Menevano: e cioè dw ,izliStati Uniti avessero il piano di ag~redirc il Giappone. Alla Confcrcn~a navale dl'I I q~6. i gi.tppone ..i rifiutarono di continuare a rispettare la proporzione di Washington: 5 :5 :3. Gli inglc)ii e gli americani re!ipinscro la proposta giapponese di ridurre le loro flotte al livello di <1uclla del Giappone. Gli Stati Uniti eroicamente furono per i grandi incrociatori e le grandi na\'i da batt,1~lia, ('3p,,ci di portare la guerra nelle acque nemiche. Avendo costruito una flotta potente e avrndola usat;.1. per minacciare il Giappone, Roo!>eveltservì gli intcre~si britannici anche in un altro campo: e cioè o~tacolando i lavori della Commis- 'iione d'inchiesta sull'industria delle munizioni, pre!lieduta dal senatore Nye. La stampa COJl'-Crvatriceinglese prese in ridicolo il lavoro di Nye, specialmente quando venne fuori il nome del re, Giorgio V, quale intermediario di una vendita d'armi alla Polonia. 1'.{a quando la Commissione si preparava nd C!iaminare la parte che aveva avuto I GRANDIOlU0ElCI0I- Xouleu Laf•ye, ao\to1tgrtu.rloal La•orod,l ml.aittero0huttmpa la casa Morgan come agente esclusivo dell'lnghilterra per gli acquisti di guerra in America. entrò in az.ione Sir Ronald Lindsay, ambasciatore britannico a Washington. E il presidente si affrettò a frenare lo zelo eccessivo dei ~natori inquirenti. L'inchiesta fu limitata e ostacolata. :Ma il paese, ormai, aveva capito che non poteva sperare di rimanere fuori della guerr; futura se il Congresso non avesse approvato una legislazione che avesse vincolato il presidente ad agire in un.i. specifica via nel caso di complicazioni all'estero. La lotta per il bili della eutralità fu lunga e confusa. Ma, alla fine, il presidente rimase arbitro di fare il bel tempo e la pioggia in ca--o cli guerra. E non basta. Non contento di aver dato un siffatto potere ,t un presidente manifestamente anglofilo, il Congresso gli diede anche la facoltà di proclamare, per un periodo di due anni, la politica dc, e pagare e portare >, che trac origine da Bernard Baruch. Ossia, in caso di guerra all'c- \tero, il presidente ha facoltà di annunziare che i belligeranti possono cornprare dall'America tutto - eccetto i materiali di guerra - a condizione che paghino in contanti le merci e le trasportino con navi proprie. Questo, in realtà significa che la Gran Bretagna e solo la Gran Bretagna può di- ~porre delle risorse .1mnicane, esattamente come fece dal 1914 al 1917, e su scala anche più gr::mde, perché ora gli investimenti inglesi in America sono assai più ingenti di allora . .- La nuova neutralità >, ha scritto Edwin L. James nel New York Times, e significa, in pratica, una cooperazione anglo-ame• ricana quale il più ardente anglofilo, in America, pochi anni fa, non avrebbe potuto sognare>. Ma toccò al senatore Key Pittmann di definire, senza volerlo, il vero spirito della politica estera di Roosevelt. Egli disse: « È nostro dovere d'onore e di coscienza proteggere e curare i nostri cittadini e coloro che dipendono da noi: non solo nel lontano Pacifico, ma dovunque essi siano. Sembra che quc- ~to non si po~sa ottenere coi trattati; e se è così, non c'è che un modo : di disporre di forze navali e aeree predominanti». Queste poche parole e forLe na\'ali e aeree predominanti > esprimono la quintessenza della politica estera di Roosevelt. Mai, in tempo di pace, gli Stati Uniti hanno speso tanto ocr armamenti. E Maurit7 A. Hall~rcn, nel suo nuovo libro The tragic fallacy, ha dimostrato che gli scopi aggressivi della politica americana sono fuori discus- ~ione. L'e~crcito e la marina non !li preparano affatto a difendere il territorio degli Stati Uniti. Così l'uno, come l'altra hanno piani e sono attrezzati per l'offensiva. e per l'invasione. Ma, in un articolo apparso su Forttme, le possibilità di successo di un'invasione di territ.ori stranieri da parte di foru:: americane sono state valutate una su cinquecento. E. allora, dove l'esercito e la flotta americana sono desti• nati ad agire? Le manovre politiche e diplomatiche del regime Roosevelt lasciano sussistere pochi dubbi su questo punto. Gli Stati Uniti si tengono pronti ad entrare in guerra contro qualunque nazione che commetta l'imperdonabile offesa di minacciare un interesse vitale dell'Impero britannico. QUINCY HOWE (CoJ,yritht by Q.uincy Howe e, ptr l'Italia, di < Omnib'lls >). FESTE A SINGAPORE (il RANDI feste a Singapore, qualche set- ~ tirnana ra. Quaranta navi da guerra incrociatori, sottomarini, corvette, la piU grande for::r:anavale che si ,ia mai vista in quelle acque, compresi tre incrociatori americani, il Mempltis, il Mil11,;auku e il Trenton, erano all'ancoraggio, in linea, all'entrata del nuovo grande bacino. L'>acht del go,·erno locai .., il Seabelle Il, con a bordo il governatore, scortato da quattro navi e da due squadriglie di aeroplani, sfilò dnanti alle navi allineate. Gli equipaggi, schierati s.opra co~rta, u.lutarono alla voce. Rimbombavano diciauctte colpi di cannone di 1aluto. L'y1ult1, accom• pag-nato da due deJtro1n1, imboccò egra1:io1amentc • il bacino e tagliò il nastro blu che era tero all'entrata. Un colpo di cannone della nave Eo1le marcò il momento in cui la base navale di Singapore - la base più discussa del mondo - cominciò ad e e.1istere ufficiahncnte > Nell'immensità del bacino, capace di accogliere ;::~rnd;,o;/:i~u:nttn:.i~: i~;,:~:::• pi~~:::~ minuscoli DiCficile era immaginare che là do\'e, ora, era quell'immenso bacino di cemento, akuni anni fa non c'era che giungla e palude malarica Cosi fu aperto il grande, il colouale bacino Giorgio VI e fu inaugurata ufficialmente la base na\•ale di Singapore. E questo disse il Times, (u « il giorno più sign{ficativo della storia dell'infiuenu inglese nell'Estremo Oriente :>. Qualche discorso, molti festeggiamenti. Poi fu offerto un riavimemo in onore degli ufficiali e degli equipaggi americani: e questa, aggiungia- (JlO noi, fu la cerimonia più si,!Jnificativa di quella giornata tanto signific,aiva "UNA OOINOIDENZAFORTUNATA" ® RICINARIAMENTE, assicurò il Timu, ii a\'eva l'intenzione di due all'inaugurazione del dock il carattere di una e cerimonia domestica >: noi diremmo nazionale. Era pre\'isto che vi avrebbero preso parte il rappresentante locale del governo di Sua Maeuà, i capi degli Stati malesi, i rappre,entanti dei Dominion,, i rappresentanti delle amministrazioni interessate e basta. Ma questo pro• gramma iniziale subi poi una radicale mo• dificuione perché sopravvenne quella che il Times chiamò e una fortunata coincidenza :t. La .- fortunata coincidenu > fu questa: che una iquadra di tre incrociatori moderni della marina americana, il Trenton, il Milu·ouku e il Memphis, a\'Cva preso parte, da poco, alle reste di Sydney, e si trovava, perciò, nelle acque orientali dell'Oceano Indiano. La vi.1ita, che quelle navi avrebbero davuto fare normalmente a Singapore, fu anticipata di pochi giorni e cosl esse potero• no prender parte alle cerimonie della inauguraiione del dock Giorgio VI. E cosl la cerimonia perdette il suo carattere strett.1m•nte e-domestico :t. Ma tutto quelto non fu che e una fortunata coincidenza •· Srnonché non tutti i giornali dell'Impero britannico raggiungono l'innocenza e il ' candore del Times; e qualcuno bellamente disse o, per lo meno, fece capire che una siffatta visita in una circostanza come quella era qualche cosa di più di e una fortunata coincidenza:>, Particolarmente qualifi. cata ad esprimere le idee e le impressioni della colonia, la Free Press di Singapore dine: e Il più superficiale degli osservatori non può non vedere che la decisione di mandare tre incrociato1·i americani a Singapore è stata dettata da qualche cos~ _di più del desiderio di rinnovare quelle \'1S1te di bcne,·olenza, che hanno formato la ero. naca della vi1a na\alc di Singapore ~egli ultimi anni •· E una rivista americana, alla sua volta, rtndcndosi interprete del pensiero dei cittadini di Singapore, attribui\·a a questi ultimi gravi meditazioni sulla ,•isita troppo cortese. Come è pouibilc, ,i chiedtvano, nel detto testo, i cittadini di Singapore, che tre incrociatori }anku facciano un viaggio di 4 500 miglia per. venire. a ve• dere quattro ufliciali britannici taghare un nastro blu teso attraverso l'entrata del nuovo grande cantiere? Evidentemente, cui argomentavano, f ;riaocìatori )Onku erano venuti a Singapore per dimostrare al Giappone che almeno due naùoni occidentali erano giunte all'estremo limite della paz.icnu di fronte agli avveni~enti nell'Estremo Oriente e per ammomre gravt• mente chi di ragione che, nella e,•entualità di una conflagrazione generale nel Pacilis:~tile J1 1 1~:tsìd:!lracb~:;on s~::i~:g~~ :o;:~I; di Singapore, che è, ora, la più grande_ base navale, la più grande fortezza in <?r1ente. lmpcnurbabile il Timts rilevò che, intorno a quella visita, si era fatto gran clamore dal1' Amc-rica alla penisola di ~alacca; ma che e è proprio la funzione delle flotte, in pace non meno cht in guerra, trasfonnare l'oceano, che divide i popoli amici delle spondl" opposte, da una barriera in un legame > Sarà. '.\fa la funzione di Singapore è un'altra. La funzione di Singapore, e delle flotte che vi faranno capo, consisterà proprio nl"I tra.sformare il mare da un legame in una. barricr:1. SINGAPORE ~ C17'0 il traffico fra l'Europa e l'E- U stn:mo Oriente passa per lo st.rrtto di Malacca: e cioè passa per S1ngapo1c- o sotto gli occhi di Singapore. Tutto il traffico fra le Indie inglesi e il Giappone passa per lo 1tretto di Malacca Tutto il traffico fra l'Olanda e le' Indie olandesi, quasi tutto quello fra l'Inghilterra e l'Australia passano per lo stretto di Malacca Lo strietto corre, in direzione da 1ud-est verso nord-ovcn, fra l'isola di Sumatra, cheè colonia olandese, da un lato, e la parte inglese della penisola di '.\1:alacca, dall'altro lato. Proprio all'estrema punta d,ella penirola e, perciò, all'ingresso da sud dello stretto, è la piccola isola di Singapore: larga (da est a ovest) '27 miglia e lunga (da nord a sud) 14 miglia. Su questa piccola isola, a sud, proprio al pun10 più avanzato verso sud, sorge la città di Singapor,e, col porto. Quando vi giunsero gli inglesi, la località era des,erta {pare che vi fossero non pi\l di 13,0 abitantì) e praticamente inabitabile. Oggi la città ha quasi '270 mila abitanti e il porto pe1 importanza. è fra i massimi porti del mondo Dal lato nord, questa isoletta è separata d;1.I continente da uno stietto bracdo di mue: lo stretto di Johore. Una base navale deve offrire, ali.il flotta <'he accoglie, sicurezza e ,crviz.i, e pouibil: mente de\·e avere più u1cite. Lo strttto d1 Johorc presentava le condizioni naturali più fa\orevo!J: chiuso da tutte le p<irti, con alcune Ì)O!ette all'imbocco, che sembrav ...no messe là appoua dalla Provvidenza per accoglier<" cannoni inglesi, ave\a dut u!Cite, ecc. Cli ingegneri e i 1ccnici britannici fecero il resto. Sulle isolette all'imbocco po• narono pol'·nti batterie di cannoni: fra gli altri, peui di 18 pollici (ouia circa 46o mm.), che pesano 150 tonnellate l'uno e che furono disegnati per navi da guerra., ma poi non poterono esstre utiliu.ati per il peso eccessivo. Altre batterie sono sulle co• stc all'imbocco Poi, a qualche miglio dall'i~bocco, è la base navale, il grande bacino, la base aerea. Sono oceani quindici anni e circa due miliardi di lire per fare di quel pezzo d1 palude e di giungla e di quell'angolo di marcia fortezza più potente dell'Oriente. Gli Stati malesi, la Nuova Zelanda, Hong-Kong contribuirono largamente alla spesa La paura del Giappone assunse l'upetto pate• tico del lc:alismo. UN PIONIERE ~ RA ,era.mente:. un uomo di \iua_ lunga L!I quel Sir Stamford Raffies, cui l'Im• pero britannico dc\·e l'acquisto chcfcci·, cento\fenti .;.nni fa, di Singapore. E basterebbe a dimostrarlo quella stupefacente profezia che nel 1815 {,i noti bene: nel 1815) fece circa il Giappone: e Il minimo impulso basterebbe a dare una determinazione al c...ratttrc- giapponese, che andrebbc poi gradatamente progredendo fino a raggiungere il li\·ello di civiltà dell'Europa>. Quel e minimo impul10 •• quel fatale minuno impul50, lo diede il commodoro Pt:rry circa quaranta anni più tardi: nel 1853 Ma Raffies non fu solo un chiaroveggente profeta; fu anche un grande rc.i.lizzatore. Durante le guerre napoleoniche, l'Inghiltc-rra.si impoue1sò delle Indir olandesi: non per conquistarle o impadronirsene, ma CO· mc fiduciaria dei veri interessi dell'Oland:. contro l'usurpatore Napoleone. Qu,mdo le guerre finirono, l'Inghilterra dovette re• nituirc le Indie olandesi: e, infatti, benché a malincuore, restitul Gia\fa nel 1816 e le ahre isole più tardi. Raffi:e,, che t:ra stato luogotenente go- \'ernatore dì Giava e di Bcnkoelen nell'isola Ji Sumatra, capl che, se si restituivano all'Olanda tutte le isole, il commercio inglese nell'arcipcl:.go e nell'Estremo Oriente sarebbe nato alla mere.è dell'Olanda. Bisognava che ad ogni costo l'Inghilterra si assicurasse un pezzo di terra sugli Strttti, sulla via dell'Oriente. PoicM dall'Olanda non lo ,i poteva ottenere:, bisognava ptnsare a comprarlo da.i sovrani indigeni, ancora indipendenti. In un trabiccolo infestato da scorpioni e da centopiedi, Raffie, eone a Cakutta ad esporre le sue Idee al go\·ernatore genc:rale, Lord Hastings. Poi tornò indietro in gran fretta e concluse un contratto con uno dei prett11denti al 1ultanato malese e col capo di johore, con cui ottenne il permesso di stabilire un posto di commercio nell'isola quasi deserta e inabi1;1.bile di Singapore. Non solo gli europei, scrisse: egli stesso, ma anche gli indigeni ignoravano l'esistenza di quella località. Il 31 gennaio 1819 scriveva: e-Qui sono a Singapore. Entro questi ripari, la bandiera britannica sventola sen- :a che la si possa molestare > E, fino ad oggi, ha avuto ragione. STRATEGIA ti;ra t:TrO il sistem.t della difes;1. delle po- U ii.zioni britanniche in Oriente e in Occ:ama è fondato ,ul presupposto della .r,•·~pugnabilità :t di Singapore. E non ba• sta La difesa delle Indie olandesi e, in gran parte, dell'Indocina frances,e è imperniata su Singapore. t ben , ero che da Singapore ali'Australia intercorrono '2.ooo miglia; e la Nuo\'a Zelanda è ancora più lontana. '.\la sarebbe troppo temerario e troppo pericoloso per un i1wasorl", pro\'enicnte dal nord. tenere tutto il fianco destro scoperto. D'altro canto Singapore non è una for. tena. isolata, ma 11 capo di una linea ; all'altro capo è Darwin, in Australia, che il Dominion sia fortificando febbrilmente. Fra i due capi, è la catena delle Jndie olande,i E l'Olanda è, oggi, intcreuata quasi quanto l'Inghilterra a che la linea sia quanto più forte possibile. Senonché, di fronte a queuo formidabile si1tcma di posizioni naturali e di fonilicaz.ioni, i giapponesi hanno conccpi10, a quel che parl", un'idea diabolica: di tagliai e la penisola di :-Ofolacca nel punto pi\Ì stretto. all'istmo di Kra, a circa 6oo miglia a nord di Singapore. E hanno iniziato tratta1i,e col Siam, nel cui territorio il taglio dovrebbe em:rc fatto. Cosi cui girerebbero alle tpal\e di Singapore: e di tutta la linea anglo-olandese RICCIARDETTO AN'N0II. N.11. 12 .MARZO1938-IVI MNIBUS SETTIMANALDEI ATTUALITÀ POLITIOAE LETTERARIA ESCE IL SABATO IN 12-16 PAGINE ABBONAMENTI h•lla, Impero:annoL. 42, umMtN L,22 .C.t.ero1 1.11.110 L. ?O, semanrt L. 36 0011 NVMEJl.0 DNi LII.A )hnotcrlttl, dl■egni e fotografie,•nch• M ?IO.lpi11bblicul,11011 ,I rt1ti111i100UO, Dirt.don: Rom• - Plun della Pllo\ia, 3 TelafonoN, 66.4?0 .lmmlal1trulo11e: K.ih,no• Pi.. 11 Culo Erba, 6 T,ltro.110 N. 24.808 1'11.bblldtt:

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