)N :SO troppo scrivere; fino .i pochi anni fa ho navigato, l~ a bordo la pagina pib lunga è la denuncia di :t.varìa. ~fa rrL·do ehc quc'-ta ,tnria si,: 1ntcn.·.,-..1ntc. Quattordici anni fa ero padrone di una « carretta » mere.antile di tremila tonnellate assieme al primo macchi• n~ta, un mio compaesano che mi aveva aiutato in un momento difficile. Trasportav,uno mercanzie per Nel-. Orlearh e poi su, verso Vancouver. Di ~lito ~i tornava carichi di legname, caffè e cotone: e i noli erano sempre convenienti. Per il carbone toccavamo Orano e guadag:navo abbastanza sul franco ch'era basso. In tre anni di. venni padrone di tutta la nave, così non ci furono più contr.i~ti col ~cio macchini~ta per i premi, il vitto e lo ~tivaggio: a bordo si è fratelli ~J. tanto qu.mdo fa cattivo tempo. Il quarto anno gli affari andarono beni,simo. Ma in un'accostata sotto maestrale, all'imboccatura di Vera Cruz, andammo a battere contro un norv<·geM:.A Porto Principe, tre fuo. chi~ti disertarono e qurlli che li M>stituirono fino a Oakland ~i fecero pagare venticinque dollari al giorno. Nel Pacifico c'era tempo di travl'rsia cd avemmo un lungo ritardo che mi colotÒ caro. Poi fui obbligato a entrare in bacino a riparare la carena e la dinamo, e ci rimisi così noli, premi e qualche biglietto da mille. li macchini.sta si mostrava lieto delle mie disgr::izie. Mentre eravamo ìn ba.cino, andando tra i shipchandlers e le agenzie, feci molte conoscenze e ccrçai di rigua• <lagnare i soldi perduti. Cominciai col rivendere una cas~ piena di ceramiche, ma siccome erano screpolate per il cattivo viaggio, ne cavai pochi dollari. Intanto s'era scoperto un guasto alle macchine ddla mia nave ; così le spese crescevano di giorno in giorno. e nessuno noleggiava più perché do• vunque scoppiavano !.ciopcri a causa delle elezioni. Qualche volta, eravamo d'estate, mc ne andavo a Barrypoint, lungo la cost. dove si trovavano donne che faccvan, il bagno. Là conobbi una certa Kcddy, una raga1.1..asveglia, e le piacqui • non voleva mai che pa• .~assi. e Bada che di solèi ne ho», le dicevo, ma lei ri~pondeva ch'cran po· chi in confronto a quello che avrei po• tuto guadagnare se avesloi seguito l'esempio del capitano Hehie. Questo capitano Helsie non navi• gava più; portava il panama, i calzoni a sbuffo, e diceva di soffrire il mal di mare per un disturbo agli intestini. Aveva l'automobile e mi accompa• gnava spc~so a Barrypoint... Tra me e Helsie non esistevano segreti. Una sera mi disse press'a poco così: (l'Inglese lo conoscevo quanto s'impara sulle banchine e al Lucky bar, che è u,, bar che ~i trova in tutte le città di 111;;1rc del mondo): e Caro .unico, adesso navigo con un tonncg~io che mi rimorchia bene »1 e pronunciò una frase del gergo che significa e ba• gnarc i baffi alla dogana ». Mi raccontò una storia che finiva con diccirnila dollari guadagnati in un colpo solo. lkbie non smetteva mai di parlarmi di quei dollari. Erano giorni neri: il primo m.1cchinista m'irritava. Una notte lo \·idi a trrra che beveva insieme con l lclsit·. Al mattino mi (j avvicinò e disse: « C:: un po' losco il vostro amito ! >. Dopo due settimane le riparazioni alla nave rran terminate: c'erano da pagJ.re 1 1_rli, dollari. « Ml!no male eh~ adesso sci tu solo il padrone e paghi tutto tu». di~se il primo macchinista .. Mc ne \lldai a Barrypoint a trO• vare Kcdd . Insiemc con Kcddy trovai due tipi. L no tirò fuori una bottiglia di liquore. ne ruppe il collo e offrcn: domi il bicchiere mi disse che ogni bottig-lia l'aleva anche venti dollari, che il wh,-.ty più ~adente si pagava persino trenta lire al bicchierino, e chr il C'apitJ.no Ilelsic .,'era arricchito così. Capii da che parte tirava il vento. .Finirono per farmi una proposta: nel ca.::o che non avessi trovato subito un buon noleggio, avrei potuto fare un viaggio in z.1vorra fino a un'i~ola vicina J. Panama, e imbarcare qualche tonnellala di caffè e dentro i sacchi di caffè tante piccole casse. L'unico ri'ichio sarebbe stato al ritorno, ma, aspettando una giornat,l di cattivo tempo, e in agostÒ i tempi di foschìa sono facili, mc la sarei tavata. V<'rso mezzanotte arrivò Hclsic e ci pagò una cena fredda. ~itor'"!ammo in città in automobile e m1 offri da dormirt: in casa ma. Parlammo tutta notte. Se tutto andava bene avrei intascato una cifra come cinquemila dol• lari oltre il rimborso delle spese per il ~-iaggio; e se fosst' andato. male1 J{ch-ic avc\'a. un avvocato per 1I prorc-sso un avvocato che se la int<.:ndc<•a co~ l 1 a polizia del porto. La sera dovevo dare la risposta. Ci pcma1 sopra tutto il giorno. Il contrab• bando che fino allora avevo fatto come tutti i capitani del mondo, <-i riduceva a qualche dozzina di pezze di set,1 giapponese e a due ca--~c di ,igarew· nascoste nella cassa a fumo .. Ora invece si trattava di imbarcare 1rcmil..: bottiglie di liquore e la polizia il\·cva ,parso cento ~uardaco~tc con cannontino, da New York alla Florida e da Frisco fino alle cootc del Canadà. Hclsic p.1rlava chiaro e il prog:ctto mi ~cmbrava ben :-.tudiato. Non c'era che da caricare, e da tenersi :-.cmprcin comunicazione, con la radio di bordo, con frasi stabilite : dovevo ,,spettare una notte di tempo brutto l' tenermi al la.r~o1 ancorato come se ,lltcndcssi una schiarita prima di entrare in porto, in modo da avere, se passavano i battelli di sorveglianza, una buona scusa. Nella ste<-~anotte avrei visto passare un motoscafo con uno straccio bianco a poppa ; era quello il ,egnale che tutto andava bene. Da terra, Helsìc, informato, si sarebbe presentato con una imbarcaL.ione a motore camuffata da peschereccio a imbarcare le cento cassette. A Ila fine, scesi a terra e dopo aver pattuito che Hclsie, prima di caricare la ,ua roba, mi avrebbe sborsato il premio e rimborsato le spese, me ne tornai a bordo dovf' avvisai i miei uomini dell'affare. Siccome :\ ciascuno lo stipendio veniva triplicato, si trovarono tutti d'accordo. All'ultimo momento, salta fuori il primo macchinista ; bussa alla mia ca• hina e chiede: e Si parte domani? ». lo faccio segno di si, e quello grida : « Allora scendo a terra ». Non ricordo bene quello che av- [ venne, ma credo di avergli dato un pugno : prima di andarsene mi disse : « Bada che non sono un vigliacco e che starò zitto, ti do la mia parola. ~a non mi faccio fare le scarpe da nes- 'iuno, io!». Partimmo "cnza il macchini,ta e hon cc ne fu bisogno. Arrivati a destinazione, mi fermai poche ore e subito cambiai porto; IIclsie m'aveva raccomandato di far timbrare i libri altrove, perché quel porto er.l. sospetto. La notte, infatti, caricammo le cas- ~tte in rada e all'alba, non appena arrivò la barca della capitane1 ia, dichiarai che avevo ricevuto ordine di toccare San Miguel e che le pratiche le lvrei fatte laegiù. Md intanto i1 tempo s'era messo al bello. Per cinque giorni fui co~trctto a bordeggiare come un veliero, sempre al largo, mentre Helsic mi O)Sessionava con le sue richieste di notizie. Finalmente peni la pazienza e gli mandai un dispaccio, avvertcnàolo che sarei arrivato in vi• cinanza del posto due giorni dopo, con qualunque tempo. Alle dicci di sera ordinai di fermare in macchina. S'era levato un vento fresco e c'era pericolo che, girando così sulla prua e mo~trando ora il fanale verde ora il RIOORDO Dl OlNEV&A, Alll Seluti. 1U1 bNtra lattru dd no &l~rro, mtntre dedl" la n1 !okgni• agli 1gta\! nisurl ehe lo cutodl100110 ro<.so, qualche pirmcafo !-iuli~ no.Hra 1otta ci investi~!.C.Per precauzione, nel caso di una vi!oitadella polizia1 mi misi d'acC'ordo con gli ufficiali in modo che tutti rilopondcs,cro la stessa co~a: che si stava riparando t.4ia certa valvola e che in un paio d'ore avremmo po• tuto riprendere la navigazione. Avevo meSM>molti uomini di guardia perché mi avvisassero subito, appena sentivano il rumore di un motO!.Cafo, e ~ompariSM!ro se invece fosse stato a\'- vi)tato un guardacoste. Dalle dieci a mezzanotte avevo gli occhi così fi.>si nel buio e le orecchie così tese a cogliere tutti i rumori, e la testa così rintronata dagli ordini che avrei dovuto dare, che, quando pas!IÒ sulla dritta il motoscafo con lo straccio a poppa, rimasi molto turbato. Avevo fatto il conto : settemila dollari di guadagno netto. I <-acchidi caffè stavano ~otto il castello di prua 1 pronti per lo ,;barco. L'•1ltima comunicazione di Hcl- ,;;ie diceva : « Sta bene, non occorre conferma». Nessuno dormiva: i marinai erano in coperta e sotto restavano soltanto due fuochisti e il terzo macchinista. Passò una mezz'ora. Il vento era caduto, ma per fortuna veniva su a folate la nebbia. li porto distava forse cinque miglia, ma certo Hclsic era partito da un punto più lontano della CO!.tairiparato da qualche sco• gliera. Dopo un'ora, la vedetta di prua annunciò un fanale rosso che ci ve• niva incontro. Nella saletta nautica avevo preparato la carta del porto: se era la polizia, mi avrebbe trovato a studiare il passaggio in mezzo aì banchi. Il ~condo ufficiale diede subito ordine di andare avanti a mezza forza, tanfo per far credere che non eravamo fermi. Era una barca della dogana. Stavo appoggiato alla ringhiera. tremando al pensiero che mi chicde:.~ero di farli salire a bordo; in- \'CC<',una voce gridò nel megafono: e Dove siete diretti? •· Risposi che a<,pcttavo l'alba per entrare in porto. Durante cinque minuti sentii il cuore b.:ittere forte: la barca ci accompagnava. Poi, di colpo, si allontanò. Bevvi tre bicchierini di coinac. Alle due, la Vl•detta che stava a prua !le• gnalò qualcosa. Era Helsie. La stiva della sua barca era mascherata con molte reti, e lungo i bordi aveYa qu,ittro paia di divergenti, come usano i pescatori norvegesi. Bi~gnava fare molto in fretta. Scesi e gli chiesi i ¼>Idi, mentre il carico delle cassette veniva issato al di sopra della murata . Lui guardava intorno con molto spavento. Mi pregò di aspettare che il carico fosse a bordo. Quando l'imbra• cata ~fiorò la stiva, gli strinsi la mano e gli chiesi i settemila dollari. « Vado a prenderli », mi rispose; e per un momento scomparve. La sua ~<·nte aveva aspetto poco oncc,to e cominciavo a perdere la pazienza, perché llclsie non tornava. D'un tratto, si udì una sirena, forli'5ima. Mi venne freddo : era la sirena dei guardacoste! Hcl,;;ie c,,tltò fuori e aveva in mano un portafogli: « Monta a bordo e fila, M: no ci pescano tutti e due! ::t mi urlò nelle orecchie. Pre~i il portafogli e i:1 un baleno scavalcai la mur:'tta e diedi ordine di mettere a tutta forza .. Hclsie ,;e la sarebbe cavata col :.uo avvocato, :-:.emai! L'elica avcv:\ appena cominciato a battere l'acqua, che il battello arrivò sotto il bordo. In copcru non era rimasto nessuno. Che sarrbbe capitato :'.Il peschereccio e al suo padrone non mi inlCres)ava: ora• mai c'era mezzo miglio, e potevo ,cmpre giurare che l'avevo incontrato ,ulla mia rotta e che non ne sapevo niente. ;"ion o'iavo neppure :-:.porgermi a guardare; poi venne un marinaio e mi disse· che non si 1rattava di un guardacoste. ma di un motoscafo. Alz..1i le spalle. Dopo dicci minuti, sentii di nuovo J,1 sirena, rnlla diritta, vicinissima.. Mi venne ancora freddo. Guardai cli sfuggita: il motoscafo aveva a rimorchio la barca e mi ta• gliava la !.trada, diretto verso la co)ta, a sud del porto. Era strano. Mi plsSÒ di travcr~ a cento metri. Allora udii una voce, nel megafono, e lì per lì non riuscii 3 capire le parole; ma quando fu :-iottovcnto intesi chiaro queste p;uolc : « A nw le scarpe non le fa nessuno! ». Mi sembrava. di impazzire : era la voce del primo macchinista. quello ch'era sbarcato, perché l'affare era sporco .. Ma come si trovava nell'Atlantico, se l'avevo lasciato sul Pacifico, e proprio sulla barca della polizia? Allora aveva denunciato Ilei• sic e mc, accidenti! Ma in che modo era riuscito a conoscere gli accordi, e i dispacci 1 e il posto dell'appuntamento? Capii tutto, quando scesi nella cabina. Il portafogli di Helsie era pieno di fogli di giornale. Lui e il primo macchinista !.'erano messi d'accordo. La polizia non c'entrava. La sirena era servita wltanto a farmi fuggire a bordo prima di a\"Crc aperto il porta• fogli. A New York, trovai da vendere la « carretta » e pagai il triplo stipendio all'equipa~gio e offrii una gran cena, pcrchè non dubitassero di niente. E tutti mi dicevano: «f: contento, eh!•· Solo il nostromo e il timoniere che era di turno in quel momento e avevan sentito la voce, mi guardavano stranamente e non riuscivano a capire. Da allora non ho mai più incontrato né 1-fclsie, né il primo macchinista, né Kcddy che di giorno prendeva i bagni a Barrypoint e di sera prendeva ì pesci per Helsie. BARTOLOMEO NARIZZANO Terzo racconto vincitore del concorso permanente di "Omnibus" IL CELEBRE AUTORE DI E ADESSO, POVER'UOMO? ~ ANCHE UNO SCRITTOl(E DIVERTENTE? PROPRIO COSI LEGGETE IL SUO NUOVO ROMANZO VECCHIO CUORE, VAALLAVENTURA CHE t APPARSO NELLA "MEDUSA"(L.11) E TROVERETE UN FALLADA NUOVO li cuore che un palpito imprnvviso indirizu lungo un.a via molto a\·vcnturou, .1pp.1rticnca un vtcchissimo pcrson.aggio.E non t solunto \·ccchio, il nuovo eroe di F.111.adam, a ptr di più misantropo, professore in pensione, teologo, uomo di Dro. Da moltissimi .rnni non esce ~iù di c.as.i,sprofond.1.toir certi studi di intcrprct.uionc delle Sacre: Scritture. Ma il destino irrompe ncll.1sua csistcnu. in veste di un p.utorcllo ebete .lff,muto lauro che virnc da una muu lontana e ptnctr.i non ui c~mc nella' lind.a casa berlinese, ;apporutorc di oscuro mcss.aggi.o.. L'ingcnuitl impavida e h buon;1 fede .1ssolu1.1dell'uomo di Dio in lott.t contro l.1malafededegli uomini forma lo sfondo di questo diHrtcntissimo e f.mt.isiosoncconto rustic;ano. DI FALLADA LA "MEDUSA" HA PUBBLICATO ANCIIE· E ADESSO, POVER.' UOMO? Q,;,., ,J;., ..... L. 11 CHI C't. STATO UNA VOLTA... S«oòduJ;,, .... L. i; ASPETTAVAMO UN BIMBO S«ood.. J,,;.... L.11 MONDADOJ?J - MILANOl COLLEZIONE"l GRANDI NARRATORI" L iuuuint·Ult' l'u..,,citu dt'llt1 .!~• opcrn di qÙesla -.u1wrba nl("('Ohadi ,olunu iu pelk ,crde; VOLT.i/RE CANDIO {) O\'VERODEL· -"Y L'OTTIMISMO tTRADl"ZIO.\/,; /JI T0.\11'>0 lf(J\Jl't:I.J,/J Questo \Olumc contu=nc ohrl'O, (;Mch~ • ramose, ca1>0la,oro d1 \"ollairr • alnmi r,K<"Onh b1t'fi e , i,aci, scdt1 tro 1µiu ~1gn1fica11,d1el grande scnttore, Qu~lo, olumc offre lo _s,ago piladileti~. p11ssandodall'idea gran e dol prn.!iero scnu~tort·. 0111f1rholt"11u fanln"IOsn ~ alla satira mordace. frncult'nte nh..°'ato_m 1lellc ,erd.t• unprc~.,.. 111oro, t·os-1t1 Lre Q N°<'lh, r,tt>ssn Colle1ioue / ![flJI/(),11arT11lon 'I no giò u~,11• 1. Allouo Daadet: I U IN l:SUJO. I I r11du, ,!, (,, \1rnh). I Ullll ddlt• 11111 •l'•I(' , .. rulrn•h 01~·n dc-I l>,rnd<'I. fulh1 <l, p1·r,un_•i:,r1 l' d1 Il\ \fllllllC'HII, tl(·('u <l, dt""•f tlllUII• 11 •ml11,·nlc d1 rntroi,:!11 ,. ,li n1l1u 11, •1t118 2. lraold Bt111..111L1Ott:SPnTRO. t I , ...d1u d1 \I (ll•«l111u). I 1tr11' d1 f•h•l11u chr -('T11c-1q:1.a udi• tr■iu• di • I o •1wllru •· •••11111<'1".u-11·11• \'.;~~!' ,Id "'"'""'" un 11•1wt111,I, n11\t,1 ullu• a. Slrrtd Oadut: illOI.E E SlJIGUE.( I nulu,. d, ~•~Il~ \::::, 1 ,::~ .. :':l; 1 1 1~~7,~~ •. '';"(,~~,r: 1 t1~'i'i":;•:.i.1~~•~ n1h1I,• c·ru1n11 tlt •1111'•1•1nnn11111n. ,h,• li11 ,,. .. ~ qu•l(•,,-u cl unu \1tkh,n11 4. Edo&No Peinoa: U. ITtLLl DEl Mili .. ( I r11il u,. eh t-.. {;1111rrnu1. Il rn11rc-,-o" 111 •Hu ••1•rt1 l'" 1 ,ol,·nt• 111w••·· ... ,1 •lllf la•O!IU c-d 1 •Ulll ~:~,~~11 :j·~-'~it;: 1 ;"••~'~[:. 1;;,~·;:• ,, •1 ◄ 11,r,· lu trai, C. LtmoD.lller:CANZOJf&DI CillPAJn:. ( I r,ulu, d, (;. I uu.t•rtl. I 11,1n-nd11. 1111Udl• (I., tpu·,tu ~:'.1 1 ::~;::~. \,1:::\/~·,:•,:~, •::u:.';;'.:~:"!~;':',•,. • ~"'.~:: ,,;no,. nrnlorhrnl1• ,. O.P. Rtdlter: Ll VITA Dli Q11'1NTUI rtllEllf . {luulu, d, () lrrrar1/. I ur11• drt 1,iu lw• rumuoi1 ,Id i,::rt11~1furmor,,fu 1t·dr•1·u. \, trn- :,:~:~°.i~· ,'/,•:."~J'.11., 111 ~r.t 0!:,,: 1i'~ 1 ~,.:::~u.~:~r I~· for,:11 f" lu ;:ramlr1,:11: l,1 111•·fll urn1u111 7, G. Mooro: ILU.00. {I nuln, ti, \I C'11•.tli11uf ,uru, ltt I H"trula d, un prN,· ,rltuu!r,r I hr ~uh1"(·,· l1t dok,· iunu,·11111 di un• donna. lu lt-11111vro,crt'••11111r dri ,rn111n1•nt1 ,u1111ru•• (' ~t·i:uilll IUII 11110•liii' Jllf'OU d1 icr.u1• l,G,V,Jm11111:tLGBIACCWO. flrt1du1. d, (; t1 i~C'"~~•!~/,:i c\~11n•<;:•::~!:~r!;, 'c;,~:l~tl:;!\~ 8 ~.~~ puliooro •I icr1tnd<' •f·t1Hor1· cl111l('w ,:1•1!• lo :t~.. ;'.I:, ol ;.!~·;' rr~::·:,~.~\,~ l r :~:.·~~. ,1r(j ll'"•wl,r(' I. O. Prt1to: lL SOCIO. ("I 1ttdu1 d, f. Cuurnol. f uh \11!111nrd,r •u~•lt1 tllh'f('"C altrtl.\('f•<J 111·rntl(' .-1u· 11""11110 d11Jlt- 111i111111wn,111c•l• 1111111011to1mwlic- •lii' 111ii l\\lfl('t'llll ,1·r111• dra1111n•11•·ht' 10, S, Gotta; LASIGNOllA DI TVTTL f uno dr, 11111 :l~~f,~"~ìi'-c-:~;;l~lll~rdtJ :,7.%',11r~t1'.i\~o:,:~ •:e;::'. r p('r 111 (ur,.,. i111i,n11 nrn ,u, ~11,l,,t~nart 1 1·11ra111•1t1k1 ,uo1 prt,11Hl'IJj:1 U. Berbert G.Wolh! I PROIII UOXIWJNEI.LA LUNA. ( I rado, d, D. C111l1I. Il ltnorc- trn1tr.ì on •1ut,t<1 romanru Ullll m111rc-,t'tloh,!r lun• 11h1. 111a, ,wll11 (111alc-la , 1111111C'""<'JI ,1r11.n1 cd c-n1gm1H1n ,i ,,olll'•' 111un tlr·dal<., d ijl()l(f'i ,1. lu1111n■ 1i ,la mrriniii::1111'1' fo,fon·,t'ruic. 12. lt&A Sllailliol: IL CWCE DfEUVllBn.t,t I r111lill. dal m•~o d1 (;1at'umo l'C'"'-C'"nt,J. i: uno dl'• 1110•1gn1firnti\1 lu,or, drll• l,•111•tnluri1 rt1••• (·t•ntl'"1111mr.i11r,1;ro111110.:o (jHlhl 1u,tnh1t1Jrur.,-u. rn rn1 lilll'wrlìno. _k dul,•1t1"(' ('•)K'"rlt:'Or:(' f11ttr d•II 1111turc ntll 111u11Nhalo dupO(iilll'rr■. li.Teodoro Stfl'm: L'OOlllO Z>J.1.C&VAU.O ORIOtO. 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