Omnibus - anno II - n.10 - 5 marzo 1938

( PALCHETRTOI MAN) I ~~mm~ SERIA DEI jl LCUNI ANNI FA, mi capitò di do-.cr !! fare un breve soggiorno in Algeria. Ero ospitato con una grassezza di meni, che si ispirava al fasto dei costu• mi arabi. L'Algeria è una fcracis.sima terra, che talvolta ricorda la Toscana. Eppur" una grande tristcua mi opprimeva: la pcggiorc di tutte: la 1ristcz.za e per vuc>- to >. E appena riusci\'O a sventare. la vigilanza dei miei ospiti davo una sbirciatina alla tabella del Touring che annunciava: c. À 100 km. t~ dJstrt :t, per obbedire a quel tanto di ma10ehi1mo che ognuno di noi nasconde in sé, poi mi ponevo davanti al mare, e guardavo con nostalgia infinita dalla parte dell'Europa. Le migrat.ioni dei popoli, i grandi movimenti dell'umanità sono considerati nella loro legge di lotta - conquista o fuga da. ...:1.ntjal nemico - oppure nella loro leg• ge economica; ma la terra, questa bramosi• dell'uomo, non è soltanto clemente o in. clemente. povera o ricca: è $0prauutto frcqucnt.:ua dagli dèi, o deserta di dèi. Ulisse sospirava Itaca meno per la sua casa, per la sua donna, per il suo figliolo. che per la prcsenUt ineffabile degli dèi. E si che in Algeria un certo quale con• forto mc lo potevano dare le bionde co• !onne, i pavimenti erbosi e dorati di Tim• gad; la e tomba della Cristiana>, i ma• gici fumi che oggi ancora fanno pennacchio sui tetti di Cirta. Ma in America? Nel!' America dei grattacieli, dei grandi la• ghi de.serti, delle e: foreste pietrificate •? Per molto tempo gli americani hanno spe1,to, e noi u:sieme con loro. Ci è parso fino d' intravedere nell' americanismo un omeriuno da libro di strenna, omerismo ad uu•m dt:phin1. Ma oggi non più. Che spC• nre da una terra senu dèi? L'adole1eenza è legittima finché non supera i limiti d'età. Oltre, è infantilismo. La fort:sla p1t:tnfico10, il dramma in due p.-rh di Robert Emmet Shcrwood, che il featro delle Arti ha rappresentato a conlusione del suo programma di qucs1'an. no, prima di chiudersi nel silen:r.io come la :;:1cala in autunno, è uno degli esempi più tristi della non-divinità americana. Questa constatazione ci dispiace, meno 1n ogni modo di quando noi la facciamo tn corport: di uno scrittore che molto più del nominato Sherwood ha diritto alla no• 11ra simpatia: Edgar Allan Poe. A giu11ìficaiione di quel che di torbido, i.f, Runuante circonda quc~to ,,andt: scrit• tore, ci ostinavamo a vedere ìn lui la vituma di un già stanco poctismo europeo, trasportato di là dall'Atlantico e s~rduto m meuo a quegli spa:ti giganteschi. E con fiducia aspettavamo che la m,1sa ameriCana gettasse le sue ultime scaglie di europeismo, e si presentasse in tutta la sua au1octonia e purità. Ahimè! E:. avvenuta la purificazione: è J.VV"nuta in pane, nel cinema1ografo ad c•c.mpio, questo paradiso degli ingenui, questa ambi:r.ione suprema delle anime corte, queHo < sogno realiuato > dei borghesini e dci provincia.li; e tanto più efficace, che l'aspetto e le formule di e.sso cinematografo vogliono essere antiborghesi e antipro- \.-JOCÌa!i.Per il resto, l'America è un enorme macinino, che rimacina ancora il vec- <.hio pepe dell'Europa, dal naturalismo di Zola all'csprcssioni•mo in1ellettualis1a della NRF. Quando si aprir~nno due occhi, quando brillerà uno sguardo nrlla faccia della letteratura amcrican,1) Del resto, il non jj:uardarc la faccìa, ma l'orecchio delle cose, è pratica che usano gli americani ; per offendere, è vero, ma la usano. L'assenza dcgli dèi è tanto più manifesta nella letteratura americana, che i soggetti di essa letteratura, i suoi paesaggi, i suoi qu.adri sono sempre intonati a una certa "olontà di grandezza: grandi 1pcuacoh del• l.t natura, grandi simboli, idee grandiose. L'Antico T«tamento, a uso dei soci dell'Ymca Inutili giochi, e afflitti per di più da una serietà pesante L'esprimersi per sottintesi, questo parlar~ e da dèi >, non diverrà mai linguaggio comune fra gli americani Quando la psic;i.naliii andava di moda laggiù, le ragane correvano in giro con occhi folli, per mettere in pratica i loro complessi. SOCklin si serviva di pesciolini da fritto misto per dipingere i suoi draghi: i draghi del loro paese, gli americani li riducono a friuo misto. Come trasformare pesciolini m draghi, acnza. l'aiuto degli dèi? Per questo addio, iperiamo temporaneo, il Te,uro delle Arti si era messo a resta Davanti a un parlt:rrt: dt: rois, mai il complesso raccogliticcio di questo teano aveva recitato con tanto impegno, con tanta quaJratura, con tanta persuasione. C'era qua e:- là anche un accenno di orchestrazione, non .empre mantenuto purtroppo e portato o1 termine. \nna Magnani vestita di lontananu, la iua nostalgia arrivava a noi dal fondo del• l"Arizona. \bbiamo consumata finfanzia nel desiderio della vita errante, e Augusto Mar. C'.icci, da Alan Squier, ha risvegliato in noi un desiderio che credevamo spento. Ovunque si avvertha. il )a\oro d'ara.e• nl" della regia di Sragaglia. a di1petto ddla sparatoria, più vicina a un gioco di ,catole di legno che si chiudono, che alle b3ttaglie tra 1an1sters e 1•men, cui ci hanno abituati le pa11uglie dei Senza Paura. II bovarysmo di Caby Maples, che dalJ"eroica, genuina, selvaggia AmeriC'a aspira ..i cariUons di Bruge1, ci ha compensa.ti dd bovary1mo di certi nostri compaCJani, che nell'c autenticismo > americano cercano la ~.ilve.u.t della no11ra stanche:r.za e della nostra co, ruzione, perché al cinematografo \C'~!.0no gli americani fare < bum bum > rnn le pistole, e prolungare, da adulti, gli 1nopportabili gi0<:hi dei ragazzi ALBERTO SAVINIO ~a~~~1 E DOSA. Vè--.. \__ MORTE del porco è sempre ~ piena dt orrore, se sono vere '---- le storie che si raccontano intorno a certe strida quasi umane dell'animale sotto al coltello, di certe lacrime che sgorgano dai suoi occhietti rossi. Ma, del resto, non c'è altrq animale al mondo che faccia venir più vogli:1 di far bistecche del maiale. Le ,ue guancione tremolanti, la sua pancia roSJ conducono inevitabilmente a con- .:i.iderare la bestia sotto l'aspetto mangereccio; davanti a un porco vivo e , egcto, non si ragiona di taglia o di lince, come per qualunque altro animale della campagna, anche per la gallina; ma si pensa al peso morto di c.:irnc che si po~rà ricavarne. Dirci che il maiale è un animale composto, fin dalla na~cita, di salami, prosciutti e bistecche, già !>alatee semoventi. Però, pur t•:i.--cndominutrito di tali piatti fin da quando cominciarono a ,punurmi i primi denti, ho preso in considerazione la .:i.uamorte solo quando, avendo imparato a leggere, mi capitò fra le mani il lunario del Barbanera. Veramente, più che leggerlo, ~uardavo le figurine che ne ornavano le ta\"Ole dei mesi: fu una di queste, quella di ouobre, che mi diede da pensare. Rappresentava l'interno di una cucina contadinesca, molto s~rca e nera, più per imperizia dell'incisore che per sua volontà. Un gran maiale, alto quanto un uomo, pendeva da una trave del soffitto, appeso per un uncino che gli passava la gola carno.:i.ada parte a parte. Un contadino in maniche di camicia, con l'aiuto di un coltellaccio spropositato, lungo più di mezzo braccio, era intento a !lquartarlo, badando bene che lo zampillo di ~.rnguc uscente dall'aperta ferita anda\SC a cadere in una larga bacinella poggiatJ. .:i.ulpavimento fra le zampe della vittima. Mia nonna mi spiegò che quella è la prima operazione per fare il migliaccio. Il Barbanera, poi, consigliava come il tempo dell'uccisione debba cadere fra settembre e ottobre, quando l'animale, ri1;;entendodei primi freddi, è pieno di appetito e dì vitalità : da evitarsi il gonfiarlo troppo di c:ibo, tanto da rendergli impossibile il c~,mminare, ché la carne perde della naturale bontà se il porco vegeta per parecchi giomi 1 fermo fra )'immondi- .eia della sua stalla. Dopo questi pochi comigli ai bifolrhi, fra le pagine che, via via, mi è r.ipitato di leggere, non ho più trovato OUIPO DEI FIORI t ARRIVO DEL MAIALE molte descrizioni della cruenta cerimonia. Gli amici scrittori che hanno qualche volta parlato di una così brutta e sanguinosa cosa, sono i novellieri del Trecento. Fra essi anche Boccaccio, e, naturalmente, a scopo di far ridere la ~ente. In Franco Sacchetti, anzi, si trova la storiella di quell'avarissimo Torcilo di Mastro Dino che, piuttosto di pagare i macellai perché facessero il loro mestiere su due porcelli giuntigli dalle sue terre, si armò di un coltellino e, insieme a un suo figliolo, tentò la bisogna. Naturalmente le bestie, appena si sentirono addosso il r rcddo della lama, fuggirono di gran corsa, imanguinando tutta la casa del -.ignorc e andando a ficcarsi, finalmente, in un pozzo dal quale r u difficilis- ,imo estrarle, lasciando l'acqua inquinata per molto tempo. Nonostante tutto, però, per la compassione degli animali feriti e gementi, non ~i riesce <l ridere. Ma qui ancora si tratta di uccisioni natur.ili e, si potrebbe dire, ,;;inccre. li brutto comincia quando il maiale è ,gozzato a macchina o, per lo meno, da un uomo diventJ.tO ~imile a 4n automa, con le ,ue trecento coltellate al giorno, ~empre nello stesso punto preciso. L:n macello ordinato e pulito, oggi, è ,pavcnto!>O. Vi si praticano certe coi;e da far rabbrividire, fra le rivoltelle che spingono foori uno spii~ Ione acuminato fin nel cervello delle vittime e le macchine elettriche. Basti pcn~ue che, appena uccise, le bestie vcngo110gonfiate d'aria con una pompa a mano, e che ,ulla loro carcasSJ. .,i bdttC a gran forza di ba!>tonatc per staccarne la pelle. Poi. nell'alba fangosa del mauatoio, i beccai caricdno i corpi svuotati e Rosei sui loro orribili camion foderati di zinco. .\fclle strade, si Vedono uomini grossi e in- ~anguinati caricarsi sulle spalle animali aperti per tutta la loro lunghezza e deporli sul marmo freddo delle macellerie. E, appena esposti alla vista dei compratori, i poveri maiali divcnt.ino roba che ra gola. M.C. LA DIREZIONE E LA REDAZIONE DI "OMNIBUS" SONO TRASFERITE JN t PIAZZA DELLA PILOTTA, 3 ROMA TELEFONO N. 66-470 11IAICA jt O UDITO dire che ìl prìmo imi! piego dà, a chi lo affronta, un senso di soggezione e di responsabilità. Per me le cose andarono diversamente, perché fui assunto da una banca, presso la quale avevo abitato per molti anni, fin da quando ero bambino : ne conoscevo benissimo i locali, e molti impiegati (il nostro appartamento era allora sopra agli uffici, c quando trovavo la porta aperta, entravo volentieri a salutare), e m'era accaduto così di prender confidenza con l'ambiente. Perciò il giorno che, diciottenne, varcai la soglia come impiegato d'ordine in prova, avevo la mezza illusione di potermi considerare un poco una specie di figlio del reggimento, e di trovar tutti disposti a una benevola indulgenza nei miei riguardi. Una delle cose che maggiormente mi avevano wrpreso, negli anni precedenti, erano gli <iCheni che gli impiegati sapevano combinare; ne avevo udito p.trlare molto, in casa e dai vicini, e immaginavo che i miei nuovi colleghi fossero, per la massima parte, tipi ameni, disposti all'ottimismo e alle risate. Ricordavo racconti di burle di ogni genere, da quelle combinate con grande ingegno specie per il primo d'aprile • fig-ur.ivano, in prima linea, un falso duello e un finto matrimonio) fino <'l. quelle minori, come le scommc\sc col trucco e le spugne bag,udita sature di inchiostro. Fin dal mio primo giomo d'ufficio non mi sembrò, vcr,,mcntc, che l'ambiente fosse molto dispo'itO all'allegria; anzi, gli impiegati mi .lpparvcro di cara1terc chiuso cd iroso, e don·tti faticare non poco per convincermi che era ~ld alcuni di essi che dovevo attribuire i miei lieti ricordi giovanili. .:sron ,i commos~ro nemmeno quando rammentai le rapide visite della mia infanzia. Qualcuno mi disse che cra- \'amo diventati vecchi, ma in nc.:i.suno not.ti quell'atteggiamento paterno che mi aspettavo come logica conseguenza dei loro sorri.:i.idi allora. Ne conclu(i che, invecchiando, dovevano aver di1 .. c-nticata l'allegria di un giorno, ma, poiché mi avevano me~so in un ufficio con altri tre giovanotti di poco più an- .ciani di mc, pensai che, se c'era una tradll:ionc di buon umore, poteva benissimo e~scrc riprc~a da noi. li lavoro, nella nostra stanza, si !l\"Olgcva come se si fosse in un laboratorio di modi\te: quando il capo-ufficio usciva c'era ,cmpre qualcuno disposto a raccontare bartellettc o quello che aveva fatto con la ragazza la sera prima, mentre gli altri rallentavano o smettevano del tutto di scrivere e di far conti. In una di quelle ·pause, cominciai ad esporre qualcuno dei miei ricordi d'infanzia: agli altri ~cmbrava molto stra• no che, diversi anni prima, l'attuale capocontabile si fosse divertito a M>stitui• rr (On l'inchiostro il tam..'lrindo del cassiere, o che un impiegato anziano del Ri\contro, che annoiava tutti con la ,toria delle c;uc disgrazie, ave"-sCcome specialità il forare le gomme alle biciclette lasciate nello spogliatoio. Insistetti nel mjo punto di vista, dicendo che spettava a noi giovani riprendere \.rna simile tradi7ione, ma non ebbi risultati molto soddis(accnti: ci limitammo a tirarci, qualche volta, i cuscini che CO• privan le sedie (li portavamo noi da casa, per limitare il consumo dei calzoni), o ad ottenere una· specie di scampanìo picchiando i righelli sui paralumi d.i ceramica, ogni volta che uno raccontava cose inverosimili. Negli altri uffici nessuno approvò, anzi dissero che ai Conti Correnti c'era poca disciplina, e che si vedeva quel che combinavamo. \"erso fine d'anno. cominciammo a tornare in banca dopo cena, per fare dello str.\ordinario: l'unico soddisfatto era il capo-ufficio (trovava che rJor di casa sua le sere erano più tranquille), il quale teneva conto su un quaderno delle ore di lavoro. Un.i notte, mentre con un collega uscivo attraversando gli a). tri uffici deserti, ebbi l'idea che quello poteva essere il momento adatto per uno scherzo in grande 1>tilc: col mio compagno, decidemmo anzi di rcaliz- .carne uno nuovo. Su ogni tavolo, accanto ai calamai e alle penne, c'era il tampone di legno con la carta a.,sorbcntc: ci volle poco a raccoglierli tutti, cd andammo a nasconderli in una ca,;- ,a vuota, nel ripostiglio. < Chi~sà domani! > ci dicevamo ridendo. li giorno dopo, ci ru molto movimento: nell'in~possib~lità di a!-ciugarc ,ubito lo <iCntto, gli altri non sapevano più né voltar le pagine. né restituire a\segni e documenti al pubblico; cercavano di rimediare ,offiando mila carta, o provando ,td adoperare la cenere delle sigarette e la polvere raccolta per terra. Solo veno mezzogiorno i tamponi vc-nncro ritrovati. Mi a-.pcttavo ira e imprecazioni M:nza ncs.:i.unacon.:i.eguenza,ma ben poco di questo accadde : non si ricercò nemmeno chi aveva prep.uata la burla. e !ioOltantodue o tre mi dissero delle mezze frasi per farmi capire che <ii 3.-'1pcva chi era !i.lato.Solo qualche giorno dopo, il capo-ufficio diventò furioso, quando il direttore, facendo finta di ridere, gli disse (hc tutti "'pc"ano benissimo CO<i~to,rnavamo a fare in banca alla sera : a fine mcs.c, al momento di pagarci le ore fatte in più, il capoc:ontabile affermò che pote,·amo detrarne la metà. OC'rché non intendeva wvvenzionare i no!.tri divertimenti, e arrivò ad ammettere che noi perdevamo probabilmente molto tempo anche durante la giornata. Del mio innocente \<:hcr.co nc,\uno parlava, ma, con meni sorrisi di compatimento, negli altri uffki !li diceva che, ~e non ,i fo,sc <'Or\O.1i ripari: da noi le co-.e sarebl'>cro finite male. « ~ inutile, non c'è serietà, M>ntroppo '_{iovani per capire di che cos;.t uno è respon1;;abilrquando lavora », concludcvan?· Provai, parlando coi pili anzi.mi, .l .ncordare_ quelle b~rlc famos_e, che, nt•1 racconti, tanto m1 avevano 1mp1es- \ionato, md nessuno !)embrnva ramment,lTs<>ne. MASSIMO ALBERINI ~~&>a DEL VANTAGGIO IL ~9, passato il I t:vut: t: pucorso 1111 trntlo dd uialt: del Rt:, sale i uiali di A1onuvadt:, uuso lt: uecch1e mura 1ia,11• colensi. La li.ua è seruita da vuturt: che ci1olono sofrndo pu la fatica, e cht: ti1a• lano sundt:ndo con rumore iordo di fu•1 veuhi. I pasu1gai, nt:l u1auio di salita stanno quieti e a.ssonnat1, con 1li occhi su qualcht: 1iornale, mt:ntrt: nella disasa non di rado si allarmano accusando 11 Co• uernolorato di disseruir.io. Sono impie1aii modesri, chL ver11ono o vanno ai loro M1nistui; t: per t:ssi lo grornala è comt: un lun10 sbadi1lio. Cli womrni uestono quasi ftmprt: d1 rcuro, portano sullt: panu i st:· ini rossastra ddla barba fatta in caso davanti allo specchietto dt:llo stan,a do ba1no ,- t: in quanto alle donne. o sono a,1ch'esse imp•t:ltllt:, .rì do mostrarlo in arto sfo1gio di abiti all'ingl,u cht: vo1liono t:s• u,e p,aliC'1 e poco vistosi, o sono madri, o ra1au.t: di farr111l1a, ientt: C'ht: va o cht: corna dol c,nlro, umprt: frt:tlolosa per lt: /acandt: di casa, sempu pronta ad attaao,t: diuorso con fr persont: di cono• sc<11,i:aL. e s11n11rt:dd :l9 stanno 1n tram comt: in un saloHo: chiacchiuano, si p,t:ndono pu lt: spalle e per i fianchi, per non cadut: qwando 1l '1am slitta, si ferma e 11· prende il commino; l'aria chiusa della ut:1• lu,a divt:nta pesa, e un acrt: odort: di Cdrni sudate e di cipria economica rocca il naso dei pasulleri. Eppurt: nd quortiue dr MonU•rerdt: vu• chio t: nuouo, che ha il muito di essut: il e quartiere alto> della piccola bor1ht:sia e dt:llì imp1t:1at1 di Stato, abita a11che 1en• te divtria: qualche contadino sorprt:so dall'avan.cata della città, qualcht: si1nort: che si ì coslruito la l!Ìllo rn un luo10 che part:va dover esu1.f! eurnamt:ntt: tranquillo t: appartato, e soprattutto frah, prt:ti, monacht: strani,n". Grandi llillt: silt:n,i:iou racchiudono orfanotrofi tristiwmi; piuolt: pala,i::.irit dollt: pu11ane vudi ospitano compa1nit: di rt:lt1ion slraniui. Sui turau.i, Jui ttltl e 1iù nei/i orli appaiono frati in• cappuccioti di bia,uo, che passe11iano col men lo sul pt:tto. in wna cosa che ha molto del ct:nobio meduualt: t: 1nsume della fai• torio, stanno lt: tuore francncant: in1l,s1. In questi. piuoli conl!t:nti stranieri, non sono poi soltanto monache t: frati : ra1aue stranissime appaiono taluolta sui cancdli, sandono 1pt:sso 1ul viale in alUJa del tram. Hanno il volio molto dipinto, indossano abiti viscosi, portano la cassdla "a pitto- ,,, e sotto un braccio, ma1ari, i l!ersi di Shellt1. Sono dirt:ttt: chissà dove; foru in cerca di qualche solitaria ,ovina, dor;e potranno ispirar,i ed t:slasiarsi. 1 nostri cari areht:olo1i non per nulla si sono dati da fare; quattro som e un poco di borraccina verdastra, , la ft:lieità dt:Ue romantiche inilesi ì fatta. Il quartiert: del :l9 tult~u,ia rt:sta qu,llo dC'tli impie1a11 d1 Stato. Anche C'hi ho voluto costluirsi un uillino vuso lt: mura dd Gianicolo, ha inuso farlo con quella modestia che umpre contraddimniut: la pie• cola borihesia sasa a Roma pu impit:1hi. Giardinetti pieni di piante, C'OStru,i:ionci he s1 ispirano aila Svi((ua, all'Ungheria, alla Russia: un uo1ismo tuttavia umpre trattt:nuto , pudico· si comprt:nde comt: quesla socutà aiva secondo uuchi t: quit:li ideali, onesta nt:i costumi t: nei 1usti. Da queste parti il c. novt:unto > ho auuto 1carsa fortuna. Qualche 1ran casamt:nto si scorge qua e là, ma st:mbra C'Ostruito come per fare un dispt:ltO. Lt: 1Usst: fami1lie cht: lo abitano sembrano cap1tatt: per caso a A/onteuude. la. loro modernllà stona con qut:- ,lli luo1hi. Dd rt:sto, l'orehirt:ttura ra,i:ionale d1 qut:110 collt: ì bt:n tnsie si ut:dono td1fic1 1ri1i t: ,o,iamer:le lt:Omt:trici, C'On rn1rt:ssi che rammt:ntano stranamente, fin ,iel particolare ddl, canullau, lt: prigioni americane Monteverdt: ì inl!Ue un quartiut: di cau dout: le comodità moderne non appaiono comt: una nt:ct:s1ità, ma soltanto comt: un h1SJO capaa di /art: /dict: tutta una famiiha La uua detti abitanti dt:I quartie• re non ha impr,uisti: non ci sono alletta• menti di C'lllt:mato1rafi ., di altn spt:ttacoli; lt fami1lie riconoscono 1! carnevalt: solo per far quattro salti fra amici; 1 fidan,i:amt:nll avvt:niono re1olarmt:nte ucondo i calcoli fom1lian; 1 1ioaan1 aspirano a un impiego minisluialt:, parlano con. le fane1ullt: del giorno ,n cui saranno ufficiali di complemt:nto, e v.-,amenrt: 11 servfr.io militare, presso una guo,m1iont: di provincia, sarà pu loro la più 1randt: auvenlura della vi• la. I padri inuece non aspi,ano che alla comrn,nda; la sera, dopo una le1gono il 1iornale dislrattamenu, prt:fert:ndo le po1int: dove sono dncriltt: arimonit: o fesu: di rado ,a,ionano di polirica inttrna(Ìonalt:, ma st: lo fanno ì semprt: diundo cht: e la Francia doarà prima o poi auvt:dtrsr del 1rande u,ore :t. Qualche uolla, in occasione dt riunioni familiari, si arrendono a parlare dell'immortalità dell'anima e dt:l• l'inutilità dt:lla vita; t in questt: discussioni .u fonn~ forti spt:cialmente di qu,I tan10 d, lo1ica C'h~hanno dovuto imparare in tanti anni di uita di fun.,ionario. Dimostra• no C'On1randt: bravura l'uistt:n,i:a di Dio, por si 1warda110 sou.icchi comt: ptr ut:dere l'cOt:tto dt:lla ,,andt: uopulo Le nasciu, le noue, le morii sono I p111 ,,andi auiie• nimt:nti del :l9. Aliro particolare importa,11t: il quarHUt' del 29 è a d,u paui dal Gianicolo. I bambini v, sono condotll quasi ancoro lattonli :a làew;p~r:a~~ a,;;n~si:;;:u ~a:i';_;ldk:m~ni~ mortt: >. MASSIMll'\O LEO LONGANESI - Direttore rt8ponsablle RIZZOLI & C. • An. l'fr 1•_-,rt( df1\;i, ~t,mp,. \hl n., RIPRODUZIOSI 1-:",E(,l'I I E ("O, \IYI UO \I.I t"OT01,K WH.'O • I ERR \'-I\

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==