Omnibus - anno II - n.9 - 26 febbraio 1938

LAN0J0 DI UN PARACADUTISTA t P ; \'•Z f.!;\~""<)~ 8, :, 1 HA.0001'ìr:a:'0 o•-1u:. FESSIEH •l cc • •. "ILL'AEH.OPOH.TO municipale lo (~', O eh.iam.avano l'aviatore suicida; 11 i. perciò lo pregai di portarmi un 10 ~- giorno ,on sé. • F'acc1a pure tutte le acrobazie lhé vuole•, gli dissi. Era scampato da un f{raqssimo incidente: il suo viso era una ragnatela di cicatrici. :\li guardò col suo occhio sano, inespressivo quasi quanto la benda che ave,""asull'altro. Va bene•, disst". I.ci si spaventa faLilmente? •. :\<ii spavento•. risposi. ;\li dette un casco e un paio di occhiali; li misi. Avviò il motore e sali nella carlinga del suo apparecchio: un biplano Laird con un motore che ave,·a una brutta voce rin~hiosa. Mi arrampicai a mia volta, ed infilai la crnghia di sicurezza. L'aviatore diede il gas e balzammo in avanti. La coda •u solle,·ò; manovrò con energia la cloche e l'apparecchio prese quota rapido, obliquamente. Sentu un sussulto brusco nd petto: mi Jomanda,·o come a\'remmo fatto a non ro,·csciarc1. l.'at:roplano era come abbandonato a se stesso. Quando smettemmo d1 ~alirc, ,t circa mille metri, mi voltai a i{Uard1irc il mio compagno. La sua fi..:ura, contorta e qu1m immiserita dall'incidcnh:, t·ra piei,:-a1anella carlinga. fncontrando 11 mio sguardo, mi fece un cenno d1 :,;1luto, mostrando 1 denti: più che un sorriso fu un ghigno. Ricambiai il saluto mentre le mie mani si aggrappa- ,·,ino .il scdile, fra le ~ambe. Il mutort:, accelerato,. ringhiò d1 nuovo, l· l'aeroplano :,1solle,ò a candela. Poi l'a- , mtorc piombò J,!IÙ a vite. Scendemmo e ,t:endcrnmo; le alt 1urbmavano pazze intorno all'dic,1 A un tratto, l'aviatore smise <li ..:irarc, co,i bruscamente che le corde dl·, comandi Y1brarono come corde di pianoforte. Hi..:ua<lagnammo quota, facendo quattro o cinque giri della morte. 11 mio compal{nO cse..:uì poi due 1mpcn1Mlt', una sene d1 capriole e finalmente -.cc,e ~iù ;) fo$tli.1morta Come un;l furia n\'entc l'aeroplano rugi,:1v,1 e urla,a; a,·,·1cinundoci alla t1.rra le tord<: dei comandi ,1brarono più aLute Se ora 1,::li salta in mente di risalire , pensai. stnct:herà h.· ali•· L'istmto m1 obbli!,!ò a gridare. Il nn.to 1111-.panò il· parole nelle orecchie; fu u>mc -.l· quakuno dietro di mc, lontano, urla::,._l. di paura ()uando sembrò che nulla :wrebbe impedito chl· ù sfrm.:ellns!l1mo, il mio çOmpàgno Ice'-· atterrare l'apparecchio in modo che un'al:1 quasi toccò il suolo, poi dc.su·bse un mezzo c.;erchio· e s1 ril:mcib 111 .1ri.1 Poi r1commciò le sue acrobn1c a mm pn:1 d1 trcnla me1r1. D, IJntO m t:into I.i punta di un'ala sollc,a,·a la pol\'crc dcl1',u:roporto. Con l,{li occhi chiusi mi ag- _i!rapp.1n1 al ..,t•dilc; il rm1:thio del motore m1 111\"c!-.tl\ ;.1 fnistan<lomi il viso; 1I fral·a-,11<)e, ms1cmc la paura cli un ;1ccidentc, rn1 lac.:e,uno rabbrividire. hn;.1lmcnte ti ,·olo cessò. L'.1eroplano era d1 nuovo ..u. l suolu dell'aeroporto col motore qu,ls1 spento. Il ,ilenz10 mi riempi le orecchie comt· un rombo. Scesi dalla cMlin~a to~licndomi il casco e !,!:h oc- <·hial1 \l1 trl'IIHJ\;Hm le u:ambc; d0\·et11 ,1ppot,("gÌ;1rm1;1l)';lcropliino. 1.·a\"iatore rn1 sta,·:1 da,: .111t1,ti~-.andom, -,cnza c.sprcs..,iune. \'.-i bene? m1 ch1c::,e. Tcnrn1 d1 tH:ccndcrc una :>lHarctt,1; !;1 lll,tno m1 trcma\'a talmente che il fiamm1fcro ,1 .spcnsl· i,'.1,·iawre me ne tese un .iltro acceso. l1cn1ss11no n1-pu!-.1. S1 ,ohò per andarselll'. '\un cndc chl· ci ,·nrrl·bhl· un biçeh1cr11u,> .teli lh1es1 Snollù h ,p:1\k Come vuole•. Ci sedemmo a un ta'"olo davanti a una bouiglia di Porto. Notai che la mano che reggeva il bicchiere mancava di tre dita. L'aviatore faceva girare il bicchiere fra pollice e indice, senza bere. ' Ha a\'uto paura lassù? m1 chiese a un tratto. •Molto•, risposi. , ,1a mi è piaciuto Perché? • r Perché•, risposi, per mc la paura è un tonico. Quando s, no estenuato e il mio cen·ello rifiuta d1 lavMare, se qualche cosa mi Sl':1't.;na dentro 1111 inferno dt terrore, mi sento tT",.,f'.lio,... ("me se un vento gelido mi soffiasse n-.1 cervello. ~~f:!: t:;;o ~/~s\~ èp~~~lll':~~~ 0s~i una doccia fredda •. L'aviatore annui lentamenh. • Lo so•, disse.~ Ero anch';o t;ome lei Assaggiò il vino, e dopo aver posato il bicchiere sul tavolo, prese a giocherellarci. Piegato sul rn,·olo mi guardava. ... prima di morire•, finì. .•hevo il bicchiere alle labbra; un po' di vino m1 rigò il mento. Come?•. , Prima di morire•, npl.!tc. S1 strofinò l'occhio destro; la bc11da bianca m1 fissa,·,'- Prima che lei morisse? dom1md:U. Annuì. Esattamente. Pnma che rimanessi ucciso. Ecco un bri, ido che lei non ha ancora avuto ,. Cercai muolmcntc qualche cosa da dire. Sono morto un anno fa , riprese lui. ;\landai fCIÙ un $(:ran sorso d1 Porto. Senta un po' , dissi infine, lei C \"Ì- ,·o. :\11 sta parlando, no? Certo ·, rispose. Ma sono morto un anno fa. Non ho smesso di respirare, e gli or1"ani mterni che mi sono nmasti funzionano ancora, ma sono morto u~.,rualmente •. Oi nuovo non tro,;1i nulla da dire. Glielo racconterò , fece l'aviatore. Puntò I Komiti sul tavolo e appogJ{iÒ la testa ira le man1. L'occhio sano era d1 nuo,·o coperto e solo la benda bianca mi fissava. Ero come lei •, commc1ò. Quando mi ~enti\'O sfiduciato e depresso, sali'"o m .ieroplono e facevo OJ;?nisona d1 panie Capisco benissimo che la paura per lei sia uno stimolante. Lo era anche per mc. fin<.:h~ non esagerai. Quel giorno decollai non J)<'r fare acrobazie 1 ma per volare fino a una città a trecento miglia, per sposarmi. l.e1 s1 chiama,a Elena. '.'\'on arrivai•· S'interruppe. Senza riActtere chiesi: Che cosa itccadde? l.'n i;:uasto al motore? . I.a nebbia , disse. Quando parui, il 1.;·1cloera sercno;s'oscurò, poi di,ennc nu- ,·oloso. A un tr~to fui anolto dalla ncbb1,1: come se .n·esscro girato un internuwrc. La \"i:,1b1lititera discreta: un istante dopo non ,·cde,o più né l'elica né le ali. :\11 sembrò che la nebbia uccidesse anche d suono del motore: mi pareva di udmnela frusciare intorno. Salii fino alla quota massima. e la nebbia si stende\!\ ancora per miglia e miglia sotto e sopra: non a\'cva pnncìp10 né fine: era do\'unquc, come se c1 fosse bCmprc ')t:ita. Pro,·ai a scendere, ma sape\'O che era inutile. Sapevo d'cs- ~er perduto. I.a bussola m'mdica\'a il nord, ma il nord non rappresentava pili nulla per me. .\nche sapendo esanamcntc do, 'ero, non a, rei potuto atterrare H1portai l'apparecchio a settanta metri circa e mi misi a descrivere giri lenti, pregando 010 che la nebbia si diradasSé. JI l'Ombust1bile sta,a pcr fin1n: a,·e,·o paura Qu,mdo un accident<. ac<.:ade, o s1 sa che .1 ·cadrà tra brc'"c, la paura trafigge come un ;lJ!O .uro,entato, no? ,:\la la mia paura t·ra lenlll l'ra <1uclla che s, prorn quando l'accidente è ancora da ,·enire: 11nmaR1110 che la provino I condannati, in cella. Soltamo I condannati hanno la speranza della grazia: io non l'avevo. Ero certo che la nebbia non si sarebbe diradata . Vuotò il bicchiere ed io glielo ricmpu. , Lo sapevo, ma tentai e$(ualmeme di convincermi che avevo torto. Continuavo a ripetermi: "La nebbia sparirà, e atterrerai normalmente". J'ensai perfino n quel che avrei detto ad Elena, telefonandole dall'aeroporto. Speravo, per illudermi, che non si sarebbe offesa del ritardo Fece girare il bicchiere con la mano mutilata, e i muscoli del suo viso sussult .. rrm~. • Immagini una fidanzata che è adirata con un morto, pe.rché non s'è fatto ,i,·o al matrimonio!• disse. Dovevo dire qualcosa, lo capivo, anche un'idiozia. Ottimo questo Porto , os::.en·ai. Lui non mi badò. Cominciai a morire, cn:do, ,erso la quarta ora•, riprese. S1 diventa freddi, non dall'esterno, badi: dall'interno. Il freddo vi in"ade strisciando lentamente. Quel che accade, si capisce benissimo, ma non si vuole ammetterlo. "Non morrò mica", si dice. Però intanto si pensa: "Dio! :\1uoio!". E si ha paura e così s1 muore pnma ! >. li Porto era finiio. Ch1es1 un'altra botuglia. • L'occhio sano fis!>ava m1cn!>amentc 1 m1e1. Il combu1,t1bile fini.: fu come t1 rantolo di un moribondo. Tutto era tranquillo, ora: ero solo nella nebbia frusciante. Volsi l'apparecchio in basso e presi a scivolare. F'u una sci'"olata lenta, quanto lo consl·nt1va la \'elocità del ,-olo: sapc,·o che finirn la d1scet-.1 sarei morto. '.'\'on durò molto So che pruna d1 sfracellarmi lasc1a1 andare la rloche e m1 toprn il ,·iso con le braccia. .\.li butta, mdictro e ch1us1 ,izli occhi l•d,i l'cl1ca urtare la 1crra e l'urto tra- .smettersi per tutto l'apparecchio fin(l .1 me Senu,·o tutto. Sentii la prima 1r.tfitturn del dolore quando la prua si.:,nò la terra e la carlinga mi toccò il petto. Sentii scricchiolare le rn1c costole, sfra1.;c\J,1rs1 le mie mam e lacerarmisi il viso. Poi In mia testa fu schiacciata e non sentii più niente. Smisi d1 rl'Sp1rare S'interruppe, poi disse calmo: Ero n1orto •. ;\11~uardavo .stupidamente le mani, ~for. 1andom1 d1 parlare, mal~rado il turbm10 confuso delle idee. Vede, ho attra,·cr:.ato l'llltl·ro prO\..csso del morire. Al di là non può es~erci nulla '.'\'on si può morire Jue \"Ohe. lo sono morto; poi m1 hanno ndato il re-,piro. Credono che c~ista E la ra~azza) ch1c?:,1. Quando le tcleu:rafarono eh 'ero morto. ero $iiit morto. '.'\'on l'ho pili vista da ,11~ !ora Il sudore ~111\:na nei miei pugni i.:hiUbL E percht. ha ricominciat<T a \"Olarc? h;es1 ancora. Speravo sulle prune che co,;1 s,1rt!i n- ,·issuto , rispose. Sè riesco .1 far pazzie tali da prnrnrc ancora un bnndo di paura, pcnsa'"o, c'i.• forse spcr,inza ;\l.1 non si può .spa, cntare un morto. Ormai \'Olo per ahuudmc: per fare qualche cosa. L·n giorno m1 .sfracellerò eh nuovo, e non riusciranno a ndarmi il respiro S1 alzò: la 1-ua testa era voltala 111mamera che solo la benda bianca mi guard;1va. I muscoli del suo viso tremarono. I .a prossima volta che ,·orr:1 un tonico . cLisse, cerchi pure d1 me Tentai mvano d1 \'Cr1,arc un p,; t.l, P,,tto dalla bottiglia ,uota Xo, grazie •, d1s!.i, pren<lero un:.i <ln<:- cm fredda \!ICI! .\El Ft<:SSIER ~ OL DO I TOR Ru~,o facc1.n1110amicil{a LÌ.l dopo i·\scrc ~tali, pt:r qualcluU'mpo, vitini ocrasionah di risto• 1.inh•. .E..,. un ({iov.111otto,!aure.ilo in legge da qualctw .11U10, t• occupa, ,1 un po,10 in Prcfcttur,1. ..,Che vuole, ragionit:re >, mi dicc-,.t, oi,;~i I,, libaa profru.ionc non rende più > C:h era rima ,la però, ricordo foHc delle ~ur aspiraLioni forensi, una rcrt.1 -solennità di lingua§gio e un \unicgo )pesso o~tcntato. Gi capitò di passare qualche volta la scr;1 .iniem<' .i.I cinematografo o n<'i circoli rion.,li '. b.ill.i"a poco cd t·l.i.gcra\'a in educata galanteria con le signorinc, con• ,into di dimostrare una i11na1.i.distinzione Una sera lo inconlr;ti in compagnia d'un.i 1a11;a,:z.1Poicht f••c" fint.1 di non \'l'dtrmi, crc-dt·tt1 di indo\'inart· un -suo riserbo, e non li salut.-i Sapc'"o p<•rò chi era la sua com• pagna; un collega d'ufficio, cht :.i attel(- gi,na a donl!'.io\anni, me l'aveva indicata come ,ma foC'ile conquista. Rus\o non mi dine niente ncppurt· a U\ola, ma in brcvt· tempo mi .1ccaddC' di \'edt·rlo .ihrc volte, ~t-mpre con la t.te,.s,1,1· spc:.\O la tenc,·a al br.iccio, ge:.ticolando C'on la mano libt•ra Poi mi ,urnunLiò di , olcr cambiare alloggio, i· mi chi1•ie ,e pott-,o da1gli l'indiriuo di qu..ilchc camt>rJ e La \Orrri po~sibilmc-ntc- <'0n l',tcqua corrente e l'ingresso libero>, mi di~,c, un po' con(uw Una sera, mf'ntn: p.isseF=~ia,·amo .1~sic-mt·,~li .1ccenn.1i schcrundo all.ì sua avvcntur.i., (·d t'gli si con• fidò aper1.1mcntc e t una bra\'a 1,lg.iua >, di,sc, • .&nChl· lC sul suo conto ho .ivuto modo di sentire voci rnn'ahro chr lu1inghicn· Sa, un c.iso pietoso, è orL111a e il padre com·ivc maritalinenu· con un"... ltr;i, donna; una poco di buono. La mia I agazza ha una ~emi• bilità, non poi<"\ a tollerare que,to st.1.to di cose, <"cl è .1nd.ua ad abitare con una \CC· ,·hi.1 Lia Sono riuscito .t fari.i .issumcrc com<· coinr1ws,.i. in un m,1!(.1zziuo, e così questa po\cra fìgliol.t mi si è .tncor più affezionata Di<'c che da quando vicnt· con :ne le .lcmbr-t d'e»rre diventata un'altra> ~li r.tl!egrai per l'opera buona, e, quan- <lo lo rividi con la sua protetta, feci un bel ialuto, cd cui mi risposero soddisfatti ~I.,, qu.1.lche giorno dopo, Ru~so mi miSC'a p,1nt di altre \UC nuo,e preoccupai.ioni < t una faccenda e-hl"' non può andar a,an• li>, si lamen1ò, e mi si sta affeziona.udo troppo, C' io che pm\o f.ire? Poi ci sono delle si1uazioni ChC'mi turbano. Pcnii che p1oprio uamauina, b1•nché le avN:.i racco111and.110di non fani mai '"edere in Pre• f, ttura. llll· la son vista in uffiçio. t venuta a racco11ia1mi tutt.1 una itOrÌJ di una muh,t che &Ua 1ia ,I\ n·blx- avut.-1 per le tasse in arretrato, s'è mc~sa a piangere e mi ha chiMto trec<:"nto lire Domando io cht' potevo fare~ ,\ndrò a ,edere questa facc~nda, ma, lt'i capiKr, \On co~ che dispiac, f'IOnO > 111 quei gio1ni cambiai rÌ)I01.1ntt·, e con Russo ci vedemmo di rado: il mio collega mi dihc pc1ò che l.1 ragazza non \i\'("•A <·on una zia, ma con una , cc-chia cono• -s<'rntt' che te procurava ~li appuntamenti Clll dottore tutto do,·c\•a e~scrsi appianato, poiché una sera, .i una veglia del Dopola- "oro Sc-acchì)tico, li vidi soli ad un tavolo, con le mani riunite accanto a due bic- <"'hicii di spumante, e un'altra ,oha li inf"Ontrai in automobile. Soltanto qualche 111e~edopo, per ca<o, 1rovai Ruuo in un bar, e gli chiC'si come mai non si fosse f ,itto vivo per tanto tompo. e Sono stato .i Roma, in mis\ione, un paio di mc\i •• mi 1ispO$C. E la ,igno,ina Nina?». e :,O:onmc nr parli, tutto fi11i10.~(' \'UOle, le rat""con10come>. Raccontò infatti; era un.t >tori.i lunip e <'omplicata, C'Onun tradimt"nlo di un amico Cominciò al ballo di fine anno al GUF >, 1ni dis\e. e lo ci andai con la mia r.1gazz.a, e, combina?.ione, trovammo un mio pac- -,ano, Antonio, con la sua amica Sa coml' succede, ci mettemmo assieme, alla lotte· ria Nina "in:.e una scatola di cioccolatini, e noi in poco tt-mpo glidi manljiammo, 1anto C'he Antonio diut che dovc, a rimediare Difatti, \Crc dopo, mentre cr.&\·amo .1I ci11tma, lui venne a po11are alla Nina dri conft-tti alla mandorla. ~forale, faccm• mo amicizia, l.t domenica pigliavamo una 'balilla" a nolt-ggio, e si andava a ballare t· a Cl'narc fuori, tutti e quattro, dividendo lr ~J>C'-\4>E. r,t facik intuire il gcnue, fra il monotono e l'cqui,·oco, di qut'lk gite con. do11c con (ah.• grandiosità, con rconomia \;u, ,u.,, e concluse nelle sale tic degli albcr• 11;hi di paese Poi Russo avc\;i. do,·uto par• tin· e .'\\'eS)C \'i'ito la mia ragazza, ,cm• bra,.s inrnnsolahile >. Egli, andandosene, ra"'~,a affidat,1 all'.uuico che, per rnnicu1 :1.1 lo, gli aveva d1•t10 con .i.aen10 sincero e 5ui tranquillo>, ,., la .'ol'l'.ll. della partcnLa, 1·1,t ;md,Ho .id ac:-compagnarlo in auto, con b :\'ina, fino .._Cc·no,a e I primi giorni qut-\ta figliola rni manda\ a <lelle kuere ap• p,nsiona1e, poi s1lt•nzio. Scrissi ad \IHO· nio, dicendo \e ne sape\ a niente; lui ri. \po,t• di no, .m1i che non I'.1,·cva più ,·ista Poi to1n.1i, e ,c-nni .1 ,apc1c <:h<" qud gr,111 ln1,1roni· ,. buij:iardci '1011M>IOs'era lllC'~SO .s vi,cre con ll'i, ma era stato lui a con• \11,i:li,1rlrdi non Lumi sapere più nil'ntc, e di tenei ~i ,1nche il mio gramrnofono e un ,e" i1io da toC'le11., che I<' a\"l'\"O la• \{Ì,llO i11 Cu\lodia ! ,. C\•rcai di consolado co11 dclk fra)1 seneriC'hc, 111a mi -.t•mb,ava pi\l annoiato chr offl'~O. \dt'SSO ,ivono ;t,\SÌClllC .. , è0Ocluse ron ,c-etti<'i.'ornOe, e p.&rc ..i.ano in mi~eria (;li ho fotto sapere rhe , orrei almeno la roh;1 mia, ma l'h,umo impl·snat.1 Antonio poi ha la~ciato I',1ltr.1, l. c-osì qul'St,1, pe1 Hndr11a, ha J>IC'\O ,1 ,<hi.iffi la :\in;1 pt"I l.1 \11,1da ». ~ti \1·mb1 .1, .1 pe1ò <:ht· Ru)MI non \Ì rcn- <l<'l)l' conto dC'll'intima mii("ria del suo ro. man1.o una mi,eria che ,inda,.1 più in 13 del 11.,dinll"nto de\l'.,m,,ntc e ddl'ami<'o, e che- forma\'a l'e)_.,t·n1., dri suoi C'Olloqui d'amorr nelle camr1 r mobiliate, dd!r pre• lC.'oC di mond,lnità della sua e rt·la1ione l'n.1 inl·golarit.\ di ,·ita sr-nza .'oinc:crità '-' ,t'nu slanci, me~china nella soM,inza e nel!C' uianifest.1,ioni, nella ricerca dei di,crtimen. ti, triste nei pomcril~gi (estivi trascorsi in ..inuoiati abbandoni Eppure questo senso d1 \"OIKarità eh<' io a\ ,e:rti\'o, mi pan e 110n fo~M' .1.ffat10 percepito dal mio conoscen1c, e rimasi con l'imprcs~ione ch'rgli fosse convinto che tutto ciò fo:.~c indispensabile pC'r fl;odtre la sua vi1a di giovanotto. e Sono r..11(:tned1e non sanno .1.ppreuare la finrva di r<'rti ~entimtnti >, mi diMe con,into ~1"ASS[MO ALBERINJ Andate zn Libia m aeroplano! In occasione della Fiera e per la stagione turistica sulle linee aeree della riduzioni del 30"/, dal 15 genna10 al 15 maggio ROMA-NAPOLI -SIRACUSA-MALTA-TRIPOU - ";"'umun,I, ROMA-SIRACUSA-TRIPOLI - tr;s,ttim,.,1, ROMA-TUNIS!-TRIPOLI - '""";m,nal, TRI POLI-BE~GASI ";,.,tt;m,n,1, ROMA-AEROPORTO DEL LITTORIO VITA DELLA SIGNORA CURIE D E V A e U R E Tfl.ADUZIONE DI CESA/1.t G!Afl.DINI \"OIUMt-. Dt-1I A.COI l.lllONE •·J F SClf", 01 PA.GINF -4!.(J. COI\ .!4 111.U,Tl(A/10'.'-I ! • Li prinu, cos,1 che colpisce in Mari,1 Curie, che un banale inciJmte Ji ~tud.i l.isciò sol.i prutissimo din;i,nzi Jll.a gunde SCOflt:1t.1Jcl ,-,,,/io f,ut.1 m comunt col m.Hito e ai suoi immensi S\ iluppi, è I.i foru Jcl metodo di ricerc.a. Seguire p.isso p,uso il l.1to pur.imente scientihco Ji q-Jnt.t , it.1, vedere come, giorno per giorno, con un IHoro metodico, inst.lncabi\e, ,\p p,usionato, un.a donn.1 che può ben dirsi prcdcstÌn.lt.l, str.1ppi ,11l.1n.itura i suoi più yre~ios_i segreti, cr.i già ,usunto d,1 tcnt.ire qualunque .\crittore .1tto a sentire 1I fucino delle cose gundi. Ma k •1scien.ti.iu'', I.i "hsic.1" gloriosa cclebr.it.i da tutto il monJo, insignib di ben due premi ~obel, non è tutta b signor.i Curie. V'è in M,1ria una creatur.i i.cgret.l, U11'.inim.1 superiormente nobile sull.l qu.ile il dolore ha messo il suo StKnO indclebilc. Per pe~~tra_r~ jn ~uest'aninu, per _f.ircenc co~o~ccrc le pieg-hc più ripo~tc, le qu,1l1t.i p1u mtnnscche, uno scrittore quals1as1, pcr !.!uanto .1bile e acuto. non s•.ircbbe h.istato; ci volev,1 qualcuno che awssc- ,·issuto ncll'intimitl della signora .Curie. Ecco pcrchè si può considerare una fortuna che la prim.i _bio~nfa ~ella. signor.i Curie sio1.st~t~ proprio su.i. ~glia. E"a Cu~ic h.i scntto un libro che, scn.t.i prcg1ud1i10 della prec1s1one cronolog- 1ca e scientifica, è tutto caldo di vit.a \'issut.i. • I:, il lil,ro c!te iu 1111estigiomi 1lest11 il 11111ggwn• i11teresse i11 tutto il 111011110. A. MONDADORJ - MILANO

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