Omnibus - anno II - n.8 - 19 febbraio 1938

{CONTINUAZ. DA.I NUM.ERI PRECEDI!NTI] i !SOGNA VA però avvisare quel• li di Napoli di non muoversi. Enrichetta sH:~a che con forza superiore in una do~na, aveV<l . sempre taciuto, ma che -..opr<t ogm altro era inquieta ed ~lvcva un triste presentimento, consigliò il suo Carlo ch'egli stc~so dndassc a Napoli .1.d avvisare il Fanelli. Era l.l tac11.1 !!iperanzache, con-.tatando pcnonalmcntc l'impreparazione per la rivolta. Pisacane si sarebbe ritirato dall'imprc\a. « In due ore >, scrive Mazzini, e ~i dt·- cise i fece i preparativi opportuni, abbracciò l,l donna del suo cuore cht· si mostrò in tutto degna di lui, e 'pJrtÌ. Era determinazione per lui più grave dell'altra; era l'c'ipor~i a tortura t' a morte solitaria, non coll'armi in pugno ~ lottando. E nondimeno, chi lo vide 111 quelle ore avrebbe detto ch'ci ._•avviasse a diporto>. La sera del 13 giugno, a :":apoli, in una riunione dL•icapi dt:11.l rivoluzione di tutte le provincie, Pi,;arnrw eblx· la netta percezione che il Regno non era assolutamente preparato alla rivolta. Ma fu l'abbattimento di un:, :.era. Il giorno dopo vedeva le cose sotto una luce migliore e si affrcttJ.v:l a -,crivcre : e Le cose sono in modo che un impulso, una scintilla può pr~clurre un incendio, quel-to ~ ìl··mio con• v~ncimento. morale». E quanJo il 16 giugno lasnava Napoli, Fanelli era più persuaso di lui che la rivoluzione sarebbe riuscita. Era rimasto. affascinato e ipnotizzato. Raccontano che nessuno pi.ù ormai resisteva alla su~(tcstione di Pisacane, nemm<'no lo :-.t(•ssoMat:zini. Il 19 di giugno Pi-.::u:ancera a Genova. «Tornò tra<;figurato e rJggiante: tutto era combinato nuovamente cogli amici a Napoli. \trnceremo, a1sse, baHa una scintilla : dappertutto la mina è preparata, le comunicazioni stabilit1..•, audaci i capi, ,icuri i seguaçi. La rivoluzione è nei cuori di tutte lf' classi colte; il napoletano andrà in fiamme. 11 murattismo non esiste se non nella testa di Napoleone e dc' '-UOifidi di Piemonte. L'esercito ~arà con noi, la plebe con chi vince». La partenza fu fissata per il 25 con il piroscafo Cagliari. Pilo, con una flottiglia di barche, sarebbe partito un ~iorno prima, portando un carico di armi che sarebbe stato trasbordato in alto mare. li 27 m;ltÌina, sarebbero ,;tati in vista di Ponza che avrebbero prc- \0 di sorprc•~a, poi a Ventotene 1,.· I.i domenica a Sapri. Fanelli ,tcsM>,criveva dà Napoli di far prl'\t0. ché la mina era pront.1. Il 24 giugno, un giorno pri11Mdell'imbarco, Pisacane· rionisce i compagni nella casa di una fidatissima mazziniana e a ciascuno consegna una pi- ,;tola, uno stilo, un bcrrétto ro:-.so. Poi va dalla 'Whitc e le consegna le cosc più care, il Testamento politico, e le raccomanda Enrichetta e b piccola Silvia, la -.ua bambina di quattro anni. « Sprezzando le calunnie del volgo. f6rti della giustizia della Cilu;,.i e della gagliardìa delle no~tn..·anime, ci dichiariamo gli iniziatori della rivolutione italiana. Se il pae!<>nCon risponderà al no~tro appello, r'l.oi scnz.1 maledirlo sapremo morire dJ forti seguendo la nobile falang1,.·dei martiri italiani. Trovi un'altra nazione del mondo uomini che come noi, ..,'immolino alla ~ua libertà, ed allor~l selo potrà par.,gona~i ali' Italia, benché si,1 oggi ancora .!>Chiava >. Così finiva la Dichiara~ionc che Pi- ,acane scriveva sul giornale di bordo. dopo l'ammutinamento che lo aveva reso padrone della nave, e che firmavano lui e ventuno dei ,uoi compagni. Si erano imbarcati alla ,picciolat.1 wl Caglia1i nel pomeriggio di giovedì 25. Ma7.zini cr:t s.llito a bordo con alcuni amici p<'r salutarli cd c..•r,,rima- <,lo s0rprcso della ..chiett.1 ,1ll1·gria dei partenti e colpito del e ,orri-,o di fede ignara del tempo» diffu~o 'iul volto di Pisacane. L'infittir,i di guardi<.· sulle banchine, in quei giorni, aveva fatto temen..· qualche sorpresa; il Cagliari invece, comt.· ,t·mpre, ;1,veva levato le ancore e 'li er.1 inoltrato lentamente per l'alto mare, t·hé il -.ole cr;1 caduto allora. A non molti nodi d.1 Genova, forse dopo un'ora di 1rnvigazione, era avvenuto l'ammutinamento ~n:t.t difficoltà, come se l'equipaggio fosse in tacito accordo coi cospiratori. Si erano adunati improvvi&11nente sopr,t coperta, pistola alla mano, berretti ros.c;in testa, al grido di Italia, libertà. repubblica; d\'Cvano preso il capitano per il petto e lo an:vano chiu5o nella ,ua cabina. Il cu0<.·odi bordo, r.u·contando il fatto ai giudici di S..tlerno. co~ì conclude\·a: e ... un tc1 to Nico• 1era m'afferrò pc! colletto dcll,1 camicia, e con pistola in mano mi di,.~c che <'ra egli che comandava . e durame quel viaggio il Nicotera 111ida\'a ordini di tenermi .td economia. vedendo che pochi erano i viver i rhe ;n-evamo >. M.i ancora una \·oh.i. il \'Cnto portò lontano dal punto stabilito per l'incontro Jc::barche d1 Rosolino Pilo coi ,uoi diciassette uomini; e il Caglia,i, nonoc;tante lunghe ore di pcrlmtrazio• ne, razzi luminosi, silenzio a»oluto a bordo, non era riuscito ad incontrarle. Ancora una volta la sp1;dizione rischiava di naufragare miseramente. Gente superstiziosa avrebbe visto nella rij>C· tizione del fatto un cattivo augurio. Quando la $.peranza di ritrovare Rosolino era già venuta meno, nella stiva del vapore scoprirono e tre casse di boccacci di venticinque ognuna, tre di fucili a due canne di venti ognuna cd una ca:lsa di ~mplici canne ». Le cartucce sarebbero .!>tatefabbricate colla polvc·re in dotazione alla nave durante il viaggio. Navigazione tranc1uilb per tutta la notte e il giorno, a nove nodi all'or,.i.. Unica novità, la squadra inglese del Mediterraneo che dalla Sardegna si trasferiva a Livorno, incontrata verso le undici, All'alb.i del ~bato, Pont:,t la rocciosa, con le sponde a picco .!>ulmare azzurro, di fronte al golfo di Gaeta. li Cagliari vi giungeva dalla parte della insenatura di Chi;:ria di Luna ove non è po,~ibile l'approdo. Bisognò quindi doppi.lre l'i!oola e pttntare verso il porto di Ponza dalla p<1rteopposta. La nave si avvicinò in modo che la murata con la ~calett.t d'imbarco rimane,. se nasco~ta a chi guardava dall'isob. Precauzione necc!i>saria per il primo colpo che -.j voleva tentare. Fatti i segnali d'u<,Qal e pilota p1,ltico ». <·ome se la nave ave!o,e bi!-ogno di riparazioni urgrnti. appt·n,1 il pilota s'.wvicinò. fu preso e costretto a <,alirc ,ul ponte. Ugual <,ortt·toccò al ,:,1pitano di porto e a un ufficiali..'della piana. Pi-.acane, che dur,rnH.' il viaggio non ,i era mosso c1ua!omi ai clalla sua cabina per riveder le carte, $.tender proclami, dettar ordini minuziosi e pr<•ci:-.ig. iunta la nave nel porto ru il primo a di- )Ccndcrc a Ponza con la !,ua squadra. I rivoltosi erano stati divi'ii in tre squadre : un,l sarebbe rim.,sta a guardia ddb n.iH·. le altre due avrebbc-ro agito. Pisacanc·. girato il molo con la lancia, assaliv.1 di -.orpre!o<la Gran Guardia che non opponeva re,i'-tCnza, mentre l.l :,,.quadrJ di Nicoter,l e Falcone Jtlaccava i ,oldati -,paNi sull.l banchina gettandoli in mare o facendoli prigionieri. La sorprù,l fulminea aveva dato a Piuc,ìnC' un primo successe. Resi inservibili due cannoni, le squadre. cui si erano uniti i releg,Hi del penitenziario di Pom:a. rhc più forte dei rivoltm.i grida\'..tno Itali,t, repubblica, libertà, as- ,alivano il pJl..1zzetto del comando. ucridendo un ufficiale che da solo li aveva affrontati per le scale. Rimaneva il ca-.tcllo ,ituato ndl.i parte più alt,1 dt·ll'i,ob. 0\'e e1.rno rinchiu._i soldati in puniziom·. La voce di una grandt' rivoluzione scoppiata nel Regno li faceva arrendere senza tentativo di di[esa. Nei magazzini pieni d'anni d'ogni oorta si armano relegati, ,oldati in punizione- e reclusi liberati. Que<,l.1ciurma ubri;,ca della riacqui-,tata libertà !.i dà a percorrere l'isola h:rrorizzandola. Al mornento dell'imbarco è impossibile tlre una cernita : del resto i relegati politici non arrivano che a dodici, Tutti \Orrcbbcro salire e portare l,1 rivolu1ione nel Regno. Contrariamente a quanto era stato .!>tabilito,il Cagliari $.itrattenne a Ponza tutta la giornata del sabato. Un in• cidentc aveva ritardato ancora di più la partenza: una lancia era stata vista 11.1nquilli11.u.,i a \'l(Tml.1. ma il pre- ,t·ntilll('rtto è pilt fortL' delle pch,ibili r.tgioni, Gli improvvi-.ati S(•guan ripen- ,,lllo e rimpiangono la rrclmione di Ponz,1. T,tluni durante 'e.i notte di,;ertdno, t.hi per tornar<· ai pac~i al di là di quella n•ffhia oscura di monti. fhi per cou-;(.·gnar,;ialla poliàl e implor,u perdono, magari con la dt'la1.1om· La lancia, fugC?:it,1d.11porto di Ponl"- tra il buio dd ,abato ~erJ., <1Vl'Va dJtO l'allarme. La noti:1ia (.'ra ,;t,it.i diffu-.a in tutto il Rc·gno (• le auto, ità della co~ta, i comandi militari, prcparav~tno una spedizione come !te un nemico potente a..·es"C pas'-ato i confini. Nl·ll,1 ~te~s-anotte tra la domenica e il lunedì, due f,rg,Hc cariche di M>ldati. l'saltati da\1,1 pre~cnza del re all'imbarco, partivano da Gae1a .11l 1in~rguimcn10 dd Cagliari. Il lun<.·dì mattin.1, d.t s~ilt•rno verso SJpri, 1n,1rciavano -.c..·i eomp.tgnie di 1.:acciatori. Il ~ttintcndente di Sala riuniva i vari distaccamenti militari e, fotto un solo corpo con le guardie utb.1nc, lo avviava verso Paclula; mentre per la campagna veniva diffu::.a la voce che 300 briganti fuggiti dal bagno di Ponza corr<·vano ,I paese ~1.ccheggi,1ndoe uccidendo. Da parte dei c..ipi di Napoli invN·e niente o quasi niente. Fanelli era ricaduto nella periodic.1 prostrazione. t· quando il venerdì 26 ricevette il di- -,paccio di Mazzini dell'immediato arrivo di Pi,.acane cercò di agire, di muoversi e ,pcdì corrieri nelle provincie, ma, o questi non partirono, o non J?"iun- -,.croin tempo. o i capi non si mo~scro. Il lunedì mattina, festa di San Pit"- tro, la colonna si mi~ in marcia ver:.o l'interno. Dopo tre miglia, tuttl' in salita, entrarono nel borgo di Torraca mentre il popolo in processione sfilav,.1 per le vie del paese, dietro la statua del Santo. Agli evviva dei rÌ\'Olto.,imolti risposero con evviva, ma quando un proclama, letto nella piazza principah:, li invitava a levar)i in armi per abbattere la e sfrenata tirannide di Ferdinando ~econdo », nessuno si mosse e. come gli uomini dell'osteria di Sapri, ,dia chetichella si dileguarono e corsero ,l barricarsi nelle case. Eran poi Jiber;uori davvero quei ccffi, o eran briga!'ti com'era corsa ),1 voce? Non po· chi. col pretesto di requisire le anni, t·r.ino penetrali nelle c,,.,e e .1vcvano FRA:N OE8OO II DI BORBONE (Fn. Berno11d) nel buio filare veno Gaeta; Nicotera, nel tentativo di rincorrerla, era caduto in mare cd aveva rischiato di affogare. Domenica sera 28, il Cagliari entrava nel golfo di Policastro; però1 prima di entrare nella baia di Sapri, si fermava dietro un promontorio ad aspettare l'ora convenuta col Comitato di Napoli. A scr.t tarda. i rivolto~i $.b.ircano p1es- ,o una casetta scelta come punto di ritrovamento. La spiaggia è deserta e ne'>suno risponde al grido convenuto di e Italia degli Italiani » ripetuto dai capi una, dicci volte, sempre pili forte. Quel grido, ripetuto nel silenzio di un;.1 ...era buia, fa paura agli stessi uomini che lo lanciano. Pisacane costernato arringa i rivolto-,i (' poi, in testa alla colonna, marcia \"e"o Sapri. La Guardia urbana, uscita ad aspettarli. spara e fugge. Le \ ic di Sapri M>nobuie e deserte. le ca:,C -.err,ne sembrano disabitate; solo un'osteria è ancora aperta, ma gli uomini si dileguano spauriti. I capi ~ono angosciati da quel silenzio e da quel deserto. Più terribile ancora è la notte passata all'aria aperta. I capi cercano di fatto man baS!iadi dcnari e valori. Con la sfiducia, se non ancora con l,1 disperazione, ripresero la marcia verso Fortino di Cervara, situato dodici miglia lontano, sulla grande rotabile delle Calabrie. Una marcia straziante attraverso i monti di Serra, per un sentiero pieno di ciottoli e fosse, senza un albero, sotto il sole di luglio. « fn quel tragitto patimmo tanta sete che credo fosse uguale a quella che "offer;ero i crociati >. Dato l'alt a Fortino, ch'era ,era, gli uomini erano così stanchi che si ,;arcbbcro fatti ammazzare senza la più piccola reazione. Il paese er,t completamente privo di viveri. Mentre in un'osteria di Fortino i capi tenevano consiglio per quale ~trada prendere la mattina dopo, giungeva un cmiss_a:io e li invit:iva a nome degli «-~m1c1• a portarsi a Lagonegro, al p1u presto, perché era sguarnito di truppe cd erano aspettati. Era la prima voce amica che si faceva viva e ~cmbrò ridare le ~pcranzc. Pisacane però non credette di cambiare l'itinerario stabilito e, la mattina dooo, marciav:-1 su Casalnuov,;-, « tappa intermedia per Padula, dove credevo di essere atteso da ~oo correligionari ». P(Ko p. 1m,1 di 111t.t1"0~1orno furono ,1 C.1,alnuovo. Il paese era in tumulto. i gt•ndarmi t·rano (ugg:iti, l.l ca-.c.-rma pre,a d'a..-.~ilto, la popol,vione c.,ult;.u1te. Alla lettura d<.·iprodami le ins<"gnt.· borbonicht· [urono abbattute' l' CJlpc- 'itate, i p,tli tdegr;.1fici atterrati, le armi poi tate in piau..1 a dispo,izione di tutti. Da Ca~alnuO\ o incominci.1\";\ dunqui· la rholu.1ionc.- it.iliJna; i trecento -,i ,,1rt'l>lx·rofatti mille, le fil.1 ,i ,an.·bbtro ingrm,,ltC' cOrl1l' , aldnghl', t• d,il sud .avrd,lx•ro incomi11ciato );1 rnarcia trionfale ,·c•r-.olJ capitale. Quando però H•nne l'ora di Ja.,ciare il paese nl'""'uno ),1mm.se, come a Sapri, com<- a Fonino. Forse che l'cntu- $.iasmodi Cas.dnUO\'Osi era -.,pento pc1 le angherie di qu.,kuno? Bi-,ogna\'<l cl.ire una lct:ionc "evcra ed c~mplare. A un miglio d,ll pae~c il povero ladro Bucci, reo di a\cr rubato pochi soldi ad una vecchia, fu procc!l\ato da un improvvisato consiglio di guerr,1 e immediatamente fucilato. A sera furono a Padula. Lo stè)~ silenzio, lo ste)!IOdc"icrto di Sapri; nes- ~uno dei 500 « correligionari > ~i fece vivo. Né amici, né rwmici; crJ il vuoto, ,ls:>ai più spavcn1oso, Padula dette finalmente la precis.:1 ,t•m.ilionc..· f"ht· la -,pedizionc· er.t r,lllita. Per tutta ia notte gli in~rti biv.lc-- carono nel cortilt· di t;J,.t Romano. Alle prime ore del gioi no. nuc-ll•i rwmid venivano ,cgnalati ndle \'icinanL.e. Erano le guardif> urbam•. Con ordine c..·tr.inquillità. come ,oldati già prov;1ti da molti rombattimcnti. ~li uomini di Pisacane t'vacJano il p.iesc <.' .,i appo<,tano in una vall<.·tt,1. LC' truppe di N,lpoli i11ve{'t:' ,i di- 'f><mgono ., battaglia in un.1 i><>"iliont' clcvJta. Pi..a.,a1w s0pr,1 tutti L'Id ,ereno. Gli lOrnò qm·I func~to ottiffii- .,mo che i )old.iti 11011 avrl•bbcro ,par.1to contro i propri fratelli; chl• i ~uoi antichi compagni ddla Nu11ziatcll.1.,,,- rebbcro corsi ad ,tbbracciarlo e iu,;ieme avrebbero po1tato la ri\'olulione fino a Napoli L' più ~u ancora. Le guardie urbane aprirono un fuoco lento e fiacco a\'vicinando~i f"0n molta circospezione: due ore di combJttimcnto che, se Pisacane aves:K· voluto, sarebbe 'it,ll0 fJvor1,.·\·0l1·.~1a quando sopr.lv\ cnnt• il colonnello Chio. la lotta diH·ntò M:lvaggia. Tr.t i wldati di Ghio t le guardie urbane si acce~c una feroce emulazione. Pi.,acanè stava per essere ,,cccrchiato. L'ordine della ritirata in direzione del Cilento, wtto l'incalzare della soldat.1gliJ borbonica, ~i mutò in fuga; molti dei ..oµravvis"iuti gettarono le .trmi; solo un centinaio si fece intorno a Pi,..tcane. deciso a morire combattendo. I prigionieri e i ~erit1 _venivano $.gozzati; trenta<;inque merm1 che 'ìi erano infilati in un vicolo chiu~ del pae!)C, addossati al muro estremo, vennero abbattuti. .Disperati, .1ffaticati, !ootnguinanti,brunat1 dalla sete, i cento ton Pi-.acane, :-.l'i_rotcral' F.1kone, per un \ iottolo .m. do e scosct•so fuggono , cn.o il Vallo di Diano per ri.,alire in direzione di Buonabitacolo ver"° il Cilento, Giunti -,tanchi e affamati ~~Ileporte di Buonabit.lCOI?,la Guardia urbilna gli si schicr~va dt fronte e gli vietava l'ingre:lSO. S1 affidMono ,11lora, ignari della regione, a un pa-,torcllo che volentieri !ii proff~rsc di gu~darli attraverso quei monti tonncnto,1 fino al pae~e di Sanza. Fu .un lu!'go errar:e !oe1:zagiungere .dia meta. Pi-..ic,rne, merp1candmi nC'I bos~o. rivolto a Nicotcra gli di-,..,e: e N1cotera. è lll'<'t•,..,arioche a vicend~1 ci comunifhi.uno le no~trc \"Olontà perché prevedo che breve sarà il nostro v!VL'rt•.\"oi ora sperate quel dH· ieri.<' g1u~tamL'nte, credL·vate impo"ibile: il tradimento è consumato e st· qualcuno ~i )alverà do,·rà farlo co,t.1rc c~1ro. ~ icotera, se voi non morrete, .,bbi.ut· cur~, della svc11turat., Enrichettj t· dc-1la poverJ mia Silvia e riguardate que- ~t'ultima come vostra figlia >. A nott<· 111oltrata,cran digiuni dall'alba e riarsi dalla ~et< • gettarono a tcrr.1 e -,j addormentarono aspettando il donuni. All'alba erano già in piedi. Dopo qualch<.· ora di cammino furono 'iOpra un'altl:'ra ~~•r~:ltante Sanza. Un., ,;;quadra d, und1c1 gua1die urb.rnt·, ll'ICita dal paC',<.',si avvi<inò e incomin<iò .i :.p,trarc. :Sc~$.Jr:itadei rdcgati fuggi- ...-anoe. girato 11colle, penetravano ne-I paese e si arrendevano. Frattanto il parroco fa.cc".'a:luo_nare le campane .1 stormo, 1,.1· 11c1tavail popolo ad ,w, entarsi contro i briganti che ~cndc\'anc> su Sa~•za, per e -.,acchcggiare le ca$.C,oltraggiare le donne, attaccare il coler., >. e Fummo ,1ttaccati da tutti i lati da un popolo furente cd in~cm.lto. C:a:lo ,(Pisacane) con i pochi rima,t1 v1v.1,si fermò prcsM> un torrente. io (N1cotcra) corsi per riunire molti dei rclt'gati clw avevamo libL'fall il Ponza e dll' C'Ì -.eguivano ancora 111..1 che ai primi colpi òl\"cvano dato' indi<.·tro; e quando mi fu po~,ibile il 1>cr-,u,1derli ad ,t:l,alire i nemici. rivol\i i miei p,,,..,i dove avevo la~iato i c-ompagni1 .,,,_. non altro pc, monrc (·011 c.,,i >. Pi,~\canc, rimasto con gli ,uHi(·i p,11tit 1 d~ <?enova, quando vide il popolo eh<.· gh si avventava contro, ordinò che non ~i reagiS!ie. Colpito di fucile si piegò su un fianco. « Sietl' as.,as~ini». raf"contano c.he m_ormora5~, e mi derubate, cd 01:3. m1 uccidete; conducetemi alla giust1Z1.a.. ».. E quando la_ turba gli fu addosso, impugnata la pi-.tola, ,i uccise. Falcone si uccidc\'a a sua volta accanto al capo e così altri. J:icotcra, mentre stava per avventarsi col pugnale su un a~assino riparato dietro un albero, ferito a una mano e 'ìciabolato alla testa, cadeva come morto. Compiuta la strage, per cui non furono ri- ~parmiati né feriti né prigio11ieri raccolti i corpi, fu acceso un grandd rogo e le ceneri disper~e al vento. ({i>le) TOMMASO BOZZA l l J l l J I ) i l i l l ! I l lyé~ITT/ITÒRICf , , E MILITADI . . ~ Il nome del compianto Gener ..lt Giorgio Bompi.1ni t uro .ai ltttori dc:llt edii:ioni Mond..dori. Il libro lr 11// Jr/111 l""''"• eh 'c:gh Krii.sc in coll.1.bor,17iC:nt col m.iggiort Prc:po,.iti. fu ..iccoho comt un.1 ddlt pi~ import.inti opere dcli.a col lttionc uoriu Jdl.a gundc gutrr..i dirctu d.t Angtlo G.atti. I l.llggi r..iccolti in quci10 volume. oltre .a J.arc. eomt 1oCriH S. E. 8.1Joglio nc:11.parcfn,,:,nc, "un'iJu pr«i~ Jcll'1evtcn.11 di pensiero t J,11.. foru di ugion,1mc:n10 del Gc:nc:ulc &mpi.ani", c051ituiW'.ono un.i ltttur.i oltrcn,odo illun,1n..in1cW: i uri .. ,gomtnti di cui tr.it uno. (,1 prinu p.1nt, "Anc: miliurc:", compm,dc: )Cf1tti ,ulk pi~ import.antiqucstioni J; prcp.ir~tionc: bdliu cht wnc1 .1ncor.1Ji ,i,.a .ltlu.alit.Ì. l.a K<onda p.ant, "Stori.i miliurt". comprtndc l.lll(gi •t umtntc Jc:tini1i,, ,u ir,1prac ,;ht otfrono .incou -..l;J; in~gnan1n11i: d.all'tropc-.1 i uli.an.i Jel 1 860 .ili.aconqui~u dcli.i Libi.a. ScKuono trf ,1uJi miubili ~ull.t gundc: guc:rr.i, d"c CRmpl.arimcd1gl1onìJ; C.a,our t S.. 1,m, e m.igi,tuli >("ritti di rolitiu LI 1/.E !O J . C..it,ulroft? C,.u,ttofc pu 11 n..ivt, c.,,,- t..iilroft per l'um..init~ cht I.i popGl..i: coloniu,uorl inclur1ti J.alle lotte dtll.a ,iu .. .afrluna, .a,,tnturitri t utficiali, viiiOW l j l l i l i l l I ! jt".audtntio p.aui, Jonnir,t di fugilc: vin~, mu,Jre Ji .ap.atici \.a,or..itori gi.alli vouti .lilo uc:nninio ... ? C..iu,uot'c ptr il 1ingolo, ptr 'judl'Hurrt che ~Ì imbAru con un.a moglit KOnltnU, un biml:io morihonJo, t p..i"-1d.all'.abb.ntimtnlo dtl mal Ji mHt .1ll.1fc:bbrilt t).altuiont del gio;;o, Jtll'.1,·Hntur.1 ... ? No. L.. vit.a, come: il m.art, è e1crn.1mc:nttmuttvolt: la nJl\'t t gli uomini ,uptr..ino l.1prov.11d; oro lt nubi il Krtno, dopo I.i lotu I.a trcgu.1 . t uno citi pi~ .1ppa~si.in.1.n1roim.mii Ji Simtnon LII/.E. ' ,,A P. G. WODEHOUSE GASESILARANTE ,...

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