Omnibus - anno II - n.8 - 19 febbraio 1938

\ ,,---~-· '"~..,..,..,.;..;.;..,.....,;,,.;.,..._.;.. . _ . .,...,.)~.tr"'k&i~•%@ J~~~~~'.:·•i.t ... ~..,...,,.,.wi¾1'.-.;...,..,..wi'J O ■ N1BUS IL SOFM DELLE MUSE ~~~~~~ 111111& I FRANCHI e le Lui-,c hanno p.ls- ,,tto i trent'anni, e Piccolo mondo antico n:~ta J.nrora l'ultimo roman.-:o it.1liano che ubbia ,uggL·rito ai padri (• alle m..1dri un nomr ,x·r i loro figli. Raramente.: è dJ.to trovar ~L·nitori che .1bhi.1no voluto d1iani.1rc i loro hambini Abbondio o Pl•rpetua, .\ntonio o Mcnà. :mio pcrchl: -.ì c,,tltarono h.:ggt.•ndo / promeHi 1post o I ,\lalauoglia. Quelli di ).•fonwni r di \'crg;t non ,ono infatti noi cbmoro,i o .tltlat·nti, 111.1 piuttosto CMalt(•ri clovt· ,1 riwla un,t ,·crità p:,irologica t.· moralr che qua,i mctt<' in '°:,petto, o almeno in imp.iccio, Jr ronnmi imm.1gi1uzioni. D'altra par h.', .-ti no,tri g-1orni, la c-omut.·ludinc non pretende più che i nomi vengano indictti dalla lt.•tt(•r.ttura in voga; qu.1,i ci -,j .1ff1cl;1 in tak -,celta a un gmto p,l\ .,.(•g- ,1.wro~-impreti'iabik. \'igr un n·rto c,teti.,,mo horghc•~ pn cui oggi i neonati ,.mtn tutti Gian Carlo, Pier Luigi, Liliana, M,lris;.t, e dom,mi Lucio, Silvano. Ann,1 M.1ria, Graziella. Dd rt:~to, ogni tempo ha i suoi nomi. dettati ora da avvcnim(•nti, 01.1 ,cmpliccmcntc dovuti al ca~o. Chi.i.- 111,tr,i oggi Giuseppe, Pietro. Francc-:,,co, oppure Maria. Luci,1, Ada non è cnto una grandt.· ,tvvcntura. Sono nomi cornuni e correnti ormai d.i. due secoli c più ; eppure non occorrerebbe molto cambi.i.re.: d.i. un anno all'altro la mod~t. Norni difficili, che qua~i fanno ..1.llegarc la lingua di c;hi li pronuncia, potr.rnno domani diventare consueti, familiari. Tutto ,ti più. !IÌ ha da dire quc- ,to: il grn,to moderno vuole cvit.ue <1ut.·gliappellativi che po~sano ~mbran· troppo wlcnni e \Onanti. ~csM1no chian1nà i ~uoi figli N"apolcorn·. Pompeo. Ermenegildo. Clitcnncstra. Filomena, fidalm,1. ,e non oblx-dendo <1 comuetudini fomiliari, ;rnch'es.~ dl'i rc'-tO c,r. mai poco rhpcttate. Soltanto i conta• <lini continuano a ,ccglicrc pt.-r i loro r;_1gaui i nomi più solenni e ,onanti, c·he paiono tolti da una tragedia clan• nunzìan,\. E non ,ono !ICmprc nomi prc,i d..il c·,dcndario e dalla lettcr.,tura; anti 'PCS!IO -.t tratta di corruzioni bittdrrc che, .adott~1tc da und famiglia <ampagnola, poi v<.•ngono diffu"-C, fino ., divcntart~ proprie di un pac:M",di una rt·gionc. I contadini sono for,c oggi ~li inventori di nomi che domani potr:mno diveutare diffu!li. Comunque, pt.·r C!lsi il nome re~ta ancora un segno con cui il padre quasi ,,.-mbr~l propitiare l'av, l'nire al figlio che nasce, ccl è per quc,to che i grandi nomi chbc•ro ..cmprc fortuna ,oprattutlo nelle.: cam. p..agnc, dove- an<:ora si incontrano molti Rolandi, Orlandi. Ruggcri, Rin.-1ldi; ultimi riflC's'-i di antiche letture, anche -.c..· il poema cavallert·,co non può contan· più fra i !IUOilettori c/u<·i bia.,uri campagnoli dw a simili olti volumi dedicavano tutt.t l.1 vit,1. La gt·ntc di <·.. unpagna ormai ..,j diverte t· \i c~1lt~l piuttm,to in aloe circo..,tanzc: l.1 politica, lo ..,port, la guerra, lo ~pctl..tcolo dànno immagini più \"i\",il'i delle lcttun• di rom,u,ti o no,dlc. Franco e Lui,a re!lt,1110 invc('c gli ultimi eroi dw. l' ..,tltando i lettori in una manier.i. dichiaratamente "l'ntimt·nl,tk•, non potevano non la,l:i..1r un ,c- {{ll0 nella vit.1 familiare italiana. I protagoni,ti di Piuolo mondo a,itico ri- ,pondcvano del tutto ad akuni diffmi e momentanei ideali di vit .. 1. Fogaaaro. d'altra parte, era più \'icino a Dc Amicis di qu,into non p~1i.i 1 anc-he ~e H'l'ta sua predilezione di problemi an- ~osciosi, certe ,uc prcoccupationi \('Il· timcnt;.tli lo fanno ;1pp.uirc: ingiu,t..1m(·nte dive~ e più in ,1lto. Anc.:h't.·gli t'ra scrittore capa'-c di darci il ro,co , itratto di una <;O<:ictà, '>(.'nza arrivare mai ,td e-...¼'rne il rnoralii,ta. Quello che due autori divcr,i. e lcttcrariam('flll' tanto meno dotati. Pitigrilli e D.1 Verona, '-0110 <stati pt"r gli italiani del dopogul'rra, Fogatzaro e Dc Amici-, lo furono per gli iLcdiani a ravallo del ~cc-olo. Ric;pondcvano puntualmente ,1i loro mediocri ideali; acccnn.1v<-1no a prob!t..·mi da "alotto, minaccia"ano tcrnpc,tc in un bicchiere d'acqua; continu.:.ivano a trattare co-,e piccole e futili ron una i.crietà mai insididta dal \O• ,petto d'c-\-1gc:rationc: quel '•,<>'-petto ,·he è 1,tt1to utile agli suittori. Jn un certo modo de,c:rivc,Jno una ,<>eictà di cui non erano in grado di cogliere gli intimi !>ignificati, e l'intima poci.ia, ,:n.-endo di est.a le medesime infatuazioni, i medc~imi labili ideali. E m una narrazione non preme un giudizio e:-.plicito ,ulle co:-.e che vengon narrate. ma quel porrr l'accento sugli avvenimenti che i,i wolgono, pt.·r cui il loro cor,o acqui-.ta un M.·mo inc- <fUÌ\'orabilr. L'arte del raccontare -i l,{iova di un ,imile di-.tacco per rag- -~iungcre la poc~ia 1 che \arà ..,pes-.o un'.imara t· ac.:re poc,ia. li naturaJi.,,mo t·uroJ><:o conH•mporanco non avrrbhc (of'!,C gli ~'"iluppi ~he ha, se le- co-.e !ltr~- ..cro altrim(·nti. S1 ridun-ebbe a raccolk di grt'z7t" cronache. a invC'nt.1rio di f.11t'- e di ,-~ , ... ;i..1~J~rµ,i.:, ,ar.mno ' ì: ~ ·- j , ... • ' 1/r ' ~- ! • LORENZO DELLEANJ, BIELLESE, COK LE ALLIEVE MENTRE INSEGNA UNA "UHRE88IONE DAL VERO" \l'mprc gli MC!i.si,da De Foc .i. Lawrenn·; la novità restando tutta nel coglicn· qudk <"hr sono le intime, nascoste, invi,ibili reazioni davanti ai fatti della loro ,ton,l. E poetico diviene infatti ogni rom.mzo e ogni racconto quando una \imilc moralità venga còlta con ,t·mplicità e quasi inavvertitamente. Fog.uzaro è Dr Amicis. Da Vcron.t t.' Pitigrilli \Ono gli autori che domani ~t·n ir.rnno ;\ document,1rc i gu\tÌ, gli umori variabili della moderna società italian,1, ,cn7,a :')velarne compiutamenk i contra'iti. Autori facili, ,mchc '-C i primi due rc~tano ~crittori d'una pulizia che gli altri non conobbero, e d'una br:wura narrati, ,1 innegabile, portarono !IUll,1 pagina i .CO!ltumi dd tl'mpo, infotuando,t•ne. srmprc incap<l· ci <li qud dic;tacco <.' di quella intirna corl',apcvolt>ua che .1vrcbbc rc,i loro ..cdttori t.i.nto divcr,.,i, e 1'01>era pili duratma e 'ìignificativa. È ~ingoiare la ,orte della no~tra ,1rtt· n.1rrativa. Abbiamo un gruppo di r0• man,i lx•n congegnati (fra i quali Piccolo mo,ido a,ilico, imirmc ad akuni ,·ornanti di Dc Manhi, di Capuana, di Dc Robe, to. ha un po~to preminente_\ ; abbiamo pcrwnaggi ben di",Cgnati, nM ~pt\,~o ,.,i tr.1tta di eroi che non dureranno che una ,tagioll(·. Le ge\t,1, i ('Ontra,ti dt·i quali non 'iar,rnno mai dt·I loro tempo e in,ieme univer,,1li t.· JX"· rcnni i resteranno invece di un momento, come nati da una moda. Franco, fra gli altri, è il per~onaggio in cui Fog.tn.iro polc,·a forse riflettere I.i ~iovinc:u,t italiana del no,tro Ri<;orgimento, ,nivendo intorno a lui un., « educa.tionC' ,entimt'ntale >. e invece r(·~t.1 una figura legat.1 a ~ntimcnti e a 1.:ont1a,ti pa,scggcri. Le •rnc drbolcue, i ,uoi ..1an<·i 'lOr\0 vi.,ti, ma non ra<'cont.lli con quel tono e (On quel dist.\cco che potc,.in tenderli gtandt.·mcntc poetici. Jìog;.11,raro cr,1 un hcn c-ompiaccntt' ,tutore. Contrappone. ,ì, d Fr.rnco, Lui- ,,1: ma il <"0ntra.!,lOfra i due ,po,i vierw accl·nn~tto. previ~to ; il l<:tton· mod(•rno vi coglit· pos:.ibilità di wiluppi dramm,1tici che forse fogau.aro ,cdt'va ,dia lontana ~en,ra avere il coraggio di pren• dnli di f,ont<·. Un..1 Lui\a che ave~s<' .1vuto nd 1omanz~ b vittoria ,ul marito, ,1Hcblx drlu,o e foN: ,c~111dali1z.lto i kttor'i di Fogaa..iro, (' n·rto il loro autore mcdt.•,i1110. Fogau.aro. non ,t.i.nando .. i m,1i d,,i ,uoi Franco e Lui!<a 'e t,,nto m(•no dai l.mguidi noi dei \UOi altri innumere\'Oli (' ormai pallidi roma,wi). ha la,ciato un'opera dc.,tin.ita a di,·cntarc pr<",to incomprt·n~1bilr, tanto da non rimarwn..· di lui ,nittorc e romantierr rhc una •,bilità e , ivacità di..1.lcttalc dw può farci ncordarc qua e là pcrfino Goldoni. Oc! n·,to, I.i prova di c1trnnto .,i è dctto ,ta ver;uncntt." in quella <·,alta• ,ionr momentanea P<'r cui tanti bambini della borghc-.ia italìana .,j chiamarono fra il prinripio del ..,ccolo C' la guerra curopra Franc-o, Lui\a, Piero, Leila. E. pur vero c-hr i,c in Franco, in Luisa, in Piero, in .\lalombra fo~!IC,tata quella verità che ,i diceva. nc.,,c;un padre e nessuna madre avrcbOCro dato quei nomi a un figlio. Purtroppo gli eroi del roman:,.o moderno sconcertano, qua,i dipingendo~i un'immag-ine non ,·olutamcnt<• grata della vita. :'\"°c\\uno chiamerà mai Emma la figlia, wlo pcrdu' ,i i,,ia commo~,o leggendo la i,,toria della tragica Bovary. Certi eroi, .,e commuo\'ono la mente. non carezzano mai la fantasia con immagini belle r vaghe. ARRIGO BENEDETTI ( CORRIESRLEAVO) MAYEHHOLD if ERSO il 1905, an·cpoca della prima lf rivoluzione russa, uno dei pill grandi riformatori dell'arte K.cnica che vanti l'età moderna, Costantino Stanislavski, ri• conosceva pubblicamente che l'opera di rin. novamento compiuta dal suo e Teatro d0 Artc > di Mosca aveva uaurito il suo ciclo, e che era giunto il momento di tentare stra• de completamente sconosciute. A tale sco• po egli fondò un apposito «Studio>, 'a! quale arfidò il compito di creare un nuovo stile, ada1to a interpretare opere d'arte spiritualmente diverse dal dramma realista e psicologico (Ostrovski e Cechov}, che la sua ~cuoia aveva portato ai più alti fastigi. A dirigere lo e Studio > Stanislavski i;hiamò un attore e insccnatorc di grande taknto, appena trentenne, Vsevolod Maycrhold, che inaugurò la propria carrier.- con la messinscena di alcuni piccoli drammi letterari di Maeterlinck, I ciuhi, l'1n11100, Lo maru d1· Tin1a1ifrs ~Ialgrado la grande originalità di quuti t('ntativi, Stanislavski non fu contento di alcune trovate Cst('tiuanti del discepolo, il quale passò a Pietroburgo a dirigere il teatro pcl"SOnalcd'una grande attrice, Vera Komisaricv.d,aia, dove mise in scena fra l'altro gli rsangui drammi simbolisti del poeta Alr.:ssandro Blok. Già di, t•nuto :i.rdcnte sostenitore della tirannica supremazia del regist.l sull'interprete, ~lay('rhold dovè rompere anche con la Komisarievskaia, e passò al e Teatro imperiale Alessandro>, dove rcstò fino alla caduta dello zarismo, e dove potè sfoggiare fino all'a.s.surdo il suo gusto del coHume e del trucco, del fastoso e dell'enorme, eh" culminò nella riproduzione di uno spettacolo di gala quale doveva essere alla corte di Veruilles ai tempi del Re Sole. (;ontemporaneamen1e, in un suo piccolo lea. tro da camera, s'occupava anche di problemi artistici diveni ispirandosi alla Commedia dcli' Arte e al nostro Coni, del qualr tradusse in 1usso l'amore delle tre mela· ,anc1. La rivolui.ione lo sorprc~e quando r '\i la sua estetica s'avviava vcr~ il con. ,to della u•atr:i.li1à.pura; e siccome ai primordi dr! bohc-t"vi!rno prevaleva il culto per gli artisti d'avanguardia, nel ·20 fu nominato direttore della sezione teatrale presso il C..:ommi~\;triatoper l'Istru1iv111·. cJ in.1:.igurò il e Teatro dcll'Cnionc >, che doveva più tardi prt'ndere il nome del suo fondate.re, con una tendenziOSJ. c rclcbratoria rapprt'- sentazione delle Albr di Vcrhat'rc"n. Fu allo• ra ch'egli introdu\Se le ,ue famose novi1à negative; abolizione della ribalta, del sipario, delle quinte t' delle scene, in nome della comunione tra lo spl'tlatore e l'intcr• prete. Nt'lla sua qualità d'insegnante alla e Scuola di S1ato per attori ,, sostitul al si. sterna psicologico e suggestivo di Stanislavski il cosiddetto metodo bio-mcccanico, inteso come esercizio acrobatico e sportivo, come razionalizzazione del movimento. Co• mc rcgisla, egli abbandonò completamentl' l'estetismo lettrrario, fatto di luci, d'allu• 5ioni e d'atmosrerc, per un estetismo d'altro gencrt·, di natura puramt'nk scenica, pla- ~tica e dinamica In un certo senro la ~ua arte di direttore si espresse in un.1 sublimazione d'°I circo, e tra,formò gli allori in maschere astratte, abolendo il costume tipico, e sostituendolo con una tuta at,urra, comune cd anonima Il culmine d<'lla sua riforma fu raggiunto dieci anni or sono, nella messinscena delI'/ 1p,uo,e (e R,ui{or >) gogoliano, completamente manomes~ secondo il cosiddetto metodo del e ringiovanimento dei classici >, che più tardi applicò anche a / guai dd· l'inge1no di Griboiedov, ridotto a una specie di farsa musicale r lunati~. Se per i tentativi di questo gcnc:rc si meritò fra l'altro il titolo di e uccisore di Gogol >, la sua messinscena delle opere drammatiche del futurista ~faiakonki, che attinse i limiti del groLtc)CO, si riwlM" in un fi:uco addirit• tura esemplare, e fu la prima pausa di una folgorante carrier.i Dopo una serie d'attJcchi, ~ferratigli da tutte le parti, il dc~tino del teatro di ~faycr• hold fu segnato alla fine dcllo scorso anno. Infatti, in data del 17 dicembre, la Prauda pubblicava un articolo firmato da Kerjenzcv, presidente della commissione artistica presso il Commissariato per l'Istruzione, nonché una delle autorità diretti\C del teatro sovietico, dove l'operato artistico c: pòlitico del grande regista \eniva sottomeuo a una aspra critica e a una ~cvera revisione L'ariimli5ta accusava Ma>•erhold d'una serie di gr:H"ierrori estetici e ideologici, e C(':'lhclude. \.l .1ffcrmando chic' in conseguenz.- di simili sbagli il palcosceraico da lui diretto cr.i. or• mai di,·cnulo una palestra sup<•rata e su• perflua. Foue incorag'tiati cl.i.Ila nuo\'a eo~titu1.ionc e dcmocr.itica >, gli at1ori e gli artisti del e Teano ~ayt-rhold > si riunirono immediatamente a consiglio e. dopo una tempesto•a seduta, votarono un ordine del giorno che disapprovava almeno in parte l'articolo di Kcrjenze,, e che, pur riconoscendo la neccssi1à di un mutamento di 1otta, si chiude\J. col \"Oto che il \ecchio maestro fouc Ja.\ciato alla testa del suo teatro, se non più come diretton· gf"nerale, almeno conie regim, ,\ quest'ordine del giorno rispo~, inven· della Pravda, l'altro organo sovietico, le I,,.u,Jt1a, che rincararono la dose .i.ffennando che il teatro di Mayerhold non solo era dhenuto superAuo, ma addirittura nocivo all'educazione politica ed artistica delle mas. st'. 1 dur articoli erano evidentemente ispi• rati dall'alto, cd infatti la decisione uffi. ciale e definitiva non si do\·t•,·a fare attendere troppo. '.'8 gennaio scorso la stampa so'"ietica pubblicava un decreto della com• mis~ionC' suddetta, in fon.\ del quale il TcJtro ~layf'rhold veniva dichiara10 di- ,ciolto, m<'ntre i suoi attori ,eni\'ano aue- ~nati ad altri teat1i. Il dt'creto dnnunzia\·a inoltre eh'° la quistionc: se Mayerhold sareblx- slato autorizzalo più tardi a lavorare in altri campi dt'll'anc scenica, wniva momentaneamente lasciata in sospeso La dclibf"r37iOne, diretta esclusi\'J.mcnte f'ontro la persona di Ma)·erhold, veniva moti\ ata dalle seguenti ragioni: 1) nel cono di tutta la sua ('.',istenza quei palcoscenico a,·c\a ,u..,unto sempre le pofrz.ioni e le trn• denze formalistiche> dell'arte borghese; '2) nl'lle sue messinscene di commedie so- \ Ìf'ticht' il grande regista ave\"a dato prova di tendenziosità politica d'opposizione, e in modo da falsare la \•ita di ~losca e calun• niart' personalità del P,Htj10>; 3) l'a:nenza a.',~Oluta, durantr gli ultimi anni, di qual. sia~i opera di gio,ani drammaturghi sovieti• ci dal suo repertorio; 4) il fatto di essere stato \"unico dire:ttorc che in occasione del recente anniversario della rivoluzione d'ot• tobre non avesse mcuo in scena alcuna opera di carattere celebratorio. lnohre, con ben dicci anni di ritardo, ((li si rimprove• rava l'ohr,1ggio fatto con la sua interpretazione irriverente e dt"formatricc d<'i loro capola,ori alla mi·mozia dei classici na,ionali ; e, come se non bastasse, gli veniva rivolta l'accusa d'avere- abusato della sov\·en• iionc natale concessagli per la riduzione scenica del romanzo d'un gio\ane narratore scomparro, Come l'acciaio fu umprato dì N. Ostrovski, che egli avrebbe stravolto in una specie di satira del bolscevismo, Tale è stata la condanna pronunziata dal• la Russia di Stalin contro il maestro ses- ~antenne del teatro nazionale, considerato finora l'orgoglio del bolscevismo e l'uomo di punta dell'avanguardia scenica mondiale, nont.hé decorato a suo tempo dal regime con l'ordine della Bandiera Rossa come artista che aveva e ben meritato del popolo e della rivoluzione >. RENATO POGGIOLI (CORRIEARMEERICANO ) STEINBECK il_ SALINAS, in California, fiorisce l'inr!, dustria della lattuga, ma in giro non \'Ì sono soltanto campi coltivati a insalata; vi si incontrano mandrie di bestiame, ra11du:rs, insomma, la vita pittoresca del \Vest americano. John Steinbeck nacque in quella piccola città californiana trentacinque anni fa, da padre di origine tedesca e da madre di origine irlandese. Né tedesco né irlandese, Steir' ·ck è un vero americano, e non è d'alt. parte il solo scrittore d'America che nasconda in sé tanti contrasti di razza. Dos Passos ha sangue iberico; Anderson italiano, per parte di madre; Saroyan poi è un armeno. Gli ultimi scrittori americani raramente possono dirsi per razza integralmente an• glosassoni, come del resto non lo sono per cultura e per temperamento. Steinbeck è nato nel \Vest, e ,•i è vissuto a lungo fra i contadini, i mercanti, i Yagabondi che m seguito gli hanno ispirato tanti personaggi di racconto e di romanzo. I protagonisti delle opere narrative di Stcmbeck sono di un'Amenca che ora si va rivelando: un'America ormai non del tutto anglosassone, ormai non del tutto protestante. Stcinbcck ha a\'uto una vita avventurosa e difficile. Avendo studiato chimica, è stato impiegato per qualche tempo in una raffineria di zucchero; poi ha viaggiato, soggiornando lungamente a Panama dove principiò a scrivere una bio~rafia romanzata di Morgan, il pirata, che ha per' teatro la cit1à. dell'istmo. Steinbeck ha tentato tutti i mestieri : 11giornalismo anzitutto, dove non ebbe nessuna fortuna, tanto che poi fu manovale e ~ardiano d1 una tenuta in California. La vita del fattore poteva forse essere adatta per lui; ma egli leggeva e scriveva invece che badare ai campi e alle piante. Un giorno, un pino gigantesco cadde sulla casa del padrone rovinandola. Steinbeck fu licenziato. Ma la vocazione d1 Stembcck per il romanzo non doveva manifestarsi che a Pacific Gra,·e, dove coi guadagni della bìo-i grafia di Morgan potè costrnirsi una casetta. Vi si rifugiò con la moglie e in brC\'C scrisse Pascoli ce/e1ti e A wz Dio ignoto, opere che dovevano procurargli la stima della critica americana se non il successo. Dopo. venne Tor1illa jlat romanzo che ottenne subito un grande successo. Con i guadagni di questo romanzo, SteU,beck comprò una vecchia macchina e partì per un lbngo viaggio: si diresse verso il sud. ,·crso il :'vtcssico, il paese che più s' impone all'immaginazione dei moderni scrittori americani . In seguito, Steinbeck raccontò la storia di uno sciopero: J,z d11bious baule; poi scnsse O/ mice a11d men. il romanzo che lo ha reso forse lo scrittore più interessante della letteratura americana. Uomi,ii e lopi è la storia di un mite gigante che uccide senza volere le creature deboli che avvicina. l;ccide le bestie senza volerlo; quando si innamora di una ragazza, la uccide mentre int<"ndeva carezzarla. Un amico, per sournrlo al linciaggio e liberarlo da una fatalità cosl tremenda, gli spara contro una revolvernta. Anche in quest'opera, come in quella di altri ro• manzieri americani, i personaggi sono do• minati da un f.&to oscuro e invincibile, che h costringe ad azioni le quali non potranno che concludersi nella tr11gcdia. 01 John Steinbeck, Q,,mibus pubblica in questo numero un racconto. f.: la prima volta che questo scrittore viene tradotto in Europa. ROBERTO CAMPAGNOLI ROMANZI :E RACCONTI NINO SAVARESE: Con1edi (Crcmonc• se, Roma, 1938. L. 1 o). Prose leopardiane Rammentano volontariamente le Opattie morali. Eppure Savarese più rhe un mor:ilista è uno psicologo, un esteta, un no• calore compiaciuto di cose e fattì rl'moti ENZO SERVl: Quasi un anno di febbre (Le Fontì, Cassino, 1937. L. 10). Romanzi come questo ,·ogliono mostrare un'immagme osseuic-nata del mondo, mentre poi fra riga e riga si scopre nell'autore piuttosto un:at• titudine a un povero descrivere i Catu t· <;"li aneddoti della vita provinciale. ANTONIO PRINGHELLI: La scomparsa del ma1' (Edizioni d'Arte, Sa\.ona L. 10). Sono prose liriche come ~e ne sono scritt" migliaia in quest'ultimo decennio. Ma Prin ghclli unisce ad esse anche racconti d0 in1onazionc "erista, dandoci il ~ommario dèl suoi gusti e dcli~ suc "mbizioni. Si \('nt~ in questi racconti un onesio dilt•ttanu d1 cose artistiche. FR.-\NCESCO CANCIULLO Pani (Ri• spoli, Napoli, 1938. L. 12). Prose impressioniste molto vivaci. Viene in mente qu"" e là ct-rta pittura napoletana dei primi del secolo: quella venuta dopo ~-fancini, e in~ fine l'aria di Piedigrotta. Si tratta forse d1 uno scrittore che, se non avesse voluto ri• vestire di modernità l.t sua vena dialettale, avrebbe d.110non poche belle immagini del• l'ultima N'apòli POESIA DIEGO CALCAGNO: Il ponle ,Jr, so• spiri (Guanda, Modena, 1937 L. 9).. Sono brevi liriche, scherzi diremmo, c-he r1pn·n• dono motivi pòpolari della canzone napoletana, portandoli pian·volménte su di un pi~- no letterario. Calcagno, se da una parte n- ~nte di 8ovio, dall'altra s.i. di essere un contemporaneo di Palazzeschi, e inolt1t· un intelligente lettore di Gouano. SILVIO BENEDEYfl: Un po1to fra i pau.i (Cosmopoli, Roma, 1 938. L. 8). Sii• vio Benedetti ha scritto liriche su di un suo soggiorno in c•sa di cura Adriano Til• ght>r unisce uno ~tudio. RENATO RIPPO, I Canta {Centauro, ~1ilano, 1938. I.. 6). I canti « presenti~ti di Rippo sono d'un presente. che è i:tià un ~et ;:;,~:°'pr~:~:t~e seu~at•s;~,;f:!::o ~tl~~~ giona della giovinezza e della genialità del poeta, spiegando, fra l'altro, ciò che è il e prescntismo >. Il e prcsentismo > (ultima invenzione delle nostre magre e swnte pro· vincie letterarie) vuole e bcllezz.1 di forin<' e di contenuto >, vuole e dinan1ismo > e e \"OIO >: intende darci la !\'uova Artf" Imperiale con versi che rammentano Giusti e Stccchrtti. GLI STUDI A~DREA ZOTTOLI: Di Mott,o Mana Boiardo. Discorso tSansoni, Firenze. 1937 L. 1 $), Sono le impressioni e gli appunti di uno studioso durante la lettura del Boiardo. Zottoli, che del poc1a è stato forse il c1i1ico più acuto, ha intcw raccogliere in questo volumetto le risultanze dl'i 5uoi s1udi e dellt- sue letture scn~a costringerle alla for• ma lineare di un saggio. PIETRO FOSS( la Lucia d,l Man• {oni (Sansoni, Fircnie, 1937 L. 15,). 11 saggio di Pietro Fossi va alla ricerca di quello che è il concetto del romanzo, esaminando il personaggio Lucia. Vi sono ragionamenti ancora attuali sulla quistiom· dt•lla lingua. Seguono in appendice altri capitoli di critica letteraria e alcuni scritti di Goethe._su Manzoni. C. ~l FRANZERO • Vita di O rea, Wrlde (Sansoni, Firenze, 1938. L. 18) t una pia• Ce\·o\c biografia più cht• un sa((Q:iocritico. Non mancano pagine c.1paci di darci il quadro dell'Inghilterra di quarant'anni fa LUIGI BACCOLO: Pzraridtflo Emiliano drbli Orfini, Geno\a, 1937. L. 10) t il ~aggio di un giovane su tutta l"opt•ra di Pirandello. Non manca di acuteva spt-cu· dove vengono chiariti qudli che ,·rano i motivi del teatro e delle novelle ; ~cbbt•nc le attitudini critiche del Baccolo siano frenate continuami:me in vi\1a delle conclu· sioni cui si vuole 9:iun'Scre, e ,econdo le quali la grandezza drll'autore esaminato è fuori discussione. VARIETÀ RICCARDO GUALI~O: Pionu:r, d'Africa (Trevcs, Milano, 1938. L. 12). Dalla bibliografia posta sul retro del frontespizio, si apprende che Riccardo Gualino, e poeta del lavoro e del coraggio>, ha scritto an• che un volumetto di versi: Domus onimae, e <:he quel manetto di liriche è ormai esan.rito. Gualino è inoltre autore di Frammenli di vita, e di un romanzo inth olato Uragani. Gualino poteva forse darci, come pochi, documenti nudi e vi- \'aci di quella che è la vita degli industriali e degli affaristi nell'Europa contempou• nea; ma punroppo questo biuarro industrialc appena si avvicina alla pagina bianca si sente letterato cd cneta; sicché tutto quello che dirà avrà un tono ra\so e ridicolmente artistico. Come tutti gli arricchiti, come tutti gli industriali, Gualino ama l'arte in quanto falsifica la consueta verità delle cose. L'autore di Dom,u animae deve prediligere i castelli liguri con le torri medievali, i e freschi dugcnteschi >, il Palio di Siena e i valletti del Comune di Firenze. In quanto a questo Pionier, d'Africa, non si tratta ehe dei ricordi di un costrut• tore di ferrovie che Gualino ha trascritto. L'ing. Sesti, che ha trascorso operosam~nic 23 anni ncll' Africa centrale, costruendo ferrovie, una sera e si lascib andare sui mobili flutti dei lontani ricordi >, e Gualino se ne ispirò, E probabilmente non aveva a che fare con un rude e v,.cchio coloniale: di quelli che la letteratura purtroppo ci rovina continuamente dandoci di essi una Ìm• magine faha e sciocca. SISTO

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