E RA QUASI buio; il giovane dottor Phillips si rimiM: il ~acco in ,palla e la~ciò il fo:,so rit·mpito dall'alta m,uca. Si arrampicò su per le rocce e ri- ~lì h )trada, con gli :)tivali dì gomm.t piC'ni<l'acqua. I lumi erano accesi, quando arrivb al piccolo laboratorio commrrcialc, sulla strada di Montcrcy: un ,o)ido (·dificio, CO'ltruito in parte -.ulla banchina t' in parte sull..t terraferma. Ai due lati si alz..tvano i grandi baracconi di latta ondul:\ta, dove si mNtono in scatola le sardine. f1 giovane ,a\ì in frt•tta gli scalini di lcg110e :tprì la porta. Nelle loro gabbie, i topi bianchi correvano l>U e git, per i fili, <' i galli prigionieri nellt• ca~- ~ette n:dam;wano miagol::i.ndo il latte. Il dottore ace(•-.(•la lampada abbagliantr sul tavolo dc-Ilevivisezioni e• buttò in tcn,1 il \acco vbcido. Poi ,i avvicinò allf' ch,f'ttr d1 vetro, ,otto l..i finestra, dove ,tavano i ,crpenti, ,;j rhinò e guardò dcntro. • J rettili, aggrovigliati, ripo,~1vano ne- ~li ,rngoli dtflc gabbiL" 1 ma ogni tc..t.a t'ra '!ll'parat.t e dhtinta d:11lealtn·. Gli occhi polverosi sembrava non guardas- -.cro, ma qu.rndo il giovanotto ,i piegò ,ulla gabbia, le lingue forcute, nrrc ,ulla punt.l e ro,ce nel fondo, ,i protesero fremrnti c.•ondeggiarono piano avanti e indi<:'tro. Poi i :-.crpcnti riconobbero l'uomo e ritirarono le lingue. Toltosi la giacca di cuoio, il dottor Phillips acct·s<· il fuoco nel fomello di latta, mise .t bollire una pentola d'acqua c vi buttò dentro una scatola di fagioli. Era un giovane e~ile, con gli occhi miti e preoccupati di chi adopera molto il microscopio. Un.i cort;.1 barbetta bionda gli copriva il mento. Aprì una porta laterale cd entrò nella ,ua camera, 1111.1cella tappt·z,.ata di libri, con una branda militarc-, un lume portatile e una ~comoda ,edia di legno. Si tohe gli $tivaloni di caucciù e mise un paio di pantofole di pelle. Quando tornò 11ell'altra stanzol l'acqua della pcntol:..i bolliva. Vuotò il sacco :-.olto la luce.·bi.inca e ne tolse due dozzine circa di stelle marinC', che di~po* in fila, sul tavolo. I suoi occhi prl'OCCupati si voJ..ero quindi a guard,m· i topi frenetici, chiu- ._j nelle gabbie di fil di ferro. Andò a prendere un cartoccio di granelli e ne riempì i piccoli truogoli. Immediatamente i topr 'i-CCM':rgoià dai fili e ~i precipitarono ;;ul cibo. Su uno scaffale di vetro, dictro un piccolo polipo e una medu,a. era posata una bottiglia di latte. Il dottor Phillips tirò ~iù il latte e ..,•avvicinòalla gabbia dei gatti, ma prim,l di riempire le scodelle mise una mano dentro e dolccmcnte tirò fuori un gro:-~u--oriano fulvo. Lo carezzò un i"ta11k. poi lo mi~ in una cas~etta ner.t, chiu...c il coperchio a chiave e girò un interruttore che.· immetteva gas h·t~1lrurli~ ca~etta. Men• tre là dentro ,;,i \\1)lJ:!l'Vauna lotta breve, il dottore riunpÌ lt· scodelle di latte. Uno dei gatti ..crofinò la schiena contro la sua mano; l·gli ..o. rri,e e lo carei~ò. Ora la lotta l'ra liuit,,. nell,i <·a~~t·tta ncr.:1. Il dottore ~irò cii nuovo la chiave. Sul fornl'llo l'arqua hulliva furio:>a, intorno .illa \Catol,1 di fa~ioli. Il giovane l'Stra<:~ la "catol:.\ , 011 un gro~\O forcipe, l'aprì I' V('r,ò -i Lli::ioli in un r:a~:~11:in~;rtì:~: :~ 1t';!~',\ 1 1 1 (~~ f~\(!r\;~:~ rag~i stillavano gocce di liquido l.1ttiginoso. Ingoiati i fagioli. il dotton mise il piatto nell'acquaio e ;mdò a togliC'rr dall'a1111,1dioun mino~copio ,, una pila di piattini di vetro. Ad uno ad uno riempì i piattini <l':uqu.\ marina r li di,po:-c dav;111ti ,1lh; ~1dle. Tolto l'orologio di ta~:t lo 111i~c -.ul tJ.\ olo sotto l'accecante luce hian1.:a. Sotto la casa, le onde urtavano Ln11 piccoli M>spiri contro le palafitte. II dottor<' µn·,e una ..iringa da un t.i... 'ICtto e ,i piegò sulk stdle marirw. In qucll'istahtc, sugli M:alini di legno riuonaronQ cc;rti rapidi pas:,.i, <.·poi :-i udì un forte colpo alla port,\. Una lic.•. ve ,;morfia di contrarietà mcurò il volto del dottore, mc•ntrc andava ad aprire. Sulb soglia apparve una donna alta e magra, '('V(•ramentc vc,;tita di nero. I suoi capelli neri e lisci, attaccati ba~i su una front<' piatta. sembravano ~onfiati dal vento: i !-UOioct·hi neri brillavano nella luce forte. Con una \'C>Ccbassa e dolce clio:,c: « Po~so entrare? Dovrei parlarle». « Ver.imente sono molto occupato >. 1ispo~e ~nza cordialità il dottore. «Dc• ,·o rispettare l'or.irio ». ?via si scostò dalla porta e Ja donna scivolò dentro. « A,p<.>ttt:ròche fini,;,ca>. Il dottore chiuse la port,l e andò a prendere nell'altra stan~.1 la scomoda ...cdia di legno. « \'ede :>, si scmò, « il proces.,;o è cominciato; devo contro!• larlo ,. Una qu:rntità di gente veniva s<.·mprc a disturbarlo c a far domande. Sui pnXC's1;ipili ,emplic;i il dottore- da• v;.?.piccole spiegazioni mccr,tnidw chc1ipetcv,1, pensa1ldo ad altro. e: Si '-C'gga. Tra. pochi minuti sarò libero». La <lonna si chinò sul tavolo. Il dottore con la ~irinea a\pir,wa fra i raggi dcllc stelle il liquido, che poi metteva in un bicchiere d'acqua. Vi ag• giume altre gocce di liquido lattigi~ noso, pn•,;,oda altre stdk. e a1?itò dolcemrntr con la \irin<!a. « Vuol guardnre nel microscopio? :> domandò. " •••Il urput.o adutb le muoelle a.Ila t.e•t4 del topo, poi 0<1mloolòooo uo lnto mo,ìmuio ondeggh,11t.ea Lllgh!oulre... " e: No, grazie>. Bruscamente il dot• torc o:i voltò ver:>0 la donna. Nessuno rifiutava mai di izuardare al microscopio. La donna 8uardava lui, non il tavolo: i suoi occhi neri lo fissavano, ma come ,;;enon lo vedessero : le iridi erano scure come le pupille. Quella risposta irritò il -dottor Phillips : sebbene gli seccasse ri!ipondere alle domande, l'a!<.SCnwcompleta d'intere~ per ciò <'h'c-gli faceva lo irritava di più. Fu prc~o dal rlesidcrio di ,;;tupirc quella donna. « Durante clic-ci minuti >, le di~se, « ho qualcma da fare che molti prcfrri,cono non vedere. Vuole andare di là, intanto? >. e: No>, risp0<;ela donna con la sua molle vocc- monotona. « Faccia quel che.· vuole. Al>pctterò finché potrò parlarle>. A\"eva posato le mani una accanto all'altra, sul grembo: era completamente rilasciata. I suoi occhi brillavano, ma in tutto il re.,to della pcr- '-Olla l'animazion<' c-ra 4:>mc~ospc~t. Il dotto, l~ pc1hÒ : e Metabolismo basso, <~ifa,i come in una ranocchia». Il de- 'ì1dcrio di ,cuott•rla dalla ~ua apatia lo prese di nuovo. Portò ~ul tavolo un piccolo -.colatoio di legno. tirò fuori bisturi e forbici. e fissò un gros~ ago a un tubo. Poi, dalla camrra letatc, prese il gatto morto, lo misc nella culla e ne legò le zampe ai ganci laterali. Intanto guardava di ~ruggita la donna . .\ifa ella non ,'era rnos!<.a. 11 gatto era ..te-.o ora in piena luce, con la lingua rosl \porgente fra i denti .iguzzi. Il dottor Phillips eseguì all'al. ten,, ddla gola un'abile incisione, fino a trovare l'arteria. Nell'arteria introdu,'ìc poi l'ago e lo legò col catgut. eLiquido imbals..,mante», spiegò. «Più t..Hdi initttL"rÒliquido giallo nel sistema Vl'nmo e rosso nel si.,tcma artcriow. L'animale servirà poi alle cla~i di bio• logi,1 per lo ,tudio della circolazione -;anguigna •· Si \"Oltò di nuovo verso la donna : i suoi ocdti neri sembravano velati di polvere; ella guardava, senza csprcs- ,ione, la gola aperta del gatto. Non una goccia di sangue era uscita; l'inci~ione appariva netta e pulita.. Il dottor Phillip .. gu~1rdòl'orologio: « R. l'ora, per il primo gruppo>, dis~, e a$"itò akuni cristalli di mentolo in un piattino di vetro. Qm•ll;1 donna lo 1Tndcva nervo'°. topi a\"C'vano rico111inci,1tointanto ad .,rrnmpicar<-i "u per i fili dC'lla gabbia. <,tridC"ndoL. e onde, "otto la casa, bat• tevano con piccoli urti morbidi contro i pali. Rabbrividendo, il gio,·anotto rni,c qualcht• pl'7-ZOdi carbone nel fornello e si \edettc. « Ora », disse, « non ho nulla da fare per venti minuti». O~- 't•n·ò che ìl mento triangolare della donru rra molto corto, sotto il labbro infcrioic. 01a ella .,cmbr.wa ,;vegliaro:i lcntaml·nte e uo:circ dal profondo lago della co.,ciC"nza.La ,ua tc,ta si sollevò; gli scuri occhi ìmpolvcr:.1ti girarono nclb ,tatw..t finché \Cnnero ,\ po,:;arsi '-Opril il dottore. « rhpet1avo :>, dis..',CL. e ,uc mani <·rJno rirna'ite una accanto all'altra, sul '{l'ernbo. « Ha serpenti, lei? >. « ~1a ,:;j ». rispo,:;elui. forte. e: Ilo cirr.1 due dozzine di cobra. P<.·riodica• nwntc C'itr:'lggo il vclcno <· lo 1-p.,tndo ai l,lboratori ,intivuwfi<·i >. ltu!: 1 ~c;Ì;t1~ 1 ~:t~:-~n~ fl~~~r~~'lr~1~-t 1 i e J la un serpente piccolo, un cobra maM"hio? •· .- i\·(• ho uno, per ca~o. Arrivando qui. una mattin.i, ho trovato un ser• pente grosso in ... in amore con uno più piccolo. C, molto raro che que~to avvrnga, in cattività. Ma ora sono certo di avere un serpente maschio>. «Dov'è?>. « Laggiù, in quella caltSetta di vetro sotto la fine~tra ». La testa della donna girò lenta, ma le sue mani tranquille non si mossero. Si volse verso l'uomo : « Posso veder• lo? » chiese. Il dottore ~i alzò e 'ii avvicinò alla cassetta, davanti alla finestra. Sul fondo ~abbioso giaceva il viluppo compii• cato dei serpi. Nervosamente il dottor Phillips voltò la testa e vide la donna accanto a sé. Non l'aveva udita alzar• ~i; aveva udito solo lo sciacquio delle onde e l'andirivieni dei topi sui fili di ferro. Dolcemente dia chie~e: e Qual è il maschio di cui parlava? •· Egli indicò un grosso serpente grigio opaco, solo in un angolo della gabbia. « Eccolo. C. lun~o quasi un metro e mezzo. Viene dal Tcxa,;;. Gli esemp!Jn della cmta del Pacifico sono gcnt•1~,lmente più piccoli. e sempre il primo a inghiottire i topi; devo toglierlo dì lì, quando voglio nutrire gli altri ». La donna fi,;;savala testa arida e corta. L., lingua forcuta scivolò fuori e ~pon.c vibrante per un lungo istante. « Lei è certo che è un maschio?•· e: I cobra sono strani », rispose lui. « Per ciò che li riguarda, si sbaglia sempre, a generalizzare. Non vorrei dir nulla di definitivo circa i crotali 1 tuttavia ... sì, posso assicurarle che questo è un ma~chio >. Gli occhi della donna non .,i mos• -.cro. e: Mc lo vende? > chiese. «Venderlo?> di~sc lui. « Venderlo .1 lei?». « Lei vende esemplari. no? >. « Certo ... Certo che li vendo >. « Quanto? Cinque dollari? Dicci?•· « Oh1 non più di cinque. Ma lei !>e ue intende-, di cobra? Potrebbe mor• dcrla >. La donna lo fi.,..ò per un Jttimo. « Non lo porto mica via. Voglio la- ..c.iarlo qui, a patto che .,ja mio. Di t;.tnto in tanto verrò a guardarlo, a dargli da mangiare, a pensare ch'è mio>. Aprì la borsetta e ne tolse un bigliL"ttOda cinqul' dollari. « Prenda! Ora il cobra è mio». Il dottor Phillip!> incominciava ad .1vcr paura. e: Lei potrebbe venire a vcdl'rlo senza che ,_ja suo». « Voglio che sia mio». « Oh Dio! > gridò lui. e: I lo dimenticato l'ora! >. E corse al ta\·olo. « Trt· minuti. Fa quasi lo stesso». Agitò i cri- '!ltallidi mentolo nel !iecondo vaso i poi "i sentì di nuovo attratto pres...o la gabbia, dove la donna fissava ,;;emprc 1Icrotalo. e Che co~•\ mangia? » chie-.c lei. « lo gli do topi, i topi di quella gabbia>. « \'uol metterlo pl'r favon· ncll'altr.1 -~abbia? Vorrei dargli da mangiare >- « Ma non ne ha bisoçno. I la già avuto un topo, questa settimana. Qualche volta non mangiano per tre o quattro mesi; ne ho avuto uno che non mangiò per più di un anno>. Con la ~ua bas\a voce monotona. e). la chie~e: « M"i vende un topo? >. Il dottore scrollò le ,palle: « Capi- ~co: ll'i vuol vederc- come mangiano i cobra. VJ. bene, glielo mostrerò. li to· po le co~tcrà VC'nticinquc Cl'PllS. e meglio di una corrida, sotto un cc-rto aSpl'IIO; altrimcnti è semplicemente il pranzo di un serpente >. Il suo tono era diventato acido. Trovava odiosa la gc.'nte che "i diverte dei fenomcni naturali. Non faceva dello sport: era un biologo, lui. Poteva uccidere mille animali per la scienza; non un insetto per il piacere . La donna voltò lentamente il capo verso di lui r un principio di ,;ornso • '>i formò sulle sue labbra sottili. e: Vo• glio dar da mangiare al mio serpente», disse-. « Lo metterò nell'altra gabbia >. Aveva "Coperchiato la ca.!>settae \"i ave• \'a introdotta una mano. Quando il dottore se ne accorse, si slanciò e I.:, tirò indietro. Il coperchio ricadde con fraca,~. « f: ammattita?> le chiese furioso. e For'-Cnon sarebbe morta, ma i.arebbc '>tata molto male, anche se soccorsa in tempo>. e Lo metta nell'altra gabbia, allora>. ri"po~ calma la donna. Il dottor Phillips era turbato cd cvi. tava 9uegli occhi neri M!nza !>guardo. Sentiva che era profondamente ingiusto dar da mangiare un topo al cobr~,; e non !>apeva pcrcht". Spesso aveva mesM>topi rn·lla gabbia dei serpi, per far piacere a un visitatore. ma il desiderio di quella donna 1 ora, lo nauseava. Tentò di cavar~la parlando. « E uno spettacolo molto istruttivo •, disse. « Mostra quel che può fare un cobra. Molti, poi. M>ffrono d'incubi: sono atterriti in sogno dal scqx·ntc che uccide. Secondo me, vedono il topo ),oggettivamente : si credono topi. ~entre, osservato ndla realtà, il fenomeno diventa oggettivo. Il topo ritor• na un topo. e il terrore svani~ce >. Andò a !,laccare dal muro un lungo bastone munito di un laccio di pelle i scoperchiata la ca,..,etta fece cadere il laccio intorno alla testa del cobrn. e lo "trinsc. Uno ,tridente scoppiettìo sec• co riempì la stanza. 11 corpo del cobra ~i torceva intorno al bastone, frustandolo, mentre il dottor·e lo sollevava e lo faceva cadere nell'altra gabbia. Una volta dentro, il serpe rima.se per un po' pronto a scattare, poi lo scoppiettio .cessò gradualmente. Stri,òò in un angolo, descrisse un grande otto e giacque immobile. e: Vede>, spiegava intanto il giovane. e: que~ti serpenti '-Onoperfettamen• te domestici. Li ho da molto tempo. Se volc11si,credo che potrei maneggiarli, ma chiunque maneggia un CO· bra pre~to o tardi viene morso. Preferisco non correre il rischio ». Guardò c-,itante la donna. Gli ripugnava but• t;1r dt·ntro il topo. Ella stava adesso dav:lnti ali.i gabbia dei pasti i i suoi occhi neri erano ~<"mprcfissi sulla te- :-ta dd cobra. « MNta dentro un topo >, disse. Riluttante, il giovane si avvicinò alla gabbia dei topi. Non sapeva perché, ~weva pietà del topo: un sentimento ,irnilc non l'aveva mai provato. I suoi occhi si posarono sui piccoli corpi bianchi formicolanti sui fili di ferro. « Qu;1le sarà? > pensava. lmprovvisamcntC' 'li volse iroM>alla donna: « Non preferisce che mett,l dentro un gatto? Ved1Tbbc un vero combattimento. Il ~atto potrebbe .rnche vincere ; potrcbhe uctidtrc il cobra. Le vendo un gatto, \C' vuole >. Lei non lo guard.,v~. « Metta den• tro un topo>. disse. « Voglio che il serpente mangi >. 11 dottore aprì la gabbia dei topi e mi~e dentro la mano. Le sue dita trovarono una coda, e sollevMono fuori un gras\Q topo dagli occhi rossi. 11 topo si rivoltò cercando di mordere le dita. ,enza riuscirvi. Finché rima-.c ,1bbandonato, a t~ta ,lll'ingiù. ~-;pc~ ali.i cod,1. Il dottor(' aurav<-r,ò rapido la st.rn7:t, aprì la gabbia dei pa.\iti e free cadere il topo ~ul fondo SJbbioso. « Ora guardi ,, gridò. La donna non rispose; i ~uoi occhi t'r,'lno sempre fo,~isul cobra. L.a lingua del serpente vibrando rn..)ida avanti e indietro assaggiava l'aria della gabbia. II topo cadde sulle zampe, girò su ,e ste1;so.si annusò la coda nuda e ro- ,ca, poi indifferente trotterellò sulla ..a.bbia, annusandola. La stanza era silenziosa. Il giovane non sapeva se era la donna a ospirare o l'acqua tra i pali, sotto la casa. Con la coda dell'occhio vide il corpo di lei piegarsi e irrigidirsi. Il tobr,i a,·.in'l,lVa lt•nto e morbido, con l.1 lingua che vibrava monoton.t avanti e indietro. Il movinll'nto t·r,1 co\Ì gr;1ciu.tlc,così dolce, the q_ua\i 11011 ,;i avvertiv,1. All'altra (•.,tr<'m1tà ddla gabbi.i, il topo, dri.aato ..i a -,eder~, incominciò ..,. lcccar~i il fine pelo bianco ,ul pett0. Il ..,crpcntc ..tv,m7,.-1v\acmpre, dc~crivendo col collo un profondo esse. Il silc·nzio pesava intorno ,li dottore. Sentendo il ~rngue ...,lirgli ,dia tc!>ta, dk,;;c forte: « Guardi: si è già pieg.ito ad esu per ,c,ttart. I cobra -.ono ani• mali cauti, qu.1"i ,·igliacchi. Il loro meccani-,mo è d<.'iir,1ti!-,imo.Il pnrnzo vìrnc ing:<•ritocon un'operazione prcci!>acoml' quell,1 di un chirurgo; gli strumenti sono infallibili >. li lttrpcnte era M"ivolato ormai fino al cc-ntro della gabbia. 11 topo alzò il capo, vide il cobra e ,i rimi~c.·di.,tr;.1tto a lec.-can.iil petto. .-e lo ~pcttacolo più bello del mondo>, dh~e il dottor<". Il 1iang11cgli batteva nelle vene. < E. la co,a più tcrri. bile del mondo». Il ~rpcnte vicino alla sua preda sollevò di pochi centimetri la testa dalla ltabbia. Prendendo la mira la tc~ta ondeggia,,., knta, avanti e indietro. JI dottore guardò di ,,•Jovo la donna e provò u11 ',('IJM> di namca. Anche lt•i ondeggiava; non molto, ~ppena. Il topo (?"\lardò di nuovo e vide il cobr.t. Ricadde :,,ullc quattro zampe. indietreggiò, e fu colpito. Fu come un lampo; impo:-sibile vederlo. Il topo W'.'l)ultòcome <,otto un colpo invi'-ibilc; il 'l'rpcnte indietrcg- _g-iòin fretta ncll'an~olo da {·ui ('ra venuto t' vi ,i attorl"igliò, I.i lin~u•1 vihrando continuamcnt<·. « Pcrfrtto ! > gridò il dottor Phillips. « E..attamcntt· tra le due ~capole ! I denti dt·vono aver quasi t()("<·ato il cuon• >. Il topo, immobile. re~pirav.1 toow un piccolo rrrnntice bianco. lmprov\ i'il· ment<' h,1lzò in ;tria l' ri<·adde ..ul fi,m· t'o; k ...all' zampe batterono spa\modicamt·ntL· un \ccondo, poi morì. La donna .,i accasciò a,wnnat:..i. e: Be' >, chiese il dottore.:, « è ,tato come un bagno di l'mozion<·, vero?». Ella volse verso di lui gli occhi nebbiosi. « MangNà, or,t? » chie!-e. e: Certo clw mangl·rà. Uccide pen.:hé ha fame>. Gli angoli della bocc:.1della donna si rialzarono leggnrn<.>ntl'. RiprcM: a guardare il '-Crpcntc. e: Voglio vcd~rlo mangiare >, dis1;e, Ora il cobra era uscito di nuovo dal ..uo ,mgolo. li suo collo non descriveva più l'esu dd combattimento. Si avvi<·inò eltitante al topo, pronto a haizare indietro se fm~c attaccato; <,,pinsc dolcemente il corpo con la testa ottu~a (' si ritirò. Convinto chi: il topo era morto, sfio. rò tutto il corpo col mm,o. dalla testJ alla codJ. Scmbrnva misurarlo e badarlo. FinJlmentc aprì la bocca e sgan• ciò le mascelle, agli .i.ngoli. Per non voltar~i vcNO la donna il dottor Phillips oppose tutt:i. la sua volontà. Pensava: « Se apre la bocca anche lei. vomiterò. Ne sono certo-.. Riu- -.cì con :--forzoenorme a tener lontani gli occhi. JI serpente ad~1ttò le mascelle alla testa del topo, poi cominciò con un l<"nto movimento ondeggiantr a inghiottire l'animale. Il dottor Phillips si volM!e andò \'er- '° il suo tavolo di lavoro. « Mi ha fatto perdere una fo!>c! .> di'!l-.cri..cniìto. e Ora la ..cric sarà incompleta! >. Mise uno dei piattini di vctro sotto il rnicro,c-opio, lo guardò, poi infuriato vuotò il contenuto di tutti i \Ctri nell'acc1u.1io. Le onde, :-otto la ca,;1, ,i erano cal• mate; solo un umido hi~biglio ~aliva dal pavimento. li giova11otto. ~llcv.1t,l una botola. buttò lc-·,tclll' marim· giù nell'acqua ner;:i, Si frrmò davanti al gatto crocifisso ~ullo :-colatoio, comicamente teso sotto il lume. Il suo corpo era gor .10 d,11li<1uidoimbab,1mante. Il dottor<' <"hiu-..' il rubinetto. ritirò l'ago e legò l'artc1i.1. « Vuolc- un 1 :1ff~ ! > chieM.·. « No, grazi\·. Vado via». Egh le ~i .,vvit inò, davanti all..t gabbia del rohr,L II topo era stato inghiottito tutto, -.olo un centimetro di coda ro~a u~th .i dalla bocca del 'ierpc come un'ironica lingua. La gola si gonfiò cii nuo,o e anche la coda 11parì. Le m;.N•elle ri(,1d<lero ~catt;rndo nelle loro ra"ità t.: il gro~o serpe ,tri,.ciò • pr,:;.1ntcndl';1ngolo, descril>M!un grande otto e acLu:;-iòla u·sta nella sabbia. e Orn donne >, di.,,l' la do11na. « lo mc ne v~uo. i\Ia tornerò di tanto in tanto a far mangiare il mio '-erpente. Le pagllt'rò i topi : voglio che ne ab• bia n10lti. E qualche volta... lo porterò via con mL"». I suoi occhi per un mon1cnto uscirono d..tl loro -,ogno neb• bim,o. « Si ricordi: è mio. ~Non gli tolga il veleno, voglio che lo abbia. Buona notte>. Rag~iumc rapida la porta e uscì. Egli udi i suoi pns.si per le scale ma non la udì allontanarsi nella strada. ..\lima il giovane p1-e-,euna wdia e <111dò .1 ,cdnsi davanti all,1 gabbiri del ,e,pcntc-. Fissando il cobra intorpictllo tentò di riordinare i suoi pc.-nsicri. e: I-Io letto tanto di simboli psicologici del )esso>, pcn,.iva. « ma non spiegano nulla, Forse dovrei uccidere il serpe. Se fossi certo... ~la no, non posso pregare>. Aspettò per ~cttimane che la don• 1M torna~se. « Quando verrà», decise, e uscirò e la lascerò $Ola. Non voglio rivedere quell'orribile cosa». La donna non ritornò mai. Per mési il dottore la cercò, quando usciva in città. Due o tre volte corse dietro a una donna alta. pensando che fosse lei. ~.fa non riuscì mai a rivederla. JOHN STEINBECK tTradu(.ioru dt Al. N.). 11più divrrtente ('0111mento alla vita, il più ~usto&0riflrsso degli avvenimenti di tutti i giorni, di I tttti i campi, questo lo tro, e rete nella più frese-av, aria, originale delle riviste setlimauali illu&trate. sarà il titolo di questa rivista, che in quattro grandi pagine indipendenti darà anche una ARCINOVE Sapete che cos'è un'arcinovella?Qualcosadi più rapido del romanzo.qualcosadi più completo di una novella. Orbene, ogni numero di tutto conterrà anche un' areinovella. [IMMINENTE L'USCITA In "Quo vadi, •• la belli,sima PoP• pea di ri~oroo da\l' Acc.ad1• era ,eauita ne\ ,uo c.orleoda duce.ca• lo animali che for. niooo il latte per il ,uo baano. . n latte ha cootnbu110 io tutte le età a mantener~ he1co e bello ,I vi,o e il c.ofl>O, Uo ,apooe pteP•· rato al vero latte di muc.ca è ;\
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