(COMTIMUAZ.DAJ lfDJORI PJlBOBDBHTI) il N QUEL punto del bouleuard vi erano tre caffè assai frequentati nella notte. La Rotonde a sinistra e, in faccia, dall'altro lato. il DOme e la Coupole. A quell'ora v'era già molta gente nei caffè; più tardi avrebbero cominciato a ballare nei locali sotterranei. Paoli e Lahayc si sedettero ad un td· volo della terrasse del D6me. Data la ~tagione, attorno ai tavoli posti sul marciapiede v'era ancora il paravento a vetri e dur bracieri accesi davano un po' di tepore. Si misero all'estremità del recinto, in modo da poter sorvegliare l'ingresso al bar e al dancing della Coupole che si trovava alla loro !linistra. La Roto,ide era proprio in fat·cia e di lì potevano vedere hcni~imo chi t•ntrava e usciva. I soliti tipi di Montparnassc: giovani. ragazze, vecchi, andavano e venivano urtando i tavolini per trovar posto ; gente che disegn:t sul marmo dei tavolini e ingolla enormi birchieri di cafécrtme; qualche pensionato assorto nella lettura del giornale. Fuori, $ul marriapiede, le prime passeggiatrici e i due agenti di Lahaye che ogni tre minuti passavano fissando i due ispNtori con uno !)guardo d'intesa. Nella strada, au• tomobili, ta~ì, qualche autobm. « Mi sono messo in smoking per venire qui », brontolò Paoli. Poi un'orchestra. cominciò a suonare da qualche parte di sottoterra. L'ingresso del dancing si illuminò improvvisamente cd ap)T,lrvc i~ portiere con un enorme pastrano e il berretto gallonato. Lì accanto una donna accese le luci ad un banco di ostriche e di frutti di mare. Allora., corne se sino a quel momento fos~ero stati nascosti n('ll'ombra in attesa di un ~- gnale, uomini e donne, soli e a coppie, !libucarono fuori da ogni parte C"<elntrarono nel dancing. Come di riflcs\O anche le luci della Rotonde si accesero !liÌmultancamente. Paoli non aveva più parlato al suo compagno i l'irritazione già manifestata durante la cena non era scomparsa. Pensava al modo di ordinare le notizie avute da Lahayc per cavarne fuori qualche indizio utill' all'inchiesta. Ma in quell'affare era im• plicata troppa gente, troppi fatti, troppi moventi : furto, a$Sassinio1 amorr, pauia. Era impossibile decidere razionalmente di dove cominciare. Tanto valeva lasciarsi guidare dal caso. Ad un tratto Lah:lyc gli strinM! il braccio e gli indicò un tassì che si era fermato davanti alla Coupole. Ne sce- ..cro tre persone: due uomini cd una donna, che entrarono nel dar.cing s.1• lutati dal portiere. « Federico Sutter, il primo, la ragazza e Victor », disse Lahaye. « Dobbiamo seguirli? >. Paoli rimase un momento incerto i guardò distrattamente intorno e l'occa- ,;ionc che attendeva gli si pre~ntò im• provvisamcnte. Dall'alJr,, parte del boulevard, contro le luci della Roto11de, era apparso Clark. Ancora molti mesi dopo, Paoli sì domandava comC"aveva potuto venirgli in mente un piano cmi crudele e come aveva potuto condurlo a termine con tanto spiet.1ta ostina- ~ione. Forse il freddo dopocena, quello smoking, Lahaye ... Ba', vai a sapere! Vide dunque Clark spiare, dall'altro lato della via, l'ingresso dei tre nel dancì,1g. « Sentite, Lahayc », dh~ al collega senza muovere il capo. « dall'alu ,t parte vi è Clark. Non voltatevi. Uscite dal caffè e badando a non farvi notarechiamate i vostri agenti in qualche via qui dietro. Direte loro di accostarsi al capostazione e di passcggi;1rgli attorno facendogli capire che stanno sorvegliandolo. Tutto riò ~cnza parlare. Cerchino poi, in qualche modo, di farmelo pass.an· dnvanti co,j che mi pos•a veder<.'. Debbono seguirlo tutt.1 la sera, lasciandolo andart· dov(• vuole, impedendogli però a qualunque costo di avvicinar-•,i e di parlare a Sutter o agli altri due. \'oi seguitemi fingendo di non cono- ,cenni. Sarà bene che teniate altri dm.. agenti a disposizione sull'automobile>. Lahaye si alzò e Paoli lo vide scantonare in Rue dc~ 1::coks seguito dai dur agenti. Clark continu,1va ;1 pa~ggiarc ~ul marciapiede di fronte come se aspcttas- -.c qualcuno all'w,;cit.1 drlla metropolitana. Due donne si accmtarono a lui credendolo in cerca di avventure, ma ,i allontanarono dclw,e. Dopo un po' egli entrò nel b..r della Roto,ide e or• dir.ò qualcosa che bevve, in piedi, sulla porta. Uscì mentre due agenti di La• haye ritornavano e attravers,lVano la ~trada; fece cento metri in direzione della Senna e quando si trovò fuori delle luci si fermò. Gli agenti -.,iarre• ,tarano a due passi da lui. Allora ritornò indietro, ~ino all'incrocio del Boulevard Montparna~~: e semprt' gli agenti gli stavano vicino. Provò a scendere la scala del métro, rr,a riapparve '\Ubito seguito dai due poliziotti. « Sembra una gallina spaventata ». pen~ò Paoli. « Se quei due sono abili po~- wno farlo andarr dove vogliono> Clark attravcr:-.ò la qrada conritato t '' ... l'aort, 11.l muoiapltd•, lt prim• pUMggi.a\zie.l.. " l'i~pettore si sentì il cuore battere più in fretta. « Chissà che faccia farà », mormorò. L'altro, invece, proseguì nella via trasversale. Paoli dovette fare uno sfor/,0 per dominare la propria irritazione; si alzò in piedi e fece cenno a Lahaye di accostarsi. « Adesso basta; avvertite i vostri agenti di tenersi più lontani, altrimenti mi fanno scappare quell'uomo. Ho bisogno che egli possa fare ciò che ha in mente anche ~e sa di essere sorvegliato>. Pa-.,sòdel tempo. Malgrado i bracieri, faceva freddo lì fuori. Altra gente en• trò nel dat1cit1g. Una donna :;i fermò contro il vetro del paravento ad invitare Paoli a seguirlo, ma poiché egli la guardava senza rispondere entrò nella terrasse e si sedette accanto a lui. « Mi offrite qualche cosa? un grog? ... ». Autoriu .a. ta dàl silenzio dell'ispettore chia• mò 'un cameriere, e ordinò la sua bevanda calda. « Uno anche per il signore? >. Paoli aveva visto riapparire di lontano Clark e non badava che a qurlla misera figura d'uomo. Il capost:1zione veniva avanti guardingo, fermandosi ad ogni albero e a ogni gruppo di persone. Nell'attraversare la strada un'automobile gli passò ad un palmo; egli parve non esscnene accorto. Risali sul marciapiede e si accostò ad un'tdicola di giornali; poi, .1pprofit• tando di un gruppo di giov;.mi che entravano nel caffè, si ,;pin',Csino contro il par~wento della terrassr. t\dc,;so era a venti metri da Paoli; proced<.·va CO· mc un cieco, toccando con una mano il paravento per poter guardare attor• no. A percorrert quei venti metri impiegò un temoo enorme. La donna, vi. sto che Paoli non ~i curava di lei, si era messa a succhiare il grog con una cannuccia di pagli,L Paoli era imrnobile. con gli occhi fissi su Clark di cui non pot<'va ~corgcre la facci.1, nasco~t;t dal bavc-ro rialzato d!'I -.oprabito. Ade~ era arriv:uo a mezzo metro, appena al di là del vetro e gli volgeva la srhicna. Indossava un misno soprabito marrone e il colletto rialzato toccava l'ala di un cappclluccio floscio, grigio, spor• co. l'n mucchio di vecchi strJ.cci. La mano era salita ,oltre la lamiera del paravento, sino all'altezza del vetro i tremava esitante come se prova~se ribrezzo al contatto freddo. « Se non si voltJ lo lascio andare>, pensò Paoli; si sentiva lo Momaco stretto come da un crampo. Ma quella testa cominciò a girarsi ; a poco a poco apparve il bianco della tcmpi.1, il profilo del naso, finché i loro occhi si incontrarono e si fissarono a lungo senza che né l'uno né l'altro facesse un ge'itO o pronunciasse una p,lrola. Fu una <"O"~' di pochi ii;tanti, e .1.Paoli parve non finisse più. « Chi mi tirerà fuori di qui? » pcn~ò Paoli e fu con profondo sollievo che accolse la domanda della sua compagna. « Avete una sigaretta? >. Potè al• lora distogliere 'lo sguardo da quegli occhi. Chiamò il cameriere, gettò una moneta !lui tavolo e si alzò, ma impiegò molto tempo ad abbottonarsi il soprabito per timore di rivedere, voltandosi, la faccia di Clark. Fatto un cenno di saluto alla donna uscì. Quando si trovò sul marciapiede, Clark era scomparso. « Al diavolo anche quel fantoccio », borbottò l'ispettore e si diresse lentamente veni.o l'entrata del dancing. Deliberatamente non guardò attorno, mà sapeva benissimo che Clark, da qualche angolo buio, lo 3tava spiando. Scese la scala e ~i fermò al guardaroba. Di lì guardò nella sala, posta alcuni scalini piì1 in basso. Non era molto vasta e le duecento persone che stavano sedute ai picroli tavolini posti in triplìce fila lungo le due pareti, pa• revano inca~tratc a forza là in mezzo, tanto erano pigiate. Nel breve spazio ccntralt libero dai tavoli, molte coppie stavano ballando 0 1 meglio, si spostavano tutte a.,,icme con leggero dondolìo, seguendo chi..,sàcome il ritmo di un tango ,uonato da un'ol"C'hcstra argentina posta ~u di un palco. Ncll'ari.J c'er.:t molto fumo e un gran brusìo che :iolo il ~uono della fi~armonica rimcivi'I a tratti ,t superart· ncttamentC'. Doveth.' a~pcttarc- d1e finis<;eil ballo per poter vedere dov'era Sutter. Vide per prima la ragazz.1 cht• ritornava al tavolo ove erano seduti i ~uoi compagni. La sua fotografia trovata wl morto non era molto somi~liante. Lei era molto più bella. Si chiamava Luisa ~1asson, gli avev;1 detto Lahayc. Doveva aver ballato con qualcun altro e il suo arrivo non interruppe la di..,cmsione dei due. Erano seduti all'estremità della sala. proprio sotto il pt1lco. Non c'era ncs• ,un posto libero <\ccanto .i loro. Un ca• mcrien.:: si :tcco3tÒ all'ispettore per domandargli se \"Oleva gli rbcrva.,sc un po'-lo. « A')pctto un amico >1 gli rispost· mentn· consegnava il soprabito al guardaroba. Indugiò un poco davanti allo specchio 3perando che Lahayc lo raggiungesse. Non avrebbe potuto rimanere più a lungo così in vista senza richiamare l'attenzione di quei tre. Ri• ~alì la scala sino alla porta d'uscita e chi:i.mò il collega che stava fumando al banco delle ostriche. « Voi conoscete il direttore del locale? ». « Sì >. « Do• vele dirgli di farmi mettere un tavolino accanto a quello di Suttcr. Clark è sempre qui attorno? Bene. Voi, cOn un agente ... >. Parlarono qualche minuto 'iOttovoce e quando si l.1sciarono P.,oli gli dh3c: « In ogni caw ci terremo in contatto a traver...o il centra* lino della poliLia >. Pochi minuti dopo Paoli, p.1.~,..1ndo per una porta di ~rvizio 1 andò a se• dcrsi ad un t,1volino che i dircttort· ,weva fatto mettere nel breve 3pazio libero tra il palco dell'orchestra e la parete. Si trovava così allo ~tretto che non poteva allungare le gambe. ma .,veva quasi di fronte, a ~inistra, Su.t· ter e con il gomito sfior.tva il br,1ccio di Lui$a. Spostando un poco la sedia potè vedere anche Victor che era seduto alla !iini!)tra di lei. l.Jn posto migliore per OS3Crvarlie per ascoltare i loro discor~i non avrebbe potuto tro• vario. Nessuno dei tre lo conosceva e il suo aspetto di pacifico borghese, con quello smoking un po' fuori di moda, non poteva destare :;o\pctti. Del resto i due uomini non ~i volsero neppure a g:uardarlo. La ragazza faceva dei ghirigori su un pezzo di carta con la matita az.zurr.1.per gli occhi. Un cameriere, al di là della triplice fila di tavoli, fcet.• dei ~gni a Paoli per sapere che cosa ~gli voleva. L'ispettore, nell'impo:isibi• lità di far~i capire altrimenti. indicò il bicchiere che <'ra di fronte alla ra• ~azz,1. V'era dentro un liquido rosso, un cocktail, forse. Qualche minuto dopo, un bicchiere colmo di quella roba, dopo essere pas!lato di mano in mano allr pcn.one che stavano :,edute lì avanti, gli fu comcgnato da Luisa cht gli ,,orrisc, porgendoglielo. Ci volle qualche tempo per abituarsi al rumore dcll'orche~tra così a ridosw l' per riuscin· .\d affcrrart· <1ualchc parola del discor- '° dì Suttcr: « Telegrafare ... sarà meglio che partiate ... Jean non può stare tanto tempo ... ». Un giovane venne ad invitarl' la ragazza per un ballo. Non dovevano conoscerlo poiché egli chiese pcrmc .. ..o con un inchino Ji due uomini e. ballando, ella non gli parlò quasi. Quando ritornò per sedersi, Paoli 3j alzò e ~postò il t,tvolino per fari.i passare. « Siamo cacciati in un brutto posto», le di~c. « Anche volendo bai~ lare non si può uscire da questa trappola >. • Già •· I due lo guardarono per un i,tantc poi ripreM!ro a parlare a voce più bas~a. « Cosa bevete voi? > continuò Paoli. La ragazza lo guardò <_.onun wrriw ironico: « Mica molto nuovo per attaccare discorso. t un roJe • 1 e riprese a tracciare i suoi ghi* rigori. M,1 era distratta dalla vicinanza dell'ispt·ttore, forse divertit,1 del !>uo imbarazzo e, ogni tanto, si volgeva a g-uardarlo. Paoli si era rne!.so a giocherellare con la scatola dei fiammiferi e stava pen~ ,ando come riprendere la conversazione con lei. Non era molto abile in quel genere di approcci a, in questo caso, gli pareva di commrttcre una vigliac• cheria a cercare di insinuarsi tra quel• la gente che non 3apeva chi lui fosse. Avrebbe prcfnito un intcrrogat0rio nell'ufficio di polizia, dove ognuno sa bene con chi ha da fare. Soprattutto trattando3i di una bella ragazza. In un interrogatorio ufficiale è un'altra cosa, ma lì non poteva dire sino a che punto influiva l'interesse profc~ionalc sul de- ~iderio di rivolgerle una domanda eh<· da qualche istante aveva in mente ~cnza però decidersi a formularla. Così. senza accorgersene, aprì la ~atola e i fiammiferi si sparsero rnl tavolo. Lui• sa lo guardò e gli domandò sorridendo: « Anche voi vi annoiate? •· Egli. ,enza guardarla in faccia, fingendosi intento a raccogliere i fiammiferi, le· disse a bassa voce: « Volete ballare?•· La cosa fu molto semplice; un sorriso di Luisa, un lieve cenno del capo ai due uomini cd egli si trovò a cam• minare tra i tavoli e le sedie, dietro alla ~ua ballerina. Cosa avrebbe fatto là in mezzo non lo sapeva, ma faceva affidamento sulla calca per nascondere la propria ignoranza dei pa,;si della ca• rioca e per avviare in qualche modo la convcr◄.azione su qualche argomento che potes,;r interessare l'inchiesta. Jn. fatti. appena vinta l'esitazione e pronunciata la domanda, il turbamento era ll<'omparsoC' Luisa ritornava ad apparirgli coml' una probabile imputata di un lo3COreato. A questo cambiamento tontribuì ccrcamrntr l,1 comparsa di Lahayc e dell'agente. I due poliziotti, dopo e~3Crc rima3ti qualche i~tante a guardare nella sala dall'alto della scalinata, erano discesi e s'erano andati a mettere, in piedi, in un angolo di dove potevano sorvegliare Sutter anche nei moml'nti in cui i ballerini ingombravano tutta la sai.i. Paoli, ballando, pa)J!)òloro dav,rnti parecchie volte <.' non fu certo ..cnza sorpresa del collega parigino. Luisa era così leggera e brava ballerina che l'ispettore si sentì condotto e guidato da IC'i in modo tale da aver l'imprc~~ionL' di saper ballare la carioca. Ciò gli permise di rivolgerle aJcu. ne domande alle quali ella rispoM!senza .1kuna C3itazionc. « Sono qui con il n,io fid.in.1:ato, quel giovane biondo, e un ,unico di lui. Non b.1dano molto a mc, questa sera, e mi lasciano ballare con altri. Non è sempre così. però; da due o tre giorni, appena ... ». Parlava !!OttO\'OCec,ome per fargli una confidenza. « Ci spo~eremo prc!ltO; :>e un certo affare avrà buon esito». E guardò 11ispcttore come 3e aspettasse da lui una risposta rassicu1'ante. Paoli stava per domandarle di che affare si trattava, quando, alla fine,tra del guardaroba, quella stessa alla quale egli si era affacciato prima di entrare, comparve Clark. L'i~pettore, sorpreso, ~ì fermò per os~rvarlo fingendo di essere impedito ad avanzare dalle altre coppie di ballerini. Clark, dopo aver guardato ansiosamente nella sala, aveva scorto Suttcr e Vietar e già stava per far loro cenno con l.1.mano, quando il suo sguardo incontrò quello di Paoli. 10 - (co11ti11ua) CARLO MARENGO FIAMME DI GUERRA E D'AMORE LA LUCCIOLA Chi vuol farsi in .wticipo un'idea dt· "La Lucciola" de\e dimenticare tuttt' le passate edizioni di jeaneue Mac Oonald, .an. che le più belle. Quella che si presrn1a oggi è in(aui una personificai.ione interamente nuova, un'autentic.a rivelazione. "La Luuiola ·• è un'appassionata t• app:h• sionantc figura di danzatrice spagnuola Chl" trascina lo spt'ttatore nel vortice c-ntusiasinante della sua danza e della su.t avventura ancor più vertiginosa e stari.i e ro. manzo, guerra e amore, azzurro e 1empe~1.1 intrcccia1i con tanta fon.a cd armonia di colore e di vita da moti\ are pit·nanH·ntt l'onda1a di entusiasmo cht> acfompagna il filrn 0\unque viene pre,cnt,Ho L'azione h.i. come sfondo la Sp.ign.1 del ~ccolo sCoho, .lll'cpoca dell'imasiorw n.lpo· \conica e si conclude nd culminante quadro della disraua france&c a Vittoria nt'l 181 J In quella roven1e atmosfera di gucrr,l l(Uiz. za, fuoco fatuo inestinguibile di p.1triotti- ~mo, Jcanctte Mac Donald, La Lucciola cui la trama ha affidato il pericoloso compito di c.arpire i scgrt'li dell'in\·asore. Il suo diretto awf'oario è Allan Jonn l. 1'.1H'en1t110~ duello sbocca in salienti di alta dr.1.nunAti('"i1à, perché complicato dall'amor(' cht sorprende il cttore d("i dudl.anti -\ rend•·n· più avvin<enle il contrasto con• t'Orre il p.1cu.ggio, ritratto in tutto il suo pi1toresc:o ,unbit-nt.ile di uomini e di cose Spagna \Uggt'uiva di luoghi, di usi, di couumi, di danze e- di armonie." da un lato , dall'ahr,, sgargianio: coreografia di uniformi, fragore d'anni e d'armati Questo! è in sintesi la ~pettacolosa e intc• rt'si.;1.nt,· Ult'Uin~ccn.;1.che la tecnica spcdaliua1a ddl.t ~frtro Coldwyn Mayer ha ricollruito con mera\ iglios.i fedeltà storica per il 1110\ imentato romanzo cinematografico. E rinterpretaz1one non è da meno. Sotto l.1 guida di un maeuro dt"'lla regia, qual"i: l{ob<·rt Z Lconal'd, la metamorfosi i.cenic;i. di Jeaneur 11ac Donald è superba La ~u.1. .11te acquista nell'amore- e m·lla passione acrcnii nuovi, che vanno dii iui al cuore ddl.! platea A rt:ndcrli più semiti contribuiscono le prntigiose figure dei due prot.i.- gonim Allan Jones e:- Warrcn William opposte fonti provoca1rici del pathos dramm.itico -LOZIONE PILOOARPINE BREBER-- 1n"hr l'1llu.1rr BENUMIXOGIGLI è tn1us11ua ddl1 loi1one "PU.OC:ll• POO BllDtl.". Cosi autore,·011 Dcrm11olo'=1 pruu1,•ono quella famo11 lozione per I loro pazienti J)rro.:h~/1 "PD,OC.ll..PIWUSDD" conuene il Clondutn di P1locarp1n1 l"d è' pu-p1r111 sc1enti6c1men1e 10110 controllo ,.;h1mil·o ptrmanrntl", waran11t1 da eer116e110 di analisi chimica. LOZIONE PILOCARPINE BREBER Dbtnr.u• lAJ&WbllmNWla lortora, UTHta la caduta del c.aptW td nlta Il pnu1to &Ila eatt. In vendlt& ovunque o Inviando L. U &Ila Ditta A. MARINI, Via Aleu&ndrla 171-A (Rep. FJ • ROMA I.aut. I 'f"Ottri c.apaW• raidtttU soWd eo.mt Uullu.to coa lo lllillPOO .UU. PILOCllPJII • L. I la butina ~: RAFFREDDORI, REUMATISMI, NEVRALGIE BERTOLDO è il biscttinun.ilt' che ,dun.i le hrmc Jei più brill.inti umoristi e dei più .1rg-uti (' geni.iili di:icgn.1tori d'lt.ali;a. BERTOLDO esce JI nmtcd, e .11 Hncrdì in nitida ,e)te editori.1le e- si tron; in \ cndiu in tutte le edicole ,1 cc-ntesimi 40. S. A. MOBILI VACCHELLI "CA SA MIA" L\trretlnmeultJ compll:'IO 111•1lo. 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