ANNO Il , N. 8 • ROMA 19 FEBBRAIO 1938-.vVI ~~~~[!~~ BIVll~I 1i. SE:---:ATOFRANCESE s'è uduo, 1f! 1lcuni giorni fa, un discorso mussoliniano. Trattando della crisi della na1Jl1tà, l'ex-ministro Pcrnot ha ripetuto alla lettera le idee, talvolta le stesse parole, con le quali Mussolini illustra e difende la politica demografica, che annunziò nel memorabile discorso dcll'A1ccns1onc. I dati espo!ot1 dal Pernot sono senz,il,dubbio 1mpressionant1. Sessant'anni fa le na- !!.Cltcsuperavano il milione; oggi sono appena 630.000. Nel 1935 esisteva ancora un'eccedenza di 43.000 nascite sulle morti; ma, a partire dal 1935, questo rapporto ~• è capovolto: le morti superano le na- ,citc. Persistendo l'attuale curva della mortalità, fra cinquant'anni la !'rancia non conterà più d1 trenta milioni d1 abitanti. Se la Francia vuol restare una grande nazione, deve intraprendere M:nza indugio un'energica politica demoSi(rafica"· Quah le cam,e d1 questa decadenza della razza? Sono molte, ma il Pernot s1 lunita ad enumerarne le pnnc1pah. Prima fra tutte, l'irreligione. Viene subito dopo l'egoismo, conseguenza immediata del materialismo. L'egoismo è all'ongine dell'odierna cnsi della democrazia•· L'ego1- -.mo si ritrae davanti alle grandi respon- :,abilità e non esiste responsabilità magq:1ored1 quella della famiglia, dell'educazione di una prole numerosa. Altre cause deci&1ve:l'urbanesimo, poi il lavoro delle donne, che distrae le madri dal focolare domestico Che cosa hanno fatto I gon:mi della Repubblica per fronteggiare questo decadimento di una grande nazione? Fino ad oggi sono nma<Jtl msensibili a questi gridi d1 dolore. Da anni, sempre mvano, s1 chiede una legge cht:, a pantà d1 menti, conceda ai padn di famiglia la preferenza nelle pubbliche amrmmstraz1oni Alcuni episodi offrono la m1sur.t della f!ravità del male e nvelano una mentalità. Il Conjlresso della Lega internuionale per la nta e la famiglia si vide rifiutare dal mm1stro delle P. T. T. la facoltà di diffondere, a mezzo della Radio, 1 cLscors1 della seduta di chiusura wl pretesto che s1 trattava d1 una associazione politica" Lo stesso dineto fu opposto al Congresso della natalnà di Montpellicr, con la motivazione che la materia non era tale da interessare il pubblico"· A questo punto, il resoconto stenografico registra la più • viva ilarità• da parte dei senatori. Dopo di che è facile immaginare quale presa in considerazione sarà riservata alle proposte dell'ex-ministro Pemot e del suo collega Doubs, che contemplano, fra l'altro, prestiti di nuzialità alle giovani coppie rurali che s'impegnino di restare fedeli alla terra. Queste sono le melanconie• delle destre francesi alle quali fa eco il deputa·to Reynaud, che passa per essere il parlamentare più intelligente della Francia.• Il fondamento di qualsiasi politica militare e nazionale, t! una politica demografica energica e a lunga portata. Lo si è compreso, ma in Germania, in Italia, perMno m Russia, nei Domini bruannici. E da noi? Contemporaneamente s1 iniziano, alla Camera francese, le discussioni sulla Carta del Lavoro. Pare. che anche là si av- \·erta la necessità di abbandonare i metodi del hbcnsmo e della lotta di classe, d1 addivenire ad un'economia controllata. i\1a ecco che contro la Cuta del Lavoro si levano già le intransigenti proteste del padronato, che ~on ammette 1 contratti collettivi d1 lavoro, che non vuol riconoscere le organizzazioni operaie. La legge delle quarant'ore trova ostile, m blocco, tutta la borghesia francese: industrialj, commercianti, rtmliers, militari. Perfino i militari. f:: d1 pochi giorni fa un articolo del generale Niessel contro la legge delle quarant'ore, che, a suo giudizio, comprometterebbe seriamente la necessaria intensità della produzione bellica francese. Eppure, non c'è da stup1rs1. li: sempre l'egoismo, individuale o di classe, che è all'origine di questa crisi della società francese. Le classi agiate negano una moderna legislazione sociale, chiuse come sono nei prcgiud1z1 quiritari, che r:'on consentono una nozione della propnetà che si giustifica solo coi fini permanenti, prossimi e remoti, della collemv1tà nazionale; mentre le classi operaie negano, a loro volta, una fatuva adesione allo Stato, abituate come sono a considerarlo res palrum. Jn queste cond1zion1, è muulc parlare di politica demografica, è msensato pensare ad una Caru del Lavoro. Non c'è Carta del Lavoro che possa prescindere dalla premessa fondamentale ~he riguarda una nazione come un organismo avente fini, vita, mezzi di azione supenor!, pc~ poteni.a e durata, a quelli degli md1v1du1 divisi o raggruppati •. Senza d1 che, non c'è forza al mondo che possa resistere alle segrete rivolte dell'egoismo. 12 PAGINE UNA llRA SPEDIZIONE IN ABB. POSHlf PARIO]: LE SEGRETE RIVOLTE □ □ I Do~~"'-YU~CD~ ET1.A I lo ::,guardo sul biglietto d'invito e le)si, scritto in francese: « Il Commissario del Popolo per gli Affari esteri chiede l'o,iore della Vostra preseri(.a a caso suo. Spiri,1do,1oi,.ka N. 14. Si prega porger, il presente irivito olla porla >. Mi sorprese di vedere il f ranccsc, che fu la lingua di Corte ai tempi dello ,ar, tOrndrC in onore nei ricevimenti ufficiali <,0victici. Gr.uir a quella festa, verso le dieci, la folla di Mosca, mi. -.cramcmc ve,;tita, chr pa~ava per le buie strade della capitale proletaria, potè as~istere al passaggio rapido e silcnziow delle grandi luminose automobili degli amba1,ciatori e degli ufficiali \tranieri. La vi5ta di quelle macchine, in qualsiru.i altro paese, avrebbe destato curiosità : a Parigi o a Londra, la gente 1,i !iarcbbc fermata per veder scen• dcre gli uomini in frac e le signore in .lbito da sera, coperte di pellicce e di gioielli; ma, a Mosca, nc!>suno vi fa attenzione. La gente cammina indifTe. rentc per la propria strada <;n;1za invidia e senza interesse. Le automobili arrivavano 11ilenziosc alla villa Riabuscinski, dove abita Lit• vinov. Lin portiere in livrea, in calzcbianche, s'inchinava ed apriva lo sportello dellc- automobili. Sotto un'abba• ~liante luce, ai piedi di uno scalone di marmo, ricoperto di un pesante tJ.ppeto ros<;0,era schierato un plotone di solddti. Gli ospiti, attraversando un atrio decorato di fiori, giungevano nel giardino d'inverno, dov'erano accolti dal direttore delle cerimonie, Barkov, capo del protocollo sovietico, che, di certo, ha ereditato le sue perfette maniere dal vecchio regime. Barkov accompagnava g\J ospiti alla porta del « piccolo salone » dove erano ricevuti da Litvinov, in frac, con l'Ordine di Lenin sul petto. Accanto a lui appariva Iva Litvinov in un pallido abito da sera e con una pelliccia sulle spalle. Gli ospiti arrivavano a gruppi. L'ambahc1.1tore tede~o ::,'inchinò con galan• tcria alla padrona dì casa e le baciò la mano. Litvinov sorrideva, mentre gli addetti militari tedeschi battevano i tacchi e s'inchinavano. L'addetto mi• litare inglese entrò nel salotto con la giubba rossa degli Ussari del Re: ave· va il petto coperto di medaglie e teneva col braccio l'alto casco di pelo nero. Piccoli ufficiali giappone-.i, in uniforme nera, salutarono con grazia i loro collcghi 1 guardandosi attorno curio1,i. Tutto il mondo diplomatico di Mosca era intervenuto al ballo. Le ..ignorc "li dividevano in due ca• rcgoric. La prima, compo)ta dalle mogli dei diplomatici e degli ufficiali ,tranieri, vestite con eleganza e adorne di brillanti e collane di perle, truc• cate sapientemente e coi CJ.j)clli acconciati dai migliori parrucchieri; la 'i6conda dalle signore russe, che non avevano brillanti, o non li portavano, e non erano truccate. J ndossavano abiti da sera, ma sembravano goffe come modelli di Pari~i di qualche anno addietro. S'incontravano molti artisti del teatro di 11mca. Qualcuno m'indicò la \tclla cinc-matografica mo• glie del maresciallo Egorov. Accanto a lei c'era la cantante Bar~va, del teatro Bolshoi. !\-la non \i riusciva a vedere tutti. Improvvisamente, nella ....J.a \"1 fu un silenzio c- gli ospiti fe. cero ala in attc:,~1 di un per1,onaggio. Sull.l -.oglia app<1rve ~1olotov, presidcnt(• del Consiglio dei Cornmi"-'iari del Popolo, ,cguito da Potemkin. Si at• tendeva anche l'arrivo di Chrestimkoi, che invee<.•non venne. c- subito fra gli ufficialì CON' \"OCl' cht foo:;\e,;tato arrest<.ito. Tutti i membri della Sounarkom erano m abito da .-.era; ,oltanto t,.,fj. koyan cht.·, come Stalin, non !-.eguegli usi borghesi, indossava l'unifonnc mi• litare e calava un paio di stivali lunghi,:;simi. A questo punto, s'avvertì un monnorio tra gli ospiti. Una giovane e bella 'iignora <'ntrò ~rridcndo, al braccio di un militare sovietico, attiran• do gli !!guardo di tutti gli ufficiali. Era la moglie del maresciallo Budienny. In questa sala, dove fino allora aveva regnato un decoro europeo, malgrado gli stivali di ~•1ikoyan. il maresciallo Bu• dicnny port~1va lo htilc proletario. Dalle sale accanto, giunsero le note d1 un \'alzer, e i giovani diplomatici e gli ufficiali !.'incamminarono verso la musica. Aprì le danze Litvinov, con la moglie di un ufficiale straniero, voi• teggiando pesantemente a tempo d1 \'alzer Ballava alla moda di trent'anni fa, sudando e respirando forte. L'am• basciatore inglese chiese galantemente .tlla signora Litvinov l'onore di un ballo. Ella arrossì, ma dimostrò poi di 'iapcr ballare me.idio del marito. In· t.mto, vicino alla porta, un gruppo di giovani dhcuteva :,0novocc \C il mare• 'iciallo Budicnny avrebbe hallato o no. Qualcuno soMcnc\'a eh<· il mare• "ciallo !>i,,1tcbbc abbandonato alle dan• zc soltanto dopo cena. Qualche altro ricordava invece che non era pas.. ata nC'mmeno un.i ~cttimana dall'esecuzione di Tucace\',ki e certamente non avrebbe O\ato b.illarc-. Gualdavo {·on prudcma la faccia ddl1uomo c:hc .--,vc\·.,firmato da poco la ,cntcrw.i di mortc di Tucacc\ ..ki, il "uo migliore ;.1mi1.:oJ.I ,uo volto c1·a freddo cd impa~ibilc non recava tracce di turbamento. nf di notti imonni. Pili t,1rdi, lo incontrai da\·anti al ta• \'Olo del bu/jel, do\:'cra ogni .,orta di bevande e di cibi. Sui piatti era impre,..sa l'aquila imperiale a due teste, con le iniziali S. A.. Il scn·izio di por• cc-liana certamente era appartenuto all'antiro proprict.trio del ca'itcllo, il granduca Sergio Ale,~androvic, governatore gencra!C' di :Mo~ca). Con un largo ge-.to il mar<·•,.ci,dlo,..i ,1vventò "-Ulpcscc, sul caviale in ghiaccio, e ,ulle oche arrohto, guarnite di ogni ,:;orta di hors•d·q:uvres. e Sceglie• te! !!Crvitevi I ali;.\ vostra salute! .> di. cna con la bocca pic-na di cibo, \'Cr• sandosi un grande bicchiere di uodco. Anche gli altri ospiti cominciarono a berc1 mostrando la loro preferenza per lo spumante del Caucaso, che i came• rieri in guanti bi..1,nchiversavano nelle coppe. Dopo aver bevuto e mangiato. Budienny diventò loquace. « Non ho mai viaggiato all'estero>. disse, « e non conosco le vo,trc gloriose patrie, m,\ ... in ogni modo. :-.pero di poterle visitare un gioi no >. Questo ballo in rasa Litvinov .tHvd uno speciale significato per il corpo di• plomatico: cr.1 il primo ricevimento ufficiale dopo l'e~ecuiione dei gcncr;,li rossi. l diplomaticì e i glornali~ti stra• uieri che vi\ono a ~io<;;ca,non avt..·vano informa7Ìoni prcci\C ,ullc cau,;c di quel• le c:,ccm'ioni. ma a quel ballo era pos• .,ibile -.cambiarsi opinioni e raccogliere: voci. Naturalmente, quella sera 11011 _,i ~entì parlare, nelle varic- lingue..', chr delle recenti fucil,uioni. Come per una -.pccial~ 1:onvenzionc nc~suno pronunci .,.va il n --,nedi Stalin; quando \·olcvano nomi1,... 1 lo dicevano «lui>. Il con,;ok tedesco cercava di raccogliere i particolari e le informaLioni, che "' davano intorno ;ill'epura. zione dell',\rmata ro5,sa, Ver::>o l.:ì fine dell..i ,:;crat;.1 1 un ufficiale straniero mi bi,bigliò all'orecchio. e Nell'ultim,1 \(•ttimana, çccondo i miei calcoli, ..ano avvenute novantotto (',('- <'uzìoni >. Dopo lc molte d1,cu-.,1om ch'ebb1 .t ~[osca con akuni dirigenti bene informati, ho l'impre~,ionc che TuGtccv,ki fo~- effettivamente l'istigatore di un co:nplotto contro Stalin. La copia di una lettera di T ucacc,-~k1. diretta a Voro..,cìlov, ha fatto poro tc-mpo f:l il giro della colonia i.'htCra. D,1 quella lettera appariva chi,.ro che \"oroscilov faceva parte del complotto. e che -.i ritirò all'ultimo momento. :'\ci circoli diplomatici si accertò che quel• la lettera non er.t falsa, ch'eu ,uta "IUÌtta realmente da Tucacc\ ,ki, e cht Tucaccvski non era una ..,pia tcdc!ica. malgrado le ~ue simpatie per la Ger• mania. Il '.!IUO piano era più deci!iivo. volcv.-\ prendere il pohto di Stalin. A ~loM..:a <..iparla molto di come , .1 ,w,\nti la !)e-.,ionc Politburo_. e si dice che Stalin non richiede né a..colta i consigli e le opinioni degh altri. Dà ,;oltanto ordini chc- non devono <•<:...,1
mai criticati. « Voglio che :,ia così >: que:,ta è la formula della sua volontà. Soltanto Tucacevski e i suoi compagni .1rdivano cr,primcre le loro personali opinioni. Di :,O)ito, quando Stalin chiede conto di quafcm,t. 1 suoi aiutanti prima di lutto cercano di capire quale può cs- ,t·11..· il !IUO punto di vista, e Tucaccvski, 111vC'Cc. m.111irestava imprudentemente k proprie opinioni. Ed è per que:,to che 'talin lo h,\ soppresso. Guai a chi ~i ,,pponc agli ordini di Stalin: né il nom<-.né i mt:riti per la cau:,a della rivohvionc. rif k medaglie. né il I ango potranno :,.,1lvarlo. Qu,1ndo un uff1('ial<· '-O\ietico non , ompare p1ù ai ricevimenti uffici.1li, nei e irroli diplomatici :,j dice che.- dcv•c~- \t'rt' ... t.,to mandato « nc11a provincia di :0>.11atm ». In altre parole, che bt·n poco i.:_li n,~..,tJ.d,1 ,·iV('re. Quanto Stalin mandò i trot:i.ki3ti a "br,1tov. m:.:.:-.uno ..t- ne di3piacque, per• , ht' non gudl'VànO :,impatic pre ..sb J;1 111,,gl!_iorp~1rtc della popolazione. JI po• 1)(110.. ,nzi. è contento d'c:.3Cr:-.i libt-rato d1 lnro; la propaganda infatti è riu• -.cita .t.d .iddo.,sarc ai trotskisti e ai se• 1.:u,1ci di Zincwi,.cv le disgrazie e gli in• ,u, n·,.,i drl governo. ~Li l'r~e(·uzione dei generali ru..:.i ha prodotto 11n"impn•-.,ionc .;.13:.aidiffcrcn• h· ,ullc 111,1.:.,c.T.·u. tti capiscono che ,i i iugaK~iaw una battagli"a furiosa prr il pott-rt·. (· ne<,!-11110 crede realmente ndk n~n,ioni uffici.1li e nellr accu'-!' di 1rndi111ento. A Mo'ic-a .,j .,fknna che.· l'c,c..·rcito rov-o non è tradito da nl'-.:-.una spia. St<1.lin. J)(.'rc..·iù.non .,1art'bbc:· più com• hath·ndo contro l'oppo ..i:tione di dc,tra o di .,ini,tra, e neppure contro un ~ruppo di ~enH· ben definita; ma contro tutti <·oloro chr non <.ondividendo le- ,u<· opinio111 pcr-,011.tli finiM:ono pc-r ,,tdert• autom,1tic-amcntt· nella C<ttCKO· , 1.1 d<'i troi...ki,ti e delle ~pie. Il ,olo nome- di SLtlin, fa Ut·marc- la Kuv,i.1. A .\lo,,·a, con un perme,<,0 ,pt·· n.ik, ho attravi:r,ato il Cremlino, pri- "ilc~io generalmente negato ai giornah,ti ,tr;1nini. Accanto ;l mc, camrni• 11,1\·;1 un uffi<.ia!(" dl'I Crt•mlino. una ddlt· guardie di Stalin. « I II cht• parte dt.'I p,11.tuo \·i\ 1· il Hg nor Stalin? :t gli chie~i. Il prefi..,,o sigriort· è d'obbli~o nclh.· rc·la:tioni uffici.t.li. « :"\ 1011 -.o, non m· ho idc.·a ». mi ri• ,po,c..·. imp.dlidcndo e confondendo:o.i. l.1 g-uardia. • ARVED ARENSHTAM ANNO 11. N, 8 -19 FEBBRAIO1938-IVI ~ OMNIBUS SETTillANALEDIATTUAIJTA POLITIOAE LETTERARIA f,:: 1 ESCE IL SABATO IN 1i-16 PAGINE ABDONAMENTI Iu.li•e Imporo! •nno L. 4.2,1eme1tr1L. 22 Ettuo: anno L, 70, Hmeltrt L. 36 08111 NVMEB.O UNA LJB..I M1no1orhtl, di1t1gn1e fotognSe, anoh 1t non pabbllcul1 non 1I rMtitailCOno, DlruJou: &:oa • Pian• della. Pilott.a..,3 TelefonoN, 66,470 ..lmatlAlstruio.n1: MillDo • P:luu Carlo Erb11 6 Telefo.no N. 24.808 hl>blldù.: 1oe. .1.no.n,Ultri" " ODIIIUS '1 • 11.ll.LD.o PAGJNA 2 PROFUGHI CINESI lfELL 1BPPEH Libri per bambini È !ltJtO pubblicato in Inghilterra un libro per bambini, Kings a,1d Things, di H. E. Marshall, in cui la storia del• l'abdicazione di Edoardo VI II è nar• rata nei seguenti tcnnini. « Re Edoardo amava un ~ignora e voleva sposarla ... Ma c'era gente nel• l'impero, a cui non piaceva che ciò accadc,se c che quella ~ignora diventa~c regina. e: Di,~c allora Re Edoardo : e: "V ery 1.all. A voi non piace la mia ~ignor.1 (my lady) e, invee<", a mc piace.. Perciò io mc ne vado "ia e non 'iarò più vostro re. ~ia non ~iatc tristi • per quc~to, perché io ho un Fratello ~olto Grazioso (le maiUM:olc :.ono del testo), eh(· •sarà un Ottimo Re:". e: E così egli ora non e'- più chiamato Sua Mac'>tà Edoardo. ma Sua Altcz?,a Reale il Duca di \Vind,or ». Re di buon carattere ~el 1932, il re del Siam, Prajadhipok. dovette recarsi in Americ,1 per farsi operare di cateratta a un occhio. Appena p.i.rtì, 3Coppiò una wmmos),1 ca• pc~giata da tal Phyà Bahol, e ì ribelli :.i impadronirono del potere . ..\[a Sua Maestà Prajadhipok aveva dimostrato un cmi buon carattere, che i ribelli lo pregarono di tornare e di rimanere sul trono. nell'intesa che la vit,1 co~titu• 1.ionalc del paese .-..arc-bbc andata avanti ,ulk linee già :.ubilitc. Senonché il regime di Phya Bahol ,i rivelò, ben presto, così duro. che nel r935, mentre il re cm in Inghilterra, ,coppiò una gucrr.i civile. Allora Sua .\1acstà Prajadhipok abdicò c.~'ii ritirò .1 vivere in una villa che po!IS<'dcv.i nel Kcnt. E là vive tuttora. quietamente. Di tanto in tanto ha mak agli occhi. Cli ..uccc-,q• ~ul trono 1111 nipote, di nome A11.rnda 1 Lhe vuol di1·e e fratello della luna». Questi allora non aveva che undici anni di età. Toccò alla ma• drc di interpellarlo e di chiedergli se accettasse il trono del Siam. Rispose il piccolo: « Come \Okte voi, mamma». Dopo di che, fu messo in trono e gli furono attribuiti I titoli tradizionali: e: Re del )ford e-del Sud, Di,ccndent(' di 13udda. Supn·mo Arbitro dcli' Alta è della 8,1\..'la ~arc.1 1 Fratello della Luna, Fratdla:,tro del Sole. Poswsson:· dei ,-entiquattro ombrdli d'oro>. Umorismo russo qucnnale n. 2 era ancora in corM>, un o~rv~torc inglese M:rivcva : e: li cinema sovietico, come il teatro ,ovietico, ha una parte decisiva nella cultura -,ovictic.1. Quelito è evidente ... Un -,tcondo fatto non meno evidente è che il cinema promette, sotto l'impero del Piano quinquennale che termin:1 nel 1937, di est<.'ndersi :1 tutto 1I territorio dell'Unione. L'industria cinema• tografiça anu:ricana ha raggiunto u1l.l grandio,;,ità senza p;1ri. come è <limo• itr.ttù da dati ,;;tat1stici che vi tolgono il rt·,piro: ad c•,;,empio la mcdi,1 setti• manale di frequt:ntatori: 70 milioni. :-.1,t l.1 grandio..,ità dcll'indmtria ....ovic..·- tica. quale è annunziata dal ,t.·c·ondo Piano quinquennale, se questo verrà realizzato, farà di quella amc-ri<.:..111;u1n affare da città di provincia. Co,1tr1> 1 'lO mila teatri dcgh Stati Uniti. i Sò• vieti ne ;\\'tanno 70 mila, senza con• tare i numerosi ~chcrmi impiant.tti in ,c-uole, fattorie, officine. Il grandio~ Il mondo o. meglio, una partt.· dd programma di e:cincmatizzare » l'inmondo, ha creduto che, durante l'~t- tcr,\ Rmsia sovietica, con i suoi 160 mi. tua.Lione del Piano quinqucnna\c~-!- ,., lioni di a?itanti di ,di\'er-..c nazionalità. Russi., fo~ una fucma ardente C11en• difficilmente potrà essere sorpassato ... :t. tu,ia~mo. dove gli uomini lavoravano e Ne conn-niamo. li quinquennio è fi. ,i -,acrificavano con ~pirito di àbnega• nito e ci è st,llo annunziato che il 1.ionc fanatica. Niente di più faho, Piano è stato realizzato e sorpassato. ..crivc un america.no che ha vissuto sci La Rus~ia avrà, ;1 que:,t'ora, i :.lloi 70 anni in quel paese. La vera Russia se mila e pili teatri, oltre gli schermi nelle nr infi,;;chia\·a del Piano e pensa.va solo :.cuolr, nelle officine, ccc. ~fa non ,a ,ome pote-,sc procurarsi una aringa o rcbbc pi\l saggio che, in quel pac..·sc, ci una libbra di patate. L'entmiasmo era fos~ro meno teatri, e la vita umana la fa<.:ciata. Dietro non c'era ('hc fame fosse più sicura? Meno cinema, e pili e di,pcrazione. pane? F. :.trano il destino di un popolo Lt· amare freddure politiche. che cir- dì 160 milioni di uomini. che è concola\'ano clande')tinamt'ntc, riflettevano dannato ad andare al cincm.i dall.1. fedelmente questa ,itu:,zionc. Voi chic- mattina c11la :,era mentre muore di fa. dcv,1tc a qualcuno: « Come state? ». mc. Si vuole talora ricordare la hanak Vi si ri)ponde\'a: « :-.1:cglio oggi chc- do• fra(ucci.t di quella dattilografo, che. inani ». O ,1nchc: « Comt Lenin nel dopo ,1H·r ">ahato il pa~to ptr pagar,i ,uo mau~olco: non ci hanno ancora il biglietto del cinema, si con'>Olava mangiati, né M!ppclliti >. esdamando: « Che importa il di~iuno? Cinema e fame 6t.· il frequentare teatri e cirll:rnato• grafi è un -,intorno del buon umore di un popolo. vi è certamente un pac.·se .dlegro .,, que,to mondo: cd è la Ru"~i.i. Tempo f.i, qu.mdo il Pi.mo quiu. Il film era CO'iÌ bello! >. Qu<·ll.1 fau1.1 t' ,tupida ragaz:t.a, scnz...t saperlo, pn.-· corr('va la filosofia del Piano quinquen• nalc.>. Ed è veramente un "cgno dei tempi che la sciocchezza di una datti• lograf.t '-ia c-lcvat,, a principio fondamentale di governo in un paese di 16,1 milioni di uomini. A. G. IL DUO! E LA DUOHESBA DI WINDBOR IN TABBl A PABJOI MRS SI.lll'SON VISTA DA ORISTOFORO DI GREOIA f11. PRINCJPE Cd$toforo di Grecia ha Ll pubblic.ito un libro di ricordi (Mtmom, Hurst and Blackett, 10 s., 6 d.}. Libri di memorie, in questa nostra epoca, JC ne son pubblicati a migliaia; ma questo del principe Cristoforo aHà un pouo a parte in COfl ricca letteratura, per la ovvia ra~ ,gionc che l'autore ha conoKiuto molti dei l)('r&onaggi più in vina della nostra gcnera.òone e ne parla col tono di chi 1ia stato tori loro in rapporti di gr.rndt- familiarità Egli ha frequentato la Corte ingle,e, nella ma duplice qualità di amito e di P•rcnte della casa reale E vi ha conosciuto molta gente, fra cui anche Mrs Simpw>n. La sera prima del matrimonio di ~arina di Crecia col dut.a di Kcnt, il principe Cristoforo se ne stava al ricevimento a Palauo Sud.in· gham, fumando e bevendo in compagnia dei rapprt'.sentanti di varie ca.st" regnami d' Europa Egli aveva Jppen.i. SCJmbiato pochr parole con la principeua Arturo di Connaught, quando il principe di Galles lo pre1t pt'r il buccio, e gli diuc e" Christo, ,-enite con ir !'. Voglio farvi Co• noscere Mr1 Si.npson ... '' '" " M ,s Simpson? Chi è custci? d1ie$1 • Cn'arncricana ", mi n.spose sorridendo. Poi .i.~giun~: " t mera..,igliosa e Queste due parole mi diuero 111tto. Fu tomt )~ 111i"' USt: dtllO t, l'unic..i doona .ti rnondo" e Un momento dopo io )t1ingc,o I" mano .oll.1 donn:.,, il cui delitino è uato di scrivc1e unJ nuo,a pagin,1, nell.1 storia d'ln• .~hilterra e Cornt ).('lllbra? A chi somiglia? De,o 1i<onoscer<" che non saprei descriH·rla A p1ima ,i~ta è una delle tante migliai,1 di •mericane ben ,c,titc, auillate e , ivaci Potete vedue il )UO tipo ogni giorno a CO· laziont al Ritz J Pari&i o al Berkdey .1 Londr.i e Ricordo da· c,a piccol,1 e wttik 1 cht' p,Hlav.t inceha11tt·mente e ridc\J molto, che .1, t'va un '-'Olio piacente più che graz1ow Son t una bcllrzza, in qualliiasi \{"O.SO •i prend.. lo1 parola Cleopatra? Elena di T1oi,1) Per qut>!lte donne famose non possiamo fare "ltro che rimetterci a qud che cc ne dice I.a tradizione. Mrs Wallis Simpson p3"i.Snà .1lla tradiz:one come la donna per eui il rl" d'lnghiltt•na rinur!ZIÒ .i.I trono; e co.-..ì, prob.abilmentc, le future gl"nnazioni I.a doteranno di bclkzza .. ~fa quello thc io ricordo e che il pnncipe di Gail<'s, tutte le sere, tra J! suo hanto e 1a1a111entese ne stacca,a, benchC lt· donne più belle d'Europa faceuero il possibile per auirarc la sua attenzione. Scmbra,a che non ,i accorgesse neppure di loro. Egli .1n,.i,a come una 1,0Ja ,olt;;, è conce,w a un uomo di .omare nella iUa vita > EDOARDO VISTO DALLO STESSO ft\\ EGKA di nota, in queste memorie, anl}!,J che la parte che nguuda l'attuale duca di Windsor ">nondo Cristoforo di Creda. il princi• pe t'ra e uno di quegli uomini predestin .n. i, benedetti o m.t.ledctti d.tgli d.C'i, dotati di temperam('nto, di immaginazione e di una immensa (';q,acità di felici1a o di )Offe• rcnza > I:. questa ci sembra letteratura e, per di più, leueratura ~critta con la thiaro,cggenza di poi Più intereuanti I ricordi strt:ll.uncntc personali. Secondo Cri>toforo di GretiJ., il principe di Galles, da fanciullo, era .iCID· p1t· ri-;enato, chiuso {uff-contai,ud), ultra \en~ìbilt•, Chi lo capi,a meglio di tuui era il nonno, Edoardo VII l,"n gio1no a t.l· ,('IJ il 11:io,anc principe, irrequieto, ruppt> quakhc cosa e Subito il re s'infiammò d'i1lt • " \!l'inferno, ragauo ··, gridò e, pre- -.o un .;;rosso popone, lo sc.a~liò a t<'rra li popone si schiacciò ,ul pa,imcnto Il principe si levò, esaminò con attenzione e in silen,io i rl"sti del popone, poi ,i ri,olse al nonno ton aria cortest'mente mtc11o~ativa. Ili.I con un'cspreuione irresistibilmente buffooesta. F. nonno e nipotf' ~oppia10no a ridere,. Rattor11a an<'ora il p1intipt· Cri)toforo che, fin dal 1914, la regina Ak~,andra diC(',,ì • e Da,ide do,rcbbe prendt·r mo~lie Ha il do,·ere di prenderla> E feCl· del suo meglio perché il nipote fi\,ahe la sua attenzione su una principessa ~la t! giova• ne princip• annunliò reci~amcntt' e In 0('~\un Ca\~ prcndt·rò pe1 moglit' unA don• n,1 c-ht• non amo :r, \ quar.im'anni, dopo avere cono~iuto tulle lt: principc-!lse elcf,_;gibili d"Europa, ~-rnhr;ha risoluto ,1 1irnancre cclii,;{' L"n bel giorno entrò in scena MrJ Sirnp,on_ e:Sì incontr"rono pc1 caso in una comiti"a a Londra Egli conosce,a <'cntinaia di donnt· più belle, molto meglio rispondenti al c,150; ma queste comiderazioni non ebbero alcun peso per lui. Quella era it-mplin-mentr la donna c-he ('gli amava > RE OAROL DI ·ROMANIA ~ R.\ZIOSE le p.o1ginr in cui il principe ~ narra come sorse l'idillio fra J.3 nipo• te Marina e 1I duca di Ktnt ~1.1 un particolare sapore di atlu•lità hanno, oggi, gli accenni al re e alla Corte di Romania. Scegliamo qualche passo e traduciamo fedelmente, M!nza commenti, data la delicatezza delle situazioni politiche e familiari alle quali si accenn3 e Caro! di Romania >, dice il principe Cri~1oforo, e t forse il solo r(_"che sia, ndlo SICl!O tempo, temuto e I ispettato nt:1 suo pacs~. e certo è il più diligente mona1t'a d'Europa Nc!iSUn re ha mai lavo• rotto cosi duramente, nessuno ha governato più coscirnziosamcntc. Ncuun marito ha mai trattato la moglie peggio di lui e La sua amica dai capelli ro~i, ~fagda Lup<:scu, sa bene che a Bucarest ci sono 50· cietà segrete, i cui membri si sono impegnati a ucciderla... Non molto tempo fa, un giovane ufficiale riu5<:Ì a penetrare nella sua casa e entrò fin nella stanza in cui era lei, seduta Come la vide, cavò il re• volver e la pre.c attcntamrntc di miu Ma lei gli rise in fatcia con disprezzo, attraversò la stan:r.a e, con calma, lo disarmò ». Così racconta il principe Cristoforo di Grecia EDEN VISTO DALLA MADRE ' NOTO che il padre del ministro Eden ~ fu un originale, un eccentrico, una spede di signore feudale trapiantato in piena epoca ,.,ittoriana. Vestiva in modo h1narro: pantaloni di ,.,elluto e vistose giac. rhe di stta At1torìtario e iracondo, proroml,)t'"• per uu uonnull.- 111 sc•tU d'ir•, ch" face,ano tre111..rc la famiglia e la $trvitù Per il re.io, buon cacciatore, buon cavaliere e buon pittore all'acquerello Un ,ingoiare contrasto con lui do,e,~ fare la moglie LadJ Sybil Edrn, cht", oggi. vedo, a e inoltrata negli •nni, 1rascorre il resto dt"i suoi giorni nella casa di C..miHli"' a Windleuonc, presso Ferryhill Chi r~., conosciu1a, I::. descrive comt una vecchia signora, bianc!. di capelli e mite di car.it• terc, che dedio ogni giorno una parte dd \uo tempo a ritagliare da tuui i giornali gli articoli e i trafiletti in cu1 .si parli d_tl figlio ministro t a tollocarli i. appo,1t, alburn Qut"Sta uute ,. buona signora, dunquc, h,1 <,critto, alcuni giorni fa, un articolo ~ul figlio. Lo ha scritto, ,·intende, con .iffrtto d! m.-drc:. Ciò nono.stante, il ministro Eden non ne <"SCCingigantito. Appare, piuttono. come un uomo terribilmente mediocre Come tulli sanno, Ed,-n è giovane, molto ~iov.snt", il più giovane segretario agli Esteii che il Regno Unito abbia a\'uto negli ultimi 01tantaquat1ro anni i e giovanile ! ,rn• che nell'.a~petto. ~1a \'articolo della madnlo ringio,aniscc ancor.a più, quasi si può dir,. che distenda, sulla sua gio,·anile fi- ~ura, un \Clo, una incipriatura di puerilità A M:uola, racconta la madrt, Anthon, f..den rra ta1do e sicuro; raramente porta- \.t a ('.il~a un prt-mio. La sua disciplina fa. ,orita era la storia <', in dottrin:a religiosa, ,i guadagnò il premio Brinkman a Eton Era colk1.ionina appassionato di f1.1nco bolli, e .1.ncora oggi ha la su.a tollczione Di 1einperarnen10 incostante, Eden, da stu denti:, era sempre incline a Sl'gui1e qual cun altro che lo conducesK" A scuob. ~i accoda,·a al fratello maggiore, ($1,,' Timo• thy; più tardi seguì Si, 1\u.s1en Ch~n1ht-rlain. Egli ha credit,lto d.1I padre l".imorl' pc, l'arte e il talento di dipingere, ma non capis,cc la musica, e quando membri della famiglia, a Wind\cstone, e.segui"ano un duetto, lui protestava: e Oh ! b,1,sta ~on queuo rumore! > Da ragauo, prefun.o narkne a iedcre, quieto, leggendo o giocando con i suoi ~ldatini di piombo Come tutti gli Eden, Toni mostrò per tempo di avere il coraggio delle 1ue con ,•inzioni. Un l,l'.iorno, venendo giù per una )trada di DurJ..am, \'idc un carrettil':re che frusta\a il suo ca,,1,llo, saltò ,ul carto l' picchiò il carrettiere con la rna stCS)a fruu.i. Quando viaggia,,1 in treno, usa,a guat dare fu01i del finrstrino e diCe\'a a )U.i madr(' il nome del deput.uo del collegio Qualcht' ,oha, distratto, arri,·.i.,a al primo piano col cappello in testa e doman da\·a dove a,•t>SStl' asciato il cappello Un,1 ,·olta, la madre lo 30rpre-'C chl' d\ce, • k preghi,.re sull'altalena Interrogato, 1i>poSt· chr \ta,·a andando a letto Ora, è spesso indicalo come ruomo Ili(' s:lio \t'Slito d'Inghilterra, ma, in (CiOHntù non dimonr.o,a il minimo intrfo)e per 1 \eStiti Dopo J\Cr fatto il '>Cf\i.tio 1111litarc lii trincea durante la guerr.s, si lasciò pcr- )uadere ad andare ad Oxfo1d, doH ec. cclse in arabo e in pcr)iano e do,e il )U0 interesse per i libri, pt'r la pitturil t· )pt'· cialmente per la politica ,1Um1:ntò .\ venticinque .anni, Anthony Eden l·ra ~rande, bruno l' di bella prcst"nz.o., .l\t"\.l maniere calme;: e pcrsuo1si,1.": e una ~o.a, iii the era in completo co11tras10 con r impctuo,i1d del padrr Si preM""ntòcorne tandid.i.to con)(·1,.1tore. la prima \'Olta, nella nati,a D1uham, ma fu b,ututo; I.+. secondJ. ..,oha, sempre come candidalo comcn.·a1on·, ,w\ 1923, nel collegio di Warwick e Lcamington e qut- \ta ,olla con \UCCC\)O Egli ispir,na fiduci.i t· )Ìlllp.ltia un )uoi a\cohatori, e ispirò :amore in Be,1trit1; Beckett, figli.i del I in·o mali;ll,ìtl' dd Yo,Ashirr Pou, Si, Gena)e Bed:ctt Prncma1osi nel <a.lor«- d,•ll:1 tam1>.1~11J elettorale, fu J(Cettdto. :,.1.,, co~ì. alle com• plicaz.ioni p0huche, )Ì ag~iunscro quelle fa miliari e wciali louh pcn;hé )Ua a,·,·ersaria, nel colleu:io, r candid,1l,1 lalmrista, era la contessa di \\'a1v.ic..k. ami<-.1.dt"lla sua fidanuta . [I n1a1r:111oniofu celcb1,1to ,1 ~t ~laru:.i.- 1et, a \V(·~tmin'1l'r, \c,lo un p,1io eh u:ior11 prima dell'elcziorw. \ffultimo 1110111<·1I,tlo> ,i rin..,iò di tn• ore p•·r nita1t· il (01111 .... 11> cui funerali di Bonar Lav. ncll'abb.uia di Wcs11nin<i11~rOuc 1.:io111i dopo, Rob<'rt \n. thon\- I-:den baut>,a !ll"tt,ttnenti· \,1 tor11ns,1 di Wa1wid, \ttra,.nte ,. .thJ qua,i qu.o.ntn il ;narno, Ikatrirt' Eden suole iOrridcre quand<• ~t-nh1ipetne 11 1,0pr,rnnome eh(· I«- è ,uto ap• plicato e ,edo,a di diplomai1a > Al n I i di Fitlh.irdinge Strct•t, l')Sa lif"m• una <;Ha <""hl"è un riparo dagli affari politici, m.. non d.,gli annes,i M><'ialidel Po,àgn O/ficr Com(' il lettore vede, il pt:r30naggio che.: ci rivela la buona e mitl' signora Eden non è preci-.amente e uno di quei potenti del Si&no,e che portano nel pt·tto l.i lel!i;t dr-I loro tempo,. come dice,a <on i\pirat,· parole T1eitschkt". Il sisnor Eden, a ,cuol,i1, 1 crJ. t· t.1rdo di c;1rattere debole, quasi )Ì dirt•bbc frm• minile, bisognoso sempre di appoggiJrsi a quakuno; da ragauo, ~i ac<od,,,a al f1.1 1cllo maggìort-, da uomo si accodò a Si, \ust•·n Chamberla.in. F.ra .sordo .i.Ila mu sica, ma faceva collezione di francobolli e 1mpara,.1 a memoria i nomi dei deputali Nel cono di una campagna elettorale, M fidanlÒ con una ricca ereditiera locale- l'. scnz.\ perder tempo, lo1 sposò t tutto. Oiue 8urckhard1, nelle Wt:ltteJChi<htl1chc 8tt,(lchtun1en, che la Hra ~randn.u Horica opera sugli uomini in modo magico Evidentemente il miniuro Eden non è un ma~o. t un collrlionista di frantobolli RICCI AH.DETTO LA DIREZIONE E LA REOAZIONE DI ·•OM!\IBUS" SONO THASF'ERJTE IN PIAZZA DELLA PILOTTA, 3 ROMA TELEFONO N. 66-470
UN GIORNO Cesare Pascare113 parlando del Dc Foc, e precis:rncntc di un recente tentativo letterario di ricostruirne la vita, disse a un amico: c. Ma pensa! Un uomo come quello del quale non !.i sa assolutamente nulla! Che bellezza! • E dopo un attimo di raccoglimento: e Beati quelli di cui non si conosce la vita. Beati, beati loro! • e restò M· sorto con la pipcua in pugno. Poco si sa della vita di Dino Campana. Le notit.ic biografiche raccolte dal Binaui cccolc qui: Dino Campana era figlio del direttore delle sçuolc comunali di Marradi; era nato a Marr.i.di (20 agosto 1889) cd aveva un fratello tranquillo e regolare di carattere, quanto Dino era stravagante e lunatico. Da giovane si era avviato nello Hudio della chimica, all'università di Bologna, che avcva disertato ben presto per girare il mondo, assieme a tribù di zingari, di saltimbanchi, di carbonai. Nel 1913 vagabondava per i paesi e le città dell'Italia centrale e scriveva i suoi Canti orfici. Quando il Binani scrisse il iaggio sul Campana, nel 19112, il poeta era ancora in vita: ma perduto per il mondo r per l'arte: segregato, senza speranza di ripre1a, in ml ricoH"ro di dtmenti Ecco come Bino Binau.1 cc lo rappreu.-nt~va: e Nel suo aspetto fisico, pareva che ugm raua •vcue stampato un suo caratti-re peculiare. A voltt-, in morntnli in cui i suoi occhi si gonfiavano di tenereua e la sua faccia appariva stanca, ricordava con la sua barba incolta, il viso pieno e il naso un po' corto, la fotografia famosa di Ver1,,ine ~eduto )Otto la pergola dinanzi a un boccale di vino di Borgogna; a volte, specie quando incedc""a calcando bene i tacchi, arrc-mbando le spalle e girando attorno ~li occhi celesti in atto di sagace e attento raccoglitore di impressioni e di aspetti no• tabili, era un tedesco spiccicato; spesso il tipo slavo, specie in certi suoi accessi di misticismo caotico e nichilistico, si accentuava in modo da farlo pa~re un figlio -cenuino della steppa. e Parlava lento, come .se l'italiano che usciva dalla ,ua bocca fosse la traduzione faticosa di qualche lingua straniera. Pure, .1. certi momenti, qu•ndo le f.1cohà lumi• no~ dd ,uo intc-lletto, acccndcndo1i tutte, lo ponevano in .stato di grazia, riusciva a dire co1c mf'ravigliosc. Scntenzia\'a di popoli e di stirpi con acume storico lungimirante, carattcri.t:Z,Wo4 l'arte e la pocsi• dei vari popoli con pochi tocchi d.1 mac- \tro. M.i. mentre si aspettava intenti ancora una luce della ,ua parola, la sua bocca si ,larg.iva III una sghignazzata ... >. Mal 1"cstìto e torbido, vagava per le città < le campagne nei primi anni della guerra. Era di continuo !erm.ito dalla polizi.1 e condotto in questura, se non addirittura 111cssoin carcere. li suo fisico ingannava, l'incertezza delle sue dichiaraz.ioni insospettiva: e di carte a,1;,a addosso solo una <opia dei Canti orfici stampati a Marudi nel 1 914 su cui a1"cva scritto, sotto il pro• prio nome: 1o1ltimopoeta z,rnuinico. Intendeva significare, come spiega in una let1era che riproduciamo più avanti, che egli ,i riconoscc""a l'unico poeta che avesse con- "'rvato la purezza morale del germano ,dealc e imperialista. Molte erano le stori1· che si r.1ccont•""ano di lui: 1i raccontava dì baruffe e di inse- -cuimc-nti notturni, a Firenze, fra le segttiolc e I ta1"olini del c.lffè di pia.i:.taVittorio. In condizioni normali, il C•mpana era 111itc(" cat1to. Quasi sempre taciturno, te• neva d"abitudinc la testa incassata nelle ,p.11lc , e- il volto appari""a appnantito di rOMore nell'oro della barba folta e dei capelli lunghi Lo ricordo cosl, una sera d'inHrnO del 1916, che •ve""a accettato di rc- ,1are a cen.i. in una casa di amici, insieme " G1,.1nnotto Bastiandli c·l•ra voluto molto .. con""incerlo prrché, di natura sehJ.tica, difficilmente accettava di bert! e mangiare m CAS.l altrui. Del resto, a ta,ola si sedette di tra,,cno, in una posizione più di ,pett.i.tore cht· di commen~lc. E non man• tti,u• ascoltava il Banianelli che, loquace ,. appa!>iionato, discuteva di musica e di poesia Campana, a 1eua china, si immcrKn• 1,ernpre di più nella capigliatura, CO· mt' un piccione che affond.,1, la testa fra k penne del collo per dormire. 11a d'im- ~rovvbo, cogliendo una pausa, si tirò su, .,lLò la destra, .u:gnò il tempo come un 111.erno di solfc-ggio ("ht· dà il \ ia, e dolt clllL•nte: La Badia del lfoonsollauo (bianca ,n faccia al Muzdlu tu,,Juno , al ,iturvo ampio Appennù10 ,ouo al sol< ed all'ombra paona,ez;o). [r,. 1111.apoe1i,1 di Bauiant'lli ..\ndav• ..\...r,u come se lcggc1)(', bJ..ttendo il tempo lvii l,1 m.1no. Hastianclli rt-stò ~orpruo. Camp.i.n•, che si , anta,a di non conoscer l'arte di nc.suno, J. cominciJ.rc da Danti' (fa• tna ccce.i:iont· ~!tanto per Villon e Walt \\ hiuna11), S.ìpeva a mente una sua lirica L l.t decl.i.ma\'a. Bastianclli Ct.'rcava di prcndnc un'aria spigliata, ma, commo~so e ine.ìpJ.Cc di trovare parole .adegu.ìk, )pinscmdirtro il piatto cd ..cccsc una sigaretta L,unp•na ricaddt- nel suo solitario silenzio Poi riie fr.i.goroumente e disse: e La celcl,ri1à 111icorre di('tro e non mi raggiunge LJ. pnrn.i. lettcr" di Campana che o,a .fo'l'.lidmO è scritta, cc,mc le altre, a un lc·ttt-r.t.10cht· si era occupato della 1u;1 poe- ~,a !';on lo cono:,eeva di persona .illora, 111• \i cr.1 ~rntito Attratto verso di lui d• riipt'lto e confidenza. Cli sfoghi let• 1a,o.11 ,e: )()Cj,1,Ji.i. cui il Camp,1,na si abh,rndonò nella prim• lettcr.t e prosegui nellt' w"ucnti non ~no tutti riport.tbili, anche 1>1·rché certe :.uc inttmpcr.i.n:tc spcs~ non n.tno itiudi,i, m,1 di~rdini dc-Ila SUA ment<' e Egregio tignorc, e La ringrazio di avermi trattato male • è quello che ci vuole: io ho torto. D~ quindici anni a questa parte tutti mi hanno sempre contestato il diritto di etistcrc e se non mi sono tirato un colpo di ri1"oltella è stato solo per un colpevole orgoglio: tutto è monotono, egoista e immorale e non poteva dare altro che quello che ha dato. Vedo che Lei tutta male i supcrartisti di Firenze: essi credono che l'arte non esista ; infatti è meglio chiudere gli occhi. .. Ci fu un tempo, prima di prendere conoscenza diretta della civiltà italiana contemporanea, che io potevo scherzare. Ora questa civiltà mi ha messo addosso una serietà terribile ... Sl, siamo più ""icini al 4-8 di quanto sembri: io vedo il cappello a cono coi nastri di ••, il mantello, il trombone; ••• non porta i baffetti e il pino solo per 1upcrarc d'Annunzio e tutti erano poeti in quel tempo cd avevano sempre radi lavoratt coscieni.iosamcntc. 1-~orscquc• sta richiesta le sembrerebbe meno inopportuna se le descrivessi le mie condizioni. Scusi e in ogni caso mi creda dcv.mo obblig.mo D. C. e:. P. S. Non ho potuto entrare in Fran• eia. (Non creda legittima alcuna tenera col mio nome se non riconosce la scrittura)>, Questo post scriptum è già un palese indizio delle varie manie di persccuz.ionc cl;tc lo tormentavano. Allo scoppio della guerra il Campana era in Sviucra. Si affrettò a rientrare in Italia ; andò a Roma, cercò subito dell'amico col quale era in corrhpondcnza epistolare. Lo seppe in guerra, se lo figurò, chi sa perché, sergente. Gli mandò immediatamente questo laconico biglietto: e lii.mo Sergente, < Venuto dalla Svizzera per arruolarmi le mando il mio saluto ... e Dino Campana, cx-riformato •· a chi non lo mcrita1"a affatto, mi 10n fatto intervistare... Sono arrestato a Signa per mancanza di rncui per coniinuarc il viag• gio. Vorrei aOOare a Niua a insegnare qualche cosa e là prender la cittadinanu. Desidererei che Lei mi mettesse in relazione con qualche sua conoscenza a Roma. A questo tale io chiederei di indiriuanni a qualche rivenditore per liberarmi delle ultime centinaia di copie dei Canti, e ciò sarebbe possibile dopo la stampa del 1uo articolo, non è vero?... Quanto a mc, la mia strada è tracciala, tutto sia perduto !uor che l'onore: motto amabile del più atroce pessimismo ..,>. In un'altra lettera della stessa epoca, Carnpana racconta in bre\'C la sua carriera di artina e dei suoi insuccessi editoriali, rammentando una storia famo1a, di cui si OC· cupò una 1"olta pubblicamente anche il Soffici, sulla mancata pubbli<'azione in Lacuba dei Canti orfici. "811ll'Alpe e'• 111111c1gli1 di lauro - Dtl po•tro i11llanonon 1111 ... " gione. lnfint' mi sembra, come Lei ha giustamente notato, che tutto ritorni al punto di partenu, e che sia il tempo di cambiar uia. Questo è dunque un rispettoso congedo che prendo da Lei che è la prima e forse l'ultima persona di merito che si occuperà delle mie biu.arrie esotiche in Italia. Le raccomando dunque il mio libro e la mia fama e, quantunque mi abbia trattato severamente, mi pregio di riconoscere che non ,,ccettcrò mai altro interprete che Lei. e Questa lunga lettera potrebbe finire o anche continuare ... come gli articoli di un certo critico, se io non dovessi darLe ,!- cune notizie sulla mia vita lo andcrò in Francia; non sono wldato, e curerò i feriti: forse po1re1 guarire io stesso ma non ci lcngo oramai pi•'· Infine io credo nel riproduni simbolico degli avvenimenti e c-he il mio avvenimento è un 1imbolo di cui dc""o dare un'interpretazione che è la wla giustificazione di un'infinitesima scala dell'universo. Perciò io sono anche tragico e morale. Procedo per tbalzi; natura facit realmente sallus, come è noto. ~a per continuare questa vita ci ""uole ""cr.i,mcntc un coraggio da leone. Pure mi sembra ora negli awenimcnti che qualcuno cominci a prendere pietà di mc. Infine il rnio piccolo doYc-re era di non arrendermi e l'ho fatto t lllC m• VO ... >. Polte relta'IU, CcnèYc (aprile 1915). e:. Egrt'gio Signore, e gra;,;ie della Sua generosa fotter.a. 11i pregio assicurarla ch'io mi rendo conto del \ignificato ""cramcntc alto delle sue idee e dei ,uoi .atteggiamenti. Vorrei come Lei rapprc•icn1arc una (orza morale attiva, mentre non sono che unt lpave. Non mai come ora soffro della mia condizione; pure ho ancora il senso vivo dell'intolleranza morale che ho provato negli ambienti frequentali in Italia, e resterò probabilmente qua Nella sua lt'ttcra c'è anch~ della bontà La prego credere che non è per profittarne se ura le domando qualche indicazione per un Ja..,oro di qualunque genere. Conosco le lingue, meno il russo, ho <ohtir• Kientific.a, e m'impegnerei con lei e Ex riformalo >. Quanta speranza e desiderio di salute in questa sola parola. Ma Dino Campana restò riformato. La sua salute e il 1uo e<zuilibrio eran se1npre più in pericolo e ci sono tracce di questi 1uoi disagi fisici e morali nelle sue lettere. Nel dicembre del 1g 1 5 Kriveva, ad esempio, da Marradi: ~ La mia salute è cattiva e ancora la misère ti le mauuais ai( m'ont fail une dme de bie1o1x prisonnier, come diceva Verlaine>. E due o tre mesi più tardi· e ... La salute va al solito. Un po' di gonfiore al lato destro e brividi. Sono stato quaranta giorni all'ospedale di qua, dove per fregarsi di me hanno detto che avevo la nefrite! Le assicuro che se vivo è tutta testardaggine mia. Mi lascio \•ivcre in un disgusto e una noia mortale. Ecco quanto vale e ,·arrà per mc .. >. Nella primavera del '16 si t!ra un po' rimeuo ed aveva potuto lasciare il paese e i parenti. Si era rifugiato in un certo albergo Sancsi a Lutra a Signa, vicino a Fircnzt' e Cariuimo X, e Come delle torri d'acciaio Nd cuore bruno della sera Il mio spirito ricrea Pu un bacio tanturno Sull'Alpe c'i una scaglio d1 lavo,o Del povero ,taliono non si ,a Tra i pioppi A.I margine degli occhi bruni della uro Se c'è una pastorella non si so Che pare far vane le torn· Al tazl,o di un pioppo che brilla Italia. .\{o come torn ccc. e: C.:osi cominci, una poesia na~ionalc eh(' continua in un rude canto popolare. Trat• tandosi di questa, e di pochissime altre cosette non le avevo mandato nulla. Nessun.i di queste cose è ancora complet.l. Sono passato da Firenic dove ho commesso qual- ('hc le'l'.fo{ereu.;a ho mourato le sue lettere ~laggio 1916. e Caro X, e Le do la parola d'onore che le dico la pura verità. Li ho mandati a slidarc qua1tro volte in due anni senza risuluto ... Un mese fa ho scritto a uno di loro che andavo a Firenze con un buon coltello per lui e mi ha risposto gentilmente. Volevo basto• narlo a morte; se pro1"oCa\·o un processo non m'importava, .. Ma ora a Lei che è critico in un giornale io domando: che cosa è necessario nell' ambicntc- letterario italiano per squalificare un individuo?.. L.1 causa cc-cola Tre anni fa ero tornato all°univcrsità a Bologna a fare il quarto anno di chimica pura. Quelli del mio paese che mi avevano sempre perseguitato con un'infamia t· una ferocia lazzaronNca risultando che io non ero altro che un a~an- "° di galera pc-rché "'arie volte ero stato ri_mpatriato pidocchio10 e stracciato (sfuggivo le loro infamie) mi fecero fare dalla polizia una perquisizione che mi impedl di continuare. Dicevano che ero anarchico pericoloso, che volevo uccidere il Re, i profcuori, ccc. Pro\•ai a cambiare univeriità. :\ Cc-nova fu peggio. Allora fuggii sui miei monti, scmp1e bc-uialmente perseguitato e insultato e scriui in qualche mese i Canti orfici includendo cose già fallf' Dovcnno essere la giustificazione della mia vita pc-rché io ero fuori della le@'ge, prima che finissi di morire assassinato con la complicità del Governo, in barba allo Statuto V('nuto l'inverno andai a Firenze ali' A ,erba a trovare chi conoscevo di nome. Lui si fe ce dare il mio manoscritto (non avevo cht quello) t' mc lo rc,titul il giorno dopo e nel caffè mi disse che non era tutto quello che si aspeuava ma era mollo, molto bene; e m'invitò alle giubbe r01se per la sera. Io ero un povero disgraziato esausto, avvilito, veuito da contadino con i capelli lunghi e un po' parlavo troppo bene, un po' tacevo. Costctti ci ha il mio ritratto di allora a Firenze. Per tre o quattro giorni andò avanti poi mi dine che gli rendessi il manoscritto cd altre cose che avevo cht l'avrebbe stampate nel!' Acerba. Ma non le stampò. lo partii non avendo più soldi (dormivo Mll'Asilo notturno .. ) t' poi seppi ('hc manoscritto era passato in altre mani. Scrissi cinque- o sci 1"0lte inutilmente per averlo e mi decisi di ri1crivcrlo a memoria, giurando di, cndicarmi se avevo vita ... e Provai a luciare l'Italia e fui arrestato e rimpatriato al mio paese fra. i fischi e gli insulti. Dovevo dunque morire; invece sono solo mezzo paralitico (partJI) t ho resistito ancora un anno e mezzo perc-hé riscrissi a memoria il manoscritto (forse alcune idio1aggini non c'erano in quell'altro), trovai i soldi per la stampa e in capo all'anno ricevetti una magnifica lt'ttera da Soffici .. 1ii qualificava grande poeta, mi invita1"a ancora a Firenze e io ci andai per sfuggire ai miei assas.sini di Marradi, e fu quando vidi il bravo Baldini. Dopo due mesi andai in_ Sardegna, poi a Torino, in Svizzera Tornat per arruolarmi \·olon1ario e dopo otto giorni di ospedale militare fui rifor. rnato per la terza volta e sono finalmente immobilizzato dalla paralisi. e Se 1"ivo o morto lei si occuperà ancora di mc la prego di non dimenticare le ultime parole: "They were ali torn and covned with the boy's blood" che sono le uniche importanti del libro. La citazione è di Walt Whitman che adoro nel Soni o/ My,d/, quando parla della c:atwra del /four of the rou of rtmzers. Ora io dissi: 11 Jfe tragòdie des letaen germanen in ltalien ", mostrando di aver nel libro conservato IJ. purcua morale del Germano (ideale 11011reale) che è ,tata la causa della loro morte in Italia Ma io dicevo ciò in senso imperialistico e idealistico non n~turalistico. (Cercavo idealmente u~a patria non avendone). li germano preso come: rapprekntantc del tipo morale superiore (Dante, Leopardi, Segantini). Cosl io invoca\·o giustizia contro la brutalità ,ecolare clericale e popolare e già tre anni fa ,apeu~, ,. le giuro che sapevo, che la storia nu a ...rcbbc dato ragione. Dunque io avevo realm~nte ho realmente ragione. Mi sembra che per aver u111ito questa cosa io abbia fatto abbastanza nella vita e non m'im. porta di altro nella vita come lei vede ... < •• .Se avrà il coraggio di rispondermi lo farà a uno di cui nc-uuno potrà rn1.i n. fiutare la parola d'onore >. Se con i colleghi cr.t poco tenero con gli editori, che non 1rova\•a, il r:o\ ero Campana era addirittura furibondo. Li chiama < succhiatori del miglior sangue d'lt.alia >, e maramaldi, cani, sciacalli > e se: la rifà con e la vigliaccheria assassina del pubblico che dà loro l'autorità di rubare ~cnza disonort' il sudore di noi saltimban• chi > Poi dall'ira passa rcjkntinamcnte alla mclancofUa: e ... Il progetto di andare a Nizza è tramontato: ma non posso rassegnarmi ancora a questa vita. Vorrei almeno andare in alta montagna, la vica mi è venuta a noia e temo le conseguenze di quest'apatia in cui lOno caduto. Non sono un ""ile (' temo che la mia riserva di eroismo sia esaurita. Cardarclli mi scrive: crede in una gaia seicnu. lui beato. Mi ha promesso il 1uo libro. Confido che lui cd altri, cd altri più di mc, sapranno amare quel fantasma soleggiato di fdicità che credetti intravedere molto tempo fa laggiù 1ul :\ieditcrranco. Non creda che io lavori sul scrio. Che cosa potrei fare? Il popolo è assente, la coscienza perduta e per diventar mistico non sono abbastanu vile. Lei crede che si potrebbe fare un bel libro coi miei frammenti? Io credo che sarcbhe la cosa più dolorosa che s! potrebbe fare. Ma avanti o indietro come è tutto uguale! La mia salute non rni pc-rmcttl· di lavorare. Vorrei avere una piccola occupazione per guadagnare 30 o 40 lire al mese che mi mancano. e La Signora N. N. mi scri\•e: cosa vuole? Risposi evasivamente. Sa che lasciai l'uni• vcnità a causa delle studcntcs.tt" > E non è ancor.i finita ... >. li 2 ago110 1916: e L'anicolo ,·1a bellissimo L.i portJ.td uoppo grandt• per la mia miSc.·ria presente Ringraziai r t.Jcqui attendendo da mc stes• '° una ri~poita cht- non venne. Sono troppo ammalato. Per or.i. non crrco che di poter vivere alla meglio. Ricorderà che quan• do lei mi vide a Firenze ero più morto che vivo .. Son qui e-on una russa incredibile \'enuta dall'Africa. 1fa la psicologia russa si impM.i in dur giorni e ne ho abbastanza Tornando, Lei mi sembra che ""oglia interessarsi pcr farmi guadagnar qualche quattrino Ma in che modo potrebbe intcrcs)arc yiarinetti? lo vorrei far l'affa1c iubito e dedicargli magari gli ormai noiosi Canti orfici. Se no, lei potrebbe interessare l'Istituto Editoriale Lombardo? Senta, io mi ri• metto nelle sue mani. Faccia come crcd:! meglio µcr la vii.i e l'onore della letteratura e dei iuoi, la pre~o ... >. Le lettere dir.idano alla fine dc-I '16 perché 1 duc- amici si ritrovarono a Firenze e Stt·ttero spesso insieme. Ogni tanto Campana spari,•a improvvisamente e le sue lct1ere t'rano piuttosto curi poetici, spesso confusi, aniicM notizie. Si era poi furiosamente innamorato e quella panione complicò di oscuri turbamenti il suo animo già tanto ~cosso e tra""agliato. 17 dicembre 1916· e:. Là trd Sorrento e Cuma dove il Vesuvio fuma.. fuma ... divago, caro amico i mi sembra come se un• montagna che enorme, spettrale, macabra perché non esiste si sia drizzata accanto e ""og!ia esistere, voglia csisttrc. Questo è atroce che quello che non esiste ,oglia esistere - quest'incubo, voglia esistere a qualunque costo, minacci di 1eomparirc pcr esistere è atroce; darei il mio ),'1\guc per dire che esiste ma non csii,1e, è incubo. Sono t~ mesi che ci urap· piamo di mano i resti del nostro amore Non avevo ragione di vivere prima, così ho creduto ciecamente nell'amore-. Non avc""o ragione di vivere, ma potevo aver ragione di morire: ma come morire adesso ... Tutto si allontana come in un incuto mostruoso. lo sono forcaiolo, odio il pietismo protestante che invischia, che piange, che cola, che nega perché lui non esiste, perché lui non esiste ... Questo non è amore e si allontana grande, enorme, enorme come una montagna. Una \•olta saltavo, ritorna1"o alla natura, al riso, caro amico. Ora non ho più fon.a Oa"anli questi cipressi penso un vcc• chio motivo liturgico etrusco che avevo sentito una volta sull'Arno e che non vuol venir('. ,>\ddio. lnulìlc scrivermi. Suo Dino>. 2 Giugno 1917 • C' Qua odor di fieno nelle ""aliate all'inlimto ! Che bcllcua ! Siamo dunque tutti ,1 ripo~o davanti a quc-sta prima ebbrc-z:r:a t'~tiva > ~·1arr.adi, 1 1 .tgouo 1917: e Carissirno Signor X. e Sono qua venuto da me foae perché possiedo una casa (anii due). [E nel manoscritto c'è disegnato un quadrato e una croce: cioè la casa e la sepoltura]. Cht bellissima ,asa Dove starò finalme11u Fra tutta z,nte per brn,. e Qua c'è una bellissima veget,u.ionc Il blu profondo dei ciclo si incontra colla 11,ce t0Kana mattino e sera sulle frange dei monti. Il fiume è bellissimo>. E a pochi giorni di distan:,:a • e Ci sono lO!dati qua, e sento suonare la tromba t' ~ento che io non partirò mai. lnchiod•to all'infamia io po~cro infelice che scrissi un anno fa, tutto è perduto fuorché l'onore Nulla mi rt'sta ... >. L'amico dd Campana parti per il front<' nell'ottobre del 1917. e:.... Il buon X partito? Una delle mie po~ <"he, delle mie ultime certezze che viene, speriamo per poco, a mancare. Le assicuro Signora, che partecipo vivamente al senso di pena che Lei sente. Quanto a mc, un po' malconcio come sono non mi resta che mcttemii a iimorchio. Ora sono con la mia famii,lia. Vedremo, vedremo, senza troppa curiosità mi dico ormai ... >. E per vari mesi non si ebbero più sue notiz.ic. Arrivavano di tempo in tempo echi di quei disordini e di quelle clamorose biz• zarric di cui ~i è accennato prima; ma, data la sua gentile tranquillità. di altri momenti, la gente non sapeva se attribuirli a disordine (perché si era meno anche a bere) o a malattia. Finché una mattina di gennaio del 1918 Campana suonò alla casa dei consueti amici. Non cran neanche le no1"c, La ragazza di servizio, che lo conosceva ormai da parecchio tempo, lo introdusse in uno studiolo e corse ad awcrtirc la padrona: e c•~ il signor Campana dì là! >. Una ""isita di Campana a quell'ora fe..:e subito temere alla padrona di ca.sa un grave motivo, e il suo timore divenne persuasione appena scorse il disgraziato amico che andava su e giù per la stanza convulsamente. Non ci furono scambi di ialuti né convenevoli. I due restarono a guardarsi guardinghi e quasi impauriti. Finché Cam pana, superato il turbamento, parlò: e Sono venuto a farle una confessione, Ma è gra- "'c quello che devo dirt-. t. gra\'c, è gra1"e... E lei mi crederà? Mi capirà? t. cosi terribile la colpa che devo con{cuare ... >. e:. Santo Cif'lo •, pcn.sò la Signora, e l'ha ammazzata! >, perché di colpo le balenò alla mente il sospetto di un delitto d'amore: no, non avc""a ammazzato nessuno, povero Cainpana ! Ma si .auumeva la colpa di innu• mc-rc""oli morti e di infinite stragi; si accusava nientl"mcno di essere il responsabile della guerra! e Il responsabile della guerra sono io>, bada""a a dire smaniando; e si batteva il petto. Attonita, la donna ascoltava senza ~atare e ienza osar prcvedcn· come il colloquio sarebbe andato a finire. La co,a stupefacente era questa: che 1t11la assurdità assoluta dei concetti il Campana riu1ociva a far discorsi ragionatissimi: anche brillanti, anche poetici: in ogni modo, sempre disperati e dolorosi. Il punto fisso era qucuo: la guerra, secondo lui, rappresc,Hava il disfacimento della poesia ita• liana, di cui era il sacro custode. Anime diaboliche erano riuscite a carpire questo spi• lito puro della poesia italiana che- in lui albergava e ne a1"cvan fatto scempio, sperpc1andolo, pros1itucndolo. Di qui il caos: dal l·aos la guerra. Ma non ci sembra opportuno di insistere .~ui vaneggiJ.mcnti di un'intclligen;i:a ottenebrata: nt abbìamo fatto cenno ~ltanto per compiangere che, anche nella sciagura suprema, il duro destino non avesse risparmiato .tlla vittima la soffe1enza. In una cartolina inviata poche settimane dopo l'incontro descritto, il Campana scrissc all.t Signora X: e SpÙo che Lei e 1uo !l.brito non mi vorranno male >. Più tardi mandò c-ome lettera un foglio di quaderno scol.utico con alcune battute di un dialogo tra Faust e Mcfinofc-le, tritdotte dal Goethe. Ci aveva scritto come testata e Jet• teialur.a >. E aveva interrotto con un: e:. può continuare ... >. Ma lui di persona non apparve più. Ormai le crisi cd i dison;!,ini si eran fatti più frequenti e gravi e verso l'estate del 1918 fu definiti1"amente internato in una casa di salute. Nessuno seppe preci• samcnte come le cose fossero andatt', Si seppe a un dato momento che Campana cr-a nel manicomio di Castelpulci e niente più. Una volta Fernando Agnolctti tentò di ,isitarlo ; chic.se di vedere i suoi manoscritti perché s'era )aputo che scriveva, scri1"c,a ininterrottamentt'. ~la i medici dell'istituto .i,uicurarono che nei i.uoì componimenti non c'era ombra di senno e che il malato ron era in condizioni di ricevere visite di chicchessia. Dopo quattordici lunghi anni di malattia, il , mano del 193, Campana mori\'a. T.T.T.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==