IL SOFM DELLE musE EMANUEL SWEDEN BORG PRANOOBOLLOOMll&KORATIVODEL TERZOCENTENARIODEL FILOSOFOBWEDENBORO i I. SE'rfECENTO è l'età au,ea delle sètte, delle illuminazioni, del• le cabale filosofiche. E; l'epoca dei Teisti e dei Franchi Muratori, dei hl.,utropi e degli stregoni scientifici. Si ,lpplaudc alla teoria dei Fisiocrati cd a quella dei Debiti Pubblici, si tripudia .1ttorno ai roghi delle ultime streghe cd .1i voli di Montgolficr. pullulano i bam. bini mirarolisti e i fabbricanti d'oro, gli avventurieri div<."ntano <'iambellani 1.· i filosofi organizz.ino partiti. Fra questi rigcnrratori dell'umanità, Emanuele di Swedcnborg spicca per un'illibata purezza d'intcm:ioni. Nato ,td Up~ab, in hve:da, nel 1688, sale ,mcora giovane a grande reputazione : la sua fama di matematico, mineralo• logo e a~tronomo poggia su titoli in• rontc.,tabili j la corte di Svezia lo fa. vorisce e lo nomina asseSS,ore alle mi• nicre. Mentre: tratta delle più importanti questioni scientifiche, dall'altena delle marce alla posizione della terra. ,copre il metodo di fabbricazione dei bacini di carena~'{io, trova il mezzo di perfezionare la costruzione delle chiuse <lei canali e fa adottare procedimenti più semplici per l'c:itrazionc dei mc• talli. Pure, l'umanità ,1on ri\'crisce in lui tanto lo ~cienziato, quanto il tco- -.ofo c-d il vcggenu·. Swcdcnbor~ ci sta innanzi vestito d'un paludamento pro• ft:tico, cinto d'una sostanza bianca e irradiante-; le sue vere opere \OOO quel• k d't:~<"~c.,ibiblica e d'angeloloi:tia: Le dl'ii;:.ie dell'amor ,-oniugale, Il cUlo e l'rnfenio, l'Apocalisse ,ivelata, ccc. Swcdcnborg: tentò, e volle c,.>,cre l'.apo.,tolo d'un nuovo verbo, il riformatore del Crhtianc!>imo riformato. La ~ua dottrina intcrprC'ta il mondo '.'>C· fondo un canone analo~o a cucilo dc). k emanazioni e drgradazioni neo-pl.ttonichc. Una, continu,1, ininterrotta è ?,, ~o<.tanza del mondo; l'Uno, cionon• dimt"no, comporta infiniti gradi di rcalina1ionc; l'uni ve~ è una proccs\ionc d't:mana;t;ioni-, di figur<.·, di ),,imboli ri- \t•l,ltori dcllt• ,·crità contenute nell'Es• '<'rl.ta eterna. Dio non è c~tcrior(' al mondo, non l'ha modc..-llato traendolo d,t una materia a lui c,terna e che lo lirnitcrcbhe. ma, per un'intima neces• ,ità d'<',trin.,ecazionc. lo .,piritualc .,j d(·~rada fino alla m~\tcria: la terra, l'J,::iirip(:te ron ironia. non è che un ,-c.,dmento. Tra il mondo di qua e il mondo di là. corre uno e.treno paralldi ..mo ; l'uno non è impenetrabile al• l'altro; l'uomo può colhx:.ar-,;i, per cmi din·. nel Divino 1 ..c:-mpre 'che e~so si co,titui,l'a alla m.Hiiern di Dio. cioè rht il ,uo n\crc interiore "i \ovrapponl;:•• .ill'c.,.,trc pt.·,;.rnte <.· matcri<.tle. S\,cdcnhorg rc\pinge con di~preuo l.1 dogmatica luter,rna. Secondo lui, Dio non ha figlio, a\"endo egli \tC\!>0 rivt•,tito l.1 forma um.1n,1, non pa pia• c·an· Li propria collcr;.1 o pt.-r <.alvarc , ol proprio ,acrificio l'um,111it.ì. degcrwn·, ma pt·r \'incrn.~ la pot<·111.a del• l'infrrno. An,1101'.{anwnteDio non ha < ,,,tituito gli angdi conw u1la <'a\la c-hiu,,1. :'\on 1•.,ic.tono ltngeli che non -.i,rno ,tati uomini ,ulla terra. La terra f r>ntanto il n.'ntro di n·dutamt.'nto dd c-ido. Gli angl'li non ..,ono dunque .,ngeli per 'lt '>tl·,~i; C'isi ..,j tra~formano 11wdi~ultc un,1 <·ongiun,ionc intima con Dio. ~,11.tqual<· Dio non ,j rifiuta mai. Con qu(·,t'Jn.~clologia un ponte è l,l!IC'i,1tCfJra la terra e· il ci<'lo. L'uomo può 'iOllcv;ar..i. ad a.ngt'lo; un si'itcma di ,trt."tt<.·corrispondenze I ilega i due mondi; il pianct.1 può din·ntJrC' una µ,tl(·,tra dt:~li angdi. Pa f.u ciò OC• n,rn· rigener,11·,i attravt·r<,o la triplice fa~c dell'amore di .,é, dc-ll'Jmorc del mondo, dC"ll'amorc del cielo, smettere 11 \·tao di comidero\ft' il mondo sotto forme ,·i,;ibili l' corpon•c. Lo \lato di ipno,i. d'r,la\i t di -..onn.lmhuli<,mo al qu...tk· S\',l'dt·nborg dichiara d'cs...crc prrvcnuto e nel quale s.i sarehbc man• trnuto per ventisei anni, è quello della prdczionc. Un an~clo ~i sveste del suo corpo, come d'un frac di velluto, e così si 'ipie,e;a com'cgli pote),,sc villeggiare nei cicli tant'..\nni, laM:iando il suo corpo nel mondo sublunare. Quando ebbe inizio il viaggio oltremondano? Una sera dell'ago,to 1745, a Londra. dopo ;1\.·cr mangiato con grande appetito. Una i,,pe~sa nebbia ,'era diffma nella C'amera dello scienziato i quando k tcnt:brc !;i dileguJ.rono, una creatur,i, che aveva preso forma unwna, si levò d.1 un angolo della camera e gli intimò <"on\·occ ton,unc: « Mangia. di meno, Emanuele! ». Egli o~scrvò una dieta rigorosa, E il fantasma la notte 'iCguentc ricompar• ve, raggiJntt· di luce: « Sono un inviato di Dio>, ,piegò, « che ti ha scelto per far cono\ccre agli uomini il senso dell.t sua parola e delle sue ueazioni». Secondo Swedcnborg, gli abitanti di Giove non coltivano affatto le sci<'nze, eh{· chiamano ombre; quelli di ...I.cr• curio non u,.1no e-.pri :1crc le idee con la parola, chr ,;,ostitui!;cono col linguaggio oculare i quelli di Saturno sono continuamente tentati da spiriti mali• gni; c1uelli della Luna sono piccoli co• mc fanciulli di sei anni, p.1rlano con voce addominale e strisciano; c1uclli di Vene-re, di ,tatura enorme, ma ~tupidi. vivono di brigantaggio. Quc'-li cieli st·mbrano regioni dell'Ario:-.to t' si re• ,t.1 i11cantati e sorpresi quando Swedcnborg ci garantisce l'e,istcn;,.;\ di pa• lazzi d'oro. di ,·illt· m:1gnific-hc dove gli angeli si di,·crtono. di tx,.,chetti d'alberi mi,tl'riosi, di giardini dove pari.mo i fiori. don• l'ari,1 t bianca. dove l1· gl•mme -.ono dotate di moto e dialo~ano e-on variazioni di luce. Vt·nti ..ei anni durò que~t'c.,t.1'ii ~u• blinw. L'1·111ulo cli J,.;aia t• di San Paolo si attribuiva l'ubiquità, l'onni ..cen1.a, l'invulrwrabilità. il dono dl'lle profezie. :-.:on c'è da mt•ravigfo1r..i rh(' l'~li prc-• v<'dl''-'-t'.('On m,ttcmatica pr('ci<,innc, inct·ndi e terremoti, rono.,ccsse a prrfczio• ne la corrispondenza cifr.1ta di prìncipi e amb<hciatori, prescrivesse- ai capitani marittimi l'esatta quantità delle provvi• stc di viveri occorrenti alla navigazione, faccs~ ritrovare documenti preziosi nel corso di faticose liti giudi;(;iarie. L'incendio di St(Y""colmafu previsto da lui, a G0t<'borg. tre giorni prima dC'll'arrivo del corriere, e Rii fu comunicato altrt"iÌ rhe la ~ua ca~a non era bruc-iata. Quc,te <".tndidc profezie gli procurarono alcuni adepti, soprattutto fr.\ i proH·.,t.inti di,.,ic:tenti d'Inghilterra. Il profrta della nuova Grru<,alt·nrnlC non ehh<-_m.1i. pnò. più ardente 1:(·latriccd'un;1 u·rta dama wcde..c <.ht• ~.tlvò d.l un di,a,tro giudizi.trio. L.1 donna a\"C'V;t ,marrito I.i rin•vuta d'una ~0111m,1 <h'l'ra stat;.1 p,1g:;ttadal ,uo defunto m,uito <.·din m.mcanz..a dell.1 qu.ilc erJ st,1ta conn·nuta in giudizio. Swedcn• borg intervenne: interrogato abilmcn• te lo ,comp,1rso, -.covò <,em:'altro il na• 'ic-ondiglio della ric-cvut.l, Sull,1 ~corta di qur~ti mock,ti prodigi !li formarono tutta\·ia delle cellule swedenhorghianc: Jr anime rom.mtirhe, nei primi decen• ni dc•ll'Otton•nto, delirarono per lui: a un <'erto momento d(·I secolo scor'(), le comunità di Gl•rm.inia, Inghilterr,1 f'd America vidl·ro el<·var<;iil tot,ile dei loro i,critti a circa 700.000 anime. La profezi,1 rrwno aueccata dal veggentr svedt·,e riguarda la diffmione del ,uo culto. Egli non appartt·neva .,Ila rana dei grandi fondatori di religioni. Gildo vi<'l;1vano il ,uo ri..,t·rbo di gentiluomo nordico. non nwno che il suo ,aµ1·rc encicloprdiro e l'atmo-.fcra in• crrdula di'! trmpo. LORENZO GIU~O (CORRIERE F ANCESE) LAIIITIA SUIBBEAt!ISTA ij N TRIBUTO alla tristezza dei tempi è stata la mòstra internazionale del surrealismo, apertasi g1orn1 fa a Parigi nella Galerit dtJ Btau).·- ArtJ. Un tributo e un contributo. In una sala, ridotta a pista di circo, il pavivimonto era cosparso di segatura, dal soffitto pendevano centinaia di sacchi di antracite, fitti come mammelle nere di vacche mostruose. Un odore di scala di serzio. di strofinacci bagnati e di acquaio ingorgato vagava ovunque, mentre da un fonografo uscivano suoni lugubri, simili a lamenti di carcerati e di donne che un invisibile Landru stava per strangolare. Ma già nel cortile d'entrata, dentro una grossa automobile, la pioggia di un annaffiatoio insisteva a bagnare le spalle di un manichino seduto, e nell'atrio vi aspettava un'altra sfilata di manichini, per lo più raffiguranti donne, una con la testa dentro una gabbia, un'altra con una bambolina di celluloide sul ventre, un'altra, vestita a lutto, che mostrava una gamba a un omaccione abbattuto ai suoi piedi; e cosi via. La cosa meno uggiosa era un ombrello di spugna; la più rivelatrice un seggiolino fatto con tre gambe di donna piegate al ginocchio; e la più realistica una vecchia forca che pareva aver già servito per qualche dozzina di 1mpiccat1. DUE TESTE DI "OOOOTTE ROOOOÒ" ALLA MOSTRA SURREALISTA DI PARIGI I quadri erano sparsi un po' dappertutto, ma quasi sempre negli angoli più bui delle sale, di modo che i visitatori dovessero scoprirli da soli, muniti ognuno di una lampadina elettrica; qua e là s'incontravano letu matrimoniali, alcuni con le lenzuola spiegazzate e sporche, braceri, gahbie di canarini e di pesci, un paio di SENZCANDORE mutande con nastri e pizzi, tutto il bn'c- ~ OMENICO GJULJO~ITI ancora ~};:e ::~:~~n;;re~!~c:!~~i~:: ~::":f:.i IJ una volta ci dà, con Raccontini dell'arte. Che il surrealismo dovesse finire fOSSI e ,ieri {Vallecchi. Firenze), così era del resto forse inevitabile, dati i l'imm.tginc dello M:rìttorc galantuomo limiti e le origini che Freud ha imposto C semplice che pur. ogni tanto, ouasi ai sogni, cioè alla sola fonte di ispirazione per un1improvvisa follìa, sa essere spie• che questi •novatori» riconoscono legit- tato e diabolico. Giuliotti lo diremmo tima. Ed è curioso soltanto notare che uno scrittore di favole senza candore: 11 significato anti~rghese di questa li- i suoi temi sono, ,ì, !oemplici, lineari, bertà espressiva, nggiunge l'effetto di in- spesso tradizionali alle favole popolari, reressarc proprio i borghesi, i quali di ma vengono raccontati da un lettera• tale simbologia si dilettano e si giovano. to rhc non si contenta di conclusioni Lascia_ndo d_aparte le ~iù tristi misti- .... :i,ificanti. Ha il gusto della novella fi~z,om p)astiche, e consid~rando !1 lato pro5$ima alla favola, non la vocazione. ~t~~!:~~a~: !~~~r::':~~~; 1 1 :;; 1!fn:~t~~~:à La fav?la è per_ lui una com~sizione o l'ignoranza estetica di questi • ribelli •· lctt~rar(fia ~odv~ 51 . possono ra~gtungcre Pare che essi non si siano ancora accorti certi e cttt 1 ~tile, e dove s1 possono dell'impossibilità di rendere plasticamente ,piegare amabilmente c~rtc i.mmag_in! il sogno, cioè di fissare ciò che per sua lontane dalla nostra vtta d1 tutti 1 natura è mobile, eternamente Auttuante. giorni. Se Giuliotti ha un pregio è in li sogno non vive che di mutamento, e quel suo c,scre schivo da una letteraquelli che ci offrono I surrealisti non sono tura blandamente. veristica, cui ~li au• che ~ada~cri di s~~i, me~u~e secche sul- tori tosca.ni di questi ultimi tempi si la sp1agg1a,~~cel~ 1mpagl~at1!quando no~ sono vòlt1 facilmente e senza troppa son_o semplici d1~ostt:t~1om grafiche d1 fantasia ; ma la sua favola, la sua movane scoperte ps1can!ht1ch.e. Soltanto la ralità, il ~uo pensiero sono quelli soparola, e con molta d1screz!onc, ~u? reo- prattutto d'un letterato, soltanto abile. dere certe apparenze; e le 1mmagm1sono Accade a I · Il h I · tali soltanto se si prestano ad evocazioni è d ui que. 0 c. e ~ ~imamentl' vaghe magari arbi_trarie e soggettive ri- ac~a uto a molti scntton 111 Italia e spetto' al lettore. Fissarle sulla tela vuol f~ton. Hanno. ab~ra_ccia.to una qualsia• dire cristallizzarle, accumulare cadaveri ~1 fede, .qua~i sp111t1prima che da un su cadaveri, assassinare sogni t: fantasie unpcto mtcrno, da vocazione o affinimsicme con l'arte. tà ,oltanto (•~tetica. Si sono avuti CO'>Ì Qualche pittore, è vero, si salvn, come autori cattolici, da noi, sol perché diSalvador Oali; ma quando Oali raggiunge lcttanti d'una letteratura paesana e un effetto poetico, ciò avviene sempre volutamente \chietta; scrittori rivolu- • ~ malgrado• .del s~rrealismo. _E_glidà 1:ionari altrove, sol perché Ja loro fJnc1,o,èu.na_sensa_z1oned_a stupore, dt 1mmo- tasia <-Ìaccende facilmente davanti al• b1hta, d1 malinconia che è connaturata le parvenze rivoluzionarie. Con que\t0. con un certo paesaggio, con una certa non ,'ha, naturalmente, da escludere ~~?~!~S.:,~:.;:~:~2:::;~~:f;;:;: ~~;'.c~c ;~':'°~~~:12~~:•i;u~ia c~:~;•,;1~ Chirico, messo qui arbitrariamente, lui, qudla fede rc ..ti per molti autori solo vero pittore, in mezzo a tanti arruffoni; un pretesto, un eccitamento letterario. 11 Dc Chirico delle statue enigmatiche, Ora Giuliotti, dopo raccolte di masdelle dee gravide di architettura, di anni ,ime l' di pcnsirri, pubblica dei ract: di corazze. contini che vorrebbero avere la forma Ma forse noi discutiamo troppo le tro- di quelli che le nonne narrano d'inver• ,ate di gente alla quale, tutto sommato, no ai ragazzi; mentre ~i capisce subito difetta l'ingegno. 11 surrealismo, come com(• lo scrittore si rivolga !;Oprattutto ogni reazione antiaccademica, come ogni :' ~ente. altrimenti navigata. I libri per espansione romantica, può avere una sua I gr.tndt che \Cmbrano scritti per bam• :~u~:•~:~;;:•i :~;ir:~:p~'. ;f!C:: e:~:: bini hanno forM! una nascmta prcsun• sicuri che, in simili casi, per due o tre Lione: di volere racchiudere una graniniziatori di talento troveremo una lunga dc ed elementare !.aggczz.1.E spesso non coda di profittatori presuntuosi e scioc- è co~ì; spc-.so anzi si tratta di cose chi: la gentarella sfaccendata, oziosa, sno- solt.1nto letterarie. Ai raccontini di Giubistica che, non avendo nulla da dire, liotti accade qualcosa di simile. cerca di salvarsi col piccolo ricatto della , Giuliotti scrive ~ianamente, e il \UO commiserazione verso chi • non capi- e un t?scano pulito, ),ebbene non di sce Molti si lasciano ?.ccalapp1are. In rado dialettale, anzi diremmo vcmaqucsta mostra abbiamo scoperto molti colo. I contadini. specialmente quelli proseliti; pochissimi francesi, a dire la vecchi e avvezzi a !!tare soli nei campi, ,·u1tà, perché i francesi, con la loro ap- hanno pr1rolc che nessuno usa; che parenza facilona e spregiudicata, la sanno nemmeno arrivano al dialetto; che ~r. molto più lunga, in queste faccende, di vano a soliloqui; che spcs<.a sono corquel che non si creda. Nordici, anglo• sassoni: transfughi del puritanesimo gct- ruzioni d'altrc parole, quando non aptatisi nel morboso, idolatri della cultura pros.simazioni di sentimenti. Gli scritmoderna e di una libertà intellettuale che tori talvolta t<.•ndono l'orecchio e si dinon sa mai orientarsi, poveri snobs privi lettano di quei !tuoni; e poi la letteradi spirituale eleganza. Fra costoro, una tura farà il rC'>tO:creerà linguaggi lct• grande maggioranza di donne lun~he, os- teratissimi e immaginari. Ne,sun viasute, scaricate scientificamente di ogni , 1eg~ino parlò mai come Viani: eppure complesso, impressionanti come arpie è dal parlare imperfetto e approssima• assetate di 'conoscl .1za» pili che di san- tivo dei pescatori e dei marinai togue umano. ~e-ani che Viani inventò un suo modo A noi ttahani, manco a dirlo, queSla di ~crivcre. Viani, abbiamo detto: uno roba pare vecchia e st antia. La fantasia, degli autori che più sono stati attenti quella vera e poetica e profonda, è troppo difficile che ce la possano insegnare certi al suono delle parole e alla musica dei giovanotti danarosi e anarcoidi, 1 quali di'>C'orsiche al loro ~enso e costrutto. non hanno mai saputo da che parte na- Dirlo anzi un epigono di d'Annunzio sce il sole. '<1.rchbc essere sprccisi ; eppure rc'itÒ SILVIO PAIUNI <·gli. come a.Itri (for,;,e ultimi) autori re• gionalisti, in un'aria che fu pur quella di molta prosa dannunziana. A Giuliotti, di Viani 1 manca l'impe• to, e la sua inclinazione verso il colorito parlar popolare è soltanto un diletto da prosatore one\tamcnte lette• rato. Se sc<'glie un vocabolo che resta a ~•tlla i,,u una pagina piana e scorre- \·olc, (« la grandine martugiava > nel senso di « batteva >, ccc. ccc.), lo fa per colorire; sebl:x·nc poi non insista troppo nel suo gu;;to per il colore. Di favolisti in Toscana ve ne furono in ogni secolo, cd è una tradizione più fanta-,tica che logica che non ha nulla a che fare con i mc-ravigliosi aoimali parlanti, co!(a tutta greca. Fra questi raccontini di Giuliotti c'è1 sì. anche la ,toria di due mosche superbe, ma l'accento sta ~1ltrove: i veri pcrwnaggi sono imperatori. re, regine, papi 1 bri• g..1.nti.guerrieri e anc::he i,,autì; che lono i personaggi che di più s'impongono all'immaginazione della gente ~cmplice, come le allegorie di animali vogliono un interesse più da moralista che da novellicn.:. Leggendo i e raccontini > di Giuliotti vengono in mtntc Thouar e IJdefonso Nicri : due ~crittori toscani che sapevano riprodurre con certa si• gnorilità le fantasie popolari popolate ,emprc di pcr~nagf{i illustri. Giuliotti tuttavia non è un raccoglitore di no• velie popolari ; le sue conclusioni non ,ono quelle cordialmente morali che erano in Thouar e in Nieri; ma vogliono ,cmpre al contrario .1pparirc non comuete. Non che Giuliotti sia un ri\·Oluzìonario: ..c.rittore dichiaratamente cattolico, vuole raggiungere k ,uc ortodosse conclm.,ioni per vie tra• \·e1i,,er difficolto'lC. C'è in lui il catto• lico h:rribile, venuto di moda, nella letteratura it;diana, in que ..ti ultimi vent'anni; il cattolico che par h<·,tt.'m• miarC', rhl' parla chiaro e ,chictto, che \'UOI f.1rc r,1bbrividire le lwghinr; men• ue poi risulta trattaf°'i di un gioco: non èrano bestemmie. non rr~1no imprecazioni; erano le immagini di una arcadia pil·na di ma.,calzoni e di bri- ~anti innocui. Ed è lx·n naturJlc che t.ma -.imilc letteratura ,i.1 nat,l e fio1 isca in To-.c:ana. do,·e gli t·..,.e.ri più innocui bc,tcmmiano dalla mattina al• la ser,t, dove niente esi\tc di terribile', l"Ornc accade in un p,1c.,c c-he da ,cmli ne h.1 \·i::.tc di tutte. Giuliotti tuttavia ha un pr<•gio, che non è male ricordare : quello di essere ,tato fra i primi, il primo forse, ad <tprire una strada che tanti letterati italiani hanno poi percor'-0 con successi e guad,1gni. Ciò anchl· '><l'.1 lt·tteratura dei cattolici pae)iani e ribelli. d;.,lla pro• ~a colorita e 'iacttantc, e imomma antimanzoniani, va 'ìOttO .1ltri ..cgni. Le novelline rmse e nere di Giuliotti -.ano come disegni inci!;i ..ommaria• mente nel legno, e anzi alle no, dlc di re e di briganti ~gue una galleria di ..a.nti, da \an Martino a sant' Antonio 1 .mch'e..,._i<"Omeimmagini popolari 'IC;tvatc- col bulino. Giulioui in.,omma è un letH:r,\to che ~crive « per puro diver• timento >; e lo confe3~a in una ,ua prefazione di poche righe. Gli par d'c!;scre come « uno che !>èguiti a scher- .care mentre il terremoto gli scuote e ,pacca la casa >. Ed è anche questa ,\fTcnna1ionr da letterato ('hc vuole C"0nun.1 bella epigrafe dare un sen,o al ~uo lavoro. Veramente Giuliotti ha il dono di non avvedcr3i di terremoti ; perché Jltrimenti i suoi raccontini non ')arcbbcro quel piacevole gioco che invece sono. Giuliotti ha ripre!tO un ge• nere di novella che ormai popola.nnente ha fatto il suo tempo, e vi lavora come chi ritaglia da vecchie illustra- ;t;ioni dri <-oldatini di carta. ARRIGO BENEDETTI GIARDIN .(i.. IIUlAMO letto, qualche )ett1m,u1;1. fa, Al un articolo di Bruno Cicognani proponente l'abolizione dt:I e lei • e la su., ,ostituz.iont:col e "oi > o col e tu >. Il e l~i > sareb~ un segno della decadenza p0· litica d~gli italiani nei secoli XV e XVI. Dc. cadcnia politica accompagnac:1"~ramentc da splendori che giovarono all'Italia un domi. nio dft-nivo su 1uua l'Europa. Comunque, il e le-i > è ormai un appellativo corrente e se-ma peso. Qua.si diremmo che si è alleggerito, anche se ogni tanto, in ambienti riurctti e miseri, corrisponde all'ampollosità dt"lla conversazione borghese. Molti perso• naggi di quello che potrebbe essere il romanzo della nostra borghesia fra il 191o e il 191 5 non possono darsi che del e lei > • molti personaggi della Velia e di Strada facendo non possono trattani altrimenti Non occorrono peraltro provvedimenti tanto Straordinari per far del ~ne alla nostra società ; la gentt' non potrà migliorusi che al patto di css-crcpiù sincera e più Kmplice U OLTI gli autori italiani tradotti all'c. !Dl ~tero, .tanto che le statistiche pouono apparire lusinghiere per le no.strc lcucn· e le nostre arti. Ma le statistiche debbono servire come indicaziont-,non come conchaionc. Tra gli autori italiani tradotti all'estero, ve nr sono tanti che sarebbe mcglio non esportare. I loro libri Hngono tradotti o pu caso, o per abbaglio di italianisti., o per amicizia, o per denaro. Pur. troppo gli scrittori che rappresentano degna. mt'ntc l'Italia all'estero sono pochi, da coC-. tarsi sulle dica. Sulle tabelle dt'i libri più comprati ndlc grandi librerie straniere, appare raramente quakhc nomt' nostro, c quello di autori di libri storici o scicntifici I O VOLLI, volli pcccart: ! > sono le I parole di Eschilo chc Ciuseppc Maria Catanzaro pone (;OlllCepigrafe al suo rom.tnio che si intitola Vera Ma1deO Quel. lo delle epigrafi è un luno a buon mer• cato: dopo Eschilo, Catanzaro va a trovare Nil·tllelrc: e I poeti non hanno alcun pu• dorc delle lt1ro avventurt>;:le sfruttano! • Vera Mo.1de0 è un romanzo a forma cpistola,c: un diario di spasimi e d'amore, dove i puntini di sospensione .1ppaiono subito ad apertura di pagina. Ciu)eppt· Ma. ria Catanzaro non doveva imprenarc le sue cpigufi da F.schilo o da Nit'tuche, ma da Guido da Verona ch'egli ha certo letto ap. pa~ionatamente. Non mancano ncmmcno pa<;inc franccsi, d'un frJ.nCese tutto da"·e• roniano. Di più c'è che Catanzaro scrive spesso arte e amore con l'inizialt' maiuscola In una dcllt" sue pagine francesi, mette in maiuscoletto i pronomi che si rircris.cono :\ una di quelle due di\'ine parole: e Je vois l'amm,r, .savez-vous? Je LE \'Ois toujours où IL est• iJ EL RO1'.L\NZO Caùm di 1:.ttort·Pi• !!' ><'ttaci sono gli c. u<•mini-d,illa-pcllc. 0)Cur,1• c gli c. uomini-ragno •· Qut• .\1,1 storia si .\\olgc: c. Nd c~mpo in cui le Costellazioni occupavano ne.iCieli un posto chr non è l'attuale>. Ettore Piscu,1;ha il suo ,op,ritht dietro il f1ontcspizio. li romanzo appartiene a una serie detta e della Notte dei Tempi > La copertina è nc1a come le partecipazioni mortuarie: da essa s'apprende cht: il volume è alla 11•cdi:tiont Ji çcUR.-\ nelle nostre provincie vi\'ol\o ,!! gÌO\',mi e tenebrosi • che, ll"tti i da.)• '>ici e qualche moderno, si trO\'ano nuprov,·isanu-nte nell,t necessità di ("Onta1rre un debito con un tipografo loc.tle, per dare alle stampe: il loro mazzetto di veni. E la pro\·inci,, in Italia non su soltanto ,1;Cu• neo o a Caltanissetta; ma si può tro"arla a Roma, .a. ~iilano, a N::ipoli. In qucstt' città, più di quanto pos,;,adani in un paesino, ~orgono e muoiono caY editrici che non hanno altro scopo all'infuori di quello di uampare misc.-ramcnte1oman2i, veni e saggi critici. Va segnalala, intanto, la « Edi. torialt Modtrna '900 > di ~filano che .\tamp.1 romanzi e liriche con quei ca,at• tcri che usAno soltanto i pasticceri sull.t carta da in,olgcrc, gli sposi novelli sulle partecipazioni e il Co,ritre dillo Sera per i titoli dei suoi eltc,·ir-i di tcrta pasina e L'Editoriale Moderna 'gtoo > ora stamp,1 I cantì dell'Eridano di t;mberto Dondi. Ed anche Umberto Dondi ha, nel retro del froncespi:tio, il suo ro/))'right
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