Omnibus - anno II - n.7 - 12 febbraio 1938

ANNO Il • N. 7 , ROMA 11 FEBBRAIO1938-XVI 11 PAGINE UNA LIRA El El SPEDIZIONE IN ABB. POSfAlE PJ.L:EBTII.i. • CAPI ARABI ORE PBOTEBTJ.NO DAVANTI ALL'ALTO 00lf1U88ABIO JJ'GLEBE IIGIIA DON c'è bisogno di ricorrere alle fanli tasie dei giornali francesi e, in parte, anche inglesi, per rendersi ragione dei mutamenti avvenuti nella Germania hiùeriana. Che cosa autorizza questi giornali a parlare di diMCnsiJra il partito e l'esercito, fra il partito e la diplomazia, fra il partito e il ministero dell'economia? In Italia, queste fantasie non trovano credito alcuno, perché in Italia si ha una lunga esperienza di simili manovre e di simili vociferazioni. Quando mai, nel passato non troppo remoto, nel periodo della più intensa trasfonnazione dello Stato in senso totalitario, ci furono rispanniate dagli innumerevoli nemici del nouro paese, dagli avversari deJ Regime, dai pettegoli cosmopoliti? ~es.suna esperienza valse mai a deluderli, nessuna smentita a modificarne l'irriducibile mentalità. I nemjci dei regimi autoritari, gli inconsolabili assertori di modi di vita già superati e comunque estinti ne11a co- '.,,Cienzadelle nuove generazioni, hanno bisogno di creare dei miti ai _quali poter credere nella quotidiana disfatta delle loro idee e delle loro persone. Si crede a ciò che si vuole, si crede a ciò che si dc~idera e non importa se l'oggetto di questa fede è una assurdità. Questi stati d'animo sono un aspetto psicologico della sconfitta quando si annuncia come irreparabile, la riprova che sono e~urite tutte le possibilità di resistenza o di ripresa. Perché ibbandonarsi a queMi sogni di menti malate, quando i fatti parlano così chiaramente da &é?Chi non vede che Hitler, mediante i recenti provvedimenti, ha fatto un passo avanti secondo l'irresistibile logica totalit.iria del nazismo? Egli ha assunto il comando di tutte le fort..e armate arcelcrando quel processo di unificazione rhe era in atto. Coloro che fingevano di credere all'esistenza di un qualsiasi dh~nso fra l'esercito e il partito, debbono riconoscere che la soluzione pre- -.crha dal Fii.hrer appue estremamente opportuna e sagace. D'altra parte, che C0$3. significa la nomina di von Ribbentrop a mini!,tro degli Esteri' Una t.acita sconfessione della politica seguita dal R.ibbentrop a Londra nella sua qualità di amba.sciatore del Reich? Nes.mno ha osato soltanto prospettare un'ipotesi cosl irriverente. Significa piuttosto, per quanti amano interpretare i fatti sulla scorta delle idee e non delle informazioni e riservate>, che l'asse Roma-Berlino si rafforza, cmì come si rafforza il patto anticomunista tripartito, perché il von Ribbentrop fu il più strenuo fautore di questi due potenti strumenti della diplomazia nuova, liberatasi dalle secche ginevrine. Significa, ìnoltre, e qu.i ha ragione il Su.nday Times, che la rivendicazione delle colonie assumerà toni ancor più decisi e che la Germania non sarà disposta a cedere per nulla e in nulla su quanto le spetta, solo per procacciarsi la benevola attesa dell'opinione pubblica britannica. Significa, per dire tutto in breve, che l'amicizia inglese passa in seconda linea di fronte a quelli che sono gli intere.Mi e le a.spirazioni indeclinabili del popolo gennanico. Questo processo di unificaziom:, che trova il suo massimo centro motore nella persona del Fii.hrtr, si avverte nella istituzione di quel Consiglio segreto, di cui fanno parte diplomatici di antica esperienza quali von Neurath e alte personalità militari. Quali siano le specifiche funzioni di questo Consiglio non si sa ancora. Con molta probabilità si tratterà di un organo consultivo che non limiterà in alcun modo le prerogative del Fii.hrer, che potrà o no convocarlo nelle grandi occasioni, renando a lui, e unicamente a lui, le decisioni supreme. Un esame approfondito di queste ultime decisioni di Hitler mostrerebbe che il FUhrer ha dato prova di un eccezionale senso di equilibrio e di misura. Riprova perentoria che l'autorità, quando sia rappresentata da uomini degni, comporta, in sé, tutti i contrappesi della libertà, col vantaggio inestimabile di rispanniare ai popoli le rovinose csperien~ dell'arbitrio e dell'anarchia. Gli sciocchi che, nei giorni iCOrsi, hanno tanto parlato di opposizioni e di contrasti in seno al socialnaLionali~mo,non hanno pcmato che ogni dittatore vero se fosse lecito esprimersi in tennini paradossali senza es- .sere fraintesi - è virtualmente il capo di tutte le opposizioni possibili, perché spetta a lui, e solo a lui, scorgere le lacune del sistema, eliminare i contrasti al loro primo timido annunzio, anticipare le provvidenze e le soluzioni. L'er• rore è un'ipotesi permanente nella sua coscienza, che non si traduce mai nella realtà, perché intervengono immancabilmente, e nel momenLOgiusto, il suo genio e la sua volontà. ••• LANASCDITEALL'AUSTBAL li ~6 gennaio 1938 è stato celebrato il teno cinquantenario della fondazione dcli' Australia. A SERA del 26 gennaio 1788 il capitano Arthur Phillip, della Regia Marina, completato lo sbarco della Prima Flotta sulla spiaggia della baia di Sydney nella Nuova Galles del Sud, aveva fatto innalzare la bandiera inglese, e una compagnia d'onore, aveva sparato una salva di moschetti. L'Australia entrava definitivamente a far parte dell'Impero, e l'Ingh,ilt,crra mandava a colonizzarla un primo contingente di mille anime. Di questi mille coloni ottocento erano galeotti. Venivano, quei galeotti, dal!'« Accademia di Duncan Campbell •, ed erano la comodissima soluzione di un problema che attraverso le agitazioni degli « umanitari > aveva seccato non poco il governo britannico : il problema di liberarsi senza spesa dei rifiuti delle patrie galere. Dal 1776 fino al principio dell'Boo, dove il Tamigi, circa 5 miglia a mare del Ponte di \1\1~stminstcr, si curva a nord dopo l'approdo di Woolwich, erano ancorate tra i cantieri di Woolwich e l'Arsenale certe vecchie caravelle da guerra smantellate: appartenevano ad uno scozzese di nome Duncan Campbcll il quale, col sussidio del governo, ne aveva fatto quello che i londinesi avevano soprannominato la Du.ncan Campbtll's Academy. Era un'accademia di galeotti. Questo Campbell aveva per molti anni fatto il profittcvolissimo commercio di appaltatore governativo per il trMporto dei galeotti alle J ndie occidentali e soprattutto alla Giamaica; e dal 1758 fino al 1775 il governo inglese gli aveva pagato 5 sterline a testa per il traghetto attraverso l'Atlantico di quosti rifiuti umani, e poiché nella Virginia e nel Maryland oltreché nelle piantagioni di zucchero della Giamaica v'era un'attiva richiesta di galeotti per lavorare nei campi di cotone e di tabacco, il Campbell faceva affari d'oro: un uomo valevl 10 sterline, una donna 8 o 9, e se un uomo era capace di fare il carpentiere o il fabbro lo si vendeva persino a 25 sterline. Campbcll traghettava circa 470 g,deotti all'anno, stivandone un paio dì centinaia alla volta nelle sue caravelle: il viaggio non era migliore di queJlo che concedevano ai negri dcli' Africa i mercanti di schiavi inglesi e americani, e Campbell ammetteva che ad ogni viaggio, che durava circa due mesi, il 14 per cento dei suoi e passeggeri > moriva di vaiolo o di febbre detta delle galere. Ma dal principio della guerra d'indipendenza americana il commercio marittimo di Campbell aveva soffeno un forte tracollo. Dopo la rivolta del Maryland e della Virginia s'erano dovute sospendere I forniture di galeotti, e la possibilità di collocarli nella Georgia e nella Florida era troppo rischiosa. La crisi di Campbell aveva rimesso il governo inglese in un scrio imbarazzo. li numero dei reati che implicavano la deportazione, per diminuire la spesa di mantenere i criminali in prigione, era stato aumentato 1 e diventava necessa. rio disfarsi di almeno mille galeotti all'anno. C'erano, naturalmente 1 le prigioni; ma proprio in quegli anni l'« u. manitario • John Howard aveva pubblicato un libro sulla Condiiione delle prigioni inglesi che aveva convinto an• che i più rudi che non era possibile albergare nelle prigioni dello Stato neanche dei galeotti. Fu allora preparata una legge alla cui redazione prese parte anche un Sir Frederic Eden antenato dell'attuale, e nel 1776 fu affidata al Campbell la gestione della sua « Accademia>. Per la somma di 38 sterline a testa all'anno il Duncan s'impegnava di alloggiare, mantenere e impiegare in lavori forzati 120 galeotti per un periodo minimo di tre anni. Campbell comprò dall'Ammiragliato una vecchia bare.a che aveva fatto sczvizio nelle Indie orientali e aveva il significativo nome di ]ustitia, e nell'agosto di quell'anno cominciò a ricevere i suoi pensionanti. La barca era di 260 tonnellate; « una nave veramente spaziosa>, la si descriveva nella relazione ufficiale; e poiché la legge non aveva messo Jlcuna restrizione all'arredamento della nave, il Campbcll si sbizzarrì ad esperimentare quale fosse il minimo di ~pazio, di aria e di cibo con cui un uomo può restare vivo a bordo di una barca fradicia. 1 vecçhi dormitori vennero muniti di due file di assi disposte su due piani, e ad ogni pensionante fu assegnato per dormire uno spazio di m. 1,70 per 0,45. Quando proprio risultò che questo imballaggio non era attuabile, furono aggiunti 15 centimetri in larghezza : e per coperte si distribuivano tele incatramate. Il cibo consisteva di 5 libbre di bi. ~otti, mezza testa di bue e 3 pinte di zuppa di ceci ogni 6 uomini; per bere c'era l'acqua del Tamigi rinvigorita dalle fogne di Londra : aveva infatti un sapore salmastro1 ma dopotutto anche le navi della Flotta si rifornivano nel fiume. I galeotti lavoravano a dragare il Tamigi e sollevare sabbia e ghiaia dal letto del fiume per costruire una banchina a Woolwich. Lavoravano incatenati l'uno all'altro alle caviglie ; taluni erano incatenati a coppie, e altri i cui delitti erano stati enonni erano addirittura ravvolti in pesanti catene. Un reverendo che si recò a visitarli al lavoro descrisse in una rivista scozzese che la loro condotta era esemplare : per mantenerla tale una dozzina di secondini passeggiava continuamente fra i galeotti sventolando enormi coltelli. Ma nel 1778 le condizioni dcli'« Accademia di Campbell ::t, che nel frattempo si era arricchita di un'altra nave, la Censor, furono sollevate in Parlamento da un altro e umanitario •· Dall'agosto del '76 al marzo del '78. 632 galeotti erano stati affidati al Campbell, e t 76, cioè il 25 per cento. erano morti per delle infezioni - si giustificava il Campbell - portate dalle galere dello Stato. Inoltre, la speculazione non aveva dato alcun profitto al governo. Erano state sollevate 36.000 tonnellate di zavorra dal Tamigi e scavate o riempite parecchie fosse. Ma il valore della sabbia era soltanto di 2 703 sterline e quello delle costruzioni di 3350, il che ammontava a meno della metà di quanto lo Stato aveva pagato al Campbell per mantenere i suoi pensionanti. Gli e umanitari• :mggerirono allora che i galeotti avrebbero potuto essere mantenuti dallo Stato in prigioni decenti e sfruttati a fare sacchi o stoffa per le truppe o cordame per le navi di cui vi era un bisogno illimitato~ nella Flotta. ln qualunque caso, l'« Accade. mia di C.urpbcll • doveva finire. Il Parlamcnt0 pa,!>tÌlunghe sedute a discutere dove mandare i galeotti: perocché, se dissenso poteva 1;u.,,,;,isterseul metodo del loro impiego, concordia as- ~luta e!>istevache in qualunque parte del mondo potevano crepare meno che in Inghilterra. Fu pensato alla costa dell'Africa occidentale, a circa 400 miglia dalla foce del fiume Gambia ; ma un deputato «umanitario> fece presente che negli ultimi vent'anni di 746 europei che erano stati mandati nel1'Africa occidentale 334 erano morti e 2 71 erano spariti! Fu suggerito di adoprarli a costruire le fortificazioni di Gibilterra: ma questo avrebbe implicato la necessità di creare laggiù un'altra «accademia>. Fu allora che Sir Joseph Bank propose di mandare i galeotti a Botany Bay, sulla costa della Nuova Olanda : il nome Australia fu dato al nuovo continente soltanto nd l802 quando Matthew Flinders disegnò la prima carta. li Ban'k aveva accompagnato il capitano Cook nel suo viaggio di esplorazione alle coste della Nuova Olanda nel 1 770, ed aveva soggiornato per alcuni mesi a Botany Bay, che era stata così chiamata appunto per le molte annotazioni botaniche che vi si eran fatte. Il paese era pressoché spo. polato; il terreno arabile era piuttosto scarso, ma il legname abbondava; e comunque il viaggio durava 7 mesi, distanza eccellente per un esperimento di colonizzazione razionale di galeotti. La cosa non fu sistemata subito ; ma finalmente nel 1 788 Lord Sydney decise di scegliere la Nuova Galles del Sud come « una regione veramente adatta per accoglieivi dei criminali >, e Pitt cinque anni dopo la creazione degli stabilimenti australiani dichiarava che e dal punto di vista della spesa non era possibile trovare un metodo più economico per disfarsi dei galeotti•· Nel gennaio 17911 cioè tre anni soli dopo la fondazione della colonia, fu spedito a Botany Bay un famosissimo galeotto, George Barrington, re dei tagliabor,;e. Questo Barrington, tipo curiosissimo di avventuriero, ebbe la vanità di scrivere le !lue memorie, e abbiamo quindi una storia documentaria dei metodi con cui procedeva la fondazione dell'Australia. Unico galeotto a cui fo~e stato consentito di camminare i,enza catene, il Barrington si imbarcò coi suoi compagni su uno dei nove convogli che dovevano tra,po~- tarc in Australia il più cospicuo lotto di filibustieri destinati alla nuova colonia. Era la quinta spedizione da quando il governatore Phillip aveva sbarcato la sua nell"88, e comprendeva ben 1878 galeotti, di cui 149 donne. Barrington viaggiò sull' Albermale che portava 286 uomini e 6 donne. Prima di arrivare alla costa africana vi fu

a bordo un u:ntJU\·o di .ttnmutinamcnto per far voltare ìl timone verso la e: litx·ra :t Amt.:ric.,.; Barrington fece la parte del g,rntlemat: rispettoso delle a_utorità, ed è probabile che a questo riguardo la ,ua narrazione sia alquanto colorit~1. Comunque, toccata Madeira, la nave attrave~ò l'Atlantico fino a Rio dc Janeiro; poi lo riattraversò verw sud fino a Città del Capo; e finalml·ntc il 13 ottobre la nave gettò l'àncora a Port Jackson alla foce del fium~ Sydney. Il mattino seguente i g.tleom furono sb,\rcati; erano emaciati dalk q>idcmie, dalla fatica e dalla dcnutr 12io11c.Durante il viai'{io non ne erano morti che 36, ma un tcn:o dei vivi era .,ffatto ìnabile al lavoro. Nel '91 , i erano già tre stabilimenti di coloni ')ydney era )ltata ·scelta affrettatanwntc perché d era acqua ed era vicina .1I porto naturale di Jack- )lon. ri.ta i! terreno na assolutamente inc-oltivabih·. e Sydney non ,weva mai prodotto ,1 ~ufficienza per mantenere l.t coloniJ, -.t•bhcne. per ragioni topografiche, fo\se stata scelta come sede del governatore. Un'altra e più vasta colonia era '.'>tatafondata a 16 miglia da Sydney, a Paramatta; e 5 miglia più in là n: n'era una tera a Toongabbc, do\'C il terreno era più fertile. In que,ti due ultimi stabilimenti penali vivevano circa 1800 gal-eotti1 ocçup.iti a )lgombrare il terreno dalle fo. reMc e <l costruire le prime case. In tutto i tre stabilimenti comprer;idevano 2794 ,rnimc, di cui 2450 galeotti comprese 34~ donne e 77 bambini; 270 soldau; 1J ~aleotti emancipati i r~ funzionari e 14 persone che avevano voluto t(·ntare la grande avventura. E 12 donne libere che a,·evano spo~ato dei g;;,l('otti. Gli ufficiali e i funzionari vivevano in ca~ di muratura; i soldati in ca~rmaggi e i galeotti in capanne di legno. La u·rra veniva di,tribuita dal governatore ,1 tre classi di persone : ai militari, ai galeotti che avevano finito la loro condanna, e ai civili (quando ce n'erano). I '>Oldr1tai vevano una ferma di 3 anni, e, allo spirare di questa 1 ~ rimancv,mo ricevevano 1 ~o < giornate > di HTTC"no )I(! celibi e 16o se ammogliati; pif1 10 altre «giornate> per "gni figlio. Queste terre erano libere di tasse per I o anni, e dopo pagavano una 2a~a di uno scellino all'anno per ogni 50 e: giornate >. I galeotti liberati ricevevano 30 e: giornate> di terreno, con l'obbligo di abitarvi e coltivarle pt'r non m<'no di 5 anni: questo obbligo <•rastato irnpo~to perché si era comtatato che gli cx-~aleotti vendevano le concessioni per p,1garsi il viaggio di ritorno in Inghilterra. Inoltre ricevevano due porci, gli strumenti per arare e coltivare la terra e la seme,ntc per la prima stagione. Ma la classe che più "arcbbc ~tata necc-~aria era quella che mancava del tutto, cioè quella dei liberi coloni. N'f'I 1791 non \:e n'erano che 3. La ragione era semplicissima : le notizie che giungevano in Inghilterra erano tutt'altro che incoraggiari.ti. e: Il paese», scriveva un ufficiai<', e è abominevole, ed assolutamente sterile e infruttuoso. Non vi è legname adatto per na\'i; non vi è erba con cui si po)lsa intrecciare cordame; non vi è sostanz.-i che si possa manifatturare ; non vi sono minerali ; non vi )10110 verdure o prodotti che pnS,$ano es)lerc e)lportati altrove>. In realtà le tre colonie avevano sempre soffr-rto la carestia ; il governatore doveva co)ltantemente razionarr i viveri; e truppe e galeotti a!i.pcttavano ansio- \Jmente l'arrivo di un nuovo convo- ~lio che portasse viveri dall'Inghilterra. La carestia durava ancora nel '92, 1• a Paramatta la farina costava I scellino la libbra; i polli 10 scellini l'uno; le uova 1 denari l'uno; le patate 4 dc. 11..Lrlia libbra ; lo zucchero 2 scellini l' mezzo la libbra i prezzi chc1 150 anni fa, equivalevano per taluni ~cneri d i;ci e .incht· otto volte i prezzi di .1des...o. I galeotti l..t.vor,wano,td abbattere le lorcste e a prcparMc il terreno per l'agricoltura. Tutta la regione era coperta da fore)lte1 r gli alberi avevano dimensioni 1igantesche. In un anno 500 galeotti non ,l\'evano sgombrato che 720 < giornate » di terreno. La scarsità dei viveri aumentava la mort;1lità, e in 6 me,i, nel '92, .:rano morte 490 pcr- -.onc su un totale <li46q~. Né le donne ~tavano meglio drgli uomini. Ogni uomo, ufficiale o ~oldato o colono, veniva incitato a prendersi una moglie; ma le donne non erano c-he il 12 j,er cen-. to della popolazione maschile: percen- -=N=7 ~ PEBBRA:19S8-IV1 ~ MNIBUS SETTll!AllALEDIATTUALITA POLITIOAE LETTERARIA B8CE U.. SABATO IN 12-19 PAGINE ABBOII AMEIITI Italia a Impero: annoL,431 Ut101troL. 22 Elt.oroI I.DJIOL, 701HmHtn L. 36 OGII •u■ERO 011 I.J&l Jhnoacriui, di.. gnl • fotogrdt, aucbt •• non pnbbllcati, non 1t re1th11i100110, J>lrWoat: Roma- Piana della PUciu, 3 TolofonoN, 66,470 ~truioat: )(Ilario. Plaua Carlo Erba, 6 TeMono N, 24,808 hbbUdtt.: Per mllllmurodJ,Jt.eua1 b... n111 colonca: L. 3, Rl~olgonl 1WA5.u1ia 0, Bn111bl J~ria;i~,6~:•R::\i~ 11 ~a!b~11~ 1W!in°~i~:o 0 J loe. .boll. Uftrtct " ODIIUI " • lllluo 76 ANNI f.\ LLA Rccvc Bloor è dcl.l.l. e la madre l2,l del comunismo americano>. Ha 75 anni di età e dodici nipoti, ma è ben piantata cd esuberante, fa parte del Comi• tato centrale del partito comunista america• no ed è stata arrcst.i.ta 36 volle: un record, di~ono gli americani. Costei, dunque, è stata tre- mesi in Russia, ne è tornata entusiasta e ora pubblica le 1uc impressioni o, per dir meglio, le confida a un giornalista'. così come hanno fatto tanti ihri prima di lei, e come fa. tanno, dopo di lei, tanti e tanti altri ancora Dire che queste impressioni siano i,piratc a un robu5tO ottimismo, è poca cosa. BiiOgna dire, piuttosto, che sono un monumcn• to di candore e di cecità Non ci sono che i ~mbini e i vecchi, che po~sano raggiun• gcrc questa ,pccie di ingenuità totale. Ma, appunto perciò, bi.sogna non m,rndarli mai , a girare il mondo d1, soli. t allegra la vita in Rus.s1.1.' \ltro cht'' Risponde e: la madre del comuni,mo americano >: « lo non sono ma.i stata cosi spesso all'opera o alla commedia, in \'Ìla mia. Ho pusa10 la maggior parte del mio a·mpo in uno degli alberghi più belli che Jbbia mai visto. Ho sentito la butterfl1, cantata in russo: uno dei migliori spcttJcoli cui abbia mai assini(o >. Conclusione: in Ruuia non si pensa che ad andare a teatro e a divertirsi. E si mangia, w Russia' Si mangi" bene? Soprattutto, si mangia a sufficienza? e: lo non ho avuto mai Carne >, risponde sempre l.t. e madre del comunismo americano> e E ho mangiato meglio di come abbia mai mangiato in vita mia >. , C'è. libertà? Si può dire quc-1 che si \ uolc? Sicuro. e: li popolo russo ha libertà di p:irola Esso potrebbe benissimo mandar via glì attuali suoi capi, ma non ha alcuna voglia di farlo >- E le esecuzioni? Semplice. e Quando in Russia qualcuno è arresta(o, si può essere sicuri che egli è çolpcvolc. Nell'Unione dei Sòvicti si inveniga con e1trema cura pri• ma di arrestare qualcuno > B0NO-X0NOt PROFUGHI IN J.TTESA DELL' ULTIX0 TRENO PER HANK0V E l'c-sercito? Non sarà stato indebolito dalla esecuzione dei suoi capi? Qui e la madre del comunismo americano > riporta le testuali parole del e venerabile Mikhail h anovic Kalinin >, presidente dell'Unione, al quale la domanda sopra riferita fu fatta da un comunista ce-<oslovacco: e Che vi salta in mente' > rispose « il venerabile ~ikhail lvanovic > < Si indebolisce un esercito rimovcndonc coloro che sono rei confeui di averne indebolito la fiducia in se stesso? ~fa che \Ì s::ilta in mente?> tualc che vak· ad illuminarci sull'andamento del problema demografico e morale. La disciplina fra i galeotti era -.C\'Crissima,e la più piccola mancanza era punita con 200 e persino 300 colpi di staffile. Il Barrington tlarra di avere fatto carriera, e di essere stato graziato, ric.:cven<louna concessione dove convisse con una specie 'di creola, -e anche una pensione del governatore. Scrisse persino, come abbiamo detto, un libro di memorie, intitolato A uoyagt to Botany Bay, che fu pubblicato nel 1796 a Londra, dove ebbe grande successo più pcl nome di Barrington che per la sua attendibilità 1 e il Timts nel numero giacobino del 6 settembre 1 794, quando uscì col titolo « The New 7 imes, Anno primo della Repubblica >1 e per stemma una ghigliottina, una testa decapitata e un berretto frigio, s<'rìveva satiricamente: e: Il cittadino Barrington, deputato di Botany 8,ly, è ~tato còlto ieri in atto dì borscggi,m· il presidente della Convenzione N:11ionalc ... >. Ma è probabile che Barrington abbia ceduto alla vanità t.· lavorato di fantasia nel tramandart· ai posteri la sua carriera di galeotto-cC1lonizzatorc. La disperazione induceva invece 11101ti dei galeotti alla fuga; e soli o in piccoli gruppi tentavano la fort3t.t, il tt·rribile bush australi::i.no, Jkr tor11.1rc dopo qualcht.· settimana in stato pietoso. v'na di queste fughe è divcnt,1ta famosa: quando nel marzo 1791 un gruppo di I I galeotti con una donna e due bambini riuscì a fuggire rub.mdo il \cutter del governatore. Avevano messo insieme qualche sacco di provviste, e di notte si mb.ero in mare con una bussola, un quadrante e una carta comprata dal capitano di una nave olandese che aveva toccato Sydney. Costeggiarono la Nuova Olanda fa. cendo rotta verso il nord; e dopo ;1ver viaggiato 69 giorni facendo 3000 miglia fino al terribile Mar di Timor, raggiunsero Koepang nelle I ndic olandesi dove si spacciarono per naufraghi; ma uno di essi. ubriacatosi, li tradi ; e furono allora gettati in prigione e poscia riconsegnati ad una nave da guerra inglese. Sei resistettero al viaggio di ritorno in I nghilterra 1 compresa la donna Mary Broad e uno dei bambini. Il governo inglese li Processò di nuovo, ma gli sciagurati dichiararono che piuttosto che tornare in Au- )ltrtdia preferivano essere impiccati. Così fu che l'Inghilterra fondò l'Australia. Soltanto il capitano Phillip, a cui era toccato di deporre su quel continente il primo lotto degli egregi e: pionieri > britannici, ebbe la visione dello sviluppo che avrebbe un giorno raggiunto l'Australia, e scrisse infatti: e questo paese sarà un giorno il più prczio<;.0Dominio dell'Impero britannico>. Per il lettore a cui questa narrazione sembri troppo colorita citerò le fonti documentarie a cui ho attinto: Resoconti parlamentari, Volume XXXV; A voyage to Botany Boy di G. Barrington; e The girl /rom Botany Bay, pubblicato di recente dal prof. Pottly dell'Università di Vale. C. M. FRANZERO Ringiovaniro 11 biologo UDcricano Alcxis Carni vinse, alcuni anni fa, il Premio Nobel per la medicina. Egli ha seuantaquattro anni di età e ha dedicato tutte le sue forze allo stu• dio del mistero supremo: quello della vita. Recentemente, insieme col colonnello Lindbergh, ha inventato un cuore artificiale. E, più recentemente ancora, ha pubblicato un libro, L'uomo, questo sconosciuto, che è stato uno dei migliori succeu;i editoriali di questi ultimi tempi. Venticinque anni fa, il dott. Carrcl mi•e un cuore in un tubo di vetro s:gillato e lo tenne vivo artificìalmentc. Oggi, quel cuore ancorll batte, nella sua bottiglia. Ma il dou. Carrel ha annunziato che la sc.icnu, malgrado tutti i suoi sforzi, non è riuscita a prolungare la vita di un solo giorno. Contrariamente a quello che di solito si ritiene, egli afferma che l'aria pura, il sole, l'esercizio fisico non hanno minimamente l'effetto di prolungare la vita; solo dànno salute; ma questa è un'altra cosa. Secondo lui, il prolungamento della vita dipenderebbe dal miglioramento del sangue e dei 1cs,u1i. Attualmente l'igiene e la medicina, che hanno assorbito quasi ìnteramente le ricnche, hanno dato alimento alla speranza di una vita più lunga. Ma e la dc1eriorazione senile>, dice Carrcl, e si mani- (csterà in avvenire a un'età fra i 60 e i 65 anni, come oggi e come in passato. La vera prolungazione della vita richiede non solo la difesa dalle malanic, ma il miglioramento della qualità dei tessuti e del sangue. Ouia maggiore resistcnz.a del corpo al logorio>. Carttl (ccc delle esperienze e.strema.mente interessanti sui topi. Egli ha constatato che sebbene la longevità sia una tendenza ereditaria, pure le circos1an2e ambientali poisono esercitare una inRucnza notevole sulla durata della vita. Egli chiuse alcuni topi in piccole gabbie, e ne lasciò altri liberi in una serra. Cli uni e gli altri furono aH. mentali nell'iatesso modo. li risultato fu che i topi in libertà ebbero una vita più corta che quelli in gabbia; e non di poco: del 34 per cento. E questo - conclude Carrcl - è il prezzo che pag.uono per la libertà. Egli ha anche constatato che il digiuno è un meno di notevole efficacia per prolungare la vita. J topi, i cui progenitori erano stati sottoposti a un rigoroso regime dietetico per un paio di generazioni, avevano probabilità di vivere più che i loro fr.ttclli normali, nella misura del 17 per cento. Es.si erano più piccoli, ma più forti e più sani e di gran lunga più intelligenti. Del resto, il dott. Carrcl non vede alcuna urgente necessità di prolungare la vita umana. EgU ritiene che l'importanz.a della vita dipenda dalla qualità di essa, e non dalla durata. E, 1e si riuscisse a prolungarla, questo non sarebbe un beneficio, né per gli interessati, né per la società. Ciò nonostante, egli crede che l'umaoità, a rngionc o a torto, non rinunzierà mai a cercare il segreto dell'eterna gioventù. Vi è un pa.uo nel Fau1t, in cui si vanta l'efficacia di quel metodo di ringiovanire, che ora il dott. Carrel relega nel m'ondo dei miti ,e delle illusioni. Non intendiamo parlare delle streghe e del filtro; questo viene dopo, quando Faust rifiuta il rimedio semplice e piano. Parliamo proprio di que-,l°ultimo, che Mctutofcl.. 1i noti bene, - da onesto consigliere, suggerisce pe-r primo. e Amico mio>, egli dite, e ora parli sensato. Ringiovanirti! Per ringiovanirti c'è anche un meno naturale; solo che è scritto in un altro libro, cd è un meraviglioso capitolo >. E Faust, impetuoso: e Voglio conosccrlo :t. E Mefistofele: « ... Vattene in campagna, e comincia a scavare e a zappare, stattene con gente semplice, aliméntati di cibi genuini, vivi come bestia fra Le elezioni? e Le più democratiche del mondo. Noi, americani, abbiamo da imparare <!alla Russia Noi dobbiamo sfori.arei di far procedere l'America sulla via della dcmocraùa.. La ragione per cui non sono rimasta in Russia, benché ami tanto quel paese, è che dove\o torna.re qui, a ca.sa, per rendere l'America migliore. Noi abJ>iamo tutto. E dovrt'mmo esser (dici >· L·unica scusante di qucne idio:r:ic è che, .l 75 anni, si ha anche il diritto di essere rimbecilliti Il che è incontestabile. Ma non è men vero che, quando si è cosl rimbecilliti, non si ha il diritto di andare in giro per il mondo per faui ingannare e per ingan• narc, poi, gh ahri. FAME E ORRORI bestie .. Questo è il migliore mcuo, ere- fnl:,.; ATTORE russo assai nim..i.1o \Cnnc dimi, per far ringiovanire te, che hai ot- ~ da mc c, con la vergogna dipinta sul tanta anni>. Ma Fau1t non ne vuole sa- volto e con le lagrime agli occhi, mi pere: e: Non vi sono abituato>, risponde domandò un po' di grano e un pcuo di e non po1so acconciarmi a tenere la vanga \ zucchero per il suo b~mbino malato ... >. in mano. E la vita angusta non mi con- e Donne offrivano il loro corpo per un viene >. «E allora occorrono le streghe >, pasto ... >. conclude Mefistofele. e Telefonai a una mcua doWna di AmLasciamo andare il resto. Ma fin qua, il basciatc per trovare un limone: occorreva diavolo ha parlato da onest'uomo e da uomo per la mogli\ di un russo, mio amico, che di buon senso. Anche lui, dunque, crede era morl"ntc 1'. nella campagna, nella vita all'aperto, nel e Io ho visto l'eccitazione c il tremito, sole, nell'esercizio fisico. E questo è, secondo che invadevano una famiglia russa, se un ~~:~ni:.a:~t~;t'ch:,c:r:,c~ :;gipoo~a~~;p: ;u'.:'t:roo d~nes~:z~ir~tapaan;a:~~:~fi::'..~g>a ouimistico): In questi termini Eugcne Lyom dc.e.rive la Ruuia, quella Russja in cui e la madre del comunismo americano> ha mangiato CO· mc mai aveva mangiato in \'Ìta sua, e ha trascorso il tempo fra l'opera e la commedia Abbiamo già avuto ocnsionc di discorrere· Da, ùt da1 btJte Mit1el, 1/aub, Auf acltt{.it ]aitr' diclt {.U vtrjiinten. Mezzo semplice, meno naturale, ma se.ritto in un altro libro; cd è un viglioso capitolo: Und ul ein wundtrliclt Kap,lel. Il prof. Carrcl ci apre gli occhi: tutto illusione. La migliore aria di questo mondo non ci farà vivere un'ora di più. E, anzi, 1c proprio tenessimo sul scrio a vivere a lungo, dovremmo fare il contrario: niente campagna, niente vita all'aperto, niente libertà; dovremmo, inv~e, chiuderci o lasciarci chiudere in prigione, come quei tali topi dell'c1pcrimcnto. Potremmo, così, avere delle fondate 5peranzc di vivere più a lungo dei nostri simili, che, in omaggio alla tradizionale illusione, si ostinassero a vivere in libertà. E più a lungo non di una setti,qana o di un mese, ma di parecchi anni: il 34 per cento di più di quel che vivrebbero i nostri simili in libertà, se le stc~e leggi valgono per gli uomini e per i topi. Insomma, avremmo la certcua di sorpassare i cento anni. Sarà. Ma preferiamo rinunziare a quel 34 per cento e vivere liben. Su questo non abbiamo incertezze. Ma il sole? L'aria? Possibile che non dobbiamo crederci? Ogni gcnera,.ionc ha i suoi dèi, i suoi idoli, ì suoi miti. La nostra è cresciuta sognando la vita all'apcno, al sole, al ma. re, in montabna. Tutti abbiamo creduto al e capitolo meraviglioso > di cui parla Mefistofele, e tutti abbiamo sperato di poterne leggere qualche riga. Abbiamo creduto nelle virtù rigeneratrici della campagna, dell'aria pura; se le esigenze della vi1a,mo• dcrna cc ne allontanavano e cc ne distoglievano, noi vi pensavamo sempre come a un paradiso perduto, Saranno state illusioni, ma se non crediamo più neanclic nel sole e nell'aria pura, in che cosa mai crederemo? Nell'aspirina Baycr o nei fermenti lattici. O, meglio; in quel tal cuore1 che il prof. Carrel, come Il è detto dianzi, chiuse venticinque anni or sono in una bottiglia, e che, a quanto pare, vi si trova benissimo, tanto che ancora non si è. stancato di Cunz.ionare, di vivne. A.G. del suo libr Aui1r1mr11ts i11 Utopia in quCJta rubric•. \fa c,w è cosi arupio e offre tanta e così varia nuitt·ria al lettore occidentale, che siamo indotti a mettervi mano una seconda volta, a dinanza di qualche settimana dalla prima Questo libro è un succedersi di orrori L'altra \'Olla traducemmo qualche pagina relativa ai processi in maua. Scc-gliamo, oggi, ahrc pagine. Non si ha che l'imbarazzo della scelta. Potremmo scegliere, per t"Scmpio, le pa• gine in cui il Lyons de.crivc la cosiddetta collcttivi,zzazionc delle campagne. Milioni di contadini, classificati h.laki - in tutto una popolazione eguale a quella della Svizzera o della Danimarca - furono spogliati di ogni loro avere e cacciati, con la baionetta alle 1eni, in carri bcniame, trasportati, per settimane di viaggio, e costretti a la\'orart> nei boschi del gelido nord, nei dcscni dcli' Asia centrale, dovunque ci fosse bisogno di mano d'opera. e Diccine di migliaia di questi sventurati morirono durante il viaggio per cuerc stati esposti al freddo, per la Carne, per le epidemie. Le lo<:omotive tra• scinavano via da ogni parte del paese corpi in agonia E questi residui umani erano sepolti nella foresta o nel deserto. Io vidi infornate di vittime lavorare alle ferrovie, sotto la vigilanza drllc guardie della G.P.U., simili ad animali selvatici>. Ma sarebbe nato nettamente e: non amichevole > per un giornalista straniero descrivere queste cose. E cosl ìl mondo non ne seppe niente. Potremmo scegliere le pagine sulla grande carestia del 1933, quando la metà del paese era minacciata di morte per fame, e 40 milioni di cucri umani ,in Ucraina e nel Caucaso scttcntrional~ erano ridotti agli estremi. Ma l'ammiuione di questi fatti avrebbe seriamente compromcuo il secondo Piano quinquennale, che allora cominciava. I mercati mondiali, a quel tempo, era.no pieni di grano. Pochi milioni di dollari delle riserve auree russe sarebbero bastati per salvare dalla fame milioni di vite. Ma il Cremlino non importò viveri, né permise che si facCJ.SCappello alla carità interna.zionalc. Esso prue la misura di nascondere il dis;,utro r di salvare cosl la faccia. Il risultato di qucna politica fu che migliaia di eucri umani morivano lungo le uradc, mentre sentinelle innumerevoli, con la baionct ta ir, canna, s:avano nei campi a guardarc i germogli ancora verdi, pcr evitare che il nuovo raccolto fos•e divorato in erba dagli affamati che ,i tra.scinavano sulle mani e sulle si~oechia. Stalin e i suoi dipendenti furono direttamente responsabili di q11cl che poi accadde: della morte e delle 111.l.• lattic di milioni di bambini e di adulti, così come se essi stessi li aveuero strangolati con le loro mani Insieme con gli altri corrispondenti di gic-rnali esteri, il Lyons dovette na~ond.cr_e quc.s1a crudeltà suprcm.1. Il governo pro1b1• va ai giornalisti stranieri di uscire da Mo• sca. Ma la gcnu, che veniva a Mosca dalle rcgiopi della fame, portava notizie, diceva quello che aveva vi.sto. e descriveva i cada- \eri uecchiti, rigidi come tronchi di alberi, che si allineavano lungo le strade. Quasi ogni casa di contadini nei distretti neri pagò il suo tributo di vite. In centinaia dt villaggi la metà della popolazione morì o fuggi per cercare: dbo. Poiché il go\·crno sovietico sospese la pubblicai.ione delle sta• 1iuiche delle morti per il periodo in questione, si ignora quanti milioni di cucri umani morirono; le stime fatte da stranieri e da russi 01<:illano fra i tre c i sette milioni Il nuo\'o raccolto fu eccellente ~ abbondante. La stampa sovieuca ne fu esultante e sostenne che il Cremlino aveva previsto la carestia, ma a.veva permesso che essa fa. ceuc il suo corso per ragioni politiche ; c che ora il raccolto era aumentato grazie alla 50Cialiuazionc dell'agricoltura LA CAMERA DI TORTURA 'f:Y:l \ di lutte le cnorini1à, di tulti i de- UJJ • litti che si commc11ono in Russia in nome del socialismo, i più orribili, forse, M)no quelli che \'cngono perpetrati Pf'r estorcere oro. E. no10 che per molti anni il gO\crno SO\ictico ebbe di1pc,atamcn1e bisogno di oro e di valutt" pregiate per pagare le materie prime e le macchine, che acquistava dall'c1tcro. E, per rastrellare gli ultimi grammi d'oro, che ancori erano in giro, o, per dir meglio, ancora si na.condevano, furono messi in uso vari mcui. Alcuni palesi: perquisizioni notturne, ricatti sui pas• "-Porti, ccc. ; e di questi non abbiamo il u·mpo di o«:uparci. Altri segreti: e di qut·sti diremo bre-vcmcntc sulla scorta del L)ons. C'era uno ,pcciale dipartimento della C.P U. che fu detto e per la curai.ione de(. l'oro> o delle miniere d'oro. e Io affronto l'argomento con trepidazione :t, scrive il Lyons, e sia perché il ricordo di questi orrori è in mc troppo recente, sia perché capisco che il lellore mi crederà a stento, dato che nessun altro fatto della rivolu:t.ionC" è stato nascono con tanta cura >. Il minerale, da cui la G P.U. doveva curarrc l'oro, erano uomini in carne e ossa, uomini e donne di tutte le claui • dalle don• ne di servizio, che avevano per caso una monetina d'oro, agli cx-milionari, chc ancora na\Condevano cassc11inc di gioielli; e, sopratiutto, erano i ruui che avevano ricevuto rimesse da loro parenti all'estero. Le cswrsioni pasuvano sotto l'eufemismo di , mobilittizionc di risorse di \aiuta nasco- :11ta > cd i-rano una aggiunta (non scritta) al Piano quinquennale. Come per ogni ahro ramo economico 1 la C.P.U avcvaC"lc sue e cifre di controllo>: e aveva. la rigida conscgna di e estrarre > .somme determinate dall• popolazione. Se alcune delle vitti• mc mo, irono di 50ffocazionc o di dolore, se molti furono fisicamente 1pcuati pe-r la vita, \e altri impauirono, non importa: c'è altro minerale da cui estrarre oro. Tutte le viuune furono dimesse con l'espresso am. monimento di non dire parola di quel che a\C\·ano vino e sofferto, sotto pena di cucrt• ,icondotlc alla camera di 1ortura < Quando scrivo tortura, uso il vo<:.lbolo nel suo significato letterale. Gli uomini più robusti .sono ridotti a cenci. Una donna mi disse: " Voi dimenticate che siete un essere umano, che c'è ancora ge-n1c a questo mundo chc non sono animali feroci, che una volta nella vonra vita, in qualche luo• go, avete .sentito parlare di musica, di poe• sia, di civiltà•· >. Le lorturc duravano ore Seguivano lunghi periodi di reclusione in celle orribili, in cui l'incertezza, !'atte-sa, l'ansia per la sorte dei parenti complctava• no la dcmoralizz.aUone della vittima. Se qualcuno re1isteva alla tortura fisica, vcni- \ano condotti alla sua presenza i membri della .sua famiglia cd erano messi alla tor• tura sotto i suoi occhi C'n metodo largamente praticato era quello di costringere le vittime a scrivere ai loro parenti all'estero chiedendo grosse somme. Le lettere. e-rano dettale dalla G.P.U. e, di solito, consistevano in frenetiche richieste di somme precise, con la vaga ,piega. zionc che e si tra11ava di una qucuionc di vita. o di morte >. Quando il denaro 11:iungcva era, s'intende, immediatamente \ersa• to come e contributo > al Piano quiuquennale La G.P.U. assumeva, scaltramcn1c, che chiunque possedeva valuta dovcHc prob•bil• mente conoscere altri che ne avessero, e, partendo da questo presupposto, di ogni vittima cercava di fare una spia. e Un mio amiq:,, a Kharkov, era stato meno alla tortura tre ,•ohe, a intervalli di un mese o due. Egli era invecchiato di ven. ti anni: le guance infossate, le mani tremanti. " Le prime due volte ", egli mi dine, " io diedi loro dell'oro. Ma la tena volta non avevo più niente da dare. E- Dio sa quando sarò chiamato un'altra volta! ... Io non posso più dormire, né mangiare, né lavorare, per il terrore che quella cosa orribile ricomin, i. Essi mi avevano offerto di lasciarmi andare, ma ad un terribile patto: di diventare una soia ai danni dei miei amici di Kharkov. lo ho una buona posizione nella comunità israelitica. Gli agenti della C.P.U., che attendono a questo lavoro, sono profonda1ncntc antisc:miti e fanno il loro infame l.a\oro con grande gioia. Eui pensano che io possa svelare loro chi abbia valuta o chi abbia ricchi parenti in Amc• rie.a, che si possano sfruttare. Se faccio qucno, non mi toccano; altrimenti, torno alla camera di tortura. Ma io non lo fac. cio. Morrò, piuttosto. Io non penso più che al suicidio. Ah! se non avcsll i figli! " >. RICClARDE1"TO • A

'SEYAMO in casa una raccolta J di vecchie annate della Tribuna ,- 1 itfostrata, e in quegli anni tran- _.~ quillissimi che precedettero la gucrr.t lihica la nostra inquietudine infantile vi cercava le pagine a colori dove apparis,;;cro sold,1ti o selvaggi, o anche tori in fuga per le ~tradc- di città spagnole, o massacri cli armeni o b<'gli incendi di bazar. Innumerevoli er;rno i e teatri della guerra • (allora 110n ~i diceva ancora fronte) che pcrco1rcvamo: vedevamo cadt:'rc frJ. i cactus di Cuba Antonino Macco M>lto le baionette degli spa~oli, i giapponc,i as)>i\lirola « collina dei cinque minuti »1 le batterie sicili,1nc mitragliare il campo di Ras Alula. E fu così che un giorno capitammo a LombardsKoop. Un gruppo di ufficiali con l'elmo d'Africa, chi col braccio al collo, chi con la fronte bendata, fra roccl' .~ialle, palmizi magri, affu:,ti di cannone e wldati morti, si teneva stretto intorno a un dr.tppo bianco .wentolante in cima a un lungo ba'ltonc. e: La battaglia di Lombards-Koop: gli inglc.si alzano bandiera bianca », lei:cgemmo cantilenando. Ricordo che provai un ,t'n.!,0 di -.tupore e di incredulità: quei f.rn1osi inglesi che offrivano al linguaggio dei grandi tanti termini di paragone alla ricchezza e all'elegi.ln1..a,e ai libri di avventure t,mti invincibili e~ploratori e politiotti e filibustieri! Tutti sappiamo cosa vuol dire J>l'f un paese avert· Napoleone agli Invalidi, ma chi w:,pctta co~a voleva din:: avcrt· ~forgan il pirata :,ui libri di tutti gli acivk•-.ct'nti del mondo? Ora naturalmente tan1e cose sono cambiatl' e l'Inghilterra è una grande potenza come tutte le altre, che può avere i suoi guai: ma confe-.so che ,mcora oggi Lombard:,-Koop e tut• to il rf".!,tOmi stupi:,cono. Da una parte l"era l'esercito di Kipling, i veterani anglo-indiani di Soldiers Three, dall'altra un insieme prode, commovente e scombinato di agricoltori armati, di genc-rali in borghest', di comma,idos autonomi ... E ci sono voluti dt1e._•cento• mila dei primi per battere in tre anni quaranta migliaia dei secondi. "DE GltOOTE TREX" I portoghesi erano arrivati per primi ,lll'e:,trema punta dell'Africa australe. Pes,;imi~ti, l'avevano chiamata il C;lpo delle Tempeste e se n'erano andati. Poi erano venuti i vascrlli della Compagni;t olandese delle Indie orientali, cd eranb sorti un fortino, a vigilare qualche tettoia, e un ufficio poMale costituito da una pietra con una i,cri- ,-ione che avvertiva i marinai di poorarvivicino le loro lettere per l'Europa. I•primi coloni erano venuti dall'Olanda, vecchi soldati dcl{li Stati Generali, coltivatori rovinati dalle ~uC'rredecora• tive del -.C'coloXVII I, avventurieri. e poi un 0u~'-iodi ugonotti france)i cac• ciati dalle drago,mades. Questi erano • sL.1.triapidi..imentf"a1..\0rbitidall'tltmen10 batavo1 e dopo pochi decenni dei nomi come Joubcrt, du Toit, dl• VillieN po'S.tvano inutilmente la loro gra• zia gallica su puri esemplari di bu.rgher. Ogni nuovo arriv<\lO ,.tli\ a un po' più a nord e ,.j prendeva quanta tena vo• leva pC'r forvi pa:-.<olare i :,uoi armenti, e cogli(•,·a gli ,chiavi dai villag~i negri com1.:le noci di cocco dagli alberi del dominio. Ogni colono. dc-.pota bcm·• volo col fucile in una mano e la Bibbia ncll'~lltra, regnava ,u tcnut<.· vaste qu.mto dipartimenti, popolate da buoi domestici (' da antilopi sdvaggc. In Europa venivano prese bastiglie, decapitati monarchi, c:,puhi statholders: al Capo a malapena qualche impic• gato dei magazzini not.w;1 che i vascelli france,i avevano cambiato I.i vecchia bJ.ndicra. con una bandiera che portava gli stcs!ii colori di quella della madrepatria olandese. Una feudalità di fattori tutti uguali fra Imo vi\·eva, fra un proleta.-iato negro inerme e una sovranità dbtantc, dei giorni ,enza trop• pa storia. A sud, a est. a ove!it, l'oriz• zonte oceanico parlava di solitudine e di indipcndenz.a, a nord .,i ..chiudeva il , cld senza confini, ospit.tle a tutte Je a,·...-t·nturc e a tuttl' le ini,d,Hive. Il Capo d<•llc.T.·cmpc:,tl' eia il Capo di Buona SpcJ.\OJ"J.. A poco a poco le gcnera1.ioni dimenticavano i racconti di quando ,i ,t.iva la,\Ù, nel p.H~llCdei borgomastri, dei mulini uno apprell~O all'altro, del man• freddo e grigio e -~cl .\'atale con la ne\e. Era ormai nato l'afrika11der. , / • •• - ' ~ ' ,, •••q•,. • •••.·~·· ·;: •• ~~ ;~, 1901. TRANSVAAL. 14B'.A!fD8 UP!" CXaalla ahol, ON DISTAOOAHENTO INGLESE 81 ARRENDE AI BOERI Cdall' 11 1Ut1ttr1.tlot1 11 ) ~vla M: loro dimenticavano l'Europa, l'Europa non si dimenticava di loro. Il Capo era allora per Ja via delle Indie, quello che oggi è Porto Said, e chi era padrone dell'India doveva trovar logico di e:-,~erpadrone anche là. Napoleone t·ra caduto e le potenze rimettevano in ordine la geografia. Calltlercagh offerse ,ci milioni di llterline al principe di Orange per acqui:,tare la Colonia del C.tpo, dove intanto il generale Baird si era installato (« a titolo provvisorio >, aveva promes:-.o),fin dal tempo di Austerli1t. Il ministro Nagell insi.!iteva in• vece per la restituzione : « tocca a noi decidere quello che ci conviene tenere o restituire», aveva dichiarato Castlereagh, e i coloni del Capo erano stati informati che l'Union Jack non sarcÙ• be !itata abba~ata mai più. Vi furono rivolte, fucilate e cinque impiccagioni di coloni a Slachtcrs Nck, Ma gli olande:,i sono gente pratica: in Euro• pa, dove i posti sono numerati, avevano difeso e conservato il loro contro chi pretendeva occuparlo. Qui pensarono che di posti cc n'era tanti, e che non valeva la pena di litigarseli. Attacca• rono i buoi ai carri, vi misero su le donne e i mobili di casa, salirono a cavallo, e se ne andarono. Lasciavano agli inglesi il mare, con la via delle Indie. Per sé sceglievano il vtld, con la sua distesa arsiccia, con le ~ue onde di kop e di kopje, l'orizzonte vergine, p,dlido di riverberi : (• que:,to fu e: DP groote trel.. », il grande esodo. A mi• gliaia le famiglie si avviarono verso il nord. I bambini spingevano avanti il bestiame, llOla ricchezza dei nomadi. A sera i c.1rri venivano disposti in qua• drato, fortezza contro la quale si fran• gcva l'assalto degli zulù. Alle soste gli anziani leggevano la Bibbia: gli in• e;lesi erano gli egizi, al di là del fiume Vaal c'era la Terra Promessa. MAJUBA HILL Ed erano sorte così le due rcpubblit·he del Transvaal e dello Stato libero di Orange: pastorali, patriarcali, terribilmrnte protestanti. Di tutta la vita multiforme del .!,ecoloXIX che si av• viava a superare il mezzo del suo cor• M> qui ben poco sopravviveva: non ar• te, non pao;sioni 1 non cultura. li presi• dente Kruger, come il califfo Omar, avrebbe volentieri bruciato tutte le biblioteche per far posto al solo, al vero1 all'unico libro. Ma biblioteche non cc n'era e nessuno ne sentiva la mancanza. La vita era ricominciata nel nuovo territorio uguale a quella vissuta nel vecchio. Il boer nel veld, il burgher nelle piccole città, campavano, rustica• mente opulenti, senza farsi mancar nulla di quel poco che giudicavano indispensabile alla felicità di un buon cristiano. Ogni tanto il veld-kornet lì convocava per votare alle elezioni del presidente o dcì deputati al Volksraad, tranquille elezioni non avvelenate da nessuna ideologia, dalle quali uscivano vincitrici quasi sempre le stesse persone. Ogni tanto lo stesso ve/d.kornet li chiamava alle armi, essi giungevano a cavallo all'adunata e poi galoppavano in cima a qualche kop da dove si esercitavano al bersaglio contro i guer· rieri di qualche invasore negro e o;alvavano la repubblica con tre o qu:i.ttro morti contro sci o settecento. Su que• ste rare vicende pubbliche come su quelle private vigilava un Padreterno cui era ancora rimasto il cipiglio di Jehova. L'austerità regnava sui focolari delle fattorie, protetta dai prirrci• pi e dalle di.stanze. Poi un giorno il utld-kornet avev,:l chiamato alle anni e non si trattava degli zulù. Gli ingle!ii, ancor,1 ! Si erano già preso il distretto di Kimberlcy, pagando novantamila :-.tcrlinc tutti i diamanti che c'erano dentro: e ora proclamavano che tutto il Tran.svaal apparteneva alla Regina, perché i 00('. ri erano stati sudditi britannici al Capo e la. qualità di sudditi britannici non si può smettere a volontà come un ve~tito incomodo. Il generale Shcpstone occupò Pretoria. « Il Tran~vaal è inglese e resta inglese >, dichiarò Sir Bartlc Frerc. « 11 Va.al ri,alirà alle sor. genti e il Sole si spegnerà prima che il Tranw;rnl torni ai boeri », affermò lord Wolsclcy. li generale Colley con la fantc1ia scozzese marciò contro i commar1dos che Krugcr, Joulxrt e PretO• rius avevano raccolto ad Heidelbcrg. A Majuba Bill le fucilate cominciaro• no a piovere sui poveri highla,iders, e nessuno capiva di dove venissero. I boeri impiegavano contro il nemico bianco I.i tattica fortunata che avevano impiega io contro quello negro: sparpagliati dietro gli alberi e le rocce ber• sagliavano mirando uno per uno i sol• dati che si presentavano schierati in folte file, e gli inglesi, abituati alle evoluzioni precise delle grandi manovre, alla tattica del campo di Aldershot, al nemico allineato di fronte contro il quale ~i deve tirare tutti insieme al comando, avevano l'impressione di essere as,;aliti da fantasmi. li loro generale cadde fra i primi. La battaglia fu perduta così completamente che mise fine alla guerra, e il signor Glad!itonc si arrese al signor Kruger: « un atto che è st ..to il più magnanimo o il pili pauro.!,Odella storia contemporanea». Il Tramvaal tornò indipendente attraverso la convenzione di Prrtoria del 18811 che conservava una vaga sovra• nità della Corona britannica, e attra• verso il tr,utato di Londra di due anni dopo1 che di sovranità non parlava più. I boeri si semirono napoleonici. Il loro orgoglio naturalmente sconfinò e raggiunse anche quei coloni olandesi che al tempo del grande esodo erano rimasti al Capo e vi costituivano tut• tavia la maggioranza della popolazione. Vi fu sulla tnr,t un ,mgolo sul quale..~gli inglesi :-,isentirono guardati con alterigia e di'lprcu:o all'ombra del• la loro propria bandiera umiliata : e que~to a tre anni dal Congresso di Berlino, dalla peace with honou.r di Disraeli. e: Majuba Hill ! » dicevano <lmaramente gli squires conservatori, « ecco la carta giocata dal signor Gladstone nella sua partita con lord Beaconsfield». LA CORSA ALL'ORO Ora ,i poteva start' 1ranquilli un'altra volta, e fra una scaramuccia e l'al• tra coi negri parlare dei prodi giorni di .:i.fajuba, e magari, chi -.a, li.lscian,i andare a pensare se non sarebbe stato possibile un giorno riconqubtarc anrhe il territorio del Capo, fino al mare del quale questi olande-.i comervavano forse una inconsapevole nostalgia. La ..ressa Inghilterra aveva ricono!iciuto al Tram\'aal la dcnomina;.,ione ufficiale di « Repubblica .!,Ud•africana», nome ampio, fatto a cre~cenz.1, come quello che avc\'ano preso i primi tredici Stati uniti d' A1nrrica ... ~{a intanto, mentre essi indugiavano in quc'JtC ambizioni senza peraltro ri~caldarcisi troppo, ma ahimè quanto ba:,tava perché un gior• no gli inglesi potessero parlare anclw di e: minaccioM> imperialismo boero», un altro esercito di invasori, incontrastato1 varcava da ogni parte le frontiere. Se il presidente Kruger avesse conosciuto oltre la Bibbia anche un Po' di classici per rinfor-aire la sua eloquenza, sarebbe stato questo il caso di parlare del cavallo di Troia: nel Rand erano ~tate scoperte le miniere d'oro. Venivano da ogni parte del mondo, americani, australiani, tedeschi, perfino qualche turco, ma l'immensa maggioranza dei ~errntori d'oro era di inglesi. Quando il commissario del governo stava per « proclamare» una zo. na di terreno, cioè per aprirla ali' attività dei minatori, si affollavano intorno al piccolo cannone che avrebbe dato il segnale del peggage. Molti erano a cavallo, altri in quei calessi a quattro grandi ruote tirati da una pa• riglia che ancora sopravvivono nei film americani a soggetto agricolo. Moltis• simi erano a piedi. Le loro donne, talvolta i loro bambini, li seguivano nella gara che si apriva appena ,cattava fuori la vampa d,dla bocca del cannone. ammutolito dal clamore. I migliori cavalli guadagnavano i migliori loui. 11' pegger vi pianta\•<t un palo in !ICRnOdi pO!i!.('c:.seo poi col fucile imbracciato aspettava che tutti lii fo.,. sera -.i:,tcmati. I borri guardavano con disprezzo quegli adoratori del vitello d'oro: la fattoria coi buoi pa~colanìi tutt 1intorno. come un castello .!,Uun popolo senza aspirazioni, rint~mcva ,cmprc l'unica attività del vero afri· ka,ider. Ma gli altri, gli u.itlanders, la « gente di fuori», diventavano sempre più nu• merosi man mano che lo sfruttamento delle miniere progrediva. In pochi anni il loro numero aveva ·mpcrato quello dei boeri. Avevano in Johannc:,burg la loro capitale·, rivale della wcchia Pretoria, e una cla'i.!iCdirigente di proprietari e concrs:,ionari e di ingegneri da contrapporre a quella dei burghers. Cominciarono nd agitar-,i, a prrtcnde. re, a pro1estare: perché dovevano es. sere esclusi dalla vita pubblica del pac,e dove rapprrsenta,·ano l'elemento pi1'1numt•r<.h0 l', dirnano .. 111cht•pili ,n•lto r progn·dito? \'olc\.ino di\'l'nt.111· dtt.1dini della Rt•puhhlir,1 e ,l\'t'I pad di1itti <·oi txwri. AH·\;1110 dit·uo ,1 loro le ;1111hi;ioniddb Bri1i,h South \fric.\ C,1mp;rny, la fmmici.1hil1..· Cluu to,·d. l111him.1d<•lle~raneli (OIIIJJ,1R11it· ,.:onunerci;\li conqui...tiltrici. ....ov1'.11l.l dd ~l.1t.dwk c..d•1•l ~1.a,honal.1nd. c..•il fru- ,to Cccii Rhocle, col ,.110,ogno tr.111,. contim•m.1lt·, c..'pili lont.1110. i1wi,ibilt .1nror.i, Joe Clumhc:rlain ... Pt·rb di fronte.• ,l loro ,t,t\'a il pn.·,idL"ntt•Krugc..•r: 111,1,.. iccio. b.1rbuto. n1l ,·.1ppcllo a cilindro « che ,i uwut' ,ulla ll'"'t.l col pnrno ~c..•,todell.t gimn.,ta t' poi non ,.j lc,·a più ». con b lum:.,1 1t • di11gott' d.i p,1\tor,· mt·todi .. 1.1. e lt• lt·nti tcr-.c inct..,..,atl' nella torml'lll,lt,1 hrut• tt•a;,1 di un ,·olto f.1tto di -.tor,., d".11• bt•ro, A ogni eleziom• i burgh..rJ 1idcg• g-c,•;rno Oom Paul, lo ,do P,wlo. Pn· ,identt· ! Era piuuo,to un patri.in ,1, 1111 Giudin_• nd 'll'n,o hiblko, un fu..,..,j(tdcll'epcx ..--in cui i re erano p,1,rnri. Tutte le donwnichC' t' le..·fo,tc..•com;,ncl.ue pn•dir;.l\'.t iu chi(·,a .il ,uo po1>olo. l..1 ,ignora Krng<·r m111l_~e, ;1 con le ,m· m.ini p1c,iclt•n1i;1h, t' \TOdl'\.t il l.1t1t· ,ti , idni. Dt•nt•y-.Rl'itt LI ran·o11t.1 , lw n·ckndo il prog1•tto dc·I monunwnto rht· l.t p.111i,1 \·ok, ;1 ofT1 i1t· da d\'o ;li ma zito, :-.uggc..•drìi f,irt· , uoto il dliudrn cli hrnn,o ,ulla l(•,t.1dt•ll,t ,t.1tua t' di I icmpirlo d'..Kqu,1 1>1.-rdH,r~ii· ucn•J. lini <i potl',-.ero lwn·. Conw hanno .1\ uto il rnr,tf,!~io lt· in~lt'"'I di non ri• co110,ll'lt· un.1 ,ordh, in un.1 ,i~11or.1 t·ht· ,1\C\,1 di que,tt· idt·c? S11tto 11m•:,t.1,1pp,11l·nz.1t,ui1·.ttt11,1lt· K1 U!,;'<-'r n.1,condt·\·a pt·rò lt• ri,01-.t· di un,1 pt·1,on;tlità Hlhmt.1. La ..ua n·lic.;ionc "lt'"-,1. i 1·ui rnoti\'i ,I\ rehht·ro fatto ,m I idcn· più di un tt·ologo. 1..· r an·, ,inu 111f.111,oirridcrc i p.1dri m.11i,11 ch-111• mi,,io11i <.1ttolifht·. b 1t·ndc111..1 prolt',t.inlt· .i n.1tur.tliu.tn· lddio c-itt.1• dino cld proprio pac..·,ccon tutli i do- ,·cri 1l'i,Hi\'i. ~li d;1,·a un , igon· 111• genuo lht: nulla ,gomt·n1.1, .l. Lt· ri• t hic..·,h·dt·gli 11itlar1d1 TJ lo .. c.mdali1✓..1· , .ino più di qu,11\to non lo .tll,trm.i, ,t'ro: ~ p1•r lui era COl1ll' '>I.' g:li ..\m1110• uiti t· i ~Jo~lhiti avt·,,cro t·hic,w cli t•..,..,1..•.11m·rnc..,..,indk Dodici trihl1 > S.1pl'\,1 lw11i1..,imoe.bi. ,llh· Imo :-.p.1lk. 111.11 1 .1,co,10 ndl'omhr.t. « in,idia, a I.i \ ign,1 d1 ~.thoth >, 111.1 ,.1pt·v;1 pun· ,·h<' la fionda di D.H-idt· aH\'il abb,1t• tuto 1'01goglio t· la forLJ. di Golia. l. non ,oltanto 1wll,, \',1lle dt'i T(•n·binti. ma anche a ~lajub.t Hill. Dl·I re,to non .t\ <:\ ;1 ,relt.t : « dobbi.111101x:rdl'rt' con lt• urnt• dt•1torali quello dw ,,hhiamo çonqui,tato con i fm·ili~ ». l'na \'olt:.t ~li uitlar1das di,cntati c1tt.ldini ddla Repubblica. qu;ikuno di qm·i ma~nati 111iner.11dii Joh,1m1r,hurg .l\'rd>bt: p1t·· ,o il ..uo 1)(1,10. e in hn•n• ti ,,tr1..·hh1 ,ta10 in Afrit·.i un Tranwa.d di tnl·1w e una Rhode!">iadi più. Gli uitlaridt n erano venuti oltrt' il \ aal pn ,l\'rr 1'010, e lo .1,·c-Ltn0. i boeri pn ,l\t·r l'indipcnclt·n1.a. c l'avevano. O~nuno ,IH.'v:1 dunque il ,110. ed t·r,1 i11utihd1ìL"d<·dr i pili e prr.,l·nt.11 peti;ioni al I., olksraad. Alle conuni,,ioni drgli uzt· landers il n·tchio prc,idt·1He mo,tr;n .1 b bandit'ra ,1 qu;1tt10 <·olori ,H•ntoJ.m. lt' ..ul tt·tto ddl.1 ,u.1 , ill,1: e .1n-oglu·- t <' le ,c>-.tn•ri<-hit·,u: ,,trl·hl-k· c·onH',1hh.i..-.an· qurll., b.1ndicr.1 ron le mii· m.rni' >. CONGIURA DI PLUTOCRATI I.. 1 u.:mionr dh·cnm· ben presto i1hO• -.tenihik- fra Pretori,1 t' Johannt.',hurg. Sir 1-knry Loch, alto commill:-.ario ;.d Capo, conver~ò con A/, Philip~1 pn:- sidcntc del Sindacato delle minicrl.' t della Società Ek ..tcin. uno dei capi degli u.itla,iders: e: se gli u.itlanders fanno una rivoluzione a Johanncsburg e rc- ~i.,tono qualche giorno. non sar,mno la- :-,ciati soli >. Nei <:omigli di i.lmmini- 'Str.izione delle grandi dittt• di Johannc,burg, la Goldfields, G. and S. Farrar, Barnato and Co., Robinllon ~ark, and Robim,on, que:,te parole µa,,arono velocemente. Vi lledevano personaggi legati più o meno con la Chartered: i fratelli di Cccii Rhodc~ erano nella Goldficlds. cc,lleghi di Rhodc, nella Dc Becr:-.erano comiglicrì della Ek,win. I rn,,gn.iti :-,i :-,Cambiarono confidenze ot• timi:,tc..•.Nei dL"po~itidella De Bcer~ e della Simmer and Jack arrivarono d,d C.\po val::oni che sotto uno ...,trato di carbone coke tr;i,portavano car,\bine Lee.;\fclfort e cannoni ~1axim. Importanti assegni furono girati ;l Chade., Lconard, capo ddl'« Unione nazion.i• le » che ra.ccoglic\'a i più impaz.ienti t' bt:llico'ii uitlanders. Poi nei bar e nelle verande cominriò a correre un nom(•, proferito sottovocf": Jnmc-.on ! li dot• tor Jamcwn? Jn tutta l'Afric~1 amtra• Jè non c'era., dopo il nome di Rhodes, nome più celebre di quello del mC'dico di Kimbcrley che .!,iera fatto gcner-.1lc delle mili1ie della Chartaed cd aveva ,confitto Lobengula, il gran re dei Matabelc. « Se verrà a darci man foqe Jame"on coi 'IUOicavalieri » dicevano gli uitla11ders, « la parti~a è sicura! ». MANLIO LUPINACCI 1 continua).

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