IL SOFM DELLE musE UIUOO ml VERA~·lENTE singolare come nclltb la nostra letteratura i romanti e le novelle non ritengono che pallidi e lontani echi dei grandi avvenimenti del paese. I nostri narratori quasi ~i direbbero intenti a comporre quadri che pur riferentisi a un tempo e a un co- ,tumc, tuttavia mostrano personaggi e fatti visti nei loro caratteri meno contingenti. La lontananza dalla minuta vita contemporanea è proprio dei no- ~tri migliori romanzi, e sia essa raggiunta mediante una prospettiva storica, oppure col comporre un quadro limitatamente paesano. Manzoni e Verga,/ promtssi sposi e J Malauoglia sono gli esempi più probanti di ciò: la storia e il paeM: altro non servono che a rcnd!.!-rcla fanta~ia del romanticrc liber.\ dalle minuzie della vita quotidia• na. Cmi stando le cose, non si è avuta in It.llia una letteratura narrativa di ~ucrra; la guerra ha lasciato delle ero• nache nude, che nei momenti più alti lii avvicinano alla lirica. Nella nostra letteratura non c'è un pcrsonag~io di combattente, ma ci sono molti ritratti di combattenti : welti ritratti presi dal vero. Per la campagna d'Africa ..t.a acca. dcndo lo stesso. Escono, per ora, le ero• nacht: drlla guerra: tentativi di roman. zo non ne M>noapparsi, e comunque ~rebbero Mati trascurabili. Paolo Ce- ~arini ha scritto la sua cronaca della gucrr,1 in Africa, ed è un diario dove lipc'hO si può ri~contrare un impeto e un.t invadenz."lgiov;mile quasi non contenta delle ~trettoic della pro-.a, mentre i cronisti sempre inv<'ce ebbero questo merito: saper raccontare tranquilla. mente CO!;C non ancora tranquille nella coscienza dei lettori. Ccsarini tutto il contrario: ~pcsM>rammenta Soffici, e non il Soffici dei diari di ~ucrra, ma quello più polemico e incquiNo del Giornale di bordo, al tempo di Lacerba. Del resto, Soffici deve avergli inse• gnato anche certo gusto per i paesi, per il colore locale e pc-r un considerar wagato e n.u,co~tamentc sentimentale. Ma la prosa di Paolo Ccsarini è sciat• ta, e quasi diremmo volutam<'nte familiare e bonaria. t una sciattezza, la sua, propria degli scrittori toscani quando si abbandonano alla facilità con cui sanno trovar le parole corrispondenti alle cose-.Sicché tutto diventa blanda• mente descrittivo. Paolo Ccsarini indulge a un linguaggio familiare proprio a tutte le città toscane; un linguaggio fra popolare e borghc.~, che ha avuto i suoi scrittori più importanti verso la fine del secolo scorso: Nobili, Pelosini, Prate:ii. La vita della Toscana resta ancora semplice, come accade a ogni so• cietà ben definita, i cui costumi sono ormai tr~,dizione, le cui aspirazioni con• \'itne che ),,ianomodeste come quelle di chi ha ,1oric sicure e incontrastabili. La lingua e hen comprensibile che acquisti così certa semplicità, certa bonarietà, per cui tutto diventa elementare e lan· guido. D'altra parte, oggi meno che mai il parlar toscano è il parlare ita• liano, essendo i bisogni, le a~pirazioni della nostra società più estesi e contra• stanti. Paolo Ccsarini non poco risente di qud parlare familiare natìo; ma queste osservazioni riguardano solo par-,dalmcntc questo scrittore: diremmo più i suoi vizi che i suoi difetti. In Uri uomo in mare, cioè nel suo giorna• le africano, Cesarini ci dà la somma dei suoi vizi di scrittore. Il suo diario poi è quello singolare di un combatten. te che, all'improvvi'io, si trova messo fuori di comb.ittimento. Divenuto in• valido alla guerra, Paolo Cesarini è con maggiore impegno 1..hescrive la sua e cartcll.i clinic.t >. La vita in un ospc• daletto da campo poteva trovare in lui un descrittore disposto a intenerirsi magari per intenerire altrettanto i suoi lettori; invece di fronte a questo pericolo, Paolo Ccsarini sta in guardia, e la sua prosa diventa di non poco più sorv('gliata. Quella :-.uasmania di trat• tare familiarmente e bonariamente an• che le cose più Jontane dalla vita quo. tidiana degli italiani smette. Si tratta infine della sorvcglian1.a di cui uno ~crittore diventa sempre capace appe• na si trovi a narrare e a descrivere fatti e personaggi non scelti a caso. Così molte pagine di Un uomo in mare (\lallecchi, Firenze) restano piacevoli variazioni sulla vita militare al campo e in guerra che potrebbero rammcn• tare per certo loro tranquillo candore Edmondo Dc Amicis ; mentre le altre dove c'è il taccuino di un combattente che alla battaglia dello Sciré rischia di morire, e che all'improvviso si ritrova fra la morte e la vita in un ospedalctto da campo, hanno una serietà che nei capitoli introduttivi non era conce.~sotrovare. Prima non si trattava che di un diario dove il paese africano era visto con occhio di letterato; dopo ci !li avvicina a un discreto esame di CO· scienza. Ci si potrebbe obiettare a questo punto che si tratta di una scrirtà costretta. Ciò che è vero. Tuttavia è forse nel racconto della sua condi• zionc di ferito che Paolo Cesarini ha potuto trovare una prosa libera da un linguag~io fra paesano r bor~hese eh~ dapprima minacciava di togliere ogm novità alle sue pagine. ARRIGO BENEDETTI "Mario ... ascoltami ... sono innocente" 1A VITA del romanzo popolare a dispense è attiva come quel• la delle termiti. Fra le domestiche, le operaie, le sartine a giornata, fra gli allievi delle scuole serali, questa letteratura gode una considerazione supremamente felice : un romanw, per finire, viene a CO· stare quanto ,una edizione di lusso su carta ~peciale, ma che importa a questa gente che mette fuori la somma a vcn• ticinque, trenta, cinquanta centesimi per volta - quanti ne costa ognj di• spensa - sia pure per un numero infinito di riprese? Le prime espcricm:c furono fatte nel· l'anteguerra da case tedesche e olandesi, con diramazioni mondiali. Da Am· sterdam, da Berlino e da Drcsda, parti• vano i romanzi già tradotti in tutte le lingue, con quanta arte è facile a im• maginare ; dunque i primi libri a puntate, distribuiti a domicilio, e di cui abbiamo avuto la rivelazione attraverso le nostre pcrrone di servizio, avide a un tratto di queste letture che le trasportavano in mondi ignorati di fanta'iia per mezzo di un linguaggio pomposo, non furono ideati. né \critti, né fabbri• cati in Italia. La guerra ne interruppe l'importazione, e allora qualche editore italiano, studiato il si~tema, lo imi• tò, effettuando un'autarchia avanti Jet• t<:ra. ma ~olo pc:r <1uanto !'iguMdava organizzazione, ~tampa e diffusione, poiché nc~sun scrittore italiano, tranne due o tre trincerati dietro impenctrabi• li p~cudonimi, qua.si fosse una vergogna scrivere per il popolo, si dimostrò capa• ce di produrre materia genuina adatta al genere. Sapete di che genere intendo parlare: nella valigia della cameriera licenziata, o nei cassetti di cucina, ~ivrc• te visto più di una volta questi fascicoli di poche pagine, dalla copertina stampata a colori forti, che vi fecero sorri• dere della ingenua fattura simile a quella degli ex·volo. Come sia fatto lo wdrcmo in ap1>resso,la formula non è facile a trovare, altrimenti gli editori non pagherebbero tanto il manoscritto, e il lavoro di stesura è una vera fatica materiale, se si considera che ogni romanzo non deve essere inferiore alle tre• quattromila pagine, perché l'editore pos-.a ricavarne i cento e più fascicoli, rimanendo al diwtto dei quali egli la• vorerebbe in perdita. Il pubblico poi ha le sue pretese: non è la vita di tut· ti i giorni, ch'egli vuole, ma forllCritrO• vare elementi di essa, tr.uportati in un clima eroico di sofferenze, di peripezie, ricompense e castighi finali. Vi sono vari generi di trame ; grosso modo però si po~no di,;;tinguere quelle storiche, e quelle di vita relativamen. te contemporanea, trattandosi principalmente di grossi romanzi feuilleton dell'Ottocento. Gli ambienti sono i più straordinari che immaginazione possa ILLU8TRJ.ZIONI DI ROM'ANZJ A DISPENSE concepire. La domc~tica che di tali vi• sioni ,i e,ta,ia ..cduta all'an~olo di un tavolo di curina, mrzw insonnolit.:i, in atte~a di aprire la porta all'ultimo in• vitato, non lia che fare delle solite case di cinque o dicci ambienti di cui ogni mattina lucida i pavimenti e netta mo• bili e tappeti con l'aspirapolvere. Per lei i veri signori non possono essere che titolati, non possono muoversi se non in magnifici castelli in mezzo alla foreMa dove sono disperse le umili abitazioni dei contadini. E non vi .sono mezzi termini possibili : è la ricchezza .incommensurabile, o la pili tragica miseria col suo decoro di stracci, di capanne, antri o caverne addirittura, e la fam..:- c il freddo(' la morte. A pennellate tragiche, ecco aprirsi alle sventurate pro• tagoniste in cerca di asilo conventi dal. legge ~evera, con implacabili madri superiore bellissime quanto crudeli, mentre lungo le silenziose corsìe dc~li ospc• dali pas,;i rapidi r misteriosi s'incrocia• no, di pcrwnaggi che ordi.-.cono dram• mi mila vita é la morte. Nell'anticamera di reputate levatrici si presentano principesse a nascondere il frutto di a• mori proibiti, vengono depositati neo• nati di cui s("guircmo il tragico destino, brillanti ufficiali e tutori ambigui vengono ad effettuare le più straordinarie sostituzioni, i rapimenti di creature strappate appena dal seno materno. In caaccri raccapriccianti si maturano )un• ghc <''lpiazioni,gemono innocenti colpiti dall'ingiustizia umana, si tramano e• vasioni, e le ~barre vengono limate coi denti durante lunghi anni. Là si medi• tano le raffinate vendette e si consuma• no anni e anni pensando al ~forno del· la liberazione in cui il malvagio, che ora gode il bene usurpato, una donna, un dominio, un tesoro, cadrà sotto la terribile accusa del jjt'iustizicrc. E nelle celle dei manicomi, dìretti da medici crudeli e delinquenti, un'altra folla si torce e digrigna i denti : pazze per amore, presunte paz.zc, fanciulle sa• ne di mente immobilizzate nella carni• eia di fon.a e tenute sottochiave perché non sv,-Jino un segreto. E ancora eva. sioni, e nascite di poveri innocenti su cui la vita si accanirà per quattromila pagine in attesa del trionfo finale. Nei ca.stelli tutto brilla, tutto è lumi• noso e grande, gli appartamenti (e il conte si ritirò nelle proprie stanze>) ba. stano appena a contenere i mobili do• rati, i damaschi e gli enonni lampada• ri ; ma su ~Ile soffitte ove nessuno da anni O\.'\salire, giù nei pas<iaggisegreti, attrav<'hO le botole, e nelle grotte, coi pipistrelli e i topi, si ap?ostano l'aggua• to e il delitto, e di notte la loro ombra si muove a lambire le soglie addormen. tate delle ricche stanze. Poi, dappertut• to diffuso, amore, amore, amore. Un a• more fatto -di molte parole, ma anche di gesti realistici, a cui si innestano sen• timenti di lealtà, di tradimento e di o• ,..ore. La pura colomba soggiace allo sparviero venuto a lei sotto mentite spoglie, e presto svelerà la sua bassa natura. Si specula molto, in questi romanzi, sui sentimenti della maternità e del• l'infanzia abbandonata : la fille mèrt ha in es~i la sua letteratura, la sua santificazione, e sul trijte destino dei trovatelli è detto quanto era possibile dire e inventare. Anche le vecchie ca~tellane hanno la loro parte importante: gene• ralmcntc ordiscono intrighi contro la felicità degli amanti; allo scopo di scongiurare nozze poco desiderate fanno scomparire neonati, della cui vita però rimangono sufficientemente al corrente per chiamarli quando saranno in punto <li morte e, pentite, implorarne il perdono. Padri vecchi, dalla bar• ba bianca e dai gesti ieratici, resi in• flessibili di fronte all'onore macchiato, cacciano le colpevoli fuori dal focolare domestico: e Andate, io non ho più una figlia! ... Roso del bosco invece ci trjsporta in una foresta dcli' Arkansas, dove un giovane, stanco di e un lunghissimo r sii. vcstre cammino>. dorme steso sotto il fogliame. Un orso sta per piombargli addosso, allorché viene freddato dalla scar'icà opportuna di un fucile. Chi ha sparato è una bellissima fanciulla bru• na, la quale con l'arma ancora fuman• te in mano cosl si presenta: e "Sappiate che mi chiamo Rosa ". La serena e ferma energia con cui erano state proferite quelle parole, destarono una pro• fonda ammirazione in colui che le ascoltava. " Ebbene ... io mi chiamo Leo• poldo ...", soggiunse dopo una certa esi• ta2ione, non volendo dire che egli era il conte Leopoldo di Montecroce, rifu• giatosi in America dopo essere stato co. stretto ad abbandonare l'Europa per crudeli avversità :t. Già nella pagina SC· guentc, con la rapidità consueta, sup• poniamo, nelle foreste dell'Arkansas, la balda tiratrice getta le braccia al collo di Leopoldo, giurandogli eterno amo• re. Ma tutto questo non può C'iserccosl semplice. Egli intanto non può amarla pcrch6 pensa alla e dolce e graziosa figura di Ines, contessina di Fontechia. ra, per la quale ha nutrito sempre un tenero affetto e che desidera ardente• mente far sua moglie appena la verità avrà fatto giustizia delle infami calunnie che hanno leso il suo onore :t. Non solo, ma da ogni angolo di questa fitta boscaglia, nel corso del racconto, sor• gono terribili banditi i quali per riva• lità di amore, per gelosia, o per pura malvagità, vogliono Leopoldo morto. Appare anche Olga, le bellissima cavai• lerizza, e un'avventuriera senza onore e senza scrupoli ... >, appare il conte Rodolfo, e un aristocratico libertino che getta cinicamente il suo blasone nel fango :t, e que~ti e due demoni del ma• le>, questi e due esseri la cui anima è macchiata dai delitti più mostruos.i cd esecrabili, proiettano la propria ombra sinbtra e terribile sul cammino luminoso dei giovani amanti>. Rosa del bosco ha un bel protestare, dal canto i.uo : e No, Leopoldo mio, non respin• germi con tanta crudeltà! Non hai dunque compreso che ti amo con tutto l'ardore de' miei giovani anni, con tut• ta la purezza dell'animo mio? .. Ebbene, sappi che non posso lasciarti ... Sarò la tua schiava ... :t. Ed Cg'liintanto si di. batte angustiato: e doveva forse ac.:cct· tare l'affetto di quella innocente crea• tura, pur sapendo di non poter fari;:. sua sposa? No, no, non era possibi!C" una cosa simile! Sarebbe stato un delitto! ». Così per molti e molti capitoli viene rico~truito un West della migliore lega, dove appare che l'autore ha letto London, Curwood, cd ha seguito al CÌ· ncmatografo gli emozionanti film di Tom Mix. Nel foglietto volante della Pri,iàpcs· Ja diabolico di cui sarebbe stato autore un grande scrittore russo, ~i dichiara che in quc~ta opera è e la pas~ione di un cuore martoriato che sfida la mortC' piuttosto di cadere nel fango. Anna Taraganov,, è la principale protagoni• ,ta di qu('Sto dramma dove l'amore pu. ro e grande contra-.ta pur di vinrere, in ;,,trcnua lotta, con la perversità e l'in. trigo drlla princiJ)f·ssa diabolica >. Mn quello che pili deve aver agito sulla !et• trict·, poiché dì questo genere di lette• ratura '\Ono piuttosto avide le donne. incerta se abbonarsi o no, e quello che più ha incuriosito noi stessi sulla natura di questa e Casa Editrice Ligure di Sampicrdarena >, è lo strano testo c·h(• riportiamo integralmente, riguardante i doni.premio. i:. !.Critto infatti : e Egregio signore, ci pregiamo portare a cono~enza dei signori che hanno il desiderio di divenire nostri clienti a scopo di vuotare i magazzini in esuberanza per poter dare inizio a una nuova pro• duzione onde far lavorare una numero• !13 maestranza, diamo a tutti la possÌ• hilità di poter meritare uno dei nostri fini <.'7.Jtiliregali che diamo completa• mente gratuiti a tutti coloro che acqui. ,teranno il romanzo completo dC'lla Principeua diabolica ... I nostri regali - metri 36 di tela .Madapolam bianca o colorata, o !Z len2uola matrimoniali di filo, o I o casseruole di alluminio di varie dimensioni - valgono certo il triplo della loro spesa, e si persuadano cht' noi ~li po~iamo fare prezzi modicissimi poiché siamo fabbricanti e perciò vendiamo direttamente al compratore>. Che dire dei romanzi popolari d'argomento storico? Dai vecchi fantocci ,,j scuote una polvere secolare: locand<.· sperdute- fra i bo'§:chi,assalto di dili~cnze, vecchi manieri e famosi banditi. Alchimia, magla m•ra. Cagliostro, i Borgia, i Medici, tiranni viziosi e codardi, odi di famiglie regnanti, vendette tra• mandate di generazione in generazione. Poeti vagabondi cd ('strosi, ca-.te principc~c condannate al chiostro, dam<>di corte intriganti <· vecchie bali..:-fedeli. La pn:-.cnta1ione dei personaggi dell'Epopea d'amore, ouvero il figlio del· l'auvtt1turiero, di Michele Zevaco, è impressionante fra tutte. e Una tavola di marmo, e su di essa il cadavere di Marillac, il figlio di Caterina dc' Mcdid e Ruggicri, disteso, rigido, con tinte livide... Vicino ad esso il libro cabali- ~tico. E curvo ~ul libro il mago Ruggicri che aspetta immobile. " Sì, sì! " bor• botta. " t!. proprio lui! Coincide ... Ancora questa prova ... e sarà fatto! ". Poi ricomincia. A sera emette un lungo so• spiro !iimilc a un ruggito, e pronuncia un nome: Pardaillan·! Il nome dcll'uo• mo il cui sangue è necessario alla rcin• carnazione di suo figlio... l'uomo sul quale si dispone a tentare la ,;pavente• vole esperienza! ... >. Poi entra in ballo Caterina dc' M.cdici e il suo e battaglione volante femminile ». « Centocinquanta giovani dell'a. ristocr,uia, che essa mantiene e che SO· vreccita, trasformandole in spie e in guerriere, rese isteriche dalle passioni, esaurite dal godimento e dalla rnper· stizione ( ?) >. C'è un po' di Rigoletto, di For{.a del destino, molto Trovatore. Sta bene, ma non sarebbe possibile, pur rispettando il sistema, la formula e le trame consuete, le sole che incontrino, a quanto pare, fare qualcosa di più dignitoso, bonificando almeno il linguaggio? La necessità di ricorrere a grossi ro• manzi francesi, tedeschi o spagnoli, genera traduzioni frettolose, adattamenti raffazzonati alla meglio, per cui nei testi abbondano i e pertanto >, i e tutta• via >, i e sappiate», i e giammai », d'indubbia origine, cd è il meno. I due o tre scrittori italiani che han· no affrontato il genere, lo hanno fatto prenàcndo vecchie trame straniere e ri• facclldole con la faciloneria che l'anonimato consente. Eppure ... gli editori di romanzi popolari pagherebbero caro un manoscritto originale di quattromi• la pagine, scritto in buon italiano. Converrebbe pensarci. L'ADDETTO ALLE SCHEDE CORRIERE TEDE)SC ~ i~ ANS Friedrich Blunck è un nor- ~ d~co: nato a~ Altona nel . t 888, è vissuto quasi sempre e vive, ec• cettuati i suoi viaggi in America, specie in quella centrale e meridionale, nel settentrione della Germania. Anche il suo nome è più conosciuto nelle provincie nor• diche che in quelle meridionali del terzo Reich. E nel nord son posti la maggior parte dei suoi libri: natoralmente le saghe, le ballate, i Mlirchm (fiabe) della Elba inferiore; ma anche gran parte della trilogia storica Das Wtrdtndt Volk (li f>O· polo cht 1i trasforma), la quale ai svolge in diverse epoche del medioevo e dell'evo moderno, avviene nella Germania setten• trionale, e la •cronaca• moderna Volk• ro:rnde(Svolta di popolo) ha il suo centro in Amburgo. Perfino i personaggi tede. schi nei romanzi • americ.1ni• di Blunek (Die Wtibsmllhlt nel Brasile e Land der Vulkant nel Guatemala) provengono, in maggior parte, dalla Germania del no1d; come una delle prime opere di questo autore e che rimane forse la sua più ca• ratteristica e importante, Dit UrvOtersaga (La saga dtgli ante-nati), ha luogo in una terra non nominata del nord germanico, nella terra dei ghiacci e delle foreste, in tre ep<>!:heditersc, ma tutte preisto• riche: età del ghiaccio, età della pietra, etti.del bronzo. Blunck è un tipico rappre• sentante - anche come serietà, come im• peto, come amore del primitivo e dell'amorfo - della mentalità nordica. {!; stato già detto che se in Kolbcnheyer dei due elementi costitutivi della teoria razzista: Blut 1mdBode11, prevale il primo, il sangue, in Blunck invece ha il soprav• vento il secondo fattore: la terra o, come Rlunck stesso ama chiamarlo, il • paesaggio• (La,;,dschaft). E certo questo pro• blema: quàmo il paesaggio, inteso non solo come sfondo ma come elemento es• sen:tiale, possa contribuire alla individualità e al carattere dei personaggi di una saga o di un romanzo, ~ problema ancor vivo nella moderna letteratura udesca: forse non a caso, per esempio, è vivissimo in due ahri autori del nord tedesco: Emst \Viechert e K. B. von Mcchow. Ma se a Wiechert, in grazia di un temperamento Jlenuinamente poetico, è riuscito di creare personaggi vivi che sono radicati nel fondo della sua terra e che pure hanno una individualità chiara e netta, nel paesaggio invece di Blunck e ndl'assimila2.ione che egli tenta di fame per creare personaggi e azioni, a noi pare che sempre rimanga qualche cosa di pro• grammatico, di intellettualisticp, di astr&!· to. Tuttavia non sembri una contradd12ione se fra le sue opere preferiamo pro• prio quelle dove il paesaggio, l'ambiente, hanno il sopravvento e meno s'intrecciano i casi, le azioni, i sentimenti de(lli uomini; e cioè preferiamo La saga degli antenati anzicM i romanzi d'ambiente mo• demo, e della prima, che è una trilogia, il primo libro anziché gli altri due: nel Gro:alt tib~r das Ftuer, infatti, vi sono intuizioni e vibrazioni sui primissimi ac• quisti dell'uomo selvaggio che 1ono dati con una semplicità di tocco forse mai più raggiunta da Blunck. Altro punto importante per compren• dere questo autore ~ una specie di mate• rializzazione violenta di un altro concettotipo della mentalità germanica: il dive• nire. Questa realizzazione è l'idea cen• trale anche della trilogia storica: Il popolo eh, si trasforma, ma essa è tenU.ta fantasticamente soprattutto in epoche pri• mitive, quando l'anima dell'uomo era avi. luppata poco più della sen,ibilità degli animali o delle piante, nei quali periodi Blunck iniimagina una specie di unione o mancanza di limiti tra il mondo spiri• tuale e quello materiale. • L'arte è la giustificazione di un popolo di fronte a Dio•, ha detto una volta Blunck; e in qu~sto tono apocalittico, in questa ambizione mitica, è molto dello spirito di Blunck. Quasi sempre i suoi eroi combattono non solo contro gli etc. menti e contro l'avversa fortuna, ma an• che contro il Destino (con la lettera maiu. scola) o addirittura contro gli d~i. E quaai sempre il finale - tipico anche questo di una mentalità - è non nella vittoria, ma in una sconfitta grandiosa, eroica, che qualche volta finisce in un • dolcissimo •• ma che sempre appare come un'apoteosi. Non si può negare a Blunck serietà d'ìm. pegni, grandiositll d'intenzioni e anche un certo impeto fantastico. Ma una critica sa• gace dovrebbe incominciare, secondo noi, proprio nel caso di Blunck, a distinguere tra •impeto• e •potenza•: facendo ve. dere quanto nel primo, sotto l'apparente ricchezza fantastica o il falso primitivi. smo, vi aia di voluto e d'mtelleh~ahstico, e quando e in quali limiti la seconda, in• tesa come sola forza creatrice, si rcaliui. Concludendo con un giudizio somma• rio, che naturalmente vorrebbe altre spie• gazioni, si potrà dire tanto di Kolbcn• heyer quanto di Blunek che si tratta di autori interessanti per conoscere teorie e tendenze e gusti deHa Germania d'oggi; autori che hanno saputo scegliere ambienti caratteristici e epoche importanti (la Rifonna o la pre-Riforma per Ko). bcnheyer, la preistoria nordica o le plaghe non ancor molto conosciute dcli' America centrale per Blunck); ma fomiti, nel complesso, di scarse o insufficienti atti• tudini alla vera creazione artistica, sopra tutto facendo il confronto con le alte aspirazioni e ambiziom che li dòminano. B. TEl.:CHI
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