Omnibus - anno II - n.5 - 29 gennaio 1938

1 l--, I A DIPLOMAZIA deve ormai fare 14 i conti col cinematografo. Un tempo, quando i ferri si scaldavano fra due paesi a causa di qualche malaugurato incidente, e tuttavia si voleva evitare il peggio, s'incaricavano i clinici specialisti di queste infiammazioni internazionali, i quali con le tradizionali note a base di eufemismi e di frasi fatte, riuscivano quasi sempre a sdrammatizzare la faccenda. Ma oggi c'è il cinematografo, e gli eufemismi non bastano più. t. inutile dire: e Il Governo ecc.... prende atto ccc.... e considera chiuso l'incidente>. Perché è proprio quando il governo lo considera chiuso che l'incidente entra in circolazione a.5sieme ai rulli di pellicola spediti in tutta fretta dai reporters cinematografici. L'incidente del Pa,iay poteva dirsi onnai chiuso, con e~pressioni di rammarico e amicizia da una parte e di moderati avvertimenti dall'altra che non ~i sarebbe tollerato il ripetersi di atti del genere. Ma i rulli di pellicola girati a bordo del Panay durante il bom~i.rdamcnto erano in viaggio, e il Presidente Roosevelt lo sapeva. Le proteste di amicizia e gli avvertimenti diventavano uno scherzo di fronte alla rappreseritazion<" cinematografica del dramma della piccola cannoniera, e si ~ che la rappresentazione cinemato- ~rafica, con quell'aria livida che hanno tutti i documentari, è spesso più impre~~ionante e drammatica della realtà stessa. Fu allora che i giornali parlarono del fermo e durcr linguaggio della Ca.sa Bianca, persino troppo fermo e duro, si disse in alcuni ambienti, e fu allora che a riprova di questa fermezza (persino troppa!) quasi tutti i gior_- nali e i periodici pubblicarono il clichi delta lettera di protesta di Roosevelt all'amba<i.eiatorc Saito, da comunicarsi all'Imperatore. La lettera è dattilografata. Ma a un certo punto dov'era Kritto che il Presidente suggerisce (sugge;ts) d'informare l'Imperatore ch'egli è profondamente colpito per l'incidente, di suo pugno, a penna, Roosevelt ha cancellato « suggests > e vi ha sostituito e requests > (chiede). Con un e chiede > al posto di e suggerisce >, il governo si è sentite le spalle più ,icurc di fronte all'opinione pubblica e ha dato il nulla osta perché il film girato da '1om,an Alley, la stella del momento nel ciclo del giornalismo cinematografico, foc;.~proiettato al pubblico, senza che la censura intervenisse in alcun modo. Norman Alley lavorava per conto del1'« Universal > che, dopo il magnifico colpo, oltre a far~li dei regali da re, gli ha creato una situazione di prim'ordine. 11 preziosissimo ne~ativo fu caricato sul China Clipper, e guardato a vist • giorno e notte da una guardia armata alla quale si ag~iunsero alcuni agenti privati della società assicuratrice. L'c Universal > si era infatti affrettata ad ac;.c;.icurariel negativo del documentario per sette milioni di lire. Né la somma deve parere e~agerata, se si pensa che nella prima settimana di proiezione le mille copie del film hanno già reso circa dieci milioni, e cioè tre volte quanto rendono di solito in una settimana, in America, tutte le attualità complessivamente. Da S:1n Francisco, sempre guardati a vi~t..1,i rulli di pellicola furono caricati su un aeropiano e scaricati all'aeroport~ di Newark e, di lì, trasportati a Fort Lcc nel New Jersey, dove si trovano gli stabilimenti di sviluppo e stampa della SOC"ictà.Nella piccola sala di proiezione, le cui porte erano guar: date da una decina di agenti federah e nei cui dintorni si aggiravano altri agenti privati, si chiusero Nonnan Allcy, altri due tecnici della società e una dozzina di giornalisti del gruppo dcli'« As• sociated Press >. Ben sette gruppi di stampa a catena avevano fatto aH'« Univcr,;:al > magnifiche proposte per l'e: sclusività delle fotografie da ricavarsi dai fotogrammi più impressionanti del film. Ma l'c ru~iatcd Press > all'ultimo momento aveva ,baragliato tutti i concorrenti con un'offerta che gli stessi rappresentanti dcli'« Universal > hanno definito strabiliante. Oltre alla somma di acquisto, l'c Univer,al > si ~ assicurata una percentuale sull'aumento della tiratura dei giornali, in seguito alla pubblicazione delle fotografie. Nella saletta di proiezione si è lavorato tutta la notte dal mercoledì 29 dicembre al giovedì 30, perché per la .sera di giovedì il grande cinematografo e Palace > a Times Square aveva annunciato la prima sensazionale. Si trattava di mettere in ordine quaranta5Ci rulli di pellicola girati alla rinfusa da Alley e che, mes,i insieme, vanno dalla cadut~ di Nanchino all'arrivo dei morti e dei superstiti d_el Panay a S<::iang~i._Mettere in ordine quarantasei rulh d1 pellicola in una notte, con una dozzina di giornalisti pctula.nti _,die~ro le _spalle 1 che nei momenti p1u 1mprc~s1onanu gridano « voalio quc~ta >, non è impresa facile. Perché bi~gna fermare la proiezione, ~g~are _la fot_ografia eh~ h_a imprc\Sionato 11 g1omahsta, e poi TIprendere per arrestarsi __magari. dicci secondi dopo. Tre uomini ~tto 1I controllo di Allcy fi~,avano l'ordine cronolo~ico delle sequenze, mentre un altro, alla luce di una lampadina rossa, prendeva gli appunti per il commento. L'interruzione più clamorosa e unanime da parte dei giornalisti fu quando apparve il nostro povero Sandri, la cui fotografia fu pubblicata infatti il giorno appresso in tutti i giornali dcli'« Associated Press > : man mano che i rulli erano controllati passavano in un'altra camera dello stabilimento, dove tre scrittori redigevano il te.\to dclb narrazione con cui lo speaker avrebbe :iccompa'!nato e sottolinea. to la proiezione. Alla fine dell'estenuante lavoro, circa mille metri erano pronti per il pubblico americano e circa duemilaseicento metri erano spediti in Inghilterra. I mille e seicento metri in più, che sono stati proiettati nei cinematografi ingJe5;i,descrivono il traspor- • to del e tesoro, da Sciangai a New York. Ma Alley, se è stato certo il più bravo, non è stato però il solo reporter a riprendere le v::trie fa.si della disgraziata avventura del Pa,10.y. A bordo c'erano anche i reporters del ,.:Fox Movietonc > e del « News of the day >. Evidentemente ì due operatori 1 conservarono il sangue freddo di Alley. perché i loro film sono più disordinati e brevi; e la prova è che, per il governo americano, la versione ufficiale è quella di Allcy. Ma in fatto di velocità le due ditte hanno battuto l'c Universal >. Infatti, i ncj?ativi furono sviluppati in fretta e furia a Manilla, durante una sosta del Chi,1a CliptJer e, due ore dopo es.sere stati sbarcati a San Francisco, i due film si poterono proiettare a Los Angele~, con un giorno di anticipo sulla proiezione del film di Alley a New York. I due filmetti della e Fox > e del « News of the day>, per quanto più brevi e congestionati del film dcli'« Universal >, sono tuttavia pilt vivi e immediati. Il film di Allcy, in alcuni pun. ti, è stato drammatizzato artificialmente da Charlcs Ford, speciali.-;ta in manipolazioni del genere. Con sospensioni e con tagli intelligenti, e un impasto abile di musica e di effetti sonori, la materia un po' uguale del film assume rilievo cd emozione. Gli altri due hanno invece il pregio di essere assolutamente autentici: nessun artificio, ne~un accrescimento, ma la materia prima, nuda e cruda, com'è uscita dalle macchin<" portatili dei due operatori. :,J'eJ film di Allcy, per esempio, Charles Ford mostra a un certo momento la tranquilla vita di bordo sulla cannoniera. Si tratta di una vecchia ripre,a eseguita molti ~iorni prima da un sottufficiale della nave, operatore dilettante. Ma il commento dice: e: Cinque minuti prima della tragedia la vita era calma e serena sul ponte del disgraziato Panay •, e l'effetto naturalmente è raggiunto. Agli altri due film mancano a~lutamentc brani melodrammatici del genere, ma per i buongustai di docum~ntari è proprio questo il loro pregio. Nelle prime scene "'i vedono i marinai americani che, con un sangue freddo impressionante, tirano con le mitragliatrici sugli aeroplani che passano a una quota così ba..sa che lo spostamento di aria camato dalle eliche ~onfia le bluse dei soldati e scompiglia i loro capelli. Si vedono le prime vittime che C.'\dono sul ponte mentre alcuni borghe,i e marinai si lanciano su di cs,e e le portano sotto coperta. Ma non c'è segno di confusione. Uno dei feriti sorride fanciullescamente al marinaio che, piegato su di lui, Ma fasciandogl_i la piaga. Dopo l'ordine del comandante di abbandonare la nave, si vedono le lance con i feriti e i superstiti staccarsi dal Pa,1ay. Si po™>no vedere anche alcune bombe cadere in acqua vicino alle lance, mentre filano verso la riva. Alcuni superstiti sono in acqua; nuotano vigorosamente e scompaiono fra i cespugli della monda. Poi, in campo lungo, il Pa,1ay che affonda ed è inghiottito dalle acque. Si pa:;sa quindi alle scene sulla terra ferma. I feriti ricevono le prime cure e, su barelle trasportate da cinesi, sono accompagnati a Wuhu. Poi di nuovo si vedono i feriti che sono portati a bordo della cannoniera inglese Ladybird, e quindi sull'Augusta. Molte sono le scene di eroi,mo sotto il fuoco : a un certo punto si vede un ufficiale barcollante che dà gli ordjni per il trasporto dei feriti su una lancia di salvataggio, e si tiene con una mano il polso che sanguina. Si vede anche un borghese che si è caricato un marinaio sulle spalle e se lo porta sotto coperta, mentre dall'alto piovono le bombe. Sulla riva si vede un uomo, malgrado le circonanzc, d!- gnit~issimo ed elegante, il quale, stn- "Ciando fra i cespugli, si reca da un moribondo che chiede di qualcuno che gli tenga la mano in quell'estremo mo• mento. Folla e code incredibili davanti ai botteghini e, sulle facciate dei cinematografi, a lettere giganti, scritte del genere: e La verità sul bombardamento del Panay > i e Pariay ! A prezzi nonnali ! >; e: Panay ! Quasi una guerra! >. A. D. )UE WEST NELLA PARTE DI 11lUDAXIOELLA PIPÌ" NEL FIL)( 11ULTIKO GIORNO DI VAOANZA11 (Nl!Ol'I FILJII ) IIDEMIRI [D~)li (Bì]w@@® il ONOSTANTE cert'apparente semD plicità, La dama di picche è tra i rac• conti di Pusckin uno dei più misteriosi e oscuri. Lo schema del racconto, cosi piano, disteso, realistico, nasconde a mala pena un'immaginazione fantastica ed irrequieta: si direbbe piuttosto un,1 favola, che pur riducendosi alla rappresentazione di un ambiente e di alcuni personaggi comuni, a mano a·mano si porta su un piano allegorico e irreale. V'è de~ scritta la fredda foilla di un giovane uffi• ciale ambizioso che, spinto dalla smwia d'arricchire, s'affida al gioco per effettuare le sue speranze. Venuto un giorno a sapere che una vecchissima contessa ha il segreto di vincere al faraone, fingendo d'amare una fanciulla che vive in casa della vecchia, s'introduce nel suo palazzo, entra nella camera dove la contt.:na si sta coricando, e le chiede di rivclarglì il suo se~ greto. La vecchia muore per lo spavènto, senza dir parola. Più tardi il giovane ha una strana allucinazione. La contessa gli appare dinanzi: • M'è stato ordinato di esaudire la tua preghiera•, dice: • Tre, sette, asso, vinceranno uno dopo l'altro, ma tu giocherai ogni sera una sol carta, e dopo non giocherai più per tutta la vita •. li giovine ufficiale si reca a un club, punta una carta e vince. Vince anche la sera dopo, raddoppiando la posta. La terza sera, alzando la carta, invece dell'asso esce la dama di picche: ha perduto. Nello stesso tempo gli sembra che la dama di picche gli strizzi un occhio e gli sorrida. Il giovane fugge dalla sala e, impazzito, finisce in un ospedale. S'esce dalla lettura di questo racconto assai turbati e incerti: il personaggio del giovane ufficiale, sOtto certi aspetti, precorre tantC figure che la letteratura russa ci darà più tardi: • Ha il profilo di Napoleone, l'anima dì Mefistofele•• scrive Pusckan. La sua fredda ambizione rassomiglia a quella di un Julien Sorel. La sua voglia di dominare, la sua gelida, premeditata prudenza sono di un solitario che ha della vita un'idea assai astratta e intellettuale. E: un eroe, insomma, abbastanza disumano, e le avventure che gli succedono risentono appunto di quel distacco morboso e di quella volontaria solitudine. Ridurre per lo schermo un tale racconto poteva sembrare cosa vana e addirittura assurda. Eppure il regista Ozep ci s'è provato: e purtroppo quella specie di magica coerenza che il racconto aveva, e che assomigliava piuttosto a quella dei sogni che non alla realtà, è andata perduta. Un realismo stanco e approssimativo cerca di dar vigore alla rappresentazione, e invece ne diluisce l'interesse. Personaggi che nel racconto erano appena accennati, qui prendono un goffo rili.:vo: molti episodi sono aggiunti e altri mutati. S'è voluto dare alla narrazione uno svolgimento più avventuroso e contrastato, ma le situazioni inventate poco hanno a che vedere con la sostanza del racconto. C'è una scena di un duello, per esempio, tra il giovane ufficiale e un suo rivale. che sembra davvero inutile, come inutile è appunto la rivalità tra i due personaggi. La passione che determinò ogni azione dell'ufficiale dovrebbe essere· il gioco, e non l'amore: e dowebb'essere una passione esclusiva, esasperata, fantastica. Bisogna dire, a discolpa del regista, che il cinemR meno delle altre arti è adatto a certe rapprese-ntationi fantastiche: l'evidenza delle immagini dà sempre ai per~ sonaggi e alle figure qualcosa di corposo e di misero, che soltanto una grande immaginazione nella messa in scena può nascondere. Nel Dèmont! del gioco, che è il titolo italiano del film, 111 descrizione dei costumi è povera e affrettata, e tutti quei personaggi si muovono scnz'ordine e parlano in un linguaggio abusato. Le inverosimiglianze del racconto s'accentuano a mano a mano, e quel che più interessava narrare, la smodata passione pel gioco del giovane ufficiale, e il suo falso amore per la fanciulla che potrà introdurlo nella casa della vecchia, appaiono privi d'un drammatico sviluppo. Per quel che ci riguarda, poi, forse pel fatto che conosciamo soltanto il gioco della briscola e quello dell'oca, confessiamo d'aver poco compreso ..:ome si svolgono in questo film certe partite di faraone; e non c'è stato perciò possibile di seguire con apprensione le varie fasi del gioco e quindì la frenesia del giocatore. Senza contare, poi, che continuamente ci veniva fatto, per una involontaria confusione, di scambiare il personaggio del giovane ufficiale con il Raskolnikof di Dtlitto t castigo. Come in tanti altri film, infani, l'attore Blanchar ripeteva ancora una volta quei suoi gesti meccanici ed isterici e quegli sguardi allucinati, febbrili, che tanto parvero veri nel suo Raskolnikof. Soltanto la figura dells vecchia contessa c'è sembrata descritta con qualche efficacia: autoritaria, sensuale, smaniosa, riesce ad attrarre l'attenzione e le simpatie dello spettatore. Appare, tuttavia, troppo giovane e troppo grassa per interpretare il personaggio di Pusckin; troppo rl!ail!; la sua recitazione toglie ancor di più al racconto quel tono favoloso che gli era proprio. MARfO PANNUNZIO

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