Omnibus - anno II - n.5 - 29 gennaio 1938

li decno hrael Bud.i11.gNoe, della cauednle di Kemphis (Teueuee), al uedlceiimo gioruo del 110 com;il,t.odlgiuo, Il decanoNoe Tiaolprllu.re cht il oorpo p11ò aopran1tere puche •i ru1tr1l'ulma, Al momentodi q:iena fotogr16a, prua d11ranteil dlgiono, pe•u1 U chilogrammiI t111. 111 1 o fa ne pen•• 90 a L PICCOLO, lindo e zelante signor Batson, dalla testa brizzolata, mi aveva attirato in una di quelle incoerenti conversazioni che .. detesto, sulla differenza che passa tra il poeta e l'uomo comune. Il signor Batson amava parlare di queste cose, non perché avesse un'opinione personale; ma non avendone alcuna, voleva sapere quella degli altri. Quantunque fosse sciocco, era una così brava persona che non ìrovavo il coraggio di chiudcr(!li la bocca, dimostrandogli quanto le 1ue domande fossero noiose. Continua.vo dunque a sacrificarmi e ragionando con lui usavo le frasi enfatiche che gli piacevano. Quel giorno definii « l'immaginazione » la qualità che di1tingue il poeta dall'uomo comune. li signor Batson adocchiò questa parola come un passero adocchia un vermiciattolo. « Immaginazione! Ah, molto interessante! Davvero molto intere~ante '. Mio caro Carter, non credete che ognuno di noi possegga questa facoltà chiamata immaginazione? Se chiudo gli occhi, riesco ad immaginare un mondo di cose meravi- ~liose ». « For~e », dissi, « avrei dovuto chiamarla " immaginazione creativa ". Il poeta non immagina soltanto ... ha il potere di creare! ». Il signor Batson mo,;trò di interessarsi più che ma.i: e Immaginazione creativa! Ah sì, molto bene! » e si mise a meditare. e Molti anni fa>, disse, « mi accadde qualcosa di straordinario. Mi trovavo ad un concerto e, mentre l'orche:-tra <suonava Il poema del fuoco di Scriabin, fumavo una sigaretta. La fumavo con il bocchino ... Dunque mentre l'orchestra era a circa metà del concerto, io finivo di fumare la mia sigaretta, o meglio ... ». Assentii violentemente con un cenno della testa. « Capisco quello che volete dire, proseguite! ». « Bene, allargai le ginocchia... con l'intenzione di gettare il mozzicone delb sigaretta ai miei piedi per schiacciarlo, ma sia che avessi fumato la sigaretta fino in fondo, sia che l'oscurità mi impcdi~se di vedere bene, il fatto sta che vidi staccarsi dal bocchino soltanto una pioggia di scintille>. ·Bat.son tacque per riprendere fiato. « Fin qui niente di straordinario», ripre'-e, « anche le scintille ~i possono spegnere con il piede, ma il guaio fu che con esse sparì anche la sigaretta. Riposi iJ bocchino in tasca e mi abbassai per guardare sotto la mia poltrona.. No, il mozzicone non c'era. Erco, vi ho esposto il fatto, mio caro Carter, e immagino che voi pure siate arrivato alla conclusione che la sigaretta era rotolata sotto il sedile del signore seduto davanti a mc. Generalmente ~i usa mettere sotto la poltrona il proprio paltò assieme al cappello, così pensai che la sigaretta accesa doveva essere andata a finire su questi indumenti. Abbassai la testa sperando di scorgere il mozzicone acceso: se lo avessi scorto ero pronto anche a mettermi carponi, e a bruciarmi le dita, pur di raccoglierlo. Ma non riuscii a veder nulla. Se ia cosa fosse avvenuta durante un intervallo, avrei potuto battere sulla spalla la mia vittima e dirle: "Scusate signore, per uno spiacevole incidente ... " o qualcosa di simile. Ma disgraziatamente la orchestra continuava a suonare la sinfonia e voi sapete quanto siano suscettibili gli ascoltatori di un ç.oncerto. La mia situazione era più che disgraziata. Non solo mi era difficile avvertire il mio vicino con il frastuono che faceva l'orchestra, ma se anche vi fossi riuscito, egli avrebbe dovuto alzarsi, prendere il suo cappotto, scuoterlo, e gli ascoltato• ri si sarebbero rivoltati contro di noi. La sola cosa che avrei potuto fare era abba~arrni, afferrare io stesso il cappotto e tirarlo fuori di sotto la poltrona>. « Sì >, dissi, e credo anch'io che sarebbe stata la soluzione migliore! ». «Vero?» gridò il signor Batson, lie• to della mia approvazione; « e difatti stavo p<'r allungar la mano sotto la poltrona, quando un nuovo timore mi arrestò. Che avrebbero pensato di me i miei vicini? Che ero un borsaiuolo». « Dirri un ladro, piuttosto», aggiunsi. « Sì, un ladro», confermò il signor Batson, e un volgaris,;;imo ladro. Cli spettatori mi avrebbero afferrato: avrebbero, come si dice? ... Sì, avrebbero avvertito il proprietario del paltò ... chiamato un inserviente ... Vi rendete conto, Carter, che nessuno avrebbe creduto alla mia stori;t? Neppure voi, credo». e No, certamente. Mi ç_arebbc sembrata una fandonia! ». «Vedete?» g1idò trionfalmente Batson. e:Non ne feci nulla e mi appoggiai allo schienale della poltrona pieno di angoscia, cercando disperatamente di trovare un'altra soluzione. Che fare? Ebbene, una co.,a semplice: mi meravigliai di non avervi pensato prima. Invece di avvertire l'uomo che stava di• nanzi a me, avrei avvertito uno dei miei vicini, sia quello di destra che qurllo di sinistra. Sembra una cosa semplice, non è vero? Ebbene credetemi, Carter, invece mi accorsi ch'era" impossibile". Il mio primo tentativo non ebbe alcun risultato, o meglio mi fecero con rabbia: "Ssss ... Ssss ". Mi rivolsi disperato al mio vicino di sinistra e accadde lo Messo. In breve una dozzina di persone ,;t~va agitandosi facendo per protesta: "Ssss ". t straordinario l'effetto che un assalto siroi1e può avere sopra una persona! Rimasi senza fiato. :Mi feci piccolo piccolo, fermo sul mio sedile, asciugandomi il sudore. A poco a poco mi calmai. Dopo tutto, pensavo, non era detto che la sigaretta dovesse bruciare il paltò del mio vicino; probabilmente si era spenta. Ma qualche minu• to dopo eccomi di nuovo in agitazione». li ~ignor Bat'-On alzò il suo naso appuntito: « Sentivo o non sentivo un odore di bruciato? No! Era il solito odore delle sale dove :,i fuma, n:a non avevo ancora finito di rassicurarmi chl' l'odore di bruciaticcio mi tocca le nari . Puzz.o di stoffa che bruciava! ». 11 signor Batson si battè la pancetta con le sue mani linde. « Mi spaventai; mi aggrappai alla poltrona gelido di terrore. L'orchestra stava suonando 11 pezzo di chiusura, ma quando sarebbe finito quel pezzo? Intanto in quale stato sarebbe ridotto il disgraziato cappotto!' Senza contare poi che il fuoco di quel cappotto si sarebbe attaccato a tutti gli altri ... Carter, capirete Jo stato d'animo in cui mi trovavo. Avrei dovuto subin la collera e l'indignazione del proprietario del paltò ... Avrei dovuto subire l'impaccio della mia ridicola situazione; mi avrebbero umiliato pubblicamente. Intanto, 11 puzzo di bruciato si faceva 5empre più forte. Guardai il mio vicino di destra e poi quello di sinistra. Eran( assorti nell'a.scoharc la musica ... comC' era possibile che non si accorgessero di nulla? La testa dell'uomo davanti a me era ancora nella posizione di prima. Fu allora che scelsi il mfo piano, un piano abbastanza vile. Ma vi assicuro che non ne potevo più ». 1l signor Batson fece una risatina. « Stavo per di• re », aggiunse, « che non mi sentivo d1 afTrontarc la " musica " dei miei vicini. Sì, infatti non mc la sentivo di assistere alla scenata che sarebbe scoppiata alla fine del concerto. Appena l'orchestra avrebbe suonato l'ultima nota, sarei scappato. Ed ceco che alla mia decisione seguì l'accordo finale. Un grande scoppio d'applausi mi disse chr i miei tormenti erano finiti ... Raccolsi tremando il mio paltò da terra e mi alzai di scatto, pronto a fuggire. Impossibilr uscire dalla fila di poltrone. Chi era abba~sato per prendere il proprio cappotto di sotto la poltrona, chi stava infilandoselo: ero prigioniero. Vidi con orrore che anche l'uomo davanti a ml' si era alz.1.to... Troppo tardi onnai pe scomparire. Ma l'individuo non si abbassò per raccogliere il suo soprabito. Mi sporsi e vidi che sotto il suo sedi!,~ non vi era nulla. Infatti... l'uomo " non " :.\Vcva cappotto! >. Il signor Batson mi guardò sorridendo blandamente, poi mi battè sul braccio: « E non basta, mio caro Carter ! Quando mi trovai per istrada, e estrassi di tasca le sigarette e il bocchino per fumare, vidi che nel bocchino era rimasto il mozzicone della sigaretta precedente-. Non vi pare un episodio di "immaginazione creativa 11 ? >. « Lo è certamente, mio caro Ilatson ». dissi; « ciò che sto pensando da mezz'o. ra, è proprio vero>. « Che co~a? » chiese Batson. e Che innegabilmente voi siete un poeta », dissi, « un vero poeta della prosa! ». MARTIN ARMSTRONG (tradutione di Lea Schiavi). .,.1\ llilROIE6rTI IliBERTHA I ,\ GROSSE DERTl1A comparve, nella IQ nostra infanzia, come una strega gra~- sa e terribile, che somigliava a un cannone, ma anche alle figurine buffe del Corriere dei piccoli: siamo la generazione della guerra, noi, e non abbiamo avuto zucchero, ma in compenso le più meravÌ• gliose favole del mondo: Re Soldati, principessine bionde, Peter Pan vestito in color cachi, 11latte condensato che sgorgava dalle scatole, i monumenti fasciati di paglia, i cieli popolati di uccelli mortali. E Bertha Krupp. Si dissero, di lei, atrocissime cose; la s1 immaginò assetata di sangue, denaro e strage, 11 viso della Medusa, le mani d1 lady Macbeth, ma anche i due quintali di Teresina -dei -baracconi: Bcrtha donna e Bertha cannone ~i eran confusi ormai, e noi pensavamo candidamente che la sua bocca larga minacciasse Parigi, e fosse quella di un drago. Era inv1..:ceuna buona ragazza: suo padre, Federico Krupp, a\'eva ampliato enormemente le officine paterne, dando loro uno sviluppo unico al mondo. Tutte le invenzioni guerriere della Germania di allora avevan trovato applicazione e perfezionamenti nelle officine Krupp, e si parlava del , vecchio Fritz •, delle mitragliatrici, dei f-uc1h,delle placche blindate, press'a poco come della spada di Sigfrido. Federico, sposato ad una baronessa von Enden, godeva la familiare amicizia del Kaiser-, così che la sua primogenita Bertha fu tenuta a battesimo dall'Imperatore stesso, che per lei fu, da quel giorno, lo Zio Maestà: pericoloso zio, pericoloso padrino. I gran baffi, i gran discorsi, l'arroganza del Lohengrin senza cigno popolarono l'infanzia della bambina di un terrore vago, di una lierezuii intimidita: dalla madre imparava a detestar lo Zio Maestà, dal padre a temerlo. Qu~- sto infelice Federico Krupp, troppo ricw, troppo stanco, si lasciò incantare da torbidi amici berlinesi, per lunghi anm, ed a questi incantesimi si sottrasse, uccidendo.si, nel rc102. Sua unica crede, per volontà dell'Imperatore, restava la primogenita Bertha: alla vedova cd alla piccola Barbara eran lasciate solo sontuose rendite, cosi che, tutore di Bertha il Kaiser, le officine Krupp in realtà passavano alle dirette dipendenze dello Stato. Bertha aveva, in quel tempo, sedici ann1, era una floridissima ragazza, come cc ne sono tante, bionda, con le guance rosse e degli spaventevoli vestiti: buona, caritatevole, se anche la .sua potenza improvvisa le a,,eva un poco dato alla testa, e più preoccupata delle msrghcrit .. giganti fiorite nel suo giardino che non delle armi create nelle sue fabbriche. Lo Zio Maestà, eloquente, temibile e decoratissi~o, la dominava con amabilità e rimproveri: e cosi le settimane che Dertha passava nella virtuosa intimità della Zia Imperatrice (la donna che amava solo 4 K, il Kaitu, la Kircht, i Kinder e la Kflcl1e), si alternavano alle visite che l'Imperatore le rendeva, in Essen, alla villa Huegcl, ed eran grevi, ogni volta, di raccomandazioni e di esigenze. Grande villa alemanna, dove facilmente si ospitavano 300 persone, dove ogni cosa, dai gioielli alle pentole, dai pensieri ai gesti, eran eccessivi e solenni: qui Bertha, nuova Gretchen, nuova Padrona delle Ferriere, simìlc alle più convenzionali eroine, si affacciava, romantica e grnssa, alla ,·ita. La vita si presentò poi sotto l'irreprensibile aspetto del signor von Dohlen u. Hablach, un addetto alla Cancelleria, ben vestito, d'aspetto elegante e crudele come un qualsiasi eroe di Stroheim. II Kaiser ncUa sua nuova veste è un settimanale di grande attrazione: . . ' vz pzacera Le sue pagine colpiscono per la loro signorilità cd il loro equilibrio. Gli argomenti sono scelti tra i più interessanti e curiosi di tutti i campi. Nel fascicolo di questa settimana: T11/11rei sig11or11 G11r11tr11mietitori cAge,,d11 1938 l?Jvrili sott' llCtJllll A,,i11111liin /11g11 Marco R._11mperdtice di 110 Un generale sco111p11re d11Parigi J?..11ggi X L11post11dei timidi A R._0111si/lport11.. ... Jf Secolo illustrato è un settimanale cbe diletta la mente e lo sguardo, cbe si presenta con una veste tipograhca perfetta, che conta fra i propri collaboratori le hrmc più apprezzate del giornalismo illustrato. 1 6 p11gi11e - 5 o centesimi in tutte le edicole S'.l'ACClll.i\-I VERASTORIADI DON GIOVANNI Un "bluff" suolare Jma.Jcherato I--. dal più cau.stico degli umoriJti ! I ... I "CORBACCIO" L. 51 grande •ucce .. o: 2Qo migliaio LAGATTAIN AMORE - (À •• u, ,-;,.,,,/d /,, /"lt• (il• .11. ,.11;,,,, 1,,-,.,,<• .. ,,,0/11••1"1, JDIIO 1/,.,.<• ,// ,,,,,,,,.rt f#,f//lf .,;,,,, ,,,,,,,.,, .. ,,,/,,, friltr , ,.J,l,,.,,J,,,,,.,,,_ l11 t1il111 u11{',.,.,o,, •o• I,,. uopo, ,,; p110 l,,uf11r Ji ,,.,,,,, ,,, l•11l0 "" top.,. Ho, {oru, ,..,,,,., U•tofi)•,,{•li .,, Jopo '"' r' ,,,.,.,,,""' ,,.,;;,.; Yoi, .,,;,.,,.,,,,., i voilr-i ;,,,,,.,.,",.,.,,. .,,. li ,,,, ..,, 11n1i111i pr, /,, ,,;,,,, Crt11, ,u11 u,tnlq ,.,,,,,, r, sr /11 ,lit.-, )i J,,,.,,J J,,, iotliolr 11rro1litr. - S.-,trtlO 110,r t'( 11't, ((IWlllrt ,,,;,,, rÙf>o1t /,, ,t"tti11,t proj11W1lllll ,,,,, ,•; il •J,,f>o11t ,,/ /,,11, F,,ttori,,,. ,1,, .,; /11,J ;,, ,,,,,o,r jf'rl•1ul11. o,,,,. ,lr,1111111' r""", ,,, pt1r ,,. IIU, 11011 ,,,,, ,l,r pr0Jo11i J; « PISET,. BERTOL èilbisettimanaluemoristico che piace in modospecialeai lettori di "Omnibus": BERTOL esce al martedì e al venerdì,è redattodai più deliziosiumoristi e dai più brillanti disegnatordi elRegno. lo aveva scelto, ma il suo desiderio fu MOR.ALE tenuto segreto a Bcrtha, che, in un viag- Come le bt-llcdonne~nd,cle gmc gio a Roma, conobbe 11giovane compa- I J I S 11 •vY"° .,.1, • .s.. "' • E..,.T 1· IN VENDITAOVUNQUE A 40 CENTESIMI triotta, credette a un caso, lo amò: il matrimonio fu di fasto regale, il Kaiser stesso condusse all'altare la sposa ventenne, vestita di lilla, ornata di mirti, e la veste, come la corona, eran stati scelti dall'lm- l!:=======;;;:;;====:;!J peratore. SALVATE LE VOSTRE UNGHIE! Non usate uno smalto qualunque a base di acidi nocivi che •pezzano e ingialliscono le vostre unghie! Adottate invece un ottimo preparato di fama mondiale come lo SAIALTO LE01VILDE Lo sposo, 11 correttissimo signor Krupp von Bohlen, doveva poi diventar famoso per certi suoi gas asfissianti: e la signora Bcrtha lo amò, non senza ribc1lioni, come una brava donna qualunque. Mentre tutto il mondo era pieno di minaccia, le officine seguitavano a fabbricare armi, a spedirle m tutti gli angoli della terra: anni agli Irlandesi, ai Turchi, ai Ooeri, agli Questo rinomatissimoprodotto~ stato il primo creato nel mondo Indiani, ai Cincsì, Ed anche ai Francesi, per la belle1.Zadelle vostre unghie che brilleranno come stelle dopo at Oelg1,agli 1\mericani: soltanto, si disse ~: :c:1!'~:C ttt!~e~1~~-fa~r!::f 0L:C?tcL~~l:~:ttnf;~parato che queste ultime fossero, artificiosamente, Usatt la novità dtl gior-no: SMALTO MANDARINOLEONILDE fatte inservibili, perché non potessero mai, INYUiDITAOVUNQUE0 INVIANOOL & A: MAtWIIA. • VIAALESSAN~IA 11J-A REP. ,, ROM~ ~:!c~l~~odi una guerra, colpire cuori te- '-----------------------------1 Dcrtha intanto, allattando il suo primo r-;::===================== bambino, pensava agli altri bambini, alle altre mamme: le enormi ricchezze non la consolavano, né l'accresciuta potenza, né il favore imperiale. Vedeva, attraverso il fervore delle sue officine, avvicinarsi la tempesta: e, incapace di ribellione, inutilmente sognava di fabbricar innocenti aratri, macchine utilitarie. Piccolissima parte del ,;uo proprio immenso ingranaggio, la povera Signora della Guerra, china sul capo biondo di suo figlio, desolaVINCENZO OAPRUZZI ILSOGNDOIULISSE DBAIIIIIA SATIRESCO IN TRE ATTI 'LlBE I VECCHI E C. EDITORI • TRANI POTENTEDRAlOU.,OPERA DI ALTA POESU, FUSIONE DELLAOLASSIOITÀ00!( IL PIO FRESCOUllORIS>IO IIODERNO- SUOOESSODI PIJBBIJOOE DI ORITIOAEDIZIONE NITIDA ED ELEGANTE tamente piangeva. MARIÙ L.::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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