Omnibus - anno II - n.5 - 29 gennaio 1938

UOI Parigi, gennaio. 1 t E VICOMTE et la vicomtesse J Poliron de Grosmollet prient ~ M. Saviriio de leur /aire l'honneur de dine, che;:,eux le lundi 3 janvier >. Collocato bene in mo5tra sulla scrivania della mia camera nella casa fatata. di GavarniJ odoroso di quell'odore di gorgonzola che è l'odore inevitabile della carta a mano, l'invito alìmentare dei Potiron dc Grosmollct, che la posta mi aveva recapitato il 20 dicembre, mi rammentò giorno per giorno, durante il corso di due settimane, che la sera del 3 gennaio mi sarei seduto alla mensa di una delle famiglie più monarchiche di Francia e, chi sa?, sarei riuscito forse a penetrare per via gastronomica i misteri della Cagoule. I Potiron dc Grosmollet io li conoscevo appena. Quale segreto in quell'invito pomposo e trasmesso con un anticipo di quindici giorni? e [ francesi a,nano farsi fotografare con la forchetta in mano e il bicchiere alle bbbra >. Mi tornava in mente questa osservazione di un mio amico carissimo, e nella cui intelligenza ho una fiducia illimitata. Mangiare è una delle operazioni elementari della vita, e come tale avvolta di pudicizia. Menelik mangiava dietro un paravento, e riceveva le vivande dalle mani di un servo cieco. Uno dri segni più precisi dell'ammollirsi dcll.1 civiltà, è quando i costumi pèrdono il contatto delle cause naturali, e vivono di vita propria e presto convenzionale. 11 convitare alla propria mema è una delle fonne più auguste dell'ospitalità. ~1a quale contatto ormai tra quella forma e il comune e venti déjtuner avec moi >, che non è più se non un e bonjour > più lungo e costoso, ma altrettanto vuoto di conseguenze? Quelle due settimane di attesa furono feconde di rivelazioni. Il sottosuolo di Parigi eruttava armi e munizioni in quantità. Jl povero lilum non s1 arrischiava più a uscire di casa, e le mani levate ai sette rami della han,iucà, invocava l'Altissimo con pianti e lamentazioni. Jouhaux si era rifugiato alla ..-"\mbasciata sovietica che ha sede nel nobile quartiere di San Germano, ed è circondata da alte mura come la resideri· a del Dalai Lama. Marx Dormoy, ribattezzato Fantomarx, appariva furtivamente fra le torri di Notre-Dame e, lo sguardo scintillante d1 sospetto dietro i buchi della mascherina nera, sorvegliava le manovre dei feroci camelots du roi, dei crudeli croix dt feu che, come beh-e air;5etatedi S..'lngue,insidiavano gl'innoccnti svaghi degli i~ritti alla Il I Internazionale. I baffuti agenti del minio;tro degli Interni avevano già portato in prigione un generale citato più volte per atti di valore. alcuni ufficiali fomiti di magnifici petti, una mezza dozzina di alti dignitari della Legion d'Onore, e parec• chi signori di aspetto venerabile e di costumi illibati. Sondando con la pun• ta del paracqua le cantine degli antiquari, avevano tratto alla luce spingarde in quantità, balestre e colubrine. ~ella luce incerta dell'alba, nell'ora in cui i lattai vanno di ca.sa in ca.,.a a deporre le loro bottiglie nutricanti, gli ,;panini, che come ombre fru~ianti nettavano dalle strade i segni dei vizi notturni, scoprivano abbandonati sull'orlo dei marciapiedi grappoli di mitragliatrici, cataste di carri armati, piramidi di cannoni. Per aver scoperto una fregata a tre ponti nel bacino del giardino delle Tuilcries, il brigadiere Sostène Durand fu citato all'ordine della SUreté Générale. Nel cerchio del sospetto Il giorno della monarchica cena si avvicinava. La mattina del 1l ingerii a scopo preparatorio una leg~era dose di magnesia calcinata, e la sera del 3, rasato di fre,;co e serrato in uno smoking a due petti, mossi spcranroso verso l'hOul Potiron dc Gro!'imollet, ricordando a mc stesso che h6ttl in certi casi può significare e casa privata>, a fine di non cadere a mia volta nell'errore di un grande quotidiano di Roma, il qua. le nel darr notizia che la duchcso;a di Vend0me era deceduta nel '!iUO hotel, serie.se che l'augusta signora era morta nel suo albergo. La notte era chiusa nel gelo, come la corona nuziale della povera nonna nel• la teca di vetro. Fendendo l'estasi del silenzio, spirando fumo d~lle narici come il drago Fafner dalle froge, traversai da parte a parte la città, nero e pattinando sulle scarpette di coppale, fra due file di alberi brinati, che scintillavano come candelabri di cristallo. Gl'invitati erano sparsi a gruppi per il salotto Louis XV. Malgrado le prc• sentazioni lun~he e faticose, né io riuscii a capire i nomi di coloro, né coloro il mio. La voce si era sparsa che il nuovo ar• rivato era u,i monsieur étra11ger, e la confidenza, che per effetto dei « martini » cominciava a scaldare gli umori e a sciogliere le lingue, operò un brusco rinculo, e riportò quei messieurs e quelle dames alla rigidità di altrettante statue a congresso. Gli sguardi convergevano su me, come proiettori sull'aeroplano nemico. Nei cinque minuti che per dovere di ospitalità la padrona di casa dedicò a me, io minutamente ammirai dietro la sua guida gli oggetti donati via via dai principi della Casa di Francia ai Potiron dc Grosmollet, e pcxatì dentro una vetrina, sopra una imbottitura di raso: il ventaglio d'avorio istoriato, dono della duchessa d' Angou!Cme; la tabacchiera di smalto donata dal defonto Conte di Parigi; l'orologio d'oro con monogramma, dono del Duca di Guisa. Terminata l'ispezione del reliquiario e abbandonato a me stesso, cominciai a bordeggiare da gruppo a gruppo. Un duro vocabolo, Csar, che sonava come il cesareo titolo dei CK>vranriussi, ma ri\pondeva evidentemente a un significato diverso, colpì più volte il mio orecchio; ma non appena mi avvicinavo a un gruppo il discorso ccs~ava di colpo, poi riprendeva su nuovi e blandissimi argomenti, come la salute dei bambini, l'ondata eccezionale di freddo che percorreva l'Europa, i pregi di comicità dell'ultimo film di Fernandcl. E Csar? « Madame est servie! > ris~ indi• rettamente alla mia angosciata interrogazione la voce anonima del mag~iordomo, il quale aprì le porte della sala da pranzo e scopri la mensa scintillante di cristallerie. E mentre tristemente io mi avviavo verso quegli splendori al braccio di una ca,;cante douairière, che, le labbra agitate da una masticazione continua e le gote grondanti pelle, faticava a convincermi che l'Italia è IIU ..... la terra dei grandi palpiti d'amore, io, fissi gli occhi sulle giacche zebrate dei camerieri schierati dietro le sedie, pensavo che in un paese che tanto sl vanta di aver operato per la libertà, il marchio si perpetua, su quella stoffa servile, delle frustate sulla pelle dello schiavo. Filippo :Eguaglianza Ciò che non potè il e martini :., potè lo champagne. Nulla alle ostriche servite su un letto di ghiaccio tritato, debole al cohsomé royal come farfalletta che si provi al volo, la conversazione si irrobustì alla suprénu barbue, e quando il marcaJsin aux carottes, ucciso in una battuta piedi e brandendo la forchetta sulla quale era infilzato un grosso boccone di cinghialotto. « CI. la verità >, continuò il vecchio signore. e Luigi Filippo Giuseppe, duca di Orléano; colui che odiava la Corte di odio mortale; colui che non si pcritò di far sue le più feroci, le più immonde idee dei .sanculotti; -colu} che nel giardino del suo proprio palazzo, di notte, come un assassino, preparò quei moti che insanguinarono Parigi e la Francia; colui che, nelle funeste giornate del 5 e del 6 ottobre, tentò usurpare il potere supremo, inerpicandosi sui frantumi del trono; colui che non "i vergognò di sostituire il nome dei suoi avi con quello di Filippo Egua• PARIGI. SCONTRO TRA POLIZIA E 11 0AMELOT8" DAVANTI A NOTRE·DAM:E dì caccia dal piombo personale di Monseigneur e mandato in dono « à son fidèlt Potiron de Grosmollet >, fece il suo ingresso nel gran piatto d'argento, coricato sul dorso, le zampette rattratte e un 50rri.setto di scherno sul dente uncinato e bianchissimo, l'oratoria dei commen~li aveva acquistato la scrosciante intensità di un torrente equatoriale, nel periodo delle grandi piog~e. Apostrofi più alte emergevano dal fondo vocale, come lingue di fuoco da un braciere : e Il fronte popolare ci conduce alla rovina! >. e Un israelita al governo della Francia!>. « La patria di Giovanna d'Arco nelle mani di un ebreo! :,. e Fino a quando durerà la vergogna?». e I comunisti ci hanno venduti a Mosca!>. « Socialisti, comunisti>, gridò un tale, e sono conseguenze: i radicali, ecco le vere cause! ». e Ah! ah! > ghignò a questo punto un signore d'età seduto a capotavola: « li radicalismo al quale voi imputate i mali della Franlia, è opera di coloro ai quali voi offrite il trono di Luigi decimosesto:,. Si udì come un rombo: « Les Pri,ices? >. e Un loro antenato>, dbattè il vecchio signore. e t. un insulto! > gridò il visconte di Potiron dc Grosmollet, levandosi irl glianza; colui che non arrossì di sedere all'estrema sinistra della Convenzione; colui che osò votare la morte del re; colui la cui testa indeg-namcntc fu mozzata da quella stessa mannaia che aveva mozzato la testa di Luigi il beneamato: ecco il fondatore del radicalismo, ecco il vero, grande responsabile della Francia corrotta! >. Taglienti, accusatrici, le ultime parole del vegliardo erano echeggiate in mezzo al gelo e alla perplessità. In quel momento medesimo entrò il maggiordomo reggendo alto con le mani guantate un piatto infestonato di pizzi, e dentro il quale, a simigliarna del dorw di un colossale maggiolino, si arrotondava una charlotte di cioccolata, puntcg~iata di fragole candite. Sulle molle del divano Uno dei proverbi più attendibili di questo paese di cui sono l'ospite provvisorio, insegna che c'est par les femmes qu'on arrivc. E quando età non consente gli arrivi? t l'ora euforica in cui i commensali si levano da tavola con gambe di cauc• ciù, hanno il naso a lanternino e la la~ crima al ciglio, e tuffano il grugno dentro il bicchiere a pallone, ove più che sorbire, fiutano la (me Napoléon. Tuttavia, le virtù solvitrici del liquore non riescono a operare wl sospetto che la mia misteriosa presenza ha suscitato in questi camdots a,sociati al destino di un re, ma forniti di animule da servette, e però, slittando sui tappeti spessi come capelli di un collegiale pettinato all'Umberto, mi riduco in un salottino appartato in cui vasti divani sparsi di cuscini e poltrone grasse e paciose come balie, mi invitano all'abbraccio. Ivi mi raggiunge la vetusta douairiè• re che ho accompagnato per braccio a tavola, e che durante il pasto ho avuto alla mia destra. Che importa che costei sia un rudere cosmeticato e io la replica fedele di Mohammcd Shah Aga Sultan Khan III, figlio di Aga Khan Il, nipote di Aga Khan primo del nome, discendente diretto di Ali, il e Icone di Dio> per parte di sua moglie Fatima, figlia del profeta Maometto? La luce rosea e come filtrata dal lobo di un orecchio, muta la realtà in sogno. li divano è fondo e il potere della vedova Cliquot così grande che, dalla mensola di una biblioteca nana, le poc. sic rilegate in vitello di Alfredo de Musset sì fanno largo tra Lamartine e de Vigny, si aprono a pagina 93 e, con una vocetta giallina di vecchia pergamena, canticchiano pian piano : Nous étions seuls pensifs, Et nous avions quinte ans. Il momento è propizio. Mi chino all'orecchio della douairière, aguzzo la voce per vincere la durezza del suo timpano, e : e Marchesa, che significa Csar? :,. E la marchesa, in un canto d'amore, risponde: « Sua Altezza ?vfonsignore il Duca di Guisa ha 62 anni, è pretendente al trono di Francia e abita un castello nel Belgio. Mio marito, il marchese di Fais. sancourt, è un fanatico della causa, ma io... >. E la marchesa di Faissancourt, per manifestarmi in maniera allegorica in quale conto tiene il ritorno di Monsignore sul trono di Francia, avvicina la destra alla bocca, e usando dell'unghia del pollice a guisa di plettro, pizzica con esso l'orlo della dentiera. e 11 marchese si reca spc...--snoel Belgio, e anzi, in questi ultimi tempi - ma per carità, questo rimanga tra noi - le visite furono più frequenti del solito. Una volta accompagnai mio marito. Travers.."\mmo all'alba la pianura di Waterloo sulla quale vigila un Icone, e poco dopo arrivammo davanti al cancello del parco. I viali erano coperti di foglie morte. Via via che ci avvicinavamo al ca.stello, il rullo del tamburo echeggiava più chiaro, come un trillo massiccio ,. « Un tamburo? >. e Era Monsignore che si esercitava. Monsignore ama il tamburo. E. un virtuoso del tamburo. Bottesini non era forse un virtuoso del contrabbasso? Dà dei concerti di tamburo ai quali intervengono i più bei nomi di Francia. Gli inviti ai récitals di Sua Altezza erano pubbJ;cati nell' Action Française, prima della rottura>. « La rottura con la Casa dj Francia?>. e Quel malheur! Vede, Monsignore il Duca di Guisa non si occupa diret• t.."lmentcdi politica : è un vero signore. Ma suo figlio, il Conte di Parigi, è giovane, ha frequentato le università del Belgio, professa idee avanzate. E poi ... Dicono grande l'influenza di mo11sieur dc Bcrnis... Illustre famiglia francese, rinomata per le sue gesta libertine ... Un cardinale de Bernis, ambasciatore a Ve. nezia, fu protettore di quel polisso1l di Cas..'lnova. Un altro lasciò fama di poeta scollacciato ... In ogni modo, e contrariamente a come pensavano i suoi avi, il giovane Conte di Parigi stima che la vera Francia non è quella delle dame del faubourg Saint-Germain, al• le quali mi onoro di appartenere, ma quella dei lavoratori ... Si è accorto che i dirigenti l' A.ction Française, Léon Daudct e Charlcs Maurras, uno perché sordo, l'altro perché grafomane, aborrono dai rivolgimenti, vogliono che le cose continuino come sono andate finora, con gettito regolare e abbondante delle sottoscrizioni, e senza la minaccia di essere controllati un giorno da un re... Per rimettere in piedi il partito monarchico che faceva acqua da tutte le parti, ha fondato il Courritr Royal e, per mezzo di questo giornale di tendenze socialiste, lancia, lo sconsigliato, appelli agli operai. Où allons-nous, mon Dieu, où allons-rous! ». « Agisce solo Momignore, o consiglia. to da qualcuno?>. « Istigato, volete dire, c.obillato da de La Rocque :,. « Il colonnello Cac;imiro? >. « No. I dc La Rocque sono tre fra• tclli : Casimiro, Pietro e Gastone. Come nelle dinastie commerciali ebraiche, i Sévérac dc La Roçque lavorano in società e tra parenti : Casimiro è capo dei Croci di Fuoco, Pietro è segretario e consigliere del Conte di Parigi, Gastone è teorico del socialismo e redattore del Populairt. t. un ~enere i piedi in due staffe >. « In tre, volete dire >. « In seno ai camclots du roi, molti, a imitazione del Conte di Parigi, deploravano l'inazione di Daudet e di Maurras. Scontenti, uniti agli scontenti dei Croci di Fuoco e agli scontenti di altri p:irtiti, crearono lo C.S.A R., ossia i! Comité Secret d'Action Révolutionnaire, che si riprometteva di abbattere il governo di Fronte Popolare e preparare il ritorno del re. Dallo C.S.A.R. vennero fuori i primi caf!oulards (così chiamati da loro st~i) che Fantomar.~ Dormoy fece ai-restare in seguito alle esplosioni dcll'ttoilc. Al rumore delle bombe e per rilezzo del Courritr Royal, Monsignore il Conte di Parigi smentì ogni sua partecipazione allo C.S.A.R. >. La marchesa di Faissancourt smise di parlare, e mollemente si adagiò a riposo nella rosea penombra del boudoir. La diffidenza che la mia persona aveva ispirato ai camclots raccolti a m<"nsa intorno al cinghialotto di Monsignore il Duca di Guisa, continuava a preoccupanni. Ne accennai alla marchesa. « E,ifaul ! > fece costei, dandomi un buffetto sulla guancia, con la. mano profumata e unghiuta come un artiglio. e Bambino! La Francia è lacerata dalle fazioni. Diffidiamo gli uni degli altri. Capitato fra noi così jnaspcttatamente, vi hanno scambiato per un UJ'tascì >. « Un ustascì? :.. « Un affiliato al comitato terrorista che preparò l'attentato dì ?vlarc;iglia... Ma voi, piuttosto, parlatemi di Napoli, dei laghi ... >. ALBERTO SAVINIO NOTA. - Sul drammatico intervento del vecchio signore seduto a capotavola, è necessario un chiarimento. L'Actio,i Françai.se, i camelots du roi, lo C.S.A.R., ecc., sono partigiani della dinastia degli Orléans, di5cendenti di Luigi Filippo. Considerati legittimi dagli uni, i discendenti di Filippo Eguaglianza sono considerati illegittimi dagli altri, cioè a dire da.i e legittimisti >, i quali sono partigiani della discendenza diretta di Luigi XVIII. li vecchio signore seduto a capotavola era un « legittimista > sciaguratamente capitato a quella mensa di camclots, come un corvo tra le colombe. Disgraziatamente, discendenti di Luigi XVIII non ne co;istono, né si può considerare tale quel signore attempato e catoblefaro che conoscemmo nel 1924, all'Albergo di Russia, a Roma; che aveva militato nell'esercito olandese delle lndie, donava la propria fotografia firmata e Louis XIX » e, se un malcapitato pronunciava in sua presenza il nome di Napoleone, s'infiammava in faccia e gridava: « Non si pronunci davanti a mc il nome dell'Usurpatore! >. A. S.

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