Omnibus - anno II - n.4 - 22 gennaio 1938

I L MlO denaro l'avevo puntato sul nero, e il mercato finanziario si fermò sul rosso. Mi tolsero l'ultimo centesimo dalle tasche, e mi lasciarono andare. San Francisco non è poi il peggior posto, per chi è rovinato: si passeggia, ci si guarda intorno e si dimenticano i guai. Il brutto è di notte, quando si cerca di dormire in una camera buia. Una camera buia a San Francisco non è divena da una camera buia a New York o a New Orleans, se soffrite l'insonnia e se siete rovinati. Ci sono stato : lo so. San Francisco è il miglior luogo ch'io conosca, per passeg,:tiarc. Basta avviarsi in una direzione qualsiasi ; si va sempre a sbattere contro qualcosa d'interessante. Se vai per di qua, càpiti all'Embarcadero, dove arrivano le navi; per di là sbuchi a Chinatown ; per di qui ti trovi a un tratto sul Fishennen's Wharf, tra l'odore dei granchi cotti in casseruola, sui marciapiedi. Quel giorno risalivo la Van Ness Avenue. I rivenditori di automobili usate coprivano con la loro merce metà del marciapiede. Cartelli sulle vetrine dicevano : e Quest'automobile si vende a 100 dollari>, oppure e Quest'automobile costa solo 25 dollari iil contanti >. Ridevo tra me, pensando ch'ero così al verde da non poter nemmeno comprar benzina per una motocicletta. Ma seguitavo a leggere i cartelli domandandomi quale macchina avrei comprato se avessi avuto denaro. Jmprovvisamenmcnte scorsi uno strano cartello. Diceva: e Quest'automobile si vende gratis. Rivolgersi di sopra, stanza 402 >. La gente guardava e tirava via, convinta certo che si trattava di una nuova fonna di pubblicità. Così pensai anch'io ma non avendo nulla da fare m'indugiai a rileggere l'avviso. Stava su una e Luxury J 2 > nuova fiammante da almeno 4000 dollari. Addossato a una vetrina, cercai di spiegarmi la cosa, ma per quanto mi sforzassi non vi riuscii. Sul marciapiede c'erano altre macchine, tutte con i prezzi segnati sopra. Niente da dire: due e due fanno quattro. Ma quest'altra, sembrava che qualcuno volesse regalarla. Cosi, due e due non facevano più quattro. Non facevano niente. Sono curioso come tutti i giocatori, io. Salii una rampa di. scale e bussai alla porta del 402. Qualcuno mi disse d'entrare. Entrai. e un ometto col pizzo grigio sollevò la testa. Portava un feltro nero morbido come quelli che usavo io quando i cavalli correvano giusto o i diagrammi dello stock markd non oscillavano. e Ha messo lei quell'avviso sulla " Luxury 12 ", gil1 in :strada? > chiesi. e Sì >, rispose. e Be', che scherzo è questo?>. e Non è uno scherzo>, disse. Mi guardava con occhi che non vedevano: grigi, solidi, senza iride. Grigi e basta. Mi dettero i brividi. e In questo caso>, risposi, e la prendo, se non Jr dispiace >. e Affatto::., disse. Mi tese un modulo rosa già firmato. e Che c'è sotto? > m'informai. e Niente>. e Grazie>, dissi. Non trovavo altro da dire. e Si figuri». rispose. Dopo questo strano contratto era come se me ne fo55iandato. Voglio dire che stavo sempre nella stanza, ma per quel che riguardava l'ometto ero a un milione di miglia lontano. M'ignorava talmente che io stesso sentii di non esser Il, e me ne andai. La chiave dell'automobile era nello sportello. Feci scendere la macchina dal marciapiede e la portai all'agenzia delle e Luxury >, e Quanto mi date per quest'automobile? > chiesi al direttore. e Perché vuol venderla? > mi chiese. e Per mangiare >, risposi. Cominciò a cercarsi intorno un poliziotto. e Se ho ben capito >1 mi disse, e lei non ha denaro per mangiare e vuol rivendere una macchina nuova fiammante da 4000 dollari? >, e Già>, feci. e Mi dia il modulo rosa>. Glielo tesi. e Dove ha preso questa macchina?>. e Mc l'ha data un uomo::., risposi. In quell'istante, davanti alla porta passò un agente e il direttore fischiò. Quando il poliziotto ebbe capito, fischiò per un suo collega. Uno rimase con mc, l'altro andò in cerca del vecchio. Tornò con un'aria sorpretl'a. ~ Costui ha ragione>, disse. e Quel vecchio idiota del White Building gli ha regalato l'automobile. Gli ho chiesto perché e m'ha risposto che non ,nj riguardava •· Si volse all'a(!cntc che mi sorveglia• va: e Vieni, Petc >, disse, « non possiamo arrestare un tipo perché ha incontrato un pazro •· Dopo lunghe discussioni, mi dettero 2400 dollari in contanti per la macchina. Presi il denaro e andai a giocarlo in Borsa. Questa volta puntai sul rosso; non potevo perdere. In quei giorni bastava scommettere che i titoli sarcbhcro scesi per guadagnare. Quando tutti dicevano che il fondo era raggiunto scommisi che sarebbero caduti ancora. Ebbi ragione. Il vecchio mi portava fortuna. Lo strano è che niente mi sembrava strano. Parlando da solo ripetevo a mc stesso che il vecchio non esisteva e che l'aver avuto un'automobile per niente era la cosa più assurda del mondo. Ma le parole non contavano. Qualche cosa dentro di me accettava pienamente la faccenda. Quando lo stock market cadde così Tolto il modulo rosa dal portafoglio lo applicai contro il parabrezza e lo firmai. Poi glielo tesi. e Grazie >, mi disse. e Le pare? > risposi. Salì nell'automobile e andò via. La volta seguente che l'incontrai fu alle corse di automobili a San Leandro, in California. Ero app'cna arrivato nel recinto quando un'altra macchina si fermò accanto alla mia. Avevo con mc un termos; l'aprii per bere un sorso. Mentre me lo portavo alcosa che non avevo, no? > chiesi. e Già>, diMC. Presi i biglietti di banca. « Grazie >, dissi. e Le pare? > rispose. e Se fossi in lei giocherei nero, 13 e g >. Improvvisamente scomparve. Giocai il nero, J ~ e 9. Giocai forte e vinsi forte. Mi allontanai da quel tavolo abbastanza ricco per vivere un anno, ed io non vado in alberg~i di second'ordine. Avevo paura di pensare al vecchio. lL OJKJTEI.O DELLA T1UlilT! A li.EW YOI.X, FRA LA !ORBA, I OlABDINI .E I 0:1.1.TT.I.OIELI b.uso che non fluttuava nemmeno più, mi regalai un viaggio con i miei guadagni. Andai in Florida e vinsi duemila dollari ai dadi e puntando sui cavalli, poi andai a New York. Una sera, all'angolo di una strada, m'imbattei quasi contro il vecchio. Avrei dovuto esclamare: et una vera sorpresa riveder lei qui >. Ma non ero sorpreso. Mi sembrava perfettamente naturale rivederlo: mi stupì solo di rivederlo in miseria. Il suo feltro nero era sempre quello, il pizzo grigio era ben curato, gli abiti perfettamente a posto, pure ero certo ch'era rovinato. Nessuno può nascondermi queste cose. Uno che è rovinato, posso vederlo rivestito a nuovo in una macchina da 12.000 dollari, con ]'autista, ma mi basta uno sguardo per capire se è senza un soldo. e: Ciao>, dissi. e Si ricorda di mc? >. I suoi occhi grigi si volsero, e mi sembrarono di marmo. e Certo>, rispose. e: Lei çome .sta? >. e An;illo come lo zenzero di Giamaica >, risposi. e Le dispiace di far due pas'ii con mc?>. Ci accompagnammo. Lo portai dove avevo lasciato la mia automobile, una e Imperia) > da 5000 dollari comprata due giorni prima. cQuest'aut0mobile>, dissi, cè gratin. I .!-uoiocchi non esprimevano nulla, ma le sue labbra sorrisero. « t.. uno scherw? > <.hiesc. e Nicnt'affatto >. e Allora >1 disse, e la prendo, se non le dispiact >. le labbra guardai verso l'altra macchina e vidi il vecchio che si portava un termos alle labbra. Gli tesi il mio; contemporaneamente lui mi offrì il suo. Incrociate le mani prendemmo ognuno il ttrmos dell'altro. Come se recitassimo. e ... be(le? > disse. E bevve. e ... bene>, risposi, e bevvi. Anche lui aveva del Cointreau, ma il suo era autentico, il mio no. Mi guardò ancora una volta con quegli strani occhi grigi, poi si mise a seguire le corse. Non so quando se ne andò. A un certo punto, voltai la t~- sta: non c'era più. Tre mesi dopo ero a Montecarlo. Per un po' le cose mi andarono bene, poi la pallina cominciò ad evitare i miei colori e i miei numeri. Perdetti senza interruzione per tre settimane. Infine, a un tavolo vidi un croupier con un viso come uno stivale lucido rastrellarsi i miei ultimi biglietti. Mi avviai, tentando di ridere, ma sentivo un venne sottile rodermi lo stomaco. Essere senza un soldo in America è una cosa, esser rovinati in un porto straniero un'altra. Il verme sapeva di chinino. Qualcuno mi battè sulla spalla. Il vecchio, cappello nero, pizw grigio e occhi morti, era lì. Non provai nessuna sorpresa. Nessuna. Lo aspettavo, forse. « Le è caduto questo>, disse. E mi tese un rotolo di banconote. « Che sbadato, a fanni cader qualChi guarda le stelle senza pensarci le vede belle. Chi le guarda e cerca di figurarsi come fanno a andare in giro senza mai urtarsi, presto lo chiudono dentro ed è matto. Ecco quel che mi faceva provare il vecchio. Prendendolo con naturalezza, era un vecchietto tranquillo, con un pizzo grigio, un cappello nero e due buffi occhi. Ma a volermelo spiegare sarei ammattito. Presi i miei guadagni, andai a Pa. rigi e mi annoiai. Parigi mi sembrò un carnevale. Una quantità di luci elettriche e di donne e di rumore e di vita, ma niente che si potesse prendere sul serio. Mi aspettavo ad ogni istante che smontassero le tende e andassero a recitare altrove, lasciandosi dietro un posto vuoto. « Perché sono venuto? :t mi chiedevo. Finalmente lo seppi. Ero in quel che chiamano il Quartier Latin. Lungo un marciapiede arrivò una folla urlante ed esasperata. La gente si rialzava, rientrava nella folla e scaraventava altri nella strada. Al centro c'era un fitendarme che teneva per il colletto il vecchio. Il cappello del vecchio era ammaccato e il suo pizzo in disordine; gli occhi illeggibili come sempre. e Qualcuno di voi parla l'inglese?> chiese il gendarme alla folla. e Certo. che c'è? > chiese un giovanotto con una gran cravatta nera. e Che ha fatto quell'uomo?> chiesi. Non mi venne nemmeno in mente di chiederlo al vecchio. Avevo afferrnto al braccio il giovanotto perché la folla non ci divide,«-. e Ha ucciso un tipo>, mi ri~posc. Un drappello di poliziotti francesi a cavallo sopravvenne e circondò il vecchio. e Lei c'era? • chiesi al giovanotto. e Certo >, mi risp<>'iC. e: Il vecchi~ si è avvicinato cosi senz'altro a un tipo col cilindro, ha tirato fuori una rivo)- tella e gliel'ha scaricata addosso. Dicono che il tipo col cilindro fosse una autorità>. Il giorno dopo andai dal con.sole americano. e t un americano>, gli dissi. e Bisogna far qualche cosa •· e Già. Ha ucciso un membro della Camera dei deputati >, mi disse il console. e Lei che mi consiglierebbe di fare? >. e Qualche cosa >, ripetei, « o c'è pericolo che tirino qualche filo a Washington. E che la facciano salture da quest'ufficio>. Era un bluff. e Farò un'inchiesta>, promise il console. Quando mi rivide, mi disse che non poteva far nulla. e Non so nemmeno se è un americano>, disse. e Lui dice che non ha nazionalità. Anche se fosse un americano non potrei far niente : ammette di aver ucciso un deputato :t. e Perché? > gli chiesi. Il console alzò le spalle alla franceie. e Dice che non aveva motivi>, rispose. e La polizia non ha potuto strappargli altro, tranne che non conosceva l'uomo che ha ucciso, non l'aveva mai visto prima, e non ne aveva mai udito parl:lre >. La cosa non mi meravigliò. Se il vecchio regalava un'automobile a un estraneo senza motivo, perché non avrebbe dovuto uccidere un estraneo per la stessa ragione? Due e due facevano quattro 1 ora. La cosa era logi• ca, ma non riuscii a farla capire a nessuno. Ascoltata la mia storia, minacciarono di mandare in prigione anche mc. Non sapevo più che fare. Non mi permisero nemmeno di vedere il vecchio: dissero che lui diceva di non conoscermi e che comunque non voleva vedermi. Non so se dissero la verità. Forse sì. Dovetti rinunziarci. Rima.si a Parigi altri tre mesi"; finalmente m'imbarcai per tornare a casa. Appena lasciato il porto scesi al bar e ordinai un whisky liscio. Avevo appena finito che riapparve il vecchio. e Mi permetta di offrirgliene un altro>. disse sedendosi accanto a me. Chi mette le dita nell'acqua bollente si scotta. Ma chi le mette nel metallo fuso che è cento volte più caldo non sente nulla. Cosi è la sorpresa. Se avessi visto una cosa terribile avrei urlato come una donna. Ma vidi l'uomo col cappello nero e rimasi calmo. Forse ero troppo intontito per spaventarmi o allarmarmi. Comunque parlai calmo: e La stavano portando in prigione, l'ultima volta che la vidi >. e Sono fuggito>, rispose. e Che posso offrirle? >. « Whisky liscio. Come fece? :t. e Due whiskys lisci>, ordinò al bar· man. e Ecco, uscii semplicemente fuori >, mi rispose. Alzai il bicchiere per portarmelo alle labbra. Poi lo posai con cura per non versare il whisky. e Senta :t, gli dissi, e questa storia non può continuare eternamente, sa. Uno di noi è pa..zzofurioso, e anche se lo siamo tutti e due non mi piace >. Avevo la testa mezzo voltata, ma i suoi occhi di marmo grigio girarono e si fissarono nei miei. Alzò le spalle e inarcò le sopracciglia. e Un altro whisky? > chiese. Una molla mi scattò nel cervello ; ricordai. Bevvi il whisky liscio. e D; rnio ! > esclamai. e Dio mio! Ora ricordo: l'hanno giustiziato. Le tagliarono l:l testa con la ghigliottina >. Le sue sopracciglia s'inarcarono di nuovo. e Ah? > disse. « Sì >, insistei. « L'ho letto nei giornali•· e Cosl se lo spiegano>, disse. e Un altro whisky?>. e Dammi la bottiglia>, disse al barman. Bevvi un sorso e tenni la bottiglia in mano. Ma lui me la tolse e si versò un bicchiere, senza levare gli occhi dai miei. e All'inferno! > gridai. e L'hanno ghigliottinato, è certo! Le tagliarono la testa e lei morì ! Lo so che è così ; non stia a negarlo! >. «Benissimo>, rispose, e sia come vuole lei ::t. Bevvi un altro sorso e pensai ancora. Poi mi aggrappai al banco con le due mani. « E va bene>, dissi, e sono pronto. Bisognerà pure che lo sappia, presto o tardi. Tanto vale ora. Chi è lei? •· e Non lo sa? > chiese senza levar gli occhi dai miei. e Glielo domando>. e Va bene>, rispose.. e glielo dirò>. Sopraggiunse un ubriaco; perdè l'equilibrio e mi buttò le braccia al collo. Per poco non cademmo in terra tutti e due. Quando mc ne fui sbarazzato, l'uomo col cappello nero non c'era più. Non riuscii a ritrovarlo in nessun posto, sulla nave. Ora sono negli Stati Uniti. Non faccio che viaggiare, ma so che non giova. Un giorno, chissà dove, incontrerò l'uomo col cappello nero. Lui mi dirà chi è, lo so. E io non voglio saperlo. MICHAEL FESSIER (tradu{,ione di Maria Mortone) Wij~~~!à A,t S'.ERa,A.Gtttl rn -\ LONTANO, e 1embra vicina, un• ..o. ce viene incontro: la voce chi.;,a d'un disco: sembra che sia staia mYentata per e1primere la malinconia ddlc eanwnelle frivole, Ragani e giovani spla110 intorno al recin10, vorrebbero enirare. La donna grigia seduta alla caua ,ta molto bene al suo po110 e mi dice che, Id pro,sima yoJta, po110 portare la macchina fotografica. Anche un uomo, che non gu.. r• do, dice: e Sl, d >. Armi barbare e pelli sono di fronie , • sininra, una 1cnda che mi ~ade tulla Lu eia: è J'ingreuo del ,erragho. Che ~nfo Immagino che milioni di microbi aualgono la mia gola Non posso rendermi conto che tia 11ata inven1ata quella cat1iveria: chiudere le beuie in gabbia per farle vedenlmmagino che quelli uomini che le cuuodiscono debbano stenure più delle loro be11ie. Comincio dalla prima Kimmiet1a, che non somiglia alle altre scimmie. Credo cht non po1rò proseguire. lntrav,:do gabbie11e una sull'ahra, e gabbie intorno intorno, e in meno al recinto animali accucia1i, putridi. Questa i,cimmicua americana, bruna, monra i denti, è allegra; a tempo di musica (un diKO segue l'altro) balte contro la parete della gabbia un 1orso di cavolo. La guardo con in1enso uupore: somiglia alla signorina C. . L'allegria di questa bestia nera mi di fori.a per passare alle ahre gabbie. Gli istrici stanno ognuno in un angolo, come una musa di ,pine e di crostacei bianchi e neri buttati via. Le mangulle non somigliano ai gatti, hanno un brutto muso nudo. Non penso più di volerne una coppia. Il primo leone ha le zampe incrociate: o ascolta la musica o sta per addormentarsi ; gli oni sono pronrati ; sciacalli e iene, in gabbie pic:coliuimc, puu.ano e guardano con rabbia. Mi sembra impouibile di pro.cguire il giro. Senza accorgermi, mi sono mcua a parlare con un giovane dalla pelle JCura. Gli domando se è romano, ma è tO· scano. Gli faccio osservare che i poveri pennuti 1en1ono freddo; il pellicano batte i denti e gli altri, immobili sulle gambe lunghe, inverositnilmente angosciati, rt:sta• no in posiz.ioni assurde. Su queni pare che nemmeno più la musica abbia influcnu.. Ma il giovanouo mi risponde che hanno molte penne; tuuavia, più tardi, metteranno molta paglia e copriranno le gabbie. Secondo lui, quelli che .offrono sono i piccoli r ... ccodrilli. Di loro non m'importa. Il giovanotto è lui stesso un caccia1ore Quui non gli credo. Dopo poco, mi auicura che la loro ditta, di Trie1te, è quella che mantiene bestie e uomini. Gli pOJSO credere. Ora andranno in Germania e venderanno glì animali ai giardini zoologici. Mi sento sollevata. La lince 1ta in un angolo, superba. t un maschio: non lo possono accoppiare per• ché diventa terribile; lo stesso per quc11a antilope che ha uguale atteggiamento. Due pappagalli blu, con un ricamo intorno agli occhi e le tene di traverso sul collo, mi guardano disperati. Una capretta indiana, lungo il vi.aggio dall'India all'Italia ha allattato i tre leoni che ho visto; i c.apttt• tini Ji uccisero. ll giovano110 mi spiega c,he quasi tutte le bestie 10no indiane. In Etiopia è stato a caccia, ma ora è proibito. Pare che gli animali, ,paventati dalla guerra, siano tutti fuggiti ohre il Giuba e on. ,i aspetta che ri1ornino. Non $0 se debbo credergli. Mi racconta che gl'indigen.i quando si affezionano a un bianco lo amano c,ome un dio. J serpenti li prendono nel 1acco. Qui sono in una gabbia di vetro; uno solo è ,veglio: la sua 1esta cammina come sot• facqua. Non mi fanno pena. Auiemc ad cui, imbalsamata, estranea, è una lucenola tropicale. Due scimmiette, una bionda e una bianca, pettegolano con i bambini che geltano loro pezzi dì verdura; intorno ad esse se ne muovono altre con 1e facce di vecchietti petulanti. L'uomo del serraglio è irnpar.iente verso i bambini: qui gli hanno dato molto fastidio e altri guai sono itati il vento e i repentini temporali, cosl vicini al mare, I vi,itatori, scarsiuimi. Infatti sembra di euere in un paese spopolato. Sopra la nostra tena, un ciclo trapunto di nuvole; il serraglio è ai piedi del Cas1ello, le torri ,i elevano ahiuime, enormi torri di scacchi. Le be,tie sono ipno1iu.ate dalla musica. li giovanotto mi assicura che si fanno continue disinfezioni. Dubito. Vuol sapere se anche le antilopi indiane hanno nel loro .sangue i 1ripan01omi ; io vorrei consolarlo, ma non lo ,o. Per far bere le tigri, che hanno un nato largo e bellissime sirisce, introducono una padella tra i ferri e la poggiano; con un annaffiatoio la riempiono; le tigri bc\'ono qucte, non preciumente come ì gatti. !l.ict• tono il muso quasi nell'acqua e la lingua iale e scende. Una tigre non vuol lasciare la padclb, ,e la prende fra le zampe e ,i mette a giocare ruriosa. J guardiani non possono en1rare nelle gabbie; ci sono sohanto due uomini: e Le gabbie sono piccole, qualunque movimento fa la bestia non ci si può difendere>. Adesso i cacciatori, fra cui il toscano, andranno nel Tibet. Queua è la stagione buona; non fa freddo; con le reti prendono quasi tuni gli animali. Le tcimmie grandi le vendono ai e pro• fcssori > per gli esperimen1i. Gli domando se conoscono il pro(. Lembo, mi dicono che è loro clien1e: e Le scimmie che scapparono dalla sua clinica eraoo nostre >, mi comunica il giovanotto che per la prhna volta si è acceso. A lui, il suo, sembra un me,tiere come un altro; fone a contatto degli animali è divenuto cosl misurato. Le scimmie piccole si vendono intorno alle mille lire. Per le grandi non si pronunzia ; ma certo né venticinque, né cinquantamil3 lire come qui si crede. La caccia più pericolosa sembra sia quella al gorilla, e non ! facile trovarne. Mi pare che abbia ragion,. la signnra teosofa: molti mali JOno caduti sugli uomini, a causa della loro perveniti verso gli animali. Lo spctlacolo di questi animali, fermì in una loro infinita 1ris1e:ua, è cosl tragico che ho la sensazione di assistere ad un film doloroso e spietato. ANNA ROSSI FlLANGERl

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