\ IL SOFM DELLE RIUSE tLE 1EM;PB1BSSlEON 111 IliPIRANDELLO g UN ANNO dalla morte dell'autore J:! ucc, edito da Mondadori, il primo volume della raccolta completa delle novelle di Pirandello, e insieme una bibliografia delle opere di lui in edizione italiana, curata da Lo Vecchio Musti con certa accuratezza. Pare quasi che a Pirandello, ora che i successi spesso clamorosi del suo teatro si vanno allontanando, accada ciò che era naturale gli accadesse: d novelliere si va definendo nella mente dei lettori più dello scrittore di drammi e commedie. Del r::sto, è pur sempre difficile prevedere quali saranno, di un <11utorenumeroso di pagine, le opere destim1te a trovare rispondenze anche nei lettori di domani, e si sa anzi quali scherzi d tempo abbia giocato talvolta a molti autori. Puntarono tutto sul poema, e non restarono che come sonettisti; scrissero tragedie, e ormai non si legge di essi che qualche pagina di buona prosa. Riguardo a Pirandello, il suo teatro avri sempre una particolare importanza se non altro pu chi Vorrà avere documenti sui caratteri, e anche gli umori della società europea e americana del nostro secolo. F. infatti, ci fu davvero tutta una società che credette all'improvviso di ritrovarsi 1n Pirandello. Si trattò cosi di una popo. larità dovuta in grande parte a certo dilettantismo contemporaneo, per cui nessun() si contenta di andare al teatro rnltanto per assistere allo spettacolo, o di leggere un libro soltanto per cavarne un divertimento mentale. La sorte di Luigi Pirandello, almeno come autore teatrale, .fu quella di chi si compiace. d'andare in• contro alle ambizioni degli spettatori e, forse, sia pure assai meno, anche a quella dei suoi lettori. Le novelle di Pirandello tuttavia appa• 1000 a prima vista in una tradizione onesta e tranquilla.._non contenendo esplicita nessuna p0lemica sia ver-so il pubblico, sia ·verso la letteratura. Sono, specie quelle scritte avanti la guerra europea, ore.valentemente novelle a intreccio, con effetti finali, combinate in quel modo che pro• cura subito l'interesse dei lettori. E i no- \ellieri, si sa, spesso furono, e sono, gente anonima, abili m un mestiere che par quasi apparentemente. alla portata d'ognuno. La novella è stata in Italia un genere \tOlgare cui tanti autori italiani hanno voluto provarsi. Era una piccola macchina ,. ~- montare con qualche ingegnosità e ~te più, e vi si provò onorevolmente d'Annunzio, e dicono che volesse pro• \arcisi perfino Carducci. Quasi nessuno pareva sospettare che alla novella occorresse una particolare vocazione. Le novelle italiane di quest'ultimo cin. quantennio sono poi, spesso, prossime al bozzetto e alla scenetta di genere. Vi si incontrano personaggi sniopi e scialbi, dai nomi mediocri, e sempre ogni figura vi è fi,.,ata soprattutto, e spesso esdusivamen- ,c, attraverso certe particolantà fisiche d1 pOCo conto. Pirandello non poco ebbe a msistere sempre sugli aspetti fisici dei suoi personaggi, e tante sono le sue nO\elle che "' iniziano con la presentazione di generiche macchiette.• :vtiopi tutti e due, parlavano vicinissimi, in piedi, l'uno di fronte r ;all'altro ... alti. magri. rigidi. .. •· Co&i nello f Scialle nero, che è la prima novella di l quelle per un anno ~. • Ben pasciuto, liscio, rubicondo ...•, t! detto all'inizio di un'altra novella. Un ~iovanotto pallido, anzi ~iallo, magro da far pietà ...•, si legge altrove. 1-.k prime nO\elle di Pirandello ,t\'('\'ano fi~ure <;pesso dt:fim1e cosi gene• r1c;1men1e.con aggettivi sempre a terna, ma spesso scelti quasi a caso. ) La storia delle novelle di P,randcllo, dalle pnme a quelle che ha scnlto in ultimo, e tutta in un continuo seguire modi trarli~ ✓.IOnali ddla nostra narrativa provinciale e horghese, e nd volere insieme liberarsene, "!,(rado a j,(rndo. L'odierna edizione ha il pregio di mostran::1 in appendice alcune , ariaz1on1 eh"'· l'autore apportò alla sua prosa. Vi sono modihcaz10111contro certa lie\C retorica che par"e perseguitar Km• pre uno ta1uo schl\ o .da ogni J<Onfiezzae inutilità verbale; ed è: cosi che troviamo per esempio un con dura e pallida fer• mezza al posto d1 con eroica fermezza•. \' anche un smemorata mestizia • in,cce dt blanda mestizia infinita•. Poi Piran• dello ebbe a combattere dentro di sé non poco provmc1alismo letterario: cosi tro• v1amo: la luna comparendo di sorpresa •, ,m•ece che facendo capolino •, e un • si• i.tnor cavaliere 'che diventa• signor lspet• tore Non mancano le soppressioni di certo mtercalare dialettale come , Sissi- .l(nore, sissignore•; eppoi perfino un ten• 1ati,•o d1 liberarsi di ricordi classici, per cui 11foscoliano: lievi nel tramonto entro rosei vapori • diventa: lievi e quasi aerei nel tramonto•, con una illusione di sec• chezza moderna. Queste le modificazioni, insieme alle tante altre; e stanno a dirci quanto Pirandello avvertisse fin nella sua prosa lo scarso impegno letterario con cui ci;i:liaveva iniziato la sua carriera di no• \elliere. Lo studio d1 Pirandello su le parole non ha tuttavia il merito di essere giunto a definire, in maniera esemplare, una pa• J{lna La sua attenzione verso le parole era desunata a restar casuale; anche se non mancano le variaziom intese a precisar il lt..,.,,co. I,e variazioni più importanti mirano a togliere alla prosa un tono che de• rivava dal rempo in cui certe novelle furono scritte. Serra, in un suo sommario pa• norama, mise Pirandello fra i novellieri • salottieri •, accanto 3 Zuccoli; e quelln non resta un giudizio avventato, ma piuttosto semplicemente un giudizio parziale: un giudizio che riguarda, cì sembra, sol• tanto le origini letterarie di Pirandello. Dedicatosi a quella che, accanto a d'Annunzio, poteva essere detta una letteratura minore, borghese, d'uso quotidiano, Pirandello si trovò poi preso da diverse ambizioni. Gli accadde di trovare il gusto per certe piuure e situazioni che poi vennero dette comunemente grottesche. Ma non c'è un grottesco di Pirandello: è nelle sue novelle, semmai, un vago sentimento che potrebbe chiamarsi, secondo sue precise indicazioni, umoristico. Fin dalle prime novelle vi sono in Pirandello costante• mente cene immagini: immagini della luna, delle stagioni; che definiscono più 11tempo e gli ambienti che i personaggi, tutti vicini alla macchietta, pur quelli magari che, domani, troveranno sviluppi logici più che fantastici nel suo teatro. Pirandello forse non aveva modo dj concedere sviluppi fantastici ai suoi personaggi. Di essi non ci narra lll vita, ma sempre, fin dal principio d'ogni racconto, mira a precisarci certa condizione umana. Insomma, è più che altro un descrittore di gente, un osservatore dei casi della vita umana, si da trarne un'impressione che volge al lirico, almeno nei momenti più alti. Pirandello coglie delle cose del mondo, attraverso l'osservazione della gente, una impressione. Da cui egli arriva più alla lirica che al racconto d'intreccio, come mvece certi suoi inizi, certi suoi modi persistenti nella sua prosa sempre potevano far pcnsue. Le sue novelle per questo non rappre• -.cntano una moderna commedia umana. Xon sono che una raccolta di impressioni sulle cose di questo mondo; impressioni spesso sperse nelle minuzie del racconto \·erista cui egli pareva voler arrivare. O'altt.t parte, anche la logica dea personaggi teatrali di Pirandello (! ben poca cosa. Tutta quella smania d1 parlare e di esaminarsi nnn mira a precise conclusioni. Quasi si direbbe che Pirandello, con foga tutta meridionale, abbia spesso amato scioglier sulla scena eterni problemi; ma·quel suo nnpegno s1 :i.ente :i.obito che non ha im• portanza. Par quello dì due amaci che, trovandosi a fare una bella passeggiata, si mettono a parlare dell'immortalità del• l'anima. :--J'eparlano, si inebriano che sia tanto facile essere dei pensatori, poi la varietà del paese li distrae. I personaggi di Pirandello hanno spesso quella smania discorsiva; ma sembra quasi che essi si pongano problemi per giustificare in qual• che modo il loro parlare; quel parlare lirico cui talvolta si abbandonano. Non di rado i personaggi del teatro pirandel• liano sembrano vaneggiare. È che al loro autore premeva ancora una volta U:ntare di dire quelle che erano le sue impressioni sulle cose di questo mondo. Il tentativo era stato confuso nelle novelle da quegli schemi naturalistici che si diceva, come nel teatro lo saranno ugualmente da certa consuetudine scenica moderna, per cui un personaggio ha sempre da essere drammatico, né può mai abbandonarsi sulla <;Cenaad aperte effusioni liriche. Le impressioni di Pirandello, insomma, sono sperse qua e là, nei racconti, nei romanzi più volutamente costruiti, nel teatro, nei suoi taccuini. Compiutamente mai ci è stato concesso trovarle, ma intensamente spesso. AllllfGO BENEDETTI )IJLAXO PJTTOREBOA • 81 PEBTEOGIA L'DLTIKO "DIPil'l'TO" IN ·o,eA TALLOlfE I I \JCHE rane ~enica ha subito I.~ il contraccolpo delle nuove pa• 1 @ rolc d'ordine dominanti in Rus• sia, e in particolare di quelle che governano attualmente il t .1111µ0 del,la letteratura. li fenomeno più intcres~antc della stagione teatrale trascorsa è ,enza dubbio il tramonto da lungo tempo ann\Jnziato, ma che non si prevedeva così rapido, di quel qua• drumvirato di regi:;ti che raccoglieva, accanto ai due più grandi veterani, i due nuovi alfieri della messinscena di avanguardi:1. La fonnula teorica che ha deciso la dec:1denza definitiva di questo gruppo d'artisti è c1uella che ora trionfa in ogni campo della politica culturale, e che prende il nome di e antiformalismo :t perché condanna ogni esperienza gratuita e solo estetica come un preziosismo inutile, un « residuo su• pcrato > dell'arte borghese: i dottrinari pili estremi giungono perfino a scoprirvi delle tendenze controrivoluzionarie, dei veri e propri attentati contro le legittime esigenze di gusto cd i limiti natu• rali di comprensione delle platee proletarie. Infatti, in questa stagione, chi era con.,idcrato il più ardito novatore <;ecoico ru~, e fon-e del mondo, Vsc• volod Mcycrhold, ha lavorato con tanta sfiducia da non poter presentare al pubblico uno solo degli spettacoli preparati per il palcoscc-nico che porta il suo nome. Così pure i rari tentativi di Tairov e del suo e Teatro da Ca• mera > ~i sono ri¼>lti in altrettanti in• ~ucces.,i, m('ntrc la critica attaccava re. roccmcnte un altro geniale direttore. Alc.s..-.androOiki. del e Grande Teatro> di Leningrado. La critica e l'opinione pubblica sono giunte perfino a condannare le ultime esperienze d'un ex bcnia. mino, quell'Ochlopkov che dirige il « Teatro Realistico» di :\,fosca, al con• trario del nome, piuttosto espressionisti. co e ,urrealistico. Qualcuno ha creduto di riconoscere in questo tramonto e una conseguenza na• turale dell'evoluzione del gusto delle ma~sc » l' una fatalità propria a tutte le ...cuole d'avanguardia, che prima o poi -.ono obbligate ad accorgersi di non trova~i pi\! in anticipo, ma in ritardo sui tempi. Un'altra campagna di ,w.mpa chiede un repertorio drammatico e degno del· l'epoca in cui viviamo :t : ed è notevole il fatto che l'attributo assegnato di re• gola all'ideale drammaturgia auspicata da queste polemiche non è più l'agget· tivo <sovietico», ma piuttosto quelli finora tramontati di e popolare» e e na• zionale >. Però, malgrado gl'incoraggia• menti d'ogni genere, i giovani dram• maturghi sovietici, come Slavin, Trcnev c Pogodin, non riescono a soddisfare, ~ia per la qualità che la quantità, l'in• cessante domanda di produzione, anche perché i loro due migliori colleghi, Kir• <;Cioncd Afinoghcnov, sono ormai ta· gliati fuori dal campo d'azione in se· guito alla disgrazia dei loro protettori Jagoda cd Averbach. Così s'è dovuto spesso ricorrere al vecchio metodo di sceneggiare romanzi e racconti, o alla ripresa di testi classici. Moltissimi teatri hanno rappresentato il rifacimento scc• nico del rom;tnzo d'un narratore imma,. turamente scomparso, che recava per caso il nome del più grande dramma• turgo dell'Ottocento russo, Ostrovski. Quest'opera, intitolata Comr l'acciaio fu ttmprato, è forse l'autobiografia del suo autore, poiché racconta la storia di un giovane che passa attraverso l'espc• rienza della guerra civile e, divenuto cieco, supera la propria disgrazia riuscendo a divenire scrittore. Il grande e generale succcs.50 ottenuto da questo spettacolo ha dimostrato chiaramente. che ~ tornato in onore il vecchio e psi• cologismo individualista>, così vilipeso finora dalla « linea generale • della cri• tlca. Ma la maggior parte delle riduzioni, visto che la letteratura sovietica attuale non eccelle in nessun genere, è stata messa in atto su grandi romanzi del passato e su opere di scrittori stranieri : cd infatti il e Teatro Realistico> ha messo in scena un curioso rifacimento del Colas Breug,10,1 di Romain Rol· land, dove il monologo del protagonista veniva interrotto da evocazioni d'episo• di, rivissuti in forma di ricordi d'infan• zia. Un posto di primato e di predomi• nio è stato attribuito, da tutti i pro· grammi della stagione, alla celebrazio. ne del centenario di Pusckin, del qua• le sono stati rappresentati tutti i dram• mi minori e perfino molti racconti e poemi sceneggiati : e forse uno dei più grandi ~uccessi della stagione è stato conquistato dalle multiple riprese di qudla tragedia un po' invecchiata, ma ~ef11prc solida, che è il Boris Godunou. Anche i classici ~tranicri hanno avuto fortuna, a cominciare da Shakespeare per finirt' a Lope dc Vega, del quale più d'un teatro ha messo in scena, con un accentuato colorito sociale, il dram. ma Ftunte Ol:,juna: anzi in qualcuri'o di questi spettacoli il testo era stato mo• dcrnizzato con evidenti allusioni agli odierni av,,enimenti di Spagna. L'unico successo dei teatri d'avan• guardia l' dei nuovi autori è stato per eccezione ottenuto dal « Teatro Reali• ,tico :t, che è riuscito a rappresentare, proprio lo stesso giorno dell'atterraggio al Polo Nord, la commedia di tema aeronautico Il sogno, dovuta alla pcn• na di uno dei partecipanti alla mcdizio. ne, l'aviatore Vodopianov. Ma la riso• nanza di c1uesto trionfo, dovuta in gran parte al richiamo della curiosità e del• l'attualità, s'attutì ben presto; la più g:randc vittoria artistica della stagione resta sempre la messinscena, attuata da Nemirovic Danccnko sul palcoscenico del « Teatro d'Arte >1 d'una riduzione teatrale di An,ia K areriina. Il riduttore Volko\· aveva concentrato in uno spct• tacolo di quasi cinque ore tutti i dia. loghi più importanti del romanzo, riu• nen~oli cd integrandoli con brevi scene e~phcativc e riassuntive: ma il compito di rievocare Tolstoi attraverso il sug• gerito e il non detto è stato assunto completamente dalla regia, nella quale, per la durata di tutte le prove, che si ~n protratte nientemeno che nel corso di d~1e interi anni, il vecchio collega di Stanislavski s'è fatto aiutare dal giova• ne Sachnovski. Gli scenografi e i vestia• risti son riusciti a risuscitare l'atmosfe• ra del romanzo attraverso una rievoca· zione ardita e preci.sa dell'ambiente e dei costumi. Sulla ribalta hanno domi• nato soprattutto due attori, la prota• gonista TarMOva, che ha dato della figura di Anna un'interpretazione pro• fonda e sfumata, e Scmeliov, nella difficile parte del funzionario Karenin. Lo .,tile meccanico e sincopato dell:t a scuola di Meyerhold, da cui qucs'atto• re proviene, ha dato alhl sua recitazio• ne quella specie di rigidità burocratica che il personaggio richiede : ma, sotto quello schema, Scmeliov ha saputo ri• velare anche la sincerità d'un dolore• umano. La concezione dichiarata della rcgìa, quale è espressa in una lettera di Ncmirovic Danccnko agli attori, era quella di rendere l'atmosfera di cschia• vitl1 dorata •• di fatale bovarismo, in cui vive la donna nella società aristo• cratica e t1orghcse: ma in realtà il ca• rattcrc m1cien régime dell'ambiente e della vicenda è stato rievocato con tan• ta intelligente passione, da suscitare nel• l'anima degli spettatori un sentimento d'amorosa simpatia e di commossa in• dulgcnza, che, se our concentrato sulla figura della protagonista, si propagava facilmente anche al mondo che la cir• ronda. E sembra perfino che quella vecchia e grande storia d'un amore pcc• caminoso e infelice sia stata capace di far versare più d'una lacrima romanti• ca anche dall'occhio di qualche e pio• niera > e di qualche komsomolka. Ma le conseguenze di questo spetta• colo, concepito cd eseguito secondo i metodi del realismo poetico di Stani• ,;.lav!iìki,sono state inattese e paradossa• . li1 perché c~so ha segnato la rivincita dell'attore .sul regista, il trionfo dd grande interprete, quasi una rina,cit,1 di quel e divismo» contro cui in.sor~:· proprio quarant'anni or sono la riform,1 di Ncmirovic Dancenko e di Stanislav. o.ki.Questa nuova esigenza del pubblico è ~tata accolta con malcelato compiaci. mento anche dalle autorità culturali l' politiche, che hanno visto nel culto ri• :)Orto del grande attore un altro di quei ritorni alla tradizione ora accolti con tanta benevolenza; e la critica di<;t:ipJi. n.tta cd obbcdicntissim.1 s'è messa col massimo zelo a proclamare la fine della tirannia del regista, e il trionfo d'una nuova democrazia: quella dell'interprete! RENATO POGGIOLI CONCORSO PERMANENTE DI "OMNIBUS" perla. na.rrutone d1un fa.tt.oqua.l•lut, realment..e accaduto a. cbt •ctln. La. na.rrulone non deve •upen,re le \re colon.ne del storna.le,• deve eHere 1nvta.ta. •crtt.t.a. a. maccbtna., da. una. 101a pa.rt.edel fosUo. o,-nl narral1one pubb11cata., secondo l'ordine d1 arrivo e d'accet.t.a11one, verri. compensata. eon Lire 600 (dn• quecent.o). - I dat.t.Uo•crtt.t.lnon accetta.ti non 11re1Lit.ut1cono. • Per ta. va.il• dlt.à della 1pedlflone, 1ervtnl del t.a.· rua.ndo 1t.t.mpat.o qut •ot.t.o,Incollato 1ulla busta.. DA TAGLIARSI çoNçoaso Alla Direzio_n_e_cli_0 _ ..,,..=,~ OMJi D S \ vyy,suDARro N. 2a ~ _ ROMA (CORRIERE FRANCES l1BAIIII D ICONO alcuni oracoli che anche l'anno appena cominciato sarà poco propizio allo splendore dcli.:: let• terc francesi. Gente navigata, gli as1rolo• ghi e i cartomanti procedono per deduz.ioni piuttosto che per divinazioni ; e ìl loro pcs• simismo deve risultare da un ragionamento preu'a poco di questo genere. • Paese dove i vecchi sono sempre più in onore, la Francia dimostra anche troppa attenzione veno i suoi scrittori da molto 1cmpo e arrivati>. Al titolo di Maestro nou hanno diritto che i senanlenni, quelli che hanno dato molto, ma difficilmente pouono insegnare oggi qualcosa di nuovo: Gide, Vdéry, Claudel, Ouha"mel, ccc.. Se qual. cuna di loro fece scandalo 1rent'anni fa, qucJla vcnta1a innovatrice li JCgue ostinata, appiccicosa e ormai vii.iata da troppi cat• tivi umori, in un'epoca che ha già visto ~n altre ribellioni e ben altre audacie; e i professori, le vecchie ducheue e i provinciali continuano a scandalitzarsi di Gide dopo che Joyce o Lawrcncr o Faulkncr son divt:nlati autori per un vaato pubblico mondiale. Cli scrittori di età me:a.ana, i quali subito dopo la guerra conobbero le grandi fortune editoriali, si 50n dati quasi lutti al commercio letterario, sfruttando fino all'osJO il successo iniziale. I Maurois, i Morand, i Montherlant 50noottimi amministratori del loro ingegno, grande o piccolo che sia; soltanto Ciraudoux, più fine degli altri, ha cercato un nobile divenivo e ha avuto la fortuna di trovarlo nel tt'atro. Poeti come Coctcau non si peritano di andare a recitare i loro veni 1,ei cabar~ts, davanti a folle eterogenee e mezzo istupidite dall'ambiente; e anche qualche surrealista si acconcia a scrivere articoletti di moda su riviste specializzate. Il succeuo e il guadagno tt'ntano tutti ; e perfino un cattolico puro come Mauriac si lascia tradire dal cincma1ografo. Poiché la parola d·ordine ~ e la vita a tutti i costi •• questi, che pure .ono fra i migliori rapprew:ntanti della cul• tura francese, vi si immergono, nella vita, con una buona volontà e un'applicazione che fanno sorridere gli uomini davvero e sani e moderni >. E per non scmbrarie troppo aristocratici o troppo raffina.ti, que• sti poeti e romanzieri si luciano trascinare ad esibirsi nelle giurie per le elezioni d~ e reginette di bellezza >, scrivono radio• drammi gialli, dànno consigli gastronomici e si occupano seriamente dell'educu.ione dei bambini ahrui. Se Flaubert rivivesse, l'indignazione lo farebbe tornare per sempre nella tomba. Ma neuuno oggi, in Fra.I),. eia, osa alzar la voce contro tali co1tu• manze letterarie; e il pubblico, visto che gli scrittori, un tempo cosi arroganti, si wn Metti fina1mienteal suo livelto, ha cc,- sa10 di temerli e dJ ammirarli. Quanto ai giovani, se togliamo Giona, tluard e qualche ahro, non se ne sa nuJ\òl. Esistono cer1amcn1c moltiuimi br;ivi ra, gaui che- si dànno allc: lettere, che ini• ziano con mollo onore la e carriera > e: arrivano rapidamente ai buoni posti. Ma non è il caso di parlare di grosse sorpresr e neppure di grossi succe»i. Tipi come ~lalraux, che avevano fatto ali.are la testa anche ai più di~tten1i, si sono poi mc»i a Kriverc dei pastoni pavpagandistici senza sugo; e anche Célint:, il e terribile > Céline, che ogni anno sforna un volume e for. midabile >, non fa più impreui<'n.t a nessuno La sua letteratura è diventata insop• portabile anche .1 chi vi cercava chiuà quali sensazioni . e da\·vcro è difficile tro- \·are un uomo più uggioso e antipatico di ~ucno medico, 1an10 cocciulo nel perse• Kuire un dato iniz.iale che poteva e~serl" in un certo Senso lt:giuimo Aggiungiamo che quasi tutti gli Krittoii fr.1nccsi oggi fanno della politica spicciola. si lrgano a partiti e fazioni, si occupano magari del prezzo del gas e della scala mobile df't salari, s'inteneriscono peggio dei più stami dc1nagoghi sulle sorti di un po• polo che ,a benissimo di poter fare a meno di loro Alcuni si dànno alle conferenze, che in questo paese fruttano .+.uai, altri ai \i.aggi di pura infornlazione, ahri alle in• chiestt' sulla \ ila dei carcerati e sulla tratta delle bianche ; e tutti f...nno la figura di ' zitelle che divorano gli uomini con gli occhi, senza mai trovarne uno che le voglia sposare: perché la e \'Ìla > la studiano meno, ma la pra1icano assai di più i giovani sportivi, spregiudicati, semplici e dichiaratamente privi di ambizioni intelleuuali. t !'urio50 not,1,rc, di sfuggita, com<: in uri e tempo • letterario cosiffatto escano molti libri Jii critica e dÌ esaltazione su poeti come Rimbaud; forse è pura nostal. gia per una genialità, un.i. fre,chcz:r..a,una foru che sPmpre più sembrano lontane. Na1uralmcn1e la letteratura francese prospera sempre ; è organizzatissima, è regolata come una grande industria e non lascia mai mancare la materia prima agli editori, alle riviste e ai giornali. Un'oculata burocra• i.i.ala dirige e la frena in modo ormai quasi automatico. E qualche volta, come nel caso di ~fartin du Card, si vede che il prodotto raggiunge quasi l'eccellen2:a. Ma è Sf'mpre una letteratura in serie, terribilmente age• vole, comoda, interessante come la nostra non si sognerà mai I speriamo) di euere. E la gente, che dopo tutto è ancora capace di fare distinzioni tra la produzione di un'automobile e la produi.ionc di un libro, comincia ad annoiarsi e a volger gli occhi veno più sapidi e imprevisti panatempi. Ecco perché gli astrologhi e i cartomanti esprimono, sotto forma di oracolo, un malumore e una sfiducia che tendono a gene• raliz:r.arsiun po' ovunque. SILVIO PARINI j I I I I I I I I .I I I f
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