7i--.;A VIGNET'J'A apparsa 1cmpo fa O su di un giornale di Ne\\ York, rappreScntava un giovine revitrendo paslorc amt:ricano nell'atto di mostrare ai collcJ,:hi attoniti la sua nt1ova invenzione: una chiusura-lampo al pos10 degli innunwrevoli bottoncini ncn che chiudvno sul davan1i le tonache dei religiosi. Zip!, e la veste è tutta serrata come un usbergo. L'idea, for!>it, non sarebbe cattiva; bisoJ.!llcrebhc, però, che incontrasse il fa\'ore ddlc -.ar1one ecclesiastiche, di quei neJ.:OZI J,(randi e piccoli che fioriscono all'ornhra delle chiese romane: il Gesù, Sant~1 :'\laria :-opra Minerva, San Pietro. Sono annunciati da una vetrina lucida e pieni, d1 rosso, di nero scintillante e di J,:al1011d1'oro 1t d'argento intrecciati con 1 colon pili \"1vac1.l cappelli da cardinah:, di prludu morbida e stirata per il verso huono. stanno come i>udini sul tavolo d1 un past1ccer.:; in alto, sul cristallo scuro, che riflette 11poco movimento della strada, c'è il nomt del proprietario in caratteri ~\·olazzanti e le chiavi incrociate della Santa Sedt:, con lo stemma complicato di un qualche Papa. Niente réclamts sui giornali o intorno all'ingresso; una clientela sicura. Uno strano mondo silenzioso e tacito, di cui non s'avverte neppure la presenza, !>Ìaggira continuamente nei pa• rag(,ti. Sono macchine nere e scorrevoli come l'olio; autisti ben vestiti e dalla voce fìoca, pretim che corrono \ia dopo poche parole, alti prelati, calmi e sorridenti, col bel volto rasato di fresco: tutti, commessi e clienti, usano tacchi di gomma per a1tutire 11 passo, hanno i capelli ben pettinati con la brillantina e le mani hianch<" e trasparenti da intellettuali. Ma anche se la botte~a è un po' triste, senz~ commesse, purtroppo, e senza la cassiera sorridente, l'atmosfera è molto riposante e cordiale. Alle pa.reti, fanno un po' di luce i diplomi bianchj dell'ultimo pontefice. e i brevetti degli uffici ecclesiastici; il padrone, sempre ve:aito di nero con1e i.e fosse in lutto stretto, rilucida, con un pannolino imbevuto di alcool denaturato. le cornici di mogano. Rumori? Soltanto quello della seta 1agliata. u;i fruscio; poi, la voce grave, da basso profondo, d1 un cappuccino con la barba a ricciolett1 che si compra uno zucchetto di panno. Qui, dullquc, si vestono I prett; dal curato che almeno una \'Olta all'anno viene a Roma. viaggiando in tena classe, per baciare la \nano scarna e quasi immateriale del suo pontefice e per ricomprarsi una zimarra nuova da sostituire alla ,·ccchia, che ha preso una bella tinta H,·Je-vcroncse; al cardinale di fresca nomina che _si ordina un imponente guardaroba di enneUino e d1 ricami. Tutto è regolato da inflessibili capoversi d'etichetta \ cstiana; si prevede rigidamente ogm mcertezza su di una filettatura, un bottone di più o di meno, un tono di rosso. Non sono ammessi gli sbagli o le novità: l'idea della chiusura-lampo deve cShcre scartata a prfori. Anzi, quando provai a raccontare la 11toriella, in uno di <1ue1 negozi bui e pieni d1 pi- \"iah lucenti nell'ombra, con i loro fili d'argento, come tele d'Aracne, tut11 i presenti rimasero 1erribilmente seri, fis- ~andom1 come Giuseppe de\'e aver fisROXA • ROOOBETTI, SPOLVERINI E PIVIALI sato, in quel benedetto giorno, la moglie di Putifarre. Per la prima volta nella mia vita, allora, mi resi conto del valore di una virtù teologale: la prudenza. Ma, per fortuna, quando si sta fra persone ben educate e ben vestite, come sono i commessi dì negozio, anche le si,uazionì più imbarazzanti si risolvono p~esto Mi attaccai, per salvarli, a una grande scatola deposta sul banco di legno nero. Era pjcna di nastri di tutti i c<)lori, alti un palmo, di bella seta a gros graì11, arrotolati in rocchettoni. Ne c,ddcro alcunì sul piano del banco, con ppco rumort-, e i nastri fantasiosi si aprirono nella loro lucente bellezza. Ce n'erano dei gialli, dei viola carico, dei rossi geranio, paonazzi, fucsia, colore di moda , pk:r le signore, di azzurrino leggero lcg- ~ro, come il collare delle Figlie di Maria alla processione. Facevano, alla luce fredda che traspare dai vetri smerigliati della porta, una macchia di colore cosi ip1enso che tutti chiusero gli occhi. Er.mo le fa~ce per I magri lombi dei 11Cminarist1. Giallo, 11 collegio polacco; rosso, i tedeschi; violcuo, i brasiliani. Un $ruppo di giovani preti si mise a fru- $arvi in mezzo, beati dai riflessi cangianti t dalla morbidezza della seta, Avevano le 1onachc un po' corte sui piedoni calzati dalle scarpe col tacco consumato, parla• vano in una lingua difficilissima che il padrone, poliglotta come la Chiesa cat• tolica, capiva a volo. Peccato però che soltanto i seminaristi, i sacerdoti comuni e i cappuccini vengano al negozio di persona per scegliersi il guardaroba; ,·escovi, monsìgnori e cardinali mandano soltanto l'automobile nera e silenziosa, con il cameriere più nero e silenzioso ancora, rigido sui cuscini im~ battiti. Sono uomini, questi, eternamente in giaca nera, pantaloni e bombetta; pagano senza contrattare; conoscono a memoria il prezzo e il nome di ogni capo di vestiario occorrente per ogni cerimoma; sentono col 1atto dei loro polpastrelli rosei e sensibili, la qualità d: u:,~ seta moìr~ o la compattezza di un ricamo a •punto Orléans•. C'è una poltrona rossa riservata per loro, nel negozio; da essa chiacchierano sulle novità dei palazzi vaticani, fumano le sigarette col bocchino d'oro, Je11iu o Samos Ex-port. JI padrone della sartoria conduce il discorso, con molta abilità, sull'ultimo articolo di fondo dell'Ossert:atore Romano, sul quale è ferratissimo. Poi, da una busta di cuoio nero che il cameriere-diplomatico ha sempre con sé. esce la lista degli ar.quis1i. E non si creda che vestire un cardinale, o anche un prete, sia cosa facile. Basta scorrere l'elenco delle parti di un \'Ci,tiano completo per accorger-sene. t un elenco pieno di complica\ioni. Per esempio, un prete deve avere scarpe basse con le fibie, \·este talare a sottana, colletto d, lino, e soltanto d1 Imo, agganciato, con un sistema piuttosto compii~ cato, a un collarino duro e al collare nero: così si chiama quella pezzetta che appare dalla piccola apertura al collo della sottana. Poi, deve portare 1I mantello legato con delle fettucce nere, e non con una catenella. Il pahò. pare, è un abuso npro, C\•olc e condannabile. Ma, tutta\ 1a, per I preti, la questione è ancora abba~tanza facile. Diventa più complicata quando s1 trat1a di prelati, vescovi e cardinali. Anz11utto es;i devono J\erc, oltre al ,estilo d1 tutti i )(iorn1, anche una specie d'alta uniforme, da indossare nei ricevimenti. ossia, nella lingua del clero, alle più solenni cerimonie. Ci sono ~onane e fasce violacee, mantellette lunghe fin sotto al ginocchio o che coprono appena le spalle, calu di tutti , colori. Le filettature sono una cosa complicatissima, da pfrderci la testa. I \'escovi le hanno color viola nell'abito comune, i prelati dello stesso colore nell'abito di parata, i cardinali color rosso, invece; i monsignori le hanno di altri due coluri ancora. Poi, ci sono le berrette, di cui una bella sfilata rallegra la vetrina in fondo al negozio. I gradi della gerarchia, anche su di esse sono riconoscibili dal colore del fiocco di seta che sta piantato fra le falde: i fiocchi dei semplici sacerdoti sono neri, quelli dei monsignori sono violacei, e quelli dei cardinali r1,>MoCi.osi le nappe del cappello e I guanti. Anche la pellicceria è mobilitala per le ~appe di eimellino bianco o grigio, che i cardinali portano alle funzioni, secondo che sia tempo di Quaresima o di Avvento. La gioielleria dà il suo contributo con le croci pettorali e gli anelli massicci dei vt:scovi. Di guanti ce n'è cassetti pieni, di tutll i colori, rigidamente confezionati a calza, senza cuciture, e ricamati sul dorso della mano, con varia riéchezza e vario materiale. Incrostati nel ricamo possono trovarsi anche pietre dure, smalti e gioielli: il sarto dei prett, oltre che fare un'opera d'arte, quando r1\'este un principe della chiesa fa anche circolare parecchio denaro, senza dubbio. A questo riguardo, però, il silenzio è d'oro. Insomma, riconoscere il posto occupato da un sacerdote nella gerarchia ecclesiastica non è cosa facile. Fra ferraioli, mozr.ctte, mantelline. cappe. per esempio, c'è da studiare tutta la vita. Poi, salta fuori il cardinale che si veste fuon• ordinanza , che allarga una filcuatura, fa abbassare un collarino, si drappt:ggia di seta più lucida e cangiante, e scombussola \utta la nostra scienza in proposito. Veramente, però, sono consentite pochissime variazioni e, per lo più, esse riguardano soltanto la qualità é la ric- .<.:hezzadei ricami, il pun10 preferito da r1uesto o da quel vescovo, il • punto Venezia • di una cotta o quello Palestrina• di un càmice. Anzi, trattandosi degli abiti per le grandi cerimonie, sorgono altre complicazioni. Punto primo per vederci chiaro: ci sono le \"esti cosiddette •interiori•: amitto, fanone, càmice, cingolo, succintorio e cotta; e quelle esteriori•: pianeta, dalmatica, tunicella e pi~ viale. Inoltre, le •insegne• liturgiche: man1pole, stola, pallio, razionale, nomi strani, nomi curiosi; e gli •ornamenti•: ~uanti, calzari, pantofole, mitria. E il vescovo, di tutte queste cose, ne usa solamente qualcheduna, il cardinale qualche altra; il diacono, il suddiacono e l'arcivescovo non possono vestirsi allo stesso rnodo di un monsignore. Ogni capo viene ricamato in rosso, per i cardin:1li; in viola, per j vescovi; in bianco, giallo, nero, verde. viola, a seconda del giorno dell'anno in cui de\·ono essere indossati. 0Kni indumento è ornato con diversa ricchezza, per la basilica o per la pieve di campagna, e confeziona10 con di, 1erse qualità di sete e di broccato, con regole fisse e rigorose, conosciute soltanto dal sarto e dai camerieri del cardinale. Ma il povero pretarello capitalo a Roma dalla :;.ua parrocchia cht ne sa? Ne ho \"isto unu entrare in un negozio per comprare un Sant'Antonio nuO\O, d1 quelli di i,!esso dipinto; stava a bocca aperta dav:mti alla quantità e qualità delle \Csti esposte ordinatamente dietro I cns1alli puliti. Forse considera\'a quanti metri d1 s1offo avr{1mdosso un alto prelato, uomo che, nella maggior parte dei casi, non si dis1inguc per snellezza. ~la allora, tanti anni fa, nel vecchio seminario d1 provmcia, IUtti erano w;:ua\mcnt(' scarm e patiti dalle vigilie e dai dil(iuni. Davanti alla \'etrina della grande sartoria, 11 piccolo prete si ricorda del tempo lontano. Anche 11 compaKnO privilegiato, quello di nobile famiglia e di alto ingegno, come dicevano I superiori. quello che ha trovato un destino brillante cd ora veste la porporn, era simile a lui. Il povero parroco non crede più che ogni seminarista porti nella \aligia un buono per una din~a completa da cardinale: un cardinale è, ormai. per lui, un essere superiore e 1rraggiun~1bilc, del quale è bt:nc parlare 11 meno possibile. I la rivisto il suo \CC• chio compagno una sola volta, durante una "'isi1a al seminario dal quale entrambi sono uscili, fra il fumo dell'incenso e i visi a1toni1i dei nuovi, futuri sacerdoti che guardavano a bocca aperta l'esempio vivente del collegio. Poi, durante 11 pranzo che seguì la :\lessa cantata, 11vi~o del cardmale era coperto da una boccia di vino rosso. I due antichi compagni non ..,j poterono parlare, altrimenti sarebbe ~tato ricono~ciulo e a\'rebbe potuto baciare quell'anello di zaffiro. L'anello d1 UIT cardmalc è ben difforentc da quello del vesco\·o della diocesi. pensa il pmcro prete. Allora, con 'a ~cui,1 dt dover f.irc un regalo, entra nel ncp:oz10 e s1 fa mostrare, senza comprare nulla, tutti ~li anelli piu ricchi per a\·crh, almeno una volta, fta le dita. MAH.CO CESAH.INl I CLASSICI RIZZOLI llJR!;ITI DA GG0 0JETTI \lortt·cli 18 ~1.•111wi-o.uru 1w..1. 0 i11 ,·1•111\110 i111111tt-lt• t·di,•olt· d,·1 lt(•!!uo lo 1· tli,pt'll"'d <lt·l GalileoGalilei O!'J:;tn - vo1,u,1n· Sl\°CO.\'DO A \t!HA 01 SEB,\STIA.\0 Tl\!l)A\'\HO Qw•-.1u , ulu1111· < Ulllt'Yrtl, c,ltl(' ;_illu\ LIII ,l_i ( ,u.l1h_•u. I~ SttJ</lÌd• torf' 1- 1 Diuloçl11 clf!llt' 111wm> ~ctt'til.f'. Il Sa_/lGllllon· t· 11 <'ttl)tl~ lan1ru p11l(•m1cocli (:ulilt·u ,. in'iit•nw 11t!1-.cur..u dc·I_lill'l),do ì!C~:: 11 :{;,n 1 1~(~~:~a 1 11 r:.:t 1i!'~: i;~'.~:: 1 1~:~~Ì:•1Al;:~:.•Z~11;~:'.;a 1 1~I n~1: 1 / i ..<. 'it•1111ficCl'w1 t•.,i,t;inu, _111(1111".II' dm· r,·l<"hrl 01_>1'11' C.ultltu. ,1 :~;~,:a~ t:f '. 1 'i r Ir :·:;; I!~~I.i~~~~•\. Il / -;:~ ~I I ll:·:~r \~\:~I:l:I•:,:t ~:1~'/'/;,.:\ Vit11 di (:111i/eu riC'<·a. \Urllì. \ I\Ul"t' t' c-11,1 lar~tlnlt'lllt' u~furmata, dw i-ttrù 111ilt· guidH ul h·11ot·1·11t•nt_rllrt' n!·lla \ltfi 1· 111·1drurnllla d'111111<l1·i ma,,11111111g,·j.:'11J d ·1 h·m1n 111odC'r111. OGNI DISPENS,\ COSTA LIRE DUE f;u 1,,.,11 ,,.,,. 1t rlu,,,.,._,. ,.-111m11111t/1 d, 64 11u,01tt- r._,,11, Ab001111n1f',.frJ i,1/f' /$ dc1p,11, .. 1,rf" (I, ,,,,.-d'I ,_,.,mulfl ,.,f 11/111110 t><Jlum,., I•. :IS ..l/1111 prm1• 1lh11.-n•• ,11rMali,•"'• 11n1t "'"'""/" u,11nll11ff p.-r l111,.,,u/1111 "' ,,olunio: ,1,11.. ,1.. ,;,,.,.- * * * \elln 11H'llt>S1t11<1 (·n11t,1.w11e I Cl<.1ii!tlll /lino/i ,.u,w w,(1~i . i11 dut• "uperbP eduil"Jlli, ri11·11 ,, di lus-"J • i "'t'l,IINll1 00/01111: I. To,·qunto Tasso: Poesie \ cura tli t, fèlllC't'"'("o1-luru (1()1)(, paj.:'int•. 11111 IO 1111..t1rn/.). 2."Torquato Tasso: Prose \ (•uru d1 FrunCl·~èo I· ln1a (IU.!U pui:in(•, t:011 6 1ll1.1.. _tru/.), ,. Cl'Onisti del T,·eeenlo \ ,·uru d1 Hulwrlo Pnlmurnn·ln (~~ pa~im·. c-tm 6 11111,11·,.• :.;::;~::;.(!~ 1 ,};~ ~•:j '/, 11 :!,.!. ::n:';i~ 1 :::u:.: 1 t~•·. ';j"', r~:> 1 ;~~~~, S1~ 1·::,~~ù ,~-i~ r111rnli1ù 1· dtt 1111·1·1·u11n111in n t·tlu·\dli,1icllt' olle uuo,t· f,)lnlt' 1h•I Ri11a,C'im1·11to(l.m·I 1rn,agli,1 tnnu i11qut:",tO ""'lume le 1t·~tit11011it111/1· im1111•dia1t· ' diH·r,t·. J. Mistici del Dueeenw e del Trecento \ cura di .\. l.{•\a-.1i (IU2i,,. pal,."ÌIH', èon I.? ill11'-tra/tu11il. rrattttli. r,·~olt·. u•.;.tti:m•n1i. •-nmoni. 111t·1litivion1,c11n-.id1·• ru✓.m11i. h·1tt'Yt·. 11n·1hwn·. jll'll'iNi d11· fanno ri.,ultorf' lt· prin<'il)i.111('krflllt'rhticlu· <l"OJ!'llaiututt· {' dtìnuo lo li111•Jt' 111 ,,,1lj.:'inw11to j.:'t'11(•1·,d:1t"l1I p1·11,1t·n, r,·lif,:'il.l.. d t· m, ..ti<·o tl1 q11t>i du,· ...-coli. , 5. Le prediche ,·olgnri di S. Bernardino dn Sicnn ,\ c-111a di Pu·ro Bar~1·ll111i 111:-t-pa~i1..-. <·(•191 illu• ~1r11/iu11iJ).\irabil(• ract·oltu di 1111tt· li·.(.'; pr(•cli<'hed,·th' ru•I• la /'iut/11 dt·I Cumpo in "iit·11a1'111111U02'Z.' .\'m1 ,.-l, -.critwn· 111 wtto il Q11ot1rocf'11to<'tl'•Ìc·u111ph..· ~o. prufonclu. ttlt'C'Ullll'. 6. Lirici del Seicento e déll"Arcadin \ 1"111'11 di ( arlo ('al,·ot1·rru 1960 pt1giu1•. ('on 16 illu ..u. u11m1i). Su1111 ,t•1111q11attrupo1•11.dal Mnri110 ul Chinbrcra, dul ( ·a111pu1tt•lln111HNli. dal \lr11/i11i al ll.olli. al .\lcrn- ..h. t,in. 111Vr11~011it' 11111f1ino ud uru iiwll m· furono rttc- (0111 ir1 uu ,ulo \01111111·. i· in ... i ,a,;,ft• pr11por/it1ni. 7. Galileo Galilei: Ope,·e (Voi. I) .\ eurn di St·h. Timpunarv {108.(.pagint·. <'OII 16 1llustrft• • ,ioni). S'ini,iu c·ol Dialogo dei 11Hl'-"imi.;:.i.l<•mi >. che (' lo 1,iì1c,•lehr,· clt•llt·opnt· 1,Cl.llih•i11111•. Sc:g1?u11luo i-crit10 ,ullu Bilem·P1to,. t" il e Di-,c·or-.o,ui i;allq:-giu111i »: il e Discorso ,lt·ll1· C1111H"k • eht· ,i p11ù ("1111..,idNitr<' "Ol!W il germe' ciel l.inggiutc,rt• : lt· ~lt·c-anic-ht• . <"11(' co..,titui-.cono lu prima tt·oria "C'Ìt•111ifil·11lt•llt• nrncchrnc ..,.111plici: 11 brt'\C scritto ..ui Dtuli l'ht" i· l"un~i11e dc·I c-ul<-olodt·llt· prohuhilitù. I ·opt·rn ,;irÌl di 2 \ 11l11111i. 8. Castiglione e Della Casa ,\ curn cli C. 1•rpool111i (?f,O pa1ti11P.c·ou n illt1,tru110111). l ro,•1·rt·11•i11 qm•-.10 ,011:1111l·t· tlm• n1wri· -.111!1· quali ,1 "1111 motldlak 11· uri-.tt1<·nl/Ì1· d1 tutrn Europa: 11 Corh'giuun 1• il C:alutt•o •, l)i qunlo JH'r In primn \uhu si dii t111 11•-.1n i11.. it"t11t· t·ritit·o t' 11011..pur,::1110. OPERE DI LEOPARDI A CURA DI (,/l'SEl'l'E ni-: ltOKEIHIS 9. \lol11111perimo (~'>O pa~itu·. ('011 16 llh1.;1111/iu11ic)o11t1t·t11•1; Cu11l1. 11·Opt'• n 11.t•uwrnl,, uu',lppt>11tlù-e ,11/e OtJeretfe, il ,\lnrlirio de' •j~~~;.ii,,::;::~:~-h 1 I, 1 1 ,• ~~ # '. it !t~ 1 1 1 :: : :•:: 11 i i \ .:::~~:.'i~!( ru; 1 r~:: :et,'-~<'~! :~l.!~:: pttirnu.10 t!n 1111,1 Prt'{11/,1011e tli propol'/io11i ,n,tt·. tli h1·11 :,~tf~J;"[. j:;;;;,:':: \:•I,::, j::~•.i,"I: Il d:;~~:: r },~1:11:; ~!::~~~ ,t:~•t:\,\llj-<l~l'O• IO.Volume se~ondo ll02.a lllli;'lllt'. (•uu 12 111..,.(J'nnuui). Qu1·,to ,,·<1111do ,01111111· t·o1111,r1•1ult,·!'11 ~1rill1 011ri i11 pr,,~,1 t• i11 \t•r-.11, <'hl· \fltllltl dol li-lii ul 1k;6. (h1ll11 1n1du/irnw dqd1 ldillJ di \lo,cu 11ll"1·pi~111mmu .;;ul r,111,11111.. 1•0, I' tllHI ~lTlta q11ttut11 11111i (~::;.lì\.'',:~:;~:;~::1~.i1~ 1 ll~t•::1~1ti~~~1:~:: ~ r:::~~i ~ic~~l~l!:mj~?l~~(:;tl~i• :·:. 1 1~:ii,:· t,~t~·;;:::1 1! :!~~,,~~;; : 1 1 1.'r':·.t• 11 1 :r\ ~:1u:~':. 111 X'.ìi(/ ~!:r,:~r.\~~ puldauc•, prt·,1•11rn1111 q111•.;.1d01 \tlj,;u: 1111 ('11111111110 oll('fllUrM di -.c-rini pulihlicnti o µn·1u1ruti pn il 1>11bhlico,In più 1m11t·t•rudit1. t· 1111ti,u111rnonw111tl·a,ornti, t' eh frnmme111i dli' il l.t·upurcl1 11·11111w•r ._(,_ nut dw t'j.:'li111111 t1t1111,n mt-nu, <ht• 1·r11nu1111/ilo t1·,1i1111miun/lt pii, (·1·rt11,. più g«·lu,a ddltt ,11ll(l1tìi t' p1•11·11111c1lti•tlln -.1111 l1h1·r11 ,pir1111,ourpot•li<·u. 11. Volume lcl'ZO (IU)O JHIJ.:-iut•, t·,111 lf, ill11,11.11u1111). Qm·-.tu lt't/u ,·d 111111110 \ ulun11·. d1 1ni111i11t·ntt· p11b!Jl1C{l/io111• to111prt·nd1·ri1 uua 1i<-d11 .... 1uu1 ,c-1·11u dt·llo Zibllhlom• 1· ddl'f.f}i.-ctolario. ('hìu• tlnì, il ,ol11m1· un /tldic" di ht•tt no puj.:'in<·. in <l11r ;:~::~·:, 1 ::; :~.i.,,~1:';s~1,1~1'. 1 r:: i /t\ 1 i~::111 1 ll'\ 11:' ;;:'.;.~~::,~ 10 1 1 :~ ~u'i'ic.l(ll 111tti i tt·1111 ">ltru fo11u In_-.1orio. i 1uppurti tra le 01wn• ;..:-ru111l1 e:• lt· 11p1•1<• 111111,it1i11dic11t,i·on mi1111ti,.,im11a11nli,;i. ~/~:::::·i IJL 1i\:~1-t r/~(~;~;;<;;;:::; ,::'\:''\•!.~. t~~ i i~l~~'t:i i?.-i t!~~?\ri I~~::::; t' in <·ifrt· trmt·rtì la trn .. (•1i/io11<" quanto mai limpida ed c•,.. 1·111i11l1•cl'11n·op1·rn t' d'u11t1 ,i10 ddlè" piit l!'rt111di che si 1-,11u1~r11110, (;iocll<'l' U\rÙ il pn•d-,o rimn11do olla pagina t· 111 ,nh1111l' di 110-.trn rdi/lOIH". t' 'l'r\ irù ,olo ud t•,-.o. I di/.umt' d1 /11~~0 (i11 !>t'llt· 11111u·1..•-.11 111oro) I . >U J~<frtiOII<' rur,1 lin <·ortu fili~n1111111t1·o.n lq:t11111·11 iu l'l'rl!'U· 1111•1,1.atnµ-ho dorato) . . . . . . . . . . . . I . 60 l~n1li pn lii ot>mli/11 ,1 r,11«- 111l111/1 i ("l//Ju/uug/11 di pru. rnt1t'i11. 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