Omnibus - anno II - n.2 - 8 gennaio 1938

CELLULOIDE NASCITA Di MICKEY MOUSE rn ELL I A_NNO millcnovcccntovcn- ~ tono, m un treno che da New York andava a Los Angeles, un uorno e una donna stavano scdud silcn.tiosi e tristi. Erano Walt Disney e ~u.l moglie Lilian, che tornavano a Lo~ Angeles dopo un inutile tentativo di far dcn,tro. Walt aveva creato un c.trtonc animato, il primo della sua serie, di cui era protagonista un animaletto comicamente umano: il coniglio Ollwald. Ncs~uno meglio di Lìlian sapeva titrnnto tcn,po fosse costata quell'idea, ql1,tnti sforzi r quante privazioni. Perché Lilian era stata la prima impiegata di \V,dt. c1uaudo questi, con il fratello Roy, cr.t andato a Hollywood, partendo d,1 Kansas City, con molte idee ndl,t tc ..ta e con le rnschc vuote. Il ~al.trio di Lilian era di quindici dollari I,\ ~cttirnana: ed•el!a doveva occuparsi cli tutto. I due fratelli dormivano, la- \'OI avano e mangiavano nel grande ,tudio che :wcvano affittato: Walt di- --<·gn.w.l notte (' giorno. Così 1 fra un di".'g-no l' l'altro, s'innamorò di Lilian l' ,i ~pos~1rono; cosa che risparmiava quindici dollari la settimana all'azicnd.1. Il co11tratto per le avventure di ( h\, .lid, che in principio era rembrato molto vantaggioso. pili tardi s'era rivdato t·o1nL·un tranello, e \Valt e la 11\oglic toma\'ano appunto quel giorno a Los Angeles per avvertire gli impiet!•Hi che tutto era andato all'aria. « Co,,t po~,;iamç> fare?» domandò \\'alt .illa rnoglic. « \\',1lt, ti ricordi di avenni r.iccontaw eh<', nll'ntn· lavoravi in quello studio 1"< 1111ml•rcidlt· .l Kan~as City. c'era un topolino che veniva fuori 1 all'imbrunin·, qu.rnclo ,·'cr.1 silenzio. e tu gli davi d.1 m.mgi:1rL·le briciole della col;i;zione? Perché non prendi un topolino· comtt prot.1~oni .. ta di quah:he disegno? ». W.ilt Disncy tirò fuori un pezzo di 1 .irt.1 <·di,t•gnò un topo con le orecchie 1·11rmn i, un., bo<.:c~1gr:mdi.,sima e un p:n~lu -~•a...->a p,illina. e C.0,1. ». ~ « Co,ì! :\_I.1cì vogliono k bretelle per , p.111talont». e E 1x·rché? Po,,,.0110 bcni!'i-Simo-.tar ,11 da ,oli. Lo chiamcrt"mo Mortimer ,\lou,<' ». I.a moglil' ,co~M! il capo. e: No1 11011 v;1 ht•nt·. Chiamalo ~1ickcY. ~Iousc: ci "?110 pi1ì ~fickcy ,il mondo che Mortun<-r >. Dcà,1·ro dt tl'llt,ir di lanciare :\.{iker :\1 ,lN' cl,t "tOli.E furono giornate dure p(.'r \\'alt e la moglie. I primi « Micke~, .\folL"c » era.no così insipidi che nessun dMributore \'Olle prenderli, a nessun co- ,lO. Il t<'r.!O« Mickey » sembrava desti. n.,to jlla ,;;t(•,,.1 fine, quando fu proict1.1to in un u•atro cinese, da un piccolo dhtribulOrt· indipendente. Volle il caso , h,· il f.11110,0 impr<'sario Ro; as~istc~sc un giorno alb r..tpprcsentazione: portò 11cartone a New York e, dopo averlo r.,tto ,incronizzan.· con i nuovi mct0di ,dlorJ vc·n11tiin u-.o. lo l.:rnciò. Da <1ud giorno ~1ickey Mouse è statu .unmirato da tutto il mondo, più di qu<tlunquc \'Cl'O attore o di qualunque ,tclla. È ,t.Ho proiettato al Circolo \1 tico t· .ti l'Equatore: i soldati italiani l'hJ.11110H'duto in Etiopia, durante la , onqui,td: lo hanno proiettato a Scian- ~.ai durante i bombardamenti. e a Madr id. ~ono il fuoco delle artiglierie: i dch·g,1tì ddla Lcg,1 delle 1azioni rin- \'iano ')Qlcnncmcntc le ,;edute e poi si riun1.;cono d,1vanti a un cartone di ~lickcy ~1ou~e. il ..olo personaggio cinematografico che p<mano capire tutti. Or,t, \\',1lt Di~ncy sta lavorando a 111<·ttcn· -.ullo ,chcnno le favole di (;rìmrn. :\la certo Walt Disncy non potrà m.,i dimcntic-are quel critico giorno del 1928 quando, nel treno da New York a Los Angek~, nacqu<· improvvi,amt·nte .\.fickcy :\ilousc. LEVERTIGDIENLILSAIDNEY ~ ECON DO le statistiche, 1'8 agosto ~ 1910 nacquero a New York parecthic bambine di cognome Bronx. ~ylvia Sidn!'y era una di quelle. A do- <fai anni informò i suoi genitori che ,olcva fare l'attrice e che voleva co111inci..tn:~ubito. I genitori pensarono thc cr.1 un po' presto per intcrromrx:re le 'icuolt· rC'golari e cercarono di per- ,u,tdcrla ad a5pettarc qualche anno. .\Ca !,(' \'Ollcro aver pace in casa do- \'ettcro accontentare la piccola Sylvia. / Qu.ddu.- ~nino prima, quando il dotwr S:dncy. chirurgo denti1,ta1 si era ,po,.ato con la signora Kosov, di origine I u~:u1 1 aveva legalmente adottato I., bambina; cd è così che Sylvia prese il cognome di Sidney. Dalla ma?re rm'ia aveva c1editato un viso espressivo e dr,:unrnatico, e que~to dono naturale le val\C quando cominciò a recitare qu,l e là, prima di entrare nella Guild 1 School. Sylvia Sid,wy ha ,cmpr(' wfferto di LA R.EOilfAvtTI'O&U VERSOIL 1900. NELLA FOTOORAPI.A .COANTOL,'ATTlUOEANNANE.AGI.ENELLA PAltTE DELLAREGINAVITTORIANEL l'HJil 11LAOli.ANDEIIIPERATBIOE" vertigini. Aveva quindici anni e stava provando sul palcoscenico della Guild School : doveva scendere una diecina di pioli di una scala, che da un balcone portava al palcoscenico. Cominciò a scendere all'indietro. 11 direttore urlò inorridito e Sylvia scoppiò a piangere: qualche altra allieva scese i gradini per farle vedere che non c'era nessun pericolo. Sylvia provò di nuovo e di nuovo scoppiò a piangere. Finalmente, con uno sforzo di volontà, scese lentamente i gradini 1 piangendo di rabbia contro se stessa per aver tanta paura del vuoto. La sua facilità a piangere le è servita molto, da quel tempo, nella sua carriera di attrice cinematografica : bastano pochi istanti di concentrazione perché 11· lacrime :,c,endano copiose dai suoi , ,,:chi; ma per r rcnarle ci vuole la mano del Si- )lnore. Dopo una scena patetica 1 in un film diretto da Fritz Lang, impiegò venticinque minuti a smettere. E per di più la sua commozione è contagiosa : quando ella piange, piangono tutti; meno l'operatore, naturalmente. Ed ecco come Sylvia dovette lasciare la Guild School, la famosa scuola di recitazione. Il direttore della scuola l'aveva segnalata. promettendole alcune parti principali nelle commedie che gli alunni avrebbero recitato in pubblico, quando la fanciulla ru cacciata daJla scuola. Tutta la scolaresca era andata a passare l'estate in un. edificio presso Scarborough e, pur continuando i corsi, le alunne potevano uscire durante la giornata. Ma la disciplina era severa, e alle dieci e mezzo dovevano essere tutte a letto. La giovane Sylvia era una ragazza indipcndente 1 e una sera, dopo una corsa in automobile con un giovanotto, si presentò ch'era passata la mezzanotte. Quando aprirono la porta si trovò davanti la direttrice che le comunicò come il giorno dopo ella dovesse abbandonare l'istituto. • Da quel giorno Sylvia Sidney cominciò a cercar lavoro avanti e indietro per gli uffici di collocamento. Questa vita durò due mesi, finché trovò ,._.,. ..t._, • l J ' . . . - ... ~ ... ---- .---·- ,. } ..... . , \ IJ;,J ·_ 7A . .I '' '( • l ~ una parte in una commedia intitolata « The Challengc o/ routh ». La seconda sera1 durante la rappresentazione, svenne sul palcoscenico: si trattava di un disturbo provocato da una caduta fatta durante la prova. Dopo molte commedie recitate qua -:..!à, fu scritturata in Broadway, e stava lavorando in « The old-fashioned Giri», quando ci fu un'altra caduta, e una rottura di caviglia. Portava un abito da sera, e qualcuno le pestò il lungo strascico : Syivia si fermò bruscamente, ma perdette l'equilibrio. Quando arrivò a Hollywood, era accompagnata dalla madre e da cinque casse di libri. Clara Bow si ammalò durante la lavorazione di « City Streets » e Sylvia Sidney prese il suo posto. Cominciò così la sua carriera. Ma nemmeno allora .cessarono le vcrtigi11i e le cadute di Svlvia Sidney: per un caso1 durante la lavorazione del e: Sentiero del pino solitario », se la cavò solo con qualche slogatura e ammaccatura ; ma più tardi 1 per una ca• duta in « Fury », le si sviluppò una sinovite. Fritz Lang stava provando con lei « rou only live o,ue » quando, durante la scena di una caduta, egli lanciò un grido di gioia per la mc• ravigliosa espressione di sofferenza nel viso di Sylvia. Era proprio quel che ci voleva per la scena. « Bene, cclT.atc di conservare quella espressione! > gridò mentre l'operatore si preparava a girare. «Sarà difficile averne un'altra», rispose Sylvia Sidney. Jnfaui si era rotta un'altra ca.viglia. Di carattere quasi sempre tranquillo, qualche volta si lascia andare a degli eccessi di temperamento; ma molto raramente. Si alza alle sei e mezzo anche quando non è necessario, e, sbrigata la sua corrispondenza, poco dopo le otto comincia a telefonare agli amici svegliandoli dal sonno. Contrariamente alle altre attrici eh,· sullo schermo sono molto più belle che nella realtà, Sylvia Siòney è nella vita molto più giovane di quanto non ci mostrino i suoi film. L. B. NORIIA BHEABER, OOBTANZA BENNETT, AN~ 9EL1,A E TILLY LOBOl! IN UN RISTORANTE DI HOLLYWOOD ( N·vovl FIL61. ) IABBIBA ca 1-:MBRAche il film UJ buo,w ttrra Mli ~ '-oslato sessanta milioni; e siccome una buona terra dà sempre frutti copmii1, è certo che il successo del film compenserà il costo eccezionale. Gli americani. in questo, partono sempre a colpo sicuro; sanno quello che vogliono ottenere. E, anche stavolta, hanno raggiunto lo scopo: il film piace al pubblico, piace alla critica, piace alla signora Margherita Sarfatti, piace all'on, Cipriano Efisio Oppo. Che cosa si pub pretendere di più? Forse qualcuno troverà un po' strano che, per narrare la storia di due poveri contadini cinesi, si siano spesi tanti denni. Almeno per metà il film ci racconta come i due povereui, per non morire, si cibano di radici e di terriccio; e la rappresentazione di tante miserie e ucrifici e dolori non è certo stata mossa da i.entimenti di pietà per le sofferenze del pop0lo cinese, ma soltanto ,da fini commerciali e utilitari. Del rcs10, il romanzo stesso da cui il film è srato tratto non è quel gran libro che molti vorrebbero: anzi, è un racconto modesto, dove la cronaca raramente diviene rappresent-:iiionc e gli avvenimenti e i caratteri son descritti con un tono dimesso e senza rilievo, ch'è riscattato soltanto dalla novità dell'argomento. Gli au~ tori del film, per conto loro, hanno cercato di render più drammatica e convulsa la trama, e con quella malagrazia ch'è propria degli americani. quando t()(:cano motivi che son ranio distanti dalla loro comprensione, hanno forzato e violentato ogni cosa, ir,terpretando a loro modo il carattere dei persQnaggi e ingrossando la vicenda di episodi spettacolosi e inutili. Nell'edizione originale e completa, il lìlm doveva durare due ore e mezza: probabilmente, l'edizione italiana è stata ridotta di qualche brano. Fatto si è che quando, la seconda sera dall'inizio delle rappresentazioni, ci recammo ad assistt·re allo spettacolo dopo aver letto tante lodi e acclamazioni, durante circa due ore passammo di delusione in delusione, aspet• tando invano il momento di commuoverci. Come commuoverci, a vedt\ rappresentato un attaccamento alla terra tanto gretto e ostinato, che un padre e una madre preferivnno lasciar morir di fame un figlio, piuttosto di vendere un pezzo del loro podere? E come partecipare alle sofferenzedi qud personaggi, quando il dolore, la fame, le intemperie, la morte, eran descritti tenza parsimonia e discrezione, con una ferocia commerciale, una crudezza priva di verità e una specie di sadismo falsamente documentario? Veder corpi emaciati e consunti, oc.chi neri e vermi• nosi, cadaveri distrutti dal freddo e im• mersi nel fango (e questo di seguito per una buona metà del film) può destare orrore e raccapriccio; ma l'arte è un'altra cosa, e tutti i facili effetti di questa descrizione buia e gravosa eran troppo osten• lati per commuovere sinceramente. Eppu• re, la storia di Wang:Lung e di 0-lan poteva essere poetica e naturale, se il regista si fosse attenuto a rappresent.srne semplicemente gli umili affetti, e non avesse invece voluto appesantire il racconto di significati misteriosi ed estranei, di allusioni bibliche e sovrannaturali, d'una rettorica, insomma, piena d'enfasi e vuota. 11 contadino Wang Lung sposa la povera schiava Q.lan, diventa padre di numerosi figli, coltiva i suoi campi e raggiunge una certa agiatezza, quando una spaventosa carestia lo costringe ad abbandonare la • buona terra» e ad emigrare verso il sud. Con la famiglia vive per qualche tempo in città, mendicando per sfamarsi, finché scoppia una rivoluzione e la famigliola, per uno strano caso diventata improvvisamente ricca, ritorna al lu6go donde era partita. Il CO"ltadinosi trasforma in facoltoso agricoltore. Che cosa ha determinalo tale mutamento ? Soltanto un'azione ambigua e impro\·visa, e cioè un furto di gioielli che la dolce, modesta, tranquilla Q.lan ha compiuto durante l'imperversare della rivoluzione. E l'onest o W'ang Lung, che un momento prima aveva preso a scapaccioni il figlio per aver rubato un pczz.odi carne, non si vergogna di compiacersi con la moglie del furto più grave, e di accettarne anzi lietamente le ..;onseguenze. Diviene ricco, e ritorna al proprio paese; ma questo ritorno non nasce da un vero sentimento di fedeltà o da un sincero nmore per la terra; ma da un caso fortuito e innaturale. I personaggi non hanno coerenza, e nemmeno le loro azioni: quella specie di te!ii che sovrasta la narrazione rimane • estranea e incongrua: la • buona terra• si presta soltanto a certi spettacoli scenografici di cataclismi, tempeste, inondazioni, arsure e altri ·guai. L'invasione delle cavnllctte, per esempio, che dovrebbe servire in ultimo a redimere il contadino e a legarlo nuovamente alla terra, se pub contentare l'inesausta aspettazione del pubblico, appare più delle altre una scena aggiunta e gratuita, Eppure, il pubblico torna a casa soddisfatto, persuaso di c:onoscere ormai a fondo la Cina e il suo popolo. Se al principio era forse un po' turbato da tante stragi e sventure, lo spettacolo finale delle cavallette lo ha entusiasmato e rapito. •Quando mai s'era visto al cinema qualcosa di simile?• si domanda lo spettatore. • Mi4 !ioni di cavallette! Quale regista in Europa saprebbe fare &ltrettanto? •· MARIO PANNUNZIO

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