Omnibus - anno II - n.2 - 8 gennaio 1938

• ON C'ERA mai stara tanta eccitazione nel quartiere come il giorno in cui il grande autocarro dipinto in verde passò sul corpo di Will1s, il bambino della signora \Vooten. Willis aYeva appena tre armi e l'autocarrn lo lasciò morto. I bambini più Rrandi di lui stavano giocando al lupo e alle pecore e Wi\lis trotterellava avanti e indietro m coda agli altri, strillando con tutta la forza dei suoi piccoli polmoni, quando l'autocarro verde ),(Ìunse improvviso dalla ~\'oha ddla strada e glt passò sopra. I,a signora Thompson era seduta dinan- ;,:1 alla porta di casa sua, rammendando calze, quando udì lo stridio dei freni. Alzò gli occhi proprio nel momento in cui il furgone urtava \Villis; vide il camion ,1bb:.Htcn: il bamhino e poi fom1arsi. Ma lo stridio non cessava. Era alto, acuto: p-0i divenne ,1ualche cosa come il ~rido di un gatto quando qualcuno gli pesta la coda. Ci volle qualche istante prima che la ~i1,moraThompson capisse ch'era W1llis e non i freni a gridare così. Cridb per circa un minuto, poi ccssb. Era morto. L:n uomo discese dall'autocarro \'Crdc e andò verso il piccolo corpo; si tolse il ..:appello e cominciò a gualcirlo con le mani che ~li tremavano. Anda\'o sc,ltanto a venti•, disse alla Mgnora Thompson quand'ella accon.e. La donna si portò il grembiale alla faccia e si mise a piangere. Non ,mdavo neanche un po· sopr.i , venti•, ripetè l'uomo: il '!mo viso era bianco e coperto di sudore. Pcrchi: non fate qualche cosa?• disse la signora Thompson. • Cosa devo fare? • chiese l'uomo guardandosi 1111ornosmarrito. I mgazzi si erano riuniti in cìrcolo e )'Uarda\'ano \\'illis senz.1 dire niente. Uno pili piccolo, circa della stessa età di \Villìs, si ficcò una mano in boccn e cominciò a piangere. Il fratello gli dette uno schiaffo e il bimbo smise subito. , Andate a chiamarl't un dottore•, disse la signora Thompson all'uomo. ~ Cosa state li senza far nienrt·? •. L'altro si mosse. m,1 la donna lo richiamò. Volete lasciarlo cosi m mezzo alla strada? - lo rcdarl_luì. Tiratelo su e portatelo a casa sua•. I .'uomo si chinò a raccogliere il corpo d1 1 Willis e se~ruì la donna. I ragazzi si mos- ~cro t" si misero a seguirlo, np non da ncìno, e senza dir niente. Il bimbo di prima si rimise a piangere e il fratello lo sch,affcg~iò di nuo\'o, ma questa volta anziché smt'Here, si mm• a gridare più forte, poi si lasciò cadere in terra e rimase nel mezzo della strada a urlare. ~essuno gli badò. Più lu signora Thompson si avvicinava alla casa dei \\'ootcn e più forte piangeva, quasi fosse suto suo il bambino L:hc l'uymo portava ra le hraccia e non di quell'altra madre. Giunta nel cortile del casamento smise - di correre e così l'uomo. Poi. egli rallentò ancora più il passo. I .a donna intanto bl!ssava alla porta della signora Wootcn. La signora \\'ootcn in persona le aprì e allora l'altrn le iettò le braccia al collo e pianse ancor più rumorosamente. L'uomo entrò tenendo il corpo di Willis fra lt· braccia protese in avami. :\'on :mdavo neanche un 'po' sopra 1 \l'nti , , disse. I .i, si!(nora \\'oott I jlUardò il bunbo. Co:;a )!li l· su< esso?• chiese. • Sw nale? "· La Sl){nora Thompson s1 ~cdettè ncl- •·atno C' cominciò a piangere così forte hc l'.l\ rchbcro p, tuia seni ire trt· Cl!Sc pili in lh r-: morto~. dii< . \\'il11s ~· morto. l n'auto ){li i: paSsJta sopra•. I. \1011\0 fcet· quakht passo avanti é tese Willis alla si)!non1 Wooten. Essa j::uardò 11hunbo a lungo prima di parlare. Cosa Jirà Pctt·, disse infine. , :Vii ha <letto tante volte dì non lasciar J,lioc,ue I ra,1,[aZz1n mezzo alla str::.da •· Tirò su dal naso ~uardò il gruppo d1 monelli che si agj!ruppa\'ano in circolo nnc'attorno alla poi ta. DO\·'è ~!cric? , chiese. Gli .t\"é\'O detto di ~tan· a11c1110 a \Villis •. '.\:cssuno dl·I monelli parlò; allorn le, si mise a chiamare Merlc, lo chiamò tric o quattro, ohe, finché Merlt· comparve corrC'ndo dallo svolto della \'ia. Cosa c'è? chiese mentre entrava nel c,>rtilt•. La madre auesc finché egli fu sulla soglia dcll'usc10, quindi lo schiaffeJ?J!ÌÒcon mano pesante. Tuo fratello è stato ammazzato•, disse, che cosa dirà tuo padre, adesso?•. ~lcrlc cominciò a lrignare, si portò il hraccio d:wnn11!al viso e indietreg~iò. lo non m· ho colpu •. disse. I. ·uomo parlò dentro il piccolo corpo e lo dcpo~c su di un Ictio. La casa sapeva d1 cattÌYO. Alcuni ~rcmbialì bagnati erano .1ppesi 3Jla spalliera d'una sedia, e guardando nella cucina, attra\'erso la porta uperta, si \t:dcvano ~ull'acquttio ì piatti non ancora la\':Hi. I.a signora \\'ooten sedette su d1 un., se~giola. Non guardava affatto \\'illis; si dondolava a\'anti e indietro e o~JH tanto (!ettava occhiate verso la porta e tirava su dal naso. Voialtri ragazzi anda1evcne a c~1savostrn , ~ridò. I monelli indietreggiarono un po', ma non se ne andarono. Che cosa lirò a Pe1e? • chiese di nuovo la sii11ora \\'ooten alla signora Thompson. Q esta s1 l'imise a gemere. Non lo dimenticherò mai"• disse,• \Villi, steso là m terra che agitava le gambe e ~rldsiva .. I In quel momento si udi dalla camera da letto il pianto d'un bimbo ìn fasce. ,. Vai a farlo star zitto•, ordinò la sig:nora \Vooten a Merle, • ne ho abbastanza dei suoi pianti, io•. Me rie non si mosse: stava fissando Willis. La madre sì sporse dalla sedia e gli dette uno schiaffo. li ragazzetto si mosse piagnucolando e se n'andò fin sulla porta della camera. • Stai zitto, brutto demonio!• disse al fratellino affaccìandosi. La signora Thompson piangeva sempre più forte. La madre la guardava con un viso senza espressione, quasi perplesso: quindi aspirò più forte l'aria dal naso e rade lagrimc le corsero giù per le rughe delle gu.-ince. • Che cosa farò adesso?• chiese all'uorno. Egli non la guardava; il suo viso era addirittura inondato di sudore e le sue mani continuavano a gualcire il cappello. • t: inutile andar a chiamare il dottore•, disse la signora Thompson, • ha già tutto il viso blu. t, proprio morto. Fareste meglio ad andare a casa mia, quella bianca 'laggiù, e telefonare alla polizia•. • L'uomo s'inumidì le labbra e parve stesse per dire qualche cosa, ma non disse nicn:e. Usci, e quando tornò aveva il viso spaventato. • Anda,,o soltanto a venti •, affermò quando la polizia giunse, • lo posso giurare•. Presero il suo nome e quello della signora Thompson, poi se ne andarono. Dopo poco, giunse il coroner; il coroner fece alcune domande e si portò via il piccolo corpo di Willis. L'uomo del camion andò verso la porta, esitante, poi si voltò a gua~rdarc indietro nella stanza, inghiottì un paio di volte, si decise a parlare. • Ecco•, disse, • io vado. Devo andare, io•. '.\:essuno gli rispose. Egli uscì, si allontanò in fretta, sall sul grande autocarro verde e ripartì. Venne un cronista del giornale dcl!,a sera. :"Sonriuscl a far parlare molto la signora Wooten, ma in compenso parlò abbondantemente la signora Thompson. li giovane si fece dare una fotografia del piccolo \Villis e se ne andò. Tornarono dalla scuola Corinne e Georgie Vlooten. Quando la madre disse quello che era accaduto al fratellino, Corinne si mise a piangere. Georgie andò nella camera da letto. • Hai dato uno scappellotto al piccolo•, di~~e a Mcrle con aria arcigi,a, • non dire di no, t'ho visto,. E picchiò col pugno Merle che riprese a singhiozzare. • Aspetta che venga papà, li farà lui i /) I conti con te •, aggiunse Georgie, • sei stato tu che non hai badato a \Villis e hai lasciato che andasse sotto all'auto. E gli dirò anche che ti ho visto dare uno scappellotto al piccolo•· • Non è colpa nua ,, singhiozzò Merle, • te ne approfitti perché sci più grande di mc ... •. li marito della signora Wooterl rincasò tardi quella sera. Era ubriaco. \Vooten era quasi sempre ubriaco, e diventava così ancora più triviale. • Cosa diavolo hanno tutti i vicini, che allungano il collo fuori dalle finestre per guardarmi?• domandò appena entrato. • Cosa fa tutta questa marmaglia attorno alta porta di casa? E perché la cena non è pronta?•· La moglie fece qualche passo indietro. Aveva l'aria di un bambino che sta per essere picchiato. • ~ per Willis •, disse, • un camion gli è passato sopra •· Wooten geuò il cappello su di una seggiola. • Bella madre che sci •, borbottò,• adesso m'immagmo che ci sarà qualche conto del dottore da pagare. Non ne ho abbastanza di conti, secondo te, per averne di nuovi•. • Non c'è nessun dottore da pagare~, disse la moglie. "\Villis " morto•· Wooten barcollò, forse per il vino ingerito, forse per quello che la moglie gli a\·eva detto. • Bella madre che sci•, ripetè infine. Si mise a se-derc e cominciò a pensare a quello ch'era accaduto, e più ci pensava più si sentiva il cervello in fiamme, pili forte gridava, Alcuni dei vicini dissero che qualcuno avrebbe dovuto recarsi ad avvertire la polizia; non si poteva sapere che cosa avrebbe potuto fare Wooten quando era ubriaco, dicevano. Merle strisciò piano nella stanza. Aveva paura in principio; ma poi, vedendo che nessuno gli badava, divenne più ardito. • Mamma•, disse, • io ho fame. Non sì mangia stasera?•. li padre lo colpì così forte che la testa di Merlc sbattè contro il muro. li ragazzetto si lasciò cadere sul pavimento e si aggomitolò in un angolo. Era troppo spaventato per piangere. I vicini sapevano quello che succedeva nella casa dei \Vooten quando il marito era ubriaco, e Olson, il calzolaio, diceva che gente come quella non avrebbe dovuto aver figli. • Li tirano su come bestie e lì lasciano sempre_ sporchi•, dìccv:i. e sono venuti al mondo senza che loro li volessero, e quelli che non si farann0 ammazzare da qualcuno, diventeranno OONPEBBIONI E BATTAGLIE BERLINO: L'ottantenne pror, Xl1us Richt.er fe1teggl1 il 1110'llhlmo qnadro tanti assassini. Non è possibile che finiscano bene. Un giorno ho acchiappato Merle mentre stava sp,ogliando il mio pesco, e quando lo cacciai via mi rise sulla faccia•. . , Tutti i vicini davano ragione a Olson e dicevano che i \Vooten non si curavano affatto dei figli se non per picchiarli. • La madre non ha neanche pianto molto, benché \Villis fosse morto e già freddo•, disse la signora Thompson . • E l'unìca cosa che addolora il vecchio è dover pagare il conto del becchino•• aggiunse qualcun altro. • La legge dovrebbe togliergli i ragazzi •, disse ancora Olson. • Qual era \Vil!is, dei ragazzi?~ domandò uno. • Quello che balbettava"• spiegò Olson; ■ questo è il risultato quando gente come 11 i \Vooten hanno figli. \Villis non sapeva 1 parlare, tartagliava soltanto. Era mezzo stupido, anche,. Quando usci il giornale del pomeriggio, tutti vi cercarono la cronaca dell'accidente ~pitato al piccolo \Villis: era proprio in prima pagina, con la fotografia del bimbo nel mezzo. Prima che fossero giunti a legi;::crcla metà della storia, qu~si tutti i vicini piangevano. E la signora 'rhompson pili forte di tutti gli altri. Era una storia bella, che faceva venire in mente le poesie più patetiche e tristi. Narrava quale grazioso fanciullo dai capelli ricciuti fosse Willis, e com'era felice quando giocava per la strada, e come tutto a un tr.ltto l'ombra della morte fosse passata su di lui e come egli, ora, non avrebbe pili potuto trastullarsi. Parlava dei balocchi di \Villis, poveri balocchi da pochi soldi, abbandonati in un angolo per non esser più toccati da quella manina di bimbo. Poi il cronista parlava della madre, cosi inton1ita dal dolore da non trovare neppure lagrime per sfogarlo: soffriva la • silenziosa agonia della madre orbnta •, aggiungeva. Dopo aver letto tutta la storia, 1 vicini rimasero in silenzio. Provavano un po' di vergogna e Olson disse perfino che, forse, era stato un po' duro nel giudicare i WOOtcn. Uno dei vicini portò loro il giornale e appena la signora \Vooten l'ebbe letto cQminciò a piangere, ma forte questa volta, gemendo e singhiozzando t affannandosi per il respiro che le veniva meno. • Era un bambino così bravo •, disse, • e aveva solo tre anni •. Anche Wooten lesse la storia e poi si sedette nella poltrona. Restò lì in silenzio aprendo e chiudendo le mani; infine si premette il pugno sugli occhi, stropicciandoli con forza. Non si era lavato la faccia quando era tornato a casa, e l'aveva ancora sporca di fumo. Quando anche lui cominciò a piangere, tutti si sentirono mancar il cuore, persino Olson. Le donne si misero anorno alla moglie, confortandola e gli uomini intanto da,,ano manah'. a~ichevoli sulla schiena di lui. C'erano molti uomini che non gli parlavano mai, benchC lavorassero in bottega assieme a lui, che gli stringevano la mano e gli chiedevano se potevano fare qualcosa per sollevarlo un poco. Merle si mise a singhioizare un'altr-.t volta e disse che aveva fame e allora anche i fratellini dissero che a,,evano fame. La signora Thompsçm mandò uno dei suo, ragazzi a casa a prendere un po' d'arrosto freddo, qualcun altro procurò un dolce di frutta e ben presto le donne s1 dettero da fare per metter su un po' d1 cena. Parlavano ad alta voce e si muovevano agitale come si trO\•assero a una festa, poi qualcuno nominava il povero piccolo \Villis e allora si rimettevano a piani;::cre. Uno degli uomini che aveva due bottiglie di birra fatta in casa le dette a \Vootcn, altri gli portarono del tvhisky e l'esortarono a bcrnt: un po' per farsi coraggio. bevendo con lui, E più Wooten beveva più fone piangeva. Giunse persino a mettere il braccio attorno alla spalla di sua moglie e a batterle affettuosamente sulla guancia, ciò che fece diventare il pianto di lei addirittura isterico. Wooten si ubriacò talmente che cadde a faccia avanti e non fu più capace d1 muoversi, tanto che dovettero spogliarlo e metterlo a letto. I vicini si divisero fra loro i bimbi dei Wooten e se li portarono a casa, mentre la signora Thompson restava con la povera madre. Prima di andarsene, tutti dissero che era loro dovere aiutare in tutti i modi una famiglia che aveva sofferto un colpo così terribile. 11 giorno dopo nessuno parlò ni\l d1 • aiutarli in tutti i modi•, tuttavia continuarono a mostrarsi compassionevoli. Alcune donne portarono loro roba da mangiare e si occuparono delle faccende di casa. Qualcuno dette a \Vooten una bottiglia di ,;1/iisky cd egli si ubriacò di nuovo e allora i vicini dissero che non avrebbe dovuto andare avanti in quel modo con un figlio che gli era morto di fresco, ma che in fondo lo compativano e non potevano biasimarlo troppo. 11giorno del funerale, tutti i vicini comprarono il giornale aspettandosi di trovarvi un'altra bella storia, come quando il piccolo Willis era stato ucciso; ma era un altro cronista quello che aveva fatto la cronaca del funerale e non gli aveva dedicato pili di quattro righe ncll'iilterno del giornale, proprio in fondo alla pagina. Quella nouc \Vootcn si ubriacò in modo spaventevole e tutti poterono sentire come urlava contro sua moglie. Uno dei bambini doveva esser capitato in mezzo ai due perché si intese uno strepito e subito dopo delle grida infantili. Nei momenti in cui \Vooten si fermava per riprender fiato, si udiva il gemito della donna e sopra a tutto gli urli del bimbo in fasce che piangeva da soffocarsi. I vicini dissero che qualcuno avrebbe dovu10 andare ad av,·ertirc la polizia. MICI-IAEL FESSIER (Irati. ,li .4m1a Cossina) ....non von6 lavo una Diretwre, LEO LONOANESI inaugurail 1938 con16 paginetipograficamente perfette e con un contenutoche lo rendepiù l"tHII 11teto, 111111,~, 1·111•io Tra gli argomenti di assolutaeccezionteroverete anche la drammatica rievocazionae puntate del rapimento del generale Miller. Ungenerale scompare da Parigi è il titolocolqualeviene rievocataquestaappassionantevicenda. ~ ILSECOLO illttst1•tilO presenta un materiale fotograficoche dà una rara vivacità alle sue paginee che costituisce una vera gioia per lo sguardo del lettore: è in venditain tutte le edicolea centesimi50: ABBONAMENPETRI IL 1938 11/le più bril/111,ti e diffuse p11bh!irnzio11irii'/ R._eg,10 OMNIBUS "·111111. ,11 ,1, 1~ pu~ ,1, ,,.11111,• r,11. muttJ. :,, OITUIHI '" 1mhll<'U. lf'th•r11turt1. ,10r,n. <'HnlQUUII. arti'. lt-<1\ru, m0<l11. ,,,. IH'IIIII, ('(·L;. O1111uh1h. r 111 ,aunJ,, rt\t•lu,iou,• )1'1uru<1li,11f'J tll'I 19)7" C' t'(l,11!111,('(' 1111 rurc, l.,, •.,,. 1110 d, ,n11(·111i j:llHIBllh~lku, d1 <'luurruu ~t,1,. ,11c.11.tl1 1wdt•,ion<' 111,ui;r.:al'i,a. U1, 1mm. 1.. I. AbborJ11,,irnlo - 1111/i• , Cofo11u• 11m11,o I,. ◄2. ~,•m r. 22 1--rtro: 11,11uwI. 70, ~f'm. I.. 36 BERTOLDO bi!ctlinHrnah·: ,, co11u00runo, 11111 flf~llll d1,.('j(Hli.lor, r --''rtllOII: l'n,,tnl<1, •~•1t·1nc a1 f'<unmc-u(I ,("a111.u1u,1, ,!.-, ,..u '"""' l,\\l'IUllhllli, UII ttrup1,o cli rubri1l11· '(',1lurn11l1'n1. 11u11.1f"rO <'C'11\r~m11 ◄O. Al,/1011..m,11111 • /1alln e Colo11i, • umwo /,. ◄O. tNfl. /,. t&. 1-:,f,.ro: .'111/IUO /,. 70 um I,. 36 LADONNA nrll,• ~uc 56 pui:-1111• ,•up•<NUILt'nh· ,Il. 11rci.<'nt111111,-.·r,·11u1111k"·,·I•• ,11 1110<l<"lh 1.er 0.,:111oc,·.a.•1orw t' lll'r 1utt<" I,•r,,. ,:1·n1.f. I I 111(1(!11 \I è lrnttola rMllfarnC1llr W ~r,,;:1~1:-~~~~~.:~;: \'/: : :.~.~;~ :r..w~ ':,.f. :1c:::: dn1;1. 111l1•,uuu•n1u Ml nlunumnr dt·• h11mhi111. ,·un• d'11wnl". rul,t1<'hC' d', ... u111.>m1• dumr,tÌt'ti, ~ 1 1X:~:~;;;;·,,~~•-~ \ ~,'i:• •rtt/o:,;,.~·1;1111wu I,. -t8. 1,m, L 25 l-1/trlJ: u11111w I.. 60. 1.-m. I. 31. CINEMA i:n.rnd,· n,1,lu •1u1_11d1t111old1i· .. d,_r lrKlht ' problemi lt"C'lllf'I. ,:,ldlfl. 1•ultur11l1, tC'OIIUIUltl. N.luc-11t1,i. C't'C'. lld (Ìllt'lllll• :ì:.Y''~~'.;;1.t~. 1"J \:: '1 :~ 1 [:~;~r i-rj~'"ft 1 ,,!~,11 1 ,:~n~ u.1•1• I. 2. ,ll,/1-011/1,llt>//IO • //11flt1 I' ('QfQIIII" HIUWO I .tO. "'"'· ,.. Z2. 1-..kro; UIIIU/0 , .. 60, •1''11. I.. 35. ~~~~[0 ~~~:j:; J .' 'ìt,~liu(~lf~,.•1•:;~1.~ ~.: ( . ) autori~ U]lfq1rt'II, trulla prof11ruu t•d('ll('1 fll l'C'UOOIIIIC'I drllu •U'IIU ... , lHTllj>J tl1 ,lr.imma. mu~1ra, tllll'lll!I. 1lu11111,•rtnui:rolh,, ~,1•11~Jk1·111t", Ogni fa~f'irulo funti('nl" un,1 fOlll· 111r1h11 111Nl1h\ r l"uslll I. 5. Ahlm11Hml',1M - l111//11 r lolmu, <111111uo I.. •8. ,,.,.,. I,. 25. 1-.'tfrro: 11/l/WQ I .. 65. ~(·m. I .. 33. ILSECOLOILLUSTRATO};.,,!;,:~ r7,:·; 1 t,:fi~: tlri:h n,,r11irntnt1 tl1 1u\lO 11 mu111lu, rurnun,1, ll<o\t•llr. ,aritlù, ontdtluti. i;10<hi. S.·111111t11111k. I o 11t1m<"rof>C"nthim1 50 . ,l/1b,ma111t11to • h1tll1t .- Co/mul' • 4111141,0 /,, 20, Hm. t. l l. fJ/pro.· ""'"'" /, 40. ~l'm. I•. ?.t NOVELLA•• M ,1utolu1:1n ,I, I, ll<'IJIUr<> ,._.,. rJt1,1t; .. i,:n, 1,um,•,., ,,u,111·1"· -,11,• nu•fllt• d"1mton•, fo1t•,:ruril• ,h 1111,•nrn. un.,-,,..,. dr rm1um,u u p1111l111ltu· ,,,.,.,1,, I""''·' ,h \1urn 'r11rnu,nulf. l II nnmrr-, ,·,•11t,,,~1ut 50 ◄l1/>Q,r/1mu11lo. llnfiu" (',if,,uw "'"""" f. 20 .. m. I•. 11 f'.,1rro.- n111111o1 t •o. ,,-111 I. 21 LE[ 11 1•notlu·u 1llu,lr<>lo,h ,1111 ,. •1111('1,', l,•111, f~ ;:::;;'.•!.: 1 1 ~!; ~,:~:::~~:,i~: :, :•~~ t:,~,:•:.:i:•~• ::::\~ Ì~:,~ : ~ nn-rnù, ,·1..- "•'ltmuu11.1lf. l 11 11uu1,·ru'i1•111. !IO ll,/~1rnm,11I". lii,//.," l',1/u11if' nmwo I. 20. 11111. I 11 f'.df"rO i,,awv /, 40. ,.,,., I, 21 CINEMAILLUSTRllZIONE 1·• '"" "'"•· • . ,l,nu,11 '""'' ,..,., ,Id 11,,,.1111<·11\r, 11111•1ua1u;:r1tfin,. 1111111itll'. 111111 •< r,•11u111. rimmun. 1011tOr•1. t'<t, '1•!11m11u,,t,· l·u uum,·ru l'rul\•1111! 50 ll,/,o.,um,1,10 IIHli/i " f'ulvm,• '""""' I•. 20 a,•m. I 11, f.~ff'rO~ Hmuw t .. -t0. ~,•m. I .. 21 PICCOLA 1,,r,1111"u-;twu IH"rh,.h,·,. ,1·.11111•.H•<1I, ,Il '"Ti('\;,. 111,.u,11◄ 1 1llu•tr1111•. "'· H•nlur,•. '"''""''· l'u uuw,·r., n·11h·•11n1 SO. 1/,f,u,.,.m,.,1,. /fu/1111 1• ( 11/◄ 1111< ,um110 /.. 20 <1m. I, Il, l-•11-ru: <llllllW L. 40, ~,m /,. 21 ABBON&MCNTl COMOLiTIVI In tu.,, 111 ubl,011111111•1110 u du,·" pii, 1mhhhu,. 11un1. t 11tt•,,i.l,,1,., 1.lu -.rn111>,1tt· ndlr , ,11ç ,uuil11u,.11u111 ,h,,·111t·ra111111i ,,.:u,·1111 (),u,u/ma 11,rlul,fo , ... ()()11111<. ('j"""'" . . .. SH'IIUrio (( 11111,r,/1,iJ. Il ~r, Mo lll,.-1,,.ro \,11,.,11.. . l.,•i ... . , ... f'111nu11 lll1ulr1u1,mv /',,, u/a ltaliuCol. tstero a:~•· 1~':'•·::·~:~•· IJUHU 4S 2l 17 H S120UH o n n n li 10 SI 20 :: :: ;: I :: li 10 H 20 U 10 H 20 RIZZOLI E C. EDITORI PWZA. CAllL0 El.Bi N, S • !llUX0 "l•/111rr 1>1 r1•rl1 J/1/ ( '""'" (\,rr,,11/1> 1•.,~1u/, \ ;.l{)lf> iult',l,110 ,, UIZ'lOI.I ,l (· Coloro ~·he 11ggi1111ger1111110 6 lire 1d/11q11ot1r1fef!'t1bho1111111e11t1o1I111o0 pi,} dei sudrlefli gior1111l1r~iceverr111110 ./m11co di porto il C11fe11d11r1io1rtistico Bofog1111 9] 8. L'APERITIVO -,- r

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==