Omnibus - anno II - n.2 - 8 gennaio 1938

!i, SESTO volunw, mcito di rcccn• t<:, delle opc1l' dd contt.: Stt..·fano Ti')7.a pubblicate a cura dcll'Ac('a- <lt'mia delle Scicn~c d'Uuglieria, t Olltl('Oc, C'O/ll{' i prl'CCdt.·nti, una ~rie di documenti cht riguarcbno il tra~ico p<·riodo di tC..'mpoclic v,1 dall'eccidio di Scrajl'vo ,\l crollo del trono degli Ab~burgo. Ancht• questo volume dorum1..·nta ~li ~for✓.i compiuti dal presidl·ntc del Con,iglio unghcrl':\f' per impedire b gtu•rra. f:ppun~ qu.rndo l'ultimatum dcll'Au:!otria ~1lla Serbia 111i..~c fuoco alle polveri. nessuno dubitò eh<: il conte Tisza non si fos_.,c ardtntrnH.·ntc adoperato affinché il conflitto pn:cipita'ìst.·. ì\"on ;tvcva r,i;li 'ì('mprc ~- su·nuco ali.i C,tmlTa lo Stato Yla~giorc au~triaco? Francc~co Giuseppe aveva p-.:r il conte Tiv-<t una fiducì.t che. durante il i.uo lungo regno. non aveva dirnostraro .1 ncs<,unaltro; era mai pos- ,ibilc che il v1xchio imJ'.><'ratorefo!.Sl' pa-.i.ato ohn· il torhiglio del c-.uort•d<'lc· ministro M: questi avesse pc·rorato una :;.0luzionc pacifica? E, infint·, la devo• 1:ionc di T isz..'l per !::i Ccrrnani:i non t'ra un ,cgrcto per nessuno. come non l.:r;1un segreto che Guglielmo TI aveva più voltr dichi.1r:no che il Primo minii.tro unr.hercsc era la te:-ta pili forte· della Duplici! Monarchi.i. QueMc con-:idcr.nioni conc-orst'ro certo a far ,t·mbrarc evidente che, nelle tragiche ore del luglio 1914, il conte Tiw..a a:,~unws~e su di !<.é,con tran- <1uill:1coscit.·111.ag, ran p:trte della rc- :!ipomabilità ddla ~ucrra. E1 nl'll'cntui.iasrno di quelle l(iornatc, i magiari fu. ro110 orJ:?'<>gliod-,i .icclamare nel loro 1 ompatriott.t l'uorno che, in un 1110mt:nto decii.ivo della sroria1 aveva tenuto in µugno i destini dell'Europa. L',tnimo~ità che, nella stcS:!iaUngheria, molti nutrivano per il non troppo do• <.·ileuomo di Stato, si cambiò ad un tratto in un'immensa popolarità. Ancora un:i volta, come in tante altre circostanze 1 ci fu un malinteso fra Tis1.a e la sua nazione. Egli non avev.i voluto il conflitto. Ma questo era un -.cgrcto che, entrato il suo PaC':!iein ~1.lf'rra, il h..·alcministro sentì il dovere cli non divul~arr. Non lo svdò nepnure -qu<rndo, a guerra !lnita, averlo rivt·lato poteva fon.e fare ahb.1.ssare i fucili che gli ass.1s.sini punt:nono contro il suo petto. E il drarrun.1 di <1uesto ardente patriotta è forc;e più nel silenzio impo- -.tcxi per un nohilissimo caso di co~ien• za, che nella tragica sua fine. JI conte Stefano Tisza non apparteneva all,1 grande nobiltà magiMa. Ar. frrmatosi giov;111r nella. politica, prt·st· nel 1903 la prcsiden7.a del Con<:iglio. L'eccidio di Scrajcvo lo trovò all'alta e.irica. Po<hi giorni dopo. ossia il 7 lu· glio 1914, ,i riunì a Vienna il Comig:lio della Coron,1, sotto la presidenza del conte Bcrchtold 1 ministro degli Affari i:steri. Ù1{gctto della riunione era di 1·,aminare ,t·, dopo l'assassinio dcll'cre• dc :i.I trono, non fos.St..v· cuuto il 111011u:11todi rcndt·rt.· pt.:-r<,empr(' inoffcn- ~iv,1lr. Serbia. fkrchtold as~icurò I pr<:• ,enti che- l'imperatore Guglielmo e il Cancelliere tedesco, Bcthmann Hollwt·g, avrt-bbcro appoggiato la monar• chia iru 011dizio11at.11ncnte.e dichiatb dic 1 .d'accordo con Berlino, gli sembrava prcferihilc agire scn7.a informMC' l'Italia. L'intervento della Rus:!,ia 1 semprt.' <;t:condoBcrchtold, era indubitabile 1;crd1é tutta l,1 pt)litica di Pictro~r..i.do <·r;, int('!>a a unire i Balc:rni prr lanc:iarli al momento opportuno contro la Duplice :'vtonarchia. Co~ì. c~li propo• ncva di precipitare gli eventi e di arrr-:!ltart>,rq~'Olando immediata,ncntc i conti con b Scrhia, la <;pinta balcanica e hc ,arehhe divenuta sempre più forte, 1· fo1")Cirrcsi!ltibilc, se l'Austria-Ungheria ave!<."',rncora atte~. Queste idee di Bcrchtold ..:rano ~ià nOtt.· al conte Tisza, per averle già uditl' pochi ~iorni innan,-;i dallo stC'~so ministro degli Esteri in un colloquio privato. E Ti52.1 cm rima.,to tauto im· prcv,,onato'd.t <1uesta aggres'iività, che rn·e, ., indìrizznto il giorno stC.'~soun.i lettera a Francc~co Giuseppe per dirt{li <he il punto di vista di Brrdltol<l gli ,emhrJV.i un e, rorc fatale, ,. che non intendc.·v.1 a~soluta1m·ntc C'ondi\'idernc la respomabilità. Alla '-Cduu del Con~iglio della Corona, T15ia, pur ricono~cndo che l'uccisione dell'arciduca rcnrfrva l't.·,·cntu.ilità di una guerr.i ,1lla Scrl.,iJ più probabile di qu~mto aVl'va ritc•nuw 'ìino allora, dichiarava frnna111c:nte the non ;1vrcbbe mai dato il suo con~n~o .id un attacco precipitoc:o, So!itt•nm· che, ad agire in tal modo, si ,;arebbc posta l'Austria-~n: R"heria in pessima luce agli occhi cli lutta Europa, e 'ii :!,areblx: attirata ,;ulla monarchia l'o,;tìlità di tutti i Balc~rni. Er,il quindi d'.,vviso di formulare, in una nota diplomatica, quanto ci e~i~ ge\'a dalla Serbia, e di presentare un ullimal!lm !<.olo nrl ca~o che Belgrado :,,·cs!<.Crc~pinto nettamente la not:t di• plomatica. Le riparazioni da chicrlerc ,1vrcbbcro dovuto essere dure, ma non tali da ritenere a priori che Bcl~rado k ,1vrcblx· dichiarate inacc,·ttabili. Se la Sc:rhia si fo3~e sottomc~~, :1 quanto I' .'\ustri:1•Ungheria esigeva, Vienna avrc.hbc riJX>nato un ,11<cc~so<liplomt1t1l.'.otale d;t rial1:;11e,icur:unen1c il prc3tigio dcli., Du1,lic<· ~tonarchi:-, in tutti ~li Stati balcanici i 5e non si fos~c ,ouomc~3a, Ti"w ;11nmettev.1 che bi- ,ognasi.e risohe-re la -.i1uazione <·on h.: ,lrmi. Nf.t a11che in que'>ta ipotcc-.i 1 il presidente ciel Consiglio ungherese fa. cev.1 sin d'allor,1 notare che un intervento ,1rnuto avrebbe dovuto rnir:tre ~ltanto a una .!.C-mplic<d·irninuzionr del territorio s(·rbo. e t1011 già al suo completo annic·ntamento, an.titutto perché la R11,-.i,1avr('bbc lot1,1to ,1 morte per impedirlo. e poi perché egli, i11 'lunlit:ì. di Primo ministro ung-hcrc•q• Gucrr,t. ìntt·rw1111e1wl dibatlito schicra11do,(. n.1turalmcnte, pC'r l'intervento arm~lto. Si di~cusse :wcora a lungo, in qu<'lla seduta del Comiglio della Coro• na, per t;"iun~crc alla <.onclusione che tutti i prc5cnti, ('C'CCttoTi,za, erano d'avviso che un i.uccc._•~spouramente diplom.1tico, ~nche 'ìt~ mnili:rnte per l:i Serbia, non .1\'rt'bbt' rJggiunto lo '-COpo di rrnderl.1 inoffen,.iva, e che perciò er,l necc,sa, io imporre a llel- ~r.1do e,igc·nzc tali da far prevedere un ~icuro rifiuto, cd aprire <'O:!.Ì la \'i,t a una ~oh11.iont'r.1dicalr a mezzo delle• armi. Lottando ancora, Ti:.za ri,tfkrmò di non poter ammeucrt• che le c•ondizioni da imporre .,Ila &1 bia fos• ,ero iu:lt'C'('tta.bili c. alla fine di un:l tc•n'lnda ~Nl11t:1 tc-n~1t.tc-n.i<'l pomrrigdubbio, 3UI fatto che non è degno di lui prendere la difrsa degli anarchici e dei rl·gicidi. Aggiungo che, per evitare complicazioni con Roma 1 per as- \icurarci le simpatie inglesi. e !,Oprat• tutto per rendere possibile alla Ru'ìsia di restare spNtatricc della guerr.1, noi dovremo1 .:il momento opportuno, e nella dovuta forma, fare una dichiarazione 1>er affermare che non è intenzione dell'Au,.tria di di'ìtruggcrc la &rhia, né t~mto meno di annetterla >. Dopo aver prospettato le i;UC idee ~ul modo di ,i!<Jtemarela questione serba in caso d'una guerra vittoriosa per l'Amtria, il conte Tisza a.ggiungeva: « .M:-i nc-1 caso in cui Belgrado c<•<la alle nostre richie3tC, dovremo naturalmt"ntt> ;,rcrttarc in buona rcde 1:-t -.ua IL CONTE 8TEPAllO TI8ZA (ln clllndro} A UNA OAOOU ALLA VOLPE }i 1,arebbc opposto all'annessione di un nuovo territorio alla monarchia. Per comprendere le ragioni di quc- ,t'ultima opposizione di Tisza, è oppor• tuno ricordare ch'egli aveva sempre "<=guito, con grande inquietudine, la politie.1 dell'arciduca Francesco Ferdinando inte"a ad aumentare nella monarchi.i l'influen7,a degli !ilavi a detrimento clc·i 111.,giari.Al Con,iglio dt:lla Corona, Ti9'-'\ affermò che non '-pèt• tava alla Germania d<'cidere \(' l'ora fosse vt.·nuta per Vienna di fan· la Kucrra alla Serbia. ln quanto .i lui, stimava invece che il momento fosse dei meno p1opi1i. L'Au-,tri:1•Ungheria, in caso di con(litto, avrebbe avuto con• tro, quasi -,icuramcntc, anf'hc la H.urncnia c• 1 per conseguenza. sarebbe stato nece!lsario mantenere grandi for,.e in Transilvania. Pazientando, invee(•, c'era da ,;pera.re che gli ~forli dc!la Germania, per attirare la Bulgaria nell'orbita della Triplice Alle.ul7a, fos:!,ero coronati dal successo. e che, perciò, trovando~i Serbia e- Rull\enia isolate, i rumeni vcni~scro da sé ve~o la Triplice-. 11 Conte Bcrchtold in1:istctte contro Tisza nell'affcmiarc che solo attaccando con le armi la Serbia, si poteva porre fine all'agitazione panserba. Dopo la replica di Bt·rchtold a Ti'iza, il conte StUrgkh, Primo ministro austriaco, dichiarò di parteggiare per la guerra :,nche perché, ~ l'Au.:!itriaave;;- sc mostrato qualche dcbolez7a, non avrebbe- for~ più potuto contare, in seguito, sul!' appoggio incondizionato della Germania. Il ministro dcli<· Finanze della monarchia, Bilinski, aderì per la :!IOluzioncbellica facendo valere, fra l'altro. la ragion,· che, ,;econdo le informazioni del generale Potiorck. ~o,ernator<" della Bosnia-Erzegovina, l' i\u'itria non avrebhc potuto tC'nt·rc a lungo quel territorio sempre più in• quinato dal movimento pamerbo. A que~t'ultimo .,uo contradìttorc, Ti,;za ri1po'-C clw, pur tf'nendo in .ilta st1ma il talento militare del governatore della 8osnia-Er1:cgovina (quello :!.tessogener:1le Potiorek C'ui i ,;crhi dovc•"ano inflig:gerc un<1grande '>Confitta all'inizio della guerra), si dovc·vano fare molte riserve sul modo come quel territorio veniva govcruato: lo prova\'a il fatto eh(" la polizia non aveva avuto nt'ppur(' ~c11tore del complotto di Sl·rajcvo e Jvev<1lasciato circolare· libcram,·ntc '<'i o sette individui .,rm..ati, noti ali<, poli• 1ia, nelle ,;tradc che l'arciduca doveva pen·orrerc. li conte Krohatin 1 ministro della gio, pregò Bcrchtold. che doveva r:iggiungere Francesco Giuseppe nel Tirolo, di comeE,,narc all'imperatore una lettera in cui egli avrebbe r,;posto le ~uc idee :!.Ullasituazione. Tonrnto il giorno dopo a Budapest, Ti;;z,1 ricevette un telegramma in cui Bcrrhtold gli confermava dH' a Ber• lino si attendeva un'azione deci~iva del• l'Austria contro la Serbia i che Guglielmo I I :lveva scritto pcrson:tlmcntc a Re Caro! per invit..HC la Rumcnia a re~tarc neutrale e che, infine, se l'Au- ~tria non a~iva prontamente cd energica.mente, tutti, in Germania, avreb• hcro creduto a una deplorevole prova di debolezi:a. Ma il telegramm..i. di Berchtold non inAuenW minimamente il conte Ti"-Za, poiché egli suhito dopo reda'iSe l'<1nnunciata lettera a Francc,co Giu-.cppe. Dopo avere esaminato la situazione, Tisza. scriveva fra l'altro all'imperatore : « Se io penso allo sconvolgimento economico e finanziario, ai dolori, <1i sacrifici ·cui ci. condurrebbe una guerra, non 1>0.,sosopportare, dopo una riAcst:ione penos.arncnte coscicnzios.a, l'idea di avere la mia parte di re,ponsabilità nell'attacco militare proposto contro la Serbia ... Noi dobbiamo la:!iciarc..tlla Serbia la possibilità di evitare un conflitto al prc7.ZOdi una grave umilia7.ionc·... Bi«)gna p0tcr provare al mondo che, se noi abbiamo preso il partito della guerra, lo ahbiamo fatto perché in 1,tato di lcgiuima difesa. Io sono, dunque, d'avviso d'indirizzare a liclgrado una nola di tono misurato, e non minaccimo, nella quale siano t·<..po!<c.toen precisione le nostre lagnan1c e le no,;;tre csigenzt·. Se la risposta non ci soddi,.,fcrà, o '-C la Serbia tergiverserà per trascinate ìn lungo le cose, noi dovremo ri-.pondcre con un ullimalwn e, a termine scaduto 1 iniziare le ostilità. Ma, in qucs-io caso. ci troveremo di fronlc a una guerra imposta, a una di quelle guerre che è dovere d'un.i nazfonc rostcncrc fino alla finl', senA.l debolezze, 'iC essa vuol continuare .ld ('\~re uno Stato, e la cui re~pon~abi!itd cadrehhe inticra .,uJl'avv<·r~;irio, che l'ha scatenata col ~uo rifiuto a comport::ir~i da buon vicino, anche dopo l'atroC'c cecidio di Scrajc- \'O. Solo agendo C03Ì, noi agevo)C'remo lr po~sihilit;'t di riu'ìcÌta dcll'ru-ione diploinatica tcdt>sca a Bucarest, e forse la Russia sttssa ,;i asterrà dall'intervcnin· nella lotta. Lo zar riOcttcrà, sen7.a sottomi~ionc, e non chiudere la via per una ritrattazione. Bisognerebbe abbattere il suo orgoglio; questa vittoria diplomatica ci permetterebbe di pcr- -,cguire in Bulgaria, e negli altri Stati balcanici, una politica profittevole. Tale è l'umile opinione che ho l'onore di esporre a V. :\1. con profonda scienza delle gravi responsabilità che incombono, in questi critici tempi, su tutti coloro che godono la fiducia della Mae. stà Vostra». La lettera di Tisza concludeva: « Ho l'onore di dichiarare. con il più pr~ 'ondo rispetto, che per me, non~tantc la devozione che nutro per V. M. o, pi\1 esattamente, a causa di questa devozione, non mi sarebbe possibile accettare la soluzione di una guerra ad ogni costo>. ,, Francesco Giuseppe non dovette es- -,ere molto convinto dagli argomenti e~posti dal conte Tisza perché Berchtold, al suo ritorno dal Tirolo, si mostrò più che mai partigiano dell'intervento armato. li l'2 luglio, il conte SZOgyény, ambasciatore d'Austria a Berlino, telegrafò a Rerchtold che i circoli competenti tedeschi propendevano sempre più per un'azione dell'Austria contro la Serbia, e che lo incaricavano d'assicurare Vicnn.1 che l'Inghilterra i;arcbbc rimast:\ neutrale. Che poteva il conte Tisza contro tale co.1lizionc? Dimettersi? Ma questo suo gesto non avrebbe si~nificato rinnegare l'unione dell'Ungheria con l'Austria? E le sue dimissioni quali probabilità avrebbero avuto di arrestare la catastrofe? E se ancora avesse sentito dietro di sé il Paese... Ma l'Un, g-heria, nel suo antico odio contro gli sla\'i1 reclamava anch'essa la guerra. Durante il Consiglio della Corona, tenuto il 19 luglio, Tis7,a consentì all'invio dcll'11ltìmaltm1 alla Serbia che fece divampare la guerra. Egli, ancora una volta, aveva insi5tito per ottenere dal Consiglio la dichiarazione che Ja Duplice Monarchia non intendeva annettersi la Serbia, Anche questo gli ru rifiutato. Su tutti i punti, Tisza aveva perduto la partita. Il giorno della dichiarazione della guerra, a Budapest, una folla immensa si recò sotto le fi. nestre dd Presidente del Consiglio ad acclamarlo. Con tutti egli tacque, e, col suo silenzio, parve accettare quella popolarità, quelle acclamazioni che glorificavano in lui le idee, le dcciSioni che, invece, aveva avversate. Ma poche sere dopo, quando la folla, acclamandolo ancora 1 riempì di fiori l'automobile che lo conduceva a ca.sa, egli cblx· a dire, con <1cccnto cli profonda tristcn:a. alla moglie che l'accompagnava : « Purchf questi fiori non si cambino. un giorno. in pirtrc ! >. Durante i primi mrsi di 1,:ucrra, come ,i ,a, l'Ung-hcria ru in pericolo. nùi>O i primi succe-.si in Galizia, i Ru!<.,itentarono di fo11,.1.n.: i Carpa1i con forze preponclcr~rnti. Alla lotta impcgnata~i ~u quel fronte e :,OSt('nuta, da parte degli Imperi Centrali, quasi intieramcntc d.,~li unglwrcsi, vennt.• :\d ag• giung('r:-.i il fbgcllo d'una spavcnto~a epidemia di tifo. In quelle tragiche circostanz<'. il conte Tisza mostrò tutta I.\ !lua t·ner1ria, tutta la sua volontà. La ,ua attività i;i <·~tendeva :!ili tutto; il ~uo controllo non risparmiò nr-ssuno. nemmeno l'alto Comando. I suoi familiari1 <" chiunque gli ru vicino in quei ~'iomi, hanno raccontato clw mai Tisza t.::!itC'rnÒi .c.cntimcnti che si agit:tv:rno in lui., ma il suo co~tantc umore cupo rivclav.i un grande to1mento interiore. E anche quando gli eventi presero unJ piega migliore p<·r gli Imperi Centrali, e tutti pn·s~1giv,1no il succcs!lo, Tisla non :ipparve alleviato <lai tornwnto che lo travagli.1va. LC',ut· rek1zio11i~on llcrlino1 intanto, <·ominciavano ad e~scrc offu~catc da ~ravi di\'efgcnze, e le prime nuvole app.1rv<.·ro nel 1915, quanrlo Bcr?ino, che cercava d'impedire con tutti i mezzi ;illa Rumeni.i d'affiancarsi agli Alleati, ,;u)'.!gerì a Budapc:!it l'i<lea d'ahh.:indonare ai rumeni una parte delb Transilvania. Ti:!iza rispoM! :!idcgnosamentr che l'Ungheria ~i batteva per l'intcgrit,ì. del ,;uo territorio, e dw, se t'fa ncccsi.ario farE"sacrifici pt:r ottenf"l'C lri p~cc, spettav:1 ;1lla Germania d'imporseli. Nel 1917, Tisza si rtcò a Berlino per comb,lttcrc il progetto della guerra sottomarina a oltranza. Il ministro dcli' Agricoltura ungherese, barone Ghillany. che l'accompagnò in quel viaggio, ha narrato che per un momento i tedeschi parvero scoS-:!lin,elle loro. convinzioni, dalle ragioni cspo~tc da Ti.sza; ragioni che furono anchr tra,.messC'a Guglielmo 11. Ma il kaiser foce risponden· a Ti.sza, :,empre secondo };,,te,,timonianz.t ...leibarone Ghillany, che l'entrata in guerra degli Stati Uniti era ormai certa, ci fosse o no per loro un motivo d'intervento. Tutto queilo che Tisza potè ottrncre, ru la promci.sa che la. Germania avrebbe còlto la. prima occasione 1>Crfare una pace onort'vole, sia pure a costo di ces• ,ioni territoriali. Anche a Vienna, Tisza era ormai O:)tcggiato e tenuto in disparte. La morte di Francesco Giuseppe era ve• nuta a togliere al presidente del Con~ ~iglio ungherese il solo sostegno fonastogli. e, non appena as.'ìunto al trono !"imperatore Carlo1 tutti ebbero la seni.azione che presto anche Tisza :!l::trehbe stato sacrificato. Ed t'CCO in quali circostanze Tisza lasciò il potere. L'imperatore Carlo, non si sa hcne per quali ragioni, \'enne- nella detcrminazion(' di concedere il suffragio universale in Ungheria. Dopo un lungo scarnhio di vedute, l'imperatore finì col trovarsi d'accordo col Tisza su un piano di rifonna elettorale. Ma quando il tC'sto definitivo della riforma ru consegnato .il Primo ministro unghc:rcre. quc~ti vide con sorprc~a che non corri!'-pondcva affatto al progetto prccedentcmcntt· ~tabilito d'accordo con l'imperatore. ~e informò subito C:irlo d' Absburgo che, al momento di partire per la zona di guerra, lo ricevette 1wl vagone del treno imperiale. E qui. con brevi p.:t· rolc, l'imperatore notificò al prcsidcnt,. dt•I Consiglio unghere~ il suo rinvio. Tisza raggiunw nei Carpazi, col gra• do <li colonnello, il reggimento degli Ussari di Dcbreccn. lasciando l'esercito a rari intervalli per intervenire alle più importanti sedute del parlamento. Si trovava a Budapest quando cominciarono a giungere le notizie dei primi vittoriosi attacchi degli italiani 1,ul Piave e sul Grappa, che dovevano preludere alla vittoria noura e degli Alleati. A mi~ura che la catastrofe appariva pi1".levidente per la Duplice Mcmarchia. un profondo movimento di odio si formava in Ungheria contro Tisza. Tutto quello che una guerra di- ~astrosa può suscitare di furore e di rancore in un popolo, si accumulò ~ull'cx-pre'iidentc del Consiglio. Uno spirito meno forte avrebbe :-icuramcnte pensato, in simile mOmento, a difrndcrsi 1 .1 salvarsi, rivelando e portando prove che nel 1914 aveva fatto tutto il possibile per evitare la' guerra. Nel 1914, gli amici e i partig-iani politici di Tiszà avevano glorificato in lui l'artigiano della guerra. Per non turbare l'opinione 1>ubt,Jica,Tisza non li aveva smentiti, non aveva rivelato il segreto, e ciò gli avev.1 creato un,1 popolarità immensa. Ora che le cose si volgevano al peggio, avrebbe potuto, se avesse ascoltato la voce dell'opportunismo 1 rompere quel silenziO serbato quando giovava alla sua fama. Rivelando il suo segreto, Ti~za avrebbe certamente tratto un immenso vanta~~io. Nel eroilo di uomini e di istituzioni, ..i.vrcbbc sicuramente salvato il suo prestigio per• ,onalc. Eppure Tisza tacque. Durante :a !if· dut.1 del parlamento ungherese del J 7 flttobre 1918, pronunciando il s~o ultimo di:-con;o1 tentò di sollevare 11 mc-- raie del popolo1 d'infondere coraggio alla nazione, di renderle tin 5enti~ncnto di dignità e di fitrczza ndl'in11mne1w..1 ciel disastro: « Noi ,tbbiamo perduto la guerra >1 disse fra l'altro, e ma, in quest:1 lotta formidabile, la nazione ung-hcresc ha fatto tutto JX'I' guada~nar,ì !a ~tima e il ri~pctto del nemico>. 1'1.1 nc<..i;unoascoltava pili 1:1 sua voce. J i.oldati .shandati C'ominciavano ad affluire a Budapci.t, carichi di furore e· di odio. Nella città, !<.sicnti\'a odor di ,ommo.!>S:1. I pochi rinrnstiglì fedeli con- :.ii:?;liaronoTis:la di lasciare Budapci.t l' di rifu,l!iar~i nrllc .!.UCh'rre, ma egli non volle ~1-.coharc quc1,ti consigli di prudenw. Tuttavia, 11011 ,;i faceva illu~ioni '-tilla sorte che gli er.t ri,erbata. e s~ i paniti enrcmi :irrin!l'allllO al potere, e onnai nii pare che non t·i ,ia più dubbio», di1:st·!>Orri<lendoa U11 ,uo iutimo, e i loro c::i,pi\i ~tccorckr,rnno almeno '-U un punto : quello ci, ~quartarmi e di inchiodare le mie llH'lll· bra ai quattro (anti della città ». Gli eventi pr<'cipitnvano. Sotto gli ,1.us.picidel conte K:irolyi, ~i era form.no ., Budapcst un Consiglio nalÌO· nalc che mirava a SO'ìtituirc il Gowrno Cl":!itituito. J membri di quc~to Con• -,iglio ddiberarono, in scdut..t :!le,:;reta. di disfor,i dell'unico uomci capace cli opporsi ai loro dii.cgni: il conte T:~z:, Tre m('mbri 1 - i giornalisti ebrei Ken ,. Fcnycs e il capitano C1..7crniak, ufficiale di~·rtore d1t' "i d,1va il titolo eh e presidente del Soviet dei ~oldati >. - rurono incaric.1ti di trO\',lH' i ~ir:1n. Sborsando rento1nila coro11e, arruolarono il giornafo,t:t chrco Josc:ph Po, gnay; due di,crtori. certi Dobò t· llor· wat Sano,·irs; un cx-ufficiale, Huttner. e un altro ebreo, certo Gar1ncr. Trovati i sicari, si att<:sc l'occasiorw fo ,·orevole. Nella notte dal :10.ti 31 ottobre 1918. 1.1 rivoluzione 3coppiò a Budape:!it. Il mattino rii buon'ora, Tbza :!.Cppedq:;·li .,vvcninwnti della nottata. Sua nipott·. l:t c<11llc'l..,a Diorti:!iia Almassy, giunt~ poco dopo alla villa, non gli na\f'O:)~~ che ormai ,i voleva la sua morte, ,. lo .:!iUpplicòdi rifugi:tr:!li presso am1u ~icuri. Tisza ringraziò la nipote d..·lb ~ua :-ollccitudine, ma le rispOSt: che non volev:1 portare la sciagura in casa di nessuno, e che mai in vita sua si era nascosto. E alla moglie, che gli consegnò una lettera con la quale uu vi• cino lo avvertiva che si preparava un attentato contro di lui1 Ti.sza disse con accettazione cristiana: e Il Ciclo h.i. disposto». Poi, scrii.sc qualche lt·ttt.ra, iniMj, 1n ordine qualche documento, altri g:cttò nel fuoco. La moglie lo supplicò di non distruggere niente di quanto potesse giustificare il suo passato e fornirgli 1 in quei giorni, una probabilità di salveaa. ~ Questi documenti >, rispose Tisz.a, « ormai non mi servono più e sono molto compromettenti p.·, altri >. E gettò nel fuoco ,mche la C'O· pia della lettera indirizzata, nel 1914, a Francc~co Giuseppe, e la copia dc! ,·crbale del Consiglio della Coroua, in __ cui aveva fatto tanti sforzi per fa.r pre• valere le sue ragioni su quelle di Bcrchtold e degli altri. S'udiva intanto. <li lontano, il t:rcpi• tare delle fucilate d<·i rivoltosi. Un corteo con bandiere rosse passò davanti al• la villa di Tisza, lanciando grida minacciose. La giornata umida, nebbiosa, fo. ,ca, volgc\'a al termine. Verso le cin• quc, un do1T1estico,~gomcuto, ,rnnunciò al <·onte Ti3za che un grup1>0 <li uomini armati aveva forzato il cancelk"\ e chiedeva di parlargli. Tisza prese un revolver e, con pa~so dcci!.o, 3j rt"Cb nel salotto dove il donw,;tico avevtt in• troclotto gli uomini. Tre erano nel centro dc:lla i.ala. Allri erano alla porta, altri am:or,, erano rima~ti nrl giatdino. e Cosa voÌ!!te ~ > chicM· Ti:!iza ai tre· <'hc gli s.i pararono dinanzi. e: Veniamo a giudicarvi », rispo:-(· quegli che pareva capcgiiarc la banda. E un altro aggiunse : e: l::. colpa vostra ,e io '-0110rimasto <1uattro anni a marcire nelle trincee, e -.e mia moglie s'i: data al marciapit·de ». li conte Ti!)za con voce fcm1a rispo- !>C: « Deploro qu;mto voi la r:1tastrofr che s1è abbattuta sul nostro pae'ie; ma ~ foste meglio informati, non mi muo. vcreste tali accuse ». La contes:!la Tisza e la contC:!i!<.Aal• massy, che avevano seguito Tisza nel salotto. assistevano terrorizzate alla ,cena. « Voi mentite>, ru replicato a Tisza, « ma se volete di~utcre, gt>ttate prima il vostro revolver». ._Non chiedo di , meglio »~ ri~pose Tisza, « 111aanche voi g-c-ttate i fucili • « Gettate prima il revolver». Ti,;:za esitò un istante, poi, riOettendo forse che, se non avesse ubhidito, .tn• • che sua moglie e ,u.l ni1>0te ~arcbbcro )tate uccise, de1>0~ il revolver. e E ora», dis,.e uno degli assas~mi, « che quelle donne se ne v.tdano ». I fucili furono imbracciati. La con• tessa e sua nipote si slanciarono \'<'rso Tisza per proteggerlo; egli si liberò dalla stretta, allont.1nandole. La scarica partì, e Tisza si abbattè al suolo, colpito a morte. Gli assassini fuggirono precipitosamente mentre le due donne (la contessa Almassy, che ha narrato la tragica scena, era rimasta leg~crmentc ferita) soccorrevano il ferito. Tisza, che pcrd<"va copiosa,nente sanguc 1 mormo• rò: « Lo sapevo ... era inevitabile>. LUIGI MELANI

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