Omnibus - anno II - n.2 - 8 gennaio 1938

t..V1'>l_9~~.\ Vl~ pili sicura e sbngativ.a •J -~~ per giungere alla retta defou- ~-j~ 1.ione del concetto di proletario ._'. ,; § è quella di distinguerlo, con la mas~ima precisione possibile, da «mccttì dfini c:on i quali, di solito, lo ,i confonde o dai quali non lo si di- ,tìnguc abba!it.mza. Il proletario non è schiauo: lo )Chia- \O è la cosa del padrone; e il proletario. invece. è uomo libero che, aln.t•no in teoria, godt· della pienezza dei diritti civili e politici. Il proletario non è proletario nel 'ìCn:.oromano della parola : il proletario romano non lavorava, viveva da µara")~ita ddlo Stato; e il p10lctario mod<'mo, imcce, l.:1.vorae, il non lavorare è S(·ntito d.t lui come la ma&>ima di~gr:Hià che gli possa capitare. Il proletario non è pouero : un principe può C'!)..-.pCor, t'fO se non ha di che ,ovvc:nirc a tutti i bi~i della sua eondiziom·, mentre un proletario, negli anni in cui il )UO lavoro è ben retrilmito. può non ~lo non mancare del nc<.·<'~'ìariom, a persino godere di un nH,dc•,to superfluo, li proletario non è popolo: un artigiano indipendente, un pic<.·olo bottegaio è popolo, non è proletario. Il prolt•t;trio non è operaio: un arti- ~ano indipcndentl' che lavora con le ~uc mani è opcr.iio, non. è proletario; vicevcrm, molti che non lavorarlo con I<' mani. eh<' non "<>110 operai. ~no prokt.1ri: proletari col colletto. lJn proletarfo può es~ere operaio, popolo. povero ( di regola, lo è), ma non perciò il concetto di proletario è cocsten-;ivo di qut{!"li altri tre concetti. Cos'è. dunque, che defini~cc la condiziont µ,oktaria nelle sue note tipiche ccl e:.sc•n1.iali?Qual è (per· parlare il ~ergo elci logici) il genere prossimo e la not.:1.Sp<'cificadel contetto di proletario? Il proletario nel )ignificato moderno della 1>arola,è un uomo perfettamente libt~ro.nd st'II~ t:ivìlc e politico, e, nondimeno, nudo affatto di proprietà, che nulla possi<'dcal mondo se non la forza dcllc sue braccia e il diritto cli otf rirla .,uJ mt·rcato di lavoro; un uomo, dunque, l'esistenza del quale è condizionata interamente dall'accettazione che altri faccb della sua offerta, Il proletario è, dunque, c~senzialmcnte un salariato. Poiché (tranne casi rarissimi) il salario non permette risparmio, così la condizione di proletario (tranne ccn·zioni) non permette ev.tsioni: è permanente ('d ereditaria. Ma poiché non ,;cmprc l'offerta di lavoro è accettata, poiché sempre all'offerta di la~oro è ir1t.'rente la po!.Sihilità (sia pure solo tc.·oricaJ che venga rc)pint:i., così all.\ condizione di proletario è essenziale che essa non sia né ,!labile, né sicura. A.fsetl~Odi proprietà, salario come fonte di su.ssistcnza, modicità di esso. inarli'.:.ta della situazione economica. permanen{,a cd ereditarietà della situa7ione sociale: tali le note esst.'nziali del concetto di prolrtario. Così definito, il proletario è. figura ~torica assolut;11nl'nte moderna. del tutto incognita alle società anteriori. Nclk· società ;intecedcnti alla società rnpit;iliMica, Jnoprietà e libertà andavano di regola congiunte: l'uomo libero era in pari tcmpc, proprietario, e viccver.sa. È solo la società capitali,tica che, per una serie di eventi dic avrebbero potuto bcni'ì'limo non accadnc. ~i è lanciata nelb. portento,a a\'Vt'ntura di scindcre proprietà l' libt'rt<Ì. di creue un uomo civilmente e politicamente libero che non possiede nulla al mondo tr,tnm· la for1.a ddle !.ue bracci.i, Il proletario comincia ad apparire col sorgere della <t.ocietàcapit.1listir:.1, <' man mano che il capilalisrno avanza t.' trionfo. sì moltiplica a milioni. r\ncor.t pili tardiv,t della sua apparizione nelb "toria. è la presa di coscie11w della novità e peculiarità della condizio11c di proletario. Ci volle un buon mc:a:o S(•colo di !lforzi, d:l parte di pcn,atori dì primo ordine, prima che si ca pi'-q: che il proletario era una fig:ura nuovi!i,irna nella fenomenologia sociale e prima che si arrivasse a cogli,:rc il vero punto della sua origina• lità. li co11cctto nacque come concetto meramente economico. e solo a pOCO a poco si caricò di senso psicologico, morale <· /10/itico. PN Saint•Simon, proletario è pur,1mcnte e semplicemente chi non possiede (e abhiamo visto che la definizione è per lo meno in~ufficiente): che il prolct.1riato fos~t.·una classe spe<.ifica, cui spettava una specifica funzione sociale (come vorrà poi Marx). egli non lo so~pcttò ncmmrno. Per lui, come p<·r Fouricr, per Comtc, ìl proletariato è una massa (non una classe) soffcn•ntc la cui condizione dev'C!,SCrcmiglior~ta dalle classi possidenti, di cui, •,ccondo loro, il proletariato è solidale. Si'1111011dhia chiari.-,:simoil concetto uo11omico di proletario, m.l non va fino all'idea che il proletariato formi u1w eia:,",<.e', meno che mai arri~,, all'idt•a drll.1 n(·C'tssit:1della lotta d1 clas• !,e: anche per Sismondi il proletariato è una massa sofferente, ai dolori della quale non sa vedere illtro rimedio che un blando riformismo sociale, Pccqueur fa un passo avanti : egli vuole che i proletari si affranchino da sé ; ma non sa dir come. Cassagnac, von Mohl, Benscn (que- ~t'ultimo. che scrive nel 1847, acutjssimo nell'analizzare il concetto economico di proletariato) intravedono il pericolo di un rivoluzione in cui ì proletari s'impadroniranno delle ricchezze e dello Stato e la deprecano come un disastro. Lorcnz von Stein (1842) dice sul proletariato, come categoria economjca, tutto quel che ,-i può dire, ma insieme vede con profondità il processo in for7.a del quale il proletariato non può acquistare coscienza di sé SCnza porsi come cla.sse ,iemica contro quella che possiede, cd è tratta a non vedere altro mezzo di uscire dalla sua condizione che una rivoluzione che distrugga famiglia, eredità, proprietà. A scongiurare questa rivoluzione, von Stein invOt..dl'intervento dello Stato che dia all'operaio il mezzo di elevarsi. E con Stcin soprattutto che il concetto di pro~ letario (che fino a lui era essenzialmente concetto economico) si comincia a caricare ài senso psicologico ed etico, poiché è il primo ad affermare che alla condizione di proletario è essenziale la coscienza e la volontà di essere classe nemica della classe possidente. En(ift1 Marx vint (1847). Quando si dice Marx, si pensa subito al proletariato, e viceversa. Eppure, anche nei riguardi di questa nozione (come di tutte le altre che formano il corpo della sua dottrina), la sua originalità, come teorico, è asso-- lutarnente nulla. Tutto, assolutame11te tutto, ciò che egli dice, altri aveva detto prima di lui, in sede di scienza pura. Dov'è dunque la sua trovata, la sua originalità? e. nell'aver detto a quella massa sofferente: e Tu, e soltanto tu, sci la classe eletta che un giorno libererà se stessa e con se stessa l'umanità >. Perché? Pcn.:.hé, lomc I lcgel ha rivelato, il mondo e la storia .,ono retti dalla dialettica, in for'la della quale ogni tesi genera la sua anti• tesi, che sopprime la tesi, conci!iandosi con essa in una \intesi superiore. Cosi il capitalismo (tesi) ha generato eia sé il proletariato. (antitesi), che un giorno instaurerà la sintesi (società senza padroni e quindi senza proletari), !,opprimendo, insieme con la tesi, se stesso come antitesi di quella tesi. Ai/essiauismo puro, fondato, invece che sulla Bibbia e sul Talmud, sulla filosofia hegeliana della storia, che svela il se• greto del corso pas~ato del mondo e ne permette la previsione avvenir~. In Marx - l'ho scritto già molte volte - bisogna vedere essenzialmente non uno storico né un economista, e nem- 'meno un filosofo puro, ma un messia• nista, un profeta, che, da uomo colto e intonato al suo tempo, giustificava le sue profezie con la filosofia alla moda interpretata a modo suo. çhe cosa aggiunge, dunque, Marx di suo al concetto di proletariato, già come concetto economico enucleato fin nei minimi particolari da Benscn e von Stein? li potenziale effettivo, irrazionale, pas)ionale del messianismo. La sua origina-. lità è tutta, e solo, nell'aver concepito quella classe povera e sofferente come la classè che, per la dialettica impersonale della storia, è fatalmente destinata un giorno a liberare la società tutta quanta liberando se stessa. Nessun argomento della nuda ragione scientifica può giustificare tal messianismo (qui è la sua deholezza); nessuna confutazione della ragione scientifica µuò smontarlo (qui è la sua forza); ma solo un altro irrazionale. E infatti, <1uand'è che il movimento ~ocialista ha fatto passi all'indietro e ha conosciuto le più gravi disfatte? Quando a oombatterlo sono sorti nuovi irrazionali pili forti di lui: l'esaltazione della Patria. della Nazione, della Razza. Ma torniamo al concetto di proletario. Questo, dunque, n.asce come concetto meramente economico, e solo dopo mezzo secolo di elaborazione divent~1 concetto politico, etico, psicologico, e perciò stesso quasi sinonimo di !,ocialista o comunista. Ma oggi nell'Occidente, sotto la pressione degli eventi storici, esso si sta scaricando del potenziale messianico, di cui lo aveva caricato Marx, e sta ritornando al suo :iignificato preqt.rnrantottesco mera• mente economico. Già negli ultimi decenni del secolo XIX, il socialismo di destra, il tradcunionismo, il cooperativismo, il sindacalismo avevano lavorato, più o meno ..~. oscientcmente, a ridare al concetto di proletario il vecchio significato puramente economico. Con una serie di provvedimenti atti a diminuire e, al limite, a eliminare la povertà, la permanenza, l'ereditarietà, l' incerte'lza della condizione proletaria, quei movimenti (favoriti dalle zone più illuminate della borghesia) avevano a po-- co a poco scaricato la tensione messianica dal concetto dì proletario, avevand incorporato il proletario al mondo capitalistico, avevano reso questo mondo abitabile, rrspirabile e sopportabile per il proletariato. Dal punto di vista messianico, in Occidente, prima della guerra, il concetto di proletario era una pila scarica: e s'è visto. I regimi totalitari del dopoguerra ereditano in pieno il risultato dello sfor1.0 di acclimatazione del proletariato nel mondo esistente. Coscicntem<·nte e volontariamente, essi scaricano dal concetto di proletario quel po' di potenziale messianico che ancora vi poteva rimanere, sostituendolo con un potenziale passionale di altro genere (pas.'lionc .fportiua e patriottica): gli è che essi capiscono che, per vivere, le classi e i popoli, anche più degli indi- • vidui, hanno bisogno di una passione, e qui è la ragione profonda del loro successo. La lingua registra anche qui le oscillazioni della realtà storit!a e sociale. In Gennania, Hitler non parla più di proletari, ma di lauoratori, e obbligando tutti 1 proletari e borghesi, a un periodo di lavori manuali, ridà nobiltà al termine lavoratori, mentre gli toglie ogni colorazione classistica. In Italia, Mussolini mantiene la parola proletario (Italia proletaria e fascista), ma proletario qui, mentre mantiene il senso moderno di lavoratore soprattutto del braccio, ritorna al senso etimologico della parola : fecondo di prole e orgoglioso di esserlo, per sé e per la Patria che si perpetua nel flusso delle generazioni. La parola proletario si carica inoltre. nel vocabolario fascista, di un potenziale nazionale e guerriero che prima le era estraneo1 e assume così una colorazione assai nuova e originale. Quello che è morto drl tutto è il M!nso di povertà disperata, oppressa, rassegnata, imbelle, prostrata, che la parola aveva nascendo. O in nome della classe (Russia), o in nome della nazione (Italia), la parola suscita idea di lotta, di guerra, di as.'iaho. Povero, sia pure, ma non rassegnato né imbelle. Ne volete una prova? Dite: Gesù volle nascere povero. L'orecchio dice di sì. Dite: Gesù volle nascere proletario. L'orecchio, dietro quella parola, sente squillo di trombe guerriere, e dice di no. ADRIANO TILGHER U, 8. A.• PASTO BEPUBBLIOANO Sul tema, cj,. t'ouimo libro ddl'economista caltolico ':edesco Goet1:,B,i,fs, Le Prolétariat induscricl (t,ad. /rane., De1clJe, 1936). 11 tlpor Roger,, qu1tor. al ParlllZltato amtricuo, OOD la na mu11 dm"boUoa ,.L....__----.., <:::).., ~,y ....__,.,, GRANDE ALBERGO PRINCIPI DI PIEMONTE TORINO - NELLA RINNOVATA VIA ROMA Albergo e ristorante di primissimo ordi~e 120 camere tutte con bagno - Appartamenti - Salone delle feste, sale per il té, bar - Orchestra Telefoni, 49693 • 94 • 95 La stessa gestione dei Grandi Alberghi del Sestriere Direttore dell'Alber901 Cov. Umberto Chioffi Il noto arti11tadegli e Spettacoli Gialli• CARLO 1..0MBARD I adopcrt con entusiasmo la GOMMINAVALENTINO IL PIRlETTO Plll&TORE che lucida e fiua la capigliuura senza mgrauarl1 ei•itando J, formar.ione della poh•ere e della forfora perch! contiene 11 famou PILOC&&PINI" BlEIJl · L. 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