Omnibus - anno II - n.2 - 8 gennaio 1938

ANNO I/. N. 2 • ROMA 8 GENNAIO 1938-XVI LONDRA - Cameriert • cllntJ all, 611.ottrtdell'b6t.el Oombulud danoie aaa turcliuione urt• 1c.tt•r111 12 PAGINE UNA LIRA I . ' . I JI Commodoro 1nglc.-.cdell'Aria, L E. O. t'harlton, dpOnc, in forma popolare, le \.1ric r3gioni chr 1e11dono la minaccia dclJ'a\ia'.l.ionc un p,rnrow int<-rrog:Ui\o per I' lrighilterr.a. Uomo tccmco fra i p:ù reput .. ti, e-gli offre l.1. ch!a1a ("spos'.1:ione di un problema che appassiona tutto il mondt\ pcr k ~• ti della guerra futura ~()I.TI ,t1\1ttghi da ,.ilotto ,i Il co111pi.1~ciono?'_affermare·, con ~up<'I fict.ìlc cl1\111voltura. du: ogni ~ul'rr.1 cliffcri!ICC dalla ... prc.:-cl·dcnh·. f, un'o:,:,Crvazionc 11oppo r,\via. ~lcno mvio è, ìrnccc, il rnoti\'O di quc-.1.1 differenza fra l'una guerra e l'altra. La pn·p.1razior1c pt.:r la ~w.:rra futur,1 deve nccc-.~.1riamente f.1r,i ha,andoi,.i !)ui risultati della gucrfil p1cccdcnk. :--:on vi sono altri dati di,ponihili, e, per qu;,nto ,\<:Curato j.>O)• '°' c,,.cn.· lo ,pirito profetico militare, IU'\..'-Ull p.1cse vorrebbe sottopor!)i al1',•normc ri">('hio di mutamenti radi1.tii non ha,ari ~ull'l·~p('ricnza. Pt-r quc,to. allo ,roppio d'ogni nuova ~ul'.1 rJ, le p.ffti avver,,arii- si fronteg• gi.,no con una diva,..i conce,:ionc· del 111<·t<)(ldo,1 adottan·. ,econdo IJ prf'- 1·c-dcntt· C'ipni(·nza '!in~olarmcnte vi'-• ,ut.1 t· .1'.)~imilata.Ciò ,tvvicnl' perché, in tia)t·uno dl'i due lxlligeranti. lo svi• luppo dt"lla prt;parazione ,nilitare ha proct.'cluto lungo lince differenti. I piani ac<'urntamentr prcdispo~ti si trovano ,pc,,t.:1ti, :-argt..·una situazione complct.,11,t.'ntC nuova, c. da quel momento 111 ~x.ii, il cor-.o degli avvenimenti è ;::. :)J,1 ' ~,t •1•·:;1le~ge Sl.onorci•.4,t:: E. fa i:; ,.'n,i ~tc-..,a rhe finisce per domm,,re I;, ,ituazione. E siccome non vi è una lcggC' fi~sa chr regoli la guerra, essa a~umc ogni volta una forma sempre nuova e differente..'.Non deve far meraviglia, quindi, che ne55una guerra sia ,imilc..· alla precedente i al contrario 1 •lobbi::11no)tupirci che fra due guerre vi <.iac1uakhc lontana ~miglianza. Il fotto nuovo della guerra futura, chr '!l(Onvolgcrà ogni c~pcrienz.1 prcn·d<'ntt', è dato dall'avia✓.ionc. Questo problema co.,titui ..ce per l'Inghilterra un.1 min.,ccia a~olutamentc nuova. gr.1,·1· di pericoli mortali, D1lia111olo~ubito: nella guerra futu• r.1. Londra ,.1rà ..ubito, e di sorpresa, ,1tt,1n·.1ta dalla for✓.a aerea nemica, pt·rTht' è il punto dove si può portare un colpo clc-dsivo e mortalc 1 c~~cndo l.1 capit:ilc pol.:ica, il ccntrn finanziario l' il dq>0<.itoprincipale di 'tutto il com111er<'iodt·lla r1azio111:I.noltre, Londra 1.1pprnt·nta non '-Olo il porto pili imrx11 ta11tr, ma il maggior emporio ali111t·nt,,rt·c l,1 grande centrale di di~tribuzionc di tutto ciò che sc1ve all'esi- -,tcm·.adi più di un quarto della popol;t.zionc totale della Gran Bretagna. St· Londra fo,sc· fortrmt·rltc colpita d,1 un att.1cco aereo, e• la sua ri~-rva di viveri ~i csauri,;,sc o il suo c;istcma di di:1o1rihuzionc fo"ISC intt.·rrotto (anche ,(•1wa tener conto· della cli:1otruzionc J{f'1wral!'che ne con~<·guircbbc), circa 15 milioni di ahit.1nti ,;,j troverebbero < omplC't;inu•nt<· ,cnza mezzi di -.uc.'!li- ,H•r11;a. 11 nemico ,i co1,formcrcbbc co<..Ì al!C"nonne ddl'alta strategia, poiché la pn·,,ionc diretta, applicata in così va!ila 111i~ura contro lo <ipirito di resistenza <l(·ll.1. popola7ionc, finirebbe per schiac- <iaH· la for,:,1 del par,c. e indurlo a un.i pace immt·diata, \'t·diamo, quindi. quale ~ia la vul11cr.1bili1;\dcli' Inghilterra ali' Jllacco dall'aria, presumendo cht' la minaccia provcng,1 dalla Cerm.,nia. Tral.1sccrerno d'occupaffi dcll'attcggi.imcnto dc. g-li .tltri paesi che potrebbero combatH'rt.· con noi o contro di noi, nella ,..)IJ<·\·.1zio11egenerale cau~t.t dall.l ~u,·1ra futur.1. Quando le homlx- co• minccr,rnno ,1 cadere sul suolo inglese, l'Inghilterra ,.1rà bc;ciat.i :i,ob a difcnder-,i, poiché ncs,un alleato, vidno o lont.,no, potrà venirle in \OCC0r:1oiomrm•diato, t· arre,tarc l'att.1.cc-0. l.,1 Gt·1mani.1 ha già riunito un am111ontJrCdi fon.e aeree in così enorme quantit,:'l (' in tali loc,tlit;1, da mo.,trarc dw l;1 n1ina<Tia è dircttJ contro l1 lnghilterra. Infatti ha adottato, pi:r )i• mill' imprn.l, la parte del .,uo territorio pit, vicina all'lnghiltc1ra. Ou(''!to t(·r• 1 i torio !-itrova all'est di Croning<'n, ncll'OIJn<l.1 ,Ntc111r1on;1le. In qm·,t,l. 1C'gionc, lt· isole Fri,it.· orit:nt.,1.liprott-ggono l.1 cmta drlb Fri- ,i.1 orçid<·ntalc, che <:011finac:on il Du1 .110 di Oldrnhurg. A Borkum t' a NorSPEDIZIONE IN ABB. POSTALI derncy, sulle ,~k Frisie e in tcrrafcr. ma, ,ia ,ulla co:1otcahe nel Ducato, sono ~lati co,trniti ultimamente aerodromi collegati e on un si~icma )pecialc di ,tracie. e muniti - in alcuni casi - dei più rl'CCnti modelli di rimc:i,)C :i,ottcrranee. Quc)ti .ierodromi non possono aver altro :1ocopochedi ~rvirc .1! bom• bardamento di Londra e di tutli gli altri ccntl i impon.:uiti della costa orientai<' britannica. Il vantJggio della loro posi7ionl' t· O\\ io. Strategicamente, ,.j tro, ,,no ,ul m~rc e non hanno altri vicini che l'Olanda. Perciò, non v'è la nccc~.,ìt~ di prcmunir)i comro sorpresf• nemiche, e gli acrodrorni po~ono quindi essere raggruppati e collocati in modo tak da adattarsi al piano catti<.:o, e d.1 diminuire fino all'ult1mo mrtro la lunghcu..a cli volo r b di,tanza dagli obiettivi. Qu..tl f dunque quc~t.1 di,tan,:a 1 Se ,i tira LIIIarco :1oullae.irta con l'i'>Ola di Borkurn :ti centro, e con una di- ~tanza di 350 miglia come raggio, si trO\crà dw un'enorme park dcll'ln- ~hiltt·rr.1 è rarchiusa in qucsl':uco, comprt.. ·'l· Londrn. Oxford, Covcntl)-' 1 Halifax e Sundcrbnd. E,tcndendo il raggio a 400 miglia. s'includeranno città e porti i111portaoti come Southampton, Wort·,·,tcr. \\':mington e Prcston. Estendendo ,lll('0ra il raggio a 500 miglia, ,i tro,·rrà che praticamente tutta l'Inghilterra, il Galles e la Scozia rientrc• ranno , "Ila -.fcra d'.17iOfle.Ora. con la \·cloci1.ì moderna, una dManza di ·350 miglia rappresenta il volo di un'ora e mezza i una distanza di 400 miglia, un \-olo di un'ota e <1uaranta minuti; una dbtanza di 500 miglia, un volo di circa d11c ore. Queste distanze sono minime m confronto alla capacità di volo d'un appareccl}io da bombardamento moderno, per il quale un giro circolare di 1500 miglia è un'impresa normale, e un viaggio di 750 miglia da Borkum comprendcrcbbc metà ddla C03ta fran• cesc, dal golfo di Biscaglia. l'intero Regno Unito e la co.<.tanorvegese fino a rrondhcim. ~aluralmente, una così lunga distan- .r.anon \'errcbbc coperta che in casi del tutto eccezionali e per un obiettivo <;pccificocome, per esempio, quello di bombardare la baia di Bantry ncll'(rlanda .:;ud-orientale, se il nemico sapcN~ eh<:"una parte della flotta inglc,;c \'i ro~:-.cancorata. Dobbiamo quindi µre-occuparci soltanto delle distanze minori, e in modo !)peciale di quella di 350 miglia che include parecc-hie contee rhe fanno centro a Londra. Il vantaggio principale della po1>i- .r.ioncdi questi aerodromi tedeschi, :1oulla costa dcll:i Frisia, è che i voli si compirebbero quasi completamente sul mare, co-..icché gli aeroplani non avvicinerebbero terra che quando si trovassero già ~ulla costa inglc"-C.Ciò aumenta enormemente le 1>0ss1bilitàdi passare inosserva111 e C11m111u1scine ma111na cornspondcntc 1l rischio dcli 'ìntcrcctt.iz1onc. La base principale di ogni ~htcma difensivo contro un attac. co aereo è I organizzazione, con la quale 'ii pub essere an1ormat1 della v1ci• nanz.t di una !lotta aerea nemica. Se quc:1o1aorga111z.taz1011èe t•n1c.-tcc,e :i,C a11!1coltàgeog1ahc11e non intervengono a _d11nmu1rc~ens1b1hncnte 11pcnooo di .illJrrnc, ~1 può sper~1re che gh apparecchi bombarda ton vengano mte1cctt.it1. ..\thnchc, tutta, ia, I a1l.1rmedi una inva)1onc· aC'1cancnuca pos~a C)3Cr~efficace, bi<;,0gnache certi limiti di tempo "in.no c~auamente cakolati. Supponi•11no d1c la !lotta d11cn~1v;.1.1cn.:•t .1bhia un,1 velocità di 300 miglia ;ti. l'ora. Supponi.uno, ,lltrt·,ì, che gli .1pp.1rccchi da bombardamento volino ,, un'..dtca.a di 21.000 piedi, con una vcl<x·it,l ll·ggcrmcntt ~upenorc a 4 miglia al minuto. C.:on questi dati, è po~:-.ibilc cikol.trè il tempo minimo d'allarme n<'C:<'~'larioper interccu.1rr i bomhard,itori prim,1 che raggiunga110 i loro obiettivi, o~~i.1- per f.trc un esempio ì do,(J di Londra. O, bt..·nc, gli intcrcctt.Hori non pot1chh<-·ro1.iggiungere la loro po1;i,:1ont' d'attano prim,t di un qua1H>d'ora dal ,nonwnto in cui l'all.trmc· è ~t.1to nrc- ,·uto. l..1 ragione è IJ scgututc: tempo rid1it·,to per il ,ice, imrnto e la confrrrna dt.·i rJpporti ottenuti cl.alle varie organio.J✓.ioni di \OI \.'(•glianza: '2 minuti; tempo 11ece:1o~,1rpieor la partcn- ✓-.1 d.1l \Uolo • 4 minuti; tl·mpo ncce~sario per raggiungere l'altezza a cui vo• lano i bombardatori: 6 minuti; tempo neC('~ario per prc-ndcrC' la posizione di attacco: 1 minuto; tempo totale richibto prima che l'intercettazione diventi effeuiva: 13 minuti. Questo tcm• po richiede tuttavia che le condizioni della ,tagione, dell'atmo,.fera e dell'ora, nonché la vi~ibilità generale, siano fa. vorcvoli per l'intercettazione. Ora è bene tenere a mente che queste eon· dizioni raramente si Vl'rificano, i: cht l.1. loro mancanza potrebbe permetterC' ai bombardatori nemici di colpire i,.enza rnolt·stit·. ~1;,, ~mdw .1m111,~ucndoche ogni co11di,..ione fo,:-c favorevole, durante questi 13 miriuti i bombardatori si avvitiner~inno co,ì rapidamente che. durante l'intt·rv.1110 tr:1 l'allarme e l'intercctta7iOn<·. a\ mnno percorso una distanza di ciffa 54 miglia. 'e co11:i,cgueche, a n.(·no ch(' l'invasione aerea sia scoperta ,. --cgn.tlata a un~ distanza di almeno 54 migli:1 dall'obiettivo presunto, 111...:.... un;t intrrn·ttai.ionc può impedire che il rwmico raggiunga il suo scopo. Se gli intercettatori sono mandati alla C'accia dietro nronec informazioni (in modo che una pattuglia aerea salga in ciclo prima che l'errore sia corretto), non ~oltanto il nemico riuscirà a com• picrt· la sua missione, ma potrà anche fan· ritorno in patria senza pericolo. Ora l'osservazione marittima è, per ovvit· ra,(.!"ioni.assai diffc•rcnte da!l'osscr- \~i.-.ior:ctcrn.-~t.rc. f posti d':}..!)Culto, rcr C"-Cmpio,non possono esser collocati in modo concentrico per permettere di seguire il volo nemico, a passo a passo. II mare burrasco~ può anche contribuire a render difficile il potere d'osservazione e, per di più, vi è sempre il pericolo che il nemico possa distruggere la piattaforma galleggiante o qual. siasi altro apparecchio )lii <)Ualcstiaoo gli O~\Crvatori. Lo :1ovantagg10principa. le, tuttavia, dell'osservazione marittima è che i vari posti lavorano isolati, e perciò la rotta dei velivoli nemici non può essere controllata per mezzo di rapporti strettamente collegati fra di loro. Navi l<·ggcrc saranno senza dubbio utilizzate per le osservazioni, <' la loro distanza dalla costa sarà, come lo è .1hiwalm<'ntC, di circa 30 miglia, ossia qu<·lla fra Folkcstonc e Boulognc. Vi Po~~onoL'~3erealtri posti d'osservazione m .icquc più loutane dalla costa, come vcr:i,.oil Doggcr Bank, o qualche punto .1 metà ~trada fra l'Olanda e la costa dl'i Norfolk, ma questi po~ti saranno (·omplctanwntr isola.ti, e non potranno indicare la dir<'zionc apparente delle fonn,1zioni nrmiche se non al momento del pas."-aggioin volo sopra di loro. f: chiaro, perciò, che se il nemico vuole forc un attacco sulla costa, il periodo d'all.,rmc non "-arà ,;ufficiente nemmeno della metà per permettere l'intcr• ccttazionc, e, quindi 1 dato questo manifesto vantaggio di un arrivo dal ma• rc:-,qu.1l11nquc punto importante della <.o,ta orirntale inglese, o dell'interno, JX'r una distanza di circa ~5 miglia, può C'!i~n attaccato di sorpresa dal1'.tria e non può cs~t·re difeso che con meai terrestri. Vi è un'altra forma d'attacco, )U luoghi tome Londra, importantissimi e ben dife~i, che è ugualmente facilitata da un arrivo per mare, e contro cui la difc~a. ,;,ia aerea che terrestre, è as!)ai clAlicilc, :1ocnon del tutto impossibile. Que~to metodo è quello chiamato dai francesi « vol ,asé -.. Consiste 111 un volo ba,~o, all'altcua di poco oiù di 1 oo piedi, compiuto ~ia di giérno che di nott<·. ma preferibilmente d( giorno. A t.ile Jltcaa. i motori « supercarichì » dcgl'intcrcettatori non potrebbero fun• ✓.ionarc con v,antaggio, .inchc se fosst· pov,ibilc concepire un combattimento ,1(•reoco,ì vicino alla tcrr;_t,alle velocità tt>rrihili dc-1volo moderno. Ugualmcn• te. né i c.innoni antiaNci né i fari potrd,bero funzionare nel caso di hcr- ,,1gli che quasi rascnt~mo la. tcir,t. Lo .J. -,,1rra1111..•ncton llfcrici, ove <"Sistc~sc, potrebbe indubbiamente M:onsigliarc un t.tk .1ttacco durante la notte. ~a, di giorno. i bombardatori potrebbero vo· lare attraverso questo sbarramento, p(·rch~ -.e ~i vol_e1>sdcavvero proteggere il pl·nmetro d1 Londra - con « cavalli di Fri,ia» aerei impenetrabili - cx-correrebbero non meno di 36.000 ,fcrici. Qua.le bersaglio 'offrc- la Cc1m,,nia

t·hc pos.sa paragonarsi con Londra? Vi M>nole regioni carbonifere e industria• li della Ruhr, della Saar e della Slesia superiore: le due orimc entrano facilmentt nella nostra sfera d'azione. Insieme con le miniere della Sassonia, ,·o~tituiscono centri d'industria pesante chC' corrispondono ai nostri distretti dcJ South Wales, dei Midlands, della Clydc e del Tync. Considerandoli, tuttavia, come località per. un possibile attacco, la cui distruzione dovrebbe avere un effetto immediato e decisivo sulla for1:a di resistenza tedesca, nes• suna può essere paragonata con l'enorme arC"adi Londra, la cui distruzione equivarrebbe a un colpo mortale. In un conAitto breve e violento, quale può essere dato dalla forza aerea, le aree di bcnaglio iniziali saranno scelte da entrambi i combattenti per ottenere risultati il più possibill' immediati. La distruzione di centri indu.;triali assai distanti fra loro - come quelli tedeschi - non raggiungerebbe 'lucsto sco• po, poiché la loro importanza non è decisiva. Altro bersaglio può essere offerto da Berlino. 11:a Berlino è una capitale con metà superficie di Londra, e la cui importanza non può essere confrontata ._ con la metropoli britannica. Dal punto ~ t!i vista dell'agricoltura. la Germania µuo"qua~i bastare a se stessa, e la sua popolazione è distribuita in tal modo che la fornitura dei viveri e la loro distrihu:,.ionc non potrebbero essere fa. cilmcntc clisorganizzate. Berlino, per• ciò, non dipende unicamente come Londra da un fiumt·, sua principale via di vettovagliamento, ma assorbe la sua sussic;;tcnzadall'intera periferia, cosicchJ l'afflusso dei suoi .viveri non può essere tagliato alla sorgente. La debolezza di Londra corrisponde perciò alla fort:a di Berlino, cd esattamente lo stesso contrasto appare confrontando gli altri centri cittadini nei due paesi. La verità è che l'Inghilterra, a causa della sua fonna allungata, della sua ?Osizionc rispetto al continente e del suo lungo asse che corre da nord a sud, è sempre estremamente vulnerabile da un attacco aereo. Se la Gran Bretagna è il cuore dell'Impero Bri• tannico, la sua capitale, Londra, è il cuore della Gran Bretagna. Si asserisce da taluni che, se ancfie Londra fosse distrutta come metropoli, in seguito d un bombardamento aereo, un simile disastro non porterebbe con sé la tragedia della resa al nemico, e che il paese - anche così amputato - potrcbhe continuare ad esistere. lo sono fra coloro che disgraziatamente sono <.:ostrctti a C'rederc tutto il contrario. La Cit)• e la Contea amministrativa di Londra hanno avuto recentemente un enom1e aumento d'industric e di popolazione: 15 milioni di persone SO· no ormai racchiuse in quest'area, e ognuna di esse dipende dai docks d: Londra pt·r il nutrimento, dài servizi di Londra per i trasporti e dalle cor• porazioni di Londra per tutte le altre necessità della vita. Se questa vasta e f ~ ANNOIl • N, a. 8 OENNAIO 1838-I~,, OMNIBUS' I SETTIMANALDEI ATTUALITÀ 11 'i POLITIOAE LETTERARIA :,il ESCE IL SABATO IN 13·16 PAGINE ABBONAMENTI 11 Italia• Oolonl•1•nno L. 43, 11mutre L. aa Elt.1101aono L, 70, Hmutre L, 36 !1 I OGlfl NUMERO UIU LJR& MnoaoriUI, diugnl e fotografie, 1ncl..1 10 0011pnbbllca~I, non ai re1litul1«1110, I Dl.rulou: 11 &ima • Via dii Sudarlo, 38 Telefooo N. 561.835 I 11 Am.mlal1truJ001: Milano • Piana Oarlo Erba, 6 I ,1 Ttlefot10 N, 24.,808 I lii Pubblldtt: I Per millimetro di alteua, b11eaua eol00,n1: I t,!~!iV~~gS~i~1:~~'ftT~i1:r~a·o B28.'3J1 I Parigi, 58, B111da P111houg Salot.-Honore I So-. .I.non.td..ltrice "OMNIBUS" • Mll1..11:o I I= NUOVA KITOLOOIA1 1, IL BATTO D'EUROPA intricata organizzazione vt·nissc improvvisamente ad arrestarsi, l'enonne massa della popolazione si troverebbe con la carestia alle porte, e non potrebbe ave. re nessun altro mezzo per assicurarsi il nutrimento necessario. In tali circo• :,tanzc, si può sicur:tmente orcv.cdere che, se anche il popolo fosse an11n:3to dallo spirito più indomito, sarebbe impossibile a qualsiasi governo contmuarc la guerra. Ecco un ca~ in cui anche la più poterne marina del mondo non sarebbe più utile d'una flotta di latta in fon• do ad una vasca, poiché non potrebbe far nulla; nemmeno un esercito mcc• ca.niznto al ma~simo potrebbe far nul• b. La forla aerea soltanto sarà qucua che dominerà e nemmeno gli alleati continentali potrebbero aiutarci al principio delle ostilità, ossia in quel brcv_c periodo durante il quale q':1esto tern· bile di<1.astropotrebbe 3\'vemrc. Il nemico si concentrerà ~enza dubbio sopra Londra. Dalle sue basi della Frisia orientale, senz'alcun preavviso, e C'Onun volo di solo un'ora l' mena, una cnonnc massa di apparecchi da bom· bordamcnto può esser su Londra e ritornarvi, a regolari intervalli, di giorno e di notte. Dall'Inghilterra, come base di partenza per la nostra offensiva, che cosa.possiamo ri:-.ponderc? I.ncht.,modo pos~i.1mor('ndcre b nostra risposta rapida ed efficace? Attaccare gli ae~- dromi nemici non serve a nulla, poi• ché è e:,trcmamcntc difficile ottenere risultati precisi sopra un bersaglio !a cui arca consiste in piccole superficie sparse su un grand~ territorio. Brcm~, Kicl e Amburgo s1 trovano tientro 1I nostro raggio d'azione, ma sarebbero scarsi compensi per una serie di attacchi distruttivi su Londra, coi suoi otto milioni di abitanti e con gli altri sette milioni che ne dipendono. Se il Belgio fosse un alleato anziché un neutro, ~i potrebbe invadere la Rubr. ch'è un centro industriale molt. popolato. Quest'attacco in forza po• trebbc forse compensare lo sforw che costerebbe. Ma, data la neutralità del Belgio, la Ruhr non può essere avvici• nata che dalla costa della Frisia, at• traverso 160 rn..igliadi territorio dove il nemico impiegherebbe tutti i possibili mezzi d'intervento contro i nostri bombardatori. Senza dubbio, abbiamo una conven. zione milit:irc con la Francia, cd è ragionevole .ntendcrsi che, dalle basi aeree poste sul tC'rritorio francese, potremmo. in<1.iemecon la nostra alleata, bombard.ire Berlino e qualunque altra parte della Gem1ania entro u.n raggio di azione efficace. Ma, :1nche 111 questo caso, doblJiamo sottometterci alla prima serie di atlaC'ch1 senza potervi rispondere, poiché l'iniziativa no~ sarà nostra quando la guerra scopp,er~, c ~P<:· razioni partenti da aerodromi stramcn. per quanto previste in ogni particolarc 1 non possono essere intraprese in poche ore. D'altra parte 1 la fr::mcia1 minacciata d'invasione da tre frontiere, per terra e per ari<,, dagli alleati del suo nemico principale, potrebbe venire rapidamen. te demoralizzata dalla fort:a spiegata contro di lei, e costretta ad accettare una pace separata. La C'ruda verità è - come le cose stanno attualmente - che la Gran Bretagna non è in condizione di uscire con successo dalla guerra futura. Per quanto amara, questa constatazione è meglio sia fatta. La sicurezza, o meno, delle comunicazioni imperiali diventa una con.:iderazionc secondaria, perché se basta per essere disfatti un attacc~ al cuore, a quale scopo preoccuparsi della protezione dei singoli arti? L epoca della forw navale è passata, e i possibili nemici dell'Inghilterra lo sanno molto bene. L'avvenire dell'aviazione la cosiddetta canna dei p0veri» 1 ha distrutto per sempre la superiorità inglese. Oggi, di tutte le grandi nazioni, la Gran Bretagna è quella che dovrà soffrirc maggiormente della sua nuova indistruttibile inferiorità. L. E. O. CHARL TON Commodoro inglese dell'Aria (Copvrighl 1Hundopress LJd. e, per l'Italia, di «Omnibus>). IILL& lii 11111 &\a CD"'-.Y?®G3~ ì PROPRIO VERO che c'è del nuovo nelle relazioni fra la Francia e la Cennania? A ,en• tire certi giornali di Parigi le novità sono tali che saltano agli occhi. Vi par poco che il barone von Neurath si sia recato alla stazione a salutare Dclbos durante il suo passaggio per BerHno? E il tono moderato della :,tam. pa tedesca durante la tournée del ministro degli Esteri francese nell'Europa centrale? E gli elogi del Voelkische Beo• bachter? E i colloqui di Berlino fra il capo ufficio ~tampa del Quai d'Orsay e il suo collega della Wilhelmstra~sc? Certi problemi, scrive un annotatore in vena d.i ottimismv, che fino a poco tempo fa non si potevano nemmeno fonnulare, oggi si possono discutere in perfetta serenità. La ragione del mutamento va ricercata nella stretta co11 .;'!• borazione franco-britannica, nc:)J'~·1 1 Par'igl• Londr:i.. Berlino vuol metter,i d':,,ccordo con Londra, ma la via di Londra pass:i. per Parigi. Ecco spiegato il mistero. Senonché c'è :.tato qualcuno che ha voluto rccar:,i sul luogo, per una visita di controllo cd è l'ex ministro Flandin. Che cosa è andato a fare a Bcrlir!o il signor Flandin? t andato a Berlino per istruirsi. « Ogni uomo politico ha il diritto e, vorrei aggiungere, il dovere, di tenersi al corrente dei problemi intcr• naz;onali. Ed è j)cr un'evidente ragione di riguardo che, prima e dopo il viaggio, ho fatto visita al presidente Chautcmps ». V'è motivo di credere che fu per negligenza, per non essersi tenuto al corrente, che si lasciò sorprendere il 7 marw dall'init.iativa tedesca. Comunque sia, di ritorno da Berlino, l'ex ministro Flandin ha scritto nel Paris-Soir un articolo che voleva parere sensazionale e, più ancora, ha parlato nei corridoi d! Palazzo Borbone. • F.d ecco che cosa ha imparato Flan• din nel suo viaggio di istruzione, avendo parlato con Gocring, con von Neu• rath ed altre personalità del mondo politico e diplomatico. Riferisce uno dei frequentatori di Palazzo Borbone che hanno udito: « Egli stupì i suoi colleghi della Camera quando riferì loro che i suoi interlocutori di Berlino gli avevano esposto delle richieste molto forti, che comportavano, oltre all'oc· cupazione delle colonie, una completa libertà d'azione in tutto quanto si rifcril>CCallo statuto delle minoranze tedesche in Europa (in particolare ncll;.1 Cecoslovacchia) cd ai rapporti fra il Reich e l'Austria. Unica contropartita, l'impegno di non attaccare la Franria e, più genericamcnte 1 gli Stati occiden• tali. Gli sarebbe stato detto, fra l'altro: "Con voi, senza di voi, contro di voi". E non è iutto, perché1 se si deve credere a certe versioni, che non furono mai smentite, i suoi interlocutori non gli avrebbero nemmeno nascosto lo staro molto ayanzato degli armamenti te• deschi ». Le indiscrezioni dei corridoi di Pa. lazzo Borbone trovano una conferma nell'articolo del J>aris•Soir, nel corso del quale l'antico presidente e ministro degli Esteri non esita a suggerire di fare alla Germania tutte le concessioni possibili. E al più presto. « Ricordiamoci che dobbiamo agire con la massima rapidità. I\'on c'è tempo da perdere. La pace non può aspettare nel dormiveglia dei discorsi ginevrini ». Chi oserebbe, dopo ciò, negare che c'è veramente del nuovo nelle relazioni franco•tcdcsche? Non ha alcuna impor• tanza, per la cosa in sé1 indagare se questo nuovo è dovuto alla « stretta » collaborazione franco-britannica o all'intesa italo-germanica, all'asse ParigiLondra, ovvero all'asse Roma-Berlino. Basta la novità. Un'altra novità, che non m,mchc'rà di far colpo su tutti gli O'iservatorì impaniali, è la « 'itrctta » collaborazione anglo•franccse che a 'ientire certi ottimisti - ma non Flandin - avrebbe operato quei tali mutamenti di stati d'animo e di atmo~fcra. Nes..,uno se n'era accorto, a tutt'oggi, a meno che per « stretta :t collaborazione non si vo• glia intendere l'attaccamento dell'edera alla quercia, della vite all'olmo. In questo senso nessuna collaborazione fu mai più intima e più « 'itretta » di quella franco•inglesc. Parigi segue Londra pni11de ac cadauer. Senza nemmeno con~ultare Parigi, Londra :.anzionò il riarmo tedesco: quello aereo. quello navale, quello terrC'.ltre;conclul>Cun accordo navale con Berlino all'insaputa del Quay d'Or5.ay, che si trovò di fron• te al fatto compiuto e all'indomani del 7 ,marzo, dopo dodici gio:-ni di :,evere n~~--•on:, dichiarò a f◄Jrigi che 5,j trattava dt materia opinabile. Dal canto suo, la Francia ha seguito. Ha seguito l'Inghilterra nelle 'ianzioni contro l'Italia, 5.enza contropartite per e.asi analoghi, l'ha seguita a ~1ontrcux due volte, per la questione degli Stretti e per l'abolizione delle capitolazioni i:i Egitto; l'ha seguita a .Nyon. Nei giorni scorsi la $tampa francese non esitava a dichiarare che, ncJ caw dei casi, la flot• ta della Repubblica avrebbe potuto far la guardia nel ~frdite'rraneo in sostituzione della flotta britannica qualora gli avvenimenti dell'Estremo Oriente aves• sero richiesto un concentramento delle fon.e navali inglesi nel Pacifico. L'Inghilterra non ne ha profittato. Pare che sottovaluti la flotta franC'csc. Una rivista di politica estera ultra fron• tC popolare non ha esitato a scrivere che nei recenti collO<]_udi i Londra il Primo ministro Chambcrlain giustificò certi atteggiamenti della diplomazia bri• tannica non in tutto conformi a quella tale « stretta » collaborazione, con lo . )tato preoccupante in cui si troverebbe la Aotta francc<1.eS, arà vero? Nessuno può dirlo. Certo è che altri scrittori francesi, quali il Dominiquc, non temono di lanciare dei sintomatici gridi di allarme : il secondo impero del mondo dispone della quint;'l marina del mondo. « Parli;'lmoci chiaro: la l>ituazione navale,· quindi imperiale, della Francia, sarà gravissima fino a tutta la metà del 1940. Durame tutto que'ito periodo dì tempo noi non :,arcmo in grado di difendere con le nostre sole forle le nostre vie imperiali. Nes~un dubbio che l'Inghil• tcrr.1 ci aiuterà, ma noi saremo i suoi subordinati. Non sono pochi i francesi che proveranno un certo malessere ad una simile eventualità ». Anche questa è una novità. 111'11918 i: 1tpp:1rsonm 11n11t1t'Slt' lipo,f:r,!.fto, rÙ111(J1•11/11 in O,f!,,ip11rtirof 11 re t' ron 1111 ro,tlt'mtl(J f!Ù~ rirrf>, ,~eile t' 1•,irio. Il uromlo 111m1ero i/,./ 1111()'V0 1111110 1Jfir,Ì mt'rro!t'l/i u _fenn,,io r ronterrll, 11elle Jllt' 16 p,~l{Ùu, ,fato,ert!fle, Tllc<Onti, 11rtiroli it'I pùì ,dto Ùtlernu t' /" .rrront!11 pmll,tl,1 t!i (i.,,,,,,.,; .!rl r•pi,.,,.-11ti/.J.-l1,•11.-r,,/.-/ll,ll.-r) li "Secolo lllu$tu10" ( in vtnJiu in tulle lt edicole ~ ccnlnimi 50. LIBERARSI DEL DIPENDENTE (iJ ONTRARIA~1ENTE a quello che han- ~ no pubblicat.o i giornali! n~n fu affatto il Governo inglese ad invitare a Lon. dra i rnininri francesi, m.- furono i mini• stri francesi che si fecero invitare. Più pre• cisamentc fu Chautemps che, per primo, ebbe l'idea di solleci1arc un colloquio a qua1tro occhi col Primo ministro inglese, Chamberlain ; e pare che l'idea gli venisse quando Chambcrla.in, al pranzo dc! Lord Mayor, fece mcnz1one dello scambio non ufficiale di messaggi, che aveva avuto col Capo del Governo italiano. Il signor Chau• to:mps ne argomentò che un siffatto me1odo, se era buono per la poli1ica fascista, dovene esser buono per la politica radicale. E subilo disse all'ambasciatore d'Inghilterra, Sir Eric Phipps, che voleva avere qualche conversazione prh·:ua col signor Cham• berlain. Mentre la richiesta era esaminata dagli esperti del Foreìzn 0/fic, (i qua.li devo_no considerare tutte le innumerevoli oscuruà dclrelichetla diplomatica prima di potere agire), il « pio » Lord Presid~nte ~cl .Consiglio, si recava, nella quali1à di signor Lord Halifax, a far visita al generale Coc: ring. nella qualità di grande amatore d1 caccia. E questo rese Chautemps più che. mai desideroso di ottenere una convcrsaz1onc con Chamberlain. Senonché, - r"'ccon1a una. rivista londi. nesc, di solito assai bene informata, - Chau1cmps dcsidera,a parlare con Chamberlain proprio da solo 3 solo, e cioè con elClusionc di entrambi i ministri degli Es1eri. Non la in1endeva cosl il signor I von Del• bos, il quale - come diceva pittoresca. mente la suddetta riviua - a neuun CO· SIO era disposto a rimanere al freddo, fuori dell'uscio. Infiammato di sacro zelo diplo• matico, egli rilevò, con insis1enza e ~on encrg:a, che non sarebbe stato convcmente per Chautemps a11raversarc il Canale senza una imprcssionan1e scona dì esperti diplomatici. Chautcmps dovette acconsentire a condurre con sé gli esperti, e soprat1utto il pcninace suo ministro degli Esteri. ~fa, pri• ma di lasciare Parigi, aveva fatto il suo piano per avere un ti1e-à-tit1 con Cham• berlain. Com'è noto, Chamberlain, ,i.Ila sua ,olta, per poter mandare Lord Halifax .in G_e~ma. nia, aveva do,•uto auendcrc che 1I mmuiro Edt-n fosse lontano. Profirtando della Lno• re,ole circostanza che il 1uo imbaraz.zan1c iegrc1ario agli Uteri si era recato a rac• cogliere allori alla infelicissima di tutte le conferenze infelici - quella di Bruxelles, - egli avc"a sottoposto al Cabinc1to l'idea della missione Halifax e aveva fa110 parlire il Lord Presidente per Berlino. Si è, poi, raccontato che il rninili:tro .Eden.' tor• nato carico di allori da 8ruxclac1, s1 mostrasse es1remamcn1e indign:Ho di quanto t'.ra, ?lato .rl~ciso \in sua usfnza J', per dir megl.o, allè sue ,palle. Ma, comunctut, dall'uno e dall'altro cpi• sodio - d.a quello francese, come da quello inglese - si 1r:i.e la modesta morale che, nellt democ:raz..it, il miglior servizio che possa rendere un minisrro degli Esteri al suo capo è quello di allontanarsi. Proprio il serviz:o che un ministro degli Eneri è meno disposto a rendere. (~fcntre scri,iamo queste note, il niinisiro Eden è in Riviera, e Chambcrlain ha assunto l'interim degli Esttri, con Sir Robcrt Vansi1tart già scgre1ario permanente al For,i,tn btfic,, ele,ato alla funzione di e principale consigli tre diplomatico. di. Giorgio Vl >: formula che può s1gmficare molte cose, 1u1te quantt alle stato d'ipo• tesi nel momento in cui scrivi ..1110). PRANZI ~ LONDRA, i due ministri france~i furono irwitali a pranzo dal signor (.:hamberlain in Oowning S1rcct n. 10. 1:, pJre che, ivi, tutto andasse bene. Gli onori di casa furono fatti assai amabilrr.entc dalla signor.t Anne Chambcr! ..in, che nell:l buona società londinese è chiamala « Annie II e che i giornali inglesi definiscono charming. Essa pcrsonahncotc aveva ordinato e curato il nienu; fra raltro, un iucculento agnello di quindici giorni e vini vecchi francesi, che ccriamcnte spianarono la via ",- conversazioni. Il Prenuer Chambcrlain, come è noto, sof• fre di go11a ed osserva, perciò, rigorosa• mente una dieta \'Cgetariana. Ma, quel giorno, derogò alle prescrizioni dei m~dici:. e mangiò carne e bev, e vino: tutto ciò, s lii· 1endc, in onore degli ospiti e per l'int~s~ sempre p:ù cordialt fra Londra e .Pang1. Chi ha dc110 che gli inglesi non usino far sacrifici per l'a1niciz.ia? Assai di,ersamcnce, imccc, proccdc11cro le cose all'ahro pronzo, quello offerto dal ministro Eden. Pare che, fra il signor Oc\bos e miJlt:r Eden, non corrano rapporti di ,eia e propria ammirazione reciproca. Dclbos non ap. prezza molto le maniert alquant~ brusche , e la imtabilità di Eden, e questi non ap• apprtu:a molto l'oratoria diploma1ica di Delbos. Proprio pochi giorni prima, alla Conferenza di Bruxelles, e,ra accaduto fra i due ministri dcmocra1ici un incìdentc as• sai spiacevole. Il signor Dclbos aveva preso la parola ed aveva cominciato ad esporre il suo punto di vista a ~orman Oavis con francheua poco diplomatica. E Eden lo ave,a interrotto più volte, intimandogli: e Basta, basta :t. (Tut, tut !}. Er:ino passali s61o pochi giorni, e ora il ~ignor Dclbos si trovava invitato a pranzo proprio da colui che. con tanta energia, gli aveva intimato il silenzio in piena Con• fcrcm:a internazion).\c. ~cssuna meraviglia, perciò, ch'egli avesse !'.aspetto d'un uomo • condannato a subire qualcosa di terribil• mente spiacevole, anziché d'un invi1ato a pranzo. E, mentre a11raversava i saloni del Fo,eign Office, lo si udì mormorare: « Speriamo che qui, almeno, non ci saranno troppi ., bast.t, basta!"> (tut•tutlìng). COSE D'EGITTO rn EL 188 I' scoppiò Ìll Egitlo Ul1 moto UJ nazionalista, captggiato da un colon• nello ambizioso, Arabi Pascià. La Francia c l'Inghilterra che, fino a quel momento :wtvano escrcita10 una specie di p1otettorato a due sull'Egitto, se ne commos~tro. ~1"' mentre I"' f'r"'nci;,., prco~cu• pata della rninaccia tedesca e i~np2cc1au• dalle sue ~risi, si mostrò lenta e 1rrc~lu1a, l'Inghilterra non perdclle tempo. L anno successivo, infatti, gli inglesi bomba~darono Alessandria, occuparono il Canale, duCe~ero il piccolo e~rci10 egiziano a Tell.cl-Kcb1r, e marciarono sul Cairo. Tcwfik Pascià, ~hc Arabi :neva deposto, fu ricondotto al Cairo, e ,\rabi Pascià fu deportato a Ccylon; e 1u1to rientrò nell'ordine. Quell'apostolo della libertà dei. ~poli, che fu Cladstone, si affreuò a d1ch1ara~~ che « la questione egiz.iana dipendev:.. P•~ che per il passato dircuamcnte ~al Gab,1• netto di Londra». Ciò che, nel hnguagg10 di Cladstonc, significava che l'lngh.iltcrra era padrona dell'Egitto e la Francia era messa alla porra. Peraltro, l'Egiuo rimase in uno stato di dipendenza meramenlt teorico1 dall'Impero ottomano. Alcuni anni dopo, nel 189 1, lo stesso Gladstonc, parlando a N~wc.astle, dichiarava che e l'occupaz.ione dcli Egitto era tempo• ranca e a,rcbbc avuto termine». !\'essono credette alle sue parole. E meno di tutti vi credeva Gl.tdstone. \•la le cose andarono diversamente da ca.mc gli inglesi desidera\'ano. Scoppiò la guerra, il nazionalismo egiziano diventò forte e l'Inghilterra diventò debole. Per cui, nel J 922, il GoHrno bri1.annico fu co• nrcuo a proclamare l'indipendenza del• l'Egiuo, con alcune riM-n.c (le famo5e quatlro clausole). Cli egiziani non furono soddisfatti e continuarono ad agitarsi, ma difficilmente avrcbbtro otlenuto qualcosa se non fosse scoppiata la crisi eriopica .. L'lnghil_i~rra, trovando~i anco1"' uno1 volta m cond1z1onc di deboleua, do,ettc ced<"re e concluse con J'l::gitto un trattato di :illeanr.t militare, con cui ~.:i.h-òquel che potè delle sue po• sizioni. Cosicché, in definitiva, l'indipendenza del. l'Egitto è ua1a opera dei .ttrz.i, più che degli cgii.iani o degli inglesi. Kl· fuad 11101ìnel1'1.prile del 1936, la• M:i.tndo la \'CdO\.l, :,..'azli, che è stata detta e una resina più bella di Cleopatra •• e cinque figli, qu.a11ro femmine e un maschio, l'attuale re. Fuad er,ì dell'opinione che i nomi comincianti pc1 F fossero stra.ordina• riamcnte di buon augurio; e, COèrentemente .t questa dottrina, a tutti i figli diede nomi cht· cominciano per F: alle figlie, Fawz.i)·a, Faiia, F.aika, Fathia e, al figlio, Faruq, che \ uol dire « colui che distingue accu• ra1amt-nte fra il giusto e l'ingiusto> t-'aruq, 4uando sall al trono, non avev.a ancora 17 ,1,nni e fu messo sotto un cons1. glio di reggenza. Il defunto re Fuad, tr~- dici anni µrima, aveva redauo una specie di test.amento poli1ico ~gn:to, in cui aveva designato chi do, eS$ero enere i membri del Consiglio di reggenza nel caso che, al 100• mento della rsua morte, il figlio fosse ancora in eta 1ninor_., Quhto documento fu aperto e letto in una i,eduta solenne del Jjarlrnan, cioè del l' . ulamcnto, e si trovò che uno dei Ire penonaggi, designati dal defunto re, er<l morto da un pczz.o; gli altri due non piacquero al Barlman, cioè al Wa/d, che ha la maggioranza, e cioè a :-..1ahasPascià, ohe t il capo dd Wa/d. E il Ba,lman, con quel rispelto per il proµno re - specialmente se mono - che è caratteristico di ogni Parlamento, nominò tre membri, tutti di\'ersi da quf"lli desi. i,;n,m da Fuad. Era stabilito che il giovane re .av1cbbc assunto i poteri sovrani nel luglio dello scor• so anno c che, con questo, sarebbero ccuait le funz.ioni del Co11siglio di reggcm.a. E cosi è stato. ~fa quante ansie e quante preoccupauoni pri111a della cerimonia! L3 ragione di tan1c incertcu.e consisteva nel fatto che manca~a quabias1 precedente, perché da circa 2000 anni, e cioè da Cleo• patra in poi, in t.gn10 non si era mai a\•uto occasione di inHsurc un re. Cerimonia religiosa o laica? Con la corona o stnz..a la corona? <...on la spad-a o senza la spada? Questi gravi dubbi, per più mesi, non fecero dormire il primo ministro, Kaha:. Pascià; che tanto più si prcoccu• pava del fasto e della pompa della ceri• 1nonia, quanto più era rìsolu10 a fare di Faru un rc•pupazio, come dicono gli inglesi, e ad essere lui il 11tro rt d'Egitto. LA BENDA D'ORO ~ OPRATTUTTO si diKussc )C ci do- ~ vessc tsscre incoronazìone. Nahas Pa. scià, al colmo delle incertcuc, telefonò dal Cairo a u11 esperto di cerimoniale e di protocollo a Vichy. ~Ll la difficoltà più. grossa si presentò dopo il parere dell'esperto: per incoronare qualcuno biso~na che ci sia una corona. Ora, la corona non c'tra affa110. Farla fare? Nahas Pascià non si perdette d'animo e pose mano ... a che COf>:l?Alla benda d"oro del Faraone Tu. t:mkamen della XVlll di11astia. I millenni non sono un ostacolo allo zelo di un rcdele ministro. ~i a quando una corona era trovata, sorse un'altra diffic0ltà: si scopri che i sovrani musulmani non hanno mai por1a10 corona. Allora \ enne in mcn1c a ~ahas Pascià un'altra idea: egli riclJrdò che i sultani ottomani soh•vano cingere la spada; non c'en che da trovare una spada. Quale spada pi1'1 adatta di quella 1cmpe• stata di pietre preziose, che appartenne a ~fohamed Alì, il fondatore della dinastia? Ora nou c'era che da tro,·are la spada di ~,fohamed Alì. La si cercò da per tutto: nei musei, nelle collezioni private, ma non si riusci a tro\are la spada di Mohamed Alì, chc, comt si è deno, era ctmpcuata di gemme, quando c'era. Allo1a non rimase che accontentarsi di un corteo di automobili: il re in testa, i ministri al seguito. Poi il corteo fu ridotto a un'automobile - una limou.sìne rossa per Nahas Pascià - e a un cocchio splendente d'oro per re Faruq. La folla applaudì e acclamò ; ma accl.1. mò con ass-:ii maggiore cntusiasmo al re c.hc al ministro. Non era.no ancora compiuti cinque mesi dal giorno in cui qutsta bella cerin1onia tbbc luogo, quando il diciasstttenne re Faruq ha mes.so alla porta il suo ambizioso ministro. Abbiamo detto che il nome Faruq significa « colui che sa distinguere il giusto dall'io. giusto>.

... DI 1'TEUJILLI Parigi, gennaio J N PRI. CIPIO è il poeta,. Quct iit.:1 verità alla quale non ci sazieremo mai di credere, si arricchisce di giorno in giorno di nuove t<':,tlmonianzc. Chi sa cercare, scopre un poeta sulla soglia di qualu11qu<-fatto, anche dei pili distanti dalla poe~ia, anche nello .,l1.,gm1 di cui i demagoghi Jel Fronte popolarr hanno abusato fino allo schifo, e cht· 11011 in forma di slogan, ma ncll,1 m:rnicra discorsiva e piana che gli cr.1 propria, è stato pronunciato per b prima volt,L da Stendhal nei .\fémoires d'un touriJte: « La Francia è nelle mani di 200 famiglie>- Stendhal lii riferiva alla Francia di Luigi Filippo. È vero. Ma quale difTcrcn?.a. tra quella Francia e qucst,l? Oa pili d'un .)ccolo la Francia non muta i e vorrC'bbc foSSf'l'O ttttti al pari di lei immobili e « definitivi »; e s'irritn. per• ché altri pratica quell'cvoluzioni.,mo, di cui essa ignora la pratica, ma conoM:C molto bene la teoria. Coincidenza ~ingoiare, qut:::,tCnotr Jr scriviamo in una casa « luigifilipparda >, nella ca.)a ~tessa in cui "i~ Sul• picio Guglielmo Chcvalicr detto Gavarni. il disegnatore che con la matita guidata da amaritudine e melancolia, s;Hireggiò sulla pietra litografica la mc. schina borghesia del roi citoyeu. C.ba 0~cura, affumicata come unJ. pipa 1 ~nora come uno stradivari. « Gavarni »1 snivono i Goncourt nd luro diario, e viveva in una solitudine -.clvaggi.1. Non si volev,t vl!stirc, mct• tersi le ~çarpc, infilarsi una camicia inamid1.tta. Girava pn casa come una belva in ~:tbbia :t. Casa da spettri e da irsuti gatti notturni. Le sue ossa centenarie scricchiol.1110nd silc-uzio dei giardini b:,gnati. Grandi g.tlopp:\tc di topi traversano le :.ue not1i. Un ignoto architetto ha concepito questa casa in una crisi di paz. lia: per paSiarc da una camera all'al. tr:1 bisogna scendete e risalire gradini ove il piede ~•incastra ncilc a,;,siscon- ,u-~sc..·, insinuaNi di profilo per corridoi ~,rcuis:,imi e bui, incrpic:irsi su per <,calt-tte a chiocciola, affondare dentro tra• oorchctti. In questi giorni appunto, gli ispettori della SG,eti Gb1halr, la bombetta sulle sopracciglia da palikaris, i baffi a isal. siccia, le gana~e turchine e il cappotto col bavero di velluto rialzato sulle nu. che taurine-, sgu:w.z. ano n<'i mbtcri dei cagoulardJ. Dal fondo delle cantine "al,.,ono, enormi scarafaggi meccanici, .1lla superficie di Parigi. cannoni, mitragliatrici e bombt- in quantità. In quale nido di cospiratori mi <t.Ovnenuto a caccian·? Gli alberi, ha 5C'ritto un tale, d'invc·r· no sono di legno. !\ttraven.o le larghe vetrate increspate dal gelo. le betulle del ~iardino di Gavarni, rade e M:par..ttc da .una ripugnanza indicibile, M>rgono ,omc :-.coµctte arrivate in fine di carriera ; e dietro a queste brilla il metallo livido della Senna di Putcaux; e dietro ancora fumiga la gobba del ~onte Valcriano1 ove-, secchi e accoppiati come la tosse del tisico, echeggiano gli spari di prova dei cannoni antiaerei. Ndlc ore in cui il -.ok, non per manifcsta1.ione propria, ma per testimonianza del calendario, compif" la sua parabola diurna, una luce di crepuscolo, umida t· tetrn, avvolge quc'>to panorama <li tri,tc-J'.za. "ISADORABLE" Fino a pochi anni addietro, Ncuilly era la pili vicina villeggiatura dei pa• rigini i oggi, e benché « faccia > ancora comune a ~é, c,~o è un pr-olungamcnto dtlla capitale, un quartiere in parte agrestr in cui1 spar~i tra il verde come vacche in un prato, .tbitano quei pari• • gini dana1o~i per i quali la convivenza con gl'individui del regno vegetale è condizione indispcmabile di vita. ,;ionatamcntc con uomini che davano sicuro affidamento di ma~hie virtù e di scn~ibilità .irtistica - con un celebre ~cultore it.tliano pun·. uorno di chiaro in~c:gno e no!>troca,·i~irno amico - e diede la luce a una figliolan✓..1 stupenda. Il più bc.:lludi quc).ti figli fu ')Celto da una gr,mdc fabbrica di sapone, per figurare i11 un C.ll"ldlo pubblicit,trio. Nac<1ucco~ì .« Bébé Cadum ::&, quella colos~ale e florida faccia di bambino che per anni t' anni ~orri,;e dai muri di Parigi. Troppo orgoglio~:1della propria ma• tcrnità, anchl· hador,,, co11lé la fo,. mo:,a figlia di Tàntalo, suscitò l'ira di Apollo e Diana. E un giorno in cui i figli della novcll.1 Niobe co~t<'ggiavano la Scnn.t in .nnomobile accomp.1gnati dalla governante:. precipitarono nel fiu• mc e periremo mi~eramente. lnv.1no hadora pregò, implorò, suppl:cò che ro~scro tolti dai muri i « Bébé C..:adum:., invano C'i)aoffrì tatto il dc• naro che po~dev;.1: la fabbrica di 0'i3· pone rc:,tÒmuta a t..111todolcm. t: da tutte le ~tr,ldc, da tutte le piazzi·, d.t tutti i muri 1 innurnerabilmcnlt:.·, o~C)• ,iouat.imcnte, la uagica 111.1drcfn pcr- ,eguit.1ta dal faccion,- roseo, sorr:d('nte. -.plt.·ndcme dd pili piccolo, del più hcl· lo dei ~uoi figlioli tra)formati in n·~ci• che gonfie d'acqua. Finché un giorno, da un lcmho della M:iarpa di cui l'al• tro lembo ~i era impigliato in una ruota <lell'automobile, e /Jadorable > morì strangolata, e placata fu l'ira di Diana ,. d'Apollo. H 21 .'\ Ncuill) .1bitano Abel G.im~c, auw• re di quel Xapoléon che bi\Ogn:1va proiettare ~u triplice schermo, e Georges Simcnon, che per più anni durò a ~crivcn.:un romanzo :i.I me~e. A Ncuilly pure è la ca~a di M:n.i Ilari. Madame i\"ez, vicina di casa e amica di Lady Gresha MacLeod (:\lata Ha,;), ci accoglie sulla soglia ddl.1 sua ca:-.a, con fischi e sbattimenti d'ali. come un.i merla sulla soglia della gahbia. Madame Nez è una signora d'età e rnagris- ~ima, che nasconde la propria calvizie -.otto un h·rrc·to d:.i cicli,ta Cj pn~ga di gradire i sigari odoro~i e immclbti eh·e~sa ste..,sapoppa con la. bocca a imbuto, ma noi che da tre anni abbiamo rinunciato alle voluttà del tabagismo, gentilmente ricusiamo . . \1adame Nez ci accompagna alla finestra del salotto in cui chineseric e turcherie ~i accoppiano fraterne, e con gc,to scmicircol,trc- della mano appa'5ita come vecchi3 foglia di platano, ci mo~tr<.1il giardino insclv~,- tichito, l'o1ticello ;1bbandonato della doppia spia. « Quel malheur, monsicur~ quel malhrur ! ». In quel giardino. in qudl'orticdlo, ~1ata f-lari, che er.., la modestia fatta donna, falciava l'erbetta per i suoi CO• nigli, COlll'imava la cavolaia coi sottoprodotti for,e degli uomini i!lu..tri che frequentavano la :-u:i ca,a, raccoglieva i pisellini dentro un c~tdlo. « Patwn chéric! :. :i.ospira la 1Jignord calva, e- in quel so:,piro risuona l'eco d'un ~more indimt.·nticabik, d'un ri~ cordo inquietante. e: Quando viveva lei >, aggiunge l'ad• dolorata, « queste f11w~treerano chiuse notte e giorno>. e Chiuse?:.. e Es:,e si spalanc.\ronu di colpo nel 1rtorncnto ~tc~o in cui dodici pallottole d'acciaio penetrarono ne-Ile carni mor• bide e bianche di colei che per il Suond Bureau non era altri se non l'agente- H '2 r >. La figlia di madame Ne.- oggi è a 'iUa volta madre, ma al tempo cli H 21 essa c-ra appen:1. una giovinetta, schiva come un\1ntilop" e pura , come un.i <'olomha. Nuda, Mata I-lari danzava fino al• l'alba d.tvanti ai politici gravi, davanti ai pensosi uomini di go"·crno, dav.inti agli incorruttibili magi~trati, davanti ai '>Cvcrie impavidi generali che, sparsi ~ui divani e umettandosi di tanto in tanto le labbra riarse con un sorM>di champagne, dimenticavano brevemen• te·, in quel purissimo rito di bellezza, le tragiche cure di Mane. Che pili? Lo stc~~o ministro della Guerra, S. E. Messimy, era, tra quegli assidui, il più assiduo. :\lata I-fari dan1.ava. Danzava le sacre danze di Giava, che essa aveva attinto alla vi'l.•ae mi~tcrio~ fonte, e echc, ~enza né corromperle né conta1ninarlc, aveva trasportato, pure, sui palcO'-Ccnicidi Parigi. UN'ALTRA DIVINA ... Politicante e a tutto fare> e uffi• ci.dc di complemento cli piccolo grado, .\fc,,;,imy fu promos~o generale col fa. vorc della conflagrazione europea, e chiamato a reggere il dicastero della Guerra. Una spia, e soprattutto una spia che p,.uica lo spionaggio a favon· dei due partiti in lotta, non è un'amica ideale per un mini~tro e tanto meno per un ministro della Guerra. t in considera• zionc di ciò, probabilmente, che il no• mc di Sua Eccellenza fu rigorosamente taciuto alle udienze del processo ~fata Hari. ~la c'erano le lettere, tante lettere firmate ~L.y, lettere ardenti, rivela• trici, documcntr,rie; e allora, per un equivoco e naturale>, le lettere M...y ).{c~~imy, furono imputate a M...y \falvy. Equivoco 'giustific:1to. Malvy non era ministro della Guerra, ma ministro dc. gli I ntcrni e capo in certo modo della polizia. Ora un mjnistro degli Interni amante di una spia; in regime parla• mcntarc non diciamo sia un fatto nor• male, ma non è neppure un fenomeno ,orprendente. ~------------------ .DUBON VIN TONIOUE - ~a~, ~~/'-- ~~ • APERITIVO E PAHTO dono una penombra faustiana nelle stanze, stanzette, corridoi, bugigattoli di cui è composta questa tragica dimora. Le camere sono spoglie. Nella maggiore, tra una porta truccata da armadio e un annadio truccato da porta, alto su una pedana di velluto nero, vasto e solenne come ara .sulla quale ~ono immolate le vittime umane: il letto. Di fronte, una finestra crociata di ferro. Il sibilo della delazione striscia ancora per i corridoi, fa mulinello negli angoli. li fiato della morte appanna i muri di larghe macchie grige. Sinuosa e danzante, l'ombra di Mata Hari abi• ta ancora la casa che fu sua, passa per la rue dc Vlindsor, tra.versa il mcr• cato coperto ove le madames, calde di letto sotto pellicce da eschimesi, l'Omprano il gigot e i Jal.sifis, cìrcola per il quartiere S:i.int•Jamcs1 rìempic Neu.illy della sua ineffabile presenza. Coloro che dopo il trrrac dei Lcbel nella capponicra di Vincennes hanno abitato questa casa, o sono morti, o ~no finiti in miseria. Tale la ~orte di quel mi~terio:,o polacco, amante delle ombre, che volle abitare b. casa della « martire >; tale la sorte di quel vcc• chio... La casa era rimasta vuota per anni e anni. Poi venne un vecchio che la prese in cu~todia. Nessuno sapeva chi lo ave~sc mandato, come vivessc1 li guardiano - un ru~so naturalizzato belga - spariva per lunghi mesi. Una sera, la polizia forzò la porta d'ingresso : il cadavere del vecchio gia• ceva ai piedi del e famoso:. letto; i topi che se lo stavano rosicchiando scapparono a ventaglio, diavoli quadrupedi e caudati . "LE CARROSSE tropoide e l'infossatura orbitale da c.er• copiteco di Louis Marlio, lo stupore da bonzo ubriaco di Maurizio di Rothschild, la profetica barba di André Lebon ... D'un tratto, un raggricciante stri• dorc di ferraglia arrugginita echeggia nella ruc dc Windsor, infrange la no• stra attenzione. Ci affacci~mo alla fi. nestra di Gavarni : un piccolo aggruppamento di curiosi, ballando sul ~1ciato e soffiandosi sulle dita. assiste all'ascensione lenta, gemebonda dc.Ila saracinesca di bandone, che dopo tanti anni di silcnzi91 d'immobilità, scopre lt! tenebre interne della rimessa di ~fata Hari. Perché? Come Dio vuole, b \aracinnc.a ar• riva al termine del proprio :wvolgimcnto, e allora, come plesiosauro e:,tratto dal fondo della caverna, ti• rata al ritmo di lunghi « Oh » e di lunghi • Ah > con una « corda da impiccato:., un veicolo apocalittico e cigolantt• esce alla luce del giorno, una vettura che p<"r influenza di ~·fériméc (hai detto un Prosµcro) vissuto egli pure in questi paraggi, io saluto con questo grido: e Le carrouc du Saint· Sacr~mn1t ! >. Ecco la ca..a in cui roorì Théophilc Gauticr, l' che con la ~ua facciata quadra e le ~ue due finr~trc tonde perpetua la faccia larga e gli occhi csor• bitati dell'autore di limaux t:t ca,riées. Ecco la casa di Rouvicr, uomo politico cd esibizionista famo:,o, che con mat• tutjnc manifestazioni O.)cenc arricchiva gli spassi delle ragar.✓.inc che giocavano nel giardinetto del P:1laii.-Royal. Ecco la cas.:&in cui abitò hadora Duncan, la :'\1iobl'modcrna 1 colei che Anna dc Noaillc.., chiamava e lsadorable >. Nata nel 1876 a Leawarden e dunque di origine olandese, ~mche 11 '21, come molti dei suoi coanazior.~li, nu• triva per il latte e i suoi sottoprodotti un amore profondo. A wcldisfare quc- )tO àmore, 1-l 2, custodiva nel suo orticello di Neuilly una vaccherclb m·crlandesc, che tutte le mattine, nuda come Jddio l'aveva fatta, essa scendeva a mungere con le sue ste~.')èmani. Ora, e sia pure mcno di un uomo nudo, nemmeno una donna nuda è spetta• colo edificante per una giovinetta i t madam~ Nez, sollecita della purczz.a della !iua figliola1 maritata oj?'~i·a uno dq:~li amministratori dello Sphinx, la celebre casa di piacnc fond.Jta dal me• morJbile St:1vi:,ky e che novera fra i propri azioni:,ti un ministro di Stato, aveva cond.mnato le finestre che da• vano ,ull'orticcllo della spia. LA CONTESSADI NOJ.ILL&SOONLAORAVATTADI OODENDATOREDELLALEOIOND10XORE DU SAINT-SACREMENT" È un'automobile. Una « Bcllangcr .-. altissima e nera. Un coupé con le lan• terne ad an~a dei !andò di gala. 11 e riscaldatore :. non c'è, ma lo s'immagina seduto davanti, ad angolo rt!t• to, .solo e !>Coperto 1 con la visiera a unghia. i baffetti a chiocciola e il pel• licciolto da orso. L'interno è imbot~ tito comi.!una bomboniera. I vetri istoriati di fiori e uccelli celavano al volgo colei chr sedeva nell'interno come un bonbon gigante: la misteriosa, la fa. tale, la maledetta. ,\,f adamc Nez, che mischiata ai curio~i assiste all'ultimo viaggio della car. rozza. di Mata Hari 1 ci dice che, oltre all'automobile. anche la ca3a è st.ua venduta. Quc:,t."l.,unc:ricana camma, annata ai due lati della Caccia <li mascelle da ma· ..tino e nella quale lo ~pirito riviveva dcll'Elladc antica, fu la prima che dopo diciannove secoli di crhti.tnesimo, di ,tivalctti :wcolbti •· di calze umide, osò dam;are in pubblico a piedi nudi. Non basta : Isa.dora volle che un.1 riuov~ razza di mortali nasce~i.c dal gn·mbo di lei, simile ai non mai dc. funti dèi dell'Olimpo. A quc:,to fine 1.·.,,.1 •.i accoppiava liberamente e ,pas• Nonché mattutino, il nudismo CfJ pure l'abito notturno di ~-lat.a I fari. « Vestita di pelle ,, $U!>-'urra madame Nt:z, e ma ~osi nobile, così pur.1 ! :.. E nei suoi occhi d'avorio pa,;sano luci ,lppa!i'-itc di ca.<ai,simi g,1:udii. Per un anno intero il cavalleresco .\fct~imy lasciò accusare il suo collega ).falvy, senza mai dipartirsi da qucJ dig:uitoso mutismo che lo avrebbe ac• compagnato fino alla tomba, se ma• dame Rachilde, moglie di Alfredo Vallcttt, direttore del Mercure de France, non aves\! minacciato di rive• l:trc la verità. Allora Mcssimy, con un hl di voce e come una cosa che non lo riguardava affatto, disse: « Sì, può d~rsi che M... y sia io:.. Guidati da madame Nez, entriamo in punta di piedi nella Vili::.. Rémy, nello chalet tra normanno, inglese e olandese, con i suoi molti tetti a punta e i suoi X di legno çhc « legano » esternamente i muri, e in cui vis.se la divina, l'indimenticabile . « Regarde;:,! :. mormora madame Ne-✓., afferrandoci il braccio e pun• tando l'indice osseo e lungo come un tagliacarte. «Guardate! ». Accendiamo un fiammifero, aguzziamo lo sguardo, leggiamo : « Greta Garbo:.. « Greta Garbo, qui, nella casa di Mata Hari? :t. « Sì : un giorno, un giorno grigio di malinconia, un'altra divina, un'altra indimenticabile passò di qui, si raccolse pensosa, tracciò il suo nome su questo muro ... :.. Le finestre a cui di boAiglia span· Sono passati alcuni giorni. Non abbiamo rivbto madame Ncz, non abbiamo più sentito il prof umo dei suoi ccorona•coron:1> grassi come salamini. Ritir.i'.ltinella casa di Gavarni, curvi e occhialuti sotto le scorribande dei topi in solaio, compulsiamo i documenti ra. rissimi, le te~timonianze preziose e rac• colte con fatica tenace, e che ci aiuteranno a ricostituire la vita, a penetrare i mistcri 1 a 3velare i segreti delle e '200 famiglie». Schierate sulla scrivania davanti a noi, ecco le nostre fonti d'ispiraiione: i ritratti di taluni fra questi foschi do• minatori della democrazia france~: gli occhi glaciali e i baffi da sgherro di François de Wendcl, la fronte da an. Chi sfugge al proprio de~tino ~ Venduta a una scuola di ballo. Si\rà placato dunque l'inquieto f.lnt:isma della divina, dell'indimentica• bile, ora che in questa casa consacrata dall'arte e dalla dan1... 1, arte e danza tornano a regnare. ALBERTO SAVINIO Mentre terminiamo queste note, una. notiz.ia giunge inaspettata: « Picrrc de M01• tiuac, l'amico di ?\.fata Hari divenuto "pa. dre Riccardo" dei Certosini, è stato f1Jcilato dai comunisti a Barcellona>.

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