,CIllCILIIE m\< ;NJ PROGRESSO vuole lt.: sue vitlgl t_ime. li colore ha già le sue: sono gli .111011 che hanno affrontato finora la fornace del Technicolor•· Ne sono usciti con le ossa rotte. Lo schermo colorato si raffina ogni giorno di più: i blu dei cieli, 1 vei-d1 dei prati, gli azzurri dei mari si fanno sempre meno inverosimili, sempre più sopportabili e credibili. Ma chi è che disse che il paesaggio più vario, più delicato e più difficile a capirsi è il volto umano? Dev'essere cosi, perché il colore ~ ancora sordo e opaco alle dolci infinite suggestioni del viso di una Loretta Young_ o di una Dictrich. Alberi, aiuole, o laghi migliorano ogni giorno di più, ma i volti umani rimangono terrei, cretosi, itterici e, nella rutilante tavolozza del ~Technicolor•, allegra e mossa Anche quando è falsa. le facce degli attori fanno pensare a orribili malattie, ad antiche maledizioni del ciclo, a sofferenze inenarrabili. Quest1 è la preoccupazione più grave e 11problema più urgente, il problema dei problemi, come lo chiamano a Hollywood. Un'industria come quella del cinema, che dl.',e almeno l'ottanta per cento della sua t•nnrme fortuna popolare alla simpatia umana, alla leggenda angelica, sentimentale o erotica dei suoi divi, non può rischiare di inimicarsi le platee rovinando le facce dc,.Ji attori. Una rivoluzione è dunque nc- '--essaria nell'arte 'del trucco, una rivoluzione che re-nda possibile l'assimilazione del volto umano da parte della nuova tecnica. Nel quadro che comincia a prendere forma e delicatezza i volti degli attori sono ancora dei brutti scaribocchi, e nella migliore delle ipotesi sembrano una versione animata delle riviste popolari. Immagini di un primitivismo desolante e inferiori comunque a quelle del bianco e nero. Molte spiegazioni del fenomeno sono state date, ma tutte concludono col dare la colpa al trucco. Una legge fondamentale che stupirebbe certamente un profano della materia è la seguente: il colore invece di diffondersi e rarefarsi quando è proiettato sullo schemlo vi è invece iperbolizzato e intensificato. Basandosi sulla scoperta di questo principio, che ormai nella scienza del trucco ha la stessa importanza che ha la legge di gravitazione nella fisica, gli uomini più notevoli della partita, Max Factor, i\1adame Sylvia e la dinastia dei \Vestmore, Stanno facendo i capelli bianchi per risolvere il problema. Sono gli assi del cosmetico, della cipria e dei belletti. A Max Factor, per decidere la !Inta di una cipria per una nuova stella, occorre non meno di una settimana. Egli è un uomo di mondo. elegantissimo come pub esserlo un grande Figaro nel paradiso dei F=~ari, Hollywood. Per una settimana egli .ra in giro con la bella, la studia nei vari ambienti, nelle varie luci, nei vari atteg- ~iarnenti e finalmente, come un avvocato .di grido o un gran medico alla moda, dà 1 suoi consigli che sono pagati fino a mille dollari l'uno. Le sue ciprie sono lanciate sui ptù alti pinnacoli del continente americano: f:: una cipria di ;\1ax Factor •. Madame Sylvia è più modesta perché è più artista. Spesso i suoJ consigli sono disinteressati, ma sempre originalissimi e di estrema distinzione. ~fa i più interessanti di tutti sono i cinque membri della famii,:lia Westmore. Papà \Vestmore, t uno dei pionieri di Hollywood. Egli faceva il parrucchiere a Chicago quando fu chnlm810 sulla Costa, all'epoca delle prime 1=omiche di Charlot. Si mise subito a confezionare baffi e barbe incredibili a tutto spiano. Dopo un po' di tempo, quando capi che la faccenda era grossa, scrisse a1 quattro figli perché corressero d'urgenza in California dove eu. stato scoperto un nuovo filone d'oro. I quattro ragazzi fecero immediatamente le vali~e e raggiunsero il genitore. Tre di essi hanno fatto una magnifica riuscita: Ernesto, che faceva il meccanico, è ora uno dei pezzi grossi del reparto del trucco alla • Fox •; Wallie faceva il falegname ed è molto m vista negli studi della .-Paramount •· Ma 11 più noto di tutti è Pec,. capo del reparto di bellezza negli stabilimenti della .- \Vamer Bros. •. Appena arrivati a Hollyv.ood, papà Westmore li portb immediatamente in uno studio per mostrar loro come si facevano i film. Pm spiegb: La cinematografia è piccola ancOra, ma certamente crescerà, e mentre cresce voi dovete farvi largo nel campo del trucco. Jn questo momento ogni cane che in provincia recitava Shakespeare è adoperato come esperto di trucco solo perché egli sa attaccare una barba. l\la noi \Vestmore possiamo far meglio. Voi dovt:tc rendervi md1spensab1li all'indusma del cinema cd ecco il mio cons1gho: ogni volta che il regista è pronto per girare una scena, un animo prima che egli dia 11 segnale all'ope..-atore, voi dovete fare un passo avanti e gndare:" Stop!". Allora v1avvicinate alla stclJa, le aggiustate un ricciolino, o le date ancora un po' d1 poh·erc sulle gote. Quindi fate un passo indietro, piegate la testa da un lato, socchiudete gli occhi e rimirate I vostri futili ritocchi e subito dite: "Benissimo, girate pure!". E cosi d1verrl'te subito indispensabili, e non saranno più capaci d1 lavorare senza di voi a fianco•· Pcc \Vestmore sorride npcnsando alla pnma volta c.;hce'(li mise in pratica la rattic:i consijlh. 1.1dal padre: era un film di Rodolfo Valentino con Nita Naldi. Quando si comincib a girare il film i capelli della diva cadevano fino a raggiungere la cintola, ma a forza di rendersi indispensabile il giovane Westmore, prima che il film finisse, li aveva accorciati al punto che non toccavano nemmeno le spalle. Sono tre anni che Pec Westmore prova e riprova intrugli d'ogni specie per la sua cipria e la sua crema ideali da usarsi davanti all'obiettivo :i colori. Egli crede fermamente nell'avvenire del cinema a colori: 11 Fra poco noi diremo, come diciamo oggi per il cinema muto: "Già, questo film l'ho visto in bianco e nero". Ed è per affrettare un tale giorno che noialtri specialisti dei trucchi di bellezza lavoriamo giorno e notte. Della strada se ne è fatta, anche se sullo schermo ancora non appaia chiaro. In primo luogo abbiamo fatto una importante scoperta, corollario dell'altra che lo schermo esagera e intensifica i colori invece di attenuarli, e questa scoperta è che quanto meno trucco si usa meglio è, e anche quel poco dev'essere di una sorta particolare. .: La crema sufficiente a truccar.- • , attore, col colore, pub essere tenuta s1.11l'unghia del mio dito indjce. L'unico effetto desiderabile nei film a colori è che il viso dell'attore appaia assolutamente naturole e per ottenere questo effetto basta soltanto la metà di trucco che una donna elegante usa nonnalmente per andare ad un ricevimento o a un tè. • I nuovi trucchi non saranno del tipo di Quelli oggi in uso, che coprono tutto il viso di uno strato di polvere o di crema. Noi copriremo soltanto le eventuali lividure o macchie del viso con creme di tono neutro e poi cospargeremo la pelle di un liquidobase che a occhio nudo sembra quasi trasparente quantunque il suo effetto sullo OLA&X OABLE E LA SUA FUTURA SPOSA OA&OLE LOKBARD schermo sia ideale. li rossetto per il viso sarà anch'esso liquido, poiché si è visto che un rossetto pastoso applicato sul liquido-base fa un brutto effetto sullo schermo: si ha l'impressione che le gote siano cosparse di pustole o macchie sospette. Un problema più complicato è quello delle labbra: non soltanto la parte esterna di esu bisognerà dipingere, ma altresi la parte interna e le gengive, che sono visibili quando un attore parla o ride. Per truccare un cantante dovremo spingerci più oltre. Per truccare un " Do d, petto" probabilmente dovremo arrivare fino alla gola e forse fino alle tons11lc. • Circa 1 toni cromatici, quello base sarà il bruno con tutte le sue sfumature. Naturalmente ogni attore avrà il suo tono leg- .'(er.nente diverso da quello degli altri attori nello ~tesso film. E una volta assegn:i.to un tono a un attore egli dovrà usarlo in rutti i suoi film, ahnment1 il nostro lavoro diverrebbe infernale. Noi terremo i registri dei dJ\t:rsi toni e delle di,ersc combinazioni d1 trucco per i d1vers1attori, e nessuna dcv1az1onc da questa toni sarà permessa. Le pesanti e biz.\ntme ombre verdi, porporine, blu, sulle palpebre, d1 cui si fece tanto abuso a1 tempi delle vampiresse o,·veros1a donne fatali, saranno del tuuo bandite. Solo sfumature d1 bruno e per i biondi di ~rig10, uranno usate. Non più cerchi di nero sotto gli occhi e soltanto un leggerissimo velo di rimmtl sulle ciglia. .-L'uso di false barbe e parrucche sarà ancora possibile solo occultando con grande abilità la demarcazione fra la linea del pelo e la linea della camc. Ma l'impiego di pelle di pesce e simili materie per fare cicatrici e altre deformazioni del genere diverrà difficoltoso oltre ogni dire. Molti artisti del trucco temono che l'invecchiamento di un attore o di un'attrice non sarà possibile nasconderlo all'occhio acutissimo e ingeneroso della macchina da presa a colori. Ma io credo che questi timori siano infondati. Se però avessero ragione gli altri, il processo di eliminazione delle stelle sarebbe ancora più rapido e massacrante di quanto non sia ora, e il problema dei quadn si aggraverebbe moltissimo per l'induStria •· A Pec Westr,.ore è stato chiesto cosa fa_ ranno le attrici al biondo platino. • Unii profezia facile•, ha risposto 11mago; quando I film a colon saranno diventati la regola, molte attrici che attualmente ostentano zau.cre d1 un biondo quasi argenteo si affretteranno a dare alle loro chiome tinte più neutre e modeste, per esempio il biondo-lavagna, che, fotografato con l'obiettivo 11. colori, diventa biondo purissimo. Il biondo platino invece risulta una specie di rosso opaco e sgradevolissimo a vedersi e i confini con la carne appaiono innaturali come quelli di una parrucca. Invece il biondo-lavagna, sullo schermo, appare in perfetta armonia col colore della pelle e anche se, fuori degli studi, non è una tinta molto seducente, l'occhio della macchina da presa è molto più importante per una diva dell'occhio degli uomini, anche se fn1 questi uomini c'è il marito, o il fidanzato, o l'amante. Le brune naturali e le rosse naturali invece non dovranno molto preoccuparsi: l'obiettivo del " Technicolor " avrà una gran sunpatia per le loro tinte. • Insomma, regole fisse non cc ne sono. L'obiettivo nel cinema a colori è più che mai l'occhio del diavolo. Tinte e sfumature che si crede siano l'ideale con il nuovo m~dillm di espressione cinematografica, risultano invece disastrosamente false quando andiamo in sala di proiezione, e viceversa; cd è solo l'esperienza, la mi-nuziosa quotidiana esperienza che ci suggerisce i lenti perfezionamenti che ci per• meneranno un giorno di portare sullo schermo colorato anche i volti terribilmente complicati e difficili di una Garbo o di una llepbum •. A. O. <>RGENTI D'ORO non è soltanto un film; è una mostra retrospettiva, una fiera campionaria, una piccola enciclopedi:1 illustrata. Nulla vi manca : cavalcate, fughc, assalti notlurni, spettacoli all'aperto 1 feste in famiglia; e poi i minatori, le carrette del Far West, il circo equestre, i locali clandestini, gli speculatori malvagi, il falso pellerossa, la moglie ballerina. C'è anche il pctrouo; e anzi quc~to film doveva eswre addirittura, secondo le intenzioni di Mamoulian, l'epopea del petrolio. Voleva cioè raccontare le lotte e i sacrifici di qualche uomo per conquistare il liquido p1czioso, strap. pandolo alla roccia avara. Voleva es• sere un film d'avventurc e di costumi, e rimane la storia patetica e roman• zesca di un momento glorioso della vita americana. Purtroppo, l'epopea è mancata. Invece dell'epopea del pc• trolio s'è vista, tutt'al più, una breve ,toria di certi tubi di ferro. Tre quarti del film, infatti, narrano le peripezie dei minatori per costruire una enorme ..conduttura che, attraversando pianure, fiumi e montagne, reca il petrolio dai pozzi alle raffinerie. E1 riguardo ai tubi di ferro, non si può dire che lo spclt:tcolo non sia stato istruttivo. S'è imparato, intanto ome i tubi s'avvitano uno con l'alt1 come s'a 1 •,oggiano ai sostegni, com ,llcvano con funi e argani. Sul p r, a del trasporto del petrolio po . .o onnai dimostrare la nostra c-01 tc.nza a chiunque. f: evidente che M.lmoulian s'è spaventato a narrarci soltanto una storia di tubi e di 1>Ctrolio. E per non annoiarci, ha riempito la vicenda di episodi e avventure, che una consuetudine cinematografica, ahrieno trentcnn::ile, aveva reso famosi e insopportabili. Nessuna occasione è andata perduta. Tra il dramma e Pidillio, la descrizione del paesaggio e quella dei costumi, i personaggi sono dolcemente travolti come in una corrente lentissima e vorticosa. li protagonista, un giovane opr raio inventore, appare a volta a volta sospinto nelle situazioni più clamoro-.c e ostacolate. Eppure, riesce sempre a vincere ogni guaio. Mamoulian dimostra per quest'eroe una inclinazione particolare. Straordinaria si rivela la vitalità del giovanotto; ma altrettanto straordin:lrie l'ingenuità e la deboleu,a dei suoi avversari. Le bat1'\glie tra banditi e minatori ~i fanno con gli scudi~ci invece degli schioppi. Di notte e di giorno, sui campi arati' e sulla neve, squadre di opc-- rai lavorano senza mercede: il lavoro di una inter::i. settimana si compie mirac-olo'-.1.mentc in un sol giorno. La E moglie scontenta torna improvvisamente al focolare; clowns e atleti si trasformano di colpo in guerrieri che combattono coi tamburi e i mazzcrclli. Nato sotto una buona stella, l'operaio inventore arriva alla gloria e alla ricchezza, ammaccato ~oltanto di pugni e di legnate. Ma potevano mancare, in un film di Mamoulian, i teneri colloqui, gli abbracci, i languori, le canzoni? Di tanto in tanto, i due sposi protagonisti si recano su una collina, a comunicarsi i loro sentimenti reciproci e le loro aspirazioni. Addossata a un grande albero la sposa s'adagia, e lo l>pow le cinge la vita con le braccia. Sull'erba, "ìivedono biancheE,rgiarc certi fiori enormi e sconosciuti. Rami fioriti pendono sullo ~fondo, e i petali cadono lenta• mente al suolo. A guardar bene, ci si accorge però· che quell'incanto è fatto solo di tela e cartapesta: :mche il cielo, dietro e lontano, rivela grosse nuvole dipinte. t:. un cielo immobile e posticcio, che, quando tutt'intorno M>mbra chiaro <' sereno, appare invece minaccioso e cupo. Strano impegno, quello di Mamoulian. Sempre meglio si capil>CCc1uanto gli sia difficile, se non impossibile, seguire un impulso proprio, origin;1le r· profondo. Ogni opera trac is{>irazione da esperienze già con~umate: g-li ah. bisogna sempre una spinta iniziale, un avviamento, per mettere in moto la sua immaginazione. Fin dal ,uu primo film, Le vie della città, ,i vide com·c-gli si ~fort.assc d'innestare sul vecchio tronco del film poliziesco americano certi motivi e• allmioni d'origine europea . La l>Uafortuna è dovuta alla facoltà di nobilitare vecchi canovacci. imit.lndo a volta a volta lo stile d'altri rcg-i,ti famosi. J mag~iori insegnamenti li ha ricavati d.l Stcrnbcrg; ma, diM>rdinatamentt', s'è ,crvito anche di Lubitsch, di Clarence 13rO\\'n, di Ei~n,tcin. E .l mano a mano, nell'imitare gli altri, i ~uoi lavori perdevano di frc.)chcaa, di intcnsità 1 di vigore. D'altra parte, la voglia di non compromctter:-,.i troppo. la speranza di conservare int,Htc certe qualità narrative, lo portavano a un tono Sempre pili ~cneri<'o e appro~)imativo. Oggi, co11 Sorgenti d'oro, la debo• lcu.a del ~uo temperamento l>Ì manifesta intera e non trova compc·nsi n<'mmc..·no nella vivacità del racconto. Se in Notti messicane: M:unoulian ~•er:-i salvato con la lieve :-,.atira d'un ambiente e~tico e romanzesco, in quest'ultima opera appare !tOmmcr:-,.0dall.i meticolosa l>trietà di una rapprcl>ènt.lzionc lunghi!.Sima e pedante:. MARIO PANNUN?.10
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