Omnibus - anno II - n.1 - 1 gennaio 1938

I) IL SOFM DELLE musE (rìt UANDO nei primi anni del dopoguerall ra la casa Sonzogno cominciò a mettere in uso le fascette ai volumi di sua produzione, la cosa non .mancò d'impres- ~ionare: da quel momento il pubblico prese l'abitudine di affidarsi per la scelta delle letture alle frasi allettanti stampate in 1,trassctto sulla cintura a garanzia del prodotto, decretando la definitiva bancarotta della critica, in una specie di fiduciosa sonnolenza. I grossi pilastri della vendita Sonzognc devono la enorme diffusione dei loro lavori nelle più remote province della penisola e nei sacrari delle case borghesi, alle promesse racchiuse nelle poche righe della fascetta pubblicitaria e dei cataloghi, anche se il loro contenuto non ha con queste alcun rapporto. Ora non si sa bene se la cosa sia dovuta al genere di letteratura diffusa da Son.zogno o allo stile speciale del richiamo pubblicitario; fatto sta che da quest'ultimo si è sprigionata tutta un'atmosfera più immaginaria che reale, coi suoi s1111tei i suoi devoti. Ci hanno detto che l'autore stesso oppure un segretario di amministrazione, il quale, forse, non ha neppure preso visione del libro, dettano la frase magica; perciò non ci meraviglia affatto leggere che Flavia Steno è - la più avvincente fra le scrittrici •, non si specifica di quale epoca o pllese, il che dà un sapore universale e in certo senso assoluto alla dichiarazione. Questo è detto a proposito del suo libro intitolato /{ gioir/lo sittist,o, • 11più appassionato fra tutti i suoi romanzi•, nel quale si segue • sullo sfondo di un drammatico evento, ·10 svolgerli di tormentosa avventura sotto il doppio segno della passione e della fatalità•· Chi non si sentirebbe attratto da un simile richiamo? O da quest'altro, stampato in onore del Gia,dùro chimo di Rina Maria Pie razzi: ., Un gioco incrociato di passioni laceranti. Oa un pozzo senza fondo, in cui una povera anima è cac...aa sgomenta, balza improvvisa verso il cielo una gran colonna di .l~ce, che rischiara come un'aurora la, caligme paurma d'una fredda notte senza amore•. Per Pitigrilli tutti i fuochi furono sparati, e la vaghezz.1 di alcuni aggettivi tentatori, come caustico, sensuale, scettico, valse a sintetizzare tutta la paccottiglia a poco prezzo di questo beniamino di qualche anno fa: « In queste novelle ironico- ~ensuali sono esposte le teorie più elegantemente audaci sull'amore, sulla verginità, sulla morale sessuale•. • Il grande umorista-tragico ha oltrepassato il puntolimite dell'ironia: sull'altro versante c'è il dolore•· Ancora più forte: • Continua instancabile e perturbatrice la vena di perfido umorismo, d'ironia scettica e sprezzante, sotto cui si· nasconde il cau- ,stico più attivo per le moderne piaghe sociali •. Ma non è tutto, vi è in lui un , disprezzo arguto della mqrale sessuale, ironiche radioscopie della donna e di quelle sue debolezze che costituiscono la sua forL.a 11. Un linguaggio meno farmaceutico, ma più conturbante, richiese il lancio rispettivo dei trenta volumi di Mura: • Piccola è l'Eva moderna, precoce adolescente sensibilissima e intelligente, che cresce nella serra e aspira al sole, ingenua e sapiente, pudica e vibrante, che Mura dipinge con la sua tavolozza ribelle e dolorosa». Ma l'opera di questa nostra scrittrice non è tutta riso e lievità, come taluni sarebbero portati a creden·: gravi problemi la agitano, se dobbiamo prestare fede alla presentazione di Fammi be/i<,: • f:: il romanzo di un'anima smarrita che cerca se stessa e: si ritrova finalmente in purità. t il trionfo della vita attiva. Sotto un fine velo d1 poesia si nasconde un profondo pensiero sociale•· Di essa vi è ancora un ,(avvincente romanzo che penetra e rende con singolare efficacia i misteri dell'insondabile cuore femminile •. Ma in generale si tratta sempre di un • delizioso roman.to ne( quale l'eterno vittorioso amore trionfa•, ed in cui • il lieto fine lascia l'animo del lettore, dopo le legittime ansie, soddisfatto e rallegrato comt: dinanzi a una visione di bellezza e di luce •. Perfino Dante è chiamato a dare qualche garanzia, col verso • quali colombe dal disio chiamate ... • alle Sorelle di t,•ia Be/fiare: • romanzo d'amore e di passione, dove, con tocco tagliente e penna espertis:,ima, sono sviscerate divuse anime in lotta con se stesse, col mondo e col destino ... •. Per Gli amon· i11lrrnazio,rali di Bruno Corra, si annunciò trattarsi soprattutto del verbo amare in tutte le lingue. Donne che dicono di sì in tutti i climi. :\larmellata di cuori •. Femmina bionda conteneva • amore, sensualità, ambizione, ,·roismo, delitto•, mentre La donna caduta dal ciflo era • la pili eccezionale fij{Ura di donna, in un'atmosfera di bi;,;- /..arra poesia moderna, sullo sfondo trasfigurato di Venezia•. E mentre la magJCiOTcsu~gestione sul lettore era affidata a una ~,ila frase: • L'amore che brucia e d1strui.:~e • per Tu sei l't1more, non si fece '-·conom1a di parole a proposito di un altro roman7,0 così presentato da una fascetta 11 cui originale è ormai introvabile per I collezionisti: • Dal fascino voluttuoso dell'oriente giudaico, reso con rigoglio di ,mmagirii e dovizie di stile. sorg-e e risplende un meraviglioso ideale: il songue è l'anima. Dal peccato, per il peccato, la grande salvezza!•. !'>cmbra che molo autori abbiano volu10 ,1ffrontarc 11 problema della rngazz.i moderna. l_n Ou.hi di rapina, Pino d'Agrigento • combatte la smodata ambizione della signorina moderna•, Bruno. Cprra in La mia vita per te fa la storia di Franca, la quale • racchiude nel mo intreccio appassionante un blocco di vita contemporanea •, Gino Valori nella Lampada dellt ve-rgini narra ancora • il romanzo della signorina moderna: sogni e delusioni, ingegno!òità e perfidie, civetterie e passioni, fino allo schianto atroce di un cuore vergine che troppo tardi conosce l'amore•, mentre La piccola Cady dì Camitle Pert - ma questa ~ una francese - • all'età in cui dovrebbe essere una pagina bianca, conoscerà il fango•. Ecco ora una battuta da danza macabra, che ci ha dolorosamente colpiti a proposito di Un filo d'amort di Gino Rocca: • questo strano e malioso romanzo in fondo al quale c'è un teschio che addenta il cuore • ! Forse non avete ancora letto L'ospìu della sera di Emanuele Sella? Affrettatevi a colmare la lacuna: è un e libro che sconcerta; esasperante delirio d'amore che si estingue nella tr ..q:ica voluttà d'una immacolata agqnia .... ,., la donna o la trappa ... •. E se Fatma del romanzo arabo di Ulderico Tegani è • deliziosa come una bella musica, terribile èome un fosco destino ... •, Elisa, di Ugo Valcarenghi, è un• romanzo di vita vissuta, storia fremente di passioni senza veli, di ptccati senza gloria, di viltà senza scusa ... •• e Cosla11tina di Annibale Arano « ha una sua profonda umanità, una sua inconfondibile personalità. t uno dei più grandi romanzi italiani dell'epoca moderna•. Noi vogliamo crederlo senza limitazioni, incoraggiati a ciò da un altro libro dello stesso autore, Verità, che trattava di • verità di vita, di passioni, di atti, aspra, rude, senza finzioni e senza veli•: dove • tutta l'indicibile lotta si risolve nella verità unica, ineluttabile e imperitura, del diritto all'amore ... •: il che non poteva lasciarci indifferenti. Pierre de Valrose, autore di innumerevoli romanzi di appendice, rappresenta senza stridori una parte della letteratura straniera di Sonzogno. Questo • abile specialista dell'anima femminile• scrive un romanzo 111 cu1 • l'an.1lisi delicata dei sentimenti stende il suo fine tessuto sulla trama delle passioni in cui l'onore oltraggiato della donna, la \gelosia del marito, e il problem:i angosciante della liberazione si urtano in pagine veramente palpitanti •. Dello stesso, Un'anima d'ama11tt è un libro « di quelli in cui l'invenzione ha per risultato la realtà; in cui si dipinge, sotto l'uomo momentaneo, l'uomo sempiterno•. Il significato della frase è sibillino, ma l'effetto deve esserne sicuro, e per analogia ci richiama questa premessa a un'libro di Pino d'Agrigento intitolato Di meraviglia iu mrravig/ia: • L'amore e la passione appaiono talvolta inverosimili ma sono reali•. Se sopra un'altra fascetta non avessimo appreso che • Pino d'Agrigento ha ormai conquistato un p0stq di prima linea fra i giovani scrittori :1icìliani •, che, • compiuti gli studi in Girgenti, sua città natale, si è dedicato alla letteratura con fervore, fede, serietà•, e che • i suoi libri sono accolti favorevolmente dalla più autorevole critica», potremmo pensare che questo scrittore ha VO• luto prendersi beffa del suo cato pubblico! Da tutto questo rumore di grancassa, da questo studio della frase impressionante, dalla ricerca della parola che farà scattare la molla della curiosità nel grosso pubblico, è venuto fuori una specie di codice delle passioni e degli intrecci più inconsueti, e i \'art autori si trovano affratellati sotto la medesima insegna anche se in realtà dicono cose diversissime, quasi come accade per gli sloga,u pubblicitari di diversi dentifrici in concorrenza. Tuttavia in questi volumi si muov~ un mondo curioso, se dobbiamo fidarci a quanto assicurano le fascette: si ama genenolmcnte in maniera eccessiva e mortale, l'adulterio ba un suo gusto speciale fatto di grandi giustificazioni, sofferto, espiato quasi sempre, il tradimento è ricco di ombre, di parole sussurrate, di complicità necessaria e di stati d'animo quanto mai complicati. L'amore non è mai una cosa normale: eroiche fanciulle passano la giovinezza fedeli ad un amore mai corrisposto, diventai.o istitutrici e sono bersagliate dall'insano desiderio del padre dell'allieva: esse resistono, ma incolpate egualmente di male arti e di seduzione dalla moglie del traltre, fuggono lontano, incontro al destino. • Tumultuose vicende, torbide passioni, sante battaglie, e su tutto, invincibile, amore che prepara e guida all'aurora novella•: così è detto per un ron:ia01.o di Cesarina Lupati. Oppure protagoniste sono le grandi passionali, le folli am::inti, le quali non sanno parlare se non sminuzzando il fazzoletto di pizzo fra le mani, mordendosi a sangue il labbro 1o,feriore o snodando il bellissimo corpo di serpente sopra un divano, fra innumerevoli cuscini: esse sono gelose, e capaci di uccidere:; il fascino emanato da simili creature è quanto mai pericoloso. E•cmpio il romanzo Anima oscura di Cosimo Giorgieri•Contri dove • un amore misterioso di slava ha battiti impetuosi e pause quasi mortali; un'anima ribelle e 1mprovv1samente inspiegabilmente sottomessa; una sensualità profonda e son ile di maga ... 11. Si tratta senza dubbio del famoso fascino !!lavo di cui certo avrete sentito parlare. Straordinari amori! In Mori, d"amo,e, Cino G1ulini descrive oc delle giovinezze travolte dalla passione e stati d'animo di innamorati che, a volta a volta, si vogliono e si respingono•· L'amort cht: non ri perdona, di Attilio Rovinelli, è • l'analisi sottile e profonda di un terribile amore•. Fanno da scenario a queste trame elaborate, saloni da ballo in case patrizie, grandi ville sul mare, automobili a grosse cilindrate scagliate da mani femminili sulla pista di lucenti autostrade, appartamenti in alberghi di lusso, cabine di transatlantici e vagoni-letto. La vicenda è trasportata in climi eccess~vi, come avviene in Terra di fortuna di Ulderico Tegani: • Una donna e un diamante, una passione di fuoco, un'avventura di tempesta nell'ardente paesaggio del Brasile•· Alcove devastate, odore fittizio da fumeria d'oppio, da sala operatoria o da sanatorio, tutto è messo a contributo. Per merito del dottor Marta, • i misteri della cocaina sono svelati in un'opera - dicono - più interessante di un roman1.o, con tutto lo strano mondo di allucinati, vittime e corruttori, mezzani e bari della società elegante, che un osservatore, artista e medico, ha raffigurato in episodi caratteristici e impressionanti. I viziosi della droga vi sono rappresentati nei loro aspetti più realistici, esponi come cadaveri su una tavola anatomica ... •. Tutto questo ci ricorda l'impressiona provata visitando quei musei di cera nei quali entri sospinto da non sai quale malsana curiosità, e ne esci col desiderio di morire o di vomitare. Esotismo a buon prezzo, oriente a fuochi di bengala, moschee di cartapesta, arie create col fumo di • pastiglie del Serraglio•· Africa resa con tono di affrettato imparaticcio: gratta quel poco di vernice, e le stesse persone potrebbero avere diverse parole, diversi gesti, con altro paesaggio.• Suraya, Edith, Eleanor, Nazli, Isa, Gloria, Alma: viaggiatrici innamorate; avventure a sorpresa nei paesi del sole•, ci sussurra piena di lusinghe la fascetta del volume Amorr d'Oriente di Bruno Corra, autore che deve aver avute grandissime soddisfazioni di gloria e notorietà, se è vero che La corsa al piacere è ,: un romanzo travolgente, che ha già avuto 200.000 lettori•. Ma di che si lagnano questi autori, questi editori, parlando di crisi del libro? Tutto sommato, ciò che vuole la gran parte degli autori di Sonzogno è il trionfo della donna, in tutte le età e in ogni paese; ogni libro si plasma su di essa, si occupa di lei sola, l'uomo è l'insetto dorato chiamato alla sua funzione di eterno divorato, anche se il suo ruolo è talvolta eccezionalmente di divoratore, come dev'essere senz'altro nel romanzo di Cosimo Giorgieri-Contri l'orma del satiro. In tal caso, quando cioè la figura maschile si tro\'a in primo piano, c'è una preoccupazione di chiederne venia, quasi di trovarne le giustificazioni agli occhi del lettore: « il protagonista è un uomo•, dice la presentazione delle T,e notti di Gino Valori, • ma la figura principale è quella di una fanciulla, ecc. ccc ... •. Intravedi, in rutto questo caravanserraglio, intenzioni alla Francis Carro, alla Londres, o alla Paul Morand, in quale misura lo lasceremo stabilire a più pazienti scarnificatori ! A noi pare che in una letteratura di trama grossolana come questa, ogni autore non sia andato oltre la notizia di cronaca, togliendo anzi al fatto di vita quotidiana quel tanto di umano che spesso può portare.. alla emozione. Carolina Invernizio - per nominarne una - e tanti altri dell'ultimo Ottocento, fecero assai meglio. Ora c'è forse chi obietterà essere il nostro un avventato sbaglio, e che questo o quello degli scrittori citati nel corso del nostro artico~> è degno invece di maggiore considerazione. Può essere: noi li abbiamo visti tutti attraverso le frasi delle fascette pubblicitarie, a queste abbiamo dato credito. Se mai sono esse le responsabili dell'errato giudizio, perché - in verità - noi questi libri non siamo mai riusciti a legJ;erli per intero. l,'ADOETTO ALLE SClfEI)E TRILUSSA, AHIU POUOEZ E LEONOAVALLO fii) ALLA BlBLlOGRAFIA che Oomel!) nico Lombraua e Giorgio Vecchietti premettono alla loro raccolta di cro. nache e di diari dell'Italia contemporanea, appare chiaro come i nostri scrittori che hanno dato cronache della guerra, del dopoguerta, e infine della campagna etiopica siano di uadizione vociana. Anche gli scritti di Mu~ solini, specie le pagine di diario, dei quali in questa antologia (CombatUrt, Lemon• nicr, Firenze) è una larga scelta, apparten• gono letterariamente a quella traditlone. Nella bibliografia di Combattere ~ dato ritrovare le opere di autori come Agnoletti, lkllini, Preuolini, Serra, Baldini, Jahier, Soffici, Carlo e Ciani Stuparich; poi altri come Maccari, M.alaparte, Alessandro Pa• volini, Monelli, che dalla Vou paiono avere derivato il gusto per le impreuioni vivaci ~'" imr,=ediate. La storia della Voce è qudla . di alcuni scrittori, vòlti a mettere la provincia italiana di fronte a quella c.he è la moderna cultura e arte europea. Ne venne fuori una smania oggi magari incomprensibile, e non poco goffa, verso problemi e casi contingen1i. Comunque, la sorte volle che i collaboratori della rivista non fossero soltanto studiosi o dilettanti di cose polit:che e sociali. Chi scorre le prime annate della rivista vede come, quasi a dispetto di quelli che volevano essere i fini dell'impresa, alcuni collaboratori andavano svelando la loro vocazione soprattuuo letteraria. Co• munque, lo scrittore vociano avrà sempre, quasi segno dell'origine, una grandè prontezza verso i fatti del giorno, verso le minuzie della vita quotidiana, da derivarne un verismo che non poco ha servito al lormarsi in Italia di una nuova letteratura narrativa. Eppure lo M."rittorc vociano non è un narratore; è soltanto un cronista preciso e acuto; naturale quindi che gli avvenimenti italiani fra il '15 e il '36 abbiarK>trovato non dirci i loro storici e i loro celebratori, ma i loro cronisti in Soffici, in Baldini, e negli altri di quella generazione. DaU-antologi di Lon>bra.ua e Vccc.hielli, appare ancora una volta come si sono avute in Italia cronache e diari della guerra, non opere distesamente narrative, similmente a quanto è accaduto talvolta felicemente in alcune letterature straniere. Ma ciò si deve al fatto che, prima che scrittori, Hcmìngway, Dorgelès, Renn, Zweig sono senz'altro narratori. La generazione degli scrittori ita• !~:~:o;h:onha;t~o~~~~ 0 u~:i g;:r::i ~r:~t:~?~ dei quali l'impegno sta tutto nel liberarsi, a grado a grado, dei modi della scuola dannunziana. Intenti a ricercare una prosa moderna prima insufficiente in Italia, facilrncnte si trovarono a scrivere cronache e diari, non racconti o romanzi. D'altra. parte, gli avvenimenti, quando non ci si voglia limitare a farne dt'i poveri rapporti, di evi• denia soltanto momentanea, soltanto quan. do sono lontani nel tempo pouono toccare 1::a fantasia d'uno scrittore. Lo dimostra evidentemente l'antologia di cui stiamo ragionando: che porta nomi di scrittori, specie per le prime due parti, dell'anteguerra e della guerra, mentre si affida soprattutto a giornalisti allorché vuole dare il quadro di tempi più vicini. E c'è di più: anchf' gli scrittori che hanno scritto sullo squa• drismo e ~ulla campagna etiopica, è con attitudini da giornalisti che lo hanno fotto. Hanno steso come un dia.rio; domani, con l'aiuto della memoria, non è detto che essi steui non possano tornare a narrare avvenimenti del quali ora ci han dato nudi e soprattutto attendibili docume"nti. Lombrassa e Vecchietti, tut1avia, non si sono serviti soltanto di scri1tor:; ma hanno intc~o definire meglio il quadro con scriui di si·mplici soldati, con documenti in1<>gralmt"ntCe, naturalmente ingenui. Che è pure un rinnovare, an('ora, certi metodi di tradiz.ione \'OCiana, giunta a noi attraverso i fa.scicoli dell'Italiano c le pagine del Stlva11io. Del resto, si tratta d'un'antologia che, anche se si giova di scrittoi-i italiani, non \ uole essere impresa sohanto lettc:raria. I la p:uttosto fini documentari e divulgativi. Oltre a darci quasi un campionario di quella che è, almeno panialmcnte, la nostra \et• a ttratura contemporanea, ci racconta la storia dell'Italia modema: Se, poi, chi tiene una cronaca letteraria la troverà adatta a un discorso su caratteri e attitudini dei nostri scrittori è un altro conto. li contemporaneo scrittore di saggi è senz'altro un autore di elzeviri per le: terze pagine dei giornali. E: stata la terza pagina a inventare in Italia questo genere lcttehlrio. Lo scrittore di 1aggi sia inglese che francese mostra altri fini, e ha forse altra indipendenza. In Italia, tutto al contra.rio, il saggio è spesso una cronaca !et• tera.ria, o un articolo di viaggio, o un resocoi:,to di fatti, o una cronaca, o un dia• rio. Quando il saggio non è un ragiona• mento, un discorso d'argomento vario e di efficacia soltant.o accademica; di cui possono andarci a trovare gli antecedenti in oratori, in libellisti, in trattatisti, e anche in scrittori di lettere della nostra storia letteraria. I saggi di Ercole Reggio, ora raccolti in volume (Europa barbara, Treves, Milano), hanno spesso la vivacità d'un articolo di giornale. Reggio non è, d'altra parte, giornalista di professjone, né i suoi viaggi ebbero scopi di cronache per quotidiani. Eppure anch'essi rientrano nel genere. Sono ricordi di viaggi, ragionamenti su co• stun1i di paesi stranieri: insomma, qual• cosa fra l'articolo di giornale e il diario. Lo scrittore di saggi ha sempre un'attitudine autobiografica: fa la storia del costume secondo gli elementi a portata di mano; quando, per allargare il campo delle sue oMcrvazioni, non .segue immagini e rantasie della mente. E saranno fantasie avare, sorvegliate, non sicure di sé come quelle d'un narratore. Lo scrittore di saggi non conosce che i brevi abbandoni; dic:tro i quali v'è l'incredulità di persona intcl• lr-ttualmcnte scaltrita. Cosl, almeno in parte, anche gli scritti di Ercole Reggio; dove la pagina spesso porta i segni di una abilità stilistica nascosta da modi bonari e quasi popolareschi. Viene in mente Pc!. li:r.i.i,e anche, non di rado, si pensa a· Ma• laparte. Reggio ha intitolato la sua uccolta di saggi: Europa barbara, come Malaparte ch'iamò Italia barbara i suoi scritti ~ul co• stume italiano. Ma mentre Malaparte seguiva una sua idea reale dell'Italia mo. derna, non cosl Reggio per l'Europa. I suoi scritti son per lo più fatti di osservazione minuta; non mirano a darci una immagine gc:ncrale dell'Europa. D'altra parte, la sua Europa barbara è quella nordica, ira la Germania e la Norvegia (chiamandola barbara non si vuole che contrassegnarla storicamente). E: insomma una storia sul• l'Europa non latina; sull'Europa paesana e popolare tedesca e scandinava. I saggi spesso sono come pagine di dia. rio; vogliono una lettura_ calma, e raramcntf' impegnativa. Le raccolte dei saggi, e in definitiva degli ar1icoli di giornale, appartengono soprattutto alla storiot del giornalismo le11erario italiano. Che è un fc:nomcno moderno, proprio di una generazione. Ragionare di generazioni in letteratura è sempre rischioso. Sembra che chi ne ragiona voglia racchiudere lo svol• gcrsi naturale delle cose letterarie nella strctten.a delle date. Comunque, ogni ge. nerazione persegue, anche nell'arte e nella poesia, fini particolari. Domani ci si avve. drà magari che non si andava dietro che a illusioni: che lo scrittore di romanzi è sostanzialmente lo ~tesso che l'autore di saggi o di articoli; comunque è pur vero che nell'ultimo ventennio la nostra lette• ratura risulta prevalentemente di raccolte di articoli apparsi in giornali. E l'articolo di giornale, anche se letterariamente ha meriti non minori di quelli d'un'opera narrativa, sta bene stampato su due colonnt'; in volume dà al lettore una impressione dh crsa. Non sarà una lettura distesa come quella che se ne fece al primo apparire nella terza pagina o sulla rivisla. Così come certi romanzi mentre letti a puntate li vedi deformi per la prospettiva sbagliata e incerta, sveleranno la loro linea qu,mdo letti continuamente. ARRIGO BENEDETTI (CORRIERE FRANCE llliPBIMIB ®®~@®WIB 11 UEST'ANNO la giuria del Prct mio Goncourt ha voluto fare una dimostrazione di coraggio che si è risolta, in definitiva, in .una prova di pessimo gusto. Ha voluto premiare un libro dove la letteratura non è che un pretesto, anzi un cattivo pretesto, per far accettare al pubblico medio, come un genere nuovo e ammirevole, il documentario e la cronaca politica. Che in tutta la Franda non si sia trovato un libro migliore di questo {e pure cc n'erano parecchi), e che perciò si sia andati a cerca.rio nel Belgio, questa ci sembra una gaffe che i francesi non dovrebbero facilmente dimenticare. Ma contenti loro ... Questi Foux possepo,ts del signor Charlcs Plisnicr sono d'una piattezza e:-aspcrantc. L'autOrc racconta cinque truculente ~toric di emigrati politici, tutti comunisti, visti da un cx-comuni- ~ta o, meglio, da ùn trotskista. f:. un tentativo di dare un soffio epico a una ideologia basata sull'odio di classe e ,;ulle diatribe dei congressi internazionali. Ma il soffio è quello di un gatto spelacchiato e impaurito, perché gran parte di questi agitatori, anche i più audaci, e~ono immiseriti dall'intccpretazione cht- ne dà il loro incerto, dubitoso e Iagrimogeno storiografo. C'è in queste pagine un romanzesco da film giallo, unito a un patetico da biblioteca rossa e a uno psicologismo scritto con una matita senza punta. E lo ~tile oscilla tr:• il resoconto giudiziario e l'esclamativo da comizio. Mai una notazione più viva; un'immagine originale, tm aggettivo lumino!oO; e neppure quella crudezza, que:lla secchezza moderne che possono dar forza al racconto anche se gli tolgono calore. Le figure non vivono, voi non riuscite neppure a ricordarle dopo aver chiuso il libro. E alla fine restate con la ~radevolc .im• pressione di aver letto una sequela interminabile di fattacci di cronaca, com• mentali da piccoli giornalisti M>vvcrsivi. La polemica che serpeggia in queste pagine è grigia e ~nistra come il lamento di un fiacco postulante eternamente deluso. e il libro di uno scrittore senza ingegno è senza capacità· artistiche. Lo abbiamo visto, quc~to signor Plisnicr, sullo schermo dei cinematografi parigini, che parlava al microfono e firmava copie e copie del suo volume. Non c'era in lui neppure la vanità ridicola ma divertente e talvolta grandiosa degli scrittori soddisfatti. Tutto, la sua faccia 1 le sue parole, i ~uoi gesti, svelavano una ~rictà pedantesca e diligente di uomo profondamente mediocre. Tutto ciò non avrebbe nessuna importanza, e di quc~to libro non si parlerebbe neppure•, se una giuria, che pure ha «scoperto> Proust,non ave~ questo anno imposto un Plisnier all'attenzione della critica e del pubblico. A quali impulsi hanno obbedito que!,ti uomini? Per quale aberrazione questi intellettuali hanno premiato l'opera di un bo,i élèu 1 di 1111 uggioso resocontista, di un avvocato quarantenne al qu;.tlc la politica ha dato il calcio dell'asino, e che pretende ora di farci battere il cuore col dramma dc-Ile sci")<:ioni di partito? Può dar:si 1 sì, che il cuore maturo di quc")ti borghesi raccolti davanti a una tavola bene imbandita abbia battuto. Questi accademici <:Ì sono forse :sgomentati nd sentir dire t:.he l'arte è un prodotto d'eccezione, di lm~o. e che bh,ognava offrire alle «masse> un libro tutto co:ic, tutto fatti. dove l'arte fooc diluita in un verb.\lismo ìnconsi'Stcntc. Ma sono Mati (•goi!iti: hanno offerto al pubblico un brodo scn,.a ~aie, proprio mentre e~l gu~tavano i manicai• Ili del loro famoso trattore. Un prtmio demagogico di (1uc:sto gl·ncrc forse non lo avrebbero dato, a Pli.-;nicr, neppure i suoi compagni di Bruxelles. Un giornale faceva giorni fa il bilancio del premio Goncourt. Su circa trentacinque premiati non ne rè,;tano oggi in piedi, lctterarianwntc, che tre o quattro. Tutti gli altri ~ono finiti più o meno male. E allorn? Allora bisogna concludere che la pubblicità è una gran cosa, ma soltanto se la si considera come un:\ sbornia che fa dire pc:r una serata parole ~trambc, magari intelligenti e tali da richiamare l'attenzione dei p:'I.Ssanti; ma sfumata l'cbrcaa, se :,ciocchi s.i era sciocchi si ritorna. Comunque è ~ignificativo che nella na1ionc pi\1 lctternria del mondo, dicci letterati siano giunti quest'anno a votare per un'opera alla quale neppure la pubblicità riesce a conferire l'apparenza dell'ingegno e dell'arte. Quc ..t.o bdga lamento)() non è neppure capace di ubriacan,i e di incantarci per una ,crata. SILVIO PARINI

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