,, / ~ALLA fin~tra di una carnera • I buia, all'ultimo piano di un al- ;,- bcr~o di lusso nel deserto Bund r:..;.! di Sciangai, si vede in basso la curva del Uang-pu, che s'allunga sul silenzioso e nero Pu-tung Point. [I Point è come racchiuso in una grande ama a U del fiume. Una volta era affollato, ingombro di merci e di magazzini colmi, di fabbriche, di opifici, filande, cantieri, e le sue rive erano nascoste da~lc giunche, dei rimorchiatori, dalle chiatte e dai sampan. Oggi è un luogo di morte. Le rovine fumose delle officine s'incidono scarne nel ciclo. L"l spiaggia è delimitata dai navigli affondati. Qualche colpo sparato dalla spiaggia, da un tiratore scelto cinese, mostra che laggiù c'è ancora vita, o almeno una certa specie di vita. A destra, con le luci fiammeggianti e la bandiera che sventola sull'albero di trinchetto, dondola la grande e grigia Augusta, simbolo della forza dell'America nell'Oriente. I suoi parapetti ~no ornati di granate e i suoi cannoni appaiono nudi e pronti. Più lont.'l.no, a destra, serrate nel mezzo della corrente, le navi da guerra di Francia di InghilteITa, d'Italia e d'Olanda. Ancora più giù, una linea scura e scabrosa, attraverso il fiume, rivela le giunche affondate dai cinesi e le navi di acciaio ammucchiate disordinatamente, per formare una barriera contro la Terza Flotta Giapponese. Questa flotta sta a sinistra, e la nave più vicina è a meno di mezzo miglio dall'Augusta. Non si vede una luce. ~cl pallido chiarore del plenilunio si possono appena scorgere le forme sottili degli incrociatori e dei motoscafi da fiume armati, la sagoma più imponente della vecchia corazzata humo, la nave ammiraglia del vice-ammiraglio Hasegava. L'lcumo è protetta da reti e da chiatte, legate insieme a fermare le mine galleggianti. Gli americani di Sciangai la chiamano I a.1: gli inglesi l'hanno soprannominata l'Eccema. Verso il nord, una luce solitaria rivela i campi giapponesi d'atterraggio, da dove s'alzano i ronzanti aerei da bombardamento. Più vicino, a sinistra, si scorge Hong-ccu e Ciapei e Yangzepu: grandi mucchi confusi di case e di tegole, di officine, mlgazzini di deposito e botteghe. Intere costruzioni sono ridotte a cumuli di pietrisco. Le e.rade sono coperte di detriti. Pochi metri più lontano, corrono lelinee di battaglia segnate da barricate di sacchetti di sabbia. Sono le strade dove si combatte, più insanguinate di qualsiasi altra nel mondo, percorse incessantemente da soldati coi fucili automatici, granate a mano e mitragliatrici. Centinaia d'uomini muoiono per prendere qualche edificio distrutto: poco dopo, altre centinaia son di nuovo sacrific;iti per riguadagnare il terreno perduto. Le bombe, intanto, cadono e I<' granate sibilano. Nella grande calma assopita, v'è solo lo spettro del silenzio. Così !!ii sta tranquillamente nel vano d'un balcone e si guarda una guerra moderna, come se una scheggia di granata non si fosse già infitta nella finestra, e un proiettile sperduto non avesse fischiato nelle vostre orecchie. Ogni tanto, i ragazzi gettano grid,~ eccitandosi alla battaglia e agli scoppi. V'è un crcpitìo furioso, verso Putung Point, dove un tiratore cinese sta tentando di c0lpire i marinai delle nJ.- vi sul fiume. Si assiste ora, da questo balcone d'albergo, a una hattaglia aerea e marittima, in campo chiuso, con cannoni navali, aeroplani da combattimento, pezzi d'artiglieria, antiaerei. Ad un tratto, la notte diventa un inferno di bagliori e di rumori assordanti. Lampi e boati s'alzano dai cannoni a tiro rapido degli incrociatori. Un cannone da campo cinese, nascosto dentro una fattoria rovinata, rimbom• ba e vomita fuoco. I proiettili cadono nel fiume, alzando colonne di spruzzi. Le mitraglia'trici crepitano furiosamente. Lontano, altri lampeggiamenti tagliano l'oscurità, seguiti subito dai rombi. Tutta Sciangai sa ora quanto ogni cannone dista dalla città. Basta contare i secondi. Cinque secondi e mezzo d'intervallo tra il lampo e la detonazione : il rannone dunque sta a un miglio lontano. Stanotte, il lampo e il tuono sono enormemente più vicini e quasi simultanei. Improvvisamente nuove raffiche si ag~iungono al fraca~. Sono le batte• rie antiaeree. L'oscurità è attraversata dalle tracce rosse, bianche e blu dei proiettili. Le granate scoppiate lontano BOUNGU. Bold1io ollu,ae rtrlio, ritD.giaio 11.tlla Oonoesaloot hteruutonale vengono a schiacciarsi contro il muro dell'albergo. La mattina, si trova un certo numero di buchi nella facciata di pietra, fuori della finestra, e si può racco'ntarc agli amici come si è scampati alla morte per due centimetri. Ma tutti, a Sciangai, hanno evitato la morte per qualche centimetro. Le finestre tremano e gli edifici scricchiolano, dopo le d~tonazioni. Da una dozzina di navi freddi fasci di luce cercano le nubi alla deriva. Gli ascoltatori meccanici giapponesi hanno captato il ronzìo degli aeroplani cinesi, che giocano una disperata partita di mosca-cicca a migliaia di metri sopra di essi. Le granate ricadono giù nel deserto Bund, illuminato dai lampi. Tut• to intorno, acciaio caldo piove dal cielo. La mattina i giornali daranno il re• soconto delle vittime. I cannoni cine,i rumoreggiano ora lont2no nel nord e nell'ovest. Gli incrociatori giapponesi fanno fuoco cie• camcntc nella stessa direzione degli attaccanti. Qualcuno chiede al comandante di una nave americana di osservare bene, con occhio professionale, cosa stanno cercando di fare i giapponesi. Granate e proiettili, bombe incen• diarie e mitragliatrici si scatenano dovunque. Si può udire il ronzìo degli aerei cinesi. Le luci dei riflettori s'inseguono pazze fra le nubi, dipingono circoli bianchi nel cielo. Un piccolo aeroplano sbuca da una nuvola, brilla per un momento alla luce e si getta immediatamente dietro un'altra nube. Nuove fontane di piombo gli sparano contro. Dai campi di aviazione cinesi, lungo il fiume, quattro luci si accendono e si stendono in una scia attraverso il buio: gli aeroplani giap1>0nesisi innal• zano. Pochi minuti dopo, ros,;:efiamme e forti tuoni di esplosioni si vedono sul campo, dove gli aerei ciriesi stanno immobili : i soldati dovranno domani riempire le buche e i crateri fatti dalle bombe. fl fuoco sul fiume muore nuovame11· te. Da Pu-tung, un ultimo sibilo di mitragliatrice. Un fumo grigio s'innalza vicino all'Augusta, e il vento della notte porta l'acre odore dell'alto esplosivo attraverso la finestra aperta. La humo lancia un'ultima fiamma nella notte. Ora tutto è di nuovo silenzio e oscUfità. Nella spiaggia più lontana, un fuoco di sigaretta. Le vedette segnalano e fanno abbattere subito le sigarette che si accendono e si spengono. ti: pericoloso mostrare una luce qualsiasi, perché i nervosi giapponesi considerano ogni luce, momentaneamente accesa in una finestra O8 ~ I: A • l':a:ett1Wmilitari di operale g{appouel del Bundsidc, come un segnale per i tiratori cinesi al di là del fiume. In cima all'alta torre del Bund.side che dà iJ tono a.i clubs notturni, quattro coppie stanno danzando al suono di un'orchestra ridotta a tre strumenti. Gli abiti delle donne non sono trop1>0 alla moda, perché da settimane non arriva niente ai magazzini. Uno o due uomini indossano abiti da società, e appaiono spaesati e strani. Ora è di moda non vestire da sera. Dopo tutto, la guerra ... Uno shrap11el non ha forse buttato giù un pezzo di tetto dieci minuti fa? Nemmeno a un miglio di qui, degli uomini hanno irrorato di sangue le messi. Donne dagli occhi sbarrati, con ragazzi lerci, stanno riparate in capanne di pietre e di erbe, proprio appena al di fuori del perimetro custodito dai soldati, e osservano il corso e ascoltano il tonfo delle bombe che cadono. Poche ore dopo, le radio militari annun• ceranno « il succc~so perfetto del bombardamento degli obiettivi militari >- Secondo le regole, ogni bomba che cada a mezzo miglio da questi obiettivi, è un successo. Il conto di quelli lasciati morire fra le rovine delle loro case, non è stato mai fatto. La monotonia di questa tragedia ha ottuso i sensi di tutti. Il violinista continua a strusciare l'a1chctto e il pianista accenna motivi di danza dei tempi passati. Le ragazze con abiti della stagione scorsa occhieggiano intorno alla terrazza deserta, adorna di lanterne cinesi cremisi. Si pensa alla pace del profondo cielo notturno, al club col fumo· delle sue sigarette, ai bicchieri colmi di vino, alle risa che sono soltanto un po' più nervose, ai contadini vestiti di panno blu e agli stracciati soldati che giacciono nel fango, così vicino. Circolano le ultime notizie sulla guerra. e I cinesi avrebbero potuto facilmente evitare l'invasione», dice un importatore americano, stanco e snervato da una zuffa che dura da settimane con due dozzine di ufficiali che non volevano fargli passare le merci in dogana. e Se Nanchino avesse solo ribassato di un dieci per cento le tariffe per le merci giapponesi, nessuno sarebbe sbarcato qui >, esclama. Alle undici il bar chiude. La mag~ior parte dei presenti se ne va, perché il coprifuoco è alle undici e mezzo; e se siete còlti senza permesso, ve ne andate in prigione fino alla mattina. Ora, dagli incrociatori partono forti scoppi : migliaia di dollari di proiettili sono sparati contro un tiratore nascosto e noioso. Poi, di nuovo il silenzio. Dopo un po', l'alba comincia a spuntare da Pu-tung. Una nave inglese da passeggeri, con la bandiera fiammeggiante a poppa, scivola sul fiume dietro gli incrociatori e l'h:umo per attraccare lungo il Bund. Le lince di navigazione francesi 1 italiane, inglesi, olandesi e giapponesi, sbarcano i loro passeggeri come sempre a Sciangai. Solo la bandiera mercantile americana non appare pili, nei mari del nord della Cina. Un tiratore cinese spara contro una barca di ronda. Si è nascosto fra le navi, ma dal Bund lo si può scorgere, raggomitolato dietro un mucchio di legname. I cannoni gli d~mno addosso, in delirio. Gli shrapnels agitano le ac• que, sbattendole e nascondendole con nuvoli di polvere. Non parte più un colpo dalla spiaggia. Non c'è om1ai più niente da bruciare, sul Pu-tung Point. [ cannoni tacciono. Attraverso i vetri, potete sc01gcre il tiratore che se ne va come a una passeggiata, con la sigaretta in bocca e il fucile imbracciato. A Nantao, la città indigena a sud della Concessione francese, milioni di rifugiati stanno attendendo. Giaccio• no, pigiati come sardine in locali di dicci piedi, duecento e più individui. Nel mezu, del turbine che squassa le strade, migliaia di cenciosi mangiano, vivono, amano e muoiono come bestie. Qua e là, nelle strade principali i sacchetti di sabbia indicano i rifugi. Dietro, lungo il Bund, alcuni ragazzi ~trillano cantando i titoli dei giornali del mattino. I risultati del bombardamento della notte sono elencati con la stessa noncuranza con cui i giornali americani dànno la lista dei morti o dei feriti dopo le scampagnate domenicali. e Dicci bombe sono cadute alla Banca di Cina: nessun fel"ito. Una bomba è sccppiata in pieno al 975 di Honan Road: hove feriti. Un proiettile è esploso al 43 di Suceu Road : cinque morti, cinque feriti. Bomba giapponese ha colpito un tram a Markham Road : sci morti, ventinove feriti :t. Il sole ora splende, e il vento gonfi.i le bandiere di tutte le nazioni neu• trali. Simbolo del patetico ottimismo dei loro possessori. Ogni sampan ha una bandicr". Ogni rimorchiatore e imbarcazione leggera ha una bandiera, o il tricolore francese, o l'U,iion Jack con le stelle e le strisce, o il bianco rosso e verde dell'Italia. Le auto portano dipinti i colori nazionali sul tetto. Le bandiere di tutte le nazioni straniere sono appese dappertutto, nei tuguri e r,egli hOtels, nelle fabbriche e nei villini. E non significano che una cosa ; che non si vuol essere colpiti. Durante ogni bombardamento si vedonÒ cinesi e giapponesi che sparano senza parzialità su tutte le bandiere dei due continenti. La maggior parte delle ban• diere sono state colpite tante volte, son tanto bucherellate e stracciate che sembrano fantasmi colorati. I giapponesi annunciano pgni settimana, o ogni quindicina, il suicidio di Ciang. I cinesi giurano ogni giorno che la rivoluzione sta per scoppiare in Giap• pone, e che stanno arrivando quattordici, settantanove, centosessanta aerei russi. I giapponesi fan fiamme e fuoco perché i cinesi adoperano pallottole dum-dum; i cinesi perchè i giapponesi adoperano i gas. Ci si serve delle radio-cronache gior• naliere per ingannare il nemico. Ogni parte 9-à informazioni sbagliate, sperando che i corrispondenti, a loro volta, non si raccapezzino con le informa• zioni degli avversari. Ciò non porta a nulla, ma ne.liisunadelle due parti rinuncia al tentativo. I cinesi offrono tè, tartine e dolci, e svolgono il programma radio in casa del Maggiore O. K. Yui. Il sabato sera dànno convegni e cocktails. I giapponesi 1 più austeri, se ne stanno in un rifugio provvisorio: e ascoltano i loro programmi in un hOttl fuori della città. Intorno alla e zona internazionale», o a quella parte di essa che i giappo• nesi permettono ancora che gli stranieri usino, stazionano truppe americane, francesi, inglesi e italiane. Il confine della colonia straniera è punteggiato da sacchetti di sabbia e pia.tzolc per mitragliatrici. Agli incroci, i sacchetti si fanno più fitti e le armi anche. Lungo i muri ci sono armature di legno con cavalli di Frisia, pronti ad ogni istante a sbarrare le strade. I combattenti cinesi hanno alle spalle la linea di difesa straniera. Non possono ritirarsi, attraverso di essa, che con la foi-.t:a.Per ficcarsi nella « zona > devono combattere o contro i reparti stranieri, o contro le truppe internazionali del Corpo volontario di Sciangai, che formano l'esercito privato del- / la città. Se chiedete a un ~!dato straniero quali siano i suoi ordini vi dirà: « Se i cinesi tentato di attraversarci, dobbiamo sparar loro contro; se i giapponesi t~tano di spezzarci le lince, dobbiamo discutere ... »; tutto questo è legale. I giapponesi, essendo stranieri, hanno diritto legale nella e zona > ; i cinesi no. Circa due milioni di cinesi vivono normalmente nella «zona» e nelb con. cessione francese, ma solo col permesso dei poteri neutrali sempre concesso a voce. O8'ni strada che porta alla zona cinese è sbarrata da filo spinato, e uon si può passare che di là. La e zona :t teme l'invasione giapponese, ma teme ancor più il pànico dellcfolle cinesi prese dalla paura. JIM MARSHALL Questo è l'ultimo articolo inuialo dgl gion1.alilta americano, prima di tsserc ferito 1ulla Panay dov, fu colpito Sandro Sandri.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==